liberazione 5 gennaio 2011

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giornale comunista giovedì 5 gennaio 2012 Anno XXII n°2 Quotidiano del Partito della Rifondazione Comunista chiusura ore 20.30 www.liberazione.it Monti, emulo di Sacconi, si scrolla di dosso la Cgil e va all’attacco dell’articolo 18. Lo strumento è il cosiddetto “contratto unico” che rende tutti i nuovi assunti licenziabili e si aggiunge alle altre 46 tipologie di contratti a termine. Per Camusso il modello Ichino è solo «pubblicità ingannevole», mentre Cisl e Uil, che abboccano all’esca avvelenata del governo, sono «solisti stonati». Ma senza lotta non si arresterà la slavina che sta travolgendo tutti i diritti del lavoro servizi alle pagine 2 e 3 Monti, sicario della Bce Giorgio Cremaschi i annuncia anche in Italia un film che, almeno secondo le anticipazioni del Il Sole-24 Ore, esalta la figura e l’opera della signora Thatcher in Gran Bretagna. Intanto in Italia il governo si porta avanti col lavoro e si fa esaltare dalla stampa come primo governo thatcheriano nella storia del nostro paese. Monti respinge l’idea stessa del ne- goziato con il sindacato sul mercato del lavoro. Il governo, dice il Presi- dente del Consiglio, non negozia con nessuno, ma ascolta e poi deci- de. Con questa brutale chiarezza Monti spiega perché è stato messo al posto di Berlusconi. L’impresentabi- le ex Presidente del Consiglio non avrebbe mai potuto affermare un concetto del genere, e tanto più pra- ticarlo, senza suscitare la rivolta. Monti invece suscita un consenso mediatico senza precedenti, è il po- litico più presentabile possibile per realizzare le politiche peggio presen- tabili. Per far del bene ai giovani il governo ha deciso che si dovrà lavorare fino a 70 anni. Saranno proprio i giovani a vedere allungata in maniera così stupida e barbara la loro vita lavora- tiva prima della pensione, perché proprio per essi varrà di più il mecca- nismo di penalizzazioni e compen- sazioni che costringerà chi ha lavoro, se ha la fortuna di conservarlo e di restare in salute, di restarvi fino a tar- da età. Ora, sul mercato del lavoro, si vuol compiere un’altra opera di bene, sempre a favore dei giovani. Si pro- pone, ci par di capire, un contratto a tempo indeterminato che abbia pe- rò un lunghissimo periodo di prova, da tre anni in su, durante il quale sia libera la possibilità di licenziare. A parte la stupidità di un provvedi- mento che vuole favorire l’occupa- zione con più facilità di licenzia- mento. A parte il fatto che l’essenza della precarietà è proprio il ricatto permanente sul posto di lavoro, che qui viene formalizzato nel periodo di prova infinito. A parte il fatto, in- somma, che questo contratto è sem- plicemente il cavallo di Troia attra- verso il quale passa la demolizione dell’articolo 18 per tutti i lavoratori; così come si è esteso a tutti i lavora- tori il contributivo sulle pensioni, dopo che inizialmente lo si era affib- biato solo ai più giovani. A parte tut- to questo, la malafede dell’operazio- ne sta nel fatto che questo contratto “nuovo” si aggiungerà semplicemen- te agli altri precari già esistenti, senza cancellarne neanche uno. Avremmo quindi il 47esimo contratto precario, dopo i 46 già definiti dal pacchetto Treu e dalla legge Biagi. Anche qui, dunque, per favorire i giovani, li si colpisce e si estende la precarietà. >> 4 S Questo il conto corrente bancario per sottoscrivere in favore di Liberazione: Intestato a: M.r.c. S.p.a. Salviamo Liberazione Banca Popolare Etica IBAN IT11S0501803200000000333333 La solidarietà al giornale è già un evento politico Dino Greco Dal 29 dicembre, quando abbiamo aperto il nuovo conto corrente per la costituzione di un fondo nel quale fare confluire la sottoscrizione popolare in favore di Liberazione, più di cento persone, da ogni parte d’Italia, hanno prontamente risposto all’appello, inviando somme della più varia entità: tutte ugualmente preziose, tutte importantissime per concorrere a tenere in vita un progetto editoriale di questo giornale. Ad oggi sono stati sottoscritti 16.492 euro, ai quali vanno sommati gli importi, anch’essi rilevanti ma al momento non quantificabili, che affluiscono sul conto corrente postale per rinnovare gli abbonamenti o per sottoscriverne di nuovi, malgrado il quadro di acuta incertezza che caratterizza l’attuale situazione. Appena saremo nelle condizioni di poterlo fare pubblicheremo tutti i nomi di quanti e quante stanno portando acqua a questo mulino e cercheremo di istituire sul sito un vero e proprio “contatore”, che dia conto, in tempo reale, dei progressi della sottoscrizione. Si tratta di segnali incoraggianti, che si aggiungono alle tante iniziative autoprodotte da circoli e da singoli compagni e compagne che si stanno dando un gran daffare, con suggerimenti, proposte, ipotesi di lavoro di cui le lettere che quotidianamente pubblichiamo rappresentano un esempio eloquente. Si tratta ora di continuare, con la più ferma determinazione, facendo leva sullo spirito di emulazione e su una collettiva assunzione di responsabilità verso il giornale. Si tratta cioè di battere il ferro finchè è caldo e di lavorare affinchè la corsa alla difesa del nostro giornale diventi un cimento di massa, un’impresa di inedite proporzioni. Perché la voragine finanziaria aperta dal taglio dei finanziamenti pubblici è davvero imponente. Provarci e cogliere un risultato significativo sarebbe già, di per sè, un vero e proprio evento politico e culturale, un segnale di vitalità e reattività democratica che scuoterebbe un mondo politico non abituato a queste prove di disinteressata generosità. Liberazione In 3 giorni sottoscritti 16.492 euro Supermercato delle braccia #OCCUPY IL GIORNALE ESCE GRAZIE ALLA SCELTA DI LOTTA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI IMPEGNATI, PUR IN REGIME DI FERIE DISPOSTO DALL’EDITORE, A REALIZZARE LIBERAZIONE IN DIFESA DELLA TESTATA E DEI POSTI DI LAVORO

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giornale comunista

giovedì 5 gennaio 2012Anno XXII n°2Quotidiano del Partitodella RifondazioneComunista

chiusura ore 20.30www.liberazione.it

Monti, emulo di Sacconi, si scrolla di dosso la Cgil e va all’attaccodell’articolo 18. Lo strumento è il cosiddetto “contratto unico” cherende tutti i nuovi assunti licenziabili e si aggiunge alle altre 46tipologie di contratti a termine. Per Camusso il modello Ichino è solo«pubblicità ingannevole», mentre Cisl e Uil, che abboccano all’escaavvelenata del governo, sono «solisti stonati». Ma senza lotta non siarresterà la slavina che sta travolgendo tutti i diritti del lavoro

servizi alle pagine 2 e 3

Monti,sicario della Bce

Giorgio Cremaschi

i annuncia anche in Italia unfilm che, almeno secondo leanticipazioni del Il Sole-24 Ore,

esalta la figura e l’opera della signoraThatcher in Gran Bretagna. Intantoin Italia il governo si porta avanti collavoro e si fa esaltare dalla stampacome primo governo thatcherianonella storia del nostro paese. Monti respinge l’idea stessa del ne-goziato con il sindacato sul mercatodel lavoro. Il governo, dice il Presi-dente del Consiglio, non negoziacon nessuno, ma ascolta e poi deci-de. Con questa brutale chiarezzaMonti spiega perché è stato messo alposto di Berlusconi. L’impresentabi-le ex Presidente del Consiglio nonavrebbe mai potuto affermare unconcetto del genere, e tanto più pra-ticarlo, senza suscitare la rivolta.Monti invece suscita un consensomediatico senza precedenti, è il po-litico più presentabile possibile perrealizzare le politiche peggio presen-tabili.Per far del bene ai giovani il governoha deciso che si dovrà lavorare finoa 70 anni. Saranno proprio i giovania vedere allungata in maniera cosìstupida e barbara la loro vita lavora-tiva prima della pensione, perchéproprio per essi varrà di più il mecca-nismo di penalizzazioni e compen-sazioni che costringerà chi ha lavoro,se ha la fortuna di conservarlo e direstare in salute, di restarvi fino a tar-da età.Ora, sul mercato del lavoro, si vuolcompiere un’altra opera di bene,sempre a favore dei giovani. Si pro-pone, ci par di capire, un contratto atempo indeterminato che abbia pe-rò un lunghissimo periodo di prova,da tre anni in su, durante il quale sialibera la possibilità di licenziare. Aparte la stupidità di un provvedi-mento che vuole favorire l’occupa-zione con più facilità di licenzia-mento. A parte il fatto che l’essenzadella precarietà è proprio il ricattopermanente sul posto di lavoro, chequi viene formalizzato nel periododi prova infinito. A parte il fatto, in-somma, che questo contratto è sem-plicemente il cavallo di Troia attra-verso il quale passa la demolizionedell’articolo 18 per tutti i lavoratori;così come si è esteso a tutti i lavora-tori il contributivo sulle pensioni,dopo che inizialmente lo si era affib-biato solo ai più giovani. A parte tut-to questo, la malafede dell’operazio-ne sta nel fatto che questo contratto“nuovo” si aggiungerà semplicemen-te agli altri precari già esistenti, senzacancellarne neanche uno. Avremmoquindi il 47esimo contratto precario,dopo i 46 già definiti dal pacchettoTreu e dalla legge Biagi. Anche qui,dunque, per favorire i giovani, li sicolpisce e si estende la precarietà.

>> 4

S

Questo il conto correntebancario per sottoscrivere in favore di Liberazione:

Intestato a:

M.r.c. S.p.a. Salviamo LiberazioneBanca Popolare Etica IBAN

IT11S0501803200000000333333

La solidarietà al giornaleè già un evento politicoDino Greco

Dal 29 dicembre, quando abbiamo aperto il nuovo conto corrente per lacostituzione di un fondo nel quale fare confluire la sottoscrizione popolare infavore di Liberazione, più di cento persone, da ogni parte d’Italia, hannoprontamente risposto all’appello, inviando somme della più varia entità: tutteugualmente preziose, tutte importantissime per concorrere a tenere in vita unprogetto editoriale di questo giornale. Ad oggi sono stati sottoscritti 16.492euro, ai quali vanno sommati gli importi, anch’essi rilevanti ma al momentonon quantificabili, che affluiscono sul conto corrente postale per rinnovare gli

abbonamenti o per sottoscriverne di nuovi, malgrado il quadro di acutaincertezza che caratterizza l’attuale situazione. Appena saremo nelle condizionidi poterlo fare pubblicheremo tutti i nomi di quanti e quante stanno portandoacqua a questo mulino e cercheremo di istituire sul sito un vero e proprio“contatore”, che dia conto, in tempo reale, dei progressi della sottoscrizione. Sitratta di segnali incoraggianti, che si aggiungono alle tante iniziativeautoprodotte da circoli e da singoli compagni e compagne che si stanno dandoun gran daffare, con suggerimenti, proposte, ipotesi di lavoro di cui le lettereche quotidianamente pubblichiamo rappresentano un esempio eloquente. Sitratta ora di continuare, con la più ferma determinazione, facendo leva sullospirito di emulazione e su una collettiva assunzione di responsabilità verso ilgiornale. Si tratta cioè di battere il ferro finchè è caldo e di lavorare affinchè lacorsa alla difesa del nostro giornale diventi un cimento di massa, un’impresa diinedite proporzioni. Perché la voragine finanziaria aperta dal taglio deifinanziamenti pubblici è davvero imponente. Provarci e cogliere un risultatosignificativo sarebbe già, di per sè, un vero e proprio evento politico e culturale,un segnale di vitalità e reattività democratica che scuoterebbe un mondopolitico non abituato a queste prove di disinteressata generosità.

