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Editoriale

Carissimi e pazienti lettori, il numero 7 di Lex Aurea esce in leggero ritardo rispetto a quantostabilito, a causa di problemi tecnici connessi allo spazio web che ne ospita l'iniziativa, trasferitoadesso all'indirizzo www.fuocosacro.com .

Il lavoro che andiamo a presentare è largamente incentrato attorno al mondo esotericooccidentale, alla massoneria, al martinismo, il teosofismo, il perennialismo, oltre ad interventi chespero sappiano offrire appropriati spunti di riflessione. All'interno del cerchio di collaboratori diLex Aurea siamo felici di accogliere gli amici Marisa Uberti e Marcello Vicchio, entrambi votati,seppur con accenti diversi, all'opera di divulgazione in rete. La speranza di oggi, come quella disempre, è che sempre nuovi collaboratori si aggiungano agli attuali, in modo da rendere Lex Aureauna piattaforma di studio, aperta a sensibilità diverse, senza però precipitare nel sincretismo,seppur velato dal termine sintesi.

Il filo rosso che unisce la maggior parte dei lavori che compongono questa raccolta, è laTradizione, e come essa è vissuta e perpetuata nell'immaginario esoterico occidentale. Sicuramentepossiamo vedere la Tradizione sia come il novero degli strumenti trasmessi da iniziatore adiniziato, come la stessa catena iniziatica, ma anche, e sicuramente in modo più appropriato, ciò chetutto anima, e che deve essere ricevuto nel cuore di ogni uomo. Senza niente imporre, èsicuramente quest'ultimo immaginario che più si adegua al mio sentire verso la Tradizione, chesicuramente non vivo come ricerca disperata della ricomposizione del volto divino, fra i frammentiche esso stesso si sarebbe divertito a disseminare nella manifestazione.

Cordialmente

Filippo Goti

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Indice

La Massoneria4

Suddivisione e qualità degli elementi nel glifo della Bilancia13

Roba da Matti17

Genesi ed evoluzione della corrente teosofica all'interno della cultura europea20

Il Tempio Massonico36

I.N.R.I con la N rovesciata39

La Chiesa di Santa Sabina a Roma42

Sullo stato attuale della Massoneria46

In principio era il verbo, e il verbo era presso Dio53

La corrente perennialista55

I fondatori del martinismo e il loro pensiero60

Hanno collaborato:

Marisa Uberti, Antonio D'Alonzo,Curioso Dilettante, Filippo Goti, Marcello Vicchio, Jhaoben,Neferkr, Fratello BJ.

per maggiori informazioni: [email protected]

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La Massoneriaa cura di Jhaoben

Scrivere un articolo sulla Massoneria spiegandoun minimo di storia e di filosofia dell'Istituzioneè un opera improba; è infatti facilissimo perdersidietro ad astruse ed interminabili elucubrazionisulle sue origini o sullo sviluppo nei singolipaesi, sviluppo che inoltre non è avvenuto inmodo lineare, ma in maniera estremamenteramificata, costellata com'è la sua storia discissioni, riunificazioni, rami secchi ecc. Per nonparlare della sua filosofia ed etica che si basaprincipalmente sull'assenza di dogmi, tanto chel'articolo primo della Costituzione del GrandeOriente di Francia recita: “La Massoneria,considerando le concezioni metafisiche del tuttorimesse all'esclusivo apprezzamento individualedei suoi membri, rifugge da qualsiasiaffermazione dogmatica”, questo se da un latoconcede una quasi illimitata possibilità dispeculazione filosofica, dall'altro impedisce unadefinizione schematica del pensiero massonico.Generalmente quando qualcuno mi domanda checos'è la Massoneria gli rispondo che è come unsapore, un odore, posso descriverlo con milleparole, ma se uno non lo ha mai provato nonpotrà comprenderne a pieno la fragranza. Questoarticolo non deve essere quindi preso come untentativo velleitario di spiegare che cos'è laMassoneria ai non Massoni (definiti profani nellinguaggio massonico), ma solo come unachiacchierata fra due amici; per questo hocercato di affrontare gli argomenti in modovolutamente superficiale al fine di dare unainfarinatura, in modo da stuzzicare l'appetito dellettore senza in realtà saziarlo. Al terminedell'articolo troverete una corposa bibliografiadove poter approfondire gli argomenti dimaggior interesse, nonché i siti web delleprincipali Obbedienze Italiane. Pecchereisicuramente di presunzione se credessi che ununico articolo possa chiarire ai profani che cosasia la Massoneria, ma spero solo di stimolare lacuriosità ed indirizzare coloro che sonointeressati all'argomento verso libri seri cheparlino seriamente di Massoneria, evitandoquindi i pamphlet denigratori che troppo spessotroviamo nelle librerie; infatti l'ignoranza neiconfronti della Massoneria è sicuramente il suopiù acerrimo nemico, in quanto le ha creatointorno una cortina di sospetto e diffidenza. Nelmondo profano troppo spesso i Massoni vengonovisti esclusivamente come “[…] dei maghi neri,

dediti alle pratiche più spaventose: sacrilegi,assassini per maleficio, invocazioni del diavolo,sabba, orge ecc. Nessuna accusa, generata dauna delirante fantasia, ci è stata risparmiata: nefa fede tutta una letteratura particolare. Anche iprimi Cristiani godettero di un'altrettantacattiva reputazione, perché, come noi, siriunivano al "coperto" e il dispetto dei profani liporta sempre ad interpretare in male ciò cheavviene al riparo della loro indiscrezione” (O.Wirth). Questa fallace visione spesso impedisceprofani di animo buono e sensibile di avvicinarsisenza timore all'Istituzione.Le radici della Massoneria si approfondano nellanotte dei tempi, le leggende che aleggianoattorno all'origine della Fratellanza sonoestremamente varie e nebulose, alcune sirichiamano ai saggi Egiziani, ai sapienti Ebrei, alCristianesimo primitivo, ai Johanniti, aimanichei, ai catari, ai crociati, ai Templari aiRosacroce. Folle di autori si sono dati un grandaffare per dimostrare con prove più o menovalide le nobili origini dell'Istituzione. Questocontinuo affannarsi per la ricerca di radicistoriche che donassero maggior lustroall'Associazione neonata, è opera principalmentedel '700, quando cioè la ricerca storica non avevaancora caratteri rigorosi, e pertanto piùfacilmente autori privi di scrupoli amanti più delsensazionale che della verità hanno creato unagrande quantità di documenti falsi, o manipolati,che come risultato hanno non solo inquinato legià scarse prove, ma hanno anche reso piùnebuloso ed incerto il problema delle origini.Tale ricerca storica è comunque, a mio avviso,fuori luogo in questa sede, in quanto più che unadiscendenza reale storicamente provabile dellegrandi Istituzioni iniziatiche del passato, si trattapiù che altro di una discendenza spirituale chenon è dimostrabile con documenti irrefutabili; laMassoneria ha fatto propri i valori più alti enobili del pensiero dei grandi iniziati del passato,sublimandoli in quella che orgogliosamenteviene definita filosofia massonica. Se civogliamo, invece, cimentare in una ricercastoricamente documentata e documentabile, cidobbiamo limitare all'origine di quella che,comunemente, viene definita MassoneriaModerna o Speculativa.Fin dal medio evo i tagliatori di pietra ed icostruttori di cattedrali si erano riuniti inassociazioni, in confraternite che tutelavano iloro interessi e che custodivano gelosamente letecniche di costruzione; "…accanto allagerarchia feudale e a quella religiosa, esistevanella società medioevale pure una tal gerarchiaindustriale-operaia. Ed a somiglianza della

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Chiesa e del Feudalesimo per le classiprivilegiate, anche il Compagnonaggio per leclassi lavoratrici rappresentò un privilegio e unapotezione…". Tali confraternite non erano certouna rarità nell'epoca, basta ricordare le Artiminori e le Arti maggiori della Firenzecomunale, le Gilde in Germania, Inghilterra eFrancia, le Gremi in Spagna che raccoglievano invarie corporazioni gli artigiani e che tutelavanogli interessi della categoria. Queste associazionigodevano di particolari privilegi, ma fra le variecorporazione quella che di gran lunga si elevòsulle altre sia come organizzazione, sia comeinsegnamenti, sia per i privilegi posseduti, fu lacorporazione dei Maestri Comancini (omuratori); in Inghilterra i Maestri Comancinifurono detti Free Masons, in Francia Franc-Maçon, ecc., ovvero Liberi Muratori. Leassociazioni dei Liberi Muratori, possedevano undiscreto potere in quanto erano le uniche ungrado di costruire determinati edifici ecustodivano i propri segreti gelosamente,tramandandoli da Maestro Costruttore a Maestro,in un'epoca nella quale non esistevano trattati ditecnica delle costruzioni, dato che i primi testi diarchitettura risalgono al XVI secolo: non sipossiede infatti alcun trattato medievale diarchitettura, salvo l'album di Villard diHonnecourt del secolo XIII, incomprensibile ainon specializzati. Ed è proprio alla fine del 1500che, sia per la diffusione della scienza dellecostruzioni, insegnata nelle Università di tuttaEuropa, sia per la netta diminuzione dellecommesse per la costruzione di cattedrali, cheavevano rappresentato per secoli la massimaespressioni delle capacità costruttive delle LoggeMuratorie (ed anche la loro maggior fonte dilavoro), l'attività di tali officine degradò fino afarle sparire quasi totalmente in tutta Europa,solo in Inghilterra sopravvissero alcune Logge; laloro sopravivenza era dovuta alla capacità di farentrare nel loro contesto elementi non operativi,ovvero persone non direttamente interessate almestiere, ma attratti dai rituali,dall'insegnamento morale e dalle speculazioniliberali che erano possibili all'interno dellaLoggia; questi personaggi del mondo dellacultura e dell'aristocrazia del tempo erano dettiLiberi Muratori Accettati, in tal modo il lavorodella Loggia si allargò alla discussione teoreticae alla speculazione a scapito della operatività, maquesto contribuì alla sua sopravvivenza. Percomprendere lo sviluppo della Massoneria inquegli anni è necessario contestualizzarestoricamente gli avvenimenti che stiamonarrando: il '600 era un'epoca estremamente cupaper il pensiero filosofico scossa come era dacontinue guerre di religione fra cattolici e

protestanti, basti ricordare la notte di SanBartolomeo a Parigi o la guerra dei trent'anni cheinsanguinò gran parte dell'Europa; in particolarein Inghilterra si era conclusa da poco l'avventuradella Rivoluzione Inglese di Cromwell e dellesue teste rotonde; al termine delle rivoluzione eraritornato sul trono di Inghilterra un sovranoCattolico Carlo II Stuart, mentre la maggioranzadella popolazione era anglicana; infine il 22febbraio 1689 in seguito ad una sommossapopolare l'allora Re d'Inghilterra Giacomo II fucostretto ad abdicare a favore di Guglielmod'Orange, campione del protestantesimo a cuifarà seguito nel 1714 Giorgio I Hannover,ach'esso protestante. Tutti questi capovolgimentipolitici, e l'incertezza del potere fece si che iprincipi di libertà e di tolleranza fosseroassolutamente misconosciuti, esprimereliberamente il proprio pensiero in un epoca in cuiil potente di turno aveva la brutta abitudine di farrotolare in terra la testa degli oppositori, potevaessere dannoso alla salute!! Ecco perché unasocietà "segreta" in cui regnava l'uguaglianza esoprattutto la tolleranza era particolarmenteappetibile per le menti più aperte. Nelle Loggevigeva infatti una regola ferrea che permanetuttora, era vietato parlare di politica e direligione, questi infatti sono gli argomenti dovemaggiormente le discussioni possonotrascendere, cosa che in Loggia non deveavvenire, in quanto in essa deve regnare lafratellanza reciproca fra i singoli membri.All'inizio del '700 i Massoni Accettati finironoper essere in maggioranza e presero saldamentein mano le redini dell'Istituzione salvandola daun tragico naufragio nel mare dell'oblio.Le Logge si trasformarono quindi da operative inspeculative, il lavoro manuale lasciò il passo allavoro spirituale, comunque l'elemento"speculativo" si guardò bene dall'abbandonare illinguaggio ed i rituali "operativi", anzi li custudìcon amore ed operò al fine di ripristinare l'anticasimbologia massonica ormai usurata degli anni edall'uso. Finalmente il 24 giugno del 1717 aLondra le quattro Logge dove la componenteAccettata era maggioritaria si riunirono in ununica Gran Loggia durante i lavori della quale fueletto il primo Gran Maestro nella persona diAnthony Sayer. Nel 1721 l'allora Gran Maestroduca di Montagu incaricò i Fratelli Desaguiliersed Anderson di redigere le "Costituzioni"comprendenti un compendio storico, i doveri delMassone e le regole generali. Queste costituzionirappresentano a tutt'oggi la base su cui si poggiala Massoneria Moderna o Speculativa. Ma nontutte le Logge aderirono a questa iniziativa, anziquesto determinò la prima scissione della

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Massoneria Moderna, la scissione dei Moderns edegli Ancients, nonché la formazione della GranLoggia di Scozia e la Gran Loggia d'Irlanda checontendevano il primato alla Gran Loggiad'Inghilterra. Si dovrà aspettare il 1813 perricomporre la frattura e vedere la formazionedella Gran Loggia Unita d'Inghilterra,denominazione che permane immutata fino aigiorni mostri. Questo, comunque, non haimpedito alla Massoneria di crescere im modoesponenziale in tutto il mondo.Il processo di codificazione della Massoneria e lasua trasformazione da operativa a speculativa, omoderna, è comunque un processo molto piùlento e graduale di quanto non si possa evincereda queste poche righe, non esiste infatti una datacerta, ne un gruppo di persone in particolare a cuisi deve questo processo. "Come un semecresciuto silenziosamente nel buio della terra,così la Massoneria è lievitata nelle pieghe dellastoria manifestandosi conclamatamente agliinizi del '700" (Moramarco).Da quel fausto giorno la Massoneria si è diffusain tutto il mondo conosciuto grazie anche alrapido crescere dell'impero britannico; numeroseLogge iniziarono a chiedere il riconoscimentodella Gran Loggia di Londra; lo sviluppo fuenorme, nel 1723 le Logge riconosciute erano52, nel 1730 divennero 104, nel 1755 salirono a271; questo sviluppo esponenziale facilitòenormemente lo scopo della Massoneriasuperando rapidamente il particolarismo localeverso l'universalità dell'Istituzione. Nonaltrettanta fortuna ebbero però le altre GranLogge che rimasero realtà confinate presso apoco nei loro territori, e che finirono perscambiare un reciproco riconoscimento con laUGLE.Abbiamo già accennato che il mirabile sviluppodella Massoneria può essere deputato all'enormesviluppo come potenza militare ed economicache l'Inghilterra stava avendo in quegli anni, mabisogna anche considerare come il XVIII secolosia il secolo dei lumi, il secolo in cui conmaggior fervore si può osservare la rinascitadelle scienze umanistiche e naturalistiche, dellospirito di libertà, dei primi fermenti didemocrazia, come dimostrano la RivoluzioneAmericana a quella Francese. In ogni nazionesorsero gli ideali di Libertà, Uguaglianza,Fratellanza e proprio in Inghilterra questi idealitrovano il loro maggior sviluppo grazie allapluricentenaria tradizione di democrazia e ditolleranza che ivi si respirava. Di estremointeresse, data la grande importanza che iMassoni le attribuiscono tanto da definirla

"prima Virtù", è il concetto di Tolleranza,soffermiamoci pertanto brevemente sulla nascitadi questo concetto in senso moderno. Il XVIIsecolo fu il periodo in cui l'intolleranza sia daparte della Chiesa Cattolica che da parte deiriformisti protestanti raggiunse il massimoculmine. Ma da questi fermenti, costati nonpoche vite umane, nacquero nuove idee e nuoviconcetti riguardati la Tolleranza; nasce infatti ilconcetto illuministico di religione naturale che inGermania si intreccia con esperienze mistiche,mentre in Inghilterra e in Francia assume rigoredi pensiero riflesso. Questo filone umanistico,che non poco contribuì alla formazione delconcetto di Tolleranza, si rifugiò in Olanda dovesi osservò un risorgere della ragione prima con igiusnaturalisti quali Spinoza e Locke, e poi congli illuministi. È proprio in questo periodo chenasce il vero concetto di Tolleranza come noi lointendiamo, un valore più vasto nel contesto delprincipio di Libertà, ed è proprio sul trinomioTolleranza, Uguaglianza e Fratellanza che si basail principio irrinunciabile della Libertà. Mabisogna aspettare la Dichiarazione dei Dirittidell'Uomo, americana (1776) e francese (1789)per vedere riconosciuta la libertà come un dirittoinnato dell'uomo, attributo originariodell'individuo.La Massoneria si fece portavoce di questi ideali,riaffermando l'Uguaglianza e la Fratellanza tragli uomini nonché facilitando la nascita delconcetto di Tolleranza in senso moderno ovverocome principio irrinunciabile della Libertà. Èpertanto ovvio che una Istituzione i cui principisi basavano sull'Uguaglianza, sulla Fratellanza,sulla Libertà, sulla Tolleranza, sull'Universalitàin quegli anni avesse uno sviluppo enorme. Ilfatto che le Logge offrissero uno strumento, unmezzo di crescita interiore, una palestra dellamente dove tutti coloro che sentivanointeriormente la necessità di chiudere con unpassato dove i diritti dell'uomo venivanocostantemente calpestati, ed il dispotismoregnava indisturbato, un luogo dove UominiLiberi potevano liberamente incontrarsi perscambiarsi i propri convincimenti, ha certamentedeterminato un afflusso di menti eccelse, dimenti aperte all'interno dell'Istituzione.Il più bell'elogio alla Massoneria è scritto daJohn Robinson: “La ragione è il sole cheillumina questa setta e la libertà e l'eguaglianzasono gli oggetti del suo culto”.Nell'ottocento la Massoneria ha inoltre svolto unruolo di primaria importanza nell'Unificazionedell'Italia, troppo spesso nei libri di storia sidimentica come l'intero Risorgimento sia stato

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voluto, progettato, e pagato a caro prezzo daiFratelli Massoni e Carbonari. I nomi dei nostriPatrioti si uniscono a quello del generaleGiuseppe Garibaldi primo Gran Maestro dellaMassoneria Italiana. Ed ancora, la camera delgiovane Stato Italiano era composta per quasi i2/3 di Massoni; questa egemonia dell'Istituzionenella politica italiana si è interrotta con l'avventodel fascismo, che come tutti i regimi totalitari siadi destra che di sinistra, non poteva tollerare lapresenza sul territorio nazionale di unorganizzazione votata al completo affrancamentodell'uomo sia dai gioghi politici, sia dai giochireligiosi.Per concludere questa breve introduzione storicaall'Istituzione Massonica è opportuno dare unbreve sguardo all'attuale situazione politicamassonica italiana. A tutt'oggi sul territorioItaliano esistono più di venticinque Obbedienze(così vengono chiamate le Potenze Massoniche)tre sono le principali: il Grande Oriente d'Italia,che Massimo Introvigne definisce Maggioritariain quanto è la Famiglia numericamente piùcospicua origina nel 1860 dalla fusione dei variGrandi Orienti, presenti prima dell'Unità d'Italia,la Gran Loggia d'Italia che origina da unascissione avvenuta nel 1908 dal Grande Orientead opera di Saverio Fera, allora Numero due delRito Scozzese Antico ed Accetto, e la GranLoggia Regolare d'Italia, che, anch'essa, originada una scissione avvenuta nel 1993 sempre dalGrande Oriente ad opera del prof. Giuliano DiBernardo, allora Gran Maestro del GrandeOriente d'Italia. Il Grande Oriente d'Italia (GOI)di spirito più conservatore e dogmatico, èriconosciuto soprattutto dalle ObbedienzeStatunitensi, la Gran Loggia d'Italia (GLdI), diispirazione più progressista e liberale, èriconosciuta del Grande Oriente di Francia edalla Obbedienze cosiddette adogmatiche, laGran Loggia Regolare d'Italia (GLRI) èriconosciuta dalla Gran Loggia Unitad'Inghilterra (UGLE), e qui si apre, per ovvimotivi solo brevemente, l'annoso problema dellaRegolarità. Se ci atteniamo alle LeggiMassoniche della UGLE una Obbedienzamassonica si potrebbe fregiare del termine di"regolare" solo se riconosciuta dalla UGLEstessa, in quanto quest'ultima si auto considera laLoggia Madre del mondo, e pertanto si arroga ildiritto di giudicare tutte le altre Obbedienze e didare patenti di regolarità o meno. QuindiL'UGLE dovrebbe controllare che i Lavori nellevarie Officine si svolgano regolarmenteseguendo gli Antichi Doveri di Anderson eDesaguiliers, in realtà, come nel mondo troppospesso avviene, talvolta la patente di regolarità

viene data più con intenti di politica massonicache di vera obbiettività. Ma dal momento che perogni stato vi può essere una sola Obbedienzariconosciuta dall'UGLE, una sola risulta"regolare" in tal senso; in realtà tutte e tre leprincipali famiglie massoniche dal punto di vistarituale risultano essere estremamente serie e ligeai dettami dalla Libera Muratoria e pertanto tuttepotrebbero definirsi Regolari; non a caso quellodella "regolarità" è il vero nervo scoperto dellaMassoneria mondiale, e di quella italiana inparticolare. Fra le tre Obbedienze italianeesistono sole delle piccole differenze, soprattuttodi tipo filosofico-esoterico, in particolare il GOIe la GLRI sono Obbedienze esclusivamentemaschili, mentre la GLdI è una Obbedienzamista, in quest'ultima inizialmente lacomponente femminile era puramente simbolica,una o al massimo due sorelle per Loggia, manegli ultimi anni il numero delle donne ècostantemente aumentato e sempre più spessopossiamo ritrovare una donna che riveste il ruolodi Maestro Venerabile o Presidente di unaCamera Superiore. Infine ricordiamo la GranLoggia Massonica Femminile, Obbedienza,evidentemente esclusivamente femminile, sullacui regolarità non mi pronuncio, nata nel 1990, eche presenta una decina di Logge sparse sulterritorio nazionale di cui due a Firenze ed una aPrato, è riconosciuta dal 1991 dalla Gran LoggiaFemminile di Francia; mantiene inoltre strettirapporti anche di riconoscimento reciproci con laGLdI. Le altre Obbedienze vengono definiteMassoneria di frangia, talvolta nel marasmaspiccano alcune Obbedienze nate da scissioniprevalentemente dalla GLdI che risultano essereserie e dove i Lavori si svolgono in manierarituale, ma sfortunatamente esistono anchealcune obbedienze (la minuscola non è un caso)che con la Massoneria hanno veramente poco ache fare; sono spesso queste obbedienze cheassurgono spesso agli onori della cronacainfangando il nome della Massoneria Italiana, èinfatti sufficiente che una persona si rechi dalnotaio per fondare una nuova Obbedienza efregiarsi del nome di Massoneria. A tutt'oggi inItalia non esiste una legge sulle associazioni chetuteli le Istituzioni serie e fino a che questaanomalia non verrà sanata il "sottobosco"massonico delle obbedienze continuerà aproliferrare.Dopo questa introduzione di carattere storiconecessaria per comprendere appieno l'Istituzione,diamo un breve sguardo agli scopi. La finalitàdella Massoneria può essere facilmentesintetizzato nella continua ricerca di unasoddisfacente risposta a tre quesiti:

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- Da dove veniamo?- Chi siamo?- Dove andiamo?Sarebbe sufficiente rispondere in manieraesauriente a queste tre domande per poter esserein grado di capire appieno l'iniziazione, vorrebbeinfatti dire che il Fratello in realtà è riuscito araggiungere una tale grado di introspezione daaver conquistato il massimo grado diilluminazione, ma per ovvi motivi questo è unostato non facilmente raggiungibile; la Massonerianon potrà "infondere" magicamente la perfezionenei suoi adepti, ma può insegnare un metodo,donare un viatico che permette al singolo diincamminarsi sulla strada dell'iniziazione cheporterà i più fortunati a "conoscere se stessi". “Iosono colui che è con voi in ogni tempo. Io sono ilpadre, io sono la madre, io sono il figlio. Io sonol'incomprensibile e l'immacolato. Sono venutoper annunziarti ciò che è, ciò era e ciò chesarà, affinché tu conosca le cose che non sonomanifeste e quelle manifeste e perammaestrarti sull'uomo perfetto” (Apocrifo diGiovanni 2). Questa ricerca interiore continuache inizia ritualmente dal primo ingresso nelTempio Massonico e che è simboleggiatodall'acrostico di alchemica memoria VITRIOL, èdefinita ricerca della Verità; questo è uncammino arduo ed individuale, che porteràl'iniziato all'interno di se stesso, alla ricerca dallapietra filosofale celata nel recesso più reconditodel proprio animo. Il Metodo Massonico prevede tre momentifondamentali: lo studio, la meditazione ed ilconfronto in Loggia. Se infatti i primi duemomenti sono puramente individuali, il terzo èpura condivisione, non è infatti sufficiente per ilMassone la conoscenza, ma è necessario chequesta venga filtrata dal lavoro dell'Officina cheè sempre pronta ad apprezzare il Lavorocompiuto dal singolo, ma anche a ricondurre suigiusti binari eventuali devianze; è proprio illavoro in comune che permette all'Officina dicrescere nel suo insieme. Il Massone che noncondivide il proprio lavoro con i Fratelli non solocommette il più abbietto gesto di egoismo, ma siauto limita nella sua crescita interiore, in quantoil Lavoro Massonico deve essere considerato unLavoro collettivo e non solitario. Il ritirarsi inuna torre di avorio della propria presupponenzarende il Lavoro sterile; così come non è possibilerinchiudere la verità in un unico testo, infattiogni tomo, ogni libro, ogni pagina può contenereuna propria verità apparentemente contrastantecon un'altra, ma in realtà solamentecomplementare, così in ogni idea di un qualsiasi

Fratello dal più esperto all'ultimo degliApprendisti è possibile ritrovare quella scintilla,quel barlume di conoscenza che può illuminare,al Fratello attento e preparato, la via verso laVerità o verso la Vera Luce. “Come leinnumerevoli pagliuzze d'oro vengono trascinatedal limo dei fiumi, così c'è del veronell'ammasso grottesco delle superstizioni.Perciò sappiamo lavare il fango delle età perliberare il metallo prezioso” (O. Wirth). Eproprio in questa continua ed estenuante ricercadella Verità che il Massone si forgia; e se laVerità assoluta non può essere compresa, ilcontinuo studio ha pur sempre la funzione diaccrescere l'adepto internamente, aumentandonele proprie conoscenze, la propria capacità critica,la propria maturità interiore; come in tutti icammini iniziatici, l'importante non èraggiungere la meta, che infatti sarà raggiuntasolo da pochissime persone, bensì il camminostesso. In questo il Metodo Massonico sidistingue da altri cammini iniziatici come adesempio quello Martinista che prevede anche ilcammino solitario non confortato dal confrontonella Loggia; l'origine di questa differenza, nonda poco, deve essere ricercata nel tipo diiniziazione che distingue i due cammini. NellaLoggia Massonica il Maestro Venerabile è un"primus inter pares" ed infatti viene eletto daiFratelli di Loggia, pertanto al momentodell'iniziazione quello che io chiamo forseerroneamente "crisma" viene trasmesso non dalMaestro Venerabile ma dall'intera Loggia,dall'intera Obbedienza, dall'eggregore; il MaestroVenerabile funge da lente concentrante che faconfluire il flusso energetico sul candidato, hacioè un ruolo essenzialmente "passivo" (“Per ipoteri da me conseguiti…”), questo ci fa dire cheanche nel caso in cui il Maestro Venerabile nonavesse giunto nel cammino iniziatico il livellonecessario per poter trasmettere il crisma, se laLoggia o l'intera Obbedienza è fedele allaTradizione, l'iniziazione è più che valida.Nell'iniziazione Martinista, invece, la Loggia nonha alcuna funzione, non a caso il Maestro nonviene eletto, l'iniziazione avviene "da bocca adorecchio" fra il Maestro Iniziatore e l'iniziando,addirittura l'iniziazione può avvenire in presenzadel solo Iniziatore, questo fa si che il peso del"crisma" sia totalmente sulle spalle dell'Iniziatorestesso che deve essere in grado di trasmetterloper conferire la sua validità; questa modalità ditrasmissione influenza anche il MetodoMartinista che privilegia il rapporto Maestro-discepolo dal lavoro in Loggia, e permette lacosidetta "via solitara" che non necessita delconfronto del lavoro in Loggia.

