Lezione di diritto processuale civile pp5

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Lezione di diritto processuale civile pp5 Anno accademico 2013/2014

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Lezione di diritto processuale civile pp5. Anno accademico 2013/2014. I presupposti processuali relativi all’oggetto del giudizio. 1. La domanda. Il principio della domanda. - PowerPoint PPT Presentation

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Lezione di diritto processuale civile pp5

Anno accademico 2013/2014

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I presupposti processuali relativi all’oggetto del giudizio

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1. La domanda

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Il principio della domanda

• Il processo civile ha inizio solo a seguito di una domanda formulata da un soggetto privato o da un soggetto pubblico, non può mai muovere da un impulso d’ufficio, artt. 99 e 112 c.p.c.

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La domanda

• E’ presupposto del processo che l’atto introduttivo contenga in sé gli elementi per identificare una domanda, in particolare il diritto di cui si chiede la tutela, che costituisce l’oggetto del giudizio

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Elementi di forma contenuto

• Per assicurare questo presupposto processuale, il legislatore introduce alcuni elementi di forma contenuto dell’atto introduttivo, la cui mancanza integra nullità, ma con un regime vicino a quello della carenza di un presupposto processuale.

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Gli elementi di identificazione della domanda

• a) i soggetti;• b) il petitum;• c) la causa petendi.

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I soggetti

• L’atto introduttivo, sia esso citazione che ricorso, deve contenere la indicazione dei soggetti, ovvero delle parti del processo.

• Artt, 163, 2 n. 2 e 414, n. 2

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Il petitum

• Deve individuare, inoltre, l’oggetto della domanda, art. 163 n. 3 o la cosa oggetto della domanda, art. 414 n.3

• Da intendere:• - come petitum immediato: il tipo di

tutela finale chiesta dal giudice;• - come petitum mediato: il bene della

vita oggetto del diritto

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la causa petendi

• la fattispecie costitutiva del diritto• art. 163 n. 4• art 414 n. 4

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Il diverso rilievo della causa petendi in relazione al diritto

• DIRITTI AUTOINDIVIDUATI, che si individuano da soli, senza la necessità di indicare la fattispecie che li costituisce (diritti assoluti, es di proprietà, della persona)

• DIRITTO ETEROINDIVIDUATI, che si identificano con il fatto costitutivo (diriti relativi, es diritti di credito)

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Diritti potestativi• Diritti che consentono con un atto volontario del

privato di incidere sulla sfera giuridica di un altro privato, es domanda di annullamento del contratto:

• se autoindividuato, basta indicare l’effetto• se eteroindividuati, è necessario indicare il

singolo fatto-vizio all’origine dell’annullamento

• Il diverso peso rispetto al giudicato: preferibile eteroindividuati

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Regime dinamico• Se manca la domanda il processo non può

avere inizio e se ha inizio è destinato a concludersi con una sentenza di rito che declina il potere di pronunciare nel merito la esistenza del diritto.

• Si richiama il regime delle nullità, adattandolo ad un profilo relativo ad un presupposto processuale:rilevabilità anche d’ufficio in ogni stato e grado

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Art. 164, 5°

• Sanatoria con la rinnovazione o la integrazione della domanda mediante memoria, peculiarità:

• - la costituzione del convenuto non sana;

• - la sanatoria non ha efficacia retroattiva (gli effetti della domanda maturano all’atto del rinnovamento)

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Gli effetti della domanda

• Processuali• - litispendenza (art. 39)• - irrinunciabilità della domanda senza il

consenso del convenuto (art. 306 c.p.c.)• - perpetuatio jurisdictionis (art. 5 cpc)

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Effetti sostanziali della domanda (1)

• in quanto incidono direttamente sul diritto tutelato:

• - solo per la proposizione della domanda a prescindere dall’esito: interruzione della prescrizione (art. 2943,1 cc); impedimento al rinnovamento di rapporti di durata (art. 657, 1 cpc); impedimento di decadenze (art. 1442, 1 e 1449, 1, c.c.)

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Effetti sostanziali della domanda (2)

• Si producono dalla domanda ma soltanto se viene accolta: sospensione della prescrizione (art. 2945, 2 e 3 cc., “solo se accolta la domanda”); frutti dovuto dal possessore in mala fede (art. 1148 c.c.)

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Giudicato

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ne bis in idem• a) sullo stesso oggetto non può esserci un

giudicato quando già in un precedente giudizio si è formato giudicato (effetto negativo del giudicato).

• b) quando vi sono dei rapporti connessi in modo intenso (per pregiudizialità-dipendenza): il giudicato formatosi sul diritto pregiudiziale produce effetti nel giudizio avente ad oggetto il diritto dipendente (effetto positivo del giudicato).

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effetti

• Nel primo caso il giudice chiude il processo con una sentenza processuale che nega la tutela di merito.

