Libretto festa delle rose web

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La “Festa delle Rose di Carta” è una mostra mercato che ha come tematica principale “l’arte del fatto a mano”. Nata dalla riscoperta di un’usanza della prima metà del secolo scorso di creare fiori di carta per addobbare i paesi durante occasioni speciali, l’iniziativa vuole mettere in risalto l’importanza e la bellezza delle antiche tradizioni, degli antichi prodotti e dei mestieri di una volta, parte della cultura e delle usanze venete. Nello specifico, il progetto ha lo scopo di mettere in risalto i prodotti locali, la tradizione, la cultura e l’arte della nostra terra mediante una serie di proposte che si svolgeranno nel contesto del borgo cinquecentesco di una villa palladiana.

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SALUTI DEL SINDACO

Siamo giunti alla terza edizione di quella che, in poco tempo, è diventata una fra le manifestazioni più importanti del nostro territorio, la “Festa delle Rose di Carta”; nata dai racconti di un’antica ricorrenza del nostro paese, è stata subito accolta in maniera positiva dall’intera comunità che si adopera con grande fervore ed entusiasmo per organizzarla e sostenerla al meglio.La nostra Amministrazione non può che essere entusiasta quando emerge così forte il senso di appartenenza di una comunità ad un territorio e per questo il nostro ringraziamento va in primis a tutti i volontari che lavorano duramente per la buona riuscita della festa, a tutti i giovani (e non solo) che si impegnano per mesi sperando in una giornata di sole, alle varie associazioni che aiutano e accompagnano la crescita di questa ancor neonata festa, a tutte le signore che, già dall’anno scorso, hanno dato vita al “Filò delle Rose di Carta”, una sorta di rievocazione dell’antica tradizione di trovarsi una volta alla settimana per scambiarsi quattro chiacchiere e, nel contempo, far lavorare le mani creando le rose e le composizioni che addobberanno il paese. Un altro ringraziamento speciale va alle aziende, insostituibili sponsor, che si sono messi a disposizione dando il loro importante contributo e, infine, agli espositori, vero sale della manifestazione, che da tutto il nord Italia raggiungono il nostro piccolo paese per passare una giornata di allegria, arte, cultura e spettacolo.Con questo saluto diamo un caloroso benvenuto a tutti coloro che vorranno partecipare a questo importante evento, dedicando una giornata a visitare un piccolo borgo di provincia con una storia importantissima, un’antica villa palladiana, Villa Valmarana-Bressan, che è fra i gioielli monumentali più preziosi del nostro territorio. Un viaggio fra i colori, i profumi e i rumori degli oltre 180 artigiani che con arte e sapienza mostreranno come nascono le loro opere uniche e straordinarie. Un momento per ricordare il nostro passato guardando al futuro, ricordando che il lavoro delle mani è stato e sempre sarà il mestiere più nobile.

Christian Zocchetta Claudio BenincàAssessore Comunale e Sindaco di Monticello Conte OttoCoordinatore Festa delle Rose di Carta

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CHI PERDE CHI TROVA

Sul finire del secolo scorso, si completavano i lavori di restauro sulla chiesetta dedicata a S. Maria Assunta e S. Floriano a Vigardolo, edificata nel 1575 dai cugini Antonio e Giuseppe Valmarana, nelle pertinenze della loro villa palladiana, appunto la Valmarana Bressan. Durante i lavori appariva una monetina scura che, pulita ed esaminata al nostro circolo numismatico Monticello Conte Otto, si rivelava come una moneta romana d’argento.Il diametro di 20 millimetri e il peso di 4 gammi, la rivelavano come: “Antoniano d’argento” cioè un “doppio denaro”. Questo tipo di moneta prese il nome dall’imperatore Caracalla (211-217), della famiglia degli Antonini, che la introdusse nella monetazione romana; corrispondeva a due giorni di paga per un legionario romano.Chi può averla perduta in questo luogo?Andrea Palladio, nel parlare dei suoi lavori per i Valmarana a Vigardolo, parla di questa villa in località “murazzi”, cioè dove esistevano dei resti di antiche mura. Forse un castello medioevale, innalzato all’intersecarsi di abbondanti rogge d’acqua che ne permettevano l’allagamento del fossato. Questi “murazzi” si trovavano forse dove già i romani avevano costruito o frequentato il posto, perché, osservando gli studi sulla centuriazione romana nel vicentino, fatti dal Benetti nella metà del ‘900, vediamo che anche il territorio del nostro Comune era compreso nella centuriazione a nord di Vicenza e i romani erano particolarmente interessati alle zone con abbondanti foreste e risorgive.