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Ma torniamo alla Massoneria, abbiamo quindivisto che essa non è in possesso, né tanto menogelosa custode di un segreto, è solamente unaOfficina dove viene insegnato un Metodo chepermette al singolo di accrescersi, e dove ilpiccolo contributo di un singolo Fratello sisublima per arricchire la conoscenza di molti.Ma allora che cos'è il segreto della Massoneria?L'autore di una delle definizioni più belle, maanche meno facilmente intellegibili del segretoMassonico è Giacomo Casanova. “Coloro cheentrano nella Massoneria solo per carpirne ilsegreto possono ritrovarsi delusi: può infattiaccadere loro di vivere per cinquant'anni comeMaestri Massoni senza riuscirvi. Il mistero dellaMassoneria è per sua natura inviolabile: ilMassone lo conosce solo per intuizione, non peraverlo appreso. Lo scuopre a forza difrequentare la Loggia, di osservare, diragionare e di dedurre. Quando lo haconosciuto, si guarda bene dal far parte dellascoperta a chicchessia, sia pure il miglior amicoMassone, perché se costui non è stato capace dipenetrare il mistero, non sarà nemmeno capacedi profittarne se lo apprenderà da altri. Ilmistero rimarrà sempre tale. Ciò che avvienenella Loggia deve rimanere segreto, ma chi ècosì indiscreto e poco scrupoloso da rivelarlonon rivela l'essenziale: come potrebbe, se non loconosce? Conoscendolo, non lo rivelerebbe”.Quindi il segreto iniziatico è il mistero, in sensometafisico di ogni iniziazione; un segreto-mistero che non si può trasmettere, che non sipuò insegnare; parte integrante della viainiziatica lo si apprende, o meglio, lo sicomprende, a poco a poco lungo il processo dimaturazione; un segreto quindi che non si riescea svelare e che non si può tradire. Senza ilsegreto iniziatico anche il trinomio "LibertàUguaglianza Fratellanza" diventerebbe ilproclama di una associazione filantropica opolitica e la Massoneria stessa si trasformerebbein un movimento d'opinione. La Massonerianasce e si sviluppa nel segreto iniziatico.Bisogna a questo punto chiarire che laMassoneria non è assolutamente una societàsegreta in quanto le liste dei suoi adepti sonoregolarmente a disposizione della Questura comequelle di qualsiasi altra associazione profana, inperfetta osservanza dell'articolo 18 dellaCostituzione. Può invece essere considerata unaassociazione di uomini liberi, il cui scopo èprincipalmente il miglioramento spiritualedell'Uomo come individuo al fine di migliorare ilmondo in cui viviamo. “L'iniziazione massonicaha lo scopo di illuminare gli uomini, al fine diinsegnar loro a lavorare vantaggiosamente, in

piena conformità con le finalità stesse della loroesistenza. Ora, per illuminare gli uomini, èinnanzitutto necessario liberarli di tutto ciò cheimpedisce loro di vedere la Luce” (OswaldWirth). Tramite i suoi principi di Uguaglianza,Fratellanza, Libertà, Tolleranza la Massoneriacerca di insegnare ai suoi adepti un modo divivere sia all'interno dell'Associazione, sia nelmondo esterno, che noi chiamiamo profano,all'insegna della correttezza, della bontà d'animo,dell'altruismo e della generosità; il suo compitonon è quello di creare dei superuomini o deisanti, ma solo degli Uomini normali, personeoneste in grado di vivere senza per questoprevaricare i propri simili. Certamente puòaccadere che nella nostra Istituzione, per unerrore di valutazione o per leggerezza, possanoentrare delle persone disoneste o interessate, maquale associazione può considerarsi del tuttoesente da tale cancro? "L'ignoranza, l'ottusità e ladelinquenza non hanno bandiere" possono celarsinella Massoneria o nei partiti politici, nellaCaritas o nell'ARCI senza peraltro che l'interaistituzione ne risenta, o debba venir colpita deglistrali nella sua totalità. La Massoneria non puòinfluire sul cuore di chi non si apre, non potràmagicamente trasformare l'egoista in altruista, ilbrutale in sensitivo, il vizioso in virtuoso; ilMassone che incontrando un Fratello pensa comeprima cosa a come potrebbe servirgli nella vitaprofana invece di adoperarsi al suo bene senzaattendersi per questo alcun compenso se non lasoddisfazione di aver compiuto niente più che ilsuo proprio dovere, non ha compreso lo spirito diFratellanza. In Massoneria si può riceverel'amore solo se precedentemente amore lo si èdato in egual misura. Solo chi appienocomprende il significato di tali parole puòsentirsi degno di entrare nella FratellanzaMassonica.Più di ogni altra associazione umana, laMassoneria è un'entità complessa, essendoformata da uomini, gelosi della loro identità, iquali vogliono conservare integralmente ladignità di uomini liberi e tolleranti. Ognuno diessi, forte delle proprie esperienze personali,contribuisce ad arricchire ed a rafforzare talecomplessità; è una Istituzione, quindi, a "misurad'uomo", dove l'Umanesimo reale regnaincontrastato, e dove ogni tipo di coercizione èbandita. Il concetto veramente rivoluzionariodella Massoneria consiste nel fatto che essaopera sull'uomo per modificare la società,trascurando i problemi connessi con leorganizzazioni di uomini. È sua convinzione che

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per creare una società buona e giusta, si debbaunicamente creare degli uomini buoni e giusti.Ma per ottenere ciò è necessario possedere unideale di uomo, e la Massoneria non fa misterodella sua antropologia filosofica massonica. Tuttigli sforzi della Massoneria sono rivolti allatrasformazione della Pietra Grezza, rappresentatadal neofita, nella Pietra Levigata, ovvero l'Uomoin perfetta armonia con l'antropologia filosoficamassonica, ovviamente l'uomo può perfezionarsise, e solo se, realizza in modo unico e personale,tutte le condizioni che costituiscono il nostroconcetto di uomo, ossia la Tolleranza, laFratellanza, la Trascendenza ed il SegretoIniziatico. La mancanza anche solo di uno diquesti presupposti fa cadere indiscutibilmente lapossibilità di miglioramento del singolo. Taleindole deve essere già in embrione nella personaavvicinata per poter essere poi risvegliata dagliinsegnamenti iniziatici. Ecco quindi sorgerespontaneo un'altro concetto fondamentale per ilperfetto funzionamento della Comunione, ovveroil Proselitismo. Questo deve essere estremamenteaccorto, deve essere effettuato da Fratelli espertie coscienziosi, nonché il candidato deve essereposto ad un accurato vaglio dell'intera Loggia, inquanto anche solo un mattone fuori posto puòindebolire l'intera costruzione. Inoltre, cosa nonda poco, il mondo profano non riesce infatti adistinguere le colpe dei singoli dalle colpedell'intera Istituzione, ed ogni qual volta unFratello "sbaglia" ed assurge agli onori dellacronaca è l'intera Massoneria a pagarneingiustamente lo scotto.Contrariamente a quanto si possa pensare, laMassoneria non è un'accolita elitaria, nelle sueLogge non trovano posto politicanti corrotti,generali golpisti e finanzieri senza scrupoli il cuisolo scopo è quello di combattere la legalità delleistituzioni, bensì delle persone "normali", il cosìdetto "uomo della strada"; gli ho definiti"normali" non per denigrarli, ma semplicementeperché la Massoneria è fatta di uomini e pergli uomini; il successo nel mondo profano non èassolutamente legato alle virtù che l'Istituzionericerca negli uomini, non necessariamentel'uomo potente possiede bontà e gentilezzad'animo, tali virtù possono essere piùconvenientemente ricercate nella persona chenon ha mai cercato di superare il suo prossimocon le prevaricazione o con la prepotenza, e perquesto non è mai giunto ai vertici del mondoprofano. Un'altra caratteristica è l'assoluta

uguaglianza dei Fratelli, al momento di entrarenel Tempio ognuno si spoglia delle proprie vestiprofane ed indossa il grembiulino ed i guantibianchi; gli unici orpelli devono essere quelliprevisti dal Rituale, i "metalli", ovvero tutte leambizioni e sentimenti di superiorità ed orgoglio,devono essere lasciati al di fuori del Tempio,nell'Officina tutti i Fratelli sono uguali, distintisolo dai Gradi specchio fedele della maturazioneraggiunta. Infatti nella Loggia si riunisconopersone estremamente diverse tra di loro, ilprofessore universitario siede accanto almuratore, al pittore, al manovale, il medicoaccanto all'infermiere, l'avvocato accanto algarzone di bottega, nella perfetta uguaglianza. Almomento che il Massone varca la soglia delTempio si spoglia dei suoi abiti profani pertrasformarsi in un Uomo pronto a donare tutto sestesso per il suo miglioramento e quello di tutti iFratelli, pronto a ricevere gli insegnamentiprovenienti da persone anche culturalmenteinferiori a lui, ma forse umanamente più ricche.È proprio il contatto fra persone tanto diverseche rappresenta la forza dell'Istituzione, dalcrogiuolo, dall'Atanòr alchemico che rappresentala Loggia e dove entrano esperienze edinsegnamenti tanto diversi, uscirà, dopo laputrefazione, l'Uomo nuovo, il Massone prontoad operare nel mondo profano nel tentativo dimigliorare le condizioni di vita dei suoi simili.

BIBLIOGRAFIA

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Siti Massonici Ufficiali

Ordinehttp://www.grandeoriente.it/http://www.granloggiaregolare.it/http://www.granloggia.it/http://www.granloggiafemminile.it/

Ritohttp://www.ritoscozzese.it/http://www.memphismisraim.it/http://www.ritosimbolico.net/http://yorkitaly.com/

Siti Massonici Indipendentihttp://www.misraimmemphis.org/http://www.zen-it.com/http://www.lamelagrana.net/http://www.esoteria.org/http://www.freemasonrytoday.com/http://www.massoneriaitalia.it/http://www.granloggiasimbolicauniversale.it/

Siti Di Alcune Loggehttp://www.montesion.it/http://www.massoneria.com/http://www.harmoniauniversalis.org/http://www.sosed.it/Cdsole/Feb97/e-13-02-97b.htm

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Suddivisione e qualità degliElementi nel glifo della

Bilancia

(dagli insegnamenti della Scuola

E.S.O. di Tradizione Egiziana)

a cura di Neferkr

I quattro elementi (fuoco-terra-aria-acqua) sonofondamentali in tutte le strutture materiali e gliinsiemi organici. Ognuno di essi rappresenta ungenere fondamentale di energia che agisce in noi.

Tutti e quattro si trovano materialmente in ognicosa sebbene ogni persona sia più in sintonia conalcuni tipi di energia che con altri, a partire dalmomento del primo respiro, quando comincia ascambiare energia con l’universo in mododiretto, senza la mediazione delle energiematerne.

Per una reale interpretazione dell’azione deglielementi in un’analisi astrologica non dobbiamotenere conto solamente dell’elementogenericamente attribuito al segno zodiacale, inquanto lo spazio dei trenta gradi è a sua voltasuddiviso in gruppi di sei gradi, ciascuno“colorato” da un elemento, secondo la sequenzafuoco-terra-aria-acqua–fuoco e così via.

I primi e gli ultimi sei gradi appartengonosempre all’elemento attribuito al segno. Nelnostro caso, e per tutti i segni di aria, lasuddivisione è quindi: gradi da 1 a 6 aria; gradida 7 a 12 acqua; gradi da 13 a 18 fuoco; gradi da19 a 24 terra; gradi da 25 a 30 aria.

Tuttavia l’elemento dei primi sei gradi influenzatutti gli altri, ed è l’unico che possiamoconsiderare “puro”; mentre l’elemento dei gradida 25 a 30, pur essendo identico a questo, vieneconsiderato come Etere, ed essendo terminale,ingloba in sé le caratteristiche degli elementi chelo precedono.

In generale:

· L’aria è legata alle sensazioni, allepercezioni ed alle espressioni della mente edel pensiero;

· Il fuoco esprime il principio vitale chescalda, irradia ed energizza e puòmanifestarsi come entusiasmo e amore ocome egocentrismo;

· L’acqua rappresenta l’emotività e larisposta sentimentale;

· La terra permette un facile accordo conil mondo delle forme fisiche e l’abilitàpratica a utilizzare la materia.

Inoltre, così come la posizione dei geni in unoroscopo indica quali energie l’individuo è ingrado di utilizzare con facilità nella propria vitaquotidiana e in quali ambiti riesce ad agire inmodo naturale e spontaneo, lo stesso elemento havalenza diversa a seconda del glifo in cui sitrova.

Nella Bilancia, o meglio, nella Porta “Brillante”(secondo l’antica denominazione egiziana),l’attività mentale dell’elemento aria (i primi seigradi che influenzano tutti quelli che seguono),ispira il bisogno di armonizzare ed equilibrare gliopposti: non a caso la divinità protettrice diquesta Porta è Maat, principio universale diVerità e Giustizia.

Naturalmente le qualità modificano a secondadel dominatore, dei governatori e dell’ora dinascita (assumendo come diurne le nascitedall’alba al tramonto e come notturne quelle daltramonto all’alba).

Vediamo ora come agiscono gli elementi inquesta Porta in relazione alle tabelle deidominatori e governatori utilizzate nella nostraScuola:

Nascite diurne:

· dominatore Urano : La notaqualificativa di Urano è l’impulso a

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trascendere le convenzioni al fine dipartecipare coscientemente al processo ditrasformazione.

Nei gradi da 1 a 6,

l’impulso all’espansione, soprattutto alivello conoscitivo, dovuto all’azione delgovernatore Giove in gradi di aria, sicombina armoniosamente con la luciditàdi Urano in questo elemento, permettendodi effettuare il passaggio dallaconsapevolezza intellettuale allapercezione intuitiva della realtà e quindiottenere la conoscenza di ciò che è,conoscenza indispensabile per operarequalsiasi tipo di trasformazione

I gradi da 7 a 12 appartengono all’elementoacqua che, nella Porta Brillante, fa sì chel’emotività venga ampiamente dimostrata e che inativi si innamorino con molta facilità divenendosuccubi dei loro sentimenti.

Giove che governa fino al 10mo grado,agisce in maniera meno mentale rispettoai primi sei gradi, servendosi del dialogoper manifestare l’emotività caratteristicadell’elemento. L’espansionedell’emotività rischia di divenireeccessiva e di risentire l’influenza delleenergie uraniane che a contatto conl’elemento acqua inducono all’illusione.

Tutt’altra cosa provoca Saturno chegoverna i gradi 11 e 12: Saturno infattinon permette di venire sopraffatti dalleemozioni e l’elemento acquaammorbidisce e addolcisce il suo rigore.Si ha allora una coscienza (anima-mente)in cui l’anima potrebbe comunqueprendere il sopravvento sulla menterendendo non facile agire guidati dallaragione.

gradi da 13 a 18 elemento Fuoco: questi gradi

assorbono parte delle energie dalla Portaopposta, il Guardiano dei Monti.

Il governatore Saturno fa sì che ilsoggetto consideri le qualità del geniocome fossero una propria emanazione.Trattandosi di nascita diurna Saturnoentra in relazione con Urano permettendouna grande lucidità nell’analisi dellecause e dei propri processi mentali.

gradi da 19 a 24 – Terra : in questa Portal’elemento Terra perde potenza rispettoall’attaccamento alla materia che viene per lo piùutilizzata a fini estetici

Saturno che governa fino al 20mo grado,dominato da Urano, aumenta la capacitàdi riconoscere i propri limiti permettendoun’attività bene organizzata echiaramente strutturata.

Vulcano, governatore dei gradi dal 21moal 24mo, in gradi di terra dominati daUrano alimenta la tendenza a rendereconcrete le proprie idee servendosi dellerisorse tecnologiche.

Gradi da 25 a 30 – Aria (Etere) – questi ultimigradi di Aria, o meglio di Etere, consentono dimostrare alternativamente le caratteristiche ditutti gli elementi. Gli individui possono essereconsiderati imprevedibili nella misura in cuireagiscono ad una causa in dipendenza dallostato animico e mentale.

L’azione di Vulcano governatore, combinata conl’elettricità di Urano dominatore, rende inoltreancor più facilmente soggetti ad improvviseesplosioni.

Nascite notturne:

· dominatore Venere, considerata comel’elemento centripeto dell’esperienza che

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spinge l’individuo al raggiungimentodell’unione tra il suo io profondo e gli altri.Non va trascurato il fatto che trattandosi dinascite notturne, questo genio agisce con unaforza di attrazione non manifesta ed evidente.

Nei gradi da 1 a 6 Venere governa e domina matrovandosi in gradi di Aria, le sue qualitàdivengono più evanescenti e i sentimenti sonopiù legati all’attività della mente che ad uncoinvolgimento emotivo dell’anima.

I gradi da 7 a 12 appartengono all’elementoAcqua : l’emotività che nelle nascitediurne viene ampiamente dimostrata viene inquesto caso maggiormente interiorizzata. Gliindividui si innamorano con molta facilità edivengono succubi dell’amore

Venere che governa fino al 10mo grado,aumenta la sensibilità degli individui e laloro propensione a farsi trascinare daisentimenti.

Saturno che governa i gradi 11 e 12:come nel caso di nascite diurne, infattinon permette di venire sopraffatti dalleemozioni anche se l’elemento acquaammorbidisce e addolcisce il suo rigore.Nel caso di nascite notturne, il tormentoprovocato dal conflitto tra la tendenza diVenere a lasciarsi andare completamenteai sentimenti e l’azione rigorosa diSaturno che spinge ad amare guidati dallaragione non essendo manifestato aumentail potenziale della sofferenza.

gradi da 13 a 18 elemento Fuoco: assorbe partedelle energie dalla Porta opposta, il Guardianodei Monti.

Il governatore Saturno in questi gradi fasì che il soggetto consideri le qualità delgenio come fossero una propriaemanazione. Trattandosi di nascitanotturna Saturno entra in relazione conVenere dominatrice riuscendo astemperarne le qualità mostrate in gradi

di Fuoco: la coscienza (Saturno) riescequindi a limitare negli individui nati inquesti gradi l’eccessivo coinvolgimentoemotivo nelle cause, la lussuria e latendenza a vendicarsi.

gradi da 19 a 24 – Terra : in questa Portal’elemento Terra perde potenza rispettoall’attaccamento alla materia che viene per lo piùutilizzata a fini estetici

Saturno governa fino al 20mo grado,dominato da Venere. Nell’elementoTerra, Venere rende emotivamenteinteressati alla materia. A livellosentimentale sviluppa quindi una fortepossessività a livello emotivo. Tuttavia inquesti due gradi governati da Saturno, c’èla possibilità che i sentimenti venganoguidati dalla ragione verso rapporti beneorganizzati e chiaramente strutturati neltentativo di acquisire maggiore sicurezzain se stessi e nell’altro.

Mercurio, governatore dei gradi dal 21moal 24mo, in gradi di terra dominati daVenere, mette al servizio dei sentimentiuna intelligenza dura e caparbia: lapossessività a livello emotivo vienequindi veicolata attraverso ragionamenti econcetti che il soggetto si rifiuta dimettere in discussione.

Gradi da 25 a 30 – Aria (Etere) – questi ultimigradi di Aria, o meglio di Etere, consentono dimostrare alternativamente le caratteristiche ditutti gli elementi. Gli individui possono essereconsiderati imprevedibili nella misura in cuireagiscono ad una causa in dipendenza dallostato animico e mentale. Trattandosi di nascitenotturne, l’imprevedibilità è ancora maggiore inquanto le reazioni non vengono manifestate el’individuo agisce occultamente.

L’azione di Mercurio governatore, combinatacon la dominazione di Venere, fa vivere isentimenti in modo più leggero, filtrati sempre

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dall’attività intellettiva che però qui manca diperseveranza.

Quanto descritto è riferito alla posizione del Solealla nascita e fornisce indicazioni sullapersonalità dei soggetti esaminati.

Lo stesso metodo va applicato anche agli altrigeni e pianeti e va integrato con l’analisi dellanatura del grado occupato e con l’interpretazionedel relativo motto del calendario tebaico, senzamai dimenticare che

<<astra inclinant, non determinant>>.

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Roba da mattia cura di Marcello Vicchio

Non sembri strano che spesso il cercatore diLuce ritorni alla poesia, perché questa è forse ilveicolo più potente di trasmissione delMessaggio. Quando gli uomini hanno scelto diindagare il sovra-umano, di narrare imprese talida annichilire le loro piccole forze, di cantare leglorie celesti o la sapienza, spesso il linguaggioscelto è stato quello della poesia, il più similealla “lingua degli uccelli”.

L’impareggiabile libertà creatrice contenuta nellaparola ( In principio era il verbo…), fa sì chetutto l’universo materiale e spirituale, e ogniattività o momento dello spirito umano, possano rientrare nel dominio della poesia e in questariverberino quelle immagini, simboli, allegorie capaci di impossessarsi della mente edel cuore di chi legge, ascolta e si ascolta, econdurlo laddove la potenza dell’espressionedesideri.

La comprensione piena, poi, della vera operad’arte è legata strettamente al grado di sintoniainteriore, culturale e intellettuale, uguale nellatrama ma sempre diversa nei contenuti, che siinstaura nel momento in cui il prodotto del geniocreativo investe l’animo dello spettatore, contutte le limitazioni sottintese. Limitazioni, sì,perché tra artista e osservatore deve crearsi unprocesso di osmosi continua (sono loro due gliunici attori del personalissimo “dramma” chescaturisce dal confronto) e non sempre chiosserva è capace di vedere.

Del resto dramma deriva dal greco drama, chesignifica azione, partecipazione emotiva, e secapita di essere indifferenti o distratti alla vocedella Natura e anche a quella delle Muse, lenostre vite saranno condannate a scorrere suilivelli elementari dell’essere, su piani parallelirispetto alle Forme e senza mai intersecarsi conqueste. Continueremo a dormire a occhi aperti,ciechi ai sottilissimi fili che si snodano da altrigradi di realtà e che i saggi, gli iniziatidell’antichità, qualche volta ci hanno indicato.Legati agli alberi maestri delle nostre navi, sordial richiamo delle sirene, mai riusciremo ad

afferrare altro che non sia il subito e l’adesso.

“Accade” così che alcuni versi del Purgatoriodantesco, la cantica più squisitamente esotericadell’opera perché simboleggia l’anima che sta ritrovando faticosamente la Luce dopo iltravaglio infernale, improvvisamente lascinotrasparire significati reconditi ma invisibili a unosguardo superficiale, perfetti emblemi di quel”parlar sottile” del quale Dante è inimitabilemaestro.

Ingannato dal significato letterale di un paio diterzine, perché mai prima d’ora era scoccata inme l’alchemica fusione artista-osservatore allaquale accennavo prima, per difetto noncertamente dell’artista, non avevo notato quelquid che costringe la mente a fare un altropiccolo passo nella comprensione dell’opera… edell’Opera.

“Tutto accade”, soleva ripetere un grandeMaestro, senza che siamo noi a scegliere. E ognicosa accade quando deve accadere.

Vediamo allora che cosa succede nel 3° cantodel Purgatorio, tra i versi 33 e 39.

Dante e Virgilio sono ai piedi del monte delPurgatorio, stanno cioè iniziando la scalata che porterà il Poeta, gradualmente, a raggiungere ilParadiso Terrestre ( la Gerusalemme Celeste). Dante vede sul terreno, dinnanzi a sé, solo la sua ombra e sussulta, temendo di essere statoabbandonato dal Maestro. Questi lo rimprovera elo ammonisce a non essere diffidente, perchécontinuerà a essergli vicino. Il suo corpo è seppellito a Napoli, sulla via per Pozzuoli, perquesto non proietta ombre, ma la sua anima ècon lui, diafana e incorporea. Non è dato saperecome “accade” che le anime si incarnino neicorpi.

