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Lezione 7

Il metabolismo

terminale e la

produzione di ATP

1

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Il metabolismo terminale

Catabolismo Lipidi – Amminoacidi – Carboidrati

convergono sul metabolismo terminale,

e producono una stessa molecola: l’acetil-CoA

- ciclo di Krebs (o ciclo degli acidi tricarbossilici o

ciclo dell’acido citrico)

- fosforilazione ossidativa.

Entrambe le vie sono localizzate nei mitocondri

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Relazione tra metabolismo

intermedio e terminale

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Respirazione

Cellulare

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Respirazione

Cellulare

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I mitocondri

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Coenzima AIl coenzima A è sintetizzato a partire dalla vitamina

B5 (o acido pantotenico) e dall’aminoacido cisteina,

spendendo 4 ATP. La vitamina B5 è presente in molti

alimenti, specialmente uova, carne e latte. Il CoA è il

cofattore essenziale per la sintesi dell’acetil CoA.

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La piruvato deidrogenasi

1. Il piruvato è decarbossilato formato un derivato idrossietilico con la tiamina pirofosfato (coenzima della piruvato deidrogenasi)

2. L’intermedio idrossietilico è ossidato alla forma disulfidrilica dell’acido lipoico (coenzima della piruvato deidrogenasi)

3. Il gruppo acetilico è trasferito al CoA4. La forma disulfidrilica dell’acido lipoico è ossidata dal FAD che diventa FADH2

5. FADH2 perde i due H tornando alla forma ossidata FAD. I 2 H sono acquistati da NAD+

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La regolazione della piruvato

deidrogenasi

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Il ciclo di Krebs (I)

Il ciclo di Krebs venne scoperto nel

1937 da H.A. Krebs, che lo

chiamò ciclo dell’acido citrico.

Successivamente, venne indicato

come ciclo degli acidi

tricarbossilici, dai tre intermedi

della fase di recupero dell’energia

(citrato, cis-aconitato e

isocitrato).

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Hans Adolf Krebs ricevette il premio nobel per la medicina nel 1953

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Il ciclo di Krebs (II)A ogni giro del ciclo, un gruppo acetile (2C) entra

come acetil-CoA e si condensa con ossalacetato (4C)

per formare il primo acido tricarbossilico (citrato). Alla

fine del ciclo il gruppo acetile è ossidato a 2 CO2 e

viene rigenerato ossalacetato. Quindi, teoricamente,

una sola molecola di ossalacetato basterebbe per

ossidare un numero illimitato di acetil-CoA.

Questo in realtà non succede perché l’ossalacetato e

altri intermedi vengono utilizzati anche come

precursori di molte biosintesi.

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La struttura del ciclo di Krebs

Nel ciclo di Krebs possiamo osservare:

• La via degli elettroni, ovvero la generazione di

potere riducente attraverso la generazione di NADH

e FADH2.

• La via dei carboni, ovvero il destino del gruppo

acetile attraverso le successive decarbossilazioni

ossidative.

• La via del Coenzima A, in cui una molecola di CoA

viene liberata all’inizio dall’acetil-CoA, per essere

poi utilizzata e nuovamente rigenerata nella

sequenza del ciclo:

a-chetoglutarato-> succinil-CoA -> succinato

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La struttura del ciclo di Krebs

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Le sequenze di reazioni del ciclo

di KrebsPossiamo dividere idealmente il ciclo di Krebs in due blocchi

di reazioni:

1. La serie da citrato a succinato serve a operare le due

decarbossilazioni ossidative successive che rimuovono

i 2C entrati nel ciclo all’inizio come acetil CoA.

2. La serie da succinato a ossalacetato serve a

ripristinare il composto di partenza (ossalacetato) per un

nuovo giro.

3. In entrambe le serie di reazioni si ottiene energia sotto

forma di 4 coppie di elettroni e una molecola di GTP. Ma

solo nella prima serie viene prodotta CO2.

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Ciclo di Krebs

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1. Formazione del citrato

Acetil CoA reagisce con

l’ossalacetato (acido 2-oxo-

1,4-butandioico) per

formare il citrato (acido 3-

carbossi-3-idrossi-1,5-

pentandioico)

L’enzima citrato sintasi

inibita da succinil-CoA, il

prodotto della reazione 5.

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La decarbossilazione ossidativaL’ossidazione dell’acetil-CoA, che forma 2 molecole di

CO2 (con liberazione di una coppia di elettroni per

ciascuna molecola) avviene grazie a due

deidrogenasi che agiscono su

-isocitrato > a-chetoglutarato (reazione 3)

- a-chetoglutarato > succinil- CoA (reazione 4).