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CHI PERDE CHI TROVA

Sul finire del secolo scorso, si completavano i lavori di restauro sulla chiesetta dedicata a S. Maria Assunta e S. Floriano a Vigardolo, edificata nel 1575 dai cugini Antonio e Giuseppe Valmarana, nelle pertinenze della loro villa palladiana, appunto la Valmarana Bressan. Durante i lavori appariva una monetina scura che, pulita ed esaminata al nostro circolo numismatico Monticello Conte Otto, si rivelava come una moneta romana d’argento.Il diametro di 20 millimetri e il peso di 4 gammi, la rivelavano come: “Antoniano d’argento” cioè un “doppio denaro”. Questo tipo di moneta prese il nome dall’imperatore Caracalla (211-217), della famiglia degli Antonini, che la introdusse nella monetazione romana; corrispondeva a due giorni di paga per un legionario romano.Chi può averla perduta in questo luogo?Andrea Palladio, nel parlare dei suoi lavori per i Valmarana a Vigardolo, parla di questa villa in località “murazzi”, cioè dove esistevano dei resti di antiche mura. Forse un castello medioevale, innalzato all’intersecarsi di abbondanti rogge d’acqua che ne permettevano l’allagamento del fossato. Questi “murazzi” si trovavano forse dove già i romani avevano costruito o frequentato il posto, perché, osservando gli studi sulla centuriazione romana nel vicentino, fatti dal Benetti nella metà del ‘900, vediamo che anche il territorio del nostro Comune era compreso nella centuriazione a nord di Vicenza e i romani erano particolarmente interessati alle zone con abbondanti foreste e risorgive.

Quindi, molto probabilmente, le antiche strade del Comune, tracciate parallele e su distanze caratteristiche delle centuriazioni, ci fanno pensare ad una presenza romana anche nel luogo sul quale ora si trova villa Valmarana Bressan.Cosa ci mostra la moneta sulle due facce?Al diritto: IMP PHILIPPVS AVG (imperatore Filippo Augusto) con il ritratto dell’imperatore radiato, cioè con corona a raggi. E’ l’imperatore “Filippo

Augusto l’arabo” che resse Roma dal 244 al 249 dopo Cristo.Al rovescio: SAECULARESS AVGG (i secoli augustorum, degli imperatori): è una dedica che celebrava il millennio di Roma. La figura è un leone visto di fianco, che simboleggiava la potenza di Roma dominante.Ora vi chiedere: “qual è il suo valore?”. Non alto,

considerando che i denari d’argento dell’impero romano si comperano con prezzi che partono intorno ai cinquanta euro, ma è importante come testimonianza storica per noi cittadini di questo territorio, perchè è un’altra prova della presenta romanda tra gli antichi boschi e risorgive locali.

Galliano Rosset e Costantino ZiggiottoAntologia 7 del Gruppo Storico di Monticello Conte Otto (Novembre 2008)

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FESTA DELLE ROSE DI CARTA 2015

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STORIA DELLE ROSE DI CARTA

All’inizio del secolo scorso Vigardolo era un piccolo paesetto di campagna abi-tato quasi esclusivamente da famiglie votate al lavoro della terra. Strade bian-che si diramavano dalle corti e dagli abitati per confluire verso il centro spiri-tuale e sociale di Vigardolo. Fino al 1939 non c’era una toponomastica stradale, il tutto si affidava a dei nomi popolari che venivano, altresì, riportati negli atti notarili. Le scuole di Monticello e Vigardolo erano accorpate in un edificio uni-co che, dal 1919, venne usato come lazzaretto per un’epidemia di vaiolo por-tata nel nostro comune da un soldato congedato e ritornato in famiglia dopo la Grande Guerra (1915-1918). Per la scuola, in quel periodo, si reperì un’aula di fortuna nella chiesetta di S. Maria Assunta a Vigardoletto. Le scuole di Vigar-dolo vennero terminate nel 1922 ed erano situate dov’è attualmente ubicato l’Emporio Agrario, vicino al semaforo. Le ritualità religiose erano la principale motivazione di festa del paese. Basti sapere che quando “si faceva un nuovo Parroco” o quando c’erano grandi ricorrenze religiose, si costumava creare con frasche e festoni di carta delle decorazioni da ornamento per i filari di salici delle principali vie. Si ricordano, soprattutto, le visite del Vescovo di Vicenza al quale, le nostre genti, riservavano delle festose accoglienze. La prima visita pastorale del ‘900 fu quella di Mons. Rodolfi, il 28 marzo 1914 alla quale seguì, ben 26 anni dopo, quella del 22 settembre 1940. E’ proprio in quest’ultima che può essere collocato il racconto popolare che da nome alla festa delle “Rose di Carta”, tramandato oralmente dai nostri compaesani che ricordano quei tem-pi, o che li hanno sentiti nominare nei racconti dei loro parenti. La protagoni-sta è tal Noemi Oliviero in Benetti che, da attivissima animatrice delle funzioni religiose, volle abbellire il paese in occasione dell’arrivo dell’alto prelato.