Poi Virgilio s-vela:

“Matto è chi spera che nostra ragionepossa trascorrer la infinita via,che tiene una sustanza in tre persone.State contenti , umana gente al quia;ché, se possuto aveste veder tutto,mestier non era partorir Maria”

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Il significato letterale è evidente: è pazzo chicrede di poter giungere con la ragione acomprendere la Trinità e la consustanzialità,perciò è meglio che l’umanità si accontenti dellaprova testimoniata dalla nascita del Figlio.

Spiegazione plausibilissima, canonica e quasiscontata.

Però…però c’era qualcosa. Mi ricordavo di averletto da qualche parte una definizione del Mattoche mi aveva “instillato” molta curiosità e che,riportata alla terzina dantesca, apriva unoscenario del tutto nuovo.

“ La Via del Matto è la via del viaggiatoresolitario in cammino verso l’iniziazione. Questoviaggiatore può anche studiare sotto la guida diuno o più maestri, ma cercherà in ogni manieradi conservare la propria identità… Dire che ilMatto è sulla Via, equivale a dire che percorre lastrada dell’esperienza. Quella del Matto è la viadello sviluppo dell’ego. Nel linguaggio esotericol’ego è l’io; e questo io è una gocciolina delleMente universale di Dio… E’ quella goccia didivinità che ha cercato l’esperienza attraverso ilcoinvolgimento nella materia. Questa minuscolaparticella viene calata nella materia affinchépossa percepire se stessa, ossia acquisireesperienza nel regno della creazione divina…”(Hedsel-L’iniziato).

Il Matto, dunque, spogliato delle apparenze, ècolui che percorre la via dell’iniziazione!

Ed è colui che ha scelto la Via Umida, fatta diesperienze, di errori e rettificazioni continue.

“ L’altra , per grazia che da sì profondafontana stilla, che mai creaturanon pinse l’occhio infino a la prima onda”(Par. XX, 118-120)

La figura del Matto ricorre in molte tradizioni( nel Medio Evo era molto diffusa la Festa deiPazzi, in seguito proibita dalla Chiesa) e siripresenta, di tanto in tanto, nella letteratura enell’arte con significati molto spesso occulti,basti ricordare i quadri di Hieronymus Bosch oLa nave dei folli di Sebastian Brandt.

Sotto il cappello a tre punte ( a simboleggiare

corpo, spirito e anima; il fisico, l’eterico,l’astrale; il passato, il presente, il futuro,insomma una trinità), il Matto dei Tarocchicammina, lo sguardo rivolto in alto ( magariinciampando come Talete, che poi doveva subirei cachinni – come dice un mio amico - dellaservetta tracia… lo tuo riso sia sanza cachinni),portando un bastone e un fagotto sulla spalla, arappresentare il fardello delle sue follievisionarie, e un altro bastone in mano, sul qualespesso inciampa. Certo, la rettitudine spesso lo fainciampare, perché non si possono chiederecompromessi all’anima di un Matto.

La lince che gli addenta il polpaccio, simile allalonza dantesca, animale dalla “gaietta pelle”chiazzata di Bianco e di Nero, non dà tregua alsuo spirito inquieto, tormentandolo di continuo,sicché Oswald Wirth può legittimamenteaffermare : <<…Il saggio non si lascia ingannaredalle parole; invece di oggettivare esteriormente la negazione verbale dell’essere, cerca il Matto inse stesso, prendendo coscienza della ristrettapersonalità umana, che ha un posto tanto grande nelle nostre misere preoccupazioni…>>.

Ben strano, dunque, questo Matto che, a benvedere, dà l’impressione di essere più savio dimolti altri.

<< Qualsiasi cosa dicano di me i mortali, >>scrive Erasmo da Rotterdam nell’ incipit dell’Elogio della follia << …ecco qui la prova che io,io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli Dei e gliuomini>>. E conclude << Ricordate però ildetto greco : ”spesso anche un pazzo parla aproposito”>>.

Se, dunque, il Matto è colui, e non altri, chepercorre un proprio viatico iniziatico, eglispera davvero che la nostra ragione sia ingrado di indagare la infinita via del misterodella Trinità, che poi è anche il mistero delcorpo, dello spirito e dell’anima umana. Ilsuo cammino forse potrà rivelarsi alla fineinfruttuoso, ma non sarà mai inutile perchél’importante è il viaggio in sé, con fardello ebastone in spalla: il Matto mercenario di sestesso.Abituati come siamo a dare alla ragione il freddoattributo della concatenazione di causa ed effetto,retaggio di una certa concezione materialistica

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della realtà, spesso dimentichiamo di tornare alleorigini e indagare sul concetto originario delverbo reri, che ha il doppio significato di‘credere e pensare’.

Il vero Matto spera, crede, pensa e, appunto perquesto, non delega ad altri il suo fagotto. E nondelega né il fare, né l’essere, né il sentire, comeDante non ha affidato ad altri che a se stesso iltravaglio della propria anima alla ricerca dellaLuce.

L’umana gente può accontentarsi del quia.

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Genesi ed evoluzione dellacorrente teosofica all’internodella cultura europea

a cura di A. D’Alonzo

1- Introduzione. Periodizzazione e cronologiadella corrente teosofica.

Capita sempre più spesso, specialmente suInternet, di leggere articoli che erroneamenteriducono la corrente teosofica alla sola dottrinadivulgata dalla Società Teosofica (S. T.), fondatanel 1875 a New York da Madame HelenaBlavatsky e dal colonnello Henry Steel Olcott.Al contrario, la corrente teosofica presenta, alsuo interno, almeno sei successive stratificazionistoriche ed è profondamente radicata nellacultura europea, in particolare germanica. Nelsostrato culturale tedesco della teosofia deveessere ricercato il motivo del pregiudizioguénoniano, che diventa addirittura ostilitàferoce nei confronti della S. T., in particolaredella Blavatsky. Il pensiero di Guénonfocalizzato, dopo il periodo giovanile, sulletradizioni medio/estremo-orientali- in particolaresull’esoterismo islamico- avalla così la suaripulsione per tutto ciò che è d’originegermanica: il silenzio è esteso anche alparacelsismo ed alla Naturphilosophie. PerGuénon, la teosofia prima della Blavatskycoinvolge pochi nomi[1]; ma la realtà effettiva èdiversa, e la corrente teosofica è, al contrario,una delle più importanti nella storiadell’esoterismo occidentale.

Sommariamente, possiamo distinguere nellastoria della teosofia occidentale:

a) Un periodo “proto-teosofico” (primametà ed inizio seconda metà del XVI°secolo) che comprende le opere di GérardDorn (1530-1584), Valentin Weigel(1533-1588), Johann Arndt (1555-1621),

Heinrich Kunrath (1560-1605).

b) Una prima “età dell’oro” della teosofia(seconda metà del XVI°- XVII° secolo):Jacob Boheme (1575-1624), Jane Leade(1623-1704), John Pordage (1608-1681),Quirinus Kuhlmann (1651-1689), JohannGeorg Gichtel (1638-1710).

c) Una fase intermedia interrottadall’opera di Emmanuel Swedenborg(1688-1772).

d) Una seconda età dell’oro (fine XVIII°secolo): Martinez de Pasqually (1727-1774), Friedrich Cristoph Oetinger(1702-1782), Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803).

e) Un periodo (XIX° secolo) che va daFranz von Baader (1765-1841) allaNaturphilosophie (1815-1847).

f) Un rapporto di discontinuitàoggettiva, la comparsa della già citataSocietà Teosofica nel 1875 a New York.

Dobbiamo includere in questa sommariaperiodizzazione altri nomi illustri: GottfriedArnold (1666-1714), Aegidius Gutmann, JuliusSperber (morto nel 1616) Karl vonEckartshausen (1752-1803), J. Heinrich Jung-Stilling (1740-1817), Frédéric RodolpheSalzmann (1749-1821), Michael Hahn (1758-1819), Franz Hoffmann (1804-1881), JuliusHamburger (1801-1884); in Olanda: J. B. VanHelmont (1577-1664), F. M. Van Helmont(1577-1664). In Inghilterra: Robert Fludd (1574-1637), Henri More (1614-1687), William Law(1686-1761), D. Andreas Freher (1649-1728). InFrancia: Pierre Poiret (1646- 1719), AntoinetteBourignon (1616-1680), J.P. D. Membrini(1721-1793). Sono da ricordare, oltre alla Leade,due altre teosofe, che pur non raggiunsero laprofondità speculativa della prima: Bathilded’Orléans (1750-1822), Julie de Krüdener (1764-1824).

2- caratteristiche e fondamenti dottrinali dellateosofia.

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Ovviamente, tutti questi autori presentanodottrine e speculazioni variegate; tuttavia, iteosofi europei sembrano sempre fare riferimentoa tre capisaldi teoretici, in grado di discriminarela teosofia dalle altre correnti esotericheoccidentali: il triangolo Dio-Uomo-Natura, ilprimato del mito biblico della Creazione,l’accesso diretto dell’uomo al Mondo Superiore[2].

a) Il triangolo Dio-Uomo-Naturacaratteristico della speculazioneteosofica, rimanda ad una delle classichetriadi dell’esoterismo occidentale. Diooccupa sovente il vertice superiore,mentre alle altre due polarità sonoriservati i vertici inferiori. Lacollocazione dell’Uomo sullo stessopiano (inferiore) della Natura indica laCaduta originaria, la catabasi; ma implicaanche che l’esperienza umana non sia unmero essere-nel-mondo, unaheideggeriana “gettatezza”nell’inautenticità della dimensioneesistenziale: perché l’uomo è pariteticorispetto alla Natura e di-scendedirettamente da Dio. In altre parole, inogni momento, da qualunque condizione,l’uomo può trascendere il suo destino eritornare (anabasi) al Principio, senzadover necessariamente patire i limitiontologici imposti alle altre creature.

b) Il mito biblico della Creazione indica ilrecupero dell’Immaginario, dell’elementonarrativo della Genesi e di tutti queifattori fantastici disconosciuti dallateologia ufficiale. Mentre quest’ultima siaffina sempre più alle raffinatespeculazioni logocentriche, la teosofia siappropria del rimosso teologico, dellavalenza allegorica del mito cosmogonicoe libera il simbolo- ridotto ormai a merasuperstizione – dalla gogna dellametafisica scolastica. La teosofia èdunque una sorta di “teologiadell’immagine”[3]

c) L’accesso diretto ai mondi superiori è

garantito, essenzialmente, dal poteredell’Immaginazione creatrice. Questafacoltà d’origine divina e presente inmaniera latente nell’uomo, assicura: 1)La possibilità di esplorare i diversi livellidella realtà; 2) Di realizzare l’anabasi, lafusione estatica e provvisoria con il pianodivino; 3) Di rigenerarsi all’interno di un“corpo di luce” in grado di garantire una“seconda nascita” ed assicurare così lasalvezza personale. Quest’ultimapossibilità è prestata alla teosofia dalparacelsismo – da cui in fondo la teosofiadiscende- ma anche da alcuni passi deitrattati ermetici presenti all’interno delCodice VI di Nag Hammadi, ritrovato nel1945. La seconda, realizzazione della visimaginativa rimanda invece, in unaprospettiva affine, alla questione classicadel “luogo mistico”, del punto d’incontrodell’umano con il divino denominato, divolta in volta, syntéresis (egemonikón),principale mentis, apex mentis,principale cordis, scintilla anima[4], ecc.Tuttavia tra mistica ed esoterismo esisteuno iato invalicabile. L’esoterista vive diteofanie, di simbologie mediatrici dellamanifestazione del Sacro; il misticoscavalca tutti i gradini della scala diGiacobbe e realizza l’Unità del suospirito con quello divino. L’esoterista sisofferma a contemplare le “figurine” delmistero; il mistico dopo aver annichilitol’Io, annienta anche Dio stesso.

La teosofia nascendo all’interno di una culturadominata dalla predicazione luterana, si pone findall’inizio in una prospettiva alternativa tesa alrecupero del simbolismo mitico del corpusbilico. All’inizio del XVII, la teologia protestanteera inevitabilmente inaridita dal sospetto luteranosulla filosofia, considerata una disciplinaarrogante ed empia, tesa a sostituire lapredicazione di Cristo con la ratio umanistica.Sospetto che dovette presto estendersi alla stessateologia razionale. La teosofia sorge così percolmare un vuoto, per rispondere ad una dupliceesigenza spirituale: recuperare il Mito espulsodalla speculazione scolastica alla fine delmedioevo, e riproporre una metafisica alta,incentrata sul primato dell’interiorità, enfatizzato

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da Lutero. Se il principale discrimine dei rapportitra l’uomo e Dio è la Scrittura, alloral’esperienza soggettiva della Lettura diventaprioritaria, alternativa ad ogni mediazioneecclesiastica percepita, adesso, come arbitraria,vessilatrice e superstiziosa. Naturalmente tuttoquesto avviene all’interno di un pianostrettamente teoretico, perché storicamente ipastori protestanti si rivelano fortemente ostiliverso quel profetismo, che il loro maestro ha inqualche modo contribuito a forgiare e diffondere.In altre parole l’enfatizzazione dell’interioritàteorizzata da Lutero, inizia a spaventare i suoistessi accoliti. A Görlitz, nella Slesia, Boehme fua lungo perseguitato dal pastore luterano GregorRichter; le sue opere ostracizzate, la famiglia e lasua persona diffamate anche dopo la morte[5] delteosofo, avvenuta nel novembre del 1624.

Certamente nel milieu latino, le cose nonandavano meglio per i liberi pensatori, ed il rogodi Giordano Bruno nel febbraio del 1600 n’ètestimone. Tuttavia, la Chiesa romana, findall’inizio, si era schierata contro la libertàdell’interpretazione soggettiva, assurgendo alruolo di mediatrice spirituale e detentrice delladottrina. Il protestantesimo, al contrario, si ponesolo successivamente contro quella “Libertà delcristiano”, rivendicata da titolo stesso dell’operaprincipale di Lutero e che era stato il cavallo dibattaglia del Riformatore.

A tutte queste problematiche, la seconda etàdella corrente teosofica aggiunge una peculiarità.In modo ancor più marcato rispetto alla primaepoca boehmiana e poi alla fase intermedia diSwedenborg, la teosofia tardo-settecentescaacquista una connotazione eclettica,globalizzante. I teosofi successivi a Swedenborgcercano di elaborare un sistema unitario dipensiero, una scienza universale, capaced’integrare armonicamente le correnti esoterichedel Rinascimento e la scienza moderna. Siricercano le fondamenta di un sapere totale.Emblematico è il caso di Friedrich CristophOetinger, probabilmente il più grande eruditodell’esoterismo occidentale. Tuttavia, lavastissima conoscenza di Oetinger presenta unacaratteristica inedita ed assente negli altri

sapienti. Il “mago del Sud” riusciva apadroneggiare- oltre alla pluralità delle tradizioniesoteriche- anche la filosofia e la scienza del suotempo. In altre parole, la (quasi) totalità delloscibile umano: dalla cabbala alla fisiognomica,dal neoplatonismo alla dialettica,dall’elettrologia al magnetismo.

3- Il periodo “prototeosofico” (prima/secondametà del XVI secolo).

Come abbiamo detto, la corrente teosofica siforma per colmare un vuoto, per recuperare ladimensione mitica dell’Immaginario religiosooccidentale strutturato all’interno dei mitologemibiblici. Se da un lato la continuità oggettiva puòessere rintracciata nella scuola di Chartres, o, perrestare in ambito germanico, nelle sapientivisioni di Hildegarde di Bingen (1098-1179),dall’altro- per quanto riguarda la vera e propriafiliazione esoterica- si deve guardare all’ereditàparacelsiana. Nel primo caso si deve ricordarecome prima dell’avvento della Scolastica, lateologia fosse una forma di pensiero molto vicinaa quella esoterica. La scuola di Chartres, adesempio, possedeva una metafisica intrisa disuggestioni simboliche e mitiche. Le stessevisioni di Hildegarde di Bingen sono pervase dirichiami gnostici e manichei: in ogni caso,ermetici. Del resto, è Paracelso (1493-1541) afornire i capisaldi dottrinali, più propriamentequalificabili come “esoterici”, alla speculazioneteosofica. La ricerca paracelsiana si esplicanell’elaborazione di una Filosofia della Natura(ancora una volta, rimossa dalla Scolastica),strutturata sulla medicina, sulla cosmologia, sullacorrispondenza simbolica dei piani del Cosmo. Èsoprattutto quest’ultimo aspetto a diventareprioritario all’interno dell’impianto teoreticoteosofico. Mentre l’Antico Testamento presentail Mondo come effetto della Caduta,dell’incolmabile distanza/separazione assiologicatra la Natura e Dio, tra il Creato ed il Creatore,tra il Padrone ed i servi, Paracelso restituisceplatonicamente dignità ontologica al regno dellaMateria, facendola assurgere a copia, specchiodel Cielo. Se la Natura è un riflesso, seppurimperfetto, del Mondo intelligibile, allora essanon può essere considerata soltanto come

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radicale frattura ontologica generata dal peccatoedenico. Il Creato, quantomeno, diventa unamappa per ritrovare il volto nascosto delCreatore-che-giudica.

L’eredità paracelsiana è quindi confluita nellaspeculazione teosofica, che tuttavia non deveessere pensata come una vera e propria dottrinaunitaria, ma, piuttosto, come un complessod’elaborazioni soggettive condivise nel richiamoai tre postulati sopra descritti (il triangolo Dio-Uomo-Natura, il primato del mito, l’accessodiretto al Mondo Superiore). Come abbiamovisto, è usuale far coincidere l’avvento dellacorrente teosofica vera e propria con l’iniziodella speculazione boehmiana; quindi ciò cheprecede la comparsa del “Ciabattino di Görlitz” èsolitamente indicato come periodo“proteosofico”, senza che questo possasignificare la svalutazione intellettuale dei suoiesponenti. Semplicemente, Gérard Dorn,Valentin Weigel, Johann Arndt, HeinrichKunrath sono più lontani dalla teosofia diBoehme e più vicini a Paracelso, di quanto lo sia,ad esempio, Swedenborg.

Gérard Dorn (1530-1584), infatti, può essereconsiderato come il vero e proprio epigono econtinuatore di Paracelso. Oltre a commentare epromuovere gli scritti paracelsiani, Dorn elaboròuna Filosofia della Natura molto raffinata, attentaai vari postulati alchemici.

Nell’opera di Valentin Weigel (1533-1588),possiamo rintracciare- oltre alla solita influenzaparacelsiana- anche l’eredità della misticarenano-fiamminga.[6] Fu soprattutto MeisterEckhart, tra i mistici medioevali tedeschi, adinfluenzare il pastore protestante, autore di untrattato intitolato Gnóthi seautón (“Conosci testesso). Il fulcro della meditazione weigeliana èil rifiuto dell’autorità esteriore, confessionale,dottrinale (egli abbandonò anche le carichereligiose per proseguire le sue meditazioni liberee solitarie). Il principio dello Spirito, la “scintilladivina”, si trova all’interno dell’anima stessa,nell’uomo interiore. Allo stesso modo la chiesastorica e la Scrittura, non hanno importanza perWeigel: la Salvezza non proviene dal Cristo

storico, ma dal Cristo interiore, immagineperfetta dell’introiezione illuminata e appartata.L’uomo interiore diventa così il fondamento delmacrocosmo, perché contiene in se stesso lagenerazione del Logos divino.

Anche John Arndt (1555-1621) fu un pastoreprotestante tedesco. Redasse diverse opere dellamistica medievale; oltre che ad Eckhart s’ispiròad altre importanti figure religiose, come Angelada Foligno e Bernardo di Chiaravalle. Ilcapolavoro di Arndt sono i Sei libri delcristianesimo (in un primo tempo i libri eranoquattro), in cui tenta di armonizzare e combinarela mistica medievale con il paracelsismo el’alchimia. Troviamo in Arndt anche la c.d.dottrina della “seconda nascita”, ossia laformazione di un nuovo corpo all’internodell’anima, in grado di realizzare la salvezzapersonale.

Heinrich Kunrath (1560-1605) scrissel’Ampitheatrum Sapientiae Aeternae, un trattatoalchemico-teosofico che contribuì a diffondere inGermania il termine “teosofia”, soppiantandoprogressivamente il più datato e sospetto, “magiadivina”.[7] L’Ampitheatrum segna anche l’iniziodi un nuovo stile, un modo inedito di scrivere especulare ricco d’immagini ed illustrazioni. Daquesto momento, tutti i libri di alchimia siarricchiscono di simboli disegnati all’interno dipagine coloratissime; tuttavia, la ricercaiconografica subisce presto una battuta di arrestoed è soltanto nel secolo successivo che s’imponedefinitivamente.

4- La prima “età dell’oro” della teosofia(seconda metà del XVI°- XVII° secolo).Solo con Jacob Boehme, però, la correnteteosofica acquista la sua connotazione definitiva.Il vero fondatore della teosofia nasce nel 1575 adAlt-Seidenberg (Slesia). Nel 1599 si spostò nellavicina Görlitz dove esercitò per tutta la vita ilmestiere di calzolaio. Sposa CaterinaKuntzschmann, figlia di un macellaio. Lo stessoBoehme, era nato in una famiglia molto povera,studiando da autodidatta. Alla nascita del primofiglio, Boehme inizia ad avere le sueilluminazioni. Il primo testo, l’Aurora che sorgeè del 1612, ma il manoscritto circola prima

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clandestinamente, diffondendo la fama diBoehme ed attirando su di lui, l’ira di GregorRichter, pastore protestante a Görlitz. Nel 1613,Richter fa arrestare Boehme con l’accusa dieresia. Boheme viene rilasciato con la condizionedi smettere di scrivere. Jacob, tuttavia,ricomincia presto a divulgare il suo pensieroanche fuori della Slesia. Tra il1619 ed il 1623scrive: Descrizione dei tre principi dell’essenzadivina, la triplice vita dell’uomo, Quarantaquestioni sulle anime, L’incarnazione di Cristo,Sei punti teosofici, L’elezione di grazia, Designature rerum, Mysterium magnum. Ma è lavia a Cristo, stampata nel 1624, a risvegliarel’ira, mai sopita per la verità, di Richter. Il“ciabattino di Görlitz” è sottoposto ad un nuovoprocesso: invano cerca di ottenere la protezionedel principe. Nel maggio del 1624, Richterscatena le compulsioni delle masse contro lafamiglia di Jacob. Il 17 novembre Boehmemuore; qualche mese prima, era scomparsoanche Richter. Il funerale religioso vieneconcesso a Boehme con grosse difficoltà etramite la mediazione del consiglio comunale,interpellato da un amico del teosofo. A funeraleavvenuto, come ricordato, la sua tomba vieneprofanata dalla folla inferocita.

Nel 1610 mentre sta contemplando un vaso distagno, avviene la prima “visione”, che svela aBoehme come la realtà sia costituita da diversicorrispondenti piani ontologici, ordinatigerarchicamente da livelli assiologici. Nellastoria della filosofia occidentale, l’idea chel’essere sia strutturato da differenti piani dimanifestazione, appare per la prima volta nellec.d. “dottrine non scritte” di Platone.Successivamente, la teoria è rielaborata daPlotino e poi dallo Pseudo-Dionigi. Nella culturaindiana, la ritroviamo, nelle Upanishad. Perquanto riguarda il “visionarismo” esiste un filorosso che riallaccia Boehme a Hildegarde diBingen. La fenomenologia di queste visioni“divine”- che niente impedisce di equiparare a“semplici allucinazioni” psichiche- rimanda adun flusso di emozioni e proiezioni inconscedisordinate da parte del soggetto, chedisperatamente anela all’unione con il Dio.Unione, tuttavia, destinata allo scacco, perchélegata alle dinamiche del sentimento d’amore,

all’ineffabile dicotomia tra l’amante/Io el’amato/Dio: contrapposizione insolubile, perchél’amante ha sempre bisogno della dualità percontinuare, appunto, ad amare[8].

Con Boehme si ha, tuttavia, una ripresa del“visionarismo” innescata su di una percezionemeno “sentimentale” e più “esoterica” dellarealtà. Successivamente, Swedenborg, purmantenendosi sostanzialmente indipendente daBoehme, continuerà la tradizione del“visionarismo”, ispirando a sua volta interegenerazioni di poeti, letterati ed artisti, tra cuiBlake, Goethe, Balzac, Baudelaire, Emerson,Yeats, Strindberg[9].

“Aurora” può essere considerata come l’atto dinascita della teosofia. Scritta in tedesco, essaripresenta una Naturphilosophie di tipoparacelsiano armonizzata dall’influsso dellamistica medievale tedesca. Nella teosofiaboehmiana si trovano scarse traccedell’ermetismo alessandrino e della cabbalaebraica. L’impianto dottrinale è imperniatoprincipalmente sul paracelsismo, con qualcheriferimento alchemico e timidi accenni allacabbala ebraica. Importante è anche il richiamoall’interiorità che trasforma l’esteriorità dellaScrittura, attraverso una lenta riletturadell’anima, in essenza dello spirito. LaRedenzione, per Boehme, è il passaggio “dallastoria all’essenza”. Il processo di progressivaintroiezione dello spirito conduce al di là delfondamento (Grund), verso l’abisso senza fondo(Ungrund). L’Ungrund, è per Boheme, Diostesso[10], “volere senza fondo”; mentre il“Figlio” è concepito come “volere generato”dall’abisso infinito; lo “Spirito” come “esito delvolere dell’abisso”. La contemplazione di questo“Nulla eterno” è la vera Sapienza divina, che dàpiacere a Colui che la persegue. Trattandosi dicontemplazione pura ed eterna, la Sapienza èidentificata da Boehme con lo stesso Logosgiovanneo. La Creazione è frutto dell’”ira edello sdegno” dell’abisso: dalla volontà divinascaturisce il Mondo, ma anche il Male, che trovacosì la sua giustificazione all’interno delprocesso d’attivazione del “volere senza fondo”.Processo che porterà, tuttavia, all’estinzionestessa del Male e al Ritorno nell’Unità del Tutto.

