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Corso di aggiornamento RSPP aziende edili Lezione: Aggiornamenti su normativa e rischi della legislazione sicurezza cantieri

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Corso di aggiornamento RSPP aziende edili

Lezione: Aggiornamenti su normativa e rischi della legislazione sicurezza cantieri

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In questa unità didattica saranno presentati i concetti base della

normativa che regolamenta le prescrizioni relative alla tutela

della salute e della sicurezza dei lavoratori durante lo

svolgimento dell’attività nel luogo di lavoro.

Nello specifico, ci soffermeremo sul Titolo I del Decreto

Legislativo n. 81 del 9 Aprile 2008 che sostituisce il D. Lgs.

626/94. Ulteriori modifiche ed integrazioni sono state poi

apportate dal D. Lgs. n. 106 del 3 agosto 2009.

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In primo luogo è bene specificare che indicazioni e norme relative alla sicurezza sul lavoro sono presenti nella Costituzione Italiana, nel Codice Civile, e nel Codice Penale. Fai clic sui termini evidenziati per ottenere maggiori informazioni.

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Il Decreto Legislativo n° 81 del 2008 costituisce attuazione della

Legge n. 123 del 3 agosto 2007 che delegava al governo il

riassetto e la riforma in materia di tutela della salute e della

sicurezza sul lavoro mediante il riordino ed il coordinamento

delle medesime in un unico testo normativo esso.

Esso sostituisce ed abroga numerose norme tra le quali il DPR

547/55, il DPR 164/56, il D. Lgs. 626/94 ed il D. Lgs, 494/96.

Tale decreto trova applicazione in tutti i settori di attività sia

privati che pubblici e deve essere applicato da tutti i Datori di

Lavoro indipendentemente dal numero di dipendenti; (sono

equiparati ai dipendenti, anche i soci Lavoratori di cooperative o

di società di fatto).

Il DECRETO, nel suo articolo 21, contiene disposizioni anche

per i Lavoratori Autonomi, ovverosia a chi opera senza

dipendenti o soci: questo non era previsto nel D. Lgs. 626/94.

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Nel Titolo I del decreto legislativo n° 626 del 1994, vengono definiti i soggetti coinvolti nella garanzia della sicurezza degli ambienti di lavoro. Essi sono: il Datore di Lavoro, cioè la persona titolare del rapporto di lavoro con il Lavoratore e che ha la responsabilità di impresa in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa. Il Lavoratore, ovvero la persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un Datore di lavoro. Sono equiparati a Lavoratori anche i soci Lavoratori di cooperative e di società anche di fatto. Il servizio di prevenzione e protezione, vale a dire l'insieme delle persone, sistemi e mezzi, esterni o interni all'azienda, finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell'azienda.

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Nel Titolo I del Decreto Legislativo n° 81 del 2008, vengono definite ulteriori figure preposte alla garanzia della sicurezza sul lavoro, senza modificare quanto già scritto nel D. Lgs. 626/94. Il Medico Competente: ovvero un medico specializzato in medicina del lavoro o titoli equivalenti, che collabora con il Datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione, ai fini della valutazione dei rischi. Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: cioè la persona, in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’art. 32, designata dal Datore di lavoro per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi. Il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza: vale a dire la persona eletta o designata per rappresentare i Lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro. L’addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione, cioè la

persona, in possesso delle capacità e dei requisiti professionali

di cui all’art. 32, facente parte del servizio di prevenzione e

protezione dai rischi.

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Allo stesso modo del D. Lgs. 626/94, il Decreto Legislativo n° 81

del 2008 prevede anche la designazione da parte del datore di

lavoro di soggetti scelti tra i lavoratori per la gestione delle

emergenze.

Essi sono:

• l’Addetto prevenzioni incendi, cioè il Lavoratore incaricato

dell’attuazione delle misure per la prevenzione incendi e

lotta antincendio;

• l’Addetto al primo soccorso, vale a dire il Lavoratore

incaricato di attuare i primi compiti di salvataggio o di

primo soccorso;

• l’Addetto all’evacuazione, ovvero il Lavoratore incaricato

all’evacuazione dei Lavoratori in caso di pericolo grave ed

immediato.

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L'articolo 15 del decreto legislativo n° 81 del 2008 ha modificato

leggermente l’ex art 3 del D.Lgs 626, sulle misure generali per la

protezione della salute e per la sicurezza dei Lavoratori.

