Libri in avanscopertap Vecellio, deglihabitiantichi,etmoderni · care la descrizione dell’abito...

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34 Giovedì 11 Dicembre 2003 IL GIORNALE DI VICENZA ia M Maria Dubois Lancelot Blondeel, San Luca ritrae la Vergine, 1545, Bruges, Stedelijke Musea, Groeningemuseum. S. Luca pittore della Vergine, xilogra)a tratta dal Liber Chronicarum, 1493 (B. C. Bertoliana). P er la stagione del 1888 lAccademia Eretenia azzardò a mettere in cartellone unopera ambiziosa: il Me)stofeledi Arrigo Boito. Si puntava per quellanno su uno spettacolo di grande effetto scenico e musicale. Vennero scritturati il soprano Valentina Mendiorez, il tenore Eugenio Mozzi e il basso Sorbolini, e furono convocati cinquantaquattro professori dorchestra af)dati alla di- rezione dal celebre maestro Domenico Acerbi. L opera riscosse tanto successo da venire replicata nella Quare- sima del 1888 per ben 18 volte. Tra i carteggi dellArchivio del Teatro Eretenio spicca un curioso episodio di licenziamento, legato proprio alla rappresentazione del Me)stofele”. Il licenziamen- to toccò il maestro di tromba Ermanno Schenato, che a detta del direttore dorchestra Acerbi,“non è suf)- ciente a disimpegnare il posto che occupa attualmente, per lopera Me)stofele”. Il 20 febbraio 1888 Luigi Forni, segretario dellAccademia, fece pervenire allincredu- lo musicista una lettera dove, in maniera succinta e alquanto sbrigativa, lo informava del fatto: Sono in- crescente di doverle partecipare che il maestro Acerbi con odierna sua ha trovato di licenziarla dal posto di 1º tromba per lo spartito Me)stofele e di sostituirla con altra già scritturata. Dal controllore Cavaliere riceverà limporto delle recite che le spettano e ringraziandola dei servizi da lei prestati con zelo )no oggi, mi dichiaro di lei devoto Luigi Forni”. La risposta dello Schenato non si fece attendere. In una lunga missiva inviata allaccademico Giorgio Trissino (non datata ma scritta di certo tra il 20 e il 28 febbraio), il maestro ripercorre i momenti precedenti al licenziamento, sot- tolinea il suo valore di musicista, chiede spiegazioni sullim- provvisa decisione della Presidenza del Teatro: Diversi giorni prima che si facessero le prove per la stagio- ne di Carnevale venni scritturato in questo teatro come prima tromba. Feci tutta la stagione senza ave- re avuto nessuna osservazione. []Giovedì come il solito mi recai a mezzogiorno al teatro per le prove del Me)stofele []. Ma con mia somma meraviglia, arrivato a casa, mi venne consegnata una lettera della Presidenza, )rmata dal Sig. Forni, colla quale venivo licenziato, e che si era nellistesso tempo provveduto al mio rimpiazzo. []Aver suonato in tanti principali teatri, aver fatto tutta la stagione di Carnovale in questo, senza avere avuto dal lato artistico nessuna osservazione; avere un diploma di professore dorchestra in regola emanato da un Conservatorio Regio, e venir licen- ziato bruscamente in questo modo []; è unagire troppo alla leggiera, che uccide lindividuo più che )nanziariamente, mo- ralmente. Non lo dico per vanità, ne per fare una lode a me stesso, ma se una com- missione si dovesse riunire per decidere del mio merito, farei sentire la mia capa- cità a qualunque ora, per far vedere che ero capace di adempiere alla parte af)da- tami []”. La questione venne presto chiarita: il 28 febbraio la Direzione del Teatro risponde ad Ermanno Schenato per motivare la presa di posizione del maestro dorchestra Acerbi, insistendo che fu interpellato nuovamen- te il Direttore e sostiene fermamente che lintonazione del di lei istrumento guasta- va lesito e che le aveva avvertito prima di passare alla protesta []. Il Direttore ha dichiarato la di Lei insuf)cienza per que- stopera []. La scrivente conferma a lei quella stima )n qui avuta, pronta sempre ad accordarle il posto di prima