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Uomo, Natura e Dio non sono, infatti,nell’essenza, eterogenei: il mito dell’Androginotestimonia, per Boehme, proprio la possibilitàdella Reintegrazione finale nell’Uno.

Jane Ward, nacque nel 1623 a Norfolk. Finoall’adolescenza visse nell’agiatezza economica,poi si convertì repentinamente. Si sposò aLondra all’età di ventuno anni con WilliamLeade: ebbe quattro figlie. L’incontro conPordage (1608-1681; autore di TeologiaMystica, or the Mystic Divinitie of the EternalInvisibles) la avvicinò alla teosofia di Boehme,di cui tradusse in inglese le opere. Ritiratasidefinitivamente dalla vita attiva e mondana, scrisse diverse opere (tra le quali si puòricordare, The Laws of Paradise, given forth byWisdom to a Translated Spirit, 1695),successivamente tradotte in tedesco, atestimonianza del successo del suo pensiero.Morì nel 1704. La sua opera ispirò le idee dei“Filadelfi”, una società segreta del XVIII secolo,composta principalmente da avversari politici diNapoleone. Il pensiero della Leade è tuttoincentrato sulle tematiche neotestamentarie dellaSalvezza dell’uomo mediante l’opera delRedentore. Satana è destinato alla dannazioneeterna; al contrario Adamo, mediante l’amore diCristo, si salverà assieme a tutto il genereumano.

Quirinus Kuhlmann (1651-1689) scrisse bensessantotto opere. Viaggiatore infaticabile,attraversò tutta l’Europa dalla penisola ibericaalla Russia zarista, soggiornando aCostantinopoli. Proprio a Mosca fu mandato alrogo dai difensori dell’ortodossia, preoccupatidal suo tentativo di convertire lo zar. Spiritoeclettico, coltivò i suoi interessi adattandoli allacultura dei paesi nei quali soggiornava. ABreslavia studiò gli epigrammi alessandrini; aIena scrisse i suoi diari di viaggio, componendosonetti spirituali.

Kuhlmann, dopo Raimondo Lullo, e prima diOetinger, cercò di elaborare una scienzauniversale, combinatoria, che avrebbe dovutocomprendere l’intero scibile umano, la culturascientifica del tempo come quella umanistica.

Impresa tentata nella stessa epoca anche daLeibniz e Athanase Kircher. Nella sua opera piùconosciuta, Kühlpsalter, Kuhlmann metteinsieme dei salmi disponendoli secondo unaparticolare aritmologia, mescolando richiamibiblici e postulati boehmiani. La descrizionedettagliata dei simboli (“sette spiriti”, “treprincipi”, “sette sorgenti”, ecc.) è propedeuticaall’identificazione di un Centrum spirituale,responsabile dell’azione creatrice. Conoscerequesto Centro è compito della disciplinaenciclopedica che Kuhlmann sta ideando,Scienza delle scienze. Dio è pensato come ilCentro di una ruota che gira: le creature ruotanoattorno a lui, come le parole attorno al poeta. Maè un Dio che non emana pacificamente la suaessenza nel creato; ma- come per Boehme –furiosamente crea il mondo, estendendo la suaazione con la forza di un vulcano in eruzione.Per Kuhlmann l’essenza umana è di natura ignea,il fondo dell’anima è forgiato nel fuoco. Sophiaha abbandonato il mondo visibile e la Natura èdestinata alla catastrofe. Le pagine diKühlpsalter sono dense di dolore e angoscia:soltanto alla fine del tempo è possibile ilmatrimonio spirituale dell’anima con Dio.[11]L’uomo che voglia salvarsi, sempre secondoKuhlmann, deve sviluppare la Saggezza divinanell’anima, che sola permette di sfuggire aldolore ed all’autodistruzione; Kuhlmannidentifica la Saggezza con la sapienza umana: lasola forma di Sophia realizzabile dall’uomodecaduto è la Saggezza divina nell’anima. Èevidente che, per Kuhlmann, la “vera” Saggezzaè quella che Dio stesso ha trasmesso all’uomotramite il Lógos[12]. La crescita spiritualedell’uomo è paragonata a quella di un albero: sitratta, per il teosofo tedesco, di usare la Saggezzaper bruciare il fogliame selvatico e irrorare i ramipiù prosperosi.

Johann Georg Gichtel nasce a Ratisbonne inBavaria nel 1638, studia teologia e diritto aStrasburgo. Ad Amsterdam fonda la “Comunitàdei Fratelli della Via Angelica” (Engelsbrüder).Gichtel, molto influenzato da Boehme, fuanch’egli un grande visionario; ritroviamo neisuoi scritti, la tematica delle “nozze spirituali”con Sophia, la Saggezza divina. Nella via amorisè l’anima dell’uomo ad assumere valenza

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femminile in rapporto alla mascolinizzazione diSophia; mentre, al contrario, nello gnosticismoantico quest’ultima si presenta come teofanialunare, passiva. Nella mistica del sentimento,l’anima che incontra il Lógos o che riconosceSophia, non può non farsi penetrare dalla Lucedivina, indipendentemente dalla polaritàoriginaria della Sapienza di Dio prima dellaCaduta terrestre (teofania maschile o, alcontrario, femminile).

Un punto fondamentale della teoria gichteliana èla svalutazione, o perlomeno ilridimensionamento, della Scrittura. Questa haassunto un’importanza capitale in un particolareperiodo della storia d’Israele, funzionale alsuperamento del travaglio spirituale del popoloebraico. La Bibbia, secondo Gichtel, raccolse erichiamò gli ebrei ai loro doveri religiosi: ebbequindi una funzione protettrice, preservando ilpopolo eletto da ricadute “paganeggianti”.Gichtel crede che la sua epoca possa fare a menodella Scrittura e dei sacramenti: essi non sonoindispensabili all’anima che voglia realizzare le“nozze mistiche” con Dio. È evidente l’influenzasu Gichtel della “sinistra” della Riforma,influenzata a sua volta dal “maestrodell’interiorità”, Meister Eckhart.[13] L’animadeve trovare in se stessa la strada per arrivare aDio: l’essere profondo che abita l’uomo, èchiamato da Gichtel, “Gemüth”, fondodell’anima e organismo spirituale; allo stessotempo, Dio elargisce la grazia tramite unprocesso simile all’emanazione plotiniana. Mamentre per Eckhart la luce divina nascedolcemente nell’anima umana, lo stesso processoassume toni molto drammatici nella meditazionegichteliana. Il lume divino si rivela nell’animaumana con la violenza di un cataclisma, diun’esplosione. È evidente come Gichtel, da buoncristiano, dovendo ammettere la“personificazione” divina, sia costretto aricorrere a tutte quelle manifestazioni esteriori,antropomorfiche, roboanti, per descrivere lanascita del Lógos nell’anima.

In altri termini, mentre i greci pensavano Diocome sostanza assolutamente impersonale, gliebrei e, successivamente, i cristiani,

trasformano il Principio in persona reale. NelNuovo Testamento compare un dioantropomorfo che soppesa le singole azioniumane e decide delle sorti individuali; laddove,Platone ancora pensava Dio come Bene in sé,Aristotele come “Pensiero di Pensiero” e Plotinocome Uno. Gichtel quindi, sconfessa in questosenso la lezione eckhartiana della quieta luce, edecide di contrassegnare platealmente conl’immagine del “mare di fuoco”, la nascita delLógos nell’uomo. Come per Boehme, anche perGichtel il processo escatologico è dialettico: l’iradivina è destinata ad essere superata nella sintesifinale. Rimane tuttavia la distinzione boehmianatra il “fuoco centrale della Trinità”, fruttodell’amore divino e la Natura generata dall’ira.

Non possiamo concludere senza ricordare laparticolare interpretazione gichtelianadell’Androgino, tema ricorrente nelle opere diBoehme. Per Gichtel, Adamo racchiudeva nellasua natura, le due opposte polarità del maschile edel femminile. Il principio maschile eradesignato con il nome dello stesso “Adamo” ecorrispondeva alla forza dello spirito; ilfemminile con il nome di “Sophia” ed indicava ilcorpo. Ma nel contesto gichteliano non èpresente la svalutazione orfico-pitagorica delcorpo, perché è proprio Sophia a temprare edilluminare lo spirito rivelandogli i segreti dellasaggezza divina. Addirittura è Sophia stessa adassicurare l’unione tra Dio e l’Androgino, perchéessa è insieme il corpo di Dio e quello di Adamo.La Caduta nel mondo della materia, provoca laperdita di Sophia e quindi la frattura ontologicadell’uomo, ormai irrimediabilmente scisso dalcorpo divino del Creatore. È evidente, in questaconcezione, l’influenza del mito gnostico dellaCaduta.

5- L’intermezzo swedenborghiano (1688-1772). Emanuel Swedenborg nasce a Stoccolma nel1688, da una famiglia molto colta. Findall’infanzia mostra una spiccata propensioneallo studio della matematica, della fisica, dellescienze naturali. Compì viaggi frequenti inInghilterra, Francia, Olanda. Negli anni dellaformazione s’interessa alla paleontologia,all’ingegneria mineraria, alla filosofia.Solitamente si usa suddividere il pensiero di

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Swedenborg in tre fasi.

Nella prima, rientra l’iniziale propensione diSwedenborg per lo scientismo ed il razionalismo.Tuttavia, questa fase deve essere accomunata daforte conflittualità speculativa o, quantomeno, daambivalenti slanci verso l’Immaginario. Aquesto periodo risalgono, infatti, le sue opere piùmarcatamente irrazionalistiche: OeconomiaRegni Animalis; Clavis Hierogliphycaarcanorum naturalium e spritualium per viamRepraesentationum et Corrispondentiarum.

La seconda fase è caratterizzata invece da unaspiccata tensione verso l’ascetismo platonizzantee dallo sviluppo delle capacità visionarie. Inquesto periodo scrive De Cultu et Amore Dei;opera in cui Swedenborg richiama unaconcezione platonizzante dell’eros[14], mutuatadal Simposio, innestata, tuttavia, all’interno di unimpianto teoretico strettamente dualista.[15] Ildualismo tipico è quello biblico-gnostico trabene e male; dicotomia, tuttavia, esteriorizzataed incarnata dall’interno di una sorta di“animismo psichico”. Esistono angeli del “bene”e del “male”, entità reali- non semplicentenominali – che abitano l’uomo e sonoresponsabili delle sue compulsioni. Allo stessotempo, ogni idiosincrasia o predisposizione delsoggetto è riconducibile all’azione benefica operturbante di queste entità. Ci troviamo difronte, quindi, ad una concezione “animistica”dell’etica e della psiche. Le torve degli angelisono infine ricondotte alla contrapposizionefondamentale tra Dio e Satana, rispettivamenteprincipi degli spiriti del bene e di quelli del male.Ogni fenomeno naturale o intellettuale è perSwedenborg riconducibile alle entità spiritualidell’Universo; la realtà terrena è quindi larisultante delle influenze delle entitàsoprannaturali; la vera sapienza umana è laconoscenza di queste stesse entità.

L’ultimo periodo della vita di Swedenborg èquello più propriamente “teosofico”. Le suevisioni, infatti, iniziano dopo i cinquanta anni. Lasua opera principale di questo periodo è gliArcana Coelestia. Il dualismo psico-animistico è

adesso superato all’interno di una prospettivaescatologica e soteriologia. Il teosofo evisionario svedese fonda addirittura una chiesa (alui stesso intitolata) in grado di preparare gliuomini all’era finale celeste. Il peccato originale,per Swedenborg, genera la coscienza razionaleda quella semplicemente intuitiva. Latemporalità diventa così lo spazio diacronico chesepara la caduta della prima chiesa originaledalla progressiva ascensione dell’umanità, che siriunisce con Dio. Il millenarismoswedenborghiano fu oggetto di molte critiche, daKant a Blake.

6- La renaissance teosofica alla fine del XVIII°secolo.Abbiamo visto come l’opera di Swedenborgoltrepassi i confini della teosofia propriamentedetta, per attingere trasversalmente ai più svariatiambiti della cultura del tempo. In questo sensoSwedenborg può essere considerato qualcosa dipiù di un “semplice” teosofo. O, forse, daun’altra angolatura, si potrebbe rovesciare ilgiudizio e considerare il visionario svedese comeun teosofo “incompiuto”, giunto alla teosofia inetà ormai avanzata.

In entrambi i casi, l’opera dello svedese funge dacollante tra l’era boehmiana e la renaissance delXVIII° secolo. Anche se quest’ultima fase nonpuò certamente essere completamente equiparataalla prima. Mentre l’epoca boehmiana e pre-boehmiana è costituita da grandi visionari-ricordiamo, per esempio, oltre a Boehme, ancheGichtel, Kuhlmann, Jane Leade- la seconda èformata per lo più da commentatori delleScritture, in cui il pensiero teorico prevale sullosguardo profetico.

Possiamo cercare l’inizio di questo nuovo mododi fare teosofia nel primo libro di Saint-Martin,Des erreurs et de la vérité del 1775; ma non sideve dimenticare che Saint-Martin fu a sua voltaallievo di Martinez de Pasqually, iniziato daquest’ultimo allo stesso Ordine, da lui fondato,gli Eletti Cohen (“Preti Eletti”)[16]. “Cohen” èun termine ebraico e significa “sacerdoti”. ICohen erano una classe sacerdotale fondata daAronne ed in grado di trasmettere e conservaregli insegnamenti segreti della Thorà.

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La vita di Martinez de Pasqually (1727-1774) ècircondata da una spessa coltre di mistero,alimentata dalle stesse leggende di cui l’autoreamava circondarsi. Jacques de Livron de la Tourde la Case Martinez de Pasqually nasce nel 1727a Grenoble, da una famiglia portoghese ospagnola. Esistono dubbi sulla sua eventualeorigine ebraica[17]: in ogni caso, in età moltoavanzata sposa Marguerite Anglique de Calloscon rito cattolico. Il padre di Martinez avevaavuto da Carlo Eduardo Stuart, nel 1738, unapatente massonica che, ereditata dal figlio,consentiva d’iniziare “a vista” massoni e difondare Logge. Nel 1760, la patente di Martinezottenne il riconoscimento ufficiale del GrandeOriente di Francia. Martinez godette fama dimago e teurgo: reputazione che rese possibile lafondazione di numerosi ordini iniziaticid’impronta massonica. Il più celebre di tutti,rimane, il già citato Ordine degli Eletti Cohenfondato nel 1750. L’Ordine degli Eletti Cohenera strutturato esteriormente secondol’ordinamento massonico, ma l’impiantodottrinale s’ispirava al grande lascito della magiacerimoniale e teurgica; L’ordinamentogerarchico degli esseri, paragonabile a quellopresentato dallo Pseudo-Dionigi nel suo Corpusdionysianum: 2400 angeli ed arcangeli, prontiper essere invocati ed associati a segni egeroglifici[18].

Il sistema di Cohen era modellato su quellocreato da Swedenborg nel 1720[19].Brevemente, riportiamo in maniera sintetica lastruttura gerarchica in vigore nell’Ordine deiPreti Eletti:

1° classe: Apprendista, Compagno, Maestro(Massoneria c.d. “azzurra”).

2° classe: Apprendista Cohen, Compagno,Maestro Eletto Cohen, Maestro Particolare(classificazione c.d. “del Portico”).

3° classe: Gran Maestro Eletto Cohen o GrandeArchitetto, Cavaliere d’Oriente (classificazionec.d. “del Tempio”).

4° classe: Reaux Croix (“segreta”)[20].

Nella prima classe erano impartiti i normaliinsegnamenti massonici della Massoneria c.d.“azzurra”. Nella seconda, erano trasmesse piùspecificatamente le dottrine Cohen; nella terza, iriti di passaggio iniziatici erano sospesi el’adepto era direttamente ordinato alla ricezionedei poteri sacerdotali. Nel grado di GrandeArchitetto erano insegnati gli esorcismi. Nelgrado supremo di Reaux Croix, l’adeptopraticava la teurgia e completava il processoanabatico di reintegrazione nell’archetipodell’Uomo Universale, l’Adam Qadmoncabalistico. La teurgia consisteva nellamaterializzazione di un glifo luminoso o nellamanifestazione di un suono: solitamente laierofania era interpretata come un segnalepositivo, attestante la rettitudine del camminoiniziatico. I Reaux Croix, durante le loro praticheteurgiche, erano sottoposti a due gravi pericoli. Ilprimo concerneva i contatti occasionali con leentità angeliche, che potevano apportare graviconseguenze al corpo fisico dell’operatore. Nelsecondo caso, il pericolo veniva direttamentedalle potenze demoniache, in grado di ingannareil teurgo con un falso corpo di gloria.

L’Ordine degli Eletti Cohen fu legato alla famadi Martinez. Nel 1774- in seguito alla scomparsadi Martinez avvenuta a Santo Domingo -l’Ordine inizia la sua parabola discendente,sfiorando la definitiva estinzione. Logge degliEletti Cohen sono ancora oggi presenti in Franciaed in Italia.

Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803),nasce ad Ambroise, da una famiglia nobile.Rimasto orfano della madre, è allevato dallaseconda moglie del padre. Studia giurisprudenzaa Parigi, ma successivamente preferisce lacarriera militare. A Bordeaux conosce nel 1769Martinez de Pasqually.. Due anni dopoabbandona la vita militare e si ritira a vitacontemplativa. Nel 1773 a Lione, conosce J.Baptiste Willermoz, altro allievo martinezista.Nello stesso anno scrive la sua prima opera, Deserreurs e de la verité, pubblicata soltanto nel

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1775. In quest’opera, Saint-Martin cerca di farrisalire tutto l’elaborato intellettuale, morale ereligioso dell’uomo ad una causa attiva presentenell’anima[21], combattendo l’ateismo e glieccessi meccanicistici e materialistici dellagiovane scienza moderna. Saint-Martin,diventato ormai Reaux Cohen, abbandonatuttavia l’ordine fondato da de Pasqually,ritenendo quest’ultimo eccessivamentesbilanciato verso l’esteriorità, a detrimento dellavia interiore, la sola, a suo avviso, che merita diessere percorsa[22].

Saint-Martin, uomo elegante e raffinato, inizia afrequentare i salotti aristocratici di Parigi,mantenendosi però rigorosamente casto. Inquesto periodo scrive Tableau Naturel desrapports entre Dieu l’homme et l’univers, operaideata nel segno del martinezismo. Per Saint-Martin nell’uomo è presente una facoltàsuperiore responsabile delle idee archetipe, ingrado di guidare verso il retto agire e sottrarrel’essere umano al determinismo naturale. Lecompulsioni e le sensazioni empiriche sono daSaint-Martin attribuite alla Caduta originaria. Sel’uomo non si fosse macchiato del peccatooriginale, non avrebbe conosciuto il male e nonsarebbe stato soggetto al turbinio dei sensi chedetermina le azioni empie e malvagie. Soltantocon il processo di reintegrazione finale nelprincipio divino, l’uomo riacquisterà lapadronanza perduta del retto agire e pensare,divenendo in grado di annullare completamenteil pathos sensoriale.

Nel 1778, a Strasburgo l’incontro con madame deBoeclin, che gli fa scoprire l’opera di Boehme.Nel 1802, pubblica L’Homme de Désir, operache costituisce il pilastro teoretico delmartinismo, successivamente fondato da Papusnel 1891. L’opera è formata da 301 cantici,inneggianti al desiderio umano di reintegrazionedivina: ritorno nell’Unità reso possibile soltantodalla perfezione della vita spirituale. Alla stessamaniera dell’ermetismo alessandrino, l’anabasi èresa possibile dalla discesa catabasica della Lucedivina; la risalita verso il Principio èconsequenziale all’Illuminazione spirituale,conseguita attraverso due tipi di preghiera,

esteriore ed interiore. La prima racchiude tutte leazioni quotidiane orientate alla gloria del Regnodei Cieli, la seconda è riconducibile all’alchimiaspirituale.

Nel 1789, Saint-Martin scrive Ritratto storico efilosofico. La Rivoluzione lo costringe alla fuga.

Il 4 luglio del 1790, Saint-Martin si dichiara in“sonno” nei riguardi della Massoneria franceseed inizia ad accentrare, intorno a sé, gruppi diamici e discepoli, dando vita ad una conventicoladenominata, appunto, Intimi di Saint-Martin. Nel1792 pubblica Le nouvelle homme, in cuiteorizza la possibilità di uniformare il flusso deipensieri al pensiero di Dio, mediante un“deposito” divino insito nell’uomo; dottrina,questa, che chiaramente rimanda sempre allaproblematica medievale della “sinderesi” e del“luogo mistico” nell’anima umana.

Sempre nello stesso anno pubblica Ecce homo,pamphlet indirizzato verso il basso spiritualismodell’epoca che favorisce il diffondersi della modadella parapsicologia e del channeling. Con ilpoema in prosa ed in versi Le crocodile ou laguerre du bien contre du bien contre le mal,Saint-Martin controbatte le teorie materialistichedi Joseph Dominique Garat, professore di“analisi dell’intendimento umano”. Garatsosteneva il primato della sensazionesull’intellezione: tesi- ovviamente- respinta dal“filosofo incognito”. Saint-Martin insistepiuttosto sull’emanazione diretta dell’UomoPrimordiale dal Principio divino; proiezionemetafisica provvisoriamente interrotta a causadella Caduta terrestre. Per Saint-Martin la solamaniera per ripercorrere il cammino anabaticodella Reintegrazione nell’archetipo è ilpotenziamento del Desiderio, intesoplatonicamente come trascendentalismo eroticovolto all’affinamento progressivo dello spiritonel distacco dai beni sensibili; o anche comericonoscimento agostiniano della Verità interioredell’anima: Verità, che altro non è, che Diostesso.

Nel De L’Esprit de le chose, Saint-Martinriprende l’idea classica dell’esoterismooccidentale, che assomma l’uomo ad una sorta di

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specchio vivente in grado di riprodurrel’immagine divina nel creato. Già la Natura èsupporto simbolico, segno e rimando dellaperfetta e celata disvelatezza del mondointelligibile: l’uomo- microcosmo ed imago dei-è lo specchio più terso e lucido. Siamo inpresenza dunque della concezione platonicaclassica che garantisce dignità metafisica allaNatura sensibile, proprio in quanto copia- seppurimperfetta- delle entità intelleggibili. Nellatradizione giudaico-cristiana assistiamo invecead una raffigurazione assolutamente negativa ediscriminante della ph?sis, concepita comeirriducibile frattura ontologica e regno della forzabruta e del male. Nessuna salvezza è possibileper le creature non umane e per il mondosensibile: la redenzione è solo per gli uominigiusti e mai per gli altri esseri viventiappartenenti alla natura animale o vegetale.L’esoterismo occidentale rovescia questa lugubreconcezione cristiana d’impronta antropocentrica:anche le piante e gli animali, seppurridimensionati nella scala assiologica, sonoproiezioni imperfette e rimandi al mondo divino.Copie inferiori di enti soprannaturali, ocomunque, in ogni caso, tracce del disegnointelleggibile. La dignità ontologica è conquistataanche dall’essere, mera ombra e riflesso dellaperfezione del Cielo.

In Le ministre de l’Homme-Esprit, Saint-Martincontinua nell’elaborazione teoretica della suagnosi dell’introiezione. La Rivelazione divina,abita nell’uomo spirituale, nell’individuoconvertito alla via della conoscenza e dell’ascesi.Cammino spirituale carico d’angoscia perl’uomo della Caduta terrestre, costretto arincorrere la Verità divina, un tempoappannaggio dell’uomo edenico. Costretto aritrovare la propria essenza nella reintegrazionearchetipa, il proprio volto soprasensibilenell’identità primordiale.

Il 13 ottobre del 1803, Saint-Martin scompare.

Dell’eccezionale erudizione di FriedrichCristoph Oetinger (1702-1782), abbiamo giàparlato. È forse il caso di aggiungere soltanto,che in lui l’eclettismo assume la forma coerente

e coordinata di un progetto sistematico, volto adintegrare i campi del sapere all’interno di unaconoscenza sintetica ed universale. Un sapere delsapere, quindi, una scienza della scienza, tesa adarmonizzare le conclusioni divergenti dellafilosofia moderna e della teologia, della fisica edell’esegesi biblica. L’assunto di un sapereunitario che raccolga all’interno dei suoipostulati, in nuce, la sommaria contrazionesintetica dei principi delle c.d. scienze“seconde”, costituisce forse l’idea “esoterica” pereccellenza, coltivata anche da R. Lullo e daLeibniz. In pieno Ottocento, Fichte ribattezzò“metafisica”, la dottrina “prima” che racchiudenelle sue proposizioni i principi fondanti dellescienze derivate o “seconde”. Enunciatideclamatori sull’andamento conflittuale delladialettica Io/Non-Io (Mondo), a loro voltasviluppabili consequenzialmente nei fondamentiteorici delle discipline applicative. Evoluzione esviluppo senza superamento della metafisicanelle scienze dedite alle cause seconde: fisica,chimica, economia politica, ecc.

Attraverso questo sistema unitario del sapere,Oetinger si proponeva di oltrepassare laconoscenza intellettualistica fondata sulladicotomia soggetto-oggetto, fenomeno-noumeno.Esoterico o mistico è lo sguardo che ritrova nelTu la cifra identificativa dell’Io, mettendo fineall’inganno fenomenico sotteso al Mondo dellaCaduta terrestre, o, in ambito indiano,all’illusione samsarica della molteplicità delmanifestato. Oetinger, membro attivo dellaChiesa Evangelica non poteva e non volevaoltrepassare la Scrittura: la dicotomia deltranseunte è conseguenza del peccato originale.Adamo era perfettamente in grado di tramutarsinell’ente, realizzando così la fusione conoscitivacon l’oggetto della conoscenza.