Liberazione In 3 giorni sottoscritti 16.492 euro

Supermercatodelle braccia

#OCCUPY

IL GIORNALE ESCE GRAZIE ALLA SCELTA DI LOTTADEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI IMPEGNATI,PUR IN REGIME DI FERIE DISPOSTO DALL’EDITORE,A REALIZZARE LIBERAZIONE IN DIFESA DELLA TESTATA E DEI POSTI DI LAVORO

Page 2: liberazione 5 gennaio 2011

Tassa di soggiorno, il governo ci ripensa. L’annuncioarriva dai ministri Cancellieri e Riccardi: «Saràriconsiderato il contributo chiesto agli stranieri per ilrilascio del permesso. Bisogna valutare se è compatibilecon il reddito del lavoratore e con la composizione delsuo nucleo familiare». Il Pd applaude, anche se chiede latotale abolizione della tassa. La Lega, invece, minacciabattaglia: «Vigileremo, il contributo deve restare cosìcom’è». La norma, apparsa sulla Gazzetta ufficiale del 31dicembre, impone agli immigrati un contributo variabiletra gli 80 e i 200 euro che si aggiungono ai costiamministrativi della pratica. Nei giorni scorsi si èmobilitato un fronte ampio che tiene dentro anche la Cei.

Il prefetto Francesco Cirillo, vicecapo dellapolizia, contesta la nuova norma del decreto

svuota carceri che impone di custodire in cella disicurezza gli arrestati in flagranza in attesa della

convalida. In Italia ci sono 1.057 camere di sicurezza ingrado di ospitare 21 mila persone per «il transito» nellecarceri. Ma «non è assicurata l’ora d’aria, non c’è il bagnointerno né è prevista la divisione tra uomini e donne». Tutti«accessori indispensabili per la dignità delle persone».Insomma: «Il detenuto sta molto meglio in carcere». Irritatail ministro della giustizia Paola Severino: «Queste normesono state totalmente concordate con il ministerodell’interno e i vertici delle forze di polizia».

Celle di sicurezza inumane Il vicecapo della polizia inpolemica col Guardasigilli

Palazzo Chigi «L’agenda verrà decisa in seguito». Come sulle pensioni, “tempi stretti”

Lavoro, per adesso solo incontriinformali. Ieri è toccato alla Cgil

Europa, rischio recessione Juncker, presidentedell’Eurogruppo, lancia l’allarme

«L’Europa è sull’orlo della recessione». Lo ha dichiaratoJean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo e premierdel Lussemburgo. Per Juncker, l’Europa deve agire in modoadeguato al rallentamento economico. Parlando alla radiotedesca Ndr, ha anche escluso che la Grecia possa usciredall’euro. La Grecia «non sta contemplando il ritorno allaDracma». Intanto si è appreso che la cancelliera tedescaAngela Merkel incontrerà a Berlino mercoledì il premieritaliano Mario Monti. «I colloqui - spiega il portavoce delgoverno tedesco George Streiter - saranno su temi bilateraliinternazionali, sulla situazione nell’Eurozona e suglisviluppi della situazione economica in Europa». Si trattadella prima visita diplomatica del premier italiano.

3giovedì 5 | gennaio 2012 | 2 3giovedì 5 | gennaio 2012 |

A Roma si muore per strada. L’anno appena concluso èstato costellato da omicidi firmati dalla criminalitàorganizzata. Ma l’amministrazione capitolina ha occhisolo per altre questioni. Ieri mattina il vicesindacoSveva Belviso ha inaugurato il cimitero dei feti, il“Giardino degli angeli”, un’area di 600 metri quadri nelcimitero Laurentino. Un giardino con camelie bianchee due statue in marmo raffiguranti angeli alati avegliare sulle tombe dei feti non nati per aborti. «Ilprogetto non vuole in alcun modo intaccare i principisanciti dalla legge sull’aborto» ma «restituire valore aquel feto che altrimenti verrebbe considerato rifiutoospedaliero», ha spiegato il vicesindaco.

Roma, picco di omicidi Ma ilvicesindaco pensa ai fetie gli dedica un cimitero

>

Manifestazione

contro la

riforma

dell’articolo 18

> Simona

Granati

Fabio Sebastiani

Pd sull’orlo di una crisi di nervi e sin-dacato spaccato. Non ci sono piùtanti dubbi sul fatto che il vero mo-dello ispiratore di Mario Monti nellerelazioni con le parti sociali sia quel-lo di Maurizio Sacconi. Se il centro-destra mirava programmaticamentealla fine della Cgil, l’esecutivo “tecni-co” tenta di assolversi da ogni re-sponsabilità antisindacale “in nomedella Bce”. Il risultato è che il lavorocontinua ad essere il “terreno pro-grammatico” fondamentale. Ieri il ministro Elsa Fornero ha in-contrato, informalmente, la leaderdella Cgil Susanna Camusso. Al ter-mine ne è uscito un comunicato daparte del ministero che in sostanzasupera lo scoglio degli incontri bila-terali ma mette il sindacato di frontealla nececessità dei «tempi brevi». Per il sindadcato di Corso d’Italia,che lunedì deciderà il da farsi nel cor-so del Comitato direttivo nazionale,«non è necessaria la concertazioneanni ’90 ma un confronto serio eonesto». Il contratto unico di Ichino,sottolinea la Cgil, che da qualchegiorno preferisce utilizzare twitter perfar conoscere il suo pensiero, «è pub-blicità ingannevole. Non cancella laprecarietà di oggi e ne aggiungerànuova domani». Serve, invece, «unpiano del lavoro per i giovani. Usareil contratto di inserimento e di for-mazione che cancelli i contratti pre-cari a oltranza». Risposta di Ichino: «Mi dispiace chela Cgil insista con questa lettura, mapiù di quello che ho scritto e detto,per dimostrare l’esatto contrario nonposso fare». Regolati i conti con ilprofessore e, con il Governo, sullaprocedura, per la Cgil rimane il nododei rapporti unitari. «Con Cisl e Uilbisogna concordare uno spartito - af-ferma -: non si può chiedere ognigiorno la concertazione e poi accet-tare di fare i solisti stonati». Ancheperché il cosiddetto perimetro dei te-mi da trattare rimane dal punto di vi-sta “unitario” alquanto fumoso. Peril sindacato, infatti, sarebbe comun-que penalizzante un sistema di “vasicomunicanti” che abbia da una par-te l’articolo 18 e dall’altra gli ammor-tizzatori sociali. «Noi chiediamo al Governo con te-nace determinazione - sottolinea inuna nota la Cisl - di non partire daposizioni precofenzionate da altri,ma di saper costruire nei prossimigiorni con le organizzazioni sindaca-li e imprenditoriali un Patto socialeche riguardi le politiche per migliora-re il mercato del lavoro e incentivarela buona occupazione, rilanciare lacrescita con investimenti e liberaliz-zazioni, sostenere i redditi di lavora-tori, pensionati e famiglie con la ri-forma fiscale. Quello che conta per laCisl è il merito». Nel panorama sindacale c’è molto

fermente. A prendere posizione, ieri,sono stati i metalmeccanici della Uil.Secondo la Uilm, è giusto discuteredi riforma ed estensione degli am-mortizzatori sociali ma è «assoluta-mente superfluo tornare a mettere indiscussione l’articolo 18». Il timore èche anche sul fronte degli ammortiz-zatori sociali l’esecutivo voglia stare

“al risparmio”. «È sempre meglio che l’uso degli am-mortizzatori diminuisca, ma è sba-gliato e controproducente interpreta-re i dati sulla cassa integrazione del2011 con un evidente eccesso di otti-mismo», sottolinea Fulvio Fammoni,segretario confederale della Cgil. Peril sindacalista, la realtà delle cose con-ferma infatti «la gravità e la persisten-za della crisi, e dimostra come gli ef-fetti drammatici sull’occupazione sistiano perfino aggravando». Il 2011,ricorda, è il terzo anno che la spesaper la cig tocca la cifra del miliardo(era stata di 1,2 mld nel 2010 e 914mln nel 2009). Un dato stridente conle cifre di 179 e 223 mln, autorizzaterispettivamente nel 2007 e nel 2008,e che evidenzia, sottolinea il sindaca-lista, come resti «un abisso da colma-

re». Ma per Fammoni vanno analiz-zati anche le cifre del rapporto fra cige domande di disoccupazione. «Pertutto il 2011 le domande di disoccu-pazione sono state più alte dell’annoprecedente, nonostante sia drastica-mente calato il numero di lavoratoriche può raggiungere i requisiti neces-sari. Si conferma così che la diminu-

«Una conversione ambientaleper battere banche e finanza»Vittorio Bonanni

Oltre a non condividere ovviamen-te le ricette che l’Europa sta adottan-do per uscire dalla crisi di fatto asse-condando chi la crisi l’ha provocata,Guido Viale va oltre nelle sue consi-derazione. Fino a paventare una ri-voluzione ecologica che porti a ri-formulare completamente la politi-ca. Con lui abbiamo fatto il puntodella situazione partendo comun-que dalla strada intrapresa dalla Gre-cia da un lato e da Monti in Italiadall’altro per pagare il debito.

Stefano Fassina, responsabile eco-nomico del Pd, ha detto oggi (ieriper chi legge ndr) che in questa fa-se stanno trionfando delle “ideefallite”. Sulle quali però in molti in-sistono e scommettono...Su questo punto Fassina ed io con-cordiamo pienamente. Il problemaè che dietro questo magazzino diidee fallite che è il liberismo si na-scondono invece degli interessi mol-to corposi a cui il governo Monti èdi fatto subordinato. E insisto neldire che non è subordinato soltantoper una coincidenza di interessi, de-terminata dalla presenza di banchie-ri nel proprio governo o perché mol-to condizionato ancora da maggio-ranze precedenti che lo sostengono.Ma perché totalmente sottomesso al

dogma della mancanza di alternati-ve e dal fatto che non ci sono altrepossibilità che accettare misure det-tate da processi economici governa-ti dalla finanza internazionale.

Detto questo uno si aspetterebbe,anche da governi di destra, un mi-nimo di pragmatismo anche per-ché ad un certo punto i nodi ver-ranno al pettine. Non ci sarà cre-scità né equità e si dovrà ricorrere,volenti o nolenti, a qualche ele-mento keynesiano per risalire lachina...Credo invece che non ci sia più spa-zio per le mezze misure. Parliamo diintrodurre un minimo di meccani-smo keynesiano. Ma io non credo

che utilizzare anche al massimoquelle ricette sia di per sé sufficientea rimettere in moto l’economia per-ché il sistema economico è radical-mente cambiato rispetto a settantaod ottanta anni fa. E quindi non ba-sta sostenere la domanda o faregrandi opere per aumentare l’offertaperché l’economia appunto si rimet-ta in moto.

Occorrono insomma scelte nuovee radicali...Sì, e sono quelle che io ho sintetiz-zato nella formula della conversioneecologica. In particolare nei con-fronti della situazione immediata bi-sogna avere il coraggio di prenderedi petto il problema del debito. Chenelle dimensioni attuali è assoluta-mente insostenibile per qualsiasi go-verno e per qualsiasi politica ma cheva affrontato assumendo a livellonazionale ed europeo posizioni dia-metralmente diverse a quelle che ca-ratterizzano tutto il pensiero main-stream non solo economico ma an-che politico.

Di fronte a tutto ciò appare conforza l’inadeguatezza della sinistraitaliana ed europea...Tutti hanno accettato ilmercato così come lo presenta ap-punto l’economia mainstream senzarendersi conto dei problemi e senza

aver avuto la capacità di elaboraredelle alternative. C’è stato insommaun impigrimento mentale spavento-so nel corso degli ultimi trent’anniche ha coinvolto ovviamente tuttele sinistre europee e mondiali ed èall’origine della crisi in cui tuttiquanti versano. La ragione di fondoè che il contesto economico è radi-calmente cambiato, siamo arrivati afare i conti con i limiti di capacità dicarico del nostro pianeta e che quin-di ogni possibilità di valorizzare lerisorse umane, tecnologiche, infra-strutturali e tecniche che abbiamo adisposizione può essere attuato sol-tanto in un processo che sia compa-tibile con il contesto ambientale. Equesto richiede un cambio di pro-spettiva che non c’è, nemmeno nel-la sinistra radicale, nemmeno in me.Si tratta di un lavoro ancora tutto inlarga parte da elaborare anche semolti elementi su cui costruire que-sto processo mentale ci sono ma ri-chiedono ovviamente uno sforzocollettivo che non è nelle facoltà diuna singola persona né di una singo-la organizzazione.