tromba, nella speranza che collo studio Lei possa supera- re anche le dif)coltà che si presentassero in altro spartito moderno e dimportanza”. (Le lettere citate sono contenute nellArchivio del Teatro Eretenio, Bi- blioteca Civica Bertoliana, TE14) Libri in avanscoperta Vecellio, degli habiti antichi, et moderni Michela Petrizzelli (scrivi@bibliotecabertoliana.it) Si alzi il sipario sul teatro Eretenio (3 a parte) Schenato, un amaro licenziamento di Mattea Gazzola (archivio@bibliotecabertoliana.it) Dietro il sipario Salpandodal sito del Servizio bibliotecario provinciale di Vicenza, tra le varie rottepercorribili si può scegliere anche quella che porta alle pagine web della Rete bibliotecaria delle scuole vicentine (http://www.rbsvicenza.org/). La Rete nasce su sostegno e per emulazione dello stesso Servizio bibliotecario provinciale che riunisce le biblioteche pubbliche vicentine e che ha come riferimento la Biblioteca Bertoliana. La Rete delle scolastiche offre un catalogo unico delle biblioteche di una cinquantina di scuole, tra materne, elementari, medie e superiori; un numero che va incrementandosi rapidamente. Lobiettivo cr primario della Rete sarebbe quello di supportare la didattica e lapprofondimento suppo allinterno dei diversi indirizzi di studio. a I vantaggi di questa cooperazione tra biblioteche scolastiche non sono, tuttavia, solo per le scuole, ma per tutti i cittadini. La collaborazione con la Rete delle biblioteche pubbliche, infatti, fa sì che le raccolte librarie delle scuole possano essere fruite da qualsiasi cittadino. Basterà chiedere il libro desiderato e localizzato in una biblioteca scolastica ad una qualsiasi biblioteca pubblica della Rete provinciale perché questa provveda a recuperarlo nonché a metterlo a disposizione dellutente. Ovunque si trovi il libro, ovunque si trovi il lettore e senza alcun onere per questultimo. Ovviamente la cosa funziona in termini di reciprocità visto che da sempre le biblioteche pubbliche mettono a disposizione il loro patrimonio per le esigenze del mondo scolastico. Eun modo, anche questo, per razionalizzare la spesa pubblica e migliorare lofferta informativa e culturale ai cittadini. Giorgio Lotto direzione@bibliotecabertoliana.it Biblioteche scolastiche per tutti Antiche carte Antiche carte C hi, visitando la chiesa di S. Anastasia a Verona, non è rimasto affascinato dallagile e *essuosa )gura della principessa che af)anca S. Giorgio, che indossa un sontuoso abito di velluto arricchito da preziosi ricami doro e piume di pavone? Da Giotto in poi la pittura è sempre stata prodiga di citazioni ricche e dettagliate sulla moda del tempo. Nel Cinquecento la passione per i costumi sfocia in particolari raccolte che propongono limmagine dei vari paesi, compresi gli abiti dellAfrica, dellAsia e dellAmerica. Si deve a Cesare Vecellio, però, il primo trattato sistematico sullestetica del vestire. Questo po- liedrico artista, pittore, stampatore, incisore e cartografo, cugino di Tiziano, diede alle stampe il noto Degli habiti antichi, et moderni di diverse parti del mondo libri due (Venezia, Damian Zenaro, 1590), che la Biblioteca Bertoliana possiede nella prima edizione e in quella succes- siva del 1598, presso Bernardo Sessa. La raccolta del Vecellio è opera di grande fascino e di indubbia bellezza, certamente da inseri- re tra i più bei libri )gurati del 500. Egli percorre un itinerario che partendo dallepoca roma- na giunge )no al Rinascimento, non rinunciando allindagine sui costumi tradizionali e la loro ori- gine e rappresentando anche labbigliamento di altri popo- li europei e oltre, )no allIndia, al Regno Ottomano, allAfrica. L opera, inoltre, riveste partico- lare interesse poiché presenta per ogni illustrazione (nella pri- ma edizione ci sono poco meno di 500 tavole silogra)che!) una puntigliosa descrizione, che il più delle volte non si