Le misure sono:

• valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza;

• eliminazione o riduzione al minimo dei rischi in relazione

alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;

• riduzione dei rischi alla fonte;

• programmazione della prevenzione mirando ad un

complesso che integra in modo coerente le condizioni

tecniche produttive dell'azienda nonché l'influenza dei

fattori dell'ambiente e dell’organizzazione del lavoro;

• sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o

lo è meno.

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Come nel precedente D.Lgs. 626/94, tra le misure generali

identificate dal Decreto Legislativo n° 81 del 2008 sono incluse

anche:

• il rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei

posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella

definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per

attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo;

• la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle

misure di protezione individuale;

• la limitazione al minimo del numero dei Lavoratori che

sono, o che possono essere, esposti al rischio;

• l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici, sui

luoghi di lavoro;

• il controllo sanitario dei Lavoratori.

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Ulteriori misure di sicurezza delineate nell' articolo 15 del

Decreto Legislativo n° 81 del 2008 sono, come nel

precedente D. Lgs. 626/94:

• l’allontanamento del Lavoratore dall'esposizione a rischio,

per motivi sanitari inerenti la sua persona e l’adibizione,

ove possibile, ad altra mansione;

• l’uso di segnali di avvertimento e sicurezza;

• la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature,

impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza

in conformità alle indicazioni dei fabbricanti,

• le misure di emergenza da attuare in caso di pronto

soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei

Lavoratori e di pericolo grave ed immediato.

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L’articolo 15 del decreto legislativo n° 81 sancisce inoltre che

vanno garantite:

• la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature,

macchine ed impianti, con particolare riguardo ai

dispositivi di sicurezza in conformità all’indicazione dei

fabbricanti;

• l'informazione e formazione adeguate per: lavoratori,

dirigenti e preposti (non previsti nel D. lgs. 626/94),

rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e la

consultazione e partecipazione dei lavoratori e dei

rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

• Istruzioni adeguate ai Lavoratori.

• L’articolo 15 del decreto legislativo 81 sottolinea, come la

precedente norma, che tali misure non devono in nessun

caso comportare oneri finanziari per i Lavoratori.

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Nel Titolo I del decreto legislativo n° 81 del 2008 vengono

enunciati e definiti gli obblighi del Datore di lavoro, dirigente e

preposto. Il D. Lgs. 106/09 prescrive alcuni ulteriori obblighi:

• In particolare il Datore deve:

• effettuare la valutazione dei rischi per la sicurezza e la

salute ed individuare le conseguenti misure di

prevenzione e protezione nonché elaborare il relativo

documento comprendente anche il programma delle

misure atte a garantire il miglioramento nel tempo delle

suddette misure. Il D.Lgs. 106/09 introduce la possibilità

di elaborare il documento anche su supporto informatico;

• designare il Responsabile e gli Addetti del Servizio di

Prevenzione e Protezione;

• nominare il medico competente a cui, comunicare, nei

casi di sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41, la

cessazione del rapporto di lavoro e a cui richiedere

l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico (introdotto

dal D. Lgs. 106/09);

• designare preventivamente i lavoratori addetti

all’attuazione delle misure di prevenzione incendi, primo

soccorso, e gestione delle emergenze;

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• aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai

mutamenti organizzativi e produttivi o in relazione al grado

di evoluzione della tecnica;

• affidare i compiti ai Lavoratori tenendo conto delle

capacità e delle condizioni di salute degli stessi.

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In aggiunta, il Titolo I del Decreto Legislativo 81 indica che il

datore di lavoro, allo stesso modo della precedente norma:

• prende appropriati provvedimenti per evitare che le

misure tecniche adottate possano causare rischi per la

salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno;

• redige un registro infortuni;

• consulta il Rappresentante dei Lavoratori per la

Sicurezza;

• su richiesta del RLS e per l’espletamento della sua

funzione, consegna tempestivamente una copia del

documento di valutazione dei rischi ai rappresentanti dei

lavoratori per la sicurezza;

• adotta le misure necessarie ai fini della prevenzione

incendi e dell'evacuazione dei lavoratori;

• rielabora il documento di valutazione dei rischi aziendali

se subentrano modifiche del processo produttivo;

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In aggiunta, il Titolo I del decreto legislativo 81 indica che il

Datore di lavoro:

• prende appropriati provvedimenti per evitare che le

misure tecniche adottate possano causare rischi per la

salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno;

• redige un registro infortuni;

• consulta il Rappresentante dei Lavoratori per la

Sicurezza;

• adotta le misure necessarie ai fini della prevenzione

incendi e dell'evacuazione dei Lavoratori;

• rielabora il documento di valutazione dei rischi aziendali

se subentrano modifiche del processo produttivo;

• su richiesta del rappresentanti dei lavoratori per la

sicurezza e per l’espletamento della sua funzione,

consegna tempestivamente copia del registro infortuni ai

rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

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Nel Titolo I del Decreto Legislativo 81, come già previsto nel D.