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STORIA DELLE ROSE DI CARTA

All’inizio del secolo scorso Vigardolo era un piccolo paesetto di campagna abi-tato quasi esclusivamente da famiglie votate al lavoro della terra. Strade bian-che si diramavano dalle corti e dagli abitati per confluire verso il centro spiri-tuale e sociale di Vigardolo. Fino al 1939 non c’era una toponomastica stradale, il tutto si affidava a dei nomi popolari che venivano, altresì, riportati negli atti notarili. Le scuole di Monticello e Vigardolo erano accorpate in un edificio uni-co che, dal 1919, venne usato come lazzaretto per un’epidemia di vaiolo por-tata nel nostro comune da un soldato congedato e ritornato in famiglia dopo la Grande Guerra (1915-1918). Per la scuola, in quel periodo, si reperì un’aula di fortuna nella chiesetta di S. Maria Assunta a Vigardoletto. Le scuole di Vigar-dolo vennero terminate nel 1922 ed erano situate dov’è attualmente ubicato l’Emporio Agrario, vicino al semaforo. Le ritualità religiose erano la principale motivazione di festa del paese. Basti sapere che quando “si faceva un nuovo Parroco” o quando c’erano grandi ricorrenze religiose, si costumava creare con frasche e festoni di carta delle decorazioni da ornamento per i filari di salici delle principali vie. Si ricordano, soprattutto, le visite del Vescovo di Vicenza al quale, le nostre genti, riservavano delle festose accoglienze. La prima visita pastorale del ‘900 fu quella di Mons. Rodolfi, il 28 marzo 1914 alla quale seguì, ben 26 anni dopo, quella del 22 settembre 1940. E’ proprio in quest’ultima che può essere collocato il racconto popolare che da nome alla festa delle “Rose di Carta”, tramandato oralmente dai nostri compaesani che ricordano quei tem-pi, o che li hanno sentiti nominare nei racconti dei loro parenti. La protagoni-sta è tal Noemi Oliviero in Benetti che, da attivissima animatrice delle funzioni religiose, volle abbellire il paese in occasione dell’arrivo dell’alto prelato.

Numerose furono le rose di carta che la sig.ra Noemi fece con le proprie mani e che appese ai salgàri (salix viminalis) del paese. Allora Vigardolo era chiamata “ter-ra dei salgàri” in quanto questi comuni alberi, dai quali si ricavavano le “strope”, crescevano rigogliosi a bordo strada met-tendo radici profonde su quella terra di risorgiva che contraddistingue il nostro territorio. Questo originale allestimento non passò inosservato, tant’è che duran-te l’omelia il Vescovo Rodolfi sottolineò l’accaduto e disse che Vigardolo è un pa-ese talmente florido e fecondo che anche sui salgàri sbocciano le rose. Ci giungono voci che la notizia fece il giro dei territo-ri circostanti tant’è che ancor oggi, alcuni vecchi residenti in comuni limitrofi, ricor-dano folcloristicamente Vigardolo come “il paese dove nascono le rose sui salgàri”.

Christian Zocchetta eClaudio Barausse

Nella foto: Noemi Oliviero in Benetti, realizzava le Rose di Carta nel paese di Vigardolo durante le occasioni speciali. Qui ritratta in una foto degli anni 20

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MENUPrimi piatti

Minestrone tradizionale con verdure localiRavioli di carota bianca

Bigoli artigianali CON SUGHI VARI

Secondi Piatti

Spezzatino di MussoTrippe

Piatto freddo (soppressa, formaggio e polenta)

