libreremo - Li Vigni B - Le guerre del petrolio Strategie, potere, nuovo ordine mondiale - Editori...

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  • edizione: gennaio 2004 Copyright Ediiori Ritmili via AHicrico 11.3} - dOI^ Roma w~.vw.cditonriimiii.it lax verde: S00 677822 ISBN RS-3'9-5'lfi2-2

    L'editore .u dichiiim dispoiuhte net confronti degli .nitori delle loia riprodotte che non e stato patibile contattare.

  • Indice

    7 Le guerre del petrolio

    il I. L ' impero globale

    Cronaca eli un intacco annunciato, n 11 Afghanistan e la resa dei conti, p 20 Obiettivo Iraq c inizio delia funzione imperiale, p 32 I ladri di Baghdad, p 42 Economia Usa e guerra preventiva, p 52 L'Iraq e il controllo del Medio Oriente, p f>7 L'impero e l'accesso al petrolio, p 14 Le nuove sfide dell'impero, p 83 Petrolio c nuovo ordine americano, p 91 La Cecenia e S'arca cruciale del Caucaso, p 102 Gli Usa e gli alleati nella palude irachena, p i l i

    123 I I . Alle o r i g i n i del g r a n d e g i o c o

    II petrolio tra mila e leggenda, p 123 T pionieri e la regola delia cattura, p 126 La logica del grande gioco, p 132 La legge violenta del trust, p l 38 Il grande gioco sbarca in Russia, p H2 S'allarga il fronte delia grande sfida, p \4b

  • il .grande gioco si la pi duro, p 152

    Standard ( )il e vantaggi di una sconfitta- p ?(i La grande crisi dei petrolio russo, p l60

    Il ^grande gioco dell'Anglo l Jersian, p 163

    [dv I I I . P e t r o l i o e r a g i o n di S t a t o

    La svoli a di Winsuui Cluirchill, p !6 l) Aliare Sinclair uno scannalo indiano, p i73

    Scandalo Sinclair e delino Matteotti, p 183

    11 petrolio iracheno e le costami geopolitiche, p iLX (Jtiando l'Itali.i hi "Cicciaia dall'Iraq, P 201 I litici" itila conquista del petrolio russo, p 207

    l 'u t iTi io e attacco giapponese a Pearl Harbor, p 2 15

    Petrolio c nuovo ardine posi-bellico, p 223

    231 I V . li I - L I O O de l p e t r o l i o d u r a n t e la g u e r r a f r e d d a

    Sfida iraniana e smacco britannico, p 23] ( 'risi di Suex t- svolta americana, p 236 Un accordo purolt iero destabilizzante, p 2-16

    Ci lena dei Sei giorni e terza crisi petrolifera, p 253

    Il petrolio de! Sahar:: \:: -b;iuiigI:i di Algeri. P 260 La guerra del Kippur c l'arma dei petrolio, p 26L>

    Guerra Iran-Iraq e appoggio Usa a Saddam Hussein, p 27S

    Guerra dei Goilo e prima crisi post-guerra Lrecida, p 287

    27 A-lotti

    353 Biblhnyjjui

    361 iJicc Jt'i nomi

  • Le guerre del petrolio

  • Ai mict liyji Fabin c Marco

  • II pe t ro l i o hit a l i m e n t a t o le iotfe g lobal i pe r il p r i m a t o pol t i co ed e c o n o m i c o . M o l t o s a n g u e sfato ve r sa ta in s u o n o m e . L ' in tensa e a vo l te v io lenta r icerca del pe t ro l i o - p e r le r icchezze e i! p o t e r e che c o m p o r t a - c o n t i n u e r fino a q u a n d o ques ta mate r i a p r i m a o c c u p e r tina p o s i z i o n e c c n n a l e

    (Dan ie l Y e r j i m , da II Premio. 1991)

    L e popo l az ion i p i p o v e r e e sofferenti n o n s o n o ce r to c o n t e n t e d i v e d e r e l e r i cchezze def lu i re ve r so l ' O c c i d e n t e , ve r so le p i c c o l e l i te f i la -occidenta l i e ve r so i g o v e r n a n t i co r ro t t i . . . E gli Stati Uni t i h a n n o a f f ron ta to ques t i p r o b l e m i l imi tandos i a esaspera r l i .

    (Noam Clioni'kv. da un'intervista tic 2001)

    L ' i m p e r o g loba le a m e r i c a n o s i basa su un gran n u m e r o d i bug ie pres idenz ia l i mozzaf ia lo . . . N o n facc iamo a l t ro c h e s t igmat i zza re al tre nazioni c o m e "Stati canagl ia" , ma s i a m o d iventa t i i l pi vas to e s e m p l a r e del la ca tegor ia . N o n o n o r i a m o i t ra t ta t i . D i s d e g n i a m o i T r ibuna l i i n t e rnaz iona l i . A t t a c c h i a m o u n i l a t e r a l m e n t e in quals iasi l u o g o ci venga in m e n t e . . . Ci l a m e n t i a m o dei t e r r o r i s m o , e p p u r e i l n o s t r o i m p e r o e oggi il t e r ror i s ta p i sp i e t a to .

    {Gore Vicini, ila Le fiazo^e dell'impero. 2I'02I

  • I. L'impero globale

    C r o n a c a d i u n a t t a c c o a n n u n c i a t o

    D o p o l ' a t t acco d e l l ' I ! s e t t e m b r e 2 0 0 1 , q u a n d o l e Twin Towers si sbr ic io la rono m dire t ta so t to gli occhi del m o n d o , si disse che nulla sa rebbe stato pi come pr ima. Nulla, sopra t tu t to per la pi g r ande supe rpo tenza mond ia l e che aveva p e r d u t o la sua invulnerabi l i t . Vattacco all'America, come ch iamarono l'e-vento terribile m tu t t e le l ingue, conteneva un messaggio la cui forza sconvolgente non stava solo nelle impress ionant i p ropor -zioni del disastro o nelle sue modali t assolutamente nuove, ma nel suo obie t t ivo . E ra la pr ima volta d o p o ii 1814, q u a n d o gli inglesi invasero W a s h i n g t o n , che i l t e r r i to r io degli Stati U n n i veniva cosi c rude lmente violato; una violazione che ha avuto co-me r appresen taz ione significativa il s imbolo del cuo re della fi-nanza internazionale che si sgretola. Una tragedia vissuta e vista in diretta, addir i t tura in ant icipo di secondi r ispetto al l ' impatto del s econdo aereo, poi sofferta infinite volte, come cronaca ve-nu ta da l l ' i n fe rno . I m m a g i n i ma a n c h e voci: g r ida d i sbigot t i -m e n t o dei tes t imoni , urla di pan ico della gente che fuggiva da-vanti a l l 'onda di polvere densa e quelle di esor tazione dei poli-ziotti che si pe rdevano nel coro m u t o e straziante di 2.800 vitti-me inghiott i te nel l 'olocausto del G r o u n d Zero . Poi i mort i ritro-veranno la voce nelle registrazioni delle ult ime disperate telefo-nate , a un figlio, a una moglie, a un padre , a qua lcuno . Sono vo-ci che non m a n d a n o maledizioni, non ch iedono vendetta, guer-

    il

  • ra, giustizia, crociate, armi. Sol tanto una via di fuga dalla t rap-pola e un m o d o per aiutare anche gli altri a salvarsi.

    Un grande choc per l 'opinione pubbl ica di tu t to il pianeta al quale ha fatto eco una diffusa perplessit nei confronti del l 'ope-rato dei servizi di intell igence americani sospet tat i di n o n avere assolto al loro ruo lo nella s icurezza dello S ta to . Ed era un so-spe t to che nasceva dalla cons ide raz ione che a sub i re l 'on ta di un t r emendo attacco fosse stata la potenza pi forte del m o n d o , con una Cia famosa pe r la sua capacit d'infiltrazione, pe r la sua fredda e sp ie ta ta vocaz ione a l l ' in t r igo , alla tess i tura di t r a m e eversive, a l l 'e l iminazione anche fisica degli avversari . U n a Cia dotata d 'ogni mezzo di corruzione e persuas ione nonch radica-ta in tutti i paesi dei m o n d o . possibile che l 'a t tacco sia avve-nu to in terra d 'America senza che nessuno ne abbia avuto il ben-ch min imo sentore? Un interrogat ivo, questo , che ha finito per scuote re mol t iss ime coscienze, specie di chi n o n d i spos to ad accet tare le tante disinvolte mot ivazioni ufficiali. C h e ha finito pe r mobi l i t a re mol t i s tudios i e intel let tual i cur ios i di sapere cos 'e ra avvenu to , d i i ndaga re , d i ce rca re car te , d i pa r l a re con chi era disposto a parlare. Cosi la perplessit, da p u r o sospet to , diventata accusa. Accusa con t ro l ' impero.

    D o p o l ' i l se t tembre , prestigiosi giornali e agenzie di s tampa in te rnaz iona l i , h a n n o racco l to not iz ie , co l legato fatti, avveni-menti , test imonianze, ovviamente al di fuori dei canali ufficiali. Ed venu to fuori un q u a d r o , ce r tamente non gradi to alla Casa Bianca che d imost ra come le autori t amer icane siano state av-visate a pi r iprese su qualcosa di mol to pericoloso che sa rebbe accadu to . Tra le analisi migliori , la pi luc ida ed equi l ibra ta quella di Nafeed M o s a d d e q A h m e d , un giovane s tudioso ingle-se, d i re t to re esecut ivo de l l ' Ins t i tu te for Polcy Research & De-velopment di Brtghton. Nel suo l ibro Guerra alla libert ha scrit-to tra l 'a l t ro; U n r a p p o r t o r e d a t t o nei s e t t e m b r e 1999 p e r i l Nat ional In te l l igence Counc i l , s t ru t t u r a collegata alla Cia, av-vertiva che terrorist i affiliati a Bin L a d e n av rebbe ro p o t u t o di-ro t t a re un ae reo e farlo p r ec ip i t a r e sul P e n t a g o n o , sulla Casa Bianca o sul quar t ier generale della Cia [...]. The New Yorker ri-feriva che s e c o n d o Richard A. Clarke , c o o r d i n a t o r e nazionale

  • per l ' an t i te r ror i smo alla Casa Bianca, circa dieci se t t imane pri-ma de l l ' 11 s e t t e m b r e gli a m b i e n t i de l l ' in te l l igence amer icana e r ano convint i che fosse imminen te un a t tacco terrorista di Al Q a e d a . Un paio di mesi p r ima degli at tacchi d e l l ' i i se t tembre , tut te le agenzie di sicurezza nazionali amer icane furono avvisate che era imminen te un at tacco di Al Q a e d a e d i e esso si sa rebbe p robab i lmen te verificato nel giro di a lcune set t imane.

    In Guerra alla libert si legge ancora: Nel f ra t tempo, la sor-veglianza degli attivisti di Al Q a e d a in terr i torio amer icano con-tinuava. Tra il 2000 e il 2001 , la Cia aveva trasmesso all 'Fbi i no -mi di circa cen to sospet t i m e m b r i della re te terror is t ica di Bin L a d e n che si r i teneva fossero dirett i verso gli Stati Uniti o vi si t rovassero gi. Un cab logramma dei 23 agosto 2001 faceva spe-cifico riferimento a Khaid Al Midha r e Nawaq Alhazmi, che si r i t iene fossero a b o r d o de l l ' ae reo d i ro t t a t o che si sch ian ta to sul P e n t a g o n o [ . . . ] . Ques t i avvert imenti , ancora una volta, non furono trascurati . Al contrar io , gli ambient i dell ' intelligence Usa l i p resero mol to ser iamente: Secondo M o s a d d e q A h m e d po-co d o p o aver preso i l potere , nel gennaio 2 0 0 1 , l 'amministrazio-ne Bush cominc i a negoziare con i t a l ebam. I r a p p r e s e n t a n t i s tatunitensi e quelli dei ta lebam si incont ra rono parecchie volte a Washington, Berlino e Is lamabad nel febbraio 2001. Costata-to che i ta lebam non e rano stati capaci di garant i re la sicurezza, a t t raverso la conquis ta e la nuni f icaz ione de l l ' in te ro terr i tor io , era necessar io , s e c o n d o gli Stati Unit i , che il regime accettasse di formare un governo congiunto dell 'Afghanistan, d ' intesa con le altre fazioni. Tuttavia, di fronte al rifiuto dei ta lebam di accet-tare le condiz ioni amer icane e alla prospet t iva che le riserve di petrol io e di gas dell 'Asia centrale fossero control la te dalla Rus-sia, alla logica dell 'accorcio prevalse quella militare.