7- La teosofia nel XIX° secolo: Franz vonBaader.Franz von Baader (1765-1841), rientra nellacategoria dei teosofi alla Martinez de Pasqually eSaint-Martin, cattolici e massoni allo stessotempo[23]. Nato a Monaco di Baviera, si dedicain un primo tempo allo studio della medicina.Successivamente studia anche mineralogia aFreiberg. Durante il suo soggiorno in Sassonia si

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avvicina alla mistica medievale: sicuramentelegge Meister Eckhart e Teodorico di Freiberg.Soprattutto è influenzato da Boehme. Nel 1797diventa consigliere delle miniere in Baviera,cercando il fondamento della fisica nellaspeculazione metafisica. Muovendosi all’internodi questa prospettiva, non ci si deve stupire piùdi tanto che Baader riesca ad armonizzare senzadifficoltà l’interesse per il mondo degli effetticon quello per il “regno dei fini”. La completa efinale trasformazione del pensiero metafisico neltotalitarismo tecnocentrico, avverrà soltanto nelNovecento. Nell’era di Baader è ancora possibilel’approccio rinascimentale ed aristotelico allaconoscenza, in grado di risalire induttivamente osistematicamente dalle cause seconde alle causeprime. Baader può così continuare ad essere,senza sofferenza, fisico e metafisico. Proprio lasua cultura scientifica lo porta alla corte dello zarAlessandro I.

Nel 1786, Baader, come abbiamo visto, poco piùche ventenne, inizia a studiare mineralogia aFriburgo. La sua prima opera, del 1792, è: Ducalorique, de sa répartition, de son association ede sa dissolution, particulièrement dan lacombustion des corps. La peculiarità del trattatoè nel tratto stilistico estremamente lirico diBaader, e nel tentativo di coniugare laconcezione herderiana e schellinghiana dellaNatura come Spirito vivente con le acquisizionidella scienza moderna. Non si deve dimenticare,che il secolo che sta per finire schiuderà le portea quel positivismo che cerca nel dominio dellaNatura il compito assegnato da Dio all’uomo.Baader, quindi, persegue- come a suo tempoOetinger- un progetto olistico e sistematico voltoad integrare i dati della Naturphilosophie con ilmoderno metodo scientifico. In FermentaCognitionis, Baader paragona lo Spiritus Mundiall’oceano cosmico, punto di partenza e d’arrivodell’esistenza individuale. In Cours dePhilosophie, Baader teorizza il collegamento deisensi di tutti gli esseri viventi con un’unicavisione centrale ed universale[24]: lo “SpiritoAnimale del Mondo”. Questo spirito astrale nonva confuso con lo Spirito del Mondo, d’ordineceleste. Lo Spirito Animale del Mondo funge dacatalizzatore di tutte le coscienze individuali: lapercezione di sé di ogni vivente dipende da

quest’unica matrice universale. Baader si servequi di una metafora di Tommaso d’Aquino perspiegare il complesso rapporto tra Spirito super-individuale e soggettività. Due uomini chepossedessero un occhio comune, percepirebberouna sola visione, pur essendo due osservatoridistinti.[25] Baader aggiunge anche l’esempio didue sorelle siamesi, unite dal corpo, chepercepiscono gli stessi stimoli sensoriali delpiacere e del dolore[26]. Esistono quindi, sempreper Baader, due tipi di Spirito del mondo, astralee celeste. Quest’ultimo è identificato dal teosofotedesco con la stessa Sophia, intesa come istanzasuperiore ed universale. Il significatoetimologico della parola “filosofia” non va tantocercato nel classico ’“amore per la sapienza”,quanto nella sottomissione alla Sophia, pensatacome un’entità super-umana o- che è lo stesso-come la matrice di tutti gli archetipi, in grado didirigere le azioni umane. L’uomo può accettare orifiutare i “suggerimenti” di questa Ragioneuniversale, ma in ogni caso non può essereidentificato completamente con essa. Baaderchiama questa Sapienza universale con sinonimidiversi: Saggezza, Sophia, Idea, Idea formatrice,Vergine. [27] Essa, denominata anche spiritusmundi divini, è eterna e deve essere distintadall’Anima del Mondo, collocata al livelloinferiore della manifestazione. Soltanto lareligione cristiana, per il teosofo tedesco, puòstabilire un contatto diretto- inorganico edintellettuale- con il Principio primo. Sophia, oSaggezza, è appunto la mediatrice universale ingrado di realizzare il contatto tra creatura ed ilPrincipio e la scienza che se n’occupa è dettaSophiologia.

8- La Società Teosofica è assimilabile allagrande corrente teosofica europea?La Società Teosofica è stata fondata nel 1875 aNew York, dall’incontro tra Madame Blavatskyed il colonnello H. Steel Olcott. Helena vonHahn nasce il 12 agosto 1831 in Ucraina,discendente di una famiglia in parte russa, inparte francese e tedesca. Il padre era uncolonnello e la madre, una scrittrice di novelle.Helena inizia a interessarsi di esoterismo, venutaa contatto con la biblioteca dei nonni. Èassodato, peraltro, che Helena era in possesso diuna personalità magnetica, e, probabilmente,anche di poteri medianici. A diciotto anni si

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sposa con Nikofor Blavatsky, ma dopo tre mesirompe il matrimonio. Inizia un tour spirituale perl’Europa, l’Africa e l’Asia, finché non decide disoggiornare a New York (la leggenda vuole sottola direzione di una misteriosa organizzazione).Henry Steel Olcott (1832-1907), nasce nel NewJersey e si arruola presto nell’esercito,esercitando in seguito anche come avvocato. Findall’adolescenza Olcott mostra uno spiccatointeresse per Swedenborg e per le tradizionireligiose. A vent’anni inizia a frequentare icircoli spiritistici, fino all’incontro con MadameBlavatsky nel 1874. Una menzionare particolaremerita anche William Q. Judge (1851-1896), chenella S.T. rivestì la carica di legale interno finoalla morte della Blavatsky nel 1891, quandodivenne presidente della “Scuola Orientale diTeosofia”, sezione americana. E’ d’importanzacentrale anche la figura della presidentessa della“Scuola Orientale di Teosofia”, per il resto delmondo: Annie Besant.

Ella nasce a Londra nel 1847 da una famigliacolta e benestante. Si sposa precocemente con ilreverendo Frank Besant, ma il matrimonio durapoco, anche se nascono due figli. Annie inizia adinteressarsi alla politica ed alle idee socialiste,ma anche all’occultismo e al soprannaturale,finchè nel 1889 legge Secret Doctrine dellaBlavatsky. Dalla lettura del libro all’incontro conla fondatrice della S.T., il passo è breve.Rapidamente, Annie Besant brucia le tappe esale nella scala gerarchica della S.T. Se MadameBlavatsky emana un magnetismo animale capacedi affascinare e conquistare gli scettici, la Besantpossiede doni intellettuali differenti, maaltrettanto importanti. La Besant ha doti noncomuni, per le donne dell’epoca. Ella è unastraordinaria oratrice e la sua eloquenza riesce adammaliare e convincere qualsiasi platea. Soventevestita con abiti orientali, alle sue conferenzeattira un pubblico numeroso, che resta stupito difronte alla facilità con la quale questa donnacoltissima riesce a spaziare dalla religione, allapolitica, alla scienza. Se la Blavatsky ha poterimedianici e magnetismo animale, la Besant, dalcanto suo, possiede esperienza politica, grandicapacità oratorie ed intellettuali, e culturascientifica. In altre parole, è nata per essereleader.

Il grande errore della Besant fu, probabilmente,nell’aver accordato la sua totale fiducia ad ungiovane ragazzo indiano adottato, Krihnamurti.La Besant vedeva in questo giovane il probabilemaestro spirituale della nuova era, un novelloGesù o Buddha. Creò, appositamente per lui,l’Ordine della Stella d’Oriente, sciolto nel 1929dallo stesso Krishnamurti, diventatomaggiorenne, e poco persuaso del progetto.Krishnamurti diede inizio ad una serie di scismiinterni, fondando ulteriori ordini, a suo avviso,maggiormente in grado di trasmettere i suoiinsegnamenti.

Sotto il profilo teoretico, la S.T. si presenta comeerede di quell’universalismo religiosod’impronta romantica, che guarda con interessealle religioni indiane ed estremo-orientali. LaS.T. non si limita più come la teosofia europea arecuperare l’Immaginario testamentario, ma siapre a tutte le religioni ed a tutte le tradizioni delmondo. Alla fine del settecento cominciano acircolare in Europa le prime traduzioni dalcorpus vedico, gli eruditi iniziano a studiare lefilosofie e le religioni dell’India e dell’Oriente.Nell’ottocento, l’idea di una “religioneuniversale”, le cui vestigia sono rintracciabili intutte le religioni della terra, inizia a farsi largo.Anche la Massoneria ricorre alle genealogiemitiche per acquisire prestigio e blasoneiniziatico; nei loro libri, i due eruditi massonici,J. P. Ragon e J. Yarker, incedono sovente in unsincretismo appassionato, nel tentativo diaccreditare le presunte radici egizie della LiberaMuratoria moderna. Anche negli Stati Uniti, conil Trascendentalismo si diffonde il sincretismodottrinale: si attende una “nuova era” in cui tuttele religioni del mondo saranno fuse in un’unica“Religione dell’Umanità”.[28]

In questo clima culturale la S.T. ricercanell’India le radici di tutte le religioni etradizioni: «Un giorno dovremo apprendere chetutte le antiche tradizioni sfiguratedall’emigrazione e dalla leggendaappartenevano alla storia dell’India» (IsisUnveiled). Sincretismo, quindi. E sostituzione dell’impiantomitologico della Genesi con la letteratura vedica.In altre parole, la S.T. rovescia il primatobibliocentrico, relegando e subordinando il

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cristianesimo, pur nella continuità oggettiva, allesue radici indiane. Al contrario la correnteteosofica europea era stata eminentementecristiana, nelle sue ramificazioni cattoliche oprotestanti.

Inoltre, uno dei capisaldi dottrinali della S.T. è lateoria della reincarnazione. L’individuo èpensato come composto da una coscienzaimmortale che si evolve attraverso innumerevolivite: la reincarnazione è il passaggio del Sé in unnuovo corpo ed in nuovo destino. Il Karma è la“legge della Causa e dell’Effetto”. Ilcomportamento genera degli effetti chedeterminano gli eventi della vita presente e diquella futura, nel caso che l’individuo non riescaad esaurire il “debito karmico” prima della mortefisica. Nel suo complesso, l’umanità si evolveattraverso sette periodi, o Razze Radici, a lorovolta divise in sette sotto-razze. Al vertice dellapiramide iniziatica, l’universo, ed il destino degliuomini, sono guidati da una Gerarchia Cosmica.Il tempo non è più lineare come nel corpusbiblico (e nell’annalistica romana), ma è ciclico:l’Universo è destinato a dissolversi e rigenerarsiinfinitamente. L’evoluzione spirituale dell’animatrova il punto d’arrivo nell’identificazione conl’Anima Superiore Universale, al termine delciclo delle rinascite.

Come si può notare, l’impianto concettuale dellaS.T. è indiano, non giudeo-cristiano. Si puòperciò concludere, con un certo margine disicurezza, che la S.T. ha ben poco in comune conla grande corrente teosofica europea.Ovviamente, questo non significa disconoscernela dignità culturale e filosofica. Al contrario, laS.T., soprattutto con le figure della Blavatsky edella Besant, è molto importante ed innovativanel panorama dell’esoterismo occidentale. Sitratta soltanto di riconoscere la “fratturaepistemica”, o la discontinuità oggettiva, rispettoal pensiero di Boheme, Saint-Martin, Oetinger,Baader, ecc. In altre parole- almeno su questopunto- la pretesa di ricondurre qualunquefenomeno culturale alla filiazione da un unicoCentro, si rivela errata. La S.T. e la correnteteosofica europea- proprio in quanto fenomeniculturali eterogenei- contribuiscono asmantellare il postulato della grande Tradizione,

da cui tutto deriva ed a cui tutto deve fareritorno.

Bibliografia essenziale

- A. Faivre, Accès de l’ésotérismeoccidental, I°-II° voll. Gallimard, Parigi.

- A. Faivre, Philisopie de la Nature,Albin Michel Idées

- A. Faivre, Symboles et Mythes dansles mouvements initiatiques etesotériques (XVII°-XIX° siècles:Filiations et emprunts, Edidit- La Tabled’Emeraude, collection Aries, Parigi1999.

- A. Faivre, L’esoterismo, SugarCo,Carnago (Varese)

- M. Vannini, Il volto del Dio nascosto,Mondadori, 1999.

- Pietro Turchetti, Il Filosofo Incognito,Arktos, 1995.

- J. Cantucci, La Società Teosofica,Elledici.

- C. Simonetti, Annie Besant,autobiografia. Una mistica femministafra ‘800 e’900, Le Lettere

- H. P. Blavatsky, Iside Svelata. Chiavedei misteri antichi e moderni dellascienza e della teologia, Sirio, Trieste,1958.

- H. P. Blavatsky, La Dottrina Segreta.Sintesi della scienza, della religione edella filosofia, Bocca, Milano 1947

- M. Gomes, Theosophy in theNineteenth Century: An AnnotatedBibliography, Garland Publishing Inc.

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[1] R. Guénon, Le Théosophisme, histoire d’une pseudo-religion, Parigi 1921: “ Tali sono, peresempio, delle dottrine come quelle di Jacob Boehme, di Gichtel, di William Law, di Jane Leade, diSwedenborg, di Louis-Claude de Saint-Martin, d’Eckarthausen: noi non pretendiamo di dare unalista completa, ci accontentiamo di citare qualche nome fra I più conosciuti”.

[2] A. Faivre, Accès de l’ésotérisme occidental, II° vol, Gallimard, Parigi.

[3] [3] A. Faivre, Accès de l’ésotérisme occidental II, pag. 53, Gallimard, Parigi.

[4] M. Vannini, Il volto del Dio nascosto, Mondadori 1999.[5] Indicativo è l’episodio finale della devastazione della sua tomba, da parte delle plebi inferocite,aizzate dagli anatemi di Richter.

[6] Solitamente si tende a ricondurre la mistica renano-fiamminga (XIII-XIV) a Ruusbroec, aMeister Eckhart, a Suso, a Taulero, all’“Anonimo Fracofortese”, a Cusano.

[7] A. Faivre, Accès de l’ésotérisme occidental II, Gallimard, Parigi.

[8] Sulla questione della via amoris, rimandiamo a M. Vannini, Il volto del Dio nascosto, p.160-168, Mondadori 1999.

[9] Oltre che Yeats, il quale fu direttamente impegnato in diverse organizzazioni magico-iniziatiche,non si può dimenticare la prossimità dell’opera di William Blake all’esoterismo occidentale. Perapprofondire mi permetto di rinviare al mio La poesia hermetica di William Blake, Hiram 1/03(scaricabile anche dal sito www.grandetriade.it).

[10] si noti come questa concezione rimanda alla tradizione della teologia mistica: dallo Pseudo-Dionigi a Margherita Porete, a Meister Eckhart, “Dio” viene sempre pensato con attributi negativi,come “Tenebra luminosissima” o “Nulla”, in quanto superiore ad ogni determinazione positiva chefinirebbe per limitarne l’essere.

[11] La simbologia delle “nozze mistiche” è stata elaborata per la prima volta da Origene;successivamente la ritroviamo nella spiritualità di Bernardo di Chiaravalle e nel primofrancescanesimo. In tutti questi casi, l’anima è sempre equiparata ad una sposa che penetra nellacamera nuziale del Lógos divino, lo Sposo celeste. Si noti come questa interpretazione, tendente aeffeminare l’anima dell’uomo in rapporto alla vis penetrativa dello Spirito divino, abbia portato aquell’erronea concezione che attribuisce alla mistica un carattere “passivo”, in raffronto al carattereben più “virile”, “attivo”, “maschile”, dell’ esoterismo. Tuttavia, basta leggere le pagine delloSpecchio delle anime semplici di Margherita Porete, o il corpus di Meister Eckart, o ancora l’operadi Simone Weil, per rendersi conto di come questa concezione sia molto approssimativa.

[12] La generazione del Lógos nell’anima umana che rende qualunque uomo simile a Dio e quindiidentico a Cristo, è un punto fondamentale del pensiero giovanneo.

[13] Analogo ripudio della Scrittura, si era avuto, in ambito latino, con Margherita Porete.

[14] Platone nel Simposio (o Convito) identifica nella scala amoris uno strumento per percorrere unprogressivo cammino di perfezionamento e distacco dalle cose terrene; percorso che conduce finoalla conoscenza del “Bello in sé”, riconducibile, mediante un passaggio successivo, all’amore perl’idea del “Bene in sé”. Ipostasi identificabile con il concetto stesso di Dio. Il neoplatonismo videnell’eros uno dei tre mezzi- gli altri sono l’arte e la dialettica- per pervenire al ricongiungimento conl’Uno. Vale la pena di ricordare che l’enfatizzazione platonica e neoplatonica dell’amore ha avutoun importante seguito nelle dottrine dei “Fedeli d’Amore”; dove, tuttavia, più che di anabasi erotica,si deve parlare di allegorie iniziatiche incentrate sul linguaggio dell’amore sotteso ad indicare lagnosi segreta, al riparo dalle persecuzioni ecclesiastiche. Si deve ricordare anche che il più

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interessante tentativo di trasformare il neoplatonismo in una religione, si ebbe con Giamblico (251-270 d. C.).

[15] La concezione dualistica della realtà contrasta nettamente con il monismo emanazionistico diPlotino, ma non del tutto con il pensiero di Platone. La lettura del filosofo ateniese, deve risolvereper ciascun lettore un problema decisivo. Considerare il mondo visibile formato da copie imperfettecome frattura ontologica, scissione irriducibile del mondo intelleggibile. O, in alternativa, vederenella copia un segnavia per raggiungere l’originale. Il primo atteggiamento è caratteristico delladevozione religiosa, il secondo delle dottrine esoteriche.

[16] Di solito si usa distinguere il sistema iniziatico di Martinez de Pasqually con il termine“martinezismo”, da quello ispirato a Saint-Martin- denominato invece “martinismo”- e fondato daPapus nel 1891 a Parigi. Semplificando, in questo senso, il “martinezismo” è la dottrina esotericadell’Ordine degli Eletti Cohen; così come, per fare un esempio, la scolastica è la teologia ufficialedella Chiesa cristiana medievale post-Chartres. Sulla stessa falsariga, il “martinismo” è la filosofiainiziatica dell’Ordine Martinista. Ma al di fuori di queste considerazioni teoriche, è ovvio che unsistema di pensiero non si forma dal nulla o per mano di un singolo pensatore, ma devenecessariamente dialettizzare al suo interno le tendenze dell’epoca e la filiazione intellettuale delsuo autore. E’ evidente, quindi, che nel sistema martinista è ben presente, oltre all’ereditàspeculativa di Saint-Martin, anche l’influenza martinezista e quella di Jean-Baptiste Willermoz(1730-1824).

[17] Robert Amadou, il più grande specialista del martinezismo-martinismo, è incline a negare ladiscendenza ebraica di Martinez.

[18] L’evocazione teurgica praticata dagli Eletti Cohen si basava su un complesso gioco dicorrispondenze semiologiche tra l’uomo e l’entità. Disegnando un segno sopra un tappeto di lino, ilteurgo si preparava ad assistere all’apparizione del geroglifico inviato dall’entità corrispettiva. Se ilgeroglifico apparso non corrispondeva a quello atteso dal teurgo, era necessario ridisegnare il segnocorrispondente all’entità che si era manifestata. Per approfondimenti, consultare A. Faivre, Accès del’ésotérisme occidental II, pag. 255-256 Gallimard, Parigi.

[19] Il teosofo svedese, a sua volta si proponeva d’integrare i gradi della Massoneria Operativa conquelli delle “Logge di Perfezione” e con quelli istituiti nel Venerando Ordine dell’AureaRosa+Croce. Il sistema era denominato “Massonico-Illuministico”

[20] Pietro Turchetti, Il Filosofo Incognito, Arktos, 1995.

[21] Si tratta, probabilmente, della stessa risoluzione medievale che colloca il “luogo mistico”nell’interiorità dell’uomo, facoltà chiamata anche “sinderesi”.

[22] Pietro Turchetti, Il Filosofo Incognito, Arktos, 1995.

[23] In realtà nei paesi anglosassoni, l’anticlericalismo massonico è sempre stato marginale, alcontrario di quanto è avvenuto nei paesi latini, dove la polemica con la Chiesa romana ha prodottosovente reazioni esasperate e toni infervorati.

[24] A. Faivre, Philisopie de la Nature, Albin Michel Idées.[25] A. Faivre, ibid.

[26] A. Faivre, ibid

[27] A. Faivre, ibid

[28] A. Faivre, Symboles et Mythes dans les mouvements initiatiques et esotériques (XVII°-XIX°siècles: Filiations et emprunts, Edidit- La Table d’Emeraude, collection Aries, Parigi 1999

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Il Tempio Massonicoa cura di Curioso Dilettante

«Questo Tempio è come il Cielo in tutte le sue

parti»

(Iscrizione sulla porta del Tempio di Ramsete II)

1 Contestualizzazione storicaLa Massoneria trae le proprie origini in

Inghilterra, durante il XVI secolo, dall'anticaGilda dei Liberi Muratori nel cui consesso(essendo declinati gli interessi per l'ArteMuratoria rispetto al periodo aureo dellacostruzione di chiese e cattedrali) furonoaccettati alcuni aristocratici ed intellettuali.

Le tracce più remote possono esserericondotte ai Collegia Artificum dell'anticaRoma, ai Maestri Comacini del Medioevo, alleAccademie del Rinascimento. Il termine“Massoneria” compare per la prima volta nel“Poema Regio” del 1390.

A partire dal 1535 (“Carta di Colonia”)le Logge accolsero tra le loro colonne, comedetto, anche uomini non impegnati nelle artimuratorie, purché di elevata moralità, cultura elaboriosità. Erano i cosiddetti “muratoriaccettati”. Questo portò all’evoluzione dellavoro in senso speculativo, ossia latrasposizione, attraverso il linguaggio muratorio,del modus operandi finalizzato alla costruzionedel Tempio Interiore nella propria Coscienza, edel Tempio Universale nell’opera quotidiana abeneficio dell’Umanità.

Il processo che ha condottoall’evoluzione dalla “Muratoria” alla“Massoneria”, è stato ratificato il 24 giugno1717 (Festa di San Giovanni Battista) allorchéquattro Logge di Londra si riunirono presso latrattoria “l’Oca e la Graticola” fondando laprima Gran Loggia della storia.

L’origine leggendaria della Massoneria sicolloca tuttavia in un periodo di gran lungaantecedente: Abramo conobbe la geometria sacraad Ur in Caldea e la trasmise ai suoi discendenti,

fino a Mosé, e da questi a Salomone che, conl’aiuto di Hiram re di Tiro e di Hiram ilmuratore, costruì il primo Tempio.

Durante i lavori, Hiram il muratore(architetto nominato da Salomone) venne uccisoa tradimento dai tre “cattivi compagni” cheintendevano carpirgli i segreti dell’Arte,conoscibili dai soli Maestri attraverso latrasmissione della Parola.

Da allora, il Tempio è “incompiuto”, eciascun Libero Muratore è chiamato ad apportareil proprio contributo al perfezionamentodell’Opera, seguendo gli stessi “Antichi Doveri”e regolamenti che applicavano i Massonioperativi fin dal XIII secolo (cfr.: “Statuta etordinamenta societatis magistrorum muri etlignamiis” del 1248, altrimenti detta Carta diBologna).

2. Loggia e TempioRicordiamo come, al tempo delle grandi

costruzioni, sede della corporazione era lacapanna o “Loggia”, situata presso l’edificio dacostruire (pieve, basilica, convento, cattedrale),nella quale si apprendeva e si perfezionaval’Arte. La Loggia era una struttura temporanea,adiacente al Tempio che i Muratori stavanoedificando; in essa erano riposti gli strumenti delmestiere, nella stessa trovavano riparo gli Operaiin caso di mal tempo, e si riunivanoperiodicamente al fine di pianificare gliarchitettonici lavori, completati i quali la Loggiasarebbe stata rimossa. Gli insegnamenti eranoimpartiti in tempi diversi (iniziazione graduale),secondo determinati riti, attraverso unatradizione esoterica riservata ai soli iniziati eriguardavano le regole tecniche dell’Arte,comprensive delle norme etiche e religiose.

Con il passaggio alla Massoneria“speculativa” il centro di aggregazione, ovecustodire e condividere la Tradizione, divenne latrattoria! Detta così, la cosa potrebbe farsorridere; tuttavia ai nostri fini assume un valorenon trascurabile.

I Massoni accettati si riunivano in unambiente che oggi potremmo chiamare“profano” (ossia esterno al Tempio: pensiamo

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che “l’Oca e la Graticola” era presso il sagratodella St. Paul’s Cathedral di Lodra) e dunqueprivo delle caratteristiche che noi possiamoosservare oggi in un Tempio Massonico.

All’apertura dei lavori, anche allora,veniva tracciato sul suolo con il gesso il Quadrodi Loggia, attraverso cui erano rappresentati glistrumenti del mestiere (in grado di Apprendista,tra gli altri: una squadra e un compasso, il sole ela luna, la pietra grezza e la pietra cubica a punta,la livella e la perpendicolare, i tre scalini ed ilpavimento a scacchi, le due colonne e la portadel tempio, le tre luci, il mazzuolo e loscalpello). Inoltre, come detto, la Loggia eraesterna al Tempio, che gli Operai stavanoedificando, anche al tempo della Muratoriaoperativa.

Ha senso dunque, oggi, circoscrivere lospazio del Tempio, in senso metafisico, ammessoche ciò sia possibile? E quali caratteristiche devepossedere questo spazio?