esaurisce nel semplice commento al vestia- rio, ma diviene una ri*essione sullindividuo, la società, la vita economica religiosa e politica. Particolare rilevanza è data agli abiti veneziani e il Vecellio offre una lunga serie di vestiti tipi- ci della città lagunare, dallabito della gentildonna, a quello del Doge, )no alla pizzocchera e al- lortolana. Naturalmente non poteva man- care la descrizione dellabito delle donne vicentine, o meglio delle giovani donne maritate. Esse portano accomodati i loro capelli con bellissima acconcia- tura di ricci intorno la fronte e le loro trecce laccomodano sotto molti )ori di seta e doro, le quali legate in cima della testa alquan- to alte, con quei )ori di seta à quel modo paiono colli )oriti vaghi e piacevoli; à quella ac- conciatura parimente appuntano un velo di seta bianca molto sot- tile, il quale lasciano pender giù per le spalle con bella maniera. Vestono vesti di raso, con collari accollati e alti, dai quali vengo- no fuori le lattughe delle camicie ben lavorate e sottili, e i busti di quelle vesti sono à guisa di giubboni, con maniche larghe aperte giù per il braccio, e serrate con bottoni doro, tanto le maniche, quanto anchora i bu- sti, i quali hanno il medesimo ornamento giù per le bande del petto. Scendono poi le vesti dai busti in giù )no in terra aperte davanti, per le cui aperture si vedono le sottane di brocatelli di seta, ornate con cerchi doro à torno gli orli ben lavorati; le loro calzette sono di panno )nis- simo tutte ricamate, e le pianelle non troppo alte. Usano portar al collo collane doro, e haver per cinta alcune catene fatte di bottoni doro, con un capo delle quali legano i ventagli di piu- me bellissime, che portano in mano”. Dopo il Vecellio largomento trovò grande sviluppo e, ad esempio, Giacomo Franco sviluppò ulteriormente largomento relativo agli abiti delle donne venete...... San Luca San Luca protettore dei pittori protettore dei L attribuzione di immagini cultuali a personaggi famosi, divini o di riconosciuta santità ed eccellenzapresen- te in diverse epoche storiche. Dalle statue attribuite a Zeus nel mondo greco, alle acheropite (raf)gurazioni sacre di origine miracolosa) che sarebbero state prodotte, secon- do la leggenda, da Cristo stesso, le immagini di simile fattura hanno esercitato uno sfrenato culto di sé. Forse non è noto ai più che levangelista Luca oltre che redatto- re dellomonimo Vangelo, sia anche il patrono dei pittori e dei miniatu- risti. La connessione tra il santo e la nobile arte della pittura nasce in tempi remoti, almeno dal sec. VI, quando nellOriente bizantino iniziò a circolare la leggenda secondo cui Luca avrebbe dipinto la Madonna, conosciuta personalmente. Del- la pittura, ovviamente smarrita, si sarebbero fatte copie giunte sino in Occidente come preziose reli- quie. Secoli più tardi, in ambiente )ammingo la )gura del leggenda- rio depintoredella Vergine dà vita ad una precisa iconogra)a in cui il Santo diviene lartista-ritratti- sta per antonomasia e, come tale, protettore di pittori, miniaturisti e artigiani in genere. Nella xilogra)a tratta dallesemplare del Liber chronicarum stampato a Norimberga nel 1493, S. Luca, riconoscibile dal toro che ne è il simbolo più comune, ha alle spalle un cavalletto su cui è poggiata la raf)gurazione della Vergine con il Bambino a testimonianza della grande fortuna che il tema incontrò in ambiente nordico. Chiara Giacomello scrivi@bibliotecabertoliana.it Frontespizio dellopera di Cesare Vecellio Degli habiti antichi, et moderni di diverse parti del mondo, Venezia, 1590. Abbigliamento della donna vicentina, xilogra)a tratta da C. Vecellio, Degli habiti... Lettera di licenziamento scritta da Luigi Forni e indirizzata allo Schenato, in Archivio del Teatro Eretenio, Biblioteca civica Bertoliana, TE14. Ritratto di Arrigo Boito, autore dellopera Me)stofele”.