    Ne i g iugno 2 0 0 1 , il servizio segreto tedesco avvertiva la Cia d i un poss ib i le d i r o t t a m e n t o d i un ae reo da usare c o m e arma terror is t ica c o n t r o impor t an t i s imboli amer ican i e /o israeliani. Nel successivo mese di luglio, un altro incont ro tra i rappresen-tanti americani e una delegazione talebana, present i agenti russi e t edesch i , n o n c h l 'ex min i s t ro degli Es ter i pak i s t ano Niaz Naik. L ' incont ro sponsor izza to da l l 'Onu e b b e luogo a Berl ino.

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  • Per il governo americano par tec iparono Tom Simmons , ex am-basciatori.* in Pakistan, Karl Enderfuth, ex vicesegretario di Stato per gii affari dell'Asia meridionale , e Lee Coldren , ex capo del-Puff iau del d ipa r t imen to di Staio per gli affari relativi al Paki-stan, Afghanistan e Bangladesh. In un' intervista alla televisione francese, dei n o v e m b r e 2 0 0 1 , Niaz Naik d ich iar che m quel-l ' incontro, la discussione r iguard essenzialmente la formazione di un governo di unit nazionale. Se talebani avessero accetta-to la coal iz ione a v r e b b e r o i m m e d i a t a m e n t e r icevuto un a iu to e c ono mic o in ternazionale , visto che s a r e b b e r o srati realizzati t previsti o leodot t i . In un' intervista alla Bbc, lo stesso Naik disse di avere appreso dai funzionari americani che Bush stava p ro -ge t t ando un 'az ione militare con t ro l 'Afghanistan per hi met di o t tob re 2 0 0 1 . La gravit di ci rende concreta la possibilit che Bin Laden abbia messo in a t to un ' a z ione bellica prevent iva in r isposta a quella che aveva inteso come una minaccia da par te degli Lsa.

    Altri avver t iment i si su s segu i rono in que l l ' e s ta te del 2001 senza che nessuna delle a u t o m a americane ne facesse tesoro. Il servizio segreto pakis tano lece t r a s l en rc in quei giorni 100.000 dol lar i a M o h a m m e d Atta , t i leader dei c o m m a n d o suicida dell ' I J se t tembre . L F b i arrest a Boston un mili tante islamico, s c o p r e n d o che l ' u o m o aveva segui to lezioni di volo ed era in possesso di manuali di pilotaggio della Boeing. 11 Mossati , servi-zio di intelligence israeliano, lanci segnali relativi a possibili at-tacchi terroris t ic i m Usa . 11 p r e s i d e n t e P u t i n , i n fo rmato degli avvertimenti dei servizi russi alla Cia, o rd in di informare il go-verno americano su possibili attentati ad aeropor t i e installazio-ni governative. Analoghi .avvert imenti arr ivarono dal pres idente egiziano Mubarak . 11 4 se t tembre , una set t imana pr ima degli at-tacchi arr iv negli Stati Uni t i , i l genera le M a h a m o u d A h m a d , capo elei servizi segreti pakistani e uno dei principali sponsor di' Bin Laden, insieme a lui poi impl icato nell 'assassinio del ge-nera le Massoud , c o m a n d a n t e del l 'Al leanza del n o r d e nemico dei taJebam, ucciso il 9 se t t embre 2 0 0 1 . D u e giorni d o p o ci sa-r anno gli allentati alle Twin Towers e al Pen tagono . Si sapr che

    i-I

  • gli at tentatori appar tenevano ad Al Q a e d a ed erano giovani ter-roristi arabi che avevano preso il b reve t to di volo negli Stati Uni-ti; terroristi provvisti di lasciapassare

    ; in un paese dove la lot-ta a! terror ismo era da t empo assurta a priorit assoluta. E elove un c l amoroso b u c o nella difesa amer icana aveva la t to passare ben qua t t ro aerei.

    I l a scr i t to J a n e Mayer in The New Yorker del 12 n o v e m b r e del 2 0 0 1 : Ai m o m e n t o degli a t tentat i , al tre due dozzine circa di familiari di Bin L a d e m per la maggior par te iscritti all 'univer-sit o a speciali scuole d ' a d d e s t r a m e n t o , si t rovavano sul suolo s ta tuni tense . Il New York Times ha reso no to che questi indivi-dui s o n o stati i m m e d i a t a m e n t e chiamat i a raccol ta da l l ' amba-sciata saudi ta , pe rch S temeva po tesse ro cadere vi t t ime della rappresaglia americana. Da q u a n t o riferisce un funz ionano sau-dita, i Bin L a d e n s o n o stari messi su un jet pr iva to con il con-senso del l 'Fbi e por ta t i da Los Angels a O r l a n d o , da qui poi a Washington, e infine a Boston. Non appena la Faa (Federai Avia-tion Admisrratron) ha r iaper to i voli o l t reoceano, il jet par t i to pe r l ' E u r o p a . A q u a n t o p a r e , n o n ' s ta to difficile per l ' amba-sc ia tore saudi ta a W a s h i n g t o n , il p r i n c i p e B a n d a r bin Sul tu n, convincere i funzionari degli Stati Uniti che tra quella gente non c 'erano test imoni materiali degli at tentat i [...] Q u a n d o ho chie-s to a un a i to f u n z i o n a n o dei servizi segret i amer ican i se n o n avessero r i tenuto o p p o r t u n o t ra t t enere alcuni m e m b r i del clan di Bin Laden , quello mi ha r isposto: "Ques to si chiama prende-re degli ostaggi. Noi non facciamo questo genere di cose". Co-si nei giorni successivi al l ' I 1 s e t t e m b r e , un jet p r iva to saudi ta raccolse i m e m b r i della famiglia Bin L a d e n pe r portarl i fuori dai suolo amer icano senza le o p p o r t u n e indagini delPFbi . Incredi-b i lmen te p u r s a p e n d o che qu ind ic i dei d i c i annove d i ro t ta tor i e rano sauditi , l 'Fbi permise che i parent i del sospet ta lo n u m e r o u n o pe r gli a t tacchi del l ' I 1 s e t t embre lasciassero il paese senza problemi , addir i t tura facilitandolo.

    Era da mol to t empo che si conoscevano le intenzioni del ter-rorismo islamico nei confronti degli Stati Uniti . Tra i molti infor-mator i decisi a rendere la p ropr i a tes t imonianza c 'erano alcuni agenti dell 'Fbi che, du ran te la pres idenza Clinton, avevano am-

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  • m o n i t o i loro super ior i che Al Q a e d a stava p r e p a r a n d o un at-tentato kamikaze su N e w York e Washington . Ma non e b b e r o il r iscontro che si aspe t tavano . Anzi dagli stessi super ior i furono minacciati e diffidati a non rivelare a nessuno la notizia. Se aves-sero dato l 'allarme sa rebbero stati chiamati a r i spondere del lo-ro a t teggiamento ai sensi del National Seamty ct. In segui to, alcuni di questi agenti si affidarono a David P. Schippers , avvo-cato c a p o del le invest igazioni della C o m m i s s i o n e Giud iz ia r i a della Camera degli Stati Unit i , pe r rappresentar l i in Tr ibunale . L'avvocato Schippers mol to br i l lantemente riusci a far dichiara-re dalla C a m e r a dei R a p p r e s e n t a n t i l ' i m p e a c h m e n t del pres i -d e n t e C l in ton . A p p a r e d u n q u e ev iden te che 1*11 s e t t e m b r e stato un evento tragico e s t raord inar iamente funzionale alia crea-zione di un pretes to valido a poter scatenare una serie di guerre , gi da t empo p r o g r a m m a t e pe r consol idare le posizioni ameri-cane di d o m i n i o pol i t ico ed e c o n o m i c o a l l ' in te rno del paese e nelle aree dei m o n d o r i tenute strategiche, per l 'affermazione dei p ropr i obiettivi imperiali .

    Alcuni intellettuali americani, tra i quali G o r e VidaL uno dei maggiori narratori e saggisti viventi, sos tengono una tesi inquie-tante : che Bush e i suoi a v r e b b e r o i n t enz iona lmen te deciso di lasciar succedere ci che conoscevano e che stava pe r succedere l ' I ! s e t t e m b r e . C h e i l mo t ivo fosse di s ca t ena re le gue r re gi p rog rammate venne confermato dalla decisione della Casa Bian-ca di sfruttare I T I se t t embre pe r legit t imare un at tacco all ' Iraq pr ima ancora che la polvere delle Twin Towers finisse per depo-sitarsi. Lo ha scritto sul Neiv York Times, il no to giornalista Paul K r u g m a n . il quale cosi ha voluto spiegare l ' immediatezza della decisione americana: Il generale Weslev Clark ha infatti affer-mato di aver ricevuto delle telefonate p rop r io F l l se t t embre da "persone vicine alla Casa Bianca" le quali lo sollecitavano a a l -legare gii attacchi terroristici a Saddam Hussein . La sua dichia-razione pa re quasi seguire p e d i s s e q u a m e n t e un r a p p o r t o della Cbs int i tolato I piani d'attacco all'Iraq iniziarono Vii settembre, che citava alcuni appunt i presi da collaboratori di Dona ld Rum-sfelei lo stesso giorno del l 'a t tenta to . Q u e l g iorno Rumsfeld ave-va eletto: "Andateci pesanti . Metteteci den t ro di tut to . Sia quel-lo

  • lo che c 'entra che quello che non c ' e n t r a " [ . . J Cosi i falchi deci-si ad a t taccare l ' I raq si misero in mo to pe r co r rompere l ' intero processo di raccolta dell ' intell igence. E cosi da un lato nessuno fu chiamato a r i spondere di aver manca to di anticipare o di evi-tare l 'at tacco d e l l ' I i se t tembre ; dal l 'a l t ro, ci si aspet t che i ver-tici del l ' in tel l igence suppor t a s se ro il caso a favore della guerra all ' Iraq.

    Os a ma bin Laden e il mullah Omar , le due icone criminali p ropos te at traverso le loro irruzioni media t iche , son diventati m breve, l ' immagine di quella verit che di fatto ha impedi to di conoscere il tu t to della tragedia. Su Bin Laden , sul suo ruolo di ideatore e p r o m o t o r e unico degli at tentat i terroristici clel l ' l l set-t embre , gli espert i h a n n o espresso non p o c h e perpless i t sulle prove inconfutabili che l 'amminis t razione americana ha de t to di avere. Alcuni hanno scrit to che non avrebbe avuto la possibi-lit di me t t e r e in p ied i u n ' o p e r a z i o n e di siffatta g randezza . E poi Bin L a d e n era da anni sot to stretta sorveglianza: ogni sua telefonata veniva registrata, e in Al Q a e d a c ' e rano agenti infil-trati dei servizi segreti americani , pakis tani , saudit i ed egiziani. N o n avrebbe po tu to tener segreta un 'ope raz ione tanto comples-sa e sofisticata. A sostenere ques to era stato anche M o h a m m e d Heka l , giornalista e analista egiziano ed ex ministro degli Esteri , dal le pag ine di The Guardian. P i ca tegor ico era s ta to E c k a r t W e r t h e b a c k , ex p r e s i d e n t e del servizio segre to t edesco che in una sua d i ch ia raz ione a l i ' A m e r i c a n Free Press del 4 d i c e m b r e 2001 aveva sos tenu to che l 'at tacco dell ' 11 se t t embre richiedeva una pianif icazione di anni e un 'o rgan izzaz ione a livello stata-le. All ' interrogat ivo a quale Sta to si so t t in tendesse , l 'econo-mista s ta tuni tense Lynclon La Rouche , di cui sono no te le batta-glie con t ro il sistema finanziario internazionale, in una sua inter-vista sottol ineava che l 'a t tacco doveva essere necessar iamente pianificato, organizzato e realizzato negli Usa da par te di "ele-menti canaglia" dei servizi e delle forze armate.