• Nel secondo caso il giudice, pronuncia una sentenza consequenziale che tenga conto del giudicato sul rapporto o diritto pregiudiziale.

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Il giudicato formale• Quando si forma il giudicato, art. 324 c.p.c.• quando contro la sentenza non sono più

esperibili rimedi ordinari: appello; ric. per cassazione; revocazione per i motivi di cui ai nn. 4 e 5 dell’ art. 395 c.p.c.; regolamento di competenza.

• (restano esclusi perché straordinari, l’opp di terzo e la revocazione per gli altri motivi).

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Giudicato delle sentenze di rito

• Ha efficacia solo all’interno del processo in cui sono rese, con esclusione:

• delle sentenze della Corte di Cassazione che regolano la giurisdizione e la competenza

• Art. 310, 2 c.p.c.

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le sentenze di merito

• Producono il c.d. giudicato materiale o sostanziale, accertando l’esistenza o inesistenza del diritto, sono destinate a produrre effetti fuori dal processo in cui sono rese, producendo effetti negativi (giudicato sullo steso diritto) o effetti positivi (giudicato su diritto dipendente)

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L’ambito oggettivo del giudicato materiale o sostanziale

• Si individua attraverso tre limiti:• a) limiti oggettivi;• b) limiti soggettivi;• c) limiti cronologici

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• Limiti oggettivi

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Limiti oggettivi

• Primo profilo: si individuano dalla domanda o dalla sentenza.

• Ci possono infatti essere difformità:• a) per ragioni fisiologiche• b) per ragioni patologiche

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Ragioni fisiologiche

• Quando il giudice deve giudicare su domande condizionate (accertamento per risoluzione ipso iure del contratto; risoluzione con sentenza del contratto) oppure domande alternative (condanna al pagamento per danni dovuti a illecito contrattuale o ad illecito extra contrattuale).

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segue

• Se il giudice pronuncia su una domanda, accogliendola, non pronuncia sull’altra perché assorbita, la subordinata oppure l’alternativa.

• Il giudicato si forma solo sulla domanda alla quale il giudice ha effettivamente dato risposta con il suo giudizio finale, dunque si misura sulla sentenza.

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Per ragioni patologiche

• Pronuncia oltre la domanda o in difetto di domanda (per eccesso o per difetto: violazione dell’art. 112 c.p.c.).

• Il giudicato si forma sulla sentenza e non sulla domanda.

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Come si relaziona il giudicato con la successiva domanda?

• Se la successiva domanda ha ad oggetto lo stesso diritto il giudicato produce effetti diretti sul medesimo, impedendo che si pronunci un nuovo giudizio nel merito e rendendo necessaria una sentenza di rito che escluda il giudizio di merito per esservi precedente giudicato.

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Diritti autoindividuati

• Il giudicato ha limiti oggettivi particolarmente ampi nei diritti autoindividuati, poiché una qualsiasi domanda successiva abbia ad oggetto un diritto costituito da fattispecie diversa, è impedita dal giudicato in quanto il diritto non si individua con il fatto e perciò è sempre lo stesso.

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Diritti eteroindividuati

• Nei diritti eteroindividuati i limiti oggettivi del giudicato sono più ristretti, poiché con l’allegazione di un diverso fatto costitutivo il diritto è differente e dunque può essere oggetto di un accertamento o di un giudizio successivo.

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esempi• Il giudicato sul diritto di proprietà fondato

su un acquisto a titolo derivativo esprime efficacia diretta e impedisce un giudizio sul diritto di proprietà costituito da una fattispecie di acquisto a titolo originario.

• Il giudicato sul diritto di credito fondato su un rapporto di mutuo non impedisce un nuovo giudizio sul diritto di credito della stessa misura fondato su una ripetizione dell’indebito.

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Effetti riflessi• Se il giudicato ha ad oggetto un altro

diritto, normalmente non produce alcun effetto sul giudizio successivo che ha ad oggetto il diverso diritto.

• Tuttavia se tale diverso diritto ha un nesso particolarmente intenso con quello oggetto di giudicato, il giudicato potrebbe esprimere effetti riflessi nel giudizio relativo al diverso diritto.

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La pregiudizialità di pendenza• Vi sono casi in cui un diritto (x) è elemento

costitutivo della fattispecie di un altro diritto (y).

• (x)+a+b= (y)• Il diritto x, unito ai fatti storici a e b,

costituisce la fattispecie del diritto y.• Esempio: lo status unito al bisogno e alle

capacità dell’obbligato costituisce in capo all’avente diritto il credito alimentare.

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Conseguenze

• Se si forma giudicato sullo status o in generale sul diritto x, quel giudicato non si può più discutere ed ha quindi effetti riflessi nel giudizio sul diritto y.