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34 Giovedì11 Dicembre 2003

ILGIORNALEDIVICENZA

Con la collaborazionedi ilvia Ma Maria DuboisSilvia Maria Dubois

Lancelot Blondeel, San Luca ritrae la Vergine,1545, Bruges, Stedelijke Musea, Groeningemuseum.

S. Luca pittore della Vergine, xilogra)a trattadal Liber Chronicarum, 1493 (B. C. Bertoliana).

Per la stagione del 1888 l’Accademia Eretenia azzardò a mettere in cartelloneun’opera ambiziosa: il “Me)stofele” di Arrigo Boito. Si puntava per quell’anno suuno spettacolo di grande effetto scenico e musicale. Vennero scritturati il sopranoValentina Mendiorez, il tenore Eugenio Mozzi e il basso Sorbolini, e furono convocati

cinquantaquattro professori d’orchestra af)dati alla di-rezione dal celebre maestro Domenico Acerbi. L’operariscosse tanto successo da venire replicata nella Quare-sima del 1888 per ben 18 volte.Tra i carteggi dell’Archivio del Teatro Eretenio spiccaun curioso episodio di licenziamento, legato proprioalla rappresentazione del “Me)stofele”. Il licenziamen-to toccò il maestro di tromba Ermanno Schenato, chea detta del direttore d’orchestra Acerbi, “non è suf)-ciente a disimpegnare il posto che occupa attualmente,per l’opera Me)stofele”. Il 20 febbraio 1888 Luigi Forni,segretario dell’Accademia, fece pervenire all’incredu-lo musicista una lettera dove, in maniera succinta ealquanto sbrigativa, lo informava del fatto: “Sono in-crescente di doverle partecipare che il maestro Acerbicon odierna sua ha trovato di licenziarla dal posto di 1ºtromba per lo spartito Me)stofele e di sostituirla conaltra già scritturata. Dal controllore Cavaliere riceveràl’importo delle recite che le spettano e ringraziandoladei servizi da lei prestati con zelo )no oggi, mi dichiarodi lei devoto Luigi Forni”.La risposta dello Schenato non si fece attendere. In unalunga missiva inviataall’accademicoGiorgioTrissino (non datatama scritta di certo trail 20 e il 28 febbraio),il maestro ripercorre imomenti precedential licenziamento, sot-tolinea il suo valoredi musicista, chiedespiegazioni sull’im-provvisa decisionedella Presidenza delTeatro:“Diversi giorni primache si facessero leprove per la stagio-ne di Carnevale venniscritturato in questoteatro come primatromba. Feci tutta lastagione senza ave-re avuto nessuna

osservazione. […]Giovedì come il solito mi recai a mezzogiorno al teatro per le prove delMe)stofele […]. Ma con mia somma meraviglia, arrivato a casa, mi venne consegnata unalettera della Presidenza, )rmata dal Sig. Forni, colla quale venivo licenziato, e che si eranell’istesso tempo provveduto al mio rimpiazzo. […]Aver suonato in tanti principali teatri,

aver fatto tutta la stagione di Carnovale inquesto, senza avere avuto dal lato artisticonessuna osservazione; avere un diploma diprofessore d’orchestra in regola emanatoda un Conservatorio Regio, e venir licen-ziato bruscamente in questo modo […]; èun’agire troppo alla leggiera, che uccidel’individuo più che )nanziariamente, mo-ralmente. Non lo dico per vanità, ne perfare una lode a me stesso,ma se una com-missione si dovesse riunire per decideredel mio merito, farei sentire la mia capa-cità a qualunque ora, per far vedere cheero capace di adempiere alla parte af)da-tami […]”.La questione venne presto chiarita: il 28febbraio la Direzione del Teatro risponde adErmanno Schenato per motivare la presadi posizione del maestro d’orchestra Acerbi,insistendo che “fu interpellato nuovamen-te il Direttore e sostiene fermamente chel’intonazione del di lei istrumento guasta-va l’esito e che le aveva avvertito prima dipassare alla protesta […]. Il Direttore hadichiarato la di Lei insuf)cienza per que-st’opera […]. La scrivente conferma a leiquella stima )n qui avuta, pronta sempread accordarle il posto di prima tromba, nellasperanza che collo studio Lei possa supera-re anche le dif)coltà che si presentassero inaltro spartito moderno e d’importanza”.

(Le lettere citate sono contenutenell’Archivio del Teatro Eretenio, Bi-blioteca Civica Bertoliana, TE14)

Libri in avanscopertap

Vecellio, degli habiti antichi, et moderniMichela Petrizzelli ([email protected])

Si alzi il sipario sul teatro Eretenio (3a parte)

Schenato, un amaro licenziamento

di Mattea Gazzola ([email protected])([email protected])(Dietro il sipariop

“Salpando” dal sito del Serviziobibliotecario provinciale di Vicenza, tra levarie “rotte” percorribili si può scegliereanche quella che porta alle pagine webdella Rete bibliotecaria delle scuole

vicentine (http://www.rbsvicenza.org/).La Rete nasce su sostegno e peremulazione dello stesso Servizio

bibliotecario provinciale che riunisce lebiblioteche pubbliche vicentine e che hacome riferimento la Biblioteca Bertoliana.La Rete delle scolastiche offre un catalogounico delle biblioteche di una cinquantina

di scuole, tra materne, elementari,medie e superiori; un numero che va

incrementandosi rapidamente. L’obiettivoincreprimario della Rete sarebbe quello di

supportare la didattica e l’approfondimentosuppoall’interno dei diversi indirizzi di studio.aI vantaggi di questa cooperazione tra

biblioteche scolastiche non sono, tuttavia,solo per le scuole, ma per tutti i cittadini.