Tanto per cominciare dovrebbe es-sere inserito, quando si valuta loStato del mondo, un parametro dicarattere ambientale, tuttora com-pletamente assente...Oggi dire giustizia ed equità vuoledire giustizia ed equità ambientale.Non c’è assolutamente nessuna pos-sibilità di dare ascolto e di rispettarei diritti di tutti se non nell’ambito diun processo che rispetti in primoluogo l’ambiente. Se non lo si fa chine trae vantaggio lo fa sicuramentea discapito di qualcun altro e in ge-nere della maggioranza della popo-lazione mondiale, ma anche ovvia-mente in ambiti più ristretti. Equitàe rispetto dell’ambiente sono ormaidue processi indissolubili. Non sipuò parlare dell’uno dimenicandol’altro. Non è un caso che Monti,pur accreditandogli le migliori in-tenzioni in termini di equità, nonha mai citato l’ambiente nei suoi di-scorsi e non è assolutamente in gra-do di parlarne.

Nel futuro possiamo ancora asse-gnare, nel contesto appena descrit-to, un ruolo alle sinistre siano essemoderate o antagoniste?Detto francamente non credo che ladistinzione tra destra e sinistra abbiapiù significato. E’ chiaro che gli in-terlocutori del mio discorso e di tut-te le iniziative che si possono intra-prendere si trovano oggi in gran par-te all’interno della sinistra. Ma cre-do che proprio il fatto che si rifaccia-no alla sinistra sia un handicap. Per-ché tracciano dei confini assoluta-mente privi di un reale significatonei confronti di molte altre realtà esoggettività che potrebbero essere re-cuperate.

Insomma serve una rifondazionetotale della politica?Direi proprio di sì. Sono processimolecolari, che non richiedono deiproclami o dei convegni, e che de-vono porre l’accento su ciò che ve-ramente conta e non su qualcosache invece appartiene al nostro purdegnissimo passato.

Frida Nacinovich

Più facile appoggiare il governoMonti riparandosi sotto l’ombrellodel Quirinale. Più difficile aver lestesse idee - trovare una sintesi, co-me si dice in casi del genere - su untema capitale come quello del lavo-ro. Di fronte all’annuncio dell’ese-cutivo di mettere mano all’interocomplesso di relazioni riguardantiil lavoro, la discussione interna alpartito tricolore assume toni conci-tati. L’ala destra del partitone - non

è un mistero - non aprirebbe boccadi fronte a misure drastiche, quelleche piacciono ai terzopolisti di Ca-sini-Fini-Rutelli e che non dispiac-ciono al Pdl di Angelino Alfano. Inquesto ultimo caso soprattutto per-ché indebolisco il rivale numerouno nel gradimento degli elettori, ilPd. Oltre ad allontanare i democratdai loro naturali alleati di centrosi-nistra, Idv, Sel e Federazione di si-nistra. Franco Marini cerca una sin-tesi. Il lupo marsicano, ex segreta-rio della Cisl, premette: «Il governo

fa bene a considerare una priorità lariforma del mercato del lavoro».Poi dispone: «Il Pd avanzi la propo-sta di contratto unico sulla qualeormai esiste una convergenza mol-to ampia. Credo che anche il Pdlsaprà guardarla con attenzione».L’interrogativo viene spontaneo:ma se era così facile trovare una sin-tesi, perché allora tante discussioni- anche laceranti - nel Pd? Marini,che fra le tante è stato anche presi-dente dell’assemblea di palazzoMadama, offrepersino unasponda al colle-ga di partitoPietro Ichino,tanto apprezza-to dalla destradel Pd quantocriticato da si-nistra: «Ichinoè un bravo tec-nico del diritto,capirà che nonc’è spazio per altre proposte. Laquestione dell’articolo 18 è un fal-so problema, va mantenuto per evi-tare il licenziamento discriminato-rio, che rappresenta un fenomenomarginale». Ma Ichino, tetragono,insiste: «Esistono tecniche di prote-zione diverse, che garantiscono lalibertà, la sicurezza e la dignità deilavoratori dipendenti molto megliodell’articolo 18. E che, soprattutto,non generano dualismo di tutelenel tessuto produttivo, come inve-ce lo genera l’articolo 18». Testuale.Va da sé che tutta la discussione èlontana anni luce dalle posizioni

ufficiali del partito sul tema, espres-se solo pochi mesi fa alla conferen-za del lavoro di Genova. Ma si sa,ai democrat piace chiacchierare. Epiace farsi del male.Comunque sia,la linea Marini trova subito sosteni-tori. Il deputato Giorgio Merlo ri-pete come un mantra: «Sì al con-tratto unico, sì alla concertazione,senza aprire una lunga ed intermi-nabile trattativa».Tiziano Treu, noncontento dei suoi exploit fine anninovanta interviene nel dibattito. Su

queste posizio-ni:«La prima ri-forma da fareriguarda pro-prio gli am-mort izzator isociali, perchèin momenti dicrisi c’è unmucchio digente che perdel’occupazionee quindi ha bi-

sogno di essere aiutata». In questocampo, l’esempio da seguire, se-condo Treu, è quello tedesco. «I te-deschi in questi tre anni hannoavuto come noi crisi di produzioneperò sono riusciti a riposizionarsi ea ristrutturarsi sui mercati moltobene». Tagliando il costo del lavo-ro. La sinistra del partito democra-tico oggi non interviene, quello cheaveva da dire l’ha spiegato ieri. Enon è certo la posizione di Marini,di Merlo, di Treu, di Ichino & c. Piùche tricolore, il Pd sul lavoro è unarcobaleno di posizioni. Spesso evolentieri in libertà.

Guido Viale economista e scrittore

Lavoro, la destra Pdprova a forzare la mano

> Nel carcere

romano di

Regina Coeli >

Stefano

Montesi

Oggi dire giustiziaed equità vuole diregiustizia ed equitàambientale. Non c’èassolutamentenessuna possibilitàdi dare ascoltoe di rispettarei diritti di tutti se nonnell’ambito di unprocesso che rispettiin primo luogol’ambiente

Ichino insiste:«Esistono tecnichedi protezione diverseche garantiscono ladignità dei lavoratoridipendentimolto megliodell’articolo 18»

Per il sindacatodi Corso d’Italia,che lunedì riunirà ilDirettivo nazionale,«non è necessaria laconcertazione anni’90 ma un confrontoserio e onesto»

> Qui sotto Mario

Monti >

Reuters/Giampiero

Sposito

zione della cassa significa solo in par-te rientro dei lavoratori nei posti dilavoro, mentre una quota crescenteviene espulsa e finisce nella disoccu-pazione». C’è quindi bisogno, con-clude Fammoni, «di garantire certez-za nella prosecuzione della cassa e lerisorse vanno date a chi, perdendo illavoro, ne è privo».

Marini «Sul contratto unico ormai esiste una convergenza molto ampia. Proponiamolo»

Un salto all’indietro che azzera la centralità del lavoro

Paolo Ciofi

Auguriamoci che il 2012 sia migliore del 2011. Unaugurio da rivolgere soprattutto a chi, uomo o don-na, giovane o anziano, nativo o straniero, non hacertezze per l’oggi e per il domani, e del futuro ve-de soprattutto ombre e oscurità. E’ la maggioranzadegli abitanti di questo Paese. Sono coloro che nondispongono di rendite o di patrimoni in qualchemodo accumulati, ma possiedono solo le propriecapacità, da scambiare con i mezzi per vivere. I gio-vani disoccupati, certo. Gli operai e i precari, ledonne. Ma non solo loro. C’è anche chi è andato,o dovrebbe andare, in pensione. Insomma, il mul-tiforme universo dei lavoratori, di chi vive del pro-prio lavoro: passato, presente e futuro. Mandiamo in archivio espressioni come “capitaleumano”, che anche il Presidente della Repubblica,con una imprevista caduta di stile, si è lasciato sfug-gire nel messaggio di Capodanno. Sono persone incarne e ossa, molte delle quali già soffrono nelle ri-strettezze del momento. Mentre tutte le previsioniper il 2012 volgono al peggio, e della tanto sban-dierata equità del governo Monti finora non c’èsentore. Equità, che per essere tale e avvertirla co-me tale, dovrebbe comportare che a pagare la crisisiano quelli che l’hanno attizzata, non chi la subi-sce; e che i sacrifici per salvare l’Italia dalla banca-

rotta siano ripartiti in modo proporzionale e pro-gressivo in rapporto ai redditi e alla ricchezza. Ma non è cosi e i dati, tutti al ribasso, parlano chia-ro: per quanto riguarda l’occupazione, come per isalari e il potere d’acquisto. Davvero si pensa di po-ter uscire dalla crisi continuando a penalizzare il la-voro, come avviene da oltre vent’anni in Italia e inEuropa, privilegiando al contrario rendite e profit-ti? E colpendo i lavoratori non solo nei redditi, maanche nella dignità e nei diritti? Espropriandoli del-la loro identità e rappresentanza politica? Dentro icanoni classici del pensiero liberale questo è unproblema che non trova soluzione. Ne è una dimo-strazione anche l’articolo firmato da Eugenio Scal-fari il 31 dicembre. Adesso che ha scoperto che il professore bocconia-no non è un tecnico ma un «finissimo uomo poli-tico», il fondatore di Repubblica sembra colto da unvertiginoso senso di euforia. Siamo in buone ma-ni, assicura, giacché questo governo fa suoi i «valo-ri sui quali è nata l’Europa moderna», di cui «lebandiere tricolori della Grande Rivoluzione sonoil simbolo rappresentativo». Come se - secondouna visione per la verità un po’ retro - si possanoidentificare i sistemi economici e politici del XXIsecolo nei valori del mondo settecentesco dellaborghesia ascendente. Tagliando fuori, tra l’altro,due secoli di storia del movimento operaio, che ha

prodotto la rivoluzione russa, lo Stato sociale inEuropa e in Italia la Repubblica democratica fon-data sul lavoro.In buona sostanza, il totus politicus prof. Monti ci ri-porta alla vecchia idea del liberismo, confutata daifatti e dalla storia, secondo cui il mercato alloca ra-zionalmente le risorse. Per cui, stabilito che il pote-re economico e politico sta tutto dentro il perime-tro della nuova borghesia capitalista, alla quale oc-corre assicurare un nuovo dinamismo, il problemadell’Italia arretrata consisterebbe nell’affermazionepiena dei principi liberali. Ossia, in un salto all’in-dietro che di fatto azzera la centralità del lavoro, equindi la Costituzione dell’Italia repubblicana.Una concezione che trascura un piccolo dettaglio:ovvero che la crisi del capitalismo nasce esattamen-te laddove il liberismo ha raggiunto il suo apogeo,rappresentato dai “liberi mercati” americani; e chela democrazia liberale è in crisi ovunque nel mon-do per un deficit organico di rappresentanza.Se dunque, come sta avvenendo in Italia e in Eu-ropa, la causa della crisi viene adottata come ricet-ta per guarire dalla crisi, non c’è via d’uscita. Né,d’altra parte, si può ragionevolmente ritenere chela politica, come da più parti si spera, possa mette-re sotto controllo “i mercati”, se sono “i mercati”ad avere in mano la politica. Da questo circolo vi-zioso apparentemente senza sbocchi si esce a unacondizione: che tutti quelli che subiscono gli effet-ti devastanti della crisi, a cominciare dai lavoratoridipendenti, uomini e donne, si uniscano e si orga-nizzino in un’ampia coalizione politica. Non c’ètempo da perdere. Per l’anno che verrà gli augurisono quindi auguri di lotta, perché senza la lottanon c’è speranza. Pessimismo della ragione, ottimi-smo della volontà.