Per rispondere a queste domande usereivolentieri quanto scritto dal Gloton: “molti deinostri Fratelli pensano che occorra, perproteggere i lavori dell’Officina, un localeparticolarmente disposto. Invece qualsiasi salapuò andar bene, dal momento che il tracciatodella Loggia figura tra le colonne.” (cfr.: “LeChaine d’Union”, 1938)

Perché mai, dunque, i luoghi entro cui ciriuniamo hanno forme ed arredi predefiniti estereotipati, rappresentativi ed esplicativi (guardacaso!) del tracciato disegno del Quadro diLoggia?

Il fenomeno dovrebbe aver avutoprincipio a cavallo tra la fine del XVIII ed il XIXsecolo, in quel periodo di forte cambiamentoculturale che ha prodotto la progressivascomparsa (dal mondo profano, per proseguire invia esoterica la propria missione) degli OrdiniCavallereschi, alle rivoluzioni politiche(americana, francese, italiana) ed alla diffusionedel pensiero Illuminista, che pure potrebbe avertrasformato l’approccio alla Massoneria (di cuiera figlio). È tipico, infatti, di questa corrente dipensiero il tentativo di imprigionare laconoscenza attraverso categorie e strumentireplicabili (com’è stato per l’Enciclopedia).

Sicuramente risulta più immediatal’osservazione dei simboli attraverso larappresentazione esteriore, forse anche piùintuitiva. Considerando che la Massoneria“accettata” conduce un lavoro “speculativo”attraverso questi simboli, probabilmente il fineperseguito è stato quello di meglio comunicarneil significato. Forse anche per preservarlo dasuccessive contaminazioni, poichè questospecchio un semplice soffio lo appanna! (“Flatusirritus odit”)

3. La costruzione del Tempio, tra speculazioneed operatività

Il lavoro della Massoneria è scavareprigioni al vizio, edificare Templi alla Virtù,lavorare al bene ed al progresso dell’Umanità.Ma queste prigioni e questi Templi sono forseespressioni figurate? È possibile distinguere traspeculazione ed operatività? Il lavoro, indefinitiva, avviene sul piano fisico o metafisico?

Tornando sul sentiero storico cheabbiamo percorso insieme, proviamo a verificarese il dualismo operativo/speculativo abbia unaqualche giustificazione.

Soffermiamoci ad osservare la facciata diuna Cattedrale. Vi è nascosto un messaggioinvisibile tra le geometrie architettoniche, chetratteggiano l’Albero Sephirotico, retaggio dellacosmogonia ebraica. La sacralizzazione della“Mater materia” in questi immortali edifici èanche magistralmente descritta dal Fulcanelli, atestimonianza di come gli stessi costituiscano deiveri e propri “libri di pietra” che, con le loroforme e le loro decorazioni, descrivono iprocedimenti dell'Opera alchemica.

La Muratoria, abbiamo detto, lavorava inmodo “operativo”. Tuttavia, nell’edificazione deiTempli, utilizzava un procedimento“speculativo” per “rivelare” simboli che soltantoagli Iniziati era possibile “svelare”. Poichésappiamo che gli insegnamenti venivanoimpartiti in modo graduale, probabilmente nonera a tutti noto cosa esattamente stesserorealizzando. Ma lo realizzavano lo stesso.

“…in ogni Opera d’Arte vi sono semprequattro significati: il letterale, l’allegorico, ilmorale e l’anagogico.” (Dante Alighieri,

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Convivio, Tomo II)

Allo stesso modo sono convinto che lamoderna Massoneria “accettata” non possalavorare soltanto in modo “speculativo”. A cheservirebbe, infatti, ragionare dei massimi sistemiin un inutile esercizio intellettuale, dissertareamabilmente come in un salotto, a propositodegli strumenti dell’Arte e del loro significatosimbolico, se poi non si è capaci di utilizzarliquotidianamente?

Il lavoro speculativo e quello operativosono in realtà strettamente collegati,rappresentando l’uno il metodo e l’altrol’applicazione dei medesimi principi. Il lavorospeculativo deve essere finalizzato a riconoscereentro sé stessi i simboli che si osservano al difuori, per armonizzare il mondo interno conquello esterno (attraverso il così detto “Specchiodell’Arte” degli Alchimisti, egregiamenterappresentato nello Splendor Solis di Trismosinalla Tavola numero 9 “Ermafrodita”).

Coerentemente con l’evoluzione storica,ed il mutamento delle esigenze dell’Uomo, citroviamo oggi a lavorare apparentemente con unapproccio “speculativo” nelle nostre Officine.Tuttavia sappiamo che il Tempio si estende daOriente ad Occidente, da Meridione aSettentrione, dallo Zenit al Nadir. E la Loggianon è racchiusa tra quattro mura, bensì tra laCatena d’Unione che lega insieme tutti i Fratelli.

Squadrare il Tempio, al principio deilavori, significa creare lo Spazio Sacro. Lavorareda mezzogiorno a mezzanotte significa creare ilTempo Sacro. Portare al di fuori del piano dipercezione fisico le dimensioni spazio/temporalisignifica riprodurre costantemente in Terral’Ordine Cosmico. Si procede sul pavimento ascacchi, ma proiettati verso la Volta Celeste,seguendo il movimento del Sole e della Luna, edegli altri Astri rappresentati nelle costellazionizodiacali che sovrastano le colonne.

Lo studio del simbolismo segreto delTempio deve tradursi (esotericamente edoperativamente), in conclusione, nella suaedificazione attraverso le tre dimensioni: TempioInteriore (Microcosmo); Tempio Collettivo(Eggregore massonico, che vivifica la Loggia ecrea la dimensione spazio/temporale metafisica);

Tempio Universale (Macrocosmo), ossial'umanità nella sua interezza senza alcunadistinzione, al cui bene e progresso siamochiamati a lavorare ogni giorno.

Per la realizzazione del presente lavoro houtilizzato, tra le altre fonti bibliografiche, alcunisaggi prodotti da altri Fratelli e pubblicati per viatelematica sulle pagine dei siti:http://www.esonet.org ; http://www.zen-it.com ;http://www.esoteria.org a cui va la mia piùprofonda gratitudine.

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I.N.R.I. con la N rovesciataa cura di Fratello BJ

Tra i tanti enigmi che circondano Rennes leChateau, il mistero che più attirava la miaattenzione è sempre stato quello della Nrovesciata sulla scritta I.N.R.I. di molti crocefissipresenti nella zona, ma anche oltre il sud dellaFrancia stessa: da Parigi, alla Spagna, all'Italiasettentrionale, terre di Catari, terre di Templari.La spiegazione più accreditata secondo cui laparola "Nazareth" letta al contrario andrebbe asignificare in ebraico: " io so dov'è la camerasegreta, o il "Sancta Sanctorum" poi mi lasciavainsoddisfatto; quest'inversione è piuttosto diffusae non esclusiva della croce sulla tomba diSaunière, e un segreto simile non potevarimanere tale ed essere tramandato in luoghi cosìlontani.Per me questa N non svelava un segreto mapoteva solo aggiungere o togliere o modificarequalcosa che riguardava il fatto dellacrocefissione; ma anche quanto aveva scrittoGuenon sull'inversione dei simboli che avrebbeun valore controiniziatico e di negazione milasciava perplesso, perché si trattava di un segnoin ogni caso presente in Chiese e crocevia, e nonè pensabile che le autorità ecclesiastiche sempreben presenti e attive, anche brutalmente e conspargimento di sangue, su manifestazioni nonortodosse della loro fede avessero tralasciato dicorreggere un glifo che negava qualcosa sulsimbolo del Cristianesimo stesso, e che cioèsuggeriva un Cristo mortale e non risorto.Se così fosse avremmo poi i satanisti bencontenti di usare questo simbolo per rimarcare illoro credo, invece sulla croce capovolta cheusano la scritta I.N.R.I. è scritta regolarmente,anch'essa capovolta ovviamente.Andando a cercare cosa ne pensassero le stesseautorità ecclesiastiche mi sono trovato davanti adun'irridente operazione di smontaggio di tutto ilfenomeno di Rennes, arrivando a sentirmigiudicare le N rovesciate come ovvi errorid'ortografia di scalpellini semianalfabeti, magarimancini. Ma io ero stato mancino e ricordo benela mia indecisione sul 5, sulla S, e sulla Z che per

me potevano anche essere capovolte, ma maisulla N, e inoltre avevo 6 anni e non scrivevo perlavoro già da anni, considerando poi che maestreo committenti, con gusto, esigono che sicorreggano gli errori, sennò non si passa adessere promossi o ad essere pagati.Di conseguenza per capirci qualcosa dovevotrovare reperti che si collegavano al crocesfisso eche potevano suggerire concetti che la sempliceN rovesciata non spiegava.Ad allontanare l'ipotesi di errori basta ricordareuna croce dei Templari che si trova su di unobelisco a Lesina, che è inscritta in un anello sulquale è scolpita la parola NAZARENUS con unaN dritta e una invertita.Nelle mie ricerche trovo che in Spagna in unachiesa il crocefisso con la N rovesciata èsormontato da un nido di un uccello e ilcommentatore suggerisce che il nido stava per"negare" la morte, la resurrezione, ma ciò non miconvinceva sia per le ragioni sopra esposte, cioèdella necessità della congruenza di un simboloall'interno di una chiesa, sia poichè né inspagnolo, né in latino, né in francese nido eraassonante con il verbo negare o il sostantivonegazione.Ma da ciò mi scaturiscono finalmente nuoveintuizioni: perché vedere la N come rovesciatasecondo un asse verticale e non capovoltasecondo un asse orizzontale?Il risultato era graficamente lo stesso, ma eraragionevole ricevere come suggerimento il volodello Spirito Santo, simbolizzato da unacolomba, sul suo nido, e cioè l'azione delloSpirito Santo che ha operato affinchè la Naturaprendesse una direzione contraria per reintegrarsicon il Divino.Dopotutto Rennes è piena di simboli capovolti enon rovesciati.Questo era un piccolo sentiero per lacomprensione, ma avrei scoperto dopo che lastrada decisiva passava sul considerare la Ncome invertita, sebbene i risultati finali delle dueconcezioni avrebbero collimato perfettamente.Cercando qualcosa su Picatrix, libro conosciutodai Templari, che si autodefinisce di artenegromantica, trovo che il pianeta Saturno èrappresentato da un glifo che è una N, ma rimanenon chiara l'interpretazione della sua inversione:se, infatti, Saturno retrogrado in astrologia indical'orfanità, l'abbandono del padre, si potrebbe

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anche osservare che, durante i Saturnali, tutte lenorme e le regole erano invertite per chipartecipava a quei culti misterici, e alloral'inversione della N stava a suggerire la normalitàrecuperata tramite il ritorno all'età dell'oro diSaturno? Altre parole, di culti diversi, perricalcare gli stessi concetti sopra esposti.E la strada decisiva viene dalla scoperta che inuna chiesetta basca esiste una meridiana chepassa da ore IV a ore XVI.Ora se poniamo attenzione il numero romano IVè molto vicino a una N e così il VI alla Ncapovolta: la meridiana ci afferma che il corsodel sole, e cioè la Luce del Christos (X)purificatore trasforma il IV in VI, e, secondo lelame dei Tarocchi, il IV è l'Imperatore, di cui O.Wirth scrive: ".è l'essenza animica, oscurata dallasua incarnazione e tenuta prigioniera in seno allamateria, che deve elaborare per riconquistare lapropria libertà.. L'Imperatore è infatti il Principedi questo Mondo: regna sul concreto, su ciò cheè corporeizzato.".E' il re dei punti cardinali, dei quattro elementi,delle quattro stagioni.E il VI secondo le lame dei Tarocchi èl'Innamorato di cui sempre Wirth scrive:".L'arcano VI mostra il meccanismo dell'attovolontario della personalità cosciente ,raffigurata dall'Innamorato, il quale è - l'Uomo didesiderio - di Claude de Saint-Martin.Poiché sitratta della Grande opera umanitaria, alla qualepossono consacrarsi soltanto i più valentilavoratori dello spirito, essi devono avereimparato a volere e ad amare. L'Innamorato è,sotto quest'aspetto, l'iniziato che ha conclusol'apprendistato. Se incrociando le braccia, simette agli ordini del Buon Pastore, conosciutodai Cavalieri Rosacroce, questo avviene perchési sforza di dimenticare se stesso: si proibisce divolere per il proprio beneficio personale e nonvuole altro che il bene altrui."L'Innamorato realizzato è l'eletto sentimentalecioè l'uomo che si è specchiato in se stesso:6+6=12, l'Appeso, l'Illuminato. Se però avessedimenticato qualcosa e invece di specchiarsi il 6si rovesciasse, avrei il 9, L'Eremita, distaccatodal mondo e insensibile alle passioni ma nonilluminato e compiuto.A questo punto diventa interessante cercare se trale innumerevoli edizioni dei Tarocchi esista unaversione con N rovesciate, e su quale lama.

E' tra i tarocchi di Marsiglia che trovo un mazzoche ha l'Appeso (in francese) (XII) e la Ruotadella fortuna (X) con le N invertite.Si può osservare che la loro somma dà 22, ilnumero degli arcani maggiori, e che sonocomplementari, fissano momenti della sorteveramente opposti, ma accomunati dall'avere laN rovesciata, cioè su entrambe agisce il VI,l'Innamorato, a voler indicare che l'Amore divinoiniziatico si esprime sempre, sia nel fortunatovincitore che in chi si trova, anche se solometaforicamente, immobilizzato, impotente,appeso per una gamba a testa in giù o per direttacolpa o per sorte avversa, perché entrambedimensioni illusorie dell'Essere, inganni dovutialla nostra cecità di discernimento della veraRealtà..Per inciso trovo interessante notare che anchel'Imperatore è raffigurato, in piedi o sedutosecondo le versioni dei Tarocchi, con una gambache incrocia l'altra, come ha l'Appeso, come sequalcosa in lui, pur nel momento del potere e deldominio, preludesse alla sorte dell'Appeso.Ma tornando alla nostra N. in base alleosservazioni precedenti si può dedurre che la suapresenza su di una croce assume il significato dirimarcare l'ottenuta cristificazione sotto l'egidadell'Amore divino, stato di Grazia, e ottiene laresurrezione.Qualcuno, con la N rovesciata, in modomisterioso ma incisivo, ci vuole segnalare che ilcorpo sul crocefisso non è un cadavereimpotente, e forse i Templari sputavano davverosu questo stato simbolico, su questa scenaofferta, cioè sul Gesù cadavere e appeso, peresaltare la natura nascosta a quanto appariva ecioè la glorificazione del Cristo raggiunta alcentro della croce, come ripete la loro croce, conciascun braccio che termina con una punta difreccia verso il centro.E di conseguenza ci suggerisce che la sofferenzae la morte sono menzogne.Sulla scacchiera della vita dove i momenti difortuna e trionfo e quelli di disperazione esolitudine sono attigui ed in agguato,all'inevitabile "Chah mat!", scaccomatto, il re èmorto, bisogna rispondere "viva il Re", perchénon è veramente morto, lo è solo al gioco deifallimenti e dei successi, e lì non si può piùevolvere sulla scacchiera, che è il mondomanifesto, e deve cambiare piano.

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Noi siamo inevitabilmente il Re della scacchiera,e dopo un po' di mosse troviamo il nostrocammino autentico nella Reintegrazione.Percorrendo altri sentieri che abbandonanol'argomento dei Tarocchi ho altresì trovato chenell'alfabeto ebraico, che tuttavia è composto diventidue lettere come sono gli arcani maggioridei Tarocchi, la lettera NOUN, corrispondentealla N, ha valore 50, e il cinquantesimo giornodopo la Pasqua, Pentekostos, si celebra laPentecoste, e cioè la discesa della Spirito Santo,sotto forma di lingua di fuoco, sugli Apostoli e ipresenti. L'inversione della N sembrerebbe daintendersi come la salita della lingua di fuoco alcielo, cioè il ritorno dello Spirito Santo verso lasua fonte nel momento della morte, un altromodo di ribadire altri concetti oltre la semplicemorte di un corpo, come abbiamo visto prima.Nell'alfabeto egizio poi la N è raffigurata dalgeroglifico indicante l'acqua, e l'inversodell'acqua è il fuoco, e l'inversione ci ricorda chesaremo giudicati dall'acqua e dal fuoco

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La Chiesa di Santa Sabina aRoma:

la più antica raffigurazioneplastica della Crocifissione; il

Cosmo e una geometriaArmonica

a cura di Marisa Uberti

La Basilica di S.Sabina, sul colle Aventino, ètra le più antiche e meglio conservate del periodopaleocristiano a Roma. E' un esempio espressivodi chiesa paleocristiana a pianta longitudinale,erede delle maestose Aule palatine o Aule degli'dei', mantenendo però forme essenziali, prive diinfarcimenti sfarzosi. Come per S.Lorenzo inLucina, anche questo edificio di culto sorse suuna domus romana, già esistente prima del Vsecolo; di questa 'preesistenza' abbiamo letestimonianze in alcune suppellettili che sonostate inglobate nella chiesa, come una colonna digranito, nel muro della navata destra e un'altrasimile presso la Cappella di S.Giacinto; restipavimentali visibili sotto la grata del pavimentoaccanto alla porta lignea del portico di ingressoci mostrano, inoltre, preziosi marmi disposti afigure geometriche, indice di un livello socialepiuttosto elevato dei proprietari di quell'antica'domus'.

Sappiamo molto poco della vita cristiana e delculto sul'Aventino, prima del 410 maconosciamo la data di costruzione, nelle formeattuali, di S.Sabina, eretta sotto il pontificato delpapa Celestino I (422-432) e anche il nome delcostruttore, identificato in un sacerdoteproveniente dalla Dalmazia, ma del cleroromano, Pietro d'Illiria (nome che ha presoanche l'omonima piazza).Costui aveva costruitoanche un battistero,come sembrerebbe provare ilLIBER PONTIFICALIS, edificio che fu usato almeno fino al XII secolo ma del quale oggi nonrimane traccia. Pietro d'Illiria era nato,secondostoriografie posteriori, a Sakotovaz(Sabioncello),un castello fortificato dellapenisola di Peliasac e conosciuto sotto i'cognomina'di Artianus o Illyricus; era moltocolto nelle lettere greche e latine e avrebbe

pubblicato anche un trattato dal titolo "De belloa Romanis cum Pilaris et Artianis gesto". Ilmosaico presente sopra l'ingresso nella navatacentrale, costituisce un documento -cardine,poichè citando questo personaggio, ci permettedi risalire al suo ruolo nel clero romano(infattinel mosaico viene appellato come presbyterUrbis, mentre nel Liber Pontificalis è definitoepiscopus, addirittura un prelato deltempo,quindi). [Nota1].

Sulla base di una colonna (la terza a sinistra), viè la 'firma' di un certo Rufenos, 'mechanicus',che probabilmente era colui che eseguìmaterialmente il lavoro seguendo le impartizionidell'architetto. Questi sconosciuti 'Maestri' cihanno lasciato qualcosa di veramenteeccezionale, una geometria non casuale, mapensata e progettata e che con tutta probabilitàderiva dal modello proposto da Vitruvio(architetto dell'Imperatore Augusto), il qualeconosceva assai bene le leggi che stanno allabase dell'Armonia architettonica, dosandosapientemente spazi e volumi, luce e oscurità,senso estetico e ricerca del trascendente. Modelloche fu molto seguito dai posteri.

S.Sabina,come le altre basiliche paleocristianeromane, racchiude nella modulazione unadisposizione basata su un'unità lineare, ilbipedalis (=doppio piede), che corrisponde a0,5928 m( un piede=0,2964m) e che "costituiscecon esattezza la disposizione geometrica nonsolo dell'abside, del corpo delle tre navate edella loro alzata, ma corrisponde anche con lerovine del quadriportico ritrovate durante gliscavi. L'unità verticale degli elementi diappoggio della navta centrale ,colonne osemipilastri ,inclusi base e capitello, è di m6,2985 e cioè 21 piedi e un quarto, checorrisponde al raggio del cerchio esternodell'abisde. Tale modulo, con i suoi multipli efrazioni, regola l'intera planimetria ed altimetriadella basilica, ed anche l'impostazione deglistessi elementi decorativi. Il modulo si ritrova inlarghezza 4 volte: due per la navata e una voltaper ciascuna delle navate laterali. In lunghezzasi hanno 10 moduli per la navata centrale,compresi l'abside, l'endonartece e l'esonartece.Le navate laterali misurano 9 moduli. Ilquadriportico comprende 5 moduli sui lati brevie 9 moduli per la lunghezza dell'esonartece e del

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braccio parallelo corrispondente. In altezza, ilritmo modulare è ancora più impressionante,ricorrendo 3 volte: uno corrisponde al verticedelle colonne, l'altro al davanzale delle finestrecentinate, il terzo al primitivo appoggio delsoffitto".[Nota 2]34 sono le finestre che illuminano la navatacentrale, forandola con intarsi seleniticigeometrici.Altre illuminano l'abside.

Oggi, il quadriportico originario non c'è più mala basilica ha un ampio porticato di accesso(databile tra il 1218 e il 1222), in cui sono statiallestiti reperti venuti alla luce durante variestagioni di scavo. Nell'Alto Medioevo erautilizzato come sepoltura. C'è anche un porticolaterale (1441),con la porta laterale di accesso eil portoncino cui si accedeva al Convento.

All'interno di S.Sabina si nota la 'ScholaCantorum' , restaurata con lastre e frammenti dipilastri e plutei originali ritrovati (datati al IXsec.) Le dimensioni di questo recinto non sonostate del tutto calcolate come, del resto, lo stiledella 'decorazione', che si definisce in manieraimprecisa "celtico, carolingio, lombardo",riecheggia di arte orientale e di un simbolismocosmogonico. Si vedono girali, motivi vegetali,Nodi di Salomone, croci in varie forme e stili,intrecci e annodamenti, simboli solari, stelle,rami, uccelli.

La Basilica di S.Sabina va vista direttamente, perriceverne le sensazioni e le impressioniindividuali che sicuramente evoca nel visitatoreattento ai particolari. Io l’ho percepito molto particolare, in cui è stata molto elevata la caricaenergetica (chiamiamola 'spirituale') che ne horicevuto, rimanendo in contemplazione per untempo imprecisato, appunto perchè la concezionedi spazio e di tempo -in certi luoghi- vienetravalicata.

S.Sabina conserva mosaici, tombe pavimentali ecappelle; un chiostro romanico in cui sonopresenti 104 colonnine di marmo, ripartire ingruppi di quattro per ciascuna 'ARCATA'', cheformano un rombo allungato e che recano, nelcapitello, foglie di loto stilizzate.Vi trovanoposto numerosi resti di lapidi, pagane e cristiane,riutilizzate come materiale di reimpiego. Ilchiostro fu rimaneggiato più volte.

S.Sabina ha un Convento annesso, che fu fondatoda S.Domenico nell'XIII secolo, su unpreesistente palazzo. Ospitò, nel corso deltempo, insigni personaggi, come San Tommasod'Aquino, S.Domenico, Pio V. Oggi è la sededella Curia Generalizia dei Frati Predicatori e,nell'archivio generale, sono conservati moltidocumenti che coprono un arco di tempo di circaottocento anni di vita del Convento.

Simbolismi nella porta d'ingressoCristo in croce, tra i due ladroni, primo pannelloa sinistra del portale ligneo d'ingresso diS.Sabina.Molto interessante poichè è il piùantico esempio(V secolo d.C.) noto diraffigurazione plastica della crocifissione perle prime generazioni cristiane (vedi foto).

. Il portale di S.Sabina, in legno, non è giunto anoi completo, mancando effettivamente diecipannelli all'appello,da quando fu scolpita, conogni evidenza nel V secolo; rappresenta pertantouno dei più antichi manufatti dell'Arte Cristiana.Il fatto che si sia 'salvata' dal tempo e dalleincurie umane, potrebbe essere dovuto al fattoche il portico fu chiuso nel X secolo. Tuttavia, furestaurata nel 1836, ma non fu alterata nelladisposizione delle incisioni.

Il ciclo narrativo presente è di altissimo valore egli studiosi indicano quali altri esempi del generesoltanto pochi altri, anche se erano forse comuninegli edifici paleocristiani: quelli presenti nellaBasilica di S.Ambrogio a Milano, di S.Barbara alCairo, e alcuni frammenti di porta rinvenuti neldeserto della Siria.

I personaggi attorno a cui 'ruotano' le vicendenarrate sono MOSE', ELIA, CRISTO,rifacendosi probabilmente a quanto asseriva

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S.Agostino, cioè il paragone tra la Legge, iProfeti e il Vangelo.In chiaveallegorico/ermetica, tutti e tre sono accomunatida un 'passaggio', da uno stato di coscienza adun altro (la vicenda biblica del profeta Elia,rapito in cielo su un carro di fuoco, è usata neilibri di alchimia come raffigurazionedell'alchimista che ha realizzato il lavoro,ottenendo la trasmutazione di se stesso).Molto curiosa è l'iconografia dellacrocifissione,dove mancano delle vere e propriecroci. Il timpano triangolare simboleggerebbeGerusalemme. Nessuno ci dice che la struttura (aforma di capanna o di tempio) sia di legno, inrealtà, è la nostra percezione che ci induce apensare che lo sia (dato che la nostra menteassocia Croce=legno). Le figure non hanno unaposizione 'simmetrica', come l'iconografiatradizionale ci ha abituato: le mani sinistresembrano fissate su un tassello ligneo,che è a suavolta fissato ad un muro, protagonista di tutta lascena (nessun Monte o paesaggio dietro ipersonaggi). Il muro forse simboleggia i lorosepolcri? Colpisce la figura centrale, diproporzioni molto maggiori rispetto ai duepersonaggi ai lati: il primo è il più basso di tutti,sembra un bambino nei lineamenti, sopra la suatesta c'è una sorta di 'tassello' con forse ungraffito inciso e, ancora più sopra, un arco (nelleintenzioni dell'esecutore forse un'apertura?). Lafigura di destra tocca con la testa la baseinferiore del timpano triangolare, ha corporaturapiù massiccia. L'uomo al centro, identificabilecon Gesù per l'iconografia Cristiana, porta barbae capelli folti e tiene le braccia piegate 'asquadra'. Un semplice panno ricopre le loronudità e nell'espressione non sembranosofferenti; le gambe sembrano appoggiare su unsupporto e, in detta posizione, non vienesicuramente mostrata la realtà del supplizio dellacroce. Attorno alla prima cornice, liscia, c'è unadecorazione di vegetali intarsiati molto accurata.Una testimonianza comunque di rilevanteimportanza per comprendere come potevaessere interpretata la vicendaneotestamentaria nel nucleo cristiano del Vsecolo presente sull'Aventino.