Lgs 626, viene inoltre specificato che, per le aziende familiari o

che hanno fino a dieci dipendenti, il Datore di Lavoro può

autocertificare per iscritto l'avvenuta effettuazione della

valutazione dei rischi e l'adempimento degli obblighi ad essa

collegati; tale autocertificazione va inviata al Rappresentante per

la sicurezza.

Le aziende familiari o le aziende che hanno fino a dieci

dipendenti, soggette a particolari fattori di rischio, individuate

nell'ambito di specifici settori produttivi, sono in ogni caso

soggette all’obbligo della redazione di una relazione di

valutazione rischi.

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Il Titolo I del decreto legislativo 81 enuncia e definisce anche gli

obblighi del Lavoratore, il quale deve, come nel D.Lgs. 626/94:

• prendersi cura della sicurezza sua e dei colleghi presenti

sul luogo di lavoro;

• osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal

Datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti;

• utilizzare correttamente tutte le attrezzature di lavoro ed i

dispositivi di sicurezza;

• segnalare immediatamente le deficienze di mezzi e

dispositivi o condizioni di pericolo;

• non rimuovere o modificare senza autorizzazione i

dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;

• non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre

che non sono di loro competenza;

• sottoporsi ai controlli sanitari;

• contribuire all'adempimento di tutti gli obblighi imposti

dall'autorità competente e di quelli necessari per tutelare

la sicurezza e la salute dei Lavoratori durante il lavoro.

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Diversamente dal D. Lgs. 626/94, il Titolo I del Decreto

Legislativo n° 81 del 2008 introduce una novità enunciando e

definendo anche gli obblighi del Preposto, il quale deve:

• sovrintendere e vigilare sull’osservanza da parte dei

singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle

disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul

lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei

dispositivi di protezione individuale messi a loro

disposizione e, in caso di persistenza dell’inosservanza,

informare i loro superiori diretti;

• verificare che soltanto i lavoratori che hanno ricevuto

adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono

ad un rischio grave e specifico;

• richiedere l'osservanza delle misure per il controllo delle

situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni

affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e

inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona

pericolosa;

• informare il più presto possibile i lavoratori esposti al

rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio

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stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di

protezione;

• astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal

richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una

situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed

immediato;

• segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al

dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di

lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni

altra condizione di pericolo che si verifichi durante il

lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della

formazione ricevuta;

• frequentare appositi corsi di formazione e di

aggiornamento periodico.

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Il Titolo I del Decreto Legislativo 81 contribuisce a

specificare e definire i compiti e gli obblighi del Servizio di

Prevenzione e Protezione in modo pressoché simile a quanto

previsto dal D. Lgs. 626.

Tale servizio deve provvedere a:

• effettuare la valutazione dei rischi e l'individuazione delle

misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di

lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base

della specifica conoscenza dell'organizzazione aziendale;

• elaborare, per quanto di competenza, le misure

preventive e protettive e dei sistemi di controllo di tali

misure;

• elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività

aziendali;

• proporre i programmi di informazione e formazione dei

Lavoratori;

• partecipare alle consultazioni in materia di tutela della

salute e di sicurezza;

• fornire informazioni ai Lavoratori.

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I requisiti professionali dei Responsabili e degli Addetti al

Servizio di Prevenzione e Protezione, in precedenza introdotti

dal D. Lgs 195/03 ora abrogato, sono riportati nel Titolo I del D.

Lgs. 81, all’art.32. Come già previsto nelle norme previgenti il

Datore di Lavoro può svolgere direttamente i compiti propri del

servizio di prevenzione e protezione dai rischi e di prevenzione

incendi ed evacuazione, frequentando un corso di formazione in

materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro e dandone

preventiva informazione al Rappresentante dei Lavoratori per la

Sicurezza. Come già previsto dal D. Lgs. 626, il Datore di lavoro

nelle aziende, o unità produttive che occupano più di 15

dipendenti, direttamente o tramite il servizio di prevenzione e

protezione dai rischi, indìce almeno una volta all'anno una

riunione con:

• il Datore di lavoro o un suo rappresentante;

• il responsabile del servizio di prevenzione e protezione

dai rischi;

• il medico competente ove previsto;

• il rappresentante per la sicurezza.