Così, il “totus politicus” prof. Monti ci fa tornare indietro di tre secoli

Tassa di soggiorno Il governo ciripensa e i leghisti s’arrabbiano.Ferrero: «Prendetevela con le banche»

Page 3: liberazione 5 gennaio 2011

Egitto Chiesta la pena di morte per l’ex presidente Mubarak

> Hosni

Mubarak >

Reuters/String

er

«Too close to call», troppo vicini per annunciare unvincitore. Come nelle famose elezioni in Florida del 2000(quando venne poi eletto Bush figlio), la corsa per lanomination repubblicana nell’Iowa è stata un rincorrersiper ore tra i candidati fino al risultato definitivo: Romneyha battuto Santorum per soli 8 voti. Newt Gingrich siferma al 13%, Rick Perry arriva appena al 10, MichelleBachmann è lontanissima, con il 5%. Sono loro ad usciremalconci e non si può escludere che la loro corsa finiscaqui. La vera sorpresa è la valanga di voti che ha ricopertoRick Santorum (semi sconosciuto fino a poche settimanefa): un segnale di allarme per Romney, in vista deiprossimi appuntamenti elettorali.

Un altro ex raiss che rischia di fare unabrutta fine. La procura generale della corte

d’assise del Cairo ha chiesto la pena di morteper l’ex presidente Hosni Mubarak, accusato di

incitamento all’omicidio di manifestanti durantele rivolte della Primavera araba in Egitto. Accusato

dello stesso reato anche l’ex ministro dell’interno Habib ElAdli e sei ex alti responsabili della polizia. Tutte le accusedella procura si basano su «prove irrefutabili». Il processoal deposto presidente egiziano era ripreso il 2 gennaio.Per la procura, Mubarak non diede l’ordine di uccidere,ma non impedì al suo ministro degli interni di far spararesulla folla e non lo destituì una volta conosciuti i fatti.

Usa Nomination repubblicane al via: vince Romney, ma il trionfo è di Santorum

La compagnia petrolifera Usa Chevron dovrà pagareall’Ecuador un risarcimento di 18 miliardi di dollari (quasi14 miliardi di euro) per i danni causati nella regioneamazzonica. La decisione del tribunale di appelloecuadoriano conferma la sentenza di primo grado delfebbraio 2011. L’azienda americana ha annunciato lavolontà di portare il caso davanti al tribunale degli StatiUniti oltre che di presentare ricorso alla Corte Supremadell’Ecuador. Circa 18 anni fa, gli abitanti del Rio delleAmazzoni citarono in giudizio la compagnia petroliferaTexaco - acquisita da Chevron nel 2001 - per non avercorrettamente rimosso i rifiuti della perforazione, chehanno contaminato vaste aree di foresta pluviale.

Chevron Multa da 18 miliardi di dollari per aver inquinato le foreste amazzoniche

Quotidiano del Partito della Rifondazione Comunista

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Liberazione fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990 n. 250

Fiom Intensa giornata di mobilitazione ieri tra Genova, Palermo e Ancona

Fincantieri, le tute blu ottengonola convocazione del ministeroFabio Sebastiani

Sulla vicenda Fincantieri si torna dinuovo a Roma. Ieri a metà giornatadopo un acuto di proteste da partedelle tute blu è arrivata la convoca-zione da parte del ministero delloSviluppo economico. Ci sono volutigiorni e giornidi mobilitazio-ni e tante ore disciopero perspingere il mi-nistro CorradoPassera al passodecisivo. L’ultima spalla-ta è arrivata dailavoratori di Se-stri Ponenteche ieri hannomandato in tiltl’aeroporto diGenova con ilblocco degli ac-cessi e da quellidi Palermo, chehanno paralizzato la circonvallazio-ne. Qui i sindacati sono riusciti adottenere anche un tavolo con Con-findustria. Più “tranquillo” invece il polo diAncona. Le tute blu hanno comun-que avuto un incontro con il vice-prefetto Corona al quale hannoconsegnato un documento in cui sichiede all’azienda di affidare al sitole due navi «promesse». Di cosa si dicuterà a Roma? Per ilmomento Passera non ha un ordinedel giorno in mano. Il 10 gennaioservirà solo a “prendere le misure”.Per mettere in discussione un accor-do separato e riaprire un tavolo sul-le prospettive del settore serve pare-acchio coraggio, sopratuttto versole lobby industriali e finanziarie delBel Paese. «Per noi, lo scopo di taleincontro sarà quello di riprendere ilconfronto sui problemi specifici delGruppo nell’ambito del settore del-la cantieristica navale - sottolineacon forza la Fiom, per bocca del se-gretario generale Maurizio Landini- individuando anche ulteriori ap-puntamenti». «Un confronto chedovrà essere mirato alla definizionedi un’intesa che, sulla base di solu-zioni industriali credibili - continuala Fiom - risponda alle esigenze disviluppo produttivo e di salvaguar-dia dell’occupazione e di tutti i can-tieri». In poche parole, ribaltamen-to del cosiddetto “piano Bono”, ov-

vero la ristrutturazione secca del-l’azienda a colpi di licenziamenti esenza uno straccio di idea sul futu-ro. L’orizzonte immediato delineatodall’azienda è fatto di circa 1.300esuberi e il sostanziale abbandonodi due cantieri (Sestri Ponente e Ca-

stellammare). L’ultimo colpo tenta-to dall’amministratore delegato, diun sostanziale accordo separato fir-mato sito per sito ha visto addirittu-ra l’opposizione di una parte dei de-lelegati dei sindacati firmatari (Uilme Cisl). «Il piano aziendale - sottoli-nea Alessandro Pagano, responsabi-

le della Cantieristica per la Fiom -cancella qualsiasi possibile elemen-to di solidarietà nei confronti deicantieri più colpiti dallo scarico dilavoro, a partire dal cantiere di An-cona per il quale, ad esempio, nonè ancora stata confermata l’assegna-zione della commessa Du Ponant».

Sulla vicenda è intervenuto il segre-tario del Prc Paolo Ferrero. «Voglioesprimere il nostro pieno appoggioalle lotte degli operai e impiegatiFincantieri che difendono l’aziendae il posto di lavoro. Un accordo se-parato, che non ha visto l’adesionedella Fiom, ricalca un piano indu-striale presentato e subito ritiratodall’azienda l’estate scorsa a causadella ferma reazione dei lavoratori,accordo che prevede la chiusuradello stabilimento di Sestri Levantee il ridimensionamento di Anconae Palermo». «Se passasse questo pia-no sarebbe la morte lenta dello sta-bilimento - aggiunge il leader delPrc -. Fincantieri è controllata dalMinistero dell’Economia e se è ve-ro che Monti vuole rilanciare la cre-scita, cosa aspetta ad intervenire?» IlPrc chiede una nuova strategia pro-duttiva e il cambio dei vertici azien-dali, «responsabili dell’attuale gravesituazione dell’azienda». Il Pd, intanto, dopo aver fatto pres-sioni su Passera per la convocazio-ne del tavolo (Michele Meta) ha in-vitato il Governo a considerare leproposte che giacciono in Parla-mento che prevedono, tra l’altro le“navi mangiapetrolio”, di cui Fin-cantieri possiede un brevetto, e chesarebbero finanziate grazie ad uncontributo dei petrolieri. C’è poi lapossibilità di rifinanziare la leggeper la rottamazione dei traghetti edelle navi merci, che nel nostro Pae-se hanno anche 60 anni d’età, e didar vita a un tavolo tecnico con glioperatori del settore per la costru-zione di navi ecocompatibili, a pro-pulsione mista elettrica e a carbu-rante.

Per il momentoPassera non ha unordine del giorno inmano. Il 10 gennaioservirà soloa “prendere lemisure”. Per metterein discussioneun accordo separatoe riaprire un tavolosulle prospettivedel settore serveparecchio coraggio

> Lavoratori di

Fincantieri in

lotta > Fabio

Frustaci/Eidon

editoriale

>> dalla prima

Giorgio Cremaschi

l governo Monti, d’altra parte, ha un man-dato preciso, che non è quello del parla-mento italiano e neanche quello del Presi-

dente della Repubblica, al quale prima o poisi dovrebbe ricordare che l’Italia non è una re-pubblica presidenziale. Il mandato di Monti nasce da due privati cit-tadini che, in virtù del potere della Banca cen-trale europea, si sono permessi di indicare nel-l’agosto 2011 ai governi italiani, tutti, cosadovrebbero fare. Tra i tanti punti della letteraDraghi-Trichet è bene ricordare quello che re-

I

cita: «dovrebbe essere adottata un’accurata re-visione delle norme che regolano l’assunzio-ne e il licenziamento dei dipendenti…».Nessuno faccia il furbo, quindi. Davvero nonne possiamo più di piccoli imbrogli e ipocri-sie. Il governo Monti deve portare in Europalo scalpo dell’articolo 18, o almeno un pezzet-to di esso. Se alla cancellazione progressivadella tutela contro i licenziamenti ingiusti ag-giungiamo poi la distruzione del contratto na-zionale, anch’essa chiesta dalla Bce e oggi pra-ticata da Marchionne, per i lavoratori non re-sta più nulla di sicuro.Tutti i diritti costituzio-nali saranno cancellati nel nome dello spread.A questo punto le chiacchiere stanno a zero.E’ penoso vedere il sindacato confederalechiedere con il cappello in mano tavoli e riu-nioni. Non si è ancora capito che il governodeve anche mostrare pubblicamente che pren-de a calci nel sedere il sindacato? Sulle pensioni il sindacato confederale italia-no ha già subito una sconfitta drammatica. E’la prima volta, nella storia del nostro paese,che si fa una controriforma previdenziale di

tale portata e contro tutto il sindacalismoconfederale. Si vuole attendere ancora un’al-tra catastrofe sul mercato del lavoro per poterdire che il governo e i padroni sono cattivi,ma il sindacato è responsabile? Oggi la responsabilità che si chiede al sinda-cato è in realtà autentica irresponsabilità so-ciale e democratica. L’unica scelta seria chepuò fare un sindacato confederale che vogliadavvero misurarsi con la sua migliore storia ela sua migliore tradizione e non diventare unente inutile, è quella di lottare fino in fondocontro il governo Monti e la sua politica, sen-za farsi ricattare da nessuno. Visto che ci trat-tano come i greci, bisogna fare come in Gre-cia: scioperare e lottare esplicitamente controquesto governo, senza aver paura di farlo ca-dere. Tanto lo spread va comunque per contosuo e se si vuole davvero affrontare la crisieconomica dal lato della giustizia e dell’egua-glianza, bisogna mettere in discussione il go-verno delle banche in Italia e in Europa e ithatcheriani fuori tempo che lo compongonoe lo sostengono.

Monti,il sicariodella Bce

giovedì 5 | gennaio 2012 | 4

Page 4: liberazione 5 gennaio 2011

#OCCUPYliberazione

mentre per altre discipline - la let-teratura, il cinema, lo spettacolo -esiste un’informazione diffusa erelativamente diversificata, per-meabile, cioè, ad opinioni di varianatura, segno e peso, per l’informa-zione sulle arti visive la cosa ècompletamente diversa. Nel sensoche - mi spiace dirlo - essa è ingrande parte genuflessa agli interes-si di un sistema dell’arte che somi-glia sempre di più ad una slot ma-chine taroccata. Una macchina,cioè, piegata sugli interessi di unapparato che vede nel binomio po-tere-profitto l’unica ragione di so-pravvivenza. Nel corso dei secoli l’arte ha sem-pre avuto anche un valore com-merciale che conviveva, tuttavia,con altri e più fondativi valori: laqualità, l’originalità, la capacità disuscitare emozioni e di resistere altempo, la profondità, l’aderenza al-la realtà o, al contrario, la visiona-rietà. Insomma una serie infinita direquisiti solo in parte riconducibi-li alla sfera della ragione, perché al-l’arte appartiene anche quel quiddi indefinibile che rende un’operaun capolavoro senza che sia deltutto e fino in fondo possibilecomprenderne le ragioni (pensateal sorriso di Monna Lisa). Ebbenedi tutto questo quasi nulla è rima-sto. L’arte, cioè, si è trasformata inmerce. Una merce il cui unico re-quisito è il suo valore di scambio.