Contorni

Patate fritteVerdura cotta di stagione

I PRODOTTI del menu sono tutti provenienti da produttori locali

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VIGARDOLO 1915-1918

Come eravamo all’inizio della guerra

L’Italia entra in guerra il 24 maggio 1915 alle 5 del mattino quando dal Forte Verena, dell’Altopiano di Asiago, venne sparato il primo colpo di cannone. Questa guerra fu la prima grande guerra di massa, che impegnò non solo numerosissimi eserciti ma anche le risorse produttive di intere popolazioni per sostenere le grandi esigenze di armi e di rifornimenti e i cui risultati furono ben 9 milioni di morti e 6 milioni di mutilati. Sappiamo molto di come è stata combattuta questa grande guerra ma ben pochi studiosi si sono fermati a spiegare cosa succedeva nelle nostre città e nei nostri paesi. Il nostro territorio divenne snodo logistico e ricovero ospedaliero per numerosi feriti nonché mutilati dalla guerra che ritornavano dal fronte.Per spostarsi durante la guerra bisognava avere “Il passaporto per l’interno del Regno” anche per andare a trovare i parenti o un soldato ferito. Prima dello scoppia della guerra, Vigardolo piccolo centro della pianura veneta le cui genti dedite per la maggioranza all’agricoltura, contava 603 abitanti che costituivano 80 nuclei famigliari. Il paese aveva come Parrocco Don Pietro Biasi nominato dal Vescovo Feruglio nel 1897 si occupò per ben trent’anni, sino al 1927, di questa comunità . Viveva con la domestica sig.ra Forti Lucia e sarà sostituito poi da Don Tarquinio Bonomo .La chiesa era ben conservata, da poco erano stati eseguiti alcuni lavori di sistemazione come rinfrescamento del soffitto , rimodernato del pavimento, fu dato l’intonaco alle pareti, realizzate nuove decorazioni e pitture eseguite dalla Compagnia Buratto di Vicenza e tutte le spese relative a tali lavori furono interamente sostenute dal Commendatore Gaetano Rossi a titolo di Beneficenza.

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VIGARDOLO 1915-1918

Come eravamo all’inizio della guerra

L’Italia entra in guerra il 24 maggio 1915 alle 5 del mattino quando dal Forte Verena, dell’Altopiano di Asiago, venne sparato il primo colpo di cannone. Questa guerra fu la prima grande guerra di massa, che impegnò non solo numerosissimi eserciti ma anche le risorse produttive di intere popolazioni per sostenere le grandi esigenze di armi e di rifornimenti e i cui risultati furono ben 9 milioni di morti e 6 milioni di mutilati. Sappiamo molto di come è stata combattuta questa grande guerra ma ben pochi studiosi si sono fermati a spiegare cosa succedeva nelle nostre città e nei nostri paesi. Il nostro territorio divenne snodo logistico e ricovero ospedaliero per numerosi feriti nonché mutilati dalla guerra che ritornavano dal fronte.Per spostarsi durante la guerra bisognava avere “Il passaporto per l’interno del Regno” anche per andare a trovare i parenti o un soldato ferito. Prima dello scoppia della guerra, Vigardolo piccolo centro della pianura veneta le cui genti dedite per la maggioranza all’agricoltura, contava 603 abitanti che costituivano 80 nuclei famigliari. Il paese aveva come Parrocco Don Pietro Biasi nominato dal Vescovo Feruglio nel 1897 si occupò per ben trent’anni, sino al 1927, di questa comunità . Viveva con la domestica sig.ra Forti Lucia e sarà sostituito poi da Don Tarquinio Bonomo .La chiesa era ben conservata, da poco erano stati eseguiti alcuni lavori di sistemazione come rinfrescamento del soffitto , rimodernato del pavimento, fu dato l’intonaco alle pareti, realizzate nuove decorazioni e pitture eseguite dalla Compagnia Buratto di Vicenza e tutte le spese relative a tali lavori furono interamente sostenute dal Commendatore Gaetano Rossi a titolo di Beneficenza.

Era presente una scuola di canto e la chiesa era dotata di un organo rispon-dente ai bisogni ecclesiastici e liturgici il cui collaudo venne eseguito dal Maestro Mozzi Organista del Santuario di Monte Berico di Vicenza. L’organo era stato realizzato dalla Ditta Bernardo Del Santo di Cogollo Vicentino.Vigardolo disponeva anche di un ambiente ricreativo per la gioventù del paese, una sala da ritrovo polifunzionale per riunioni, conferenze ad uso di teatro per produzioni drammatiche. Questa situazione fu particolarmente apprezzata nell’ambito delle visite pastorali del Vescovo Rodolfi alla nostra Parrocchia.