    Nel 1993, in seguito all 'attentato al World Center di N e w York, nei dossier ant i terrorismo dell 'Fbi , appariva per la pr ima volta il nome di un certo esiliato saudita: Osama bin Laden. L'Fbi sapeva

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  • clic moki terroristi islamici e rano entrati e usciti dagli Stati Uni-ti fin dal 1985 e che i mujaheddin , da allora, stavano gi prepa-rando fa jibad con t ro l 'America. N e m m e n o a seguito della rap-presaglia escogitata il 20 d i c e m b r e 2000 da Bill Cl in ton, quasi alla line della sua presidenza, con t ro O s a m a bin Laden e Al Qae-da, d o p o il loro assalto alla nave da guerra Cole , la Cia e 'Fbi h a n n o pos to in t empo la ques t ione Bin Laden . Ques t ' u l t imo di c e n o doveva trovarsi da t e m p o in qualche file della Cia pe r l'attivit svolta a Peshawar. d u r a n t e la seconda met degli anni ot tanta , q u a n d o s'era impegna to nel lavoro di organizzazione e d i s t r i buz ione dei t ond i saudi t i e amer ican i ai m u j a h e d d i n nel corso della guerra c o n t r o i sovietici in Afghanis tan . Sembrava che Cia e hbi, o sci tori di essi, agissero in tema di te r ror ismo e di sicurezza dello Stato, ognuna per p ropr io conto senza alcuno scambio d i m l o r m a z i o m . A p p a r v e d u n q u e del t u t to no rma le che, nei 1990, grazie a LUI in tervento della Cia, lo sceicco O m a r Abdul -Rashid , i m p o r t a n t e sodale di Bin Laden , ent rasse rego-larmente negli Stati Unni .

    Dui-ante le ope raz ion i in Afghanis tan , iniziate n e l l ' o t t o b r e 2001 , il vice segretario alla Difesa Dona ld Rumsleld e labor una sorta di linea guida che p a r t e n d o dall ' I 1 se t t embre arrivava, a t t raverso un a r u c o l a r o c a p o d 'accusa a S a d d a m Husse in , a i robie tnvu Iraq. Tra i pili agguerriti falchi sostenitori di que-sta linea c 'erano, oltre a Rumsfeld (di cui sono noti gli interessi nella compagnia petrolifera Occ iden ta l i , il v icepres idente Che-ney de lT Ia l l i bu r ton e C o n d o l e e z a Rice della Chev ron ; tut t i grandi petrolieri come, pera l t ro , G e o r g e W. Bush de l lTIa rken . Un 'amminis t raz ione , d u n q u e , fo r temente interessata agli affari del pe t ro l io e a un confl i t to d ' in teress i c o n t r o cui G o r e Vida! cosi insorge dalle pagine del suo l ibro Le menzogne dell'impero: Se c' mai stata un 'amminis t raz ione d i e dov rebbe astenersi sul-le questioni r iguardanti l 'energia, p ropr io la presente " junta" C h e n o n ha niente a che vedere con qualsiasi passata ammin i -s t raz ione della nos t ra s t o n a . I loro cuori sono ch i a r amen te al-trove, a far q u a u n n i , lontano dai nostri finti templi romani , do-la

  • ve , a h i m , c i r i m a n g o n o s o l o l e l o r o t e s t e , c h e s o g n a n o l a g u e r -ra , p r e f e r i b i l m e n t e c o n t r o p a e s i d e b o l i e p e r i f e r i c i .

    D o p o i l d i s c o r s o d i G e o r g e W . B u s h s u l l o s t a t o d e l l ' U n i o n e , ne l g e n n a i o 2 0 0 2 , e b b e i n i z i o Yescalation p e r l ' a t t a c c o a l l ' I r a q a t t r a v e r s o fasi s u c c e s s i v e c h e a c q u i s i v a n o g i o r n o d o p o g i o r n o u n a d i n a m i c a s e m p r e p i s p i n t a . S i p a r t i c o n l o s p e t t r o de l t e r -r o r i s m o s o s t e n e n d o ( m a n o n d i m o s t r a n d o ) u n a c o n n e s s i o n e t ra I r a q e l i s e t t e m b r e . S i p a s s alla f a se de l l a p r o p a g a n d a sul pe-n c o l o S a d d a m H u s s e i n p e r i l s u o p o p o l o e p e r t u t t o i l m o n d o . L ' a l t r o p a s s o r i g u a r d l a f a se p o l i t i c a e d i p l o m a t i c a c h e r i v e l s u b i t o l i m i t i d i u n a s o s t a n z i a l e v o l o n t a m e r i c a n a d i a r r i v a r e a l l ' a t t a c c o . D o p o l ' e s t a t e 2 0 0 2 l ' e m e r g e n z a i r a c h e n a d a ipo tes i s i avvi d e c i s a m e n t e a d i v e n t a r e rea l t ; u n a rea l t f o n d a t a su l l ' en ig -m a d e l l e a r m i d i d i s t r u z i o n e d i m a s s a ; s u l l e a l t e r n e v i c e n d e de l -l ' O r n i e d e i s u o i i s p e t t o r i , c o s t r e t t i al la f ine ad a b b a n d o n a r e l ' I -r a q s e n z a p o t e r c o m p l e t a r e i l l o r o l a v o r o ; su l c o n t i n u o a i f l u s s o d i f o r z e a m e r i c a n e n e l l o s c a c c h i e r e de l G o l f o P e r s i c o . S c o r r e v a -n o o r m a i s o n o gli o c c h i d i t u t u , n e ) c o n t i n u o d i l a t a r s i d i u n a rea l t i n a r r e s t a b i l e , l e i m m a g i n i de l l a c r o n a c a d i u n a t t a c c o a n -n u n c i a t o : u n a p r o s p e t t i v a d i n u o v i o r r o r i d o p o q u e l l i d e l l e d u e t o r r i c h e s i s g r e t o l a v a n o s e p p e l l e n d o mig l i a i a d i p e r s o n e .

    P o c h i , i n v e r i t , r i c o r d a v a n o l e t o r b i d e v i c e n d e de l l a l u n g a e s a n g u i n o s a g u e r r a t ra I r a n e I r a q , da l 1 9 S 0 a l 1 9 S 8 ; un a r c o tre-m e n d o l u n g o n o v e i n t e r m i n a b i l i a n n i s e g n a t i d a m a s s a c r i , de -p o r t a z i o n i , b o m b a r d a m e n t i c o n a r m i c h i m i c h e d a l l ' u n a e d a l -l ' a l t r a p a r t e . Q u e l l a v o l t a gli S t a t i U n i t i n o n s i p o s e r o a l c u n a q u e s t i o n e m o r a l e e s o s t e n n e r o S a d d a m H u s s e i n n e l c o n f l i t t o c o n T e h e r a n . C o s i , i s e r v i z i s e g r e t i a m e r i c a n i f o r n i r o n o a S a d -d a m i m p o r t a n t i i n f o r m a z i o n i m i l i t a r i e d e c o n o m i c h e r i s e r v a t e s u l l ' I r a n ; W a s h i n g t o n b l o c c a l l ' O r n i o g n i r i s o l u z i o n e d i c o n -d a n n a n e i c o n f r o n t i d e l l ' I r a q ; da l 1983 gli S t a r i U n i t i i n c o r a g -g i a r o n o A r a b i a S a u d i t a e K u w a i t a c o n c e d e r e i i n a n z i a m e n t i a S a d d a m e l e n a v i U s a f o r n i r o n o a l rais un g r a n d e a p p o g g i o logi -s t i c o c o n i l b l o c c o d e l l e m e r c i a l l ' I r a n s u l l o s t r e t t o d i O r i n u z . N e l l ' u l t i m o b i e n n i o d i g u e r r a , l ' i n t e r v e n t o s t a t u n i t e n s e a s o s t e -g n o d i S a d d a m H u s s e i n d i v e n n e d i r e t t o : d a u n i t a m e r i c a n e p a r -

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  • t i rono infatti pi del 70 per cento degli at tacchi con t ro obicttivi iraniani nel Golfo.

    A partire dai 1975, Saddam Hussein era stato aiutato dal l 'Oc-c idente a cost rui re l 'arsenale p i formidabi le di t u t to il Med io Or i en t e (dopo Israele) . Gi a par t i re dagli anni set tanta , sfrut-t ando gli enormi provent i del boom petrolifero, l ' I raq avvi un massiccio p r o g r a m m a d i a r m a m e n t i nei quale G r a n Bre tagna , Francia, Germania , Italia, Unione Sovietica e poi anche gli Stati Uniti, assunsero il ruolo di grossi fornitori. Nessuno s'era po -sto la quest ione morale sia nei confronti di un di t tatore crudele e gue r ra fonda io che delle armi ch imiche usa te in quella lunga e sanguinosa guerra tra Iraq e I ran. Il petrolio, solo il petrol io mo-tiv la presenza americana in quello s cenano di guerra. E fu solo il petrolio, ovvero la sua presenza in un 'a rea strategica p e r le ri-sorse energetiche, nella prospett iva di po te r sviluppare manovre geopol i t iche, che spinse Wash ing ton ad evitare che l 'equil ibr io delle forze, nella guerra I raq-Iran si stabilisse t r oppo a favore di Baghdad . Avvenne d u n q u e che gli Stati Uni t i , s ino a quel m o -men to sosteni tori di Saddam Husse in , corsero ai r ipari fornen-do a Teheran, a t t raverso Israele, nuovi a rmament i , i nnescando cosi lo scanda lo I r anga te dei 1986, che coinvolse il p re s iden te Ronald Reagan.

    A f g h a n i s t a n e la resa de i c o n t i

    N e l l ' o t t o b r e 2 0 0 1 gli Stat i Uni t i g u i d a r o n o una coal iz ione che intervenne mil i tarmente in Afghanistan per s tanare gli auto-ri degli at tentat i , rovesciare il regime oppress ivo e teocratico dei talebani e. sopra t tu t to , p r e n d e r e Osam a bin L a d e n vivo o mor-to. La Na to in tervenne in Afghanistan, sebbene non si trattasse n di un attacco dal l 'es terno n dell 'aggressione d uno Stato so-v rano nei confront i di un a l t ro Sta to sov rano . Alcun i paes i s i un i rono alla coalizione sempl icemente per motivi interni , estra-nei c o m u n q u e alle finalit de l l ' a t tacco p r o m o s s o dagli Usa. La Russia si dichiar subi to p ron ta allo scopo di o t tenere il consen-so a proseguire con maggior violenza nella repress ione in Cece-

  • ma. La Cina si mos t r favorevole al l ' intervento nella speranza di ricevere il sostegno americano alla repress ione messa in at to nel-la reg ione occ iden ta l e del paese . L'Algeria, n o t o r i a m e n t e uno dei pr incipal i paesi terrorist i , si mos t r felice di unirsi agli altri per r ingraziare gli amer icani di non averla inclusa fra gli stati canaglia. La Turchia, infine, si offri di comba t t e re in Afghani-stan pe r gra t i tudine nei confronti degli Usa. m q u a n t o unica na-zione che aveva fornito il suo appoggio agli atroci atti terroristi-ci compiut i dal governo turco nella regione sudonen t a l e del pae-se, cont ro i curdi che rappresen tano circa un quar to della popo-lazione dell ' intera Turchia. Si chiede Ulrich Beck, nel suo l ibro Un mondo a rischio: H a ancora senso d i re che gli Stati Uniti "d i f endono" la lo to sicurezza interna sul terri torio di altri paesi, ad esemplo in Afghanis tan?.