Il valore cioè certificato dai prezzidi aggiudicazione spuntati nellegrandi aste internazionali. Nientedi meno. Ma neanche niente dipiù.Di questa realtà desolante, cheesclude dalle cronache schiere infi-nite di artisti giovani, vecchi o tra-passati solo perché le loro quota-zioni e gli interessi che muovonosono irrilevanti, credete che allastampa borghese interessi qualco-

sa? Purtroppo no. Non interessaproprio nulla. Un po’ perché lelobbies che governano l’arte con-temporanea sono troppo forti econvincenti. E un po’ perché, aforza di sostenere che l’arte che piùvale è quella che costa di più, tuttisi sono convinti che non esiste nul-la oltre il potere dei soldi.Ecco, Liberazione in tutti questi an-ni ha sostenuto il contrario. E’ sta-ta una voce fuori dal coro. Per que-

sta ragione tanti artisti l’hanno di-fesa. E badate, non solo quelli di-menticati dalla stampa ma anchegli altri, quelli più affermati e per-sino già storicizzati. Perché a un ar-tista, quando è tale, non interessagodere di privilegi. Egli è consape-vole del proprio valore. La sua èun’aspirazione grande che non co-nosce le afflizioni delle piccole ge-losie di bottega. Semmai, aspira al-la ribalta delle grandi battaglie, co-me quelle di un tempo fra astratti-sti e figurativi. Semmai aspira asconfiggere il tempo e la morte.Sono consapevole che la nostra vo-ce è stata piccolissima. Ma, in unsilenzio assordante, anche una pic-cola voce è stata un bene prezioso.Gli artisti grandi e piccoli lo sape-vano. Per questo vi si erano affe-zionati. E’ solo di pochi giorni fal’ultima dimostrazione di questoaffetto: la mostra “Provare e ripro-vare” che, in occasione dell’VIIICongresso di Rifondazione comu-nista a Napoli, ha presentato i ma-teriali dell’archivio di questo parti-to insieme a dodici magnificheopere di artisti e di artiste di asso-luto rilievo e alla performance diun giovane autore venuto dallaSpagna. Non facciamo i nomi diquesti generosi perché vogliamoche essi rappresentino, simbolica-mente, una parte del mondo del-l’arte. Quella parte non codina,tecnocratica, ubbidiente e remissi-va al sistema, quella che più ci in-teressa. Si tratta di una parte dell’intelli-genza viva di questo paese. Ecco,penso che per questi intellettuali lafine di Liberazione, se sarà definiti-va, rappresenterà una perdita gra-vissima. Oltre cinquecento sonostate le recensioni e gli scritti che inquesti dodici anni hanno racconta-to la storia dell’arte del nostro tem-po. Non sta certo a me giudicare laqualità di questi pronunciamenti.Quello che rivendico con orgoglio,ringraziando chi mi ha messo incondizione di realizzarli - primi fratutti Rina Gagliardi e Sandro Cur-zi - è la sincerità, l’autenticità e lalibertà di giudizio che hanno gui-dato le mie opinioni e le mie scel-te. Un punto di vista autentica-mente critico, certo non indiffe-rente alle ragioni di classe che logovernano ma anche emancipatoda qualsiasi concezione strumenta-le della cultura e dell’arte. L’artequando è libera - oggi significa li-bera dal mercato - è progressiva perdefinizione. E quindi un’angola-zione di classe non confligge conla sua autonomia.Se Liberazione non risorgerà sarà unpo’ più difficile per l’arte sopravvi-vere. E, guardate, le minacce cheincombono su di essa sono giàenormi, come abbiamo tante voltetentato di dimostrare. L’arte è ma-lata. Malata gravemente. Solo chi èautenticamente interessato ad unfuturo diverso dall’attuale, diverso,migliore e più giusto può difender-la. Non lo diciamo solo noi. Bastaleggere un moderato illuminatocome Jean Claire per capirlo. Lasoppressione di ogni voce autenti-camente interessata alla sopravvi-venza dell’arte avvicina ciò che He-gel aveva preconizzato: la sua mor-te. Ma noi inguaribili ottimisti rivolu-zionari vogliamo credere che He-gel si sbagliasse. Del resto, non percaso, siamo stati sempre dalla par-te di Marx. Per farlo dobbiamo farri-vivere Liberazione. Diamoci dafare fin da subito.

Trasformata in merce l’unico requisito ormai è il valore di scambio

L’arte malata graveha bisogno di Liberazione

Una realtà desolanteche esclude dallecronache schiere diartisti solo perché leloro quotazioni sonoirrilevanti. Questogiornale è, ed è stato,una voce fuori dalcoro. Perciò è amatoda quella parte diautori non ubbidientee remissiva alsistema

> La Gioconda

con i baffi,

provocatoria

opera di Marcel

Duchamp,

1919. Sotto, la

mostra

realizzata a

Napoli in

occasione

dell’VIII

congresso del

Prc > Impronte

Roberto Gramiccia

Se Liberazione chiude non cadrà ilmondo. Le cose in apparenza con-tinueranno ad essere come sono.Nessuno si strapperà i capelli. Etuttavia, a ben guardare, alcune co-se gravi capiteranno. In queste po-che righe, che spero non siano dicommiato definitivo, vorrei occu-parmi, con tutta la consapevolezzae la misura dei nostri limiti, delleconseguenze che la chiusura avràsulle dinamiche del sistema dell’ar-te. O meglio dell’informazione sulmondo dell’arte. Di un punto divista piccolo, cioè, ma “altro” ri-spetto a quelli convenzionali, cheho cercato di raccontare su questatestata le cose dell’arte nel corso diquesti ultimi lunghissimi–brevissi-mi dodici anni. Vorrei iniziare a farlo ricordandoun episodio che risale all’ottobredell’anno scorso. In quella occasio-ne, dentro uno spazio storico del-l’arte romana, La Nuova Pesa, econ l’appoggio fondamentale diun’intellettuale democratica, comeSimona Marchini, fu possibile rac-cogliere opere di molti artisti di ca-ratura nazionale e internazionale,che accettarono di buon grado dimescolarsi con autori meno noti emeno affermati (in tutto furonopiù di 120), per scongiurare un pe-ricolo che allora appariva mortale:quello della chiusura di Liberazione.In quella circostanza fu allestitauna mostra dal titolo ben auguran-te, Che mille fiori sboccino, la cui altaqualità è ancora documentata daun bel catalogo che in quella occa-sione andò a ruba.Oltre 120.000euro furono raccolti nell’asta chene seguì, e ciò contribuì ad allonta-nare temporaneamente il pericolodella chiusura. Racconto questo episodio non perbanale vanagloria, visto che contri-buii alla sua realizzazione, ma perdimostrare in modo inoppugnabi-le quanto il mondo dell’arte consi-derasse e consideri vitale la soprav-vivenza di una piccola testata co-me la nostra. Ma perché Liberazio-ne veniva e viene avvertita comeuna cosa da difendere con le un-ghie e coi denti? Perché in genera-le, per quanto riguarda la cultura -oltre che l’economia, la politica, lasocietà e il mondo del lavoro - Li-berazione rappresenta un osservato-rio, certamente di parte, ma pari-menti indispensabile nella dialetti-ca delle opinioni che fanno di unpaese una realtà realmente libera edemocratica. Se Liberazione chiude-rà definitivamente e se accanto aquesto lutto altri, come è certo, sene aggiungeranno, il nostro paesenon sarà più uguale, il mondo del-l’informazione non sarà più ugua-le, la nostra cultura ne risulterà am-putata. C’è inoltre uno specifico che ri-guarda il mondo dell’arte, perché,

15giovedì 5 | gennaio 2012 |

Page 5: liberazione 5 gennaio 2011

> Una rima

pagina di

“Terra”

l’accordo chiave del 12 ottobre e a restituirci inostri soldi spalmando le mensilità arretrate suun piano di 5 mesi. Ma anche questo di accor-do non è stato rispettato.

Allora, cosa avete deciso di fare?A questo punto è scattata la linea dura. Insiemea Stampa Romana abbiamo denunciato l’azien-da per comportamento antisindacale. Dopouna settimana di scontro, l’azienda ha deciso ditornare sui suoi passi e il 7 dicembre siamo tor-nati a Stampa Romana. In questo nuovo accor-do si prevedeva il rispetto di quello del 12, conla trasformazione dei contratti precari a tempoindeterminato per agevolare l’accesso dei lavo-ratori in Cigs tentando anche una cessione delcontributo ai lavoratori.

A questo punto?Il 12 ottobre l’azienda dice: ”Pagherò i lavora-tori con il residuo del credito del 2010”. Nem-meno 40 giorni dopo conferma al Cdr di avergià ceduto tutto il credito - che serviva per pa-gare gli stipendi - del 2010 e di aver disposto lacessione del credito del 2011. Non solo: al ta-volo del 12 ottobre quello che è stato chiestodal Cdr e dal sindacato era l’assunzione di 8 re-dattori. Alla fine ha accettato non assumendo-ne 8, bensì 12. Inoltre avevamo chiesto esplici-tamente a Stampa Romana di assumere solo re-dattori semplici proprio perché versiamo in sta-to di crisi. Noi ci siamo accordati con StampaRomana che dovevano essere tutti assunti conla qualifica di redattore semplice, ma l’aziendaha preteso di contrattualizzarne due con con-tratti da caporedattore e caposervizio che, natu-ralmente, costano molto di più. Il che significache su una redazione di 10 persone ci sono piùdirigenti che redattori ordinari. Alla trasforma-zione dei contratti però avrebbe dovuto fare se-guito la cessione del contributo pubblico sem-pre per pagare gli stipendi arretrati, ma questacessione non è avvenuta. L’azienda non ha pre-sentato sufficienti garanzie per la stipula delcontratto. Sarebbero anche dovuto seguire leprocedure per l’apertura dello stato di crisimentre dal 7 al 31 dicembre l’azienda non hafatto assolutamente nulla. E’ così che si arriva al2 gennaio e alla decisione dell’assemblea dei re-dattori di ”Terra” che, a maggioranza assoluta,ha dichiarato lo sciopero ad oltranza.

Il Cdr di ”Terra”

«Siamo in scioperoad oltranza. Ci uniamoalla vostra lotta»

Roberta Ronconi

Il microfono degli onesti, di quelliche lottano contro le mafie, controtutte le criminalità e gli abusi di po-tere. Nel ricordo di Peppino Impasta-to - il giovane trentenne ucciso dallamafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, in Si-cilia, per averne denunciato abusi emalaffari - è nata due anni fa Radio100 passi. Oggi, 5 gennaio 2012, a

partire dalle 9.30 fino a tarda not-te, l’emittente festeggerà il com-pleanno di Peppino e il suo se-condo anno di vita con unamaratona radiofonica intito-lata appunto “Il ricordo diPeppino”. Un modo direttoper ricordare Impastato e il

suo strumento di lotta, quella“Radio aut” dai cui microfoni

Peppino e i suoi compagni punta-vano il dito contro la criminalitàusando i mezzi dissacranti dell’ironiae dello sbeffeggio. Radio aut riceveva minacce e intimi-dazioni ogni giorno. Lo stesso succe-de oggi a Radio 100 passi. Dopo nu-merosi sabotaggi e furti, infatti, la ra-dio si è vista costretta a lasciare la se-de nel quartiere la Cava di Palermo.Uno dei quadranti più a rischio delcapoluogo siciliano, e proprio perquesto scelto dal gruppo di lavoroche vede come presidente onorarioGiovanni Impastato, fratello di Pep-pino. Ma le minacce non li hannofermati, anzi il gruppo di lavoro del-l’emittente siciliana è pronto a rilan-ciare con l’apertura di una web-tv (instreaming su www.radio100passi.net)per dare anche un volto ai protagoni-sti dei tanti dibattiti che prenderannovita durante la maratona radio. Ricchissimo il programma. In matti-nata, dunque, dopo i saluti di Gio-vanni Impastato, la giornata prose-guirà con un dibattito su “L’nforma-zione oggi“, su quale autonomia, li-bertà e possibilità reali di fare infor-mazione esistano sui media attuali.Dopo gli interventi di Roberto Nata-le (Fnsi) e Paolo Butturini (Stamparomana) è previsto un lungo collega-mento con la sede di Liberazione, dadove i lavoratori del giornale occupa-to parleranno della loro situazione edelle prospettive del quotidiano lecui uscite in edicola sono sospese dal1 gennaio. Dalle 12.00 il programma proseguiràsotto il titolo “Un’altra Italia è possi-bile?” con gli interventi del sindacodi Cagliari, Massimo Zedda e del sin-daco di Milano, Giuliano Pisapia.Nel pomeriggio, collegamenti con gliattivisti delle associazioni Rete 100passi di Hannover, Milano, Roma,Bari. Alle 17.00, aggiornamenti sulla“riapertura del caso giudiziario Pep-pino Impastato”, alla presenza diGiovanni Impastato e Umberto San-tino. Dalle 18.00, focus sulle strategiee l’impegno verso una cultura dellalegalità, a cui parteciperanno giuristi,magistrati, i commercianti dell’asso-ciazione “addio pizzo” e l’associazio-ne antiracket “Libero Futuro”. Dopoil brindisi delle 19.00, sempre a Paler-mo e sempre in diretta, verrà inaugu-rata la nuova sede della radio e di Ca-sa 100 passi, in via dei Nebrodi 55.