• Quindi: il giudicato sul diritto pregiudiziale produce effetti sul giudizio relativo al diritto dipendente (effetti positivi o riflessi del giudicato)

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Riferimento normativo

• Art. 2909 c.c. L’accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato ad ogni effetto ...

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E’ vero il contrario?• Il giudicato che si forma sul diritto

dipendente y, produce effetti anche sul giudizio successivo che ha ad oggetto il diritto x, poiché il diritto x viene accertato quale elemento costitutivo del diritto y?

• Esempio: il giudicato sul credito alimentare fa stato anche nel giudizio avente ad oggetto lo status in ordine all’esistenza dello status, elemento costitutivo del credito alimentare?

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La risposta è negativa• Art. 34 c.p.c. Il giudice “se per legge o per

esplicita domanda è necessario decidere con efficacia di giudicato una questione pregiudiziale..”

• Quindi, per accertare con efficacia di giudicato è necessario che lo stabilisca la legge (es. art. 124 c.c., bigamia) oppure da domanda di parte. In difetto l’accertamento è incidenter tantum.

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Accertamento incidenter tantum

• Si ha accertamento incidenter tantum quando il giudice deve accertare un diritto pregiudiziale al solo scopo di accertare con efficacia di giudicato il diritto dipendente. Perché si abbia accertamento con efficacia di giudicato sul diritto pregiudiziale è necessaria la domanda della parte.

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Conseguenza

• L’accertamento incidentale di un diritto pregiudiziale non è mai implicato, ai fini del giudicato, quando si forma giudicato sul diritto dipendente, salvo domanda espressa della parte o previsioni di legge.

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La pregiudizialità logica

• Il giudicato su uno degli effetti del rapporto implica logicamente e dunque si esprime nei limiti oggettivi anche sull’esistenza del rapporto.

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Esempi

• La condanna al pagamento del prezzo o alla consegna del bene, implica l’accertamento dell’efficacia della compravendita.

• La condanna al pagamento di una rata di mutuo, implica l’accertamento sull’esistenza ed efficacia del mutuo.

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Conclusione

• Il giudicato su un diritto che è effetto di un rapporto, implica, ai fini dei limiti oggettivi, il giudicato sull’antecedente logico necessario, ovvero sull’esistenza del rapporto contrattuale o extra contrattuale e sulla sua efficacia.

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• Limiti soggettivi

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Il contraddittorio

• Tendenzialmente il giudicato, dal punto di vista soggettivo, dovrebbe esprimersi solo nei confronti delle parti che hanno effettivamente partecipato al processo, potendo in esso contraddire, ma questo non è principio assoluto poiché vi sono casi che il giudicato si esprime anche nei confronti di soggetti che non sono stati parti del processo.

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i limiti oggettivi

• Perché si abbia un giudicato ultra partes è necessario indagare nell’ambito dei limiti oggettivi (l’efficacia ultra partes non può contraddire i limiti oggettivi, come sono stati definiti)

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effetti riflessi

• Non potendosi ipotizzare il caso dei limiti oggettivi in relazione allo stesso diritto (i soggetti sono differenti), si deve ragionare sugli effetti riflessi del giudicato dal punto di vista oggettivo

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ancora il contraddittorio

• Ma non si può far coincidere i limiti soggettivi con i limiti oggettivi, ritenendo che ogni qual volta vi sia efficacia riflessa nei rapporti di pregiudizialità-dipendenza, vi è anche efficacia ultra partes, perché ne risulterebbe violata la regola del contarddittorio

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Deroghe• Ma a questi principio si pongono alcune

deroghe, che giustificano (queste soltanto) una deroga ai limiti soggettivi del giudicato:a) i casi nei quali il diritto di azione deve essere fatto prevalere al diritto di contraddire;b) i casi nei quali il diritto sostanziale ammette l’efficacia riflessa ultra partes

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Prevalenza del diritto di azione

• Acquisto del diritto controverso:• a) dopo il giudicato;• b) dopo la litispendenza

L’acquisto a titolo derivativo costituisce sempre un fenomeno di pregiudizialità-dipendenza.

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Pregiudizialità di pendenza

• titolo derivativo, il diritto del dante causa è elemento della fattispecie del diritto dell’avente causa.

• (x)+a=(y)• dove a è il contratto di cessione, (x) è il

diritto del dante causa e (y) è il diritto dell’avente causa.

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Rilevanza del momento della cessione

• La cessione del diritto controverso avviene dopo il formarsi del giudicato sul diritto oppure dopo la litispendenza, ovvero dopo che il processo è stato introdotto.

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Cessione post giudicato• Il riferimento normativo è l’art. 2909: • “L’accertamento contenuto nella sentenza

passata in giudicato fa stato … tra le parti, i loro eredi o aventi causa”.