    Chi ha c redu to che per vendicare i mort i delle Twin Towers gli amer i can i s iano sbarca t i in Afghanis tan n d u c c n d o q u e s t o paese a un mucchio di macerie , cadu to in errore . L'odioso Osa-ma icona cr iminale di fanat ico is lamico, s ta to scelto c o m e immagine demoniaca c quindi terrificante dei male, d iventando cosi il logo spaventevole di una invasione a lungo proget tata , i cui piani dettagliali di guerra globale con t ro Al Q a e d a non po -tevano diventare operativi pr ima degli at tentat i terroristici . Cer-tamente i piani d ' invasione dell 'Afghanistan erano gi p ron t i al-cuni anni pr ima de l l ' I 1 s e t t embre . C h e O s a m a bm Laden n o n fosse l 'obie t t ivo p r inc ipa le dei piani di guerra americani , lo ha sos tenuto in una intervista del 18 s e t t embre 2 0 0 1 , l'ex ministro degli Esteri pakis tano Niaz Naik che, a luglio di que l l ' anno, ave-va saputo da alti funzionari americani che per il mese di o t tobre gli Usa av rebbe ro a t taccato l 'Afghanis tan. Niaz Naik ha anche t enu to a sot tol ineare: Sono convinto che Washing ton non ab-b a n d o n e r i suoi piani di guerra in Afghanistan neanche se i ta-lebam consegnano immedia t amen te Bin Laden ,

    C h e Os a ma bin Laden non fosse negli scopi del l 'operazione E n d u r i n g S to rm lo ha anche r i p e t u t o ai giornalis t i i l genera le Franks nel suo p r imo incont ro con la s tampa, nel novembre del 2 0 0 1 ; aveva agg iun to m que l l ' occas ione che le t r u p p e s ta tuni -tensi pun tavano alla dis t ruzione della rete di Al Qaeda e del re-

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  • girne Je i talebani che, di Al Qaeda e di Bin Laden, era il natura-le rifugio. Una p rovv idenz ia le confe rma quella del genera le Fninks, sul vero obiett ivo americano, quello di el iminare un re-gime che non serviva piti agli interessi economico-pol i t ic i degli Stati Unn i . E Bin Laden? . A n c h e se venisse ucciso, la guerra cont inuer. Una risposta che alla luce dei fatti appa re scontata. Ed e logico i l so spe t t o che l ' ammin i s t r az ione amer i cana non avrebbe mai ca t tu ra to O s a m a vivo, per i l r ischio ev idente che potesse rivelare i r o p p e cose. Cosi, una volta entra t i m guer ra , b o m b a r d a n d o e u c c i d e n d o popolaz ion i innocent i , l 'odioso lu-natico islamico viene messo da p a n e , d o p o che Sa sua icona cri-minale e servita a scatenarla. E su tale mistificazione C o r e Vi-da! scrive: Per q u a n t o ogni nazione sappia - se ne ha i mezzi e la volont - come proteggersi da de l inquent i della sorta che ci ha inflitto l'I I se t tembre , la guerra non un 'opz ione praticabi-le. Le guerre si fanno cont ro le nazioni, non cont ro bande di de-l inquenti privi di radici. Gli si mette una taglia sulla testa e gli si d la caccia. In anni recenn, l'Italia ha fatto la stessa cosa con la mafia siciliana, e a nes suno ancora venu to in men t e di bom-barda re Pa lermo.

    L'invasione americana dell 'Afghanistan ha segnato l'inizio di una pi vasta p roduz ione di conflitti militari mirati all 'esercizio di una {unzione imperiale. E in tale esercizio rientrava la neces-sit prioritaria di met tere o rd ine su d u e impor tant i aree strategi-che: l 'area del Golfo Persico e quella dei Caspio. D u e aree poli-t i camente instabili , ma r icche di pe t ro l io . Tu t to era na to dalla crisi della cosiddet ta dot t r ina Cl in ton che mirava a garant i re l'afflusso in Occ iden te delle risorse energetiche, emarg inando la Russia e l ' I ran , considera t i nel d e c e n n i o scorso i pi seri con-correnti degli interessi s tatunitensi . I democrat ici di Clinton pun-tavano anche loro verso il centro dell 'Eurasia. ma volevano arri-varci con le bandie re della democrazia, la Na to e gii Europe i . Sopra t tu t to non volevano problemi con la Cina e volevano nor-malizzare tu t to il Pacifico; con t ra r iamente a Bush, che ha bloc-cato qualsiasi accordo sulla nunif lcazione delle d u e Coree ed ha ripreso ii proget to delle guerre stellari. A sostenere l ' importanza

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  • d e l l ' a n d e sabbioso Afghanistan, era s ta to Zbigmew Brzezmski in uno s tudio del 1997 dei Counci l on Foreign Relations.

    Brzezmski, che fu anche consigliere per la Sicurezza Naziona-le dui p res iden te Carter, sosteneva che gli Stati Uniti dovessero estendere il loro controllo alle ex repubbl iche dell 'Unione Sovie-tica m Asia centrale: Turkmenistan, Uzbekistan, Tadgikistan, Ka-zakistan e Azerbaigian nella regione caucasica; aree storicamente di g rande importanza strategica dal p u n t o di vista della sicurezza e da quelle delle possibili ambizioni espansionis t iche di Russia, Turchia, Iran e Cina. Per Brzezmski, a I ronie di un consumo ener-getico mond ia l e c o n t i n u a m e n t e in crescita, chi iosse riuscito a controllare il petrolio e il metano del Caspio avrebbe controllato il m o n d o . C'era in questa visione americana una sorta di irrefre-nabile impulso imperialist ico, in cui l ' interesse p r imar io dell 'A-merica (osse di esc ludere ogni singola potenza dal control lo di quel lo spazio geopol i t ico , a s su rgendo a ditesa della comuni t mondiale e del suo l ibero accesso f inanziano ed economico. Fra gli s t rument i legati agli obiettivi della dot t r ina Clinton, che di tatto recepiva i presupposti formulati da Brzezmski, c'era una rete di oleodott i e gasdott i da organizzare su tre grandi direttrici. La prima, dalla costa occidentale del mar Caspio a quella orientale del mar N e r o at t raverso l 'Azerbaigian e la Georgia . La seconda dalia costa occidenta le del mar N e r o a l l 'Adr ia t ico a t t raverso la Bulgaria, la Macedonia e l 'Albania. La terza, dalla costa orientale del Caspio a l l 'Oceano indiano, dal Turkmenis tan ai Pakistan at-traverso l 'Afghanistan. P e r la realizzazione di questa terza diret-trice, gli americani avevano chiesto ai pakistani di appoggiare, su finanziamenti Usa, i talebam cui venne affidato il compito di uni-ficare il terri torio afghano spezzettato dal conflitto con l 'Unione Sovietica.

    La crisi della dot t r ina Cl in ton e del proget to della rete eu-rasiatica di oleodot t i e gasdott i , scatur da un complesso di fat-tori essenzialmente di na tura politica e cio l 'instabilit della re-gione balcanica, coinvolta nella bufera bellica del 1999, che in-teress l 'area su cui avrebbe dovu to passare una delle tre diret-trici fondamental i e ancora T in affidabilit del caotico regime dei talebam, quindi dei mullah, che avevano fallito nel compi to loro

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  • assegnato dagli Usa. Infine la nuova politica energetica europea , nata a l l ' indomani della fine della guerra m Kosovo, au tonoma-mente rivolta a Or i en te , spesso in m o d o aggressivo e in aper to con t r a s to con gli interessi s t a tun i t ens i . Q u e s t a impreved ib i l e svolta della politica internazionale europea , sar un fattore del-l ' irri tazione americana e delle scelte Usa che si pa lese ranno so-p r a t t u t t o nella r ecen t e poli t ica medior ien ta le . In quel l on t ano 1997

    ; Brzezinski aveva visto b e n e . S e c o n d o la sua p rev i s ione l ' insediamento , il conso l idamen to e l ' espans ione de l l ' egemonia mi l i tare degli Stat i Uni t i s u l l ' E u r o p a a v r e b b e r o r ichies to una mili tarizzazione della politica estera. L 'occupazione dell 'Afgha-n is tan , o l t re ad aver r a p p r e s e n t a t o agli occhi del m o n d o un esempio di operaz ione mili tare a s copo dissuasivo o int imida-tor io, ha pe rmesso di m e t t e r p iede su una delle aree strategi-che dal p u n t o di vista geopoli t ico e geoeconomico .

    Alla luce di q u a n t o sapp iamo la conquis ta americana dell'Af-ghanistan stata motivata dall 'obiet t ivo di r impiazzare il regime dei ta lebani con un governo fantoccio re la t ivamente stabile, in g rado di pe rme t t e r e la realizzazione della terza e pi g rande d i re t t r i ce della re te euras ia t i ca di o l eodo t t i , previs ta dalla dot t r ina Cl in ton. I l nuovo corso afghano dovr d u n q u e per-met tere alla Union Oil of California (Unocal) di impiantare lun-go questa diret tr ice il suo o leodot to , pe r il quale, nel 1996 aveva o t t enu to via libera dai signori di Kabul . La Unocal , con sede in Texas era, a quei t empo , sul p u n t o di costruire l 'o leodot to attra-verso l 'Afghanis tan . Unoca l a v r e b b e o t t e n u t o l ' appa l to p e r l a cost ruzione de l l 'o leodot to in Afghanistan, s t imato d u e miliardi d i dollari , grazie a l l ' appoggio del p o t e n t e g r u p p o Carlyle, che gestisce circa quat tordic i miliardi di dollari di pa t r imonio ed ha nel p ropr io consiglio di amminis t raz ione George Bush padre . Il p r e s u p p o s t o del p r o g e t t o era lo sv i l uppo del le r icche r isorse ene rge t i che del M a r Casp io , da cui ne a v r e b b e t ra t to prof i t to l ' intero fronte dei g rupp i petroliferi americani; alcuni gi candi-dati alia creazione di altri oleodot t i , nelle regioni interessate dal-ia dot t r ina Cl inton. Tra il 1996 e il 1998, tra la Casa Bianca e il regime di Kabul era na to un g r ande feeling. L 'amministrazio-ne Cl inton auspic una vittoria dei talebani sulla altre forze af-

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  • ghane, vittoria che avrebbe bilanciato il regime in Iran. Previde inoltre che nuove piste commercial i in Afghanistan (ovviamente i nuovi o leodot t i ) , av rebbe ro indebo l i to l ' influenza russa e ira-niana nella reg ione . The Wall Street o s a n n le forze t a l ebane c o n s i d e r a n d o l e tra le pa r t i in conf l i t to , le sole in g r a d o di far trionfare la pace in Afghanistan.

    In al t re pa ro l e gli Stati Uni t i s o s t e n e v a n o i l r a f fo rzamento del domin io ta lebano sul paese, domin io che privava la popola-zione della l ibert di utilizzare a p rop r io beneficio la posizione strategica della regione. A sottol inearlo, un articolo del 1998 di P. S tobdan , r icercatore presso l 'Insti tu te for Defence studies and Analysys di N u o v a De lh i e che Nafeez M o s a d d e q A h m e d tra-scrive nel suo l ibro gi c i ta to: L : Afghanis tan ha un ruolo im-por t an te ne l l ' ambi to della politica americana pe r la sicurezza in campo energet ico. I l p roge t to Unocal di costruire un o leodot to e un g a s d o t t o dal T u r k m e n i s t a n a t t r ave r so l 'Afghanis tan per espor ta re il petrol io e il gas nei s u b c o n t i n e n t e ind iano , accolto come la mossa pi audace nella corsa degli anni novanta al pe-trol io dell 'Asia cent ra le , aveva gene ra to una g r a n d e euforia. I l governo amer icano ha appoggia to p ienamente la scelta del per-corso, r i tenendola funzionale a s t rappare gli Stati dell 'Asia cen-trale agli aitigli dei russi e a imped i re che si avvicinassero all'I-ran. I l p r o g e t t o veniva inol t re visto c o m e il s is tema pi veloce ed economico pe r por ta re il gas del Turkmenis tan ai mercat i del-l 'energia, m rap ida crescita, del l 'Asia mer id iona le . P e r contr i -bui re a caldeggiare l ' approvaz ione dei p roge t to , Unoca l ha as-s u n t o un d i p l o m a t i c o d i p r i m o p i ano , l 'ex segre ta r io d i S ta to H e n r y Kssinger, e un ambascia tore amer icano in Pakis tan, Ro-be r t Oakley, o l t re che un e spe r to del C a u c a s o , J o h n Maresca [ . . . ] . I l p re s iden te della Unocal ha anche ipot izzato che i l suc-cesso del mov imen to dei ta lebam e la formazione di un governo nico avrebbero r idot to della met il costo della costruzione,

    Il feeling cess nei 1999 q u a n d o gli americani s 'accorsero che i ta lebam, da ioro a b b o n d a n t e m e n t e sovvenzionat i , non avreb-bero mai p o t u t o garant i re la sicurezza dei loro oleodott i . A de-te rminare un nuovo imprevis to scenario c'era stato l ' incontro di O s ama bin Laden con i ta lebam e il mullah Omar , che sanc l'fn-

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  • stanrarsi di una proficua co l laboraz ione che pe rmise ai n u o v o governo di Kabul di fruire delle ingenti sovvenzioni olferte dal-lo stesso Osama, e a ques t 'u l t imo di potersi avvalere di una soli-da coper tura pei' installare basi di addes t ramento per i volontari del iil.'JJ che vi ab i tavano da ogni parte del m o n d o musu lmano . Fra stato il servizio segie to saudi ta , d u r a m e l 'occupaz ione so-vietica dell 'Afghanistan, ad inviare uomini a sostegno della cau-sa dei mujahedd in . Tra questi c 'era un giovane di nobi le fami-glia saudita dimostratosi capace e affidabile tanto da guadagnar-si un i m p o r t a n t e incarico a Peshawar : quel lo di gest i re le sov-venzioni che il servizio segreto pakis tano riceveva dalla Cia per girarle ai guerriglieri; il suo n o m e era O sam a bin Laden.