Per ricordareImpastato oggitutti sintonizzatisu Radio 100 passi!

Alessio Giaccone Prc Mondovì

«Anche noiresponsabili della sospensione»

Castalda Musacchio

”Terra”? Da gennaio giornalisti e poligrafici so-no in sciopero ad oltranza. Dopo una trattativaestenuante con l’editore - Luca Bonaccorsi - e laproprietà di riferimento - i Verdi - la decisione èstata presa in una sofferta e travagliata assem-blea di inizio anno a maggioranza assoluta. Leragioni che hanno indotto lavoratori e lavora-trici ad un atto di forza vengono spiegate dairappresentanti del Cdr, Rossella Anitori e Pao-lo Tosatti, che hanno raggiunto l’assemblea per-manente di ”occupyLiberazione” non solo perportare la loro solidarietà ma, soprattutto, perspiegare le ragioni della loro protesta.

Allora, cosa succede a ”Terra”?Abbiamo dichiarato sciopero ad oltranza. Le ra-gioni sono molteplici. Innanzitutto: non pren-diamo lo stipendio dal mese di giugno; quindi,ad oggi, abbiamo maturato 7 stipendi più 13esi-

ma e 14esima che l’azien-da ci ”deve” e di cui, adoggi, non abbiamo vistonulla.

Da quando è iniziata latrattativa?E’ iniziata a giugno. Siamopassati attraverso varie fasi.Una in cui l’azienda sigla-va accordi, in cui si impe-gnava a rinnovare contrat-ti in scadenza o a rientrarecon dei piani di pagamen-to. Un’altra in cui puntual-mente tutti gli accordi ve-

nivano disattesi. E dire che il dialogo con il sin-dacato avrebbe offerto all’azienda un vantaggioenorme.

In che senso?Dal punto di vista economico soprattutto. Ilsindacato è stato da sempre disposto a riaprirelo stato di crisi e a concedere persino la cassa in-tegrazione straordinaria. L’azienda, non solonon ha voluto accettare questa proposta, ma siè anche rifiutata di rinnovare i contratti in sca-denza. Solo dopo due mesi di trattativa e, do-po uno sciopero di oltre 7 giorni, si è detta fa-vorevole all’ipotesi di rinnovare i contratti con

23 anni, iscritto a Rifondazione dal2009, occhiali bordati di nero eun’ammirazione per gli Scritti Corsaridi Pasolini. Alessio Giaccone “dagrande” vuole diventare il sindacodella sua città, Mondovì, in provinciadi Cuneo. Dopo la vittoria di GigiGarelli nel capoluogo, il professoreappoggiato da Rifondazione nellacorsa alle primarie per le Comunali2012, anche a Mondovì c’è aria dinovità. In attesa del voto che a maggiopotrebbe decretare la fine della storicaguida a destra in consiglio comunale,il giovane laureato in ScienzePolitiche è il primo a lanciarsi nellasfida delle primarie. Tuttavia Giacconenon è nuovo alle sfide elettorali: giànel 2010, infatti; si era presentato conla Federazione della Sinistra alleRegionali piemontesi. Al di là delleindiscrezioni, finora quello di AlessioGiaccone è l’unico nome trapelatodalle fila del centrosinistramonregalese chealla sfidaelettorale sipresenta con unnuovo soggettopolitico,“Mondovì inMovimento”.Abbreviato inMo.Mo., questonuovo aggregatonato ufficialmentea settembre ma difatto creato unanno fa, radunaun’ottantina dicittadini cherappresentanomovimenti,associazioni e partiti che vanno dalSEL a Rifondazione, dal Pd all’Italiadei Valori. “Il Mo.Mo. – spiegaAlessio Giaccone - lavora diviso ingruppi tematici che si occupano diambiente, intercultura, urbanistica,lavoro… Da queste commissioniuscirà un programma generale rispettoal quale ogni candidato sarà chiamatoa fare le sue proposte e sceltoattraverso lo strumento delleprimarie”.

Conosci la situazione del giornaleche racconterà la tua candidatura?La sospensione (si spera momentanea)di Liberazione è una pessima notizia.La responsabilità sicuramente è anchenostra, anche mia, che questoimportante giornale non abbiamosaputo diffondere a sufficienza. Aessere sospesa sarà la voce delle lotte,delle storie delle ingiustizie di questopaese. Viene limitato fortemente ilpluralismo dell’informazione e peggioancora quello democratico: perché seil ”sapere”, se l’ ”informare”, vieneridotto a ”merce” nelle mani delMercato, solo i grandi gruppieditoriali con alle spalle capitaliingenti potranno portare il punto divista, che non sarà mai un’analisidisinteressata e oggettivadell’esistente, bensì la loro visione delmondo, che si contrappone allanostra, che questo ingiusto mondovogliamo cambiare.

Anna Cattaneo - L’intervistaintegrale è on line su Liberazione.it

«Le ragioni dellosciopero sono

molteplici.Innanzitutto: non

prendiamo lostipendio da giugno.

Ma l’azienda,nonostante i tanti

accordi, non intendepagare il dovuto»

> Alessio

Giaccone, “da

grande” vuole

diventare il

sindaco della sua

città, Mondovì,

in provincia

di Cuneo

giovedì 5 | gennaio 2012 | 6

Page 6: liberazione 5 gennaio 2011

La mia pienasolidarietà

Salve. Voglio porgervi la mia pienasolidarietà verso la vostra lotta, che èanche una lotta in difesadell’informazione libera eindipendente, insieme all’essere unalotta per i diritti sacrosanti del lavoro.Non mollate. Noi siamo dalla vostraparte.

Davide Tamacoldi Levate (Bg)Circolo Prc Dalmine (Bg)

1,20 euro per ogni numero scaricato

Care compagni e cari compagni, il 3gennaio ho fatto un primo bonifico di50 euro sul conto “Mrc SalviamoLiberazione”, è poco ma il miocontratto non viene rinnovato daquattro anni, mentre i prezzi sirinnovano a getto continuo. Oggi 4gennaio ho scaricato il giornale in pdfed ho deciso di accantonare 1,20 europer ogni numero scaricato, damandarvi poi in unica soluzione:anche se si fatica a leggerlo, mica possoleggere il giornale senza pagarlo, anziinvito tutti i compagni che loscaricano a fare lo stesso. Arrivederci...in edicola.

Paolo Mazzasette Perugia

Farò tutto quelloche mi è possibile

Care lavoratrici e cari lavoratori di“Liberazione”, caro direttore, sono unlettore abituale del vostro splendidogiornale, sul web, ma non l’ho maicomprato in edicola. Ieri però hoprovveduto, senza alcuntentennamento, a versare anch’io ilmio modesto contributo per salvarequesto giornale, ovvero per impedireche i soliti soloni del liberismo (e nonsolo loro...) possano continuare asentenziare che certi giornali e certecorrenti di pensiero sianoappannaggio di una sparuta cerchia dinostalgici, i quali non avrebberoalcuna volontà reale di adoperarsi pertradurre tali idee in fatti concreti. Ed inverità per tutti questi anni non ho maicomprato il giornale, sottovalutando ilfatto che queste idee, così benlucidamente esposte, fossero il fruttodi enormi sacrifici da parte di chi -tesserati di partito, direttore esoprattutto lavoratori e lavoratrici dellaredazione - provvedeva ad assicurarel’uscita del giornale e la sua diffusione.Sottovalutavo che questo giornale, chele idee che si diffondevano attraversodi esso, camminavano di pari passocon lo sforzo enorme di chiprovvedeva a farlo sopravvivere, e chegli sforzi quotidiani per farlosopravvivere camminavano di paripasso con la lotta quotidiana chequelle persone mettevano (e mettono)in atto per squarciare il muro diqualunquismo del pensierodominante e far penetrare all’internodi esso qualche spazio di riflessionelucida ed onesta. Oggi questasottovalutazione è sparita dinanzi allabruta realtà di un sordoprovvedimento governativo. Mai piùesiterò a fare quello che mi è possibile,nel mio piccolo, per evitare che questisforzi rimangano senza seguito, e chequesta vicenda possa dare ulterioreforza a chi, al contrario, continua adiffondere l’idea che tutti,indistintamente, siano ormai

anestetizzati dinanzi alla realtà illusoriaed accattivante che viene propinata apiene mani dai detentori del potere.Mai più consentirò che qualcunopossa impunemente sentenziare che seun giornale, un partito o delle ideesoccombono, ciò sarebbesemplicemente dovuto alle leggi dellanatura umana (alias del mercato),secondo le quali il più debole debbanecessariamente soccombere. Perquesto ho voluto mettere in attoquesto piccolo ma importante gesto diorgoglio, nonché di vicinanza umanaed intellettuale a tutti coloro che inquesti anni ed in questi giorni stannodando fondo a tutte le proprie risorseper continuare a far sopravvivere ilgiornale cartaceo e la diffusionecapillare delle idee che esso consente,ed insieme ad esso le proprie giusteragioni e diritti di lavoratori elavoratrici. Un abbraccio.

Luigi Altamura (Ba)

Il couponin una busta

Sono le 8 del 4 gennaio 2012, hoscaricato ora ora il giornale (non l’hoancora sfogliato); ovviamente homesso il coupon dell’abbonamento inuna busta (come farò ogni giorno) equando saranno abbastanza ve liinvio. Grazie dell’ottimo lavoro.

F. Mencaraglia via e-mail

Per ora stampiamolo noi

Gestisco un centro servizi a Genova eintendo stampare delle copie di“Liberazione” per sostenere la lotta delgiornale. La pubblicazione di pagineaccoppiate rende quelle pagine didifficile lettura. La separazione delledue pagine rende la stampa unprocesso macchinoso. Nei prossiminumeri potete pubblicare tutte lepagine separate?