• La cessione può avvenire a titolo particolare, come anche a titolo universale (eredi). Dunque il giudicato che si forma tra le parti, se la cessione è successiva alla cosa giudicata, fa stato nei confronti degli eredi e degli aventi causa.

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Cessione dopo la litispendenza

• Art. 111 cpc:• “La sentenza pronunciata contro questi ultimi

(n.d.r. alienante e successore) spiega i suoi effetti anche contro il successore a titolo particolare”.

• Dunque se la successione avviene dopo la litispendenza il giudicato che si forma tra le parti originarie produce effetti anche nei confronti del successore, ancorché quest’ultimo non sia parte formale del processo.

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Sostituzione processuale

• In particolare nell’art. 111 cpc si crea il fenomeno della sostituzione processuale ovvero dopo il trasferimento il processo prosegue tra le parti originarie e il successore a titolo particolare non è il litisconsorte necessario,può intervenire, essere chiamato o appellare (1° e 2° comma).

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Acquisto anteriore alla litispendenza e al giudicato

• Se la cessione avviene prima del giudicato e della litispendenza il successore non potrà mai subire gli effetti della sentenza e dovrà essere citato,come parte necessaria, nel processo.

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Ratio della deroga al principio del contraddittorio

• L’eccezionale ipotesi di deroga al principio del contraddittorio si giustifica sul piano costituzionale (art. 24, art. 111) per la necessità di far prevalere il diritto di azione sul diritto a contraddire:

• a) se l’attore ha ottenuto una tutela irrevocabile con un giudicato non può vedersela inficiata solo perché l’altra parte ha ceduto un diritto ad un terzo;

• b) l’attore che ha correttamente citato in giudizio il titolare del diritto/obbligo non può essere costretto ad inseguire durante il processo tutti i possibili aventi causa per ottenere un giudicato loro opponibile

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Effetto per l’attore• Nel secondo caso, in difetto di un’efficacia ultra

partes del giudicato, l’attore non subirebbe semplicemente effetti rituali,ovvero una declaratoria di carenza di legittimazione passiva della controparte per l’avvenuta cessione, ma un effetto di merito, poiché il diritto ceduto, già oggetto del processo originario, dopo la cessione si estingue e non esiste più, sorgendo un nuovo diritto in capo all’avente causa con una fattispecie costitutiva coincidente con il diritto del dante causa e l’atto di cessione.

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Soluzione processuale• Pertanto,il processo attraverso l’art. 111

cpc tende ad ovviare a queste gravi difficoltà incontrate dall’attore:

• a) forzando il contraddittorio e consentendo che il processo continui tra le parti originarie;

• b) modificando l’oggetto del giudizio ex lege,avendo questo non più il diritto originario, ma il diritto risultante dalla cessione.

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Applicazione art. 111 cpc• Per definire l’applicazione dell’art. 111 cpc è

necessario confrontare la sua applicazione con le leggi sulla circolazione dei diritti:

• a) se trattasi di mobili o crediti la litispendenza deve avere data certa anteriore alla cessione;

• b) se trattasi di beni immobili, è necessario che la litispendenza abbia luogo con un atto introduttivo trascritto in data anteriore alla trascrizione della cessione.

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Salvezza degli acquisti a titolo originario

• L’art. 111 cpc, ultimo comma converte in regola processuale la regola sostanziale secondo la quale gli acquisti a titolo originario prevalgono sempre sugli acquisti a titolo derivativo:

• a) se l’acquisto è di buona fede e importa il possesso del bene mobile all’acquirente esso è sempre prevalente (art. 1153 c.c.);

• b) se l’acquisto importa il possesso del bene immobile per un periodo idoneo a far maturare l’usucapione, è sempre prevalente.

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Le tutele del terzo

• L’avente causa post rem iudicatam può impugnare la sentenza solo se originata da dolo o collusione delle parti in suo pregiudizio ex art. 404, 2° c. cpc.

• L’avente causa del diritto controverso ha i mezzi ordinari per impugnare la sentenza: appello e ricorso per Cassazione.

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Cessione anteriore alla litispendenza

• Sinora è stato possibile ipotizzare un’efficacia ultra partes nel caso di cessione successiva al giudicato o successiva alla litispendenza. Si è detto che la cessione anteriore alla litispendenza non può mai comportare che il giudicato possa colpire il successore.

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Deroga

• Questo principio non ha valore assoluto, poiché vi sono delle esigenze di diritto sostanziale, sempre nell’ambito della pregiudizialità-dipendenza, che inducono sul piano processuale all’efficacia del giudicato nei confronti del titolare del diritto dipendente il cui diritto è nato prima della litispendenza.