La collaborazione con la Rete dellebiblioteche pubbliche, infatti, fa sì chele raccolte librarie delle scuole possano

essere fruite da qualsiasi cittadino. Basteràchiedere il libro desiderato e localizzato inuna biblioteca scolastica ad una qualsiasibiblioteca pubblica della Rete provincialeperché questa provveda a recuperarlo

nonché a metterlo a disposizionedell’utente. Ovunque si trovi il libro,

ovunque si trovi il lettore e senza alcunonere per quest’ultimo.

Ovviamente la cosa funziona in terminidi reciprocità visto che da semprele biblioteche pubbliche mettono adisposizione il loro patrimonio per le

esigenze del mondo scolastico.E’ un modo, anche questo, per

razionalizzare la spesa pubblica emigliorare l’offerta informativa e culturale

ai cittadini.

Giorgio [email protected]

Bibliotechescolasticheper tutti

Antiche carteAntiche carte

Chi, visitando la chiesa di S. Anastasia a Verona, non è rimasto affascinato dall’agilee *essuosa )gura della principessa che af)anca S. Giorgio, che indossa un sontuosoabito di velluto arricchito da preziosi ricami d’oro e piume di pavone?Da Giotto in poi la pittura è sempre stata prodiga di citazioni ricche e dettagliate sulla

moda del tempo. Nel Cinquecento la passione per i costumi sfocia in particolari raccolte chepropongono l’immagine dei vari paesi, compresi gli abiti dell’Africa, dell’Asia e dell’America. Sideve a Cesare Vecellio, però, il primo trattato sistematico sull’estetica del vestire. Questo po-liedrico artista, pittore, stampatore, incisore e cartografo, cugino di Tiziano, diede alle stampeil noto Degli habiti antichi, et moderni di diverse parti del mondo libri due (Venezia, DamianZenaro, 1590), che la Biblioteca Bertoliana possiede nella prima edizione e in quella succes-siva del 1598, presso BernardoSessa.La raccolta del Vecellio è operadi grande fascino e di indubbiabellezza, certamente da inseri-re tra i più bei libri )gurati del‘500. Egli percorre un itinerarioche partendo dall’epoca roma-na giunge )no al Rinascimento,non rinunciando all’indagine suicostumi tradizionali e la loro ori-gine e rappresentando anchel’abbigliamento di altri popo-li europei e oltre, )no all’India,al Regno Ottomano, all’Africa.L’opera, inoltre, riveste partico-lare interesse poiché presentaper ogni illustrazione (nella pri-ma edizione ci sono poco menodi 500 tavole silogra)che!) unapuntigliosa descrizione, che il piùdelle volte non si esaurisce nelsemplice commento al vestia-rio, ma diviene una ri*essionesull’individuo, la società, la vitaeconomica religiosa e politica.Particolare rilevanza è data agliabiti veneziani e il Vecellio offreuna lunga serie di vestiti tipi-ci della città lagunare, dall’abitodella gentildonna, a quello delDoge, )no alla pizzocchera e al-l’ortolana.Naturalmente non poteva man-care la descrizione dell’abitodelle donne vicentine, o megliodelle giovani donne maritate.Esse “portano accomodati i lorocapelli con bellissima acconcia-tura di ricci intorno la fronte ele loro trecce l’accomodano sottomolti )ori di seta e d’oro, le qualilegate in cima della testa alquan-to alte, con quei )ori di seta àquel modo paiono colli )oritivaghi e piacevoli; à quella ac-conciatura parimente appuntanoun velo di seta bianca molto sot-tile, il quale lasciano pender giùper le spalle con bella maniera.Vestono vesti di raso, con collariaccollati e alti, dai quali vengo-no fuori le lattughe delle camicie

ben lavorate e sottili, e i busti di quelle vesti sono à guisa di giubboni, con maniche largheaperte giù per il braccio, e serrate con bottoni d’oro, tanto le maniche, quanto anchora i bu-sti, i quali hanno il medesimo ornamento giù per le bande del petto. Scendono poi le vesti daibusti in giù )no in terra aperte davanti, per le cui aperture si vedono le sottane di brocatelli diseta, ornate con cerchi d’oro à torno gli orli ben lavorati; le loro calzette sono di panno )nis-simo tutte ricamate, e le pianelle non troppo alte. Usano portar al collo collane d’oro, e haverper cinta alcune catene fatte di bottoni d’oro, con un capo delle quali legano i ventagli di piu-me bellissime, che portano in mano”.Dopo il Vecellio l’argomento trovò grande sviluppo e, ad esempio, Giacomo Franco sviluppòulteriormente l’argomento relativo agli abiti delle donne venete......