Filippo Parodi Genova

Noi vogliamole assunzioni

Sono Michele Nitti, meglioconosciuto come ex dipendente dellastorica azienda Trenitalia e vi raccontocome la mannaia del licenziamentosia calata sulla testa di 800 lavoratoriItaliani. Molti hanno contribuito contante proteste legali e non, altri stannoancora investendo tutte le loro forzevitali combattendo freddo elontananza dalle famiglie da oltre 1mese a 40 metri di altezza sulla torrenella stazione di Milano, altri con losciopero della fame sulla palazzina delparco Prenestino a Roma, altrioccupando un palazzo in costruzionedella Banca Intesa a Torino, altriancora invadendo disperati la stazionedi Messina. Lo slogan dell’Italia unitadei 150 anni almeno nel settoreferroviario non convince nessuno!Cara Trenitalia Istituzioni, noivogliamo le assunzioni e lo ripetiamocon rabbia. Il mondo politico è insubbuglio, i consumatori tentano unaclass action, i dipendenti cercano diricucire questo paese con i treni, maTrenitalia è ferma sul principio pococonvincente dell’antieconomicità delservizio notturno e l’avvento degliaerei low cost. Allora istituiamo anchein Italia i treni low cost e collochiamogli 800 lavoratori licenziati. Si punta

tutto sull’alta velocità chesull’Adriatico non esiste, si spendonoben 1,5 mld di euro per ristrutturare59 Frecciarosse con l’abolizione delleclassi ed introducendo le vetture delsilenzio dove i bimbi non potrannoforse accedere, le vetture con saletteriunioni forse non per anziani ofamiglie appartenenti ad un targetdirigenziale a discapito dei trenistrapieni. Il progetto finale delle Fs èquello di integrare ed intersecare iltrasporto pubblico locale con ilFrecciarossa nei 2 hub di Roma eBologna e se così deve essere non fatepiangere queste 800 famiglie chehanno perso lavoro e dignità! Visto ilprogetto, Trenitalia e Regioni integrinoquesta gente qualificata da anni abordo dei treni regionali che grazie agliinterventi statali e regionali si sonoincrementati negli ultimi tempi.Possono adempiere a qualsiasicompito, sono preparatiprofessionalmente. L’istanza di aiuto èrivolta da tutti noi 800 lavoratori alGoverno, ai presidenti di Regione, aiparlamentari di qualsiasischieramento, a tutti gli assessori aiTrasporti, ai sindaci di tutte le città diquesti lavoratori feriti, ai sindacatinazionali tutti, a chiunque abbia unminimo di forza politico-sociale perfar tornare sulla bocca di questidipendenti un po’ di sorriso e ditranquillità attraverso la ricollocazionenel trasporto pubblico locale perchéqueste persone si sentono “ferrovieri”o forse lo sono.

Michele Nitti via e-mail

Una collettaper i parlamentari

Cara “Liberazione”, «come volevasidimostrare» è proprio il caso di dire. Lacommissione parlamentare halavorato per costruire una verità falsa: inostri parlamentari sono dei poveriindigenti, a confronto degli altriparlamentari europei. Senza troppafantasia e con molta faccia tosta,adesso che impongono a lavoratori epensionati enormi sacrifici, iparlamentari italiani (forse) sitoglieranno 500 euro per dimostrare laloro grande buona volontà e tra seimesi-un anno si aumenteranno dinuovo lo stipendio di 1.000 euro senon di più. D’altronde, ogni popoloha i parlamentari che si merita.

Paolo De Prai via e-mail

Cuneo, due carteda giocare

Il risultato delle primarie delcentrosinistra ha sicuramente“spiazzato” vecchi schemi dellapolitica cittadina. Delegittimare GigiGarelli non vuol dire delegittimaresolo il vincitore di queste elezioniprimarie o l’aggregazione di forze chel’ha sostenuto: vuol dire delegittimarele cittadine, i cittadini, i giovani, imigranti. Tutti coloro i quali si sonomobilitati domenica 27 novembre perscegliere il candidato sindaco delcentrosinistra. Garelli, che proviene dalmondo fecondo dell’associazionismoe che non è iscritto a Rifondazione,ora ha il compito di coagulare le forzedel centrosinistra, allargando poi lacoalizione a tutte quelle forze politichee liste civiche disponibili asottoscrivere questa carta d’intenti,vero collante delle coalizione. Il puntodi partenza non può che esserel’attuale coalizione di governo della

città, di cui Rifondazione Comunistafa parte sulla base di un programmacondiviso. Questo lavoro non puòesimersi dal coinvolgere l’attualesindaco Valmaggia poiché, comeabbiamo scritto nelle linee guida per leprimarie sulla continuità del lavoroamministrativo svolto in questi anni,vorremmo innestare nuove proposte enuovi percorsi. Continuità edinnovazione: giustamente Valmaggia,garante delle elezioni primarie delcentrosinistra, è stato coinvolto findall’inizio nella fase di costruzione delprogramma per le elezioniamministrative del 2012. Garelli eValmaggia sono le due carte da giocareper presentarsi credibili e vincentiall’appuntamento delleamministrative di primavera. Per quelche riguarda noi (e per noi intendo laCostituente dei Beni Comuni, unmovimento coeso sui principiprogrammatici ma molto apertoall’esterno, che presenterà una proprialista unitaria alle comunali) riteniamoche i Beni Comuni e il lavoro sianouna nozione costituentedell’alternativa di società e sono pernoi una battaglia strategica: unprogramma politico di aggregazionedi tutti coloro che ritengono i benicomuni e il lavoro la strada attraversocui superare la mercificazione dellecose e dei rapporti sociali favorendonel contempo la partecipazionepopolare. Un processo per noidavvero costituente che dialogadirettamente con i cittadini singoli oassociati, che non considera ilconfronto come possibile ma centrale:un dialogo diretto e partecipato sututto ciò che avviene fuori dalle stanze,fuori da palazzo, dentro la città apartire da acqua, urbanistica,infrastrutture, nomine. Ad ognunodunque il proprio compito, per il benedella nostra città.

Fabio Panero consigliere comunale Prc, Cuneo

La condizione carceraria

La condizione carceraria italiana faacqua. Gli istituti penitenziari sono206 e i detenuti sono più di 67.000. Lacapienza regolamentare è però ben aldi sotto della popolazione carceraria. Ireclusi in più sono oltre le 21.000unità. Immagino che sarà difficile dareconcretezza al precetto di rieducare chiè incappato nelle roventi maglie delcodice penale. Per completare il foscoquadro, occorre aggiungere che quasi15.000 detenuti sono in attesa delprimo giudizio. Poco meno di 25.000carcerati sono stranieri. Dal primogennaio al 5 dicembre 2011 i suicidisono stato 60. Numeri che fanno malea chi sta dentro, ma anche a chi stafuori.

Fabio Sìcari Bergamo

Sciopero: se non ora, quando?

Sono andato all’Inps per farmirilasciare il prospetto delle 13 mensilitàdella mia pensione di 1.283 euro netti,così come congelata dal GovernoMonti, per il 2012. Su ogni mensilità,per il blocco dell’indicizzazione del3,50%, più circa il raddoppiodell’addizionale comunale Irpef edell’acconto sull’addizionalecomunale, perdo circa 46 euro netti,57 lordi, ogni mensilità. Totale circa600 euro annui. Viva l’equità: colpita

una pensione di 1.283 euro netti!Pagano quelli che hanno semprepagato. Se i sindacati non si decidono,oltre agli scioperi della Fiom, a faresciopero ad oltranza fino alla revocadelle misure sul blocco delle pensionie sui pensionandi, vedi sette anni inpiù, nonché sul blocco degli stipendidegli statali, in un momento in cui èprevedibile l’arrivo di una enormeinflazione, temo che il signor Montivedrà ben presto gli effetti della suamanovra: recessione. E rischio didisordini sociali. Lo sciopero è l’unicaarma democratica che hanno ilavoratori. Se non ora, quando? Perquel che mi riguarda mi asterròulteriormente, come difesa e comerivincita sociale, dall’acquisto di tuttociò che non sia strettamente di primanecessità. E attenzione: all’essenzialitàci si abitua; e può anche piacere.

Giuseppe Casagrande via e-mail

Orariocontinuato

Egregio direttore, un tempo nonlontano i negozi non chiudevanodurante la giornata e i titolari eranocostretti a pranzare/cenare nel retrodel negozio. Ma non basta. A voltedovevano servire i clienti con ilboccone ancora in bocca. Poi ci sonostati i cambiamenti, e così i negozihanno avuto il loro tempo di pausastabilito dai Comuni. Conl’espansione della grandedistribuzione, l’orario continuato èdiventato una normalità e il piccolocommercio ha sofferto questa novitàche ha messo in difficoltà tanti negozia conduzione familiare, o condipendenti da pagare. Adesso con laliberalizzazione degli orari di aperturail Governo (insieme ai Comuni) vuoleche i negozi mantengano gli stessiorari degli ipermercati e centricommerciali. Praticamente si stacorrendo dietro alla grandedistribuzione con la differenza cheloro i numeri li fanno, mentre ilpiccolo esercizio arranca e rischia dichiudere perché fa fatica a rimanere sulmercato. Poi ci sono i negozi gestiti dastranieri che non chiudono mai, maquesta è un’altra questione che leAssociazioni di categoria devonoaffrontare per tutelare i loro associati.E i politici? Silenzio assoluto!

Marino Bertolino via e-mail

In memoria di mio padre

Quando cambia la vita perché ti scopripiù debole, ti hanno diagnosticato untumore, gli approcci possono esseremolteplici. Ci sono personerinunciatarie, che si deprimono eaddirittura non vorrebbero curarsi. Ilmale li vince prima se possibile. C’èchi invece cerca di continuare a viverenormalmente, si cura con terapietalvolta molto pesanti, lavora e trovaproprio in ciò a cui ha sempre rivoltola sua energia e la sua passione la forzaper guardare avanti, per porsi deinuovi obiettivi, delle nuove mete daraggiungere. Questo abitua aconvivere con un male così forte, cosìinvadente come quasi sempre è untumore. Davanti c’è la speranza che lamalattia diventi cronica comepurtroppo poco spesso ancora accade.Il destino è lì dietro l’angolo, pronto aregalarti qualcosa oppure a non fartinessuno sconto.

Alessandro Bovicelli Bologna

“Rubrica lettere” viale del Policlinico 131 - 00161

Roma - fax: [email protected]

“Liberazione”, una lotta in difesa dell’informazione libera e indipendente, una lotta per i diritti sacrosanti del lavoro

[email protected]&commentilettere7giovedì 5 | gennaio 2012 |

Page 7: liberazione 5 gennaio 2011

> S. Andrea Ionio (Cz)Aspettando la Befana... dalle 19tombola, karaoke, zeppole, giochi etante altre sorprese: appuntamentonella sede dell’associazione“Primavera andreolese”, in via AldoMoro.

> Spinoso (Pz)Giovedì alle 19 al Piccolo Teatro “E.Guerriero” secondo appuntamentocon la rassegna cinematografica“Dentro la vita” con la proiezionedel film Welcome di P. Lioret. Unfilm di rara potenza e bellezza chetoglie il respiro, con una scritturaper fetta e una regia magistrale:un’emozionante storia d’amore e diamicizia. Il protagonista è uninsegnante di nuoto in una piccolacittadina che si apre alla Manica, lasua vita cambia quando incontraBilial, un giovane curdo che haattraversato l’Europa da clandestinoper raggiungere la sua ragazza inInghilterra. L’unica possibilità perBilial di realizzare il suo sogno èattraversare la Manica a nuoto e ilsuo coraggio convincerà Simon asfidare la legge per aiutarlo. Un filmappassionante che è stato premiatoal Festival di Berlino e ha vinto ilprestigioso Premio Lux delParlamento Europeo come migliorfilm del 2009.

> BariConferenza stampa di presentazionedel progetto Sguardi di piacevoleattesa giovedì alle 11 nella sededell’assessorato alle Infrastrutturestrategiche e alla Mobilità, via G. DeRuggiero 58; intervengonoGuglielmo Minervini, assessoreregionale alle Infrastrutturestrategiche e alla Mobilità; MicheleSuma, presidente dell’associazione“Sguardi”; Roberto Pagone, direttoreTerritoriale Produzione di ReteFerroviaria Italiana (Gruppo FS);Giulio Mastromauro, regista autoredi “Amor taciuto”, una delle opereselezionate per “Sguardi di piacevoleattesa”.

> NapoliDal 5 al 15 gennaio alle 21 alRidotto del Mercadante, piazzaMunicipio, lo spettacolo Eleonora,ultima notte a Pittsburgh di Ghigode Chiara, con Anna MariaGuarnieri, regia di MaurizioScaparro (nelle date 6, 8, 12, 15gennaio alle ore 18).