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il contraddittorio

• Al di fuori di una ragionevolezza dell’efficacia riflessa ultra partes ovvero di esigenze di diritto sostanziale, una parificazione dei limiti oggettivi ai limiti soggettivi sarebbe incostituzionale…

• Dottrina italiana tradizionale (Allorio, Liebman)

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Distinzioni

• Nell’ambito della pregiudizialità di pendenza, quando l’osservazione si compie sul piano del diritto sostanziale, si può notare:

• a) una dipendenza istantanea;• b) una dipendenza permanente

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Dipendenza istantanea• Il diritto dipendente esiste solo se il diritto

pregiudiziale esiste nella sua fattispecie al momento del suo sorgere, dovendosi prescindere dalle vicende successive dal diritto pregiudiziale.

• Esempio. Il diritto di sequela: perché sia validamente costituita l’ipoteca è necessario che il diritto di proprietà sussista nel momento del suo sorgere, poi non è necessario che esso permanga in capo al debitore (art. 2822 c.c.).

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Dipendenza permanente

• Il diritto pregiudiziale non solo deve esistere al momento del sorgere del diritto dipendente,ma per tutta la durata della esistenza del diritto dipendente.

• Esempio, locazione-sublocazione. Perché si abbia sublocazione è necessario che esista per tutta la sua durata la locazione (art. 1595, 3 c.c.).

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Regime della dipendenza permanente

• Il vincolo di pregiudizialità-dipendenza permanente rende inevitabile che un qualunque atto di disposizione sostanziale che estingue il diritto pregiudiziale (cessione, transazione, novazione) estingua anche il diritto dipendente.

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Effetti sul processo

• Il processo non può dar luogo ad una disciplina diversa dal diritto sostanziale e dunque il giudicato che si forma sul diritto pregiudiziale, nei nessi permanenti, si produce anche sul diritto dipendente, ancorché esso sia nella titolarità di un terzo

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Segue. Ratio• Il terzo non può essere protetto più di

quanto possa essere protetto da un atto sostanziale.

• Così come viene pregiudicato da un qualunque atto di disposizione del diritto pregiudiziale, così viene pregiudicato da una qualunque sentenza passata in giudicato che abbia ad oggetto il diritto pregiudiziale.

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Irrilevanza della litispendenza

• La pregiudizialità-dipendenza permanente prescinde dalla litispendenza e dunque l’efficacia ultra partes del giudicato si produce anche nell’ipotesi in cui il diritto dipendente sorga prima della litispendenza.

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Tutele residue del terzo• Il terzo, che in relazione agli atti di

disposizione di diritto sostanziale potrebbe reagire con azione di simulazione (1415 c.c.) o con l’azione revocatoria (art. 2901 c.c), può reagire contro la sentenza passata in giudicato che lo pregiudica solo nel caso di dolo o collusione delle parti, mediante l’opposizione di terzo revocatoria ex art.404, 2 cpc

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Conclusione• La sentenza esprime efficacia riflessa anche

sul diritto del terzo acquistato da una delle parti in causa dopo la litispendenza o giudicato.

• Tale efficacia si esprime anche prima delle litispendenza quando tra i diritti vi è un legame di pregiudizialità-dipendenza permanente, per cui il diritto dipendente resta sul piano sostanziale assoggettato a tutte le vicende giuridiche del diritto pregiudiziale.

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Limiti cronologici del giudicato

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Il tempo

• Il giudicato è accertamento degli effetti giuridici della realtà, ma qual è il momento storico in cui l’accertamento fissa la realtà e i suoi effetti giuridici?

• Qual è il momento in cui il giudice con il suo giudizio fotografa la realtà storica nei suoi riflessi giuridici?

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Distinzione

• E’ necessario distinguere tra il giudizio di fatto (l’accertamento dei fatti storici a cui il diritto dà rilevanza) e il giudizio di diritto (individuazione, interpretazione e applicazione della norma giuridica)

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Il giudizio di fatto• Essendo determinante il momento della

allegazione dei fatti ad iniziativa delle parti, il giudizio si individua temporalmente nell’ultimo momento in cui le parti possono allegare fatti:

• a) nel rito ordinario, l’udienza di precisazione delle conclusioni;

• b) nel rito del lavoro e nei riti speciali: l’ultima udienza di discussione.

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Dedotto e deducibile

• Il giudicato copre non solo il dedotto, ma anche il deducibile in occasione dell’ultimo contatto del giudice con le parti.

• Il giudicato quindi non brucia non solo i fatti concretamente dedotti, ma anche i fatti astrattamente deducibili, perché già verificati.

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Errore scusabile• Su tale disciplina incide oggi l’art. 153

c.p.c. che consente la remissione in termini per decadenza incolpevole: se la mancata allegazione del fatto è incolpevole ovvero dovuta a forza maggiore o a fatto dell’avversario, la parte può recuperare il fatto bruciato del giudicato e non dedotto sino all’udienza in cui la deduzione era possibile.