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Alcuni abitanti di Vigardolo si recavano a lavorare a Cavazzale all’opificio Roi e precisamente 18 uomini e 8 donne.All’epoca un decina di abitanti emigravano stagionalmente verso la Germania. C’erano due osterie. Lo scrivere e il leggere non erano una pratica comune ma ciò nonostante a Vigardolo arrivavano ben 11 copie della Provincia: giornale che partiva direttamente dallo stabilimento Roi di Cavazzale, 5 copie del Berico, 24 copie dell’operaio, 20 copie dell’Unione Popolare e 20 copie della Crociata. Erano assenti invece i quotidiani sia nazionali che locali. Era presente un asilo infantile sostenuto dalla parrocchia e da privati a seconda delle necessità, operava una levatrice che veniva chiamata al bisogno considerato che quasi tutti i bambini nascevano in casa. Durante gli anni della guerra la vita della nostra gente fu molto cambiata .Era il nostro paese vicino a uno scalo ferroviario fra i più importanti di Vicenza lungo più di un kilometro e una grande quantità di decreti luogotenenziali, di ordinanze prefettizie, di ordinanze del comando supremo di disposizioni di comandi locali colpì anche il nostro paese.La guerra è sempre una calamità, sia per chi la subisce che per chi la promuove poiché le conseguenze di ogni conflitto non sono altro che la distruzione, la miseria, l’odio e la morte.

Angelina Frison BertinazzoGruppo Storico di Monticello Conte Otto

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COME RAGGIUNGERCI

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“MBH ORCHESTRA”(Verona)

diretta dal M° Priscilla MeniniLoggia di Villa Valmarana Bressan ore 11.00

“RETROBARACCA”ovvero il Retrobottega del Burattinaio, spettacolo continuo

di e con FRANCO MASTROVITA: spiegazioni, dimostrazioni e 'varie va-rietà' sul mondo dei BURATTINI

Lungo il percorso della manifestazione

“JOEL E ISAAC RODRIGUES”Esibizione di musica strumentale “chitarra tapping” e violino

Lungo il percorso della manifestazione

“I COMICI DELL’ARTE”Claudio Manuzzato (attore e regista vicentino) ed Elena Schleifer (attri-

ce e traduttrice) proporranno uno spettacolo di “Commedia improv-visa”, “La Bisbetica domata”, “La Locandiera”, “Il mondo della Luna”,

“Ruzzante”Lungo il percorso della manifestazione

PROGRAMMA MANIFESTAZIONE

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“GLI ANTICHI VISTI DA VICINO”Attività di laboratorio per ragazzi con scrittura su laminette in venetico,tessitura su telaietti di un braccialetto, ciondoli in argilla con la propria

iniziale, brevi conferenze. Laboratorio: crea il tuo gioiello antico.Area Verde fronte parcheggio Monumento ai Caduti. Tutto il giorno

“SGREXENDE”Canti popolari di tradizione orale, cultura contadina e canti sociali. Le

Sgrexende, cantori e suonatori percorrono queste strade consemplicità e poesia.

Parcheggio vicino al semaforo ore 15.00

“DUO PIANOFORTE E VIOLINO”Pianoforte: Priscilla Menini

Violino: Luca CasarottoLoggia di Villa Valmarana Bressan ore 17.00

APERITIVO con CEFFO DJPresso il chiosco vicino Chiesetta ore 18.00

Un particolare ringraziamento a:

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PLANIMETRIA MANIFESTAZIONE

Seggio Elettorale: in data 17 aprile si svolge il referendum sulle trivellazioni in mare. Per garantire la possiblità di votare anche a chi ha necessità di arrivare vicino al Seg-gio in auto, in accordo con la Prefettura, abbiamo creato una viabilità alternativa per raggiungere il piazzale della Chiesa. Il tragitto, segnato con il tratteggio rosso, entra in via Santa Lucia dal lato di via Spine per poi procedere su via Matteotti. A questo pun-to, un attraversamento controllato da volontari su via San Floriano, da la possibilità di accedere al piazzale della Chiesa. IL PERCORSO E’ RISERVATO AGLI ELETTORI CHE DEVONO VOTARE PRESSO IL SEGGIO DI VIGARDOLO

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GRUPPO STORICO10 anni di attivita'

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GRUPPO STORICO10 anni di attivita'

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via Parmesana, 27 Monticello Conte Otto (VI)

dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00 - sabato dalle 9.00 alle 12.00

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