> Cassino (Fr)Per l’Atina Jazz Winter... giovedì alle17 anteprima winter concertocarcere con Danilo Rea, chereplicherà alle 21.30 al TeatroManzoni (ingresso 12 euro);l’incasso della serata servirà afinanziare le iniziative di solidarietàa favore della casa circondariale diCassino.

> RomaNote da Museo Napoleonico, piazzadi Ponte Umberto I 1, alle 21,Quintetto Jazz Classico: la musicaswing e il Jazz classico d’oltreoceano, con brani di BennyGoodman, Glen Miller, DukeEllington; ingresso libero fino adesaurimento dei posti disponibili.Prenotazione consigliata allo060608.

Giovedì alle 21.30 DungeonElite+Sostanze Records party inconcerto al Traffic Club, viaPrenestina 738.

Sabato alle 16 al Casale PodereRosa, via Diego Fabbri, La befanasmemorata: spettacolo conburattini liberamente tratto da “LaFreccia Azzurra” di Gianni Rodari.Colorato, fantasioso, comico eromantico, lo spettacolo vedrà qualiinterpreti un educatore-attore e delle

calze-burattini e coinvolgerà ibambini grazie a canzoni,filastrocche e interazioni di variogenere. Un susseguirsi di avventure ecolpi di scena che vedranno comeprotagonisti i giocattoli. Nonostantela vena allegra e giocosa checaratterizza l’intero spettacolo, itemi trattati aiuteranno i bambini ariflettere sull’amicizia e la lealtà.Tutto ciò sarà possibile grazieall’aiuto dei piccoli spettatori, cheverranno sempre coinvolti comeassoluti co-protagonisti. Alla finetutto sarà risolto e la Befana arriveràa salutare i bambini e donare lorol’ultimo dolcino delle feste! Stanca edelusa da una vita dedicata alservizio della Befana, la scopavolante si ribella e decide diammutinarsi relegandoapparentemente la vecchina in unostato di confusione mentale. Questavolta i regali del 6 gennaio verrannoconsegnati solo a bambini ricchi efacoltosi accontentati nelle lororichieste solo in cambio di lautemance. Con i soldi ricavati, la scopaintende cambiar vita e volare verso ilsuccesso e la notorietà. Preoccupatidall’evolversi degli eventi, igiocattoli esposti nella bottega dellaBefana decidono di fuggire a bordodi un bizzarro aeroplanino, il JumboMambo. L’aereo decolla la nottedell’Epifania, la destinazione èquella decisa dalla Befana. Tutti ibambini del mondo dovranno averei loro regali, senza alcunadistinzione. La missione siconcluderà con successo e la scopaverrà smascherata. Ingresso asottoscrizione: per gli adulti(genitori e accompagnatori) èrichiesta la tessera soci del Casale(per in non soci la richiesta diiscrizione 2012, costo annuale 5euro).

Electro, techno, breakbeat. Al csoaVillaggio Globale, via Monte deiCocci 22 - Lungotevere Testaccio 1,giovedì alle 22 Witches are back!100% girls in consolle: “Suit Keidrastic beat”, “Miss Le Viol killertits”, “Kemikal Girl psycho killers” e“Iffe nmk”. Ingresso a sottoscrizione(3,50 euro).

Domenica al Circolo degli Artisti,via Casilina Vecchia 42, a ROMA,Wi-Fi Art presenta Il donodell’attimo, a partire dalle 19 coningresso libero. “…per rivelare nonper mostrare, per mettere a nudosenza compiacimenti, per indagarenell’ombra e offrirci nuovamentequell’attimo di sottile piaceredimenticato”. L’associazioneculturale “La Discordanza” presenta

un evento artistico multiforme dovela danza e la fotografia siincontrano: le fotografie in mostra ele danzatrici in scena si confrontanonello stesso spazio rivelando le une isegreti delle altre e dando luogo asimultanee percezioni dell’attimodanzato. Coreografie di LauraMiscio, foto a cura di AlessandroMarchetti e Riccardo D’Antimi.Musica di Abel Korzeniowski dallacolonna sonora del film “A singleman”. Collettiva di artisti sul temadella danza espongono: AlbinoTonnina, Dorotea Zanca, Mattia LaTorre, Valeria D’Avossa, SimoneLettieri, Irina Mattioli, AriannaFiore, Manuela Luzi, Bianca Corica,Giorgia Papetti, Giuseppe Aiello,Hans Christiansen, Eleonora Lippi.Aperitivo dalle 19 free entry;selezioni musicali Paolo Teta Roarrdj set. Per informazioni: 0670305684; [email protected].

Giovedì Note da Museo allaCentrale Montemartini, via Ostiense106: alle 17 Quartetto d’archi conla musica swing e il jazz classicod’oltre oceano, tra brani di BennyGoodman, Glen Miller e DukeEllington. Ingresso con biglietto delmuseo fino ad esaurimento dei postidisponibili.

Giovedì ai Musei di Villa Torlonia,via Nomentana 70, alle 21Commedie nell’arte: portare ilteatro “in giro” come un tempo.E inquesto caso, in giro per i musei nelterritorio di Roma Capitale. In ungioco di reciproca rivalutazione, ilteatro, gli spazi museali e le opere inessi esposte diventano una cosa sola.Tutte le arti sullo stesso carro diTespi, pronte a scambiarsi intenti efunzioni, a richiamare l’attenzionel’una sull’altra e a suggerirsireciprocamente nuovi spunti. Inquesto contesto, si vuole unireall’ideale carro un’altra arte: quelladi raccontare il Natale, comeesperienza collettiva diaggregazione, come strumento dianalisi della storia di Roma e dellamemoria dei suoi cittadini. Dunque,così nasce l’idea di uno spettacoloda proporre in uno spazio musealenel periodo natalizio. Ingresso conbiglietto del museo fino aesaurimento dei posti disponibili.Prenotazione consigliata allo060608.

Alla Casa del Jazz, viale di PortaArdeatina 55, alle 21 ClaudioFilippini Trio in concerto inoccasione della presentazione delsuo nuovo cd intitolato “TheEnchanted Garden”, realizzato per

Cam Jazz; ingresso 10 euro.

> Monterotondo Scalo (Rm)Si scrive acqua ma si leggedemocrazia. La terra non è ereditàricevuta dai nostri padri, ma unprestito da restituire ai nostri figli.Giovedì alle 19.30 a “Il Cantiere”,via Aldo Moro snc, iniziativa adifesa dell’acqua.

> Senigallia (An)Brusco & Roots in thesky+Caligula Sound in concertogiovedì alle 22 al Mamamia.

> FirenzeThe Disciples+Jah Station Sound inconcerto venerdì alle 22 al Flog.

> San Miniato (Pi)Venerdì alle 21 al teatro comunaleQuaranthana, La corte dei Miracoli in Serata Magica: sul palco delQuaranthana si alternerannoimportanti prestigiatori delpanorama nazionale e non solo, tracui Mirko Melegatti, campioneitaliano di magia di scena e Dash,noto prestigiatore specializzato inmagia parlata e micromagia.Presenta il mago Alex pronto adammaliare gli spettatori con i suoinumeri di cartomagia. Ingresso 6euro.

> Bientina (Pi)Venerdì alle 17 al Teatro delle Sfide,via XX Settembre 30, specialeBefana con Mago Chico nellospettacolo Ombre di magia di e conFederico Pieri.

> ModenaA TeTe - Teatro Tempio, viale Cadutiin guerra 192, sabato e domenicaL’albero del pane, con eventi espettacoli per bambini fino ai 90anni e oltre organizzata da GruppoDarte Peso Specifico. Sabato alle 10laboratorio di costruzione di boulede neige” a cura di Precariart; alle11.30 Caccia al Tesoro e alle 16.30 lospettacolo “Storia di pane” di e conAngelo Burico e Cristina Carbone(ingresso 6 euro). Alle 21 laconferenza “La potenzialità delbambino interiore e la crescitaumana” con la docente Maria RitaParsi psicoterapeuta, scrittrice,docente, presidente dellaFondazione Movimento Bambino.Domenica Giornata dedicataall’artista Antonio Catalano: alle 16percorso artistico Mondi Fragili,mostra spettacolo di e con AntonioCatalano; dalle 17 mostra aperta.Ingresso libero. Per info eprenotazioni: 380-3696993.www.teatrotempio.it,

www.pesospecificoteatro.org.

> GenovaBasta sangue, pace e diritti per ilpopolo kurdo. L’associazione SenzaPaura di Genova organizza pergiovedì 5 gennaio dalle 17.30 inpiazza De Ferrari, sotto la sededell’ambasciata della Turchia, unpresidio di protesta contro larepressione violenta del popolokurdo.

> Segrate (Mi)Giovedì alle 22 Dellera & The Judasin concerto al Circolo Magnolia, viaCirconvallazione Idroscalo 41,“Festa della Befana”; ingressogratuito con tessera Arci. Dellera,così gli piace farsi chiamare, èconosciuto come autore e bassistadegli Afterhours e comeprotagonista di numerosecollaborazioni, lavorando con artistiquali “Dente”, “Il Genio” e “Calibro35”.

> MilanoSabato dalle 22.30 all’Alcatraz, viaValtellina 21, serata Milano rock conLive Band e Redhotribu; a seguiredj set fino alle 4; ingresso donna 10euro con consumazione compresafino alle 24 (con la stampa dellariduzione dal nostro sitowww.alcatrazmilano.com); ingressouomo 14 euro con consumazionecompresa. Dopo la mezzanotteingresso 14 euro per tutti, conconsumazione compresa.

> TorinoScusate, scusate, scusate...rettifichiamo di seguito la notiziapubblicata ieri in pagina nella fotocentrale. LibereVisionicinematografo liberatariounderground presenta la rassegna“Oh, my bike! La bicicletta e ilcinema”. Il termine “bicicletta”nasce in Francia intorno al 1860rimpiazzando quello di“velocipede”, nello stesso paese, 30anni dopo nascerà il cinema. Ilcinema ha spesso utilizzato labicicletta come elemento filmicocaratterizzante in alcune pellicolemolto note (come ad esempio“Ladri di biciclette” di De Sica).Così abbiamo deciso di proporviuna piccola selezione di filmsull’argomento, equamente divisi frafiction, film d’animazione edocumentari. Martedì 10 alle 21.30a Machè, via della Consolata 9/g,proiezione del film Le biciclette diPechino di Wang Xiao-shuai(ingresso con tessera Arci). Unragazzo trasferitosi dalla campagnaalla città trova lavoro come corrieree l’agenzia gli fornisce in “prestito”la bicicletta con cui svolgere illavoro. La bici gli viene rubata daun ragazzo di città che la vuoleutilizzare per far colpo su unaragazza. È lo scontro tra il mondorurale che rappresenta il bisogno ela sopravvivenza e quellometropolitano, che pur non essendorealmente “ricco” è dominato dalbisogno di possesso e dalla continuagara nel mostrare i simboli di unproprio opinabile “successo”.Durante gli inseguimenti per ilpossesso della bici, il regista cimostra Pechino e le sueincongruenze: lussuose abitazioni eterme private al fianco di casemiserevoli, quartieri tecnologicivicino a quelli popolari abitati dabambini nudi e cani randagi. Acollegare questi “estremi” c’è unelemento che crea uno sfondocomune: il fiume di bici chepercorre le strade di Pechino.

> Casale Monferrato (Al) Domenica alle 19 FabrizioCammarata, leader dei “The secondgrace” sul palco del circolo arciPantagruel, via Lanza 28.

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Domenica alle 11 aPIOLTELLO (Mi),in via Perugino (difronte all’ufficiopostale), assembleadegli operai di tuttele cooperative e deilavoratori chelottano contro ipadroni, indetta dalpresidiopermanenteEsselunga. Dal 27novembre davantiallo stabilimento divia Giambologna èin atto uno scioperocon presidiopermanente doverealtà solidali elavoratori di altrecooperativesostengonoconcretamente lalotta degli operaiEsselunga.

Presidio dei lavoratori dell’Esselunga

giovedì 5 | gennaio 2012 | 8