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Giudizio di diritto

• Iura novit curia, poiché il giudice non dipende dall’iniziativa delle parti nella conoscenza della regola giuridica e può egli trarre dalla sua conoscenza la norma, l’ultimo momento in cui si perfeziona il giudizio è quello del deposito della sentenza in cancelleria,quando il giudice è privato del potere di decidere.

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Giudicato come regola concreta

• Attraverso l’applicazione della regola generale ed astratta alla fattispecie concreta, il giudicato è fonte di una regola giuridica particolare e concreta, la quale è munita di una particolare resistenza perché non può essere modificata o revocata da uno ius superveniens successivo, ancorché esso sia retroattivo.

Page 84: Lezione di diritto processuale civile pp5

Situazioni istantanee e situazioni permanenti

• Nelle situazioni istantanee, diritto che si soddisfano istantaneamente (crediti) lo ius superveniens retroattivo è incapace di incidere sulla situazione, proprio perché essa è già esaurita o estinta al momento del sorgere della nuova regola.

• Nelle situazioni permanenti, che si soddisfano nel tempo (diritti reali, diritti personali di godimento) lo ius superveniens può incidere solo sul segmento di tempo che va dal giudicato in poi, rectius dal deposito della sentenza, ma non può incidere sul segmento di tempo anteriore al giudicato, il quale è disciplinato dalla regola concreta posta dal giudicato che non può essere scalfita dallo ius superveniens medesimo.

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Esempio• Rapporto di locazione soggetto a diversi regimi

nel tempo del canone, da equo canone ex lege a canone determinato dal libero mercato.

• Se si è formato giudicato sull’equo canone, questo resterà regolare il canone sino al giudicato, solo dopo il giudicato potrà essere soggetto alla nuova disciplina che prevede la liberalizzazione del canone e la sua determinazione sulla base della volontà delle parti.

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regime dinamico

La corte di cassazione ha per lungo tempo assimilato l’eccezione di giudicato ad un’eccezione di merito, con la necessità della eccezione di parte perché fosse pronunciata.La mancata formulazione ad iniziativa di parte faceva prevalere il secondo giudicato nel tempo nel quale non era stato fatto rilevare il precedente

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segue

• recentemente la S.C. ha assimilato l’eccezione di giudicato ad un’eccezione di rito e colto finalmente la sua natura di presupposto processuale con il relativo regime di rilevabilita..

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• Litispendenza e continenza

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Nozione

• Si ha litispendenza quando la stessa causa ovvero la stessa domanda è formulata innanzi a giudici diversi (art. 39/1 cpc). In tal caso la litispendenza è un presupposto processuale, nel senso che il giudice adito per secondo deve pronunciare con ordinanza la litispendenza e chiudere quindi con un provvedimento in rito la causa.

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Prevenzione

• La prevenzione è determinata dalla notificazione della citazione ovvero dal deposito del ricorso (art. 39/3 cpc).

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Riunione

• Quando pendono davanti allo stesso giudice cause identiche perché introdotte con la medesima domanda, il giudice deve provvedere alla loro riunione (art. 273/1 cpc).

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Il problema della identità di cause

• La identità di cause è originata dalla identità delle domande, le quali hanno in comune tutti gli elementi di identificazione: - i soggetti; - la causa petendi (salvo che per i diritti auto individuati ove il mutamento del fatto costitutivo e quindi della causa petendi non origina un mutamento del diritto); - infine l’identità di petitum

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Regime dinamico

• L’eccezione di litispendenza è rilevabile in ogni stato e grado, anche d’ufficio, secondo il regime dei presupposti processuali: se eccepita o rilevata, il giudice del secondo giudizio pronuncia in forma di ordinanza la litispendenza.

• L’ordinanza è impugnabile con il regolamento di competenza.

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Continenza - nozione• Si ha continenza quando due cause sono diverse,

ma una comprende l’altra. • Esempi:• 1) rispetto ai tipi di tutela: una domanda di

condanna e una domanda di accertamento, dove la domanda di condanna è la domanda contenente;

• 2)in relazione all’oggetto: una domanda di risoluzione contrattuale e di danni e una domanda di risoluzione contrattuale, oppure una domanda di condanna al capitale più interessi e una domanda di condanna: la prima contiene la seconda

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Antecedente logico necessario

• In questi casi le domande hanno in comune l’antecedente logico necessario e quindi rendono necessaria una disciplina del processo che impedisca il contrasto tra i giudicati, ad esempio la domanda di accertamento del rapporto e la domanda di condanna ad uno degli effetti del rapporto; la domanda di condanna al capitale e la domanda di condanna al capitale più interessi (in tutte queste domande vi è l’accertamento dell’antecedente logico necessario e la condanna a più effetti che nascono dal rapporto)

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Effetti• In tali casi, essendo diverse le domande, uno

dei processi non si arresta, ma la domanda in esso formulata si trasferisce nell’altro (art. 39/2):

• A) la domanda formulata nel secondo processo viene trasferita nel primo se il giudice della prima causa è competente per entrambe;

• B) in caso contrario è la domanda formulata nel primo processo ad essere trasferita nel secondo

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Riunione

• Nel caso in cui domanda contenente e domanda contenuta sono formulate innanzi allo stesso giudice, si continua ad applicare l’art. 273 cpc.