    Quel l e n o r m e flusso di d e n a r o di p roven ienza amer icana servi al giovane guerr iero di Allah anche a istituire i pr imi cam-pi di addes t r amen to per i volontari del jibid, d ivenendone in se-guito il piti s t renuo sostenitore. D o p o il ritiro sovietico, nel 1988, Osama bin Laden , lasciato un Afghanistan diviso ira diverse fa-zioni in Iona , t o rn in patr ia ma la sua presenza i n g o m b r a n t e non Iti tollerala da! monarca saudita, sempre pi legalo agli Sia-ti Unni . Cos t re t to a r ipart ire si ri tugi m Sudan , nel 1992, per poi raggiungere nuovamen te l 'Afghanistan per incontrarsi con i ta lebani . e con il mullah O m a r in par t ico lare . 1 due , nei pr imi dei 1998 d i ede ro luogo a K a n d a h a r alla fondaz ione del l 'orga-nizzazione Al Q a e d a che, nel l ' agosto di que l l ' anno , sca ten la sua prima offensiva con gli attentati alle ambasciate statunitensi di Kenia e Tanzania che p rovoca rono oltre 200 morti . Nel 1999. gli Usa iniziarono a chiedere con insistenza a Kabul di es t radare Osunia bm Laden , r icevendo dai talebani un cos tan te diniego. Nel d icembre del 2000, il Consiglio di Sicurezza del l 'Orni deli-bero di adot ta re sanzioni nei confronti del regime ta lebano, se non r inunciava ti sos t ene re il t e r ro r i smo in te rnaz iona le . Il 21 gennaio 2001 , m base alla risoluzione 133?, u n t e le rappresen-tanze internazional i a Kabul vennero chiuse, e alla compagn ia di bandiera aigliana venne pro ib i to di volare Inori dallo spazio aereo del paese.

    In quelle condizioni, gli Stati Uniti non potevano ancora pen-sare alla cos t ruz ione del g r ande o l eodo t to che dal mar Caspio

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  • arr ivasse alla costa d e l l ' O c e a n o i n d i a n o , a t t raverso l 'Aigha-mstan . Nella m e n t e di G e o r g e W. Bush , r isuonava cer tamente quan to aveva de t to Brzezmski: Chi riuscir a control lare il pe-trolio e il m e t a n o dei Casp io cont ro l le r il m o n d o . C'era poi da met ter mano alle altre direttrici delia dot t r ina Clinton per arrivare nel cuore de l 'Eurosia , pe r tentare di es tendere il con-trollo alle ex repubbl iche de l l 'Unione Sovietica in Asia centrale. Ed ecco che alla fine del 2000, l 'amminis t razione Bush comincia ad allinearsi con quan t i (anche i russi) i nvocano un in te rvento mil i tare m Afghanis tan . Ci s o n o a n c h e quell i de i l 'Unoca i che sp ingono e il pi vasto f ronte dei g randi petrol ier i che non in-t ende pi aspe t ta re pe r da r corso agli altri p roge t t i . Cosi, a lu-glio 2 0 0 1 , l ' incontro , a Berl ino, di tre funzionari americani con una rappresen tanza di ta lebam, e il messaggio de l l ' ammimstra-zione Bush che si dichiara sdegnata con il regime di Kabul che ha tradito le aspettative amer icane sul g rande oleodot to . Da qui le minacce di un at tacco Usa all 'Afghanistan per il mese di otto-bre di quel tragico 2 0 0 1 .

    L'interesse amer icano per l 'Afghanistan era iniziato negli an-ni c inquanta , con l 'avvento della guerra fredda, q u a n d o gli Sta-ti Uniti avevano largheggiato in sovvenzioni per sot t rarre il pae-se alla sfera d'influenza sovietica. Negli anni successivi l 'Unione Sovietica c o n t i n u a r icopr i re l 'Afghanis tan di d e n a r o pe r at-trarlo sempre pi alla p ropr ia orbita, m e n t r e gli americani , pur m a n t e n e n d o l 'interesse su ques to paese, avevano concen t ra to la loro at tenzione anche verso altri set tori dell 'Asia. Le radici del-l 'influenza americana e sovietica si possono rintracciare nel col-po di S ta to che nel 1978 p o r t a l l ' i n sed i amen to , a Kabu l , del nuovo governo guidalo da N u r M u h a m m a d Tarala, consegnan-do i l po t e re al Pa r t i t o D e m o c r a t i c o P o p o l a r e de l l 'A lghamstan (Pdpa) , quel lo in cui militava lo steso Taraki . Il co lpo di Stato mil i tare fu, in effetti, p r o g e t t a t o da l i 'Urss , la cui influenza sul P d p a lece si che il par t i to diventasse la pr incipale organizzazio-ne comunis ta di o r i en tamento filosovietico del l 'Alghamstan. In ques to il nuovo regime si dil lerenziava dal p r eceden te governo di M u h a m m a d David che non era stato alleato di nessuna delle

  • due superpotenze , nonos tan te e n t r a m b e volessero fare en t ra re t i paese nella propr ia sfera d'influenza.

    La de t e rminaz ione di Stati Uni t i e U n i o n e Sovietica fu alla base di una delle pi c rude v icende di brutal i t che segnarono gli ultimi anni della guer ra fredda: il confli t to che cominci in Afghanis tan qua lche t e m p o d o p o i l co lpo di S ta to dei 1978 e nei quale t rovarono espressione i tentativi delle due superpo ten-ze di assicurarsi il con t ro l lo d una regione di grandiss ima im-portanza strategica e geopolit ica. L'agenzia Trance Presse (12 di-c e m b r e 2000) ha r ivelato che, s e c o n d o un ex alto f u n z i o n a n o amer icano , gli Stati Uniti avevano lanc ia to una ope raz ione se-greta pe r appogg ia re i guerr igl ier i an t i comunis t i del l 'Afghani-stan a lmeno sei mesi p r ima di quei 27 d i c e m b r e 1979, data in cui le t r u p p e sovietiche invasero il paese. Brzezmski lo ha con-fermato ed ha aggiunto : N o n a b b i a m o sp in to i russi all ' inva-sione, ma abb i amo fatto in m o d o che avvenisse. E, van tando-sene, ha sp iega to : Q u e l l ' o p e r a z i o n e segreta fu un ' idea eccel-lente, il cui effetto fu di at t i rare i russi nella t rappola afghana. Sembra , d u n q u e , che gli Stati Unit i abb iano tentato di incorag-giare e o r ches t r a r e le tens ioni tra le v a n e fazioni a fghane allo scopo di destabilizzare l ' impopolare regime comunis ta e por tare il paese sot to la sfera d ' influenza americana. Un obiet t ivo que-sto che prevedeva il rec lu tamento di capi e di signori delle guer-re locali pe r la fo rmaz ione di b a n d e di r ibell i m e r c e n a r i che avrebbero c o m b a t t u t o il governo filosovietico.

    N o n m a n c il s u p p o r t o della Cia, che forni segre tamente ai ribelli afghani addes t r amen to , is truzione e aiuti militari. La con-seguenza di tu t to ci fu il conflit to tra le diverse fazioni, la na-scita de l l ' e s t remismo religioso, il t e r ro r i smo e, na tu ra lmen te , i ta lebam. La crisi afghana e la b ru ta le guerra civile che ne fu la diretta conseguenza e che a l lontan dalle loro case sei milioni di persone, fu il risultato dell ' interferenza interessata di Stati Uniti e Unione Sovietica, du ran te la guerra fredda. Pe rch ques to in-teresse per un paese s t e rmina to e deser t ico , pr ivo di sbocch i a mare, con una popolaz ione costituita in gran par te da n o m a d i e pastori? P e r c h la volont di e s t endere il control lo sulla regio-ne, su un contesto caratterizzato da lot te in terne tra i clan triba-

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  • li anche della stessa etnia? La risposta a queste d o m a n d e sta tra gli eventi della s tona , passata c recente; una s tona segnata a lun-go da lotte per la supremazia nello scacchiere centroasiatico me-r id iona le . L 'Afghanis tan , d u n q u e , un co r r ido io a t t raverso il quale, sin dai secoli scorsi, eserciti e a rmate provenient i da est e da ovest, t rans i tavano per raggiungere l 'altra par te del m o n d o . u n o Sta to cusc ine t to tra g rand i imper i a o r ien te , a n o r d e a occidente . U n o Stato che nel X I X secolo fu str i tolato tra l'impe-ro russo e quello br i tannico in lotta per la supremazia nello scac-chiere. Un terr i tor io che r appresen t il confine tra le rispettive zone d'influenza, che costitu tra i d u e imperi ci che venne de-finito il g rande gioco, una sorta di accesa rivalit antesignana della guerra fredda.

    Le lot te in tes t ine sponsor izza te dagli Usa e quel le c o n d o t t e dai guerriglieri islamici, i c o m b a t t e n t i dcjihid dett i mujahed-din, finanziati dai pakistani, i cui mullah avevano proc lamato la guerra santa con t ro i comunist i infedeli, aveva spinto i sovietici, alla fine del 1979, a t rasformare la loro influenza sui regimi af-ghani , in una vera e propr ia invasione dell 'Afghanistan. La rivo-luzione Khomeims ta che aveva a p p e n a cambiato i l corso dell ' I-ran, p r e o c c u p i russi te r ror izza t i al l ' idea che il naz iona l i smo religioso si potesse diffondere nei paesi limitrofi, fino a invadere le loro r epubb l i che centroasiat iche musu lmane . Cosi ingenti for-ze dell 'esercito sovietico, integrate da unit ant i terroris t iche del Kgb e da c o m m a n d o s del l 'Armata Rossa o c c u p a r o n o la capitale afghana at testandosi sulle aree s trategiche dei paese, allo scopo dichiarato di punte l la re un regime appena instabile. Ma il paese reag male alla presenza militare sovietica e, in breve fu guerra; una guerra aspra e sanguinosa, senza esclusione di colpi. La spro-porz ione delle forze in campo fu at tenuata dagli aiuti esterni che affluivano sempre pi cospicui alle forze ribelli che combatteva-no c o n t r o i sovietici. In p r imo p iano , in tale sos tegno , c 'e rano gli Stati Uniti che vedevano con mol ta p r e o c c u p a z i o n e la p ro -spettiva di un 'es tens ione dell ' influenza sovietica verso l'Asia Me-ridionale e, quindi , verso l 'Oceano indiano.

    I l p r e s i d e n t e Ronald Reagan , m misura pi cons is tente del suo p r e d e c e s s o r e Car ter , s ' i m p e g n pe r sos tenere a f o n d o i

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  • mujahedd in , e la Cia incaric i suoi agenti pi abili di t ra t tare col Pakistan per l'invio di sovvenzioni e di rifornimenti ai ribel-li. Ad aiutare gli insorti furono anche gli iraniani interessati che la loro rivoluzione attecchisse anche in terra afghana; e poi an-che i cinesi, in quan to alleati del Pakistan, e interessati a o t tene re dai mujaheddin la rinuncia a sostenere le comuni t musulma-ne della regione cinese dello Xinji'ang, ai confine con il nord-est dell 'Afghanistan. A sostenere i ribeli s ' impegn anche l 'Arabia Saudita, a t t raverso il servizio segreto diret to dal pr incipe Turki bin Feisal. interessato ad organizzare nel terri torio afghano cam-pi per addes t rare i volontari combat tent i pe r il j'thd. L'invasione sovietica aveva p r o d o t t o i l p a r a d o s s o di sch ierare sul lo stesso fronte paesi ostili tra loro come Stati Uniti e Iran, o favorito rav-vicinamento di paesi tra loro diffidenti come Stati Uniti e Cina.