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La decarbossilazione ossidativa

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Ripristino Ossalacetato

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Per formare il Succinato, si rompe il

legame alta energia del Succinil CoA,

fosforilando la GTP che poi forma ATP.

Succinato > Fumarato > Malato >

Ossalacetato.

Formazione di FADH2 e NADH + H+

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Il ciclo di Krebs è una via

anfibolica (I)

Il ciclo di Krebs fornisce numerosi precursori per le

vie biosintetiche:

- ossalacetato e a-chetoglutarato per la sintesi di

amminoacidi,

- citrato come fonte di acetil-CoA per la biosintesi di

acidi grassi,

- succinil-CoA per la sintesi dell’eme,

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Il ciclo di Krebs è una via anfibolica (II)

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Reazioni anaplerotiche (I)Continuamente vengono sottratti intermedi dal ciclo di

Krebs per la biosintesi. Questo potrebbe rallentare la

respirazione se non venissero rimpiazzati.

Le reazioni dedicate a fornire sempre sufficienti

intermedi al ciclo sono dette anaplerotiche (di

riempimento).

La principale è la carbossilazione del piruvato ad

ossalacetato ad opera della piruvato carbossilasi

mitocondriale:

piruvato+CO2+ATP -> ossalacetato + ADP+Pi22

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Destino del piruvato in condizioni

aerobiche: ossalacetato

- importante intermedio del ciclo di Krebs,

- substrato per la gluconeogenesi: forma il

fosfoenolpiruvato.

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Il ciclo di Krebs genera elettroni

Nel ciclo di Krebs non viene prodotto direttamente

ATP. Un ATP è prodotto indirettamente a partire dal

GTP generato nella reazione 5.

Il ciclo invece genera 4 coppie di elettroni sotto

forma 3 NADH e 1 FADH2. Questi potranno essere

spesi per la sintesi di molte molecole di ATP.

il ciclo di Krebs è una specie di motore che usa

gruppi acetili come combustibile per trasformarli in

un flusso di elettroni.

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La catena di trasporto degli

elettroni (I)Le coppie di elettroni conservate nel NADH e FADH2

devono essere rese disponibili per la produzione di

ATP. Questo rigenererà le forme ossidate (NAD+ e

FAD) che potranno ricevere nuovi elettroni,

mantenendo in moto il ciclo. Gli elettroni sono ceduti

da NADH e FADH2 a un sistema di proteine presenti

nella membrana interna del mitocondrio, esposte

verso la matrice, dove si svolge il ciclo di Krebs e

quindi facilmente accessibili.

Queste proteine costituiscono la catena di trasporto

degli elettroni o catena respiratoria.

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La catena di trasporto degli elettroni (II)

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Flusso degli elettroni nella catena

(I)La catena respiratoria comprende quattro complessi

proteici:

• Complesso I: NADH deidrogenasi

• Complesso II: succinato deidrogenasi

• Complesso III: Q-citocromo c ossidoreduttasi

• Complesso IV: citocromo c ossidasi

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Flusso degli elettroni nella catena

(II)

Questi complessi contengono proteine specializzate

nell’accettare e donare elettroni (flavoproteine,

proteine Fe-S, citocromi).

La capacità di trasferire elettroni di queste proteine

dipende dalla presenza di particolari coenzimi

(ubichinone) o di gruppi prostetici, ovvero strutture

molecolari in grado di legare elettroni, quali il gruppo

eme (nei citocromi) i gruppi ferro-zolfo (nelle

corrispondenti proteine), il gruppo

flavinmononucleotide (nella NADH deidrogenasi).

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La catena di trasporto degli

elettroni (III)

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Ossido-riduzioniLa catena respiratoria è una sequenza di ossido-riduzioni, in

cui le proteine dei vari gruppi (nella sequenza I-IV) accettano gli

elettroni (riducendosi) e li cedono immediatamente al gruppo

successivo (ossidandosi).

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Ossigeno: accettore finale di e-

È necessario che gli elettroni alla fine vengano

eliminati: è questa la funzione dell’ossigeno che

funziona da accettore finale.

Una molecola di O2 accetta 4 elettroni dal complesso

IV, formando 2 molecole di acqua.

Quindi gli elettroni generati in ogni ciclo di Krebs (8)

necessitano di 2 molecole di ossigeno per essere

smaltiti.

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La catena respiratoria non genera direttamente ATP, bensì

energia, sotto forma di forza proton-motrice, che servirà per

la fosforilazione ossidativa.