Tale riunione dovrà essere verbalizzata.

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Allo stesso modo del D. Lgs. 626, il Titolo I del Decreto

Legislativo 81 specifica anche gli obblighi e le norme da

rispettare per la prevenzione di incendi, per l’evacuazione dei

Lavoratori ed in materia di primo soccorso. Ma il D. Lgs. 106/09

fornisce ulteriori indicazioni.

Il Datore di lavoro dovrà:

• organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici

competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta

antincendio e gestione dell'emergenza;

• designare preventivamente i Lavoratori incaricati ad

attuare le misure di prevenzione incendi, primo soccorso

e gestione delle emergenze tenendo conto delle

dimensioni dell'azienda e dei rischi specifici dell'azienda o

dell'unità produttiva;

• informare tutti i Lavoratori che possono essere esposti ad

un pericolo grave ed immediato circa le misure

predisposte ed i comportamenti da adottare;

• programmare gli interventi, prendere provvedimenti e dare

istruzioni per l’abbandono del luogo di lavoro in caso di

pericolo grave ed immediato.

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I Lavoratori: non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare

la designazione; e devono essere formati, essere in numero

sufficiente e disporre di attrezzature adeguate, tenendo conto

delle dimensioni e dei rischi specifici dell'azienda o dell'unità

produttiva.

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In materia di Sorveglianza sanitaria, il decreto legislativo 81,

dispone che la sorveglianza sia effettuata dal medico

competente e comprenda:

• visita medica preventiva intesa a constatare l'assenza di

controindicazioni al lavoro cui i Lavoratori sono destinati,

ai fini della valutazione della loro idoneità alla mansione

specifica;

• visita medica periodica per controllare lo stato di salute

dei Lavoratori.

Le nuove disposizioni prevedono una visita medica anche:

• su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico

competente correlata ai rischi professionali o alle sue

condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa

dell'attività lavorativa svolta;

• in occasione del cambio della mansione;

• e alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti

dalla normativa vigente.

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Allo stesso modo del D. Lgs. 626, anche il Decreto 81, al Titolo

I, articolo 47 dispone, in materia di consultazione e

partecipazione dei Lavoratori alla sicurezza, le regole di elezione

dei Rappresentati per la sicurezza.

Nelle aziende, o unità produttive, che occupano sino a 15

dipendenti il rappresentante per la sicurezza è eletto

direttamente dai Lavoratori al loro interno.

Il rappresentante per la sicurezza può essere individuato per più

aziende nell'ambito territoriale o del comparto produttivo.

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Per le aziende con più di 15 dipendenti, l’Articolo 47 dispone

che:

il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o

designato dai Lavoratori nell'ambito delle rappresentanze

sindacali in azienda, in assenza delle quali, è eletto dai lavoratori

dell’azienda al suo interno.

Il numero minimo dei rappresentanti è il seguente:

• un rappresentante nelle aziende o unità produttive sino a

200 dipendenti;

• tre rappresentanti nelle aziende o unità produttive da 201

a 1000 dipendenti;

• sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità

produttive.

Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una

formazione particolare eseguita in collaborazione con gli

organismi paritetici.

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L’Articolo 51, Titolo I del decreto legislativo 81, dispone le norme

in materia di Organismi paritetici, in modo analogo a quanto già

previsto dal D.Lgs. 626, ma il D.Lgs. 106 gli assegna ulteriori

compiti.

A livello territoriale sono costituiti organismi paritetici tra le

organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei Lavoratori, con

funzioni di orientamento e di promozione di iniziative formative

nei confronti dei Lavoratori.

Tali organismi sono inoltre prima istanza di riferimento in merito

a controversie sorte sull'applicazione dei diritti di

rappresentanza, informazione e formazione, previsti dalle norme

vigenti.

Gli organismi paritetici possono supportare le imprese

nell’individuazione di soluzioni tecniche e organizzative dirette a

garantire e migliorare la tutela della salute e sicurezza sul lavoro

e svolgono o promuovono attività di formazione, nonché, su

richiesta delle imprese, rilasciano una attestazione dello

svolgimento delle attività e dei servizi di supporto al sistema

delle imprese, tra cui l’asseverazione della adozione e della

efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della

sicurezza di cui all’articolo 30, della quale gli organi di vigilanza

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possono tener conto ai fini della programmazione delle proprie

attività.