    Una guerra t remenda quella che interessi esterni h a n n o pro-vocato in Afghanistan, con un lungo strascico di sangue: un mi-l ione e mezzo di uomini uccisi in confl i t to tra le v a n e iazsom; migliaia di donne e bambini dilaniati dalle tante mine an t iuomo disseminate nei campi o uccisi m e n t r e raccoglievano strani og-g e m lanciati dagli el icotteri sui loro villaggi. G i n o Strada, chi-rurgo di guerra e uno dei fondatori di imergenew l 'associazione umanitaria per la cura e la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine an t iuomo , da ol tre dieci anni i m p e g n a t o m pr ima linea, da medico sugli scenari di guerra del nostro t empo. Ha la-vorato in Afghanistan, dove ha scrit to questa straziante testimo-nianza di uno dei tanti episodi di guerra , esplosi nella incida fol-lia di un massacro senza l ine: C i n q u e minut i e c' un fragore assordante: un razzo ha cent ra to il cancello di casa. Un g r u p p o di mu jahedd in ent ra di corsa in g ia rd ino , tre di loro p iazzano una mitragliatr ice nei nos t ro soggiorno e iniziano a spa ra re al-l ' impazzata. Non capisco con t ro chi e che cosa, ma non c' tem-po n voglia di scoprir lo. Ci rifugiamo, io e gli altri, sotto la sca-la, non a b b i a m o men te con cui r ipararc i , e a b b i a m o paura . E una battaglia casa per casa, por ta a porta , tra le vane fazioni. La strategia semplice: bisogna snidare il nemico e farlo fuori. E se non si riesce a farlo uscire, si tira gi la casa e buonano t t e . Pre-sto altri gruppi di guerriglieri iniziano a r i spondere al fuoco che

  • proviene dalla nos t ra casa, e lo fanno m m o d o violentissimo. Un razzo la volare via un pezzo di re t to e tutt i i vetr i , raffiche di proiettili en t r ano un p o ' dappe r tu t t o , uno dei mujahcddin col-pi to e m u o r e all ' istante accasciandosi su un t appe to bi/kdrn ros-so [ . . . ] . Sman te l l ano la mit ragl ia t r ice dal n o s t r o soggiorno , m due t rascinano fuori i l m o r t o pe r a b b a n d o n a r l o , chiss perche, sulla veranda, se ne vanno senza una parola, scavalcano il muro di cinta dei g i a rd ino , n o n ne r imas to g r a n c h , e si spos t ano nelle case vicine. Con t inue ranno cosi per mesi, una spietata quo-tidiana caccia a l l 'uomo, fino a radere al suolo una citt di un mi-l ione di abi tant i , innaffiata ogni g io rno con cent inaia di razzi. L 'ospedale sar b o m b a r d a t o sette volte, e cosi il cent ro or tope-dico, e le nost re case, e quelle degli abitanti della magica e sven-turata Kabul , che pi sfortunati di noi ancora sono li, a cercare di sopravvivere ai f reddo, tra le macerie di una guerra eterna-

    A me t t e r fine al confli t to, nel febbra io del 1989, fu Miidiail Gorbaciov, alle prese con il d isfacimento de l l ' impero sovietico. Stati Uniti e Un ione Sovietica sottoscrissero l ' impegno a rispet-tare la neutral i t del l 'Afghanistan, n o n c h a po r re line alle tor-ni ture militari a favore dei rispettivi schieramenti e a r iprender-le solo nel caso in cui la par te avversa avesse violato l 'intesa. Ma ne l l ' o t tobre 2 0 0 1 , gli Stati Unit i invadevano l 'Afghanistan vio-l ando , di fatto, l ' impegno di r ispet tarne la neutral i t . Lo fecero p r e n d e n d o a prest i to il terror ismo, con ci o t t enendo facilmen-te il consenso dei russi, interessati a proseguire nella repressione m Cecenia. L'obiett ivo vero quello di cominciare a met tere or-dine nella cosiddet ta area Turanica che c o m p r e n d e I ran, Af-ghanistan e le r epubb l i che ex sovietiche, da secoli ventre molle della Russia e anche della Cina, oggi pol i t icamente instabili, con tratti di confine pericolosi come una polveriera. Si tratta del pi g r a n d e bac ino m i n e r a r i o e pe t ro l i f e ro dei m o n d o ; un 'a rea da cui si controlla l ' intera Eurasia , il che significa la Russia, il Me-dio O r i e n t e , la Cina e p a r t e de l l ' India . E con l 'Eurasia si con-trolla la rete di ofeodotti del terzo millennio nonch la Via del-la Seta dove passano i commerci d tu t to il m o n d o . Gli esperti r i c o n o s c o n o che la Russia e la Cina, che conf inano con l'Asia ricca di petrolio, sono fe d u e principali potenze in grado di mi-

    si

  • nacciare l ' egemonia amer icana nella reg ione . L 'Afghanis tan , dunque , non solo per bat tere i l terror ismo, ma anche per difen-dere gli interessi de l l ' Impero in un area cruciale per il control lo delle risorse energet iche.

    O b i e t t i v o I r a q e in iz io de l la f u n z i o n e i m p e r i a l e

    P e r giustificare l'ostilit verso Saddam Husse in , gli america-ni h a n n o messo in c a m p o tutta una serie di gravi accuse alle qua-li, sul p iano dell 'etica e della morale , si poteva solo r i sponde re con una p un i z ione e sempla re : la sua e l iminaz ione dalla scena del m o n d o . Pa r imen t i indiscutibile era la validit del l 'obiet t ivo da raggiungere, quello di punir lo per i suoi innumerevol i crimi-ni, di l iberare finalmente gli i racheni da una di t tatura corrot ta e sanguinar ia , di e l iminare le armi di d i s t ruz ione di massa e i conseguente rischio di future minacce ai paesi della regione. Da ci l 'accusa di t e r ror i smo a m b i g u a m e n t e formulata con il lega-me p u r a m e n t e retorico dell 'esistenza p robab i l e e non provata di arsenali segreti. Si d u n q u e passati da una presunta responsabi-lit irachena negli at tentat i del l ' I 1 se t t embre alla ques t ione del-ie armi proibi te e alla necessit di l iberare gli i racheni da un fe-roce di t tatore. In tan to , si coni il te rmine Asse dei Male, per inserirvi, insieme al l ' I raq, anche l ' I ran e la Corea del nord ; tre paesi non legati tra loro da alcun legame poli t ico e senza alcun rappor to , presente e passato, con Al Q aed a . P e r la gioia dei me-dia e dei sostenitori del par t i to della guerra, s ' invent la cate-goria degli stati canaglia, ovvero dei paesi accusat i di essere terroristi o impegnati nella proliferazione di armi di dis truzione di massa. In questa pi vasta categoria di nemici , ol tre a quelli dell 'Asia, vennero inseriti i siriani, i libici e i cubani .

    La perentor ia ricerca di nemici, sopra t tu t to in aree di inte-resse polit ico ed economico , ha por ta to a sospet tare che le armi segrete di Saddam e l'esigenza politica e umanitar ia di rovescia-re il suo b ieco regime non fosse il fine pr inc ipa le della politica amer icana , c o m e pi avanti i l lus t reremo. L'at tacco al l ' I raq ap-pare d u n q u e funzionale a un pi vasto proge t to di ristrut tura-

  • zione imperiale volto a n d i s e g n a r e l ' intera m a p p a geopolitica del Medio Or ien te e consol idare il control lo strategico della re-gione e delle sue risorse petrol ifere. P e r l ' amminis t raz ione Bu-sh, in ques to nuovo scenario, Israele dovr assumere il ruolo di fondamen ta l e p a r t n e r s t ra tegico e mil i tare degli Stati Uniti ed assolvere al compi to di man tene re il control lo del fronte del Me-d i t e r r a n e o , b l o c c a n d o la Siria e l 'Egi t to e d i s t r u g g e n d o even-tua lmente il io ro potenzia le mil i tare. L 'obiet t ivo sar di assicu-rare un cor r ido io terres t re a t t raverso la G io rdan i a f ino all ' Iraq occidentale; i l vantaggio strategico pe r Israele sa rebbe da to dal-l 'eventuale d isso lv imento della po t enza a raba e dalla concre ta p rospe t t iva d r iannet ters i i t e r r i to r i pales t inesi di G a z a e Ci-sgiordama.

    Nel pi vasto scenario mondia le gli Stati Uniti , da a lmeno un decennio e c o m u n q u e dalla fine della guerra fredda, h a n n o in-d iv idua to nella Cina la futura g r ande p ro tagon i s t a . S e c o n d o il Pen tagono sar necessario contrastarla nella crescita economica, tecnologica e mil i tare e, a l l 'occorrenza comba t t e r l a , p r ima del 2017. Ma c' un termine a p reoccupare e n o r m e m e n t e gli ameri-cani: il 2013 , data in cui la Cina, s econdo le previsioni, avr ac-quis i to capaci t offensiva mi l i tare d i t ipo nuc lea re . N o n c 'era t empo da pe rde re . P e r n o n g iungere imprepara t i a ques te sca-denze, per pr ima cosa si pens di allargare ii d i v a n o tecnologi-co-miitarc a tal p u n t o da render lo insuperabi le pe r mol to tem-po. In questo obiett ivo s ' inquadrava il p roge t to di scudo spazia-le n e s u m a t o dai t empi della p res idenza Reagan , p r ima da Bill Clinton e poi , con maggiore decisione, da G e o r g e Bush. La con-vinzione che gli Stati Uniti po tessero met te re in c a m p o s t rumen-ti militari eli cui la Cina non avrebbe p o t u t o d isporre n e m m e n o nel 2020 si fondava su uno dei p r e s u p p o s t i del pens ie ro unico liberista: che la locomot iva amer icana e la sua global izzazione cont inuassero all ' infinito. Ma d u r a n t e il 2 0 0 1 . l 'economia ame-ricana en t r in recessione, r e n d e n d o i t empi improvvisamente stretti . L ' impero amer icano , che aveva comincia to a esistere da q u a n d o , alla fine del 1991, l 'Unione Sovietica aveva cessato di essere, non aveva ancora pe rcep i to in p i eno le o p p o r t u n i t e i

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  • c o m | U H nuovi che Je circostanze s tor iche le o l Invano . Mancava ancora l 'autocoscienza del l ' impero che l'I 1 se t tembre produsse .

    Nel se t tembre del 2002 la Casa Bianca si affrett a di!fonde-re un d o c u m e n t o sot to il titolo Ndtioiiiil Sccuriiy S/ni/i'gv in cui si sosteneva l 'esigenza di sa lvaguardare la forza militare, lo svi-l u p p o economico e la potenza nazionale degli Stati Uniti. Pur se non indicava alcuna priori t strategica, il d o c u m e n t o , in estre-ma sintesi, p roponeva quella che po t r ebbe chiamarsi la dot t r i -na Bush cio una pax americana fondata sulla estensione della supremazia globale de l l 'America e del l 'a t tuale o r d i n a m e n t o li-berale , fi che c o m p o r t e r e b b e , i nnanz i tu t to la sconfi t ta del l 'e-s t remismo islamico e il c o n t e n i m e n t o della Cina, i m p e d e n d o l e di assurgere al rango di g r a n d e po t enza . Un i m p e g n o ques to , che dovr punta re sulla prevenzione di qualsiasi operazione stra-tegica, formale o reale, fra Stati o g rupp i terrorist ici islamici e Pechino. D u r a m e le manovre che hanno p recedu to la guerra m Iraq, la Cina ha mostra to di essere poco propensa , a lmeno ulli-cialmente, u contras tare ser iamente le intenzioni della Casa Bian-ca. P rudenza o no, sembra l u n a r i a che < dirigenti cinesi s t iano p r e p a r a n d o le loro con t romosse . A i o n u r e una ipotesi e T h o -mas Donnelly - col laboratore de l l 'Amencan Enterpr ise Insul t i -le di Washington - che cosi ha scrit to: Men t re Pechino riesa-mina le sue opzioni strategiche d o p o la guerra in Iraq, p o t r e b b e essere tentata di stabilire legami piti stretti con forze antiameri-cane in Medio Oriente . D o p o tut to ha sempre avuto interessi in questa regione, oggi accresciuti, se non altro, dal semplice lat to che lo svi luppo economico della Cina richiede maggiori impor-tazioni di energia. E per converso , i "mul l ah" de l l ' I ran h a n n o tutti 1 buoni motivi di ricercare l 'appoggio di una g rande poten-za per controbi lanciare il p redomin io amer icano nella regione.

    A compl ica re il p rob l ema di i n t e rp re t a re ruoli ed equil ibr i del vasto scenano asiatico si palesata l ' imperiosa crescita della ("ina che, col suo miliardo e pi di consumator i , gi pronta a b u u a r e il suo peso sul mercato mondia le del commerc io . A so-stegno della sua potenziale egemonia che p reoccupa i paesi oc-cidentali, primi fra ititi] gli Stati Uniti la cui potenza economica

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  • sui mercat i in ternazional i p r inc ipa lmen te basata su l l ' enorme capacit di consumo, la Cina sta inves tendo una massa enorme di capitali. Si tratta di un sistema di relazioni via terra di g rande rilevanza strategica ai fini del control lo delle risorse in una vasta area che sconfina nella regione med io r i en ta le . Q u e s t a sistema s t rut turale dei t rasport i , c o m p r e n d e una rete di s t rade, ferrovie e pipt'iiiies e p r e n d e il n o m e di N u o v a via della seta che, di t a t to , la nuova via del pe t ro l io e del gas. L e pipeline* cinesi c u l m i n e r a n n o nella t ra t ta caucasica , una del le d i re t t r ic i della dot t r ina Cl in ton; quella dalla costa occ iden ta le del Mar Ca-spio a quella or ienta le del Mar N e r o , a t t raverso Azerbaigian e Georgia, prevista dagli americani per allacciare la Turchia emar-g inando la Russia.