Il trionfo di Cristo e della Chiesa (primopannello a destra, seconda fila) è il piùimportante per il valore simbolico. Sotto, si vede

la rappresentazione del Cosmo: a destra ilSole,con sotto S.Pietro; a sinistra la Luna,consotto S.Paolo; cinque stelle tra i due corpicelesti. Nel mezzo, c'è una donna con una lungatunica,trattenuta in vita,che dovrebbesimboleggiare la Chiesa e sul capo della quale idue Apostoli reggono due oggetti: San Pietrouna corona d'oro e San Paolo una spada. Nelregistro superiore, Cristo- in un cerchio- sta inpiedi, ha una lunga tunica anch'Egli e regge unrotolo nella mano sinistra, mentre ai lati ha lelettere ALFA e OMEGA (greche) ed ècontornato dai simboli dei 4 Evangelisti, checostituiscono il Tetramorfo, che corrisponde aiquattro simboli collegati all’iconografia di :Matteo-l’uomo alato; Luca- il Bue; Marco- ilLeone; Giovanni-l’Aquila (secondo S.Gerolamo,il Tetramorfo sintetizza la totalità del MisteroCristiano: l’uomo alato =INCARNAZIONE; bue=PASSIONE; leone= RESURREZIONE;aquila= ASCENSIONE).

Da osservare come 'anche' la scena inferiore siaentro un cerchio, forse allusione allaconsapevolezza della sfericità della Terra, cosache la chiesa di quel tempo non potevaammettere.Il pannello del Trionfo di Cristo cimostra un cosmo completo eseguito in tecnicapuramente grafica.Notiamo che nessuno dei treindividui nel registro inferiore è aureolato, comel'iconografia classica ci ha invece abituato.

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Mi sembra di poter dire che ci troviamo di frontead una trasposizione cristiana di una allegoriaermetico/alchemica: la realizzazione dellaGrande Opera, con il Cristo Redentorevittorioso. Chi è la figura centrale tra i due SantiApostoli? E perchè Gesù, identificabile nelregistro superiore, è all'interno di quello chesembra essere un cerchio 'particolare' (ricordal'ouroboros)? Il Principio e la Fine, la ciclicità,Alfa e Omega. Il Tetramorfo, i Quattro Elementi(Aria, Acqua, Terra, Fuoco), i sette pianeti=isette metalli. La corona d'oro pare essere divisain quattro quadranti dall'elsa della spada eformare una croce, simbolo del crogioloalchemico.Sole e Luna, principio maschile efemminile, fisso e volatile ,Zolfo e Mercurio. E ilsale? Non ci sono colombe a raffigurare loSpirito Santo che si incarna nella Vergine, mal'Angelo o uomo alato (a sinistra) sta 'soffiando'verso la scena...che è tutta rivolta verso l'alto,dove la stella centrale sembra dire di andare.

Nota 1. Testo tradotto dal latino del mosaico delV secolo: Quando Celestino aveva il sommogrado della dignità apostolica e rifulgeva nel

mondo intero come il primo dei vescovi, questameraviglia è stata edificata da un prete di Romaoriundo di Illiria, Pietro, uomo ben degno diportare tale nome perchè dalla nascita nutritonell'aula di Cristo,ricco per i poveri, povero perse' stesso,fuggendo i beni della vita presente Haben meritato sperare di ricevere la vita futura

Nota 2. Tratto da "La Basilica di Santa Sabinaall'Aventino", Roma- Ufficio Libri LiturgiciSanta Sabina-P.zza Pietro d'Illiria, 1-00153Roma- tel.06/57940447

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Sullo stato attuale dellaMassoneria

a cura di A. D'Alonzo

Uno degli errori che più frequentemente puòcommettere il neofita, o il semplice curioso delledottrine tradizionali, è quello di dimenticare, oignorare completamente, le condizionicosmologiche in cui versa l’età moderna. Sitende ad obliterare, tout court, che cosa siano icicli cosmici, e come inevitabilmente comportinodelle limitazioni e delle restrizioni sullepossibilità individuali. Sidecontestualizzerebbero così le formetradizionali superstiti, sopravvissute al destinodella tecnoscienza moderna, pretendendo cheesse fossero ancora prodighe d’insegnamentisegreti e di brividi esoterici da regalare ai propriaffiliati. L’errore alternativo a questo stessoatteggiamento, si presenta come un rifiuto dellaforma tradizionale regolare- ma degenerata – cheinduce a cercare affiliazioni spirituali inconventicole che di iniziatico non hannoassolutamente niente. Sto parlando di tutti icircoli che non possono vantare un autenticoricollegamento tradizionale, e che perciòprofessano teorie pseudo-esoteriche, o peggioancora contro-iniziatiche. Oltre agli indubbipericoli di plagio e manipolazione psichica efisica, chi cade nella rete di queste sette, o nuoviculti (per dirla come Introvigne), deve sapere chesul piano spirituale non otterrà alcunché. Sarebbepreferibile allora limitarsi a professare la propriaforma exoterica, vale a dire la religione dinascita, piuttosto che cadere nelle braccia di chifa dello pseudo-esoterismo o della contro-iniziazione. Del resto nell’iniziazione non visono autodidatti, perché per diventare iniziati,bisogna ricevere da altri, ciò che l’individualitàprofana non può possedere, ossia la trasmissionedi un’influenza spirituale. Ma perché vi possaessere la possibilità di farsi ricettacolo dellatrasmissione spirituale, deve esserci a sua voltaun membro dell’organizzazione iniziatica,regolarmente autorizzato a trasmettere il ritod’iniziazione. Ma è palese che l’influenza

spirituale risiede nel rito, non nell’officiante cheè solo un anello della catena iniziatica, più omeno cosciente o preparato. Sono cose chedovrebbero ormai essere chiare a tutti quelli ches’interessano della dottrina perennialista:Guénon le ha ripetute a iosa. Ma evidentementerisultano ancora oscure alla maggior parte deicritici moderni delle forme tradizionalioccidentali: o meglio dell’unica forma rimastasuperstite nell’Occidente contemporaneo, laMassoneria.

È il rito che trasmette l’influenza spirituale, noncolui che lo celebra, sia quest’ultimo cosciente ono, di quello che sta trasmettendo. È l’influssonon-umano che si serve come di un medium, dicolui che ha le qualificazioni per trasmetterel’iniziazione. Chi officia un rito tradizionale èsolo un trasmettitore, che come ricorda Guénon,non può non effondere l’influenza spirituale chesi serve di lui come anello passivo (che poi siapiù o meno conscio, o addirittura completamentenesciente, questo non ha alcuna importanza dalpunto di vista dello Spirito, che è il solo cheimporta). Nel caso contrario, la perfettaerudizione su di un rito basterebbe ad assicurarnela legittimità: è un paradosso evidente, perché secosì fosse allora basterebbe un qualsiasiegittologo per iniziare dei profani, per esempio,al culto di Iside.

Colui che effettua un rito, purché regolarmenteinvestito della sua funzione, può non capire nulladi quello che sta facendo, ed il rito saràcomunque legittimamente trasmesso. Allora perquanto i membri di un’Organizzazione Iniziatica,possano non comprendere più il sensodell’appartenenza tradizionale al loro Ordine, ilricollegamento con lo Spirito è assicurato dallatrasmissione rituale. Guénon citava, a questoproposito, l‘allegoria dell’“asino che porta lereliquie”, per ricordare come anche qualoraun’Istituzione Iniziatica avesse tra le sue filasolamente degli iniziati virtuali, la trasmissionespirituale non per questo verrebbe meno, o siestinguerebbe.È necessario farsene una ragione: finché visaranno dei riti ed il simbolismo tradizionale, laMassoneria, pur certamente degenerata grazieall’ignoranza collettiva dei suoi membri,continuerà ad essere un’Organizzazione

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Iniziatica. L’ultima dell’Occidente.

Desidero ribadire ancora il punto. L’iniziazionevirtuale è il seme gettato nel terrenodell’individualità: se questa feconderà in unalbero, allora il lavoro interiore del neofita avràrealizzato un’iniziazione effettiva. Se così nonavverrà, l’individualità si fermerà allo statodell’iniziazione virtuale, pur mantenendo però, lapossibilità di trasmettere lo stesso seme o germead altre individualità. Proprio perché fecondatodal seme iniziatico, l’iniziato virtuale, che non hapotuto o saputo realizzare i “Piccoli Misteri”,può trasmettere l’inseminazione o lagerminazione ad un terzo. Ci si pensi un attimo.È qualcosa che avviene anche nell’ambito fisicodel mondo grossolano con la distinzione tra imalati ed i portatori sani. O se si preferiscerestare sul piano sottile tra l’amante predadell’ebbrezza d’amore e l’amato che però noncorrisponde il sentimento di cui è oggetto.

Ne consegue che bastano due iniziati virtuali aimpedire che la degenerazione- ossia la CadutaVerticale in asse però con i Principi metafisici –diventi deviazione. Quando la degenerescenza sitrasforma in deviazione, allora è tutto finito, e loSpirito si ritrae dalla “lettera morta” dei vuoticerimoniali, come il mare dalle sponde nellabassa marea.

Abbiamo visto che la trasmissione dell’influenzaspirituale è assicurata dalla continuità ortodossadei riti tradizionali, a prescindere dal valore edalle capacità intellettuali dell’officiante, ma nondalle sue qualificazioni particolari ad eseguire iriti. Lo Spirito non sempre richiedeautocoscienza, soprattutto a livelli elementari: sipensi ad esempio, a tutti quei mistici “produttori”di fenomeni, che non sanno spiegarne ledinamiche sottese all’apparire. Ciò nonostante,chi recalcitrerà ad effettuare il lavoro interioresuccessivo all’iniziazione virtuale, non potràaspirare a nulla di più che a ricoprire un ruolo dimero trasmettitore dell’influenza spirituale, adessere semplicemente l’anello inconsapevole diuna catena.

La crescita iniziatica è nelle mani del singolo.L’influenza spirituale una volta ricevuta vavivificata, altrimenti lo stato sottile dell’iniziato

rimane semplicemente un terreno arido e incolto,un terreno che non ha fruttificato. Laresponsabilità è allora individuale, la viasolitaria. Ovviamente come avevo dettoall’inizio, non si può ignorare quali siano lecondizioni cosmiche in cui versa l’era moderna,che limitano oltremodo gli aneliti spirituali. NelKali-yuga si assiste ad una degenerazionecollettiva di tutte le forme tradizionali, nonsolamente di quella massonica (si pensi adesempio alla commistione del Buddhismo con laNewage, o all’integralismo talebano). Oltretuttoper le tradizioni artigianali o di mestiere, lepossibilità sono in partenza assai più limitate cheper le altre forme tradizionali, rimanendocircoscritte al conseguimento dei “PiccoliMisteri”. Anche se proprio nel Rito Scozzese sidovrebbe presentare, alla fine del cammino direintegrazione nello “Stato dell’UomoPrimordiale”, un incipit che permetta di passareai “Grandi Misteri” (tuttavia non con la LiberaMuratoria, che si arresta alla conoscenza dei“Piccoli Misteri”).

Ma se le possibilità dell’iniziazione massonica,sono già in partenza più limitate di quelle, peresempio del Tasawwuf, come del resto quelle ditutte le altre iniziazioni di mestiere, allora lostato generale della Massoneria nel Kali-yuganon deve sorprendere. Ma quali sono le causestoriche di questa degenerescenza, tenutopresente che quello che accade sul pianodiacronico, altro non è che un mero riflessodell’ordine cosmologico? In altre parole, come siconcretizzano “fattualmente”, le leggi cosmicheall’opera nel Kali-yuga?

Jean Baylot, nel suo La Voie substituéè, farisalire, giustamente, la degenerescenza dellaMassoneria, all’infiltrazione all’interno di essa diidee progressiste e utopiste, che mal siarmonizzerebbero con gli assunti di una SocietàIniziatica. Le idee di uguaglianza ed evoluzione,in particolare sono in assoluto contrasto con laTradizione iniziatica. Responsabili di questacorruzione della purezza originaria, sarebberostato gli Illuminati di Baviera e il Carbonarismo.

Patrick Geay, nel suo Tradizione e Massoneria,fa risalire la corruzione all’influenza nefastadella Rivoluzione Francese, che aveva tutto

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l’interesse ad appropriarsi dei simboli massoniciin funzione del suo progetto utopico, incentratosull’edificazione umanista (non spirituale) di unasocietà nuova. All’origine della caduta c’è quindil’incipit della laicizzazione massonica da partedel razionalismo illuminista-giacobino.

Ma l’idea illuminista della storia è assolutamenteantitetica con quella che ne ha la TradizioneIniziatica. Vediamo il perché.

1) Nella filosofia dei Lumi, all’origine vi è labarbarie ed il cammino storico dell’uomo èrischiaramento (aufklarung) e dominio delleforze cieche della natura. Nella Tradizioneiniziatica all’origine c’è la verità (età dell’oro), ela storia è corruzione e decadenza.

2) Nell’Illuminismo l’azione del rischiaramentoprogressivo condurrà tutta l’umanità allasaggezza, alla felicità, e ad una società giusta edegalitaria. Nella Tradizione il sapere è elitario, enon potrà mai essere raggiunto e penetrato dallemasse profane.

3) La ratio illuminista eleva se stessa ad unicoparadigma teoretico in grado di svelare gli arcanidella natura. Nella Tradizione la ragionediscorsiva è subordinata all’intuizioneintellettuale, la sola in grado di penetrare l’ordinemetafisico.

4) Nell’Illuminismo il cammino storicoprogressivo non è opera di alcuna legge divina,ma solo della ragione umana. Nella Tradizione,si parla di leggi cosmiche immanenti alla storia,che rivelano la Mente divina nelle vicendeumane. Ne consegue che per i Lumi l’uomo èlibero e padrone del suo destino, mentre per laTradizione l’uomo può solo conformare il suooperare a ciò che accadrà comunque.

Abbiamo visto dunque perché la Via Iniziatica sicontrapponga, senza alcuna armonia di sorta, allafilosofia dei Lumi. I capisaldi del pensieroilluminista rimandano, in sintesi, ad unaconcezione umanista della storia, che è quanto dipiù profano si possa immaginare in relazione adun’organizzazione iniziatica, quale laMassoneria dovrebbe essere.

Ma le aporie non si fermano certamente allaconcezione della storia. Si prenda per esempio itre principi fondamentali della Rivoluzione,“uguaglianza, fraternità, libertà”, che laMassoneria ha fatto propri, fino ad inciderne leeffigi nel Tempio. La sentenza rivoluzionarianon è altro che un ossimoro: il concetto di“uguaglianza” presuppone il livellamento delledifferenze individuali, mentre la “libertà”rimanda al diritto ad essere diversi. Si tratta di unequilibrio difficile, quello tra queste due oppostepolarità. I programmi politici che hannoenfatizzato l’uguaglianza sulla libertà, hannostoricamente prodotto il totalitarismo bolscevico.Viceversa, l’elevazione del valore della libertà aparadigma assoluto, ha generato i germi dellaGermania hitleriana.

Al di fuori di queste considerazioni meramenteetiche, ci si dovrebbe chiedere come possaun’organizzazione iniziatica appellarsi al valoredell’uguaglianza, quando poi essa stessadovrebbe esercitare un ruolo di guida elitaria, neiconfronti del resto della società profana. Edancora, come si possa giustificare il richiamoall’uguaglianza, quando proprio nel suo interno,vige una gerarchia iniziatica. Lo stessa cosa puòessere affermata qualora s’intenda cercare diprivilegiare il valore della libertà: quale libertà inuna struttura dove al neofita è interdetta lafacoltà d’espressione, la possibilità di parlare?

Ma anche lo stesso concetto della fraternitàilluminista, non può essere equiparato ipso factoalla fratellanza massonica. Il primo è un richiamoalla distruzione di ogni distinzione spirituale emateriale fra tutti i membri di una societàprofana. La seconda si richiama ad un sentimentodi solidarietà spirituale tra affiliati ad uno stessoOrdine, in vista di un comune cammino diperfezionamento interiore, che però è élitario.

Come si può facilmente notare dall’analisi delleidee sopra esposte, non si trova un solo elementoche accomuni la Via iniziatica con lo spiritoilluminista-razionalista. Se si accetta in totol’ideologia dei Lumi, allora bisogna abdicaredalla Via tradizionale. Non si sfugge a questoaut-aut: le due vie sono assolutamenteincompatibili. È da notare che questeconsiderazioni oltrepassano il discorso che

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sarebbe lecito fare sulla perdita di “potere”iniziatico, conseguente al passaggio dallaMassoneria Operativa a quella Speculativa. Èovvio che sarebbe auspicabile in vista di unraddrizzamento tradizionale dell’Ordine, ilritorno alla Massoneria Operativa. Purtroppo lasituazione attuale è ben più grave, e almeno peril momento, quest’ obiettivo non è percorribile,perché la realizzazione va ben al di là delle piùrosee ed utopiche aspettative. È necessario,quindi, mantenere i piedi per terra, e cercare disalvare il possibile, dallo spettro che ci minaccia.Infatti, il pericolo che corre un ordine iniziatico,quando degenera e cade verticalmente lungol’asse dello Spirito, è quello di deviare incontroiniziazione. Si rammenti che solo gliordini iniziatici possono deviare nellacontroiniziazione, la ciarlataneria dello pseudo-esoterismo è destinata a rimanere tale e quale: unniente prima ed un niente dopo. Ma per chi haradici tradizionali che affondano nella linfa delloSpirito, il pericolo della controiniziazione ètangibile: lo Spirito non si può convertire nelnulla, deve per forza tramutarsi nella sua antitesi,la controtradizione. Si rammenti che nellatradizione apocalittica Lucifero, emblema dellacontroiniziazione, prima della caduta è l’angelopiù splendente. L’Avversario non sorge dagliinferi, precipita dal Regno dei Cieli. Chi non haraggiunto il grado di adepto, o anchesemplicemente non ha realizzato un’iniziazioneeffettiva, corre sempre grandi pericoli. Si pensialle tentazioni di sant’Antonio del deserto, o allefiglie di Mâra che tentano il Buddha.

Per fortuna il pericolo controiniziatico nellaMassoneria sembra, per il momento, scongiurato.Finché rimarranno iniziati virtuali e ritiortodossi, il pericolo non sussiste. Voglio peròlanciare un appello a quei pochi Massoni chehanno “occhi per vedere” e “orecchie persentire”, perché continuino a non abbassare laguardia.

Conseguente alla laicizzazione illuminista dellaMassoneria, si presenta un altro fenomenoessenzialmente correlato con il primo. Stoparlando del discutibile approccio “culturale” dimolti esegeti ed interpreti della tradizionemassonica, incentrato sulle scienze umane e sullastoriografia accademica.

Intendiamoci, in quest’ultimo caso non c’è nulladi particolarmente biasimabile nel voler offriread un pubblico, più o meno profano, dellesommarie ricostruzioni sulle vicende storichedella Massoneria, formata da uomini cheesplicano la loro azione essenzialmente neltempo. Solo che occorrerebbe fare dei distinguotra il Massone che diventa soggetto storico delcambiamento sociale, ma non procede oltre sullaVia iniziatica, ed il Massone che, viceversa,ottiene risultati spirituali, ossia realizza lareintegrazione nello Stato Primordiale.

I successi e la celebrità che un affiliato ottienenel mondo profano, possono regalare lustro adun’istituzione iniziatica, ma rimangono qualcosadi sostanzialmente estraneo alla sua essenza.Garibaldi può anche essere un’individualitàestremamente interessante per la storiografiamoderna, ma in rapporto al punto di vistatradizionale rimane uno dei tanti, perché non èprogredito granché nella sua realizzazioneiniziatica. Il successo militare della sua azionepolitica, proprio perché determinato da concausecontingenti e limitate alla sfera della praxis, èmeno importante, sempre dal punto di vistatradizionale, di quello di qualunque Massone cheabbia realizzato l’iniziazione effettiva.

Questo perché negli stati molteplici dell’esseretutto è correlato, ed il piano karmico, o dellapraxis, è subordinato e derivato rispetto a quellometafisico. L’eccessiva importanza che laMassoneria moderna attribuisce al successo nelmondo profano di alcuni dei suoi rappresentanti,è quindi già una deformazione della prospettivainiziatica, la sola che dovrebbe essere presa inconsiderazione.

Ma la stessa cosa può essere ribadita anche perchi esercitò un’influenza decisiva sullo spiritodel proprio tempo con opere filosofiche eletterarie, anziché con la forza degli eserciti,com’è il caso di Voltaire. Il pensatore francese fuiniziato, inoltre, piuttosto tardi rispetto all’etàmedia, e certamente – come nel caso di Garibaldi– la sua influenza fu piuttosto exoterica, in sensoletterale, che esoterica, rivolta al pubblicoprofano, piuttosto che all’Istituzione di cuifaceva parte.

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La stessa cosa si potrebbe dire per tanti altriesponenti illustri della Massoneria tedescadell’epoca: Goethe, Lessing, ecc.

Lo stesso Fichte scrisse, come recitatestualmente il titolo, un’opera sulla filosofiadella Massoneria, non sulla Massoneria inquanto Organizzazione iniziatica. Si tratta diun’opera intrisa di soggettivismo idealistico, cheanalizza la Massoneria da un punto di vistafilosofico, e non tradizionale. Un’opera chetralascia del tutto la prospettiva iniziatica, perfare proprie delle riflessioni discorsive, chequalsiasi filosofo, anche estraneo all’Ordine,avrebbe potuto benissimo mettere su carta.

Questo nesso con la filosofia di Voltaire e diFichte, ci conduce all’altro tipo di approcciomoderno alla Massoneria, mutuato dalle scienzeumane, in particolare dalla psicoanalisi edall’antropologia.

Premetto subito che non è mia intenzionedisconoscere l’esistenza e l’importanzadell’Inconscio Collettivo junghiano, ma piuttostodi denunciarne l’abuso in relazione al tentativo,compiuto da alcuni saggisti moderni, di elevarnele valenze ad unico paradigma interpretativo.Ridurre tutto il mondo dell’iniziazione aldominio dell’Immaginario, significa nonlimitarsi più a teorizzare che esiste unadimensione esistenziale ed inconscia delsimbolo, che prima ancora di raggiungerequalsiasi realizzazione spirituale, devepreoccuparsi di produrre un equilibrio psico-somatico nell’individuo. Non si tratta più dilimitarsi a sostenere che la spiritualità “alta”, haper corrispettivo e conditio sine qua non, ilraggiungimento del processo d’individuazionetra Es ed Io, quindi tra le diverse parti dell’anima(e che senza questa risultato, all’animasquilibrata è precluso qualsiasi camminoiniziatico).

Non ci si vuole richiamare all’idea che lo Spiritonel suo processo di ascensione dai centri piùperiferici fino al Cuore, e poi ad Âtmâ, debbanecessariamente irrorare e vivificare tutto ilcomplesso dell’individualità, per poi tentare disuperarla nel Sé. Niente di tutto questo.

L’uso che è fatto, dai contemporanei,dell’Inconscio Collettivo è orientato piuttosto astigmatizzare qualsiasi approccio metafisico, inluogo di una fenomenologia dell’immaginario.

Agli junghiani, del resto, non importa nulla dellaTradizione iniziatica. Il solo loro unico obiettivoè di capire la maniera in cui le tradizioni possonocontribuire alla realizzazione del Sé (il “principiod’individuazione”), sotteso a tutte le religioni.

In particolare l’antropologia moderna è colpevoledi quest’uso distorto (e parafrasando Nietzsche“umano, troppo umano”) del simbolismotradizionale. Si prenda ad esempio un autore chepur nei suoi scritti si rifà ampiamente all’idea diTradizione: Gilbert Durand.

Nel suo Science de l’Homme et Tradition: LeNouvel esprit anthropologique, Duranddesacralizza la nozione perennialista dellaTradizione, considerandola semplicemente comeun comodo ago della bussola in grado di trovareun “Oriente” teorico, incentrato meno sull’ideadi una trasmissione spirituale, che su di un modoprivilegiato di concepire l’antropologia.

Durand fa un uso “regolativo” delle veritàtradizionali, volte a correggere gli abusi dellaragione scientifica. Egli non cerca di rintracciarenegli archetipi un filo rosso che possa rimandaread un’unica comune Grande Tradizione, ma sipreoccupa unicamente di classificare come figureantropologiche i simboli ed i mitidell’iniziazione e dell’esoterismo.

Durand ha chiamato questo suo “approccio” conil nome di “antropologia tradizionale”.

È evidente che questo nuovo spiritoantropologico ha attecchito anche in Massoneria,se si presentano spesso, in Loggia o in libreria,opere che rifacendosi al simbolismo tradizionale,ignorano la dimensione metafisica, la sola ingrado di radicare il simbolo sottraendolo allacontaminazione postmodernista. Si tratta diapprocci unicamente analitici, come se laMassoneria in particolare, e la Tradizione ingenerale, non fossero altro che delle praticheterapeutiche, in grado di regalare il benessere

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psicofisico. È un processo di Caduta simile aquello che ha colpito le Arti Marziali Orientali,dall’originario Bushido all’autocontrollo dell’Iodel praticante.

È quindi in atto un processo di volgarizzazionenon solo della Massoneria, ma di tutto il mondodella Tradizione. Con la differenza che inOccidente si può anche banalizzare il Tantra o loYoga, che tanto questi in Oriente manterrannocomunque la loro valenza metafisica originale.Mentre per la Libera Muratoria non esiste unOriente (ossia un’élite) in grado di preservarne lapurezza tradizionale dalle contaminazioniculturali. Il risultato è che nelle Logge si finisceinevitabilmente per citare autori che non hannonulla in comune con la tradizione massonica.