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Gli Articoli 36 e 37, Titolo I del decreto legislativo 81, dispongono

le norme in materia di informazione e formazione dei Lavoratori,

come già previsto dal D. Lgs. 626/94. Il Datore di lavoro

provvede affinché ciascun Lavoratore riceva un'adeguata

informazione e assicura che ciascun Lavoratore riceva

un'adeguata formazione in materia di sicurezza e di salute, con

particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie

mansioni.

Essa deve avvenire in occasione dell'assunzione; del

trasferimento o cambiamento di mansioni e dell'introduzione di

nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove

sostanze e preparati pericolosi. La formazione deve essere

eseguita in collaborazione con gli organismi paritetici e

periodicamente ripetuta in relazione all'evoluzione dei rischi,

ovvero all'insorgenza di nuovi rischi.

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Come già scritto nel D. Lgs. 626, il Titolo II del Decreto

Legislativo 81 specifica gli obblighi e le norme da rispettare

nell’organizzazione dei luoghi di lavoro.

Il Datore di lavoro provvede affinché:

• le vie di circolazione interne o all'aperto che conducono

ad uscite o ad uscite di emergenza e le uscite di

emergenza siano sgombre allo scopo di consentirne

l'utilizzazione in ogni evenienza;

• i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano

sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano

eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati

che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei

Lavoratori;

• i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano

sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni

igieniche adeguate;

• gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla

prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, vengano

sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro

funzionamento.

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Il Titolo III del Decreto Legislativo n° 81 specifica gli obblighi e le

norme da rispettare nell'uso delle attrezzature di lavoro come già

introdotto nel D. Lgs. 626 con le modifiche operate dai D.

Lgs.359 e 235.

Le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei Lavoratori

devono soddisfare le disposizioni legislative e regolamentari in

materia di tutela della sicurezza e salute dei Lavoratori. Il Datore

di Lavoro deve:

• mettere a disposizione dei Lavoratori attrezzature

adeguate al lavoro da svolgere;

• attuare le misure tecniche ed organizzative adeguate per

ridurre al minimo i rischi connessi all'uso delle attrezzature

di lavoro;

• valutare le condizioni e le caratteristiche specifiche del

lavoro da svolgere;

• determinare i rischi presenti nell'ambiente di lavoro e i

rischi derivanti dall'impiego delle attrezzature.

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Il Titolo III specifica inoltre, come nelle norme previgenti, che il

Datore di lavoro deve prendere le misure necessarie affinché le

attrezzature di

lavoro siano:

• installate e utilizzate in conformità alle istruzioni del

fabbricante;

• oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel

tempo la rispondenza ai requisiti richiesti dalla norma e

siano corredate, ove necessario, da apposite istruzioni

d'uso e libretto di manutenzione;

• disposte in maniera tale da ridurre i rischi per gli

utilizzatori e per le altre persone.

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Il Titolo III specifica inoltre che il Datore di lavoro deve garantire che:

• l’uso di attrezzature di lavoro mobili, semoventi o non

semoventi sia assicurato;

• le attrezzature di lavoro destinate a sollevare siano scelte

in funzione dei carichi da movimentare, dei punti di presa,

del dispositivo di aggancio, delle condizioni atmosferiche,

e tenendo conto del modo e della configurazione

dell'imbracatura;

• tutte le operazioni di sollevamento siano correttamente

progettate, adeguatamente controllate ed eseguite;

• le attrezzature di lavoro siano sottoposte a verifiche di

prima installazione o di successiva installazione e a

verifiche periodiche o eccezionali;

• l'uso dell'attrezzatura di lavoro è riservato a Lavoratori

all'uopo incaricati;

• in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione,

il Lavoratore interessato è qualificato in maniera specifica

per svolgere tali compiti.

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Il vecchio articolo 36 del D.Lgs 626 che regolamentava

ulteriormente l'uso delle attrezzature di lavoro, in casi specifici

(lavori in quota, scale a pioli, ponteggi, sistemi di accesso e

posizionamento mediante funi) viene spostato all’interno del

Titolo IV e precisamente al capo II.

