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Le fonti della storia Lezione del 22/10

Cosa sono le fonti storiche e quali sono

Come facciamo a sapere come sono vissute le popolazioni che ci hanno preceduto, cosa hanno fatto, cosa è accaduto in ere lontane da noi?

Per sapere come sono vissute le popolazioni che ci hanno preceduto, cosa hanno fatto, cosa è accaduto in ere lontane da noi gli storici utilizzano le fonti della storia.

Cosa sono le fonti della storia?

Quando parliamo di fonti della storia intendiamo tutto ciò che permette agli storici di conoscere il passato, di ricostruire eventi accaduti in anni anche molto lontani. Fonte storica, dunque, è ogni traccia lasciata dall'uomo o dalla natura che può essere analizzata ed interpretata dallo storico.

Quanti tipi di fonti storiche esistono?

Esistono vari tipi di fonti storiche. Possiamo distinguere le fonti in base alla categoria di appartenenza in:

• fonti scritte;

• fonti orali;

• fonti mute;

• fonti iconografiche.

Quali sono le fonti scritte? Le fonti scritte consistono in vari materiali che in qualche modo riguardano la scrittura come pietre con sopra delle scritte o tavole di argilla, lapidi, libri, giornali e così via.

Le fonti scritte rappresentano la fonte principale per uno storico. Esse, a loro volta, possono essere distinte in fonti documentarie e narrative.

Quali sono le fonti orali? Le fonti orali sono rappresentate da tutto ciò che è giunto fino a noi e che ci è stato trasmesso oralmente, cioè ci è stato trasmesso da una persona all’altra a voce. Sono fonti orali i racconti, le leggende, i canti, ecc...

Quali sono le fonti mute?

Le fonti mute sono costituite da oggetti o opere realizzate dall'uomo come edifici, strade, utensili, gioielli, monete, ma anche da resti di animali e di vegetali, scheletri e così via. Esse ci parlano dell'epoca a cui risalgono, ci permettono di conoscerla meglio.

Quali sono le fonti iconografiche?

Le fonti iconografiche sono fonti visive come graffiti, affreschi, dipinti ed oggetti sui quali compaiono delle immagini.

Che differenza c'è tra fonti storiche volontarie e fonti storiche involontarie?

Un’altra possibile distinzione delle fonti storiche è tra fonti storiche volontarie e fonti storiche involontarie.

Le fonti storiche volontarie sono quelle create con lo scopo di lasciare ai posteri un ricordo, come riviste, articoli di giornale, libri.

Le fonti storiche involontarie, invece, sono documenti che costituiscono una fonte per lo storico, ma che non sono state create con tale scopo, come ad esempio gli scheletri, gli utensili rinvenuti attraverso gli scavi archeologici, e così via.

Che differenza c'è tra fonti storiche primarie e fonti storiche secondarie?

La distinzione delle fonti storiche in primarie e secondarie si basa sui differenti soggetti dai quali tali fonti provengono. Le fonti storiche primarie sono quelle che provengono direttamente dal periodo storico oggetto di studio senza che vi sia una mediazione da parte di uno storico. Ad esempio, se si studia la storia romana, le fonti primarie sono i documenti, i contratti, le monete, i monumenti dell'epoca. Le fonti storiche secondarie sono quelle che ci parlano di un'epoca attraverso la mediazione di uno o più storici, sono cioè una ricostruzione o una interpretazione di un'epoca o di un fatto storico. Ad esempio, se si studia la storia romana, le fonti secondarie sono le cronache su tale argomento anche scritte in epoche passate, i saggi antichi e moderni nei quali si parla di tale argomento. I libri di storia sono, quindi, delle fonti storiche secondarie.

 

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Un esempio di lavoro sulle fonti

L'incoronazione di Carlo Magno

Sull'incoronazione di Carlo Magno, avvenuta il giorno di Natale dell'800, ci sono pervenute due diverse fonti scritte. Nel presente contesto, ci soffermiamo particolarmente su due di esse. La prima è costituita dalla Vita di Carlo composta dal "biografo" ufficiale dell'imperatore, Eginardo di Fulda (775-840). La seconda fa riferimento agli Annali del regno dei Franchi, imponente opera di storia che si poneva l'obiettivo di registrare, anno per anno, i principali avvenimenti accaduti nel regno dei Franchi dal 741 (morte di Carlo Martello) al 829: agli Annali hanno collaborato almeno diversi intellettuali, tra i quali probabilmente va annoverato lo stesso Eginardo. Pur narrando il medesimo episodio, le due fonti presentano evidenti incongruenze che pongono lo storico di fronte al problema di ricostruire la vicenda che - come si vedrà di lì a poco tempo - avrà ripercussioni assai significative sulla storia successiva.

La versione degli Annales Nello stesso giorno santissimo della nascita del Signore, allorché il re durante la messa si alzava dalla preghiera davanti alla confessione del beato Pietro apostolo, il papa Leone gli impose la corona sul capo, e fu acclamato da tutto il popolo romano: «A Carlo, augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore romano, vita e vittoria!» E dopo le laudi fu adorato dal papa secondo l'uso degli antichi principi e, deposto il nome di patrizio, fu chiamato imperatore ed augusto. La versione di Eginardo nella Vita Karoli Le cause della sua ultima venuta [a Roma] non furono solo queste, ma ci fu anche il motivo che i Romani avevano costretto papa Leone a invocare la protezione del re, avendogli fatto subire molte violenze, cioè a dire gli avevano strappati gli occhi e tagliata la lingua. Perciò venne a Roma per rimettere a posto la situazione della Chiesa, che era diventata eccessivamente confusa, e vi si trattenne per tutto il periodo invernale. In questo periodo prese il titolo di imperatore e di Augusto. Il che dapprima lo contrariò a tal punto che giunse a dichiarare che in quel giorno, anche se era una delle più grandi festività, mai sarebbe entrato in chiesa se avesse potuto supporre quale era il progetto del pontefice. In seguito però sopportò con grande tolleranza l'odio suscitato dall'aver egli assunto quel titolo, sdegnandosi soprattutto di ciò gli imperatori romani, vinse la loro arrogante fierezza con la sua magnanimità, nella quale indubbiamente li superava di gran lunga, e ottenne ciò mandando loro frequenti ambascerie e chiamandoli fratelli nelle sue lettere.

Che tipo di fonti sono? Possono definirsi fonti volontarie o involontarie? Quali sono le principali differenze tra il racconto degli Annales e quello di Eginardo? Qual è la questione che, a tuo parere, desta maggiori problemi di interpretazione, dal punto di vista storiografico?