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Regime dinamico

• La continenza, come la litispendenza, si rilevano anche d’ufficio in ogni stato e grado del processo. L’ordinanza con la quale viene decisa è impugnabile con regolamento di competenza (art. 42).

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Connessione

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Nozione

• La connessione si ha quando due domande non sono uguali, ma hanno in comune solo uno o più elementi (non tutti) di identificazione della domanda, soggetti, titolo, oggetto.

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Regime• Il regime della connessione non è quello di

un presupposto processuale, in quanto se presente la connessione – differentemente dalla litispendenza e dalla continenza – il procedimento non si arresta con una sentenza di rito, ma semplicemente per esigenze di economia processuale l’ordinamento favorisce il simultaneus processus, ovvero la trattazione delle cause connesse in un unico procedimento

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Simultaneus processus

• In caso di connessione, essendo per lo più necessario compiere un identico accertamento sui fatti comuni nelle cause connesse, l’ordinamento privilegia una trattazione unitaria e un’istruttoria unificata, all’interno di un unico procedimento.

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ratio

Non esiste qui un problema di contrasto pratico di giudicato da soddisfare, poiché il giudicato si forma sui diritti, e qui sono diversi, e non sui fatto storici,

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Il ritardo• Tuttavia questa esigenza cede al rischio del

ritardo nella trattazione o nell’istruttoria di una causa:

• Art. 40/2 cpc: la connessione non ha rilievo quando lo stato della causa principale o preventiva non consente l’esauriente trattazione e decisione delle cause connesse; art. 103/2 cpc: il giudice può sempre nel corso della causa separare le cause quando la loro continuazione in un simultaneus processus può ritardare una delle cause

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Effetti

• Secondo l’art. 40, se più cause connesse vengono proposte davanti a giudici diversi il giudice di una di esse fissa con ordinanza un termine perentorio per la riassunzione innanzi al giudice della causa principale e negli altri casi, innanzi a quello preventivamente adito

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Riunione

• Se le cause connesse pendono innanzi allo stesso giudice questi può anche d’ufficio disporre la riunione (art. 274/1 cpc).

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Regime di rilevazione• A riprova che non si tratta di un

presupposto processuale, la connessione può essere eccepita e rilevata solo in occasione della prima udienza e la rimessione non può essere ordinata quando lo stato della causa principale o preventivamente proposta non consente l’esauriente decisione e trattazione delle cause connesse

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Vie per assicurare il simultaneus processus: iniziativa del giudice

• 1. Per iniziativa del giudice: • A) quando rileva la connessione in prima

udienza art. 40/2• B) quando le cause connesse sono proposte

innanzi a lui art. 274/1• Nel primo caso dispone la remissione della

domanda al giudice della causa principale o al giudice adito per primo, nel secondo caso riunisce.

• C) ex art. 107 cpc per chiamata di terzo titolare di causa connessa da parte del giudice.

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Segue: per iniziativa della parte

• 2. Per iniziativa della parte:• A) mediante il litisconsorzio facoltativo iniziale

ovvero introducendo la causa nei confronti di più parti o evocando in causa più oggetti (art. 103/1 cpc; art. 104 cpc)

• B) mediante litisconsorzio successivo, ovvero con chiamata di parte nel corso della causa (art. 106 cpc)

• C) mediante intervento volontario del terzo titolare di causa connessa (art. 105 cpc)

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Conclusioni

• Il simultaneus processus può essere iniziale al momento dell’introduzione della causa (litisconsorzio facoltativo iniziale) oppure successivo (litisconsorzio facoltativo successivo per riunione, connessione, chiamata, intervento)

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I diversi tipi di connessione

• Tuttavia non esiste un unico regime di simultaneus processus essendo esso garantito in modo diverso a seconda della tipologia di connessione, dovendosi distinguere:

• A) Le connessioni forti• B) Le connessioni deboli

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Connessione forte• Si realizza quando è implicato il diritto e

ciò nei casi di:A)per pregiudizialità – dipendenza, quando

un diritto è elemento costitutivo di un altro diritto: (x) + a = y, es: status-credito alimentare;

B)per incompatibilità tra diritti: esiste un diritto perché non esiste un altro diritto: (x) diverso da (y), es. diritto di proprietà sullo stesso bene