San LucaSan Lucaprotettore dei pittoriprotettore deiprotettore dei pittoriprotettore dei pittori

L’L’ attribuzione di immagini cultuali a personaggi famosi,attribuzione di immagini cultuali a personaggi famosi,divini o di riconosciuta santità ed eccellenza, è presen-te in diverse epoche storiche. Dalle statue attribuite a

Zeus nel mondo greco, alle acheropite (raf)gurazioni sacredi origine miracolosa) che sarebbero state prodotte, secon-do la leggenda, da Cristo stesso, le immagini di simile fatturahanno esercitato uno sfrenato cultodi sé. Forse non è noto ai più chel’evangelista Luca oltre che redatto-re dell’omonimo Vangelo, sia ancheil patrono dei pittori e dei miniatu-risti. La connessione tra il santo ela nobile arte della pittura nasce intempi remoti, almeno dal sec. VI,quando nell’Oriente bizantino iniziòa circolare la leggenda secondo cuiLuca avrebbe dipinto la Madonna,conosciuta personalmente. Del-la pittura, ovviamente smarrita, sisarebbero fatte copie giunte sinoin Occidente come preziose reli-quie. Secoli più tardi, in ambiente)ammingo la )gura del leggenda-rio “depintore” della Vergine dà vitaad una precisa iconogra)a in cuiil Santo diviene l’artista-ritratti-sta per antonomasia e, come tale,protettore di pittori, miniaturisti eartigiani in genere. Nella xilogra)a tratta dall’esemplare delLiber chronicarum stampato a Norimberga nel 1493, S. Luca,riconoscibile dal toro che ne è il simbolo più comune, ha allespalle un cavalletto su cui è poggiata la raf)gurazione dellaVergine con il Bambino a testimonianza della grande fortunache il tema incontrò in ambiente nordico.

Chiara [email protected]

aver fatto tutta la stagione di Carnovale inquesto, senza avere avuto dal lato artisticonessuna osservazione; avere un diploma diprofessore d’orchestra in regola emanatoda un Conservatorio Regio, e venir licen-ziato bruscamente in questo modo […]; èun’agire troppo alla leggiera, che uccidel’individuo più che )nanziariamente, mo-ralmente. Non lo dico per vanità, ne perfare una lode a me stesso,ma se una com-missione si dovesse riunire per decideredel mio merito, farei sentire la mia capa-cità a qualunque ora, per far vedere cheero capace di adempiere alla parte af)da-tami […]”.La questione venne presto chiarita: il 28febbraio la Direzione del Teatro risponde adErmanno Schenato per motivare la presadi posizione del maestro d’orchestra Acerbi,insistendo chete il Direttore e sostiene fermamente chel’intonazione del di lei istrumento guasta-va l’esito e che le aveva avvertito prima dipassare alla protesta […]. Il Direttore hadichiarato la di Lei insuf)cienza per que-st’opera […]. La scrivente conferma a leiquella stima )n qui avuta, pronta sempread accordarle il posto di prima tromba, nellasperanza che collo studio Lei possa supera-re anche le dif)coltà che si presentassero inaltro spartito moderno e d’importanza”.

(Le lettere citate sono contenutenell’Archivio del Teatro Eretenio, Bi-blioteca Civica Bertoliana, TE14)

In basso:Sancti Ambrosiof)ciorum libri IIIdopo il restauro

Frontespizio dell’operadi Cesare VecellioDegli habiti antichi,et moderni di diverseparti del mondo,Venezia, 1590.

Abbigliamento delladonna vicentina,xilogra)a tratta daC. Vecellio, Degli habiti...

Lettera di licenziamentoscritta da Luigi Fornie indirizzata allo Schenato,in Archivio del Teatro Eretenio,Biblioteca civica Bertoliana, TE14.

Ritratto di Arrigo Boito,autore dell’opera “Me)stofele”.