    La presenza di un soggetto i ngombran te come la Cina lungo un asse di' t ransi to strategico, rappresenta una novit significati-va e des tab i l i zzan te r i spe t to agli equi l ibr i vigent i a l l ' epoca di Clinton. A contr ibuirvi c' anche un invest imento di c inquanta miliardi di dollari che la Cina ha affrontato per la realizzazione dei collegamenti su strada e ferrovia lungo il pe rcorso dell 'oleo-dot to Ira Azerbaigian e Georgia . Un invest imento che ha contri-bui to in misura considerevole a risanare le finanze dei d u e pae-si, in par t icolare quelle della Georg ia , m rotta di collisione con gli interessi della Russia nella reg ione del Caucaso . Da ques to grosso p i a n o d ' i n v e s t i m e n t o i cinesi h a n n o o t t e n u t o un forte ruolo di inter locuzione diplomatica di rilievo nei confronti d'u-na vasta area t r ad iz iona lmente fuori (se si eccet tua l ' epoca dei Khan) dagli interessi e dalla por ta ta politica di Pech ino . A pre-scindere da altre motivazioni strategiche e geopoli t iche, il fatto-re delle r isorse energe t i che b a s t e r e b b e a soddisfare l ' interesse cinese nell 'arca per un dupl ice obiet t ivo: quello di po te r svilup-pare rapport i particolari inerenti il petrolio dei ricchi giacimenti d i 'Baku che si t rovano in Azerba ig ian - e l 'a l t ro , non m e n o impor tan te , di inc rementa re i rappor t i p e r il pe t ro l io del l ' I ran, sulla stessa sponda del M a r Caspio . E abbas tanza evidente che tu t to ques to contras ta con le ambizioni di control lo amer icano delle r isorse energe t i che in ques t ' a rea cruciale posta fra l'Asia centrale e il M e d i o Or i en t e . E ira le ambizioni della Cina ne

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  • emersa un 'a l t ra , inaspe t ta ta e c lamorosa : il lancio nel lo spazio della prima astronave cinese, ne l l 'o t tobre del 2003; un altro chia-ro avven imento agli Usa.

    A m u o v e r e le p r e o c c u p a z i o n i s t a tun i t ens i s ta ta a n c h e la nuova pol i t ica ene rge t i ca e u r o p e a , vara ta a l l ' i n d o m a n i della guerra in Kosovo; una svolta r i spet to alla s tret ta cooperaz ione dei tempi della guerra fredda. Fra gli episodi che h a n n o inne-scato il r i sent imento di ol tre at lant ico, il pi significativo, ai fini delle risorse energet iche , s ta to la firma, nel maggio del 1999, de l l ' accordo per la realizzazione della bretella petrol ifera fra il M a r N e r o e l ' A d r i a t i c o . Tale a c c o r d o m i r a n t e a co l legare i c a m p i pe t ro l i fe r i m e d i o r i e n t a l i con l ' E u r o p a m e d i t e r r a n e a e per il qua le l 'I talia ha a s sun to il ruo lo d c a p o c o m m e s s a , s ta to so t tosc r i t t o dai r a p p r e s e n t a n t i d e l l ' U n t o n e E u r o p e a , da quelli dei paesi balcanici interessati a l l 'opera, quali l 'Albania, la Macedonia e la Bulgaria, dai responsabil i dei consorzi coinvolti nel p roge t to . Alia bretella stato da to il n o m e di cor r ido io 8 che espr ime b e n e il conce t to di co l legamento tra d u e entit geo-poli t iche; un pon te , conc re t amen te legato alla risorsa vitale del pet rol io , tra E u r o p a e Asia e che in una visione geoeconomica in futuro si p o t r e b b e ch iamare Eurasia . A ci si aggiunge il re-cen te a c c o r d o tra Russia e G e r m a n i a p e r la rea l izzaz ione del gasdo t to del M a r Baltico che dovr pe rme t t e r e ai colosso ener-get ico russo G a z p r o m di by-passare l 'Ucraina e la Bielorussia, paesi con cui Mosca ha contrasti in mater ia , e po r t a re il m e t a n o d i r e t t a m e n t e ai cl ienti occ iden ta l i . Un affare di 3 mi l ia rd i di dol lar i che p e r m e t t e r alla Russia di i n c r e m e n t a r e cons ide re -vo lmen te le sue espor taz ion i di gas na tu ra le verso i paes i del-l 'Europa cont inenta le . Altri fatti h a n n o concorso ad accentuare le perplessit amer icane sull 'affidabilit eu ropea nelle quest ioni strategiche r iguardanti l 'energia: u n ' E u r o p a che comincia a de-lincarsi c o m e u n ' e m e r g e n t e p o t e n z a c o n c o r r e n t e . I n q u e s t o q u a d r o di ev idente conflit tualit, assunsero par t ico lare signifi-cato le manovre speculat ive Usa, messe in at to nei mesi succes-sivi a l l 'accordo relativo alla bretella petrolifera, per indebol -

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  • re l 'euro, da poco na to , sulle piazze f inanziane internazionali c per gli oggettivi vantaggi che ne trasse la mone ta americana.

    La fase di crescente compet iz ione Ira una superpo tenza do-minan te e u n ' E u r o p a alla ricerca di un p r o p r i o ruolo, fu aggra-vata da nuove preoccupazioni sorte a livello di D ipa r t imen to di Stato Usa che st aggiungevano agli atti di sistematico ostruzioni-smo messi in a t to da Francia , Inghi l ter ra e Russia a ogni inter-ven to mi l i tare a m e r i c a n o dai 1991 a! 1995, in occas ione del le gue r re jugoslave. Si t r a t t del l ' iniziat iva e u r o p e a , avviata nel 1999, pe r accelerare il processo di ammiss ione della Turchia al-l ' U n i o n e E u r o p e a . C i rcos tanza che in una fase e s t r e m a m e n t e delicata nei rappor t i tra E u r o p a e Stati Uniti s e m b r una mossa volta a pr ivare Washing ton di un alleato fondamenta le nel dia-logo coi paesi d e l l ' O r i e n t e . P e r gli amer ican i , da o l t re qua-r a n t a n n i , la Turchia costituisce un avampos to strategico insosti-tuibile: du ran t e la guerra fredda come ba lua rdo militare pos to a guardia del colosso sovietico e d o p o il crollo dell 'Urss, come in-ter locutore sia delle repubbl iche sorte m Asia centrale dalla dis-soluzione de l l 'Unione Sovietica (Kazakistan, Uzbekis tan , Turk-menis tan , Kirgtzistan), sia de l l 'Azerbaig ian e regioni islamiche della nuova Federaz ione russa nell 'arca caucasica: paesi e regio-ni che rivestono un g rande interesse ai fini delle risorse energe-t iche, des t inatar i da t e m p o di cospicui invest iment i economic i da p a r t e del gove rno di Ankara . Ques t i t motivi per cui il p r o -ge t to di a m m i s s i o n e della Turch ia a l l 'Un ione E u r o p e a s ta to cons idera to da Washing ton un tentat ivo volto a creare un dan-no considerevole ai piani imperiali degli Stati Uniti .

    Nel gioco della politica e geopolit ica mondia le , un eventuale rilancio della Russia, come protagonista nel sistema dei trasferi-men t i energet ic i , r a p p r e s e n t e r e b b e p e r gli amer icani una vera iattura pe r la propr ia politica di control lo delle risorse e del re-lativo merca to . Ma qualcosa anda to verso la direzione contra-ria che tan to p reoccupa gli Stati Uniti : i grossi proget t i di inve-s t imento con capitali eu rope i per l 'o t t imizzazione dei flussi di t raspor to del petrol io russo. Si tratta del migl ioramento di strut-ture portuali e di nuove pipeliiies per collegare centri di p rodu-

  • zione di petrolio alle reti de l l 'Unione Europea . Par t icolarmente impor tan te il gasdot to Blue Stream realizzato dall 'Eni che col-lega la costa russa dei Mar Nero con la Turchia ass icurando l'af-flusso ad Ankara di gas p roven ien t e dal sistema russo, il Blue Strean/ collegato a una nuova pipeline* turca permet te r di tra-sferire le risorse energet iche dalle aree del Mar Caspio attraver-so i l r e r n i o n o russo , d i r e t t a m e n t e nei M e d i t e r r a n e o a p r e n d o prospet t ive di approvvig ionamento anche per Israele se e quan-do si compir il p rocesso di pace in quella t o rmen ta t a regione medior ien ta le . Da lu t to ques to , il r i sen t imento amer icano e la preoccupaz ione per la tendenza europea d r imettere m gioco la Russia nel sistema dei trasferimenti energetici. E vale la pena di r icordare come esempio di marca ta ind ipendenza europea con gli interessi americani, ai limili della sfida, il c lamoroso accordo di c o o p c r a z i o n e economica f i rmato nel g iugno del 2002 dai quindici ministr i degli Esteri de l l 'Un ione con l ' Iran, d o p o che Washington aveva inserito ques to paese nel novero degli stati canaglia.

    Nella visione storica s'inserisce un vecchio episodio di irrita-zione amer icana . Avvenne nel i 9 6 0 q u a n d o Mat te i , in p i ena guerra fredda, concluse un accordo con l 'Unione Sovietica per l ' impor t az ione di pe t ro l io a cond iz ion i e s t r e m a m e n t e conve-nienti r ispetto a quelle imposte dalle Sette Sorelle, pagando le forn i ture con p r o d o t t i e a t t r ezza tu re del le societ del g r u p p o Eni e di al tre az iende italiane, quali g o m m a sintetica p rodo t t a dal l 'Anse e tubi di acciaio della Finsider , del g r u p p o I n . L'ac-quisto di greggio dall 'Urss provoc l ' intervento degli Stati Uniti e il loro d u r o r i sen t imento . T u o n a r o n o minacc iando e interve-n e n d o sul governo italiano affinch si revocasse il cont ra t to fir-mato dal t radi tore Mattei. Nelle linee guida del Dipa r t imen to di Stato Usa del 19 gennaio del 1962, si ribadiva l 'allarme per Ja crescita dei rapport i tra l 'Eni e l 'Unione Sovietica: Ques to com-mercio, contr ibuisce ad aumenta re ia capacit offensiva dell 'Urss e la si che a lmeno una par te del l ' industr ia italiana d ipender da-gli ordini che arr iveranno da l l 'Unione Sovietica, accelerando di mol lo la p e n e t r a z i o n e del pe t ro l io soviet ico nei merca t i occi-dentali . Stiamo lavorando mol to in tensamente alla Na to al Ime

  • di definire una strategia pe r un accordo che limiti le importazio-ni di pe t ro l io dal b locco soviet ico. Il m o n i t o non fu lanc ia to solo all 'Italia. F o r t e m e n t e al larmato il governo degli Stati Uniti lami disposizioni ai suoi ambascia tor i aliinch diffidassero an-che gli altri paesi europei e convincessero i governi dei penco l i insiti nella crescente d ipendenza del cont inente dal petrol io so-vietico. Allora come oggi, gli Stati Uniti si avvalevano del l 'arma dei pe t ro l io c o m e fat tore f o n d a m e n t a l e d i egemonia nei con-fronti dei possibili antagonisti europei .

    Nel n u o v o scenar io la s t ra tegia degli Stati Unit i terr ibi l -mente chiara: evitare che tra Europa e Asia si crei un asse prio-ritario con finalit di control lo delle fonti energet iche. Il noccio-lo del rag ionamento del l 'amminis t razione americana non riguar-da il t e r ror i smo. L A s s e del Male - ha scri t to Giu l ie t to Chiesa ne Lei guerra infinita - ha un altro significato e dev'essere abbat-tuto per altre ragioni, assai diverse da quelle del cos iddet to ter-rorismo internazionale [ . . . ] . Si capisce che l 'Asse del Male e un colossale diversivo. Cer to , dev 'essere dis t ru t to per ragioni di si-curezza e di autodifesa de l l ' Impero nei suo stesso terri torio: 1*11 set tembre ha d imos t ra to che non c' un ' invulnerabi l i t assicura-ta, imboccata la s trada della Superguerra . Il vero p u n t o dell 'or-d ine del g io rno un n u o v o o r d i n e mond ia l e la cui agenda sia in te ramente , to ta lmente definita da l l ' Impero . I veri obiettivi di guerra sono pi vasti e lontani . Sono tre: la Cina, l 'Europa e la Russia. Ci si p repara a creare le condizioni pe rch tutt i e tre que-sti potenziali antagonisti reali s iano sot tomessi o r idimensionati o distanziati al p u n t o da rendere impossibile una loro eventuale rincorsa.