Il titolo III specifica inoltre, come nella previgente normativa, che

il Datore di Lavoro deve provvedere affinché i Lavoratori

dispongano di ogni informazione, ricevano un’adeguata

formazione, e un adeguato e specifico addestramento in merito

alle attrezzature messe a loro disposizione.

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Il Titolo III del decreto legislativo 81 regolamenta l’uso dei

dispositivi di protezione individuale.

I dispositivi di protezione individuale devono essere impiegati

quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente

ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione

collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione

del lavoro.

I dispositivi di protezione individuale devono essere conformi alle

norme sancite dal decreto legislativo 4 del dicembre 1992, n.

475 e devono inoltre:

• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare

di per sé un rischio maggiore;

• essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di

lavoro;

• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del

Lavoratore;

• poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue

necessità.

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In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più

dispositivi di protezione individuale, questi devono essere tra loro

compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la

propria efficacia nei confronti del rischio o dei rischi

corrispondenti.

Per scegliere i dispositivi di protezione individuale il Datore di

lavoro, dopo aver effettuato l'analisi e la valutazione dei rischi,

individua le caratteristiche dei dispositivi di protezione

individuale, valuta le caratteristiche dei dispositivi di protezione

individuale disponibili sul mercato ed aggiorna la scelta ogni

qualvolta intervenga una variazione significativa.

I Lavoratori si devono sottoporre al programma di formazione ed

addestramento organizzato dal Datore di lavoro.

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Il Titolo VI del decreto legislativo 81 individua le norme da

applicare in caso di movimentazione manuale dei carichi. Il

Datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie o

ricorre ai mezzi appropriati, come attrezzature meccaniche, per

evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi.

Nel caso in cui la necessità di una movimentazione manuale non

possa essere evitata, il Datore fa sì che tale movimentazione sia

quanto più possibile sicura e sana, valuta preliminarmente le

condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro, tiene

conto delle caratteristiche del carico, adotta le misure atte ad

evitare o ridurre, tra l'altro, i rischi di lesioni dorso-lombari e

sottopone alla sorveglianza sanitaria gli addetti alle attività. Il

Datore fornisce ai Lavoratori informazioni per quanto riguarda:

• il peso di un carico;

• il centro di gravità o il lato più pesante nel caso in cui il

contenuto di un imballaggio abbia una collocazione

eccentrica;

• la movimentazione corretta dei carichi e i rischi che i

Lavoratori corrono se queste attività non vengono

eseguite in maniera corretta.

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Il Titolo VII del decreto 81 come nella previgente normativa,

determina le norme relative alla protezione del Lavoratore che

opera con attrezzature munite di videoterminali.

Il Datore di lavoro, all'atto della valutazione del rischio,

• analizza i posti di lavoro con particolare riguardo:

• ai rischi per la vista e per gli occhi;

• ai problemi legati alla postura ed all'affaticamento fisico o

mentale;

• alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.

Adotterà le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati ed

assicurerà ai Lavoratori un’informazione ed una formazione

adeguata.

I requisiti minimi dell’ambiente e delle attrezzature sono riportati

nell’allegato XXXIV del D. Lgs. 81.

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Il Titolo VIII, al suo capo II, tratta della protezione dei lavoratori

contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro.

Come già previsto dal D. Lgs. 626, vengono individuati i valori

limite di esposizione ed i valori di azione nonché i principi per

l’esecuzione della valutazione del rischio e le conseguenti

misure di prevenzione e protezione.

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Il Titolo IX al suo capo I determina i requisiti minimi per la

protezione dei Lavoratori contro i rischi per la salute e la

sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti

o composti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di

ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici,

il relativo trasporto e lo smaltimento. I rischi derivanti da agenti

chimici pericolosi devono essere eliminati o ridotti al minimo

mediante le seguenti misure:

• progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione

sul luogo di lavoro;

• fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico e

relative procedure di manutenzione adeguate;

• riduzione al minimo del numero di Lavoratori che sono o

potrebbero essere esposti.

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L'articolo 227 del Titolo IX del D.Lgs. 81 sancisce che:

il datore di lavoro fornisca ai lavoratori ed ai loro rappresentanti,

un’adeguata informazione e formazione su precauzioni ed azioni

adeguate sulla protezione dei lavoratori, e che inoltre essi

dispongano di:

dati ottenuti attraverso la valutazione del rischio e ulteriori

informazioni ogni qualvolta modifiche importanti sul luogo di

lavoro determinino un cambiamento di tali dati;

informazioni sugli agenti chimici pericolosi presenti sul luogo di

lavoro;

accesso ad ogni scheda dei dati di sicurezza.