Funzionamento della catena di trasporto

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Il gradiente elettrochimico

protonico (I)

Il trasferimento degli atomi di idrogeno attraverso la

catena respiratoria comporta la separazione tra ogni

atomo di H e il suo elettrone. Gli ioni H+ così generati

vengono pompati verso lo spazio intermembrana.

L’ossidazione del NADH + H+ libera 2 elettroni e 2

protoni (H+). Gli elettroni entrano nella catena nel

complesso I e vengono trasportati dai complessi I-IV

all’ ossigeno.

I protoni vengono pompati attraverso la membrana

interna nello spazio intermembrana.

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Il gradiente elettrochimico

protonico (II)La presenza di una concentrazione elevata di H+ da un

solo lato della membrana farà sì che, nel momento in

cui lo spazio intermembrana (elevata concentrazione

di H+) venga messo in collegamento con la matrice

(bassa concentrazione di H+) si crei un gradiente

elettrochimico, in cui i protoni fluiscono dal

compartimento ad alta concentrazione verso quello a

bassa.

Il collegamento è creato da un complesso

transmembrana: l’ATP sintasi.

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Il flusso elettronico attraverso la membrana interna dei mitocondri èaccompagnato da un pompaggio di protoni dalla matrice allo spaziointermembrana.Ciò genera una differenza di potenziale elettrico e unadifferenza di pH tra i due lati della membrana rendendoquello che guarda la matrice più alcalino.Questa concentrazione protonica e questa separazione di carichedeterminano una energia elettrochimica che prende il nome diforza motrice protonica che rappresenta la forma diconservazione dell' energia prodotta e liberata nelleossidazioni biologiche.La membrana mitocondriale è impermeabile ai protoni che nonpossono così rientrare per annullare il gradiente elettrochimico.Ma quando questi potranno fluire attraverso i canali protonicispecifici posti nel complesso Fo dell'ATPsintetasi in direzione delgradiente elettrochimico, si renderà disponibile una grande quantitàdi energia.Il complesso F1 dell'ATPsintetasi condenserà un fosfatoall'ADP per generare ATP.

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Il gradiente di H+ è la forza che permette la fosforilazione di ADP che procede con la rimozione di H2O.ADP+Pi = ATP + H20ADP + Pi = ATP + H+

(interno) + OH-

(esterno)

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Fosforilazione ossidativa: ATP

sintasiLa teoria chemiosmotica (1962, P.Mitchell) spiega la

sintesi di ATP a partire dalla forza proton-motrice del

gradiente elettrochimico. Il flusso di protoni che ritorna

verso la matrice, infatti, passa attraverso un canale

costituito dalle proteine della subunità F0 del

complesso della ATP sintasi. Questo canale, in realtà è

un rotore, le cui componenti vengono mosse dal

flusso di H+.

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Meccanismo della ATP sintasi

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Questo movimento si

trasmette alle proteine della

testa (subunità F1) che

sporge verso la matrice e

dove ha sede la sintesi di

ATP a partire da ADP e Pi,

generando acqua. Gli

elettroni ceduti da una

molecola di NADH + H+

portano alla sintesi di 2

ATP, mentre quelli di un

FADH2 a 1,5 ATP.

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Considerazioni finali sulla

produzione di ATPLa produzione di ATP (la moneta energetica della

cellula) quindi procede attraverso complesse

sequenze di reazioni connesse tra di loro:

1. Il catabolismo della macromolecole è connesso al

ciclo di Krebs grazie all’ acetil-CoA.

2. Il ciclo di Krebs è connesso alla catena

respiratoria grazie ai trasportati di elettroni ridotti

FADH2 e NADH+H+.

3. La catena respiratoria è connessa all’ATP sintasi

grazie alla forza proton motrice del gradiente

elettrochimico.

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Resa energetica: 65% di 679 kcal

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Emoglobina, O2, CO2 e

respirazione (I)

È possibile ora capire il nesso tra la respirazione

intesa come processo organo-meccanico di

inspirazione ed espirazione e la respirazione come

processo biochimico che porta alla sintesi di ATP.

Inspirando immettiamo l’ossigeno che viene captato

dall’emoglobina degli eritrociti e veicolato alle cellule,

dove funge da accettore finale degli elettroni della

fosforilazione ossidativa.

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Emoglobina, O2, CO2 e

respirazione (II)

La quantità notevole di CO2 generata dalla

decarbossilazione ossidativa nel ciclo di Krebs e nelle

varie reazioni cellulari, viene ceduta all’emoglobina,

riportata ai polmoni ed emessa con l’espirazione.

La respirazione è quindi un bell’esempio di come

nell’organismo, ogni aspetto macroscopico sia

legato a precisi eventi molecolari.

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