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Connessione debole• Quando è implicato solo un fatto storico esteriore• x = a + b; y = a + c• L’elemento comune ai due diritti è un fatto storico e

non un diritto, nelle formule si tratta del fatto a• Es. da un incidente stradale (fatto a) si produce un

diritto al risarcimento del danno del soggetto Tizio e un diritto al risarcimento del danno del soggetto Caio: i diritti di Tizio e Caio sono connessi per il fatto generatore (l’incidente stradale)

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Regime• Le connessioni forti, in quanto implicano

l’esistenza di diritti (per dipendenza o per incompatibilità), onde evitare conflitti teorici (e non pratici) di giudicati favoriscono in modo evidente il simultaneus processus; le connessioni deboli che implicano solo una comunanza per fatto storico sono all’origine di un simultaneus processus meno frequente.

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Conseguenze normative: gli interventi volontari

• L’intervento volontario in primo grado è consentito per connessioni forti e deboli tra la causa del terzo interveniente e la causa delle parti originarie; l’intervento volontario in appello è consentito solo nelle connessioni forti, cfr. artt. 105 e 344 cpc.

• Solo le connessioni forti per incompatibilità (1° comma) e per dipendenza (2° comma), consentono al terzo titolare della causa connessa di opporre di terzo la sentenza tra le parti originarie (art. 404 cpc)

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Segue: la chiamata iussu judicis

• Ai sensi dell’art. 107 cpc e secondo l’interpretazione prevalente, il simultaneus processus per ordine del giudice attraverso chiamata del terzo titolare della causa connessa si ha soltanto nei casi di incompatibilità tra diritti (chiamata del vero obbligato) o per dipendenza (chiamata del titolare di diritto permanentemente dipendente con quello dedotto in causa con le parti originarie)

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Segue: la deroga alla competenza

• L’ordinamento favorisce il simultaneus processus anche se le cause connesse devono essere trattate, per ragioni di competenza, da giudici diversi, ma la deroga è più intensa nei casi di connessione forte perché modifica la competenza non solo per territorio derogabile ma anche per materia o per valore, mentre più attenuata per la connessione debole ove è consentita la deroga alle sole regole per competenza per territorio.

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Artt. 31 e 33 cpc• Art. 31 cpc. E’ consentita la trattazione della

causa accessoria da parte del giudice della causa principale, solo in deroga della competenza per territorio e non a quella per valore;

• Art. 33 cpc. Quando vi è connessione per titolo o per fatto storico possono essere convenute davanti allo stesso giudice convenuti che per ragioni di competenza per territorio avrebbero dovuto essere citati innanzi a giudici diversi

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Art. 32 cpc• La causa di garanzia può essere proposta

al giudice competente per la causa principale anche in deroga alle regole sulla competenza per valore, nei seguenti casi:

• A) garanzie formali o reali: l’evizione (artt. 1266, 1476 lettera 3, 1485, 1586);

• B) garanzie personali: regresso (artt. 1292, 1299, 1950)

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La garanzia• Nelle ipotesi di garanzia per evizione o per

regresso si ha un’ipotesi di pregiudizialità dipendenza tra diritti, perché il rapporto principale (la compravendita, il rapporto obbligatorio in solido) è elemento costitutivo del rapporto dipendente (la garanzia).

Per favorire il simultaneus processus si deroga alle regole sulla competenza per valore, rimettendo entrambe le cause al giudice superiore

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Accertamenti incidentali (34)• L’accertamento, dovuto ad una domanda

espressa o ad una previsione di legge, con efficacia di giudicato su di una questione pregiudiziale è consentita nel processo che ha ad oggetto rapporto dipendente anche in deroga alla competenza per materia e per valore.

• Siamo nella pregiudizialità dipendenza: entrambe le cause vengono rimesse al giudice superiore

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Deroga ai riti (art. 40 cpc)• Ugualmente il simultaneus processus può

essere favorito in deroga alla diversificazione di riti previsti per legge in relazione alle cause connesse, ma ciò è possibile solo (tendenzialmente) per le connessioni forti essendo richiamati gli artt. 32, 34 e non l’art. 33 (caso di connessione debole per fatto storico). E’ richiamato invece l’art. 31 il quale nell’ipotizzare il caso della domanda principale ed accessoria fa pensare ad una connessione che implichi la pregiudizialità logica necessaria

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Disciplina (art. 40 cpc)• In tali casi il simultaneus processus per ragioni di

connessione è risolto nel seguente modo:• A) prevale il rito del lavoro sugli altri riti;• B) prevale il rito ordinario sui rito speciali diversi dal

lavoro;• C) nel caso di concorrenza tra riti speciali si applica

il rito del giudice che è competente o in difetto, del giudice della causa di maggior valore;

• D) prevale il rito del tribunale nel caso che la connessione si ponga con causa di competenza del Giudice di pace