Le suddette informazioni devono aggiornate per tener conto del cambiamento delle circostanze; decade la frequenza quinquennale prevista dal D. lgs. 626/94.

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Sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti

agli agenti chimici pericolosi per la salute che rispondono ai

criteri per la classificazione come molto tossici, tossici, nocivi,

sensibilizzanti, corrosivi, irritanti, tossici per il ciclo riproduttivo,

cancerogeni e mutageni di categoria 3.

Altre normative regolamentano particolari situazioni di rischio

legati all'utilizzo di sostanze pericolose e sono:

• D. Lgs. n. 52 del 1997;

• D. Lgs. n. 285 del 1998;

• e la Legge n. 256 1974.

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Come già scritto nel D. Lgs. 626/94, ulteriori misure di sicurezza

da adottare per la protezione da agenti chimici sono:

• la riduzione al minimo della durata e dell'intensità'

dell'esposizione;

• misure igieniche adeguate;

• riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul

luogo di lavoro;

• metodi di lavoro appropriati e disposizioni che

garantiscono la sicurezza nella manipolazione,

nell'immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro

di agenti chimici pericolosi o di rifiuti che contengono detti

agenti chimici.

I lavoratori devono essere informati e formati anche per quanto

disposto dal Titolo V del D. Lgs. 81: segnaletica di salute e

sicurezza sul lavoro

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Il Titolo X del decreto legislativo 81 individua i requisiti minimi per

la protezione dei lavoratori nelle attività lavorative nelle quali vi è

rischio di esposizione ad agenti biologici. Come nella previgente

normativa,

Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a

seconda del rischio di infezione:

• gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di

causare malattie in soggetti umani;

• gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti

umani e costituire un rischio per i Lavoratori;

• gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in

soggetti umani e costituisce un serio rischio per i

Lavoratori;

• gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie

gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i

Lavoratori e può presentare un elevato rischio di

propagazione nella comunità.

Nel caso in cui l'agente biologico non può essere attribuito in

modo inequivocabile ad uno dei gruppi, esso va classificato nel

gruppo di rischio più elevato.

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In particolare, in materia di protezione da agenti biologici,

l'articolo 269 del Titolo X del D. Lgs. 81 conferma che il Datore di

lavoro che intende esercitare attività che comportano uso di

agenti biologici deve dare comunicazione all'organo di vigilanza

territorialmente competente, almeno 30 giorni prima dell'inizio dei

lavori e deve inviare nuova comunicazione ogni qualvolta si

verificano mutamenti che comportano una variazione

significativa del rischio. L’articolo 270 sancisce che:

il Datore di lavoro che intende utilizzare, nell'esercizio della

propria attività, un agente biologico del gruppo 4 deve munirsi di

autorizzazione del Ministero della Sanità.

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Sempre in materia di protezione da agenti biologici gli articoli

271, 272 e 273 del Titolo X del decreto legislativo 81 affermano

che: nell’operare la valutazione del rischio il Datore di Lavoro

deve tener conto del tipo di agenti biologici e dei loro effetti

allergici e tossici o eventuali patologie.

Inoltre deve considerare i procedimenti lavorativi, il numero dei

Lavoratori, il programma di emergenza di protezione per i

lavoratori, le misure tecniche, organizzative e procedurali, i

dispositivi di protezione individuali da utilizzarsi, la segnaletica di

riferimento, la raccolta, l’immagazzinamento e lo smaltimento dei

rifiuti e la presenza di servizi sanitari adeguati.

L’articolo 278 stabilisce che il Datore di Lavoro fornisce ai

Lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni

ed istruzioni.

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Il Titolo XI del decreto legislativo 81 prescrive le misure per la

tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono

essere esposti al rischio di atmosfere

esplosive, anche per lavori in sotterraneo.

Il Datore di Lavoro adotta le misure tecniche e organizzative

adeguate alla natura dell'attività; in particolare tiene conto nella

valutazione di una serie di rischi specifici.

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In questa unità didattica sono stati analizzato i concetti base

della normativa che regolamenta le prescrizioni relative alla

tutela della salute e della sicurezza durante lo svolgimento

dell’attività lavorativa.

Nello specifico, ci siamo soffermati sul decreto legislativo 81 del

9 aprile 2008 e successive modifiche e integrazioni.