    In ques ta strategia fonda ta sul p r inc ip io che la debolezza dei dollaro l'afforza l ' Impero amer icano, va inquadra ta la deci-sione s tatuni tense, presa il 21 se t tembre 2003, d po r re fine alla politica del dol laro forte e cominciare quella del dollaro debole: debole verso io yen, verso le mone te di Singapore, Taiwan, Co-rea e n a t u r a l m e n t e verso l ' euro . L ' indomani , lunedi 22 set tem-bre, la pr ima r ipercussione sulle Borse Valori, fu di sgomento: i listini azionari c ro l l a rono di mol t i p u n t i pe rcen tua l i a Wall Street, m Europa , a Tokyo, a Sidney, a Singapore. La caduta del

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  • dollaro, e di riflesso l ' app rezzamen to delle altre valute, dure r ancora fino a q u a n d o l 'aggiustamento non avr realizzato gli ef-fetti attesi che sono quelli di r idurre se non annul lare del tu t to il deficit del commerc io estero Usa, at traverso una r iduzione delle impor taz ioni amer icane dal resto del m o n d o , un massiccio au-mento delle esportazioni , uno slancio nella crescita dei p r o d o t t o interno, dei consumi , degli invest imenti , de l l 'occupazione negli Stati Uniti . Con il dol laro debole , la FederaiReserve, con la quie-scenza delle altre Banche centrali , riuscita a e spor ta re nei re-sto dei m o n d o la temuta deflazione degli Usa. Con il dollaro de-bole , infatti , i l resto dei m o n d o vedr r i d u r r e gli avanzi e au-m e n t a r e i disavanzi del le p r o p r i e b i lance commerc ia l i ; la do -manda complessiva diminuir ment re aumenter quella statuni-tense. In Eurolandia si registrano i primi effetti negativi: la pro-duz ione in calo quasi dovunque , le attese sono molto fiacche, l ' indice dei Pil tende verso lo zero.

    C o n i l calo del do l la ro gli Usa h a n n o vo lu to spos ta re ul te-r iormente a ioro favore i rappor t i di forza internazionali . Il loro unilateraiismo decisionale, scaturi to dalle negative risultanze del bi lancio federale e degli Stati, li ha por ta t i a rec lamare con os-sessiva insistenza, nei mesi p receden t i la decis ione, il sos tegno f inanziano del resto del m o n d o per un concorso alle spese ame-ricane in Iraq e nel resto del Med io Or i en te , per le quali solo la Gran Bretagna e il G i a p p o n e si sono gi autotassati . Cosi, a se-guito di un intervento del segretario del Tesoro degli Stati Unit i , al te rmine del G7 del 20 se t t embre 2003 fu scrit to e diffuso un Comunica to , so t tosc r i t t o dai se t te minis t r i d e l l ' E c o n o m i a dei paesi del G r u p p o dei Se t te che, f acendo p r o p r i a la p r o p o s t a amer icana , dava il p r o p r i o assenso a H ' a g g m s t a m e n t o e alla conseguente guerra delle valute. In pratica, con quel comuni -cato il G7 sottolineava l'esigenza di una maggiore flessibilit nei tassi di cambio dei maggior i paesi e aree e c o n o m i c h e con l 'o-bicttivo di p romuove re aggiustamenti a l l ' in terno del sistema fi-n a n z i a n o in ternaz ionale . U n a dec is ione d i chiara benevolenza nei confronti de l l ' Impero americano, nel m o m e n t o in cut esso si erge a difesa del m o n d o . Ma un significativo segnale di con-t rapposizione venuto a sorpresa dai pres idente russo, Vladi-

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  • mir Put in , il quale ha dichiarato che c possbile stabilire in euro 1 prezzi del petrol io p r o d o t t o in Russia. Un passaggio dal dolla-ro al l 'euro nel commerc io del greggio rappresen te rebbe , secon-do gli osservatori, una svolta nell 'equil ibrio f inanziano mondia-le e p o t r e b b e avere effetti disastrosi per il dol laro , cons idera to che la Russia pu immet tere , da sola, sul merca to le sue immen-se risorse energet iche . Un fatto, ques t ' u l t imo che s e m b r e r e b b e anticipare un possibile futuro contes to di crisi energetica globa-le, che po r t e r ebbe E u r o p a e Cina a percepi re la Russia come un inter locutore che conta sulla scena internazionale.

    L 'a t tacco di Pu t in con t ro la societ petrol i fera russa Yukos d i p r o p r i e t del m a g n a t e Mikhai l K h o d o r k o v s k i j , u o m o dalle spiccate ambizioni polit iche schieratosi con l 'opposizione, sta-to un a t tacco a un p u g n o di oligarchi che negli anni novanta si spar t i rono, con l ' accordo del Creml ino , le r icchezze della Rus-sia. Dal pe t ro l io , d ivenu to bersaglio pr ior i tar io , viste le ingenti riserve del paese , s o n o nate le ambiz ioni di a r r i cch imen to che h a n n o da to vita ai colossi petroliferi privati tra i quali la Yukos che insieme alla Sibneft - recen temente assorbita - estrac tanto pe t ro l io q u a n t o ne p r o d u c e il Kuwait . La Yukos , la pi grossa delie c o m p a g n i e russe , aveva a t t ivato l ' in te resse di i m p o r t a n t i g rupp i occidental i quali Bp, Rovai D u t c h Shell, E x x o n n o n c h le attese di Chevron Texaco. Total e altre, deluse dagli esiti ne-gativi delle loro prospezioni alla ricerca di fonti diverse da quel-le dei paesi arabi . Con il seques t ro di una grossa par te del pac-che t to a z i o n a n o della Yukos e con l 'a r res to di K h o d o r k o v s k i j (per frode fiscale), Pu t in ha inteso sfidare i g r u p p i di potere eco-nomico emersi dalla t ransizione post -comunis ta e r icordare che l ' indust r ia petrolifera d e l l ' O c c i d e n t e non p u tare a m e n o dei giacimenti russi. Q u e s t o nel m o m e n t o in cui il Med io Or ien te si sta facendo es t remamente pericoloso, per le guerre, gli attentati , le tensioni e il furore an t i amer i cano che cresce ogni g iorno, significativo che con l 'arr ivo al p o t e r e di Vlad imi r Put in sono entrati nella stanza dei bot toni gli uomini della forza, prove-nient i da l l ' ex K g b , usi ad agire n e l l ' o m b r a e il cui ob ie t t ivo quello di dar co rpo a una democrazia guidata, nella quale l'e-conomia so t toposta al rigido control lo della politica, s econdo

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  • il mode l lo cinese Con l 'a t tacco alla Jobhv petrolifera russa, Putin e ! suoi uomini della forza, h a n n o messo a segno un col-po fondamentale : quello di d imost rare che il petrol io russo pu diventare un 'a rma politica e condiz ionare il luiura energet ico de l l 'Occidente . Una mossa vincente per la rielezione di Putin.

    1 ladr i di B a g h d a d

    Il 2L> gennaio 2002, nel t radizionale discorso sullo stato del-l 'Un ione , G e o r g e W. Bush tu p e r e n t o r i o : I raq , I ran e Corea dei nord lo rmano (""Asse del Male" che minaccia la pace mon-di a le A p p a r v e ch ia ro che i l d o l i n a sul l 'es is tenza di forze-perverse capaci di r appresen ta re un grave per icolo per il mon-do , mirava a qualcosa di terribile che la nostra civilizzazione ha tentato di evitare: il d i ru to di colpire prevent ivamente dove e q u a n d o si vuole, senza la necessita impresc ind ib i le ili un con-sensi internazionale. Il p r imo giugno dello stesso anno, nel suo discorso a l l 'Accademia di West P o m i a New York, Bush disse che la poli t ica elei d e t e r r e n t e e del c o n t e n i m e n t o , sino a quei m o m e n t o seguita con i ro gli stati accusati d appoggiare il terro-rismo o di p rodur re armi di dis truzione di massa e missili a lun-ga g inata . s 'era rivelata scarsamente efficace e quindi obsoleta . Da ora in avann - disse - la politica strategica degli Siati Unni , prevede inizianve preventive. La forza militare del nos t ro paese e tale per cui nessuno pot r cercare di compe te re con essa. L A -menca detiene e in tende mantenere una forza militare super iore ad ogni sfida. Quel le nazioni che dec ideranno m favore dei ter-rore ne p a g h e r a n n o il p rezzo . La nostra sicurezza esige la tra-sformazione nel m o d o di ope ra re delle nostre lorze a rmate che d e v o n o esser p r o n t e a colpire p reven t ivamen te in ogni angolo del m o n d o . Sa remo prevident i e risoluti , pront i al l 'azione pre-ventiva. L unico model lo superst i te di progresso u m a n o quello s tatuni tense.

    Nel d o c u m e n t o sulla sicurezza nazionale del se t t embre 2002, cosi venivano riassumi i termini fondamental i della dottr ina per-seguila dal l 'amministrazione Bush, m cui le opzioni di guerra

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  • prevent iva a s sumevano un ' ampiezza terr i toriale planetar ia a comple to sostegno del diri t to degli Stati Uniti di impor r e con la forza, con il pre tes to dei te r ror ismo, la leadership definitiva del-l ' Impero: Gli Usa sono in guerra con t ro il ter ror ismo globale. Il nemico non un singolo regime, o un 'unica persona, una reli-g ione o un ' ideo logia . Il nemico il t e r ro r i smo . D o p o il crollo del l 'Unione Sovietica, sono sor te nuove sfide rappresenta te da-gli "stati canaglia" e dai terroristi . D o b b i a m o adot tare il concet-to di minaccia imminen te alle capacit e agli obiett ivi degli av-versari odierni . Gli Usa sos tengono da t e m p o l 'opzione dell 'at-tacco prevent ivo per contras tare una minaccia. Lo scopo dei no-stro agire sar sempre quello di eliminare ogni minaccia specifi-ca nei confronti degli Usa e dei loro alleati. La ragione alla base del nos t ro agire deve essere chiara , la forza misura ta , la causa giusta. Q u a n d o esplode la violenza e gli stati esitano gli Usa in-terverranno per ripristinare la stabilit.

    La gue r r a prevent iva di Bush d u n q u e p u fare u m e n o dei resto del m o n d o , anche di quei paesi arabi modera t i alcuni dei quali, come l 'Arabia Saudita e l 'Egit to, accusati dagli americani d ' aver p r o d o t t o alcuni capi di grossa r i levanza del t e r ro r i smo islamico. Un fatto c o m u n q u e certo: in quest 'o t t ica tutta ame-ricana, anche J ' O n u cos t i tu isce un os taco lo alla s t ra tegia p re -ventiva mirata a s t roncare ogni possibile azione di minaccia alla sicurezza degli Stati Unit i . D 'a l t ra par te si deve pera l t ro aggiun-gere che l 'organizzazione delle Nazioni Unite non pot lar nulla per circoscrivere l 'aggressivit di Israele - il pi s t re t to alleato, degli americani - che d o p o l ' i l se t t embre prese al volo l 'oppor-tunit cont ingente di massacrare molti palestinesi nella pi tota-le impuni t . E sar l'aggressivit israeliana a far prevalere, in un sondaggio de l l 'Unione Eu ropea , l 'op in ione che lo Stato ebraico rappresent i , insieme ad altri, una minaccia pe r la pace nei mon-do; non una sostanziale d imos t raz ione di ant isemit ismo bens una accusa al l 'aggressivit del falco Ariel Sharon protesa a travalicare i limiti di una p u r legittima iotta al terrorismo. La te-si che p i di ogni altra ha con ta to p e r l ' amminis t raz ione Bush d o p o l 'a t tentato alle Twin Towers che soio perseguendo scelte unilateral i , gli Stati Uniti s a r e b b e r o in g r a d o di conseguire gli

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  • obiettivi che si sono posti nella guerra c o n t r o il te r ror ismo. Fu cosi che all'inizio del 2003 tu t to faceva p resumere che l 'attacco militare degli Us