Non si pensi che l’importante sia comunque“fare cultura” nelle Logge. Come la Rivoluzioneha dato inizio alla contaminazione modernistadella Massoneria con i suoi ideali laici, così lefilosofie contemporanee stanno completandol’opera di secolarizzazione. Un paio di lustriancora, e forse correremo davvero il pericolo disentire in Loggia delle citazioni di Fabio Fazio.La Caduta sembra essere inarrestabile: ieri laConoscenza Iniziatica della MassoneriaOperativa, oggi la filosofia contemporanea, edomani?…

L’unica maniera per arrestare la Caduta e ladegenerescenza (che ripeto ancora una volta, nonè ancora deviazione e controiniziazione, e forsenon lo sarà mai), è ritornare alla Tradizione,prima a quella specifica massonica, e poi alCentro della Tradizione Primordiale. Vivificareprima la tradizione massonica, e poi ricollegarsicon quella Primordiale: è il compito che puòspettare solo ad un’élite.

1) ULTERIORI CONSIDERAZIONIAbbiamo paragonato l’iniziazione ad un semesementato sulla terra dell’individualità. Qualorail terreno risulti essere arido niente vieta che ilseme sia tras-messo ad un altro più fertile: equesto garantisce la permanenza dellatrasmissione tradizionale, qualora s’individui nelterreno arido l’allegoria dell’officianteinconsapevole dell’influsso che trasmette alneofita, anello inconscio della catena iniziatica.

In altre parole sono sufficienti due iniziativirtuali ed il Rito, per mantenere ladegenerescenza ed impedire la suatrasformazione in deviazione. Anzi, dal punto divista tradizionale, un iniziato virtuale in possessodelle qualificazioni per tras-mettere il Ritod’Iniziazione sarebbe già sufficiente ad arrestarela Caduta, e mantenere lo status quo dellaMassoneria, che resta in ogni caso molto grave.Infatti, l’iniziazione virtuale è la conseguenzaimmediata della trasmissione spirituale, essendol’effetto del rito differito rispetto alla suaesecuzione. Va da sé, che la tappadell’iniziazione virtuale è comune a tutte lescuole iniziatiche, e non è peculiare della solaIstituzione Massonica: ma il dramma diquest’ultima è che non può- come scuola –andare oltre.

Mi spiego meglio, proseguendo nella metaforadel seme e del terreno. L’atto successivo allaseminagione è la germinazione del terreno, el’albero che cresce sul suolo è l’avvenutarealizzazione dell’iniziazione effettiva,l’ultimazione del processo di sviluppo in attodelle possibilità inerenti all’iniziazione virtuale.Il passaggio dall’iniziazione virtuale a quellaeffettiva è lento e arduo, conseguenza del lavorointeriore, ma non solo. Perché l’iniziazionevirtuale possa divenire effettiva a tutti gli effetti,è necessaria la presenza simultanea di due fattori,e qualora ne mancasse uno il processo disviluppo risulterebbe gravemente danneggiato. Sitratta di un fattore di pertinenza propriamenteindividuale, e di uno attinente alla relativa scuolainiziatica, a cui l’individuo appartiene.

Per quanto riguarda il fattore individuale,quest’ultimo è relativo al lavoro interiore che siconcretizza nella meditazione simbolica, la solain grado di contribuire allo sviluppo completo edarmonico- ma gerarchico- delle possibilitàimplicite nell’essere dell’iniziato virtuale.Universalizzando il proprio essere particolare,l’iniziato sviluppa in atto tutte le possibilitàinerenti alla sua individualità, e così restaura lo“stato primordiale”, ossia conclude i PiccoliMisteri.

Si tratta quindi di un lavoro, strettamentepersonale, che si fonda sulla meditazione

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simbolica.

Ma perché l’iniziazione effettiva possarealizzarsi, è necessaria la presenza anchedell’altro fattore inerente alla scuola tradizionale.Sono indispensabili Riti che non si limitinoall’aspetto speculativo, sono necessariinsegnamenti che non rimangano circoscritti alleconclusioni della filosofia moderna. Ed è inquesto punto che la Massoneria fa acqua. Con ilpassaggio dalla Massoneria Operativa allaMassoneria Speculativa, il seme dell’iniziazionenon può tramutarsi in albero, perché mancano lecondizioni atmosferiche adatte (pioggia e sole) afarlo germinare. Anche se il terrenodell’individualità è fertile, senza l’irrorazione delsuolo e il nutrimento dei raggi solari, l’alberonon può sbocciare, ed il seme può solocontinuare la sua trasmigrazione di terreno interreno, dove la differenza è tutta potenziale, trail suolo che avrebbe potuto divenire-albero, equello che non lo sarebbe mai divenutocomunque.

La Massoneria Speculativa non è idonea a faregerminare l’albero, ma soltanto a spargere ilseme sui terreni: questo è il suo limite moderno.È evidente che solo la Massoneria Operativa puòcontribuire a realizzare l’iniziazione effettiva.Contribuire, perché l’altro fattore individuale ècomunque indispensabile per raggiungere questostato, dato che il terreno arido rimarrà comunquearido anche nella Massoneria Operativa, ed ilterreno abbandonato – che aveva lequalificazioni ma non è stato arato – seguirà lostesso destino.

Se la Massoneria vuole ritrovare un’iniziazioneche sia effettiva a tutti gli effetti, e non soltantovirtuale, deve ritrovare la Via Operativa. In lineadi principio, secondo la dottrina tradizionale, nonesiste alcun impedimento perché questarestaurazione sia compiuta, qualora lecircostanze risultassero più propizie di quellecontemporanee.A questo punto concludo qui la mia aggiunta,che ho voluto posteriormente raccordare con lostudio iniziato da Sidus, sulla ricostruzione delTempio. Va da sé che questa mia, ha volutoidealmente essere un trait d’union tra questo equello.

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In principio era il Verbo, il Verboera presso Dio e il Verbo era Dio

a cura della Loggia Solare

Il principio era il Verbo. Il principio del tempoera il verbo. Il principio dello spazio era il verbo.Tutto esisteva, ed esiste, perchè esisteva ilVerbo, ed il Verbo era posto oltre a Dio, mapresso Dio. Il Verbo era distinto da Dio, ma erapresso Dio, essendo la sua coimmagine. Il Verboè il movimento, la prima e superarioreseparazione, da cui ogni dualismo discende.

La prima considerazione in cui ci imbattiamo ècome l’approccio di Giovanni alla Creazione nonsia solamente psicologico, o filosofico, oteologico o cosmologico, ma, riassumendoognuno di questi aspetti, afferistica la sferametafisica. Giovanni pone il Divino comepremessa della conoscenza e della realtà, e ilVerbo, come prima qualificazione edemanazione del Divino stesso. Il verbo di“Giovanni” non è solamente la Parola di Dio cheattraverso Cristo Redentore ci è stata trasmessa,ma deve intendersi come Conoscenza. Unaconoscenza totale dell’assoluto, del tutto, dellospazio e del tempo in un modo completamentediverso da quello che noi cogliamo con le nostremisere possibilità. Una conoscenza oltrel’apparenza, oltre la frammentazione deldispiegamento polare della manifestazione, checi vede osservatori partecipi, prigionieri anelantila liberazione. Non per caso il Verbo, partemedesima inscindibile del Divino, e primaemanazione e qualificazione del Divino è postoin primo piano: L’ente divino non qualificato enon emanato, rimane sullo sfondo, di questoaffresco mistico, in quanto esso è lo sfondo diogni cosa, e al contempo è anche l'origine di ognicosa, senza peraltro che la creazione sia però ilcreatore. Dio non è, ma il Verbo è, attribuendo alDivino l’esistenza, si fa già una qualificazioneche Lo diminuisce, Lo limita: in principio è ilVerbo, il Verbo è Dio, ma Dio è al di là e oltreogni esistenza.

Vi è indubbiamente una difficoltà per l'uomo a

raffrontarsi alla Creazione, e al mistero di ciò chel'anima e la precede, che non può essere ridotto asemplice “singolarità” scientifica, dobbiamoessere onesti ed ammettere come la nostrarazionalità, trova un limite invallicabile innanzi aciò che precede il fatidico momento, in cui tuttoè stato. In principio c’era il Nulla, così comec’era Tutto, questo ci suggerisce il cuore.Sicuramente possiamo ipotizzare come ful'impossibilità nel riflettersi in se stesso, chedeterminò il primo movimento rappresentato dalVerbo, il quale si trasforma in “era” (era primaed ora è altro) , dando origine alla prima fatale,impronta del Tempo.

Come il lampo che illumina la tenebra, dal Nullascaturisce il Verbo. Esso è il principioordinatore, nerbo della sostanza: Il Verbotrasforma la Sostanza Prima, la ordina, laconosce tutta e la irrora di nuova vita. Il Verboprecede la Creazione, perchè il Verbo, comeprima emanazione, è perfetto. Il Verbo reca in séil concetto di Esistenza, il Verbo E’, ed è ciò cherende manifesto l’Immanifesto, quello che rendepossibile distinguere la Forma, dunque lo rendeintellegibile. Il Verbo è relazione, e pone inrelazione ciò che è, con ciò che non era.Il Verbo è altresi la funzione “intellettiva” diDio. Si incarna nel Cristo di Giovanni, chiamatoa portare agli uomini la voce che precede ognimanifestazione, ogni molteplice polarizzazionedella sostanza, e le sue successivetrasformazione. Il verbo è appendice delPensiero, è l'ipostasi divina, e la creazione è ciòche è posto “sotto” il verbo, come l'acqua chezampilla dalle rocce di una cascata infinita.

E' interessante notare come nell’antico Egitto,seppur con termini e immagini diverse,incotriamo sovente questa visione di Giovanni:La creazione concepita nel pensiero del Creatoree resa manifesta mediante la Sua Parola (Logos).Il nome corrispondente presso gli antichi egizianial Logos, che definisce il Verbo del Creatoremediante è origine, era “Ra”. Nel linguaggioprimitivo (Adamico o Wattan) il nomecorrettamente pronunciato determinava l’effettodella realizzazione. Ancora oggi i cabbalistiricercano la corretta pronuncia del nome divino,per acquisirne così i poteri e gli attributi. AncoraTrimegisto ci tramanda come “ Il Padre è il

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Pensiero, il Figlio la Parola e sono uniti unoall’altro dalla vibrazione della Vita”............Ognuno di noi è Dio, ogni giorno attraverso lenostre parole creiamo il mondo che ci circonda...Ognuno di noi ha in sé Dio, riconoscendo le SueParole entriamo in un altro ”mondo”.

Il verbo è coscienza, e per partecipare a questaconoscenza l'uomo deve percorrere una viaattraverso il superamento della percezionesensoriale, e dell'analisi logica, affidandosiall'empatica che si crea nel rapimento mistico,nel vibrare all'unisono con il suono delle origini.

Nel risalire la china della percezione della realtàcon la logica, e spesso, nel rotolarerovinosamente a terra, in un punto che faapparire la meta ancora più distante di quantoapparisse prima, l'uomo incontra il “logos”, lamatrice di ogni forma. Il Verbo come parola,come discorso, come forma, come attributoqualsiasi di qualcosa, è la totalizzazione di unprincipio, di una causa prima, in un effetto. Lacausa di ogni causa, e di ogni effetto sul nostropiano. Ponendomi nell'ottica di colui che è invirtù del Verbo, in tale accezione, esso è ildesiderio di conoscere la forma che non haforma, che determina ciò che è indeterminato, emolteplice ciò che non ha unità. Egli è larelazione di ogni relazione, l'unità di misura, ilfulcro senza il quale ogni cosa perde di ragione, edi significato. Il Principio a cui aspira ogniuomo, l'idea primaria che tutto ha ordinato erelazionato, a cui possiamo aspirare solamentenegando ogni manifestazione che è posta attornoa noi, in quanto la forma che si erige sullamatrice, non è la matrice stessa. Dobbiamoriuscire a bloccare la sequenza ordinatrice,attraverso la Sophia, la coscienza superiore, chepermette di porre un freno all'Eone senza limitiche è il Logos, e alla cascata di creatori e creatida lui stessi emanati.

Chiudendo gli occhi, calibrando il respiro sulcuore, rallentandolo lentamente, facendo noistessi il centro del Verbo, come una luce, chezampilla da un caldo buio indifferenziato. Nascela coscienza di un riverbero che si diffonde daun centro, e continua a diffondersi eguale diattimo in attimo in un solo attimo.

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La Corrente Perennialista a cura di Filippo Goti

Questo mio scritto, non ha volontà dirappresentare un giudizio, e neppure di essereesaustivo attorno a quel fenomeno eterogeneoche è stato, e che è, il Perennialismo, bensì dioffrire delle riflessioni critiche, verso unmovimento, non movimento, che fin dagli alborisi è contraddistinto per un elevato grado diautoreferenzialità, e di dogmatismo.Il Perennialismo, o Tradizionalismo anche se laprima dicitura è sicuramente maggiormenteappropriata e in seguito vedremo il perchè, haorigini decisamente “moderne” e occidentali.Lungi dal rappresentare un tutto omogeneo, si èconnaturato, e si connatura, come un insieme dielementi e spezzoni di difficile coesistenza, senon fossero forgiati dalla comune fiamma digiudicare la società moderna, come espressionedi un degrado umano, causato da forzeantagonistiche storiche e metastoriche, e lanecessità di ritrovare l’autentica Tradizionecapace di inspirare la nascita di una nuovasocietà, definita tradizionale, perennamenteimmutabile e perfetta.

Benché il termine tradizionalista sia oggimaggiormente in uso rispetto che perennialista, èbene precisare che è sicuramente quest’ultimoquello più attinente a contraddistinguere talefenomeno. Infatti l’espressione Tradizioneappare nella letteratura di stampo esoterico benprima che fosse partorita dai perennialisti, egrazie a scrittori quali Louis Claude de SaintMartin, si legga in tal proposito i libri DegliErrori e delle verità e Tavola Naturale, diFriedrich Kleuker, il testo Magikon, e AntoineFabre d’Olivet, I Versi aurei di Pitagora. Testiricchi di espressioni come Tradizione Madre,Catena di Tradizione, ecc, partoriti tra la primametà del 1700 e gli inizi del 1800, che di fattorendono il “problema” della tradizione,patrimonio non esclusivo dei perennialisti,storicamente a noi più prossimi. E’ da ricordarecome per il filosofo incognito Louis Claude deSaint Martin la Tradizione non rappresentaun’astrazione concettuale, o una ricerca di

erudizione, o un'arca perduta, bensì la discesa diDio nell’uomo, ponendosi quindi nell'alveo dellaricerca ultima della Gnosi: il superamento dellostadio di ipnotismo in cui l’uomo è caduto, e cheimpedisce il ricordo dell’origine divina. E’ beneanche ricordare come il termine Tradizionecompaia già in autori come Ficino (priscaphilosophia ) che la definiva hunc perennemfontem ( questa fonte perenne ), o in CornelioAgrippa e nella sua De Occulta Philosophia(1533), e in Pico della Mirandola (1463-1494).E’ però con i perennialisti che il termineTradizione, assume significato di spartiacque fraciò che è bene e ciò che è male, determinandouna sorta di ossessione, che incapace di evincereil cuore pulsante di ciò che è Universale ePerenne, si scaglia con violenza, seguendoinflessioni personali o paradigmi indimostrabili,verso tutto ciò che tradizionale non è. Dimentichiche l’origine di ogni foglia dell’Albero, come iltronco stesso, è sempre riconducibile algermoglio del seme, lasciato cadere dalgiudizioso contadino o dal fato, nel ventre dellaterra. Il sostenere che agli albori della storiaumana esistesse una società perfetta, rigidamentecadenzata su ruoli e caste, ed indicare nellelontananza da essa, le attuali imperfezione dellemoderne società, senza peraltro indicare qualieffettivamente fossero tali ideali comunità, e sema siano esiste, ha come ultimo stadio quello diimprigionare l’essenza spirituale dell’uomo, edell’umanità, in un rigido determinismo storico,frutto di speculazioni e inflessioni più vicine aquelle di un giovane studente di antropologia osociologia, che dell’argonauta dello spirito, voltoa sondare i misteri della propria mente.

Possiamo individuare come elementi fondantidel perennialismo, i seguenti punti:

1. Esiste una Filosofia Perenne, una Tradizioneprimordiale che l’uomo non ha generato, maricevuto. Questa tradizione si è incarnata aglialbori della storia umana, in comunità esocietà tradizionali, dove ogni uomo sirelazionava agli altri in base all’appartenenzaa determinate caste, rappresentativedell’inclinazione o patrimonio spirituale dellostesso.

2. Le singole tradizioni altro non rappresentanoche incarnazioni della Tradizione Universale e

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Perenne, o membra disgiunte della stessa. Ilcompito dell’esoterista è quello di ricercaregli spezzoni della Tradizione Universale,occultati nelle singole tradizioni, in modo daricomporre il mosaico perduto.

3. La tradizione è aggredita da agenti e fattoririconducibili alla globalizzazione, alla perditadi valori, ed ad agenti controtradizionali che siincarnano nella società moderna,profondamente antitradizionale. Spesso taleassunto comporta che il perennialista si sentainvestito di una missione volta a propagandarela propria visione.

4. L’esoterismo altro non è quanto di nascostonelle singole tradizioni, o membra disgiuntedella Tradizione Universale.

E’ interessante notare come alcuni punti diquesta breve individuazione dei cardini delfenomeno perennialista, fossero ad essopreesistenti in altri movimenti esoterici, comeevidenziato, ma non strutturati in una volontànegatrice di ciò che adesso è, e forgiati in unavisione storica e sociale della missionedell'esoterista. Elemento di interesse è come laTradizione nel perennialismo, qui e qui non solosimilare al teosofismo, assuma carattere di unicoideale divino di riferimento, estraneo, in tutto oin parte, da ogni manifestazione umana presente,ciò svilisce l’insegnamento religioso, ridotto nona ponte fra l’uomo e il divino, ma a semplicecontenitore di particole di verità. Nei fatti iperennialisti attribuiscono primaria importanzaalla storia, come fonte di studio e di ispirazione,e il loro approccio con la società attuale puòessere definito di world-rejecting (rifiuto),presentando di fatto un rigido dualismo, che perònon è riconducibile, come nello gnosticismo, adun binomio spirito-materia o conoscenza-ignoranza, ma fra ipotetica società tradizionale esocietà moderna. Imprigionando di fatto l’uomoin una spirale storica di eterna, discostandosi cosìdallo gnosticismo che predicava il superamentodi questo piano manifestativo. Per unperennialista il Centro iniziatico (simboleggiatoda Agarttha) è puro, incorrotto e incorruttibilesotto il profilo metafisico e spirituale, e lesingole tradizioni storiche, altro nonrappresentano che i frutti nello spazio e nella

storia di esso. La ricerca di tale originespiritualmente perfetta, garantisce quellaconoscenza perfetta perduta nella corruzione deltempo e degli uomini. Quindi per unperennialista, è importante la comparazionesimbolica delle singole tradizioni, alla ricercadell’essenza iniziatica. La sua ricerca opereràcome il bisturi di un chirurgo tesa a separare ilnocciolo metafisico dagli elementi spuri,costituiti dalle tradizioni derivate e deviate, visticome degenerescenze tumorali rispetto allaScienza Sacra dell’Età dell’Oro.

Esponenti del pensiero perennialista:

Il più famoso perennialista è il francese RenéGuenon ( nasce a Blois il 15 novembre 1886 emuore il 7 gennaio 1951 al Cairo, dopo avereabiurato il cristianesimo a favore della religioneislamica ) , professore in una scuola secondaria, egrande estensore di articoli, invettive, e testiaventi natura esoterica ( alcuni sono: la GrandeTriade, Il Re del Mondo, e Il Simbolismo dellaCroce) . Agevolato nella sua opera, più didistruzione che di edificazione, da una prosascorrevole e avvincente, si scaglia con veemenzacontro ogni realtà esoterica occidentale, che nongodesse del suo plauso, disconoscendo sia gliambienti esoterici dove non viene ammesso ( laChiesa Gnostica ), sia gli ambienti dove vieneammesso per poi abbandonarli immediatamentedopo essere entrato in conflitto con le gerarchieivi presenti, e ignorando infine, ciò che potevainficiare i dettami e gli assunti dei suoi studi:l’esoterismo rinascimentale.

Per un breve momento il Guenon ebbe asostenere che solo in alcuni rami dellamassoneria, era contenuta la vera tradizioneoccidentale, anche se va notato come per unastrana legge del contrappasso gli attuali epigonidel perennialismo, oggi sostengono che è propriola massoneria uno dei veicoli dellacontroiniziazione. Giunto all’apice del suo rifiutoverso l’Occidente, si rifugia in Egitto,adottandone gli usi, e convertendosiall’islamismo, dimostrando nei fattiun’inflessione religiosa e politica, più cheesoterica.

Va però dato atto come il Guénon ha comunqueun’importanza centrale nella storiadell'esoterismo. Il pensatore francese nella sua

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epoca riesce a fare pulizia del sincretismoletterario e culturale, che sotto la voce“esoterismo” ingloba filoni letterari e generipseudo-scientifici, che con l’esoterismo vero eproprio non hanno niente a che fare: culto deidischi volanti, spiritismo, fantascienza,surrealismo, ecc. Sforzandosi di dare una dignitàculturale all’esoterismo, nei limiti della suavisione, e degli obbiettivi che si era posto. Inpratica con rigore pseudo scientifico, ma viziatoda risultati già stabiliti a priori.

Edouard Schuré, che pur non impiegano neisuoi scritti il termine tradizione, tratteggia diun'età aurea andata perduta, e di come in perennelotta vi siano forze che allontanano l'uomo daessa, e grandi iniziati che invece indicano lastrada per raggiungerla nuovamente. A talproposito si legga I Grandi Iniziati.

Frithjof Schuon di origine tedesca, si ècontraddistinto per le sue ricerche attorno alfenomeno religioso, in cui ha individuato unapresunta unità trascendente, un’identica origine.Ha collaborato con la rivista EtudesTraditionnelles, ed ha subito l’influenzaGuenoniana. I suoi lavori più famosi sono:Sentieri della Gnosi, Unità trascendentale dellereligioni, Forma e sostanza nelle religioni,L’Esoterismo quale principio e via. L’influenzadi Schuon è particolarmente sentita negli StatiUniti.

Ananda K.Coomaraswamy (1877-1947) diorigini inglesi ed indù, inizia il suo percorsoall’interno della Società Teosofica, l’incontrocon gli scritti del Guenon modificano il suorapporto con l’esoterismo. Anche se è necessarioprecisare il suo approccio esclusivamente daerudito, da ricercatore da biblioteca e dasofisticato pensatore. Il termine da lui utilizzatonei suoi scritti per rappresentare la Tradizione èstato Dottrina Primordiale, si è votato allo studiodel Buddismo, Induismo e dell’arte islamica. Isuoi lavori più caratterizzanti sono: Induismo eBuddismo, Tempo ed Eternità, e LaTrasformazione della Natura nell’Arte.

Titus Burckardt (1908-1984), di originisvizzere, ha concentrato la ricerca attorno a temi

quali l’Alchimia, l’Arte sacra, il sufismo e lecosmologie tradizionali. A tal proposito i suoilavori sono: Principi e metodi dell’Arte sacra,Alchimia significato e visione del mondo,Scienza moderna e saggezza tradizionale.

Julius Evola, nato in Italia, (1898-1974) , dopoun giovanile interesse per la pittura, dedica lapropria vita alla filosofia e all’esoterismo,abbracciando posizioni antiprogressiste. Tra il1927 ed il 1929 anima e dirige il “Gruppo di Ur”,un gruppo di studi esoterici, e la rivista “Ur”,l’organo cartaceo. Romanticamente si ispira adun Imperialismo pagano, ad una visione ideale enon storica dell’Antica Roma ( stato laico pereccellenza, e decisamente non incline ne allareligione ne alla spiritualità ), e indica nelprogresso e nella Chiesa le cause delladegenerazione occidentale. I suoi scritti dimaggior rilevanza sono: La Tradizione ermetica(1931) e “Rivolta contro il mondo moderno”(1934), la Metafisica del sesso (1958),Cavalcare la tigre, Il cammino del cinabro, LoYoga della potenza, Il mistero del Graal (1951),Il mito del sangue (1937), Scritti sullaMassoneria (1955), Il fascismo (1964) e L’arco ela clava (1968).

Ciò che emerge da questa brevissima panoramicadi studiosi ed elementi, variamente ricollegabilial fenomeno perennialismo, è la loro estremaeterogeneità, e fatto alquanto raro in un qualsiasipensiero umano, la loro capacità di trovarecollante nel definire cosa non è Tradizionale, ochi non è Tradizionale, e non tanto lapropensione ad elaborare una piattaforma dilavoro comune, tipica di ogni movimento,gruppo o comunità. Vi è una definizione innegativo della storia e della cultura, non tanto alfine di determinare così ciò che rimane, manell'escludere cosa non è, da cosa non si sa chesia. In una continua incapacità finale di definire odelimitare ciò che rimasto, che finisce perelevarsi ad altare del dogmatismo. Ilperennialismo trova così radice in un’asserzionedi fede, tipica più dell’uomo di religione chedell’uomo di ricerca, che si estrinsecanell’esistenza di una Tradizione Perenne edUniversale, atemporale e aspaziale, ma che neltempo e nello spazio si è incarnata in delle

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società tradizionali, oggi perdute.Comprendiamo come la Tradizione è così un attodi credere o di non credere, e non tantoun’esperienza, un cambiamento di visionedettato da un nuovo rinascimento umano. Inquanto se è pur vero che il contenuto esoterico,la qualità intima, è parte di un processoconoscitivo, una maturazione, di colui che dainiziato si sforza di divenire adepto, essa è quicompletamente assente, assorbita dalla volontàassoluta di delimitare il il recinto del Tempio,senza chiedersi in cosa questo Tempio consistarealmente, se non in una negazione ad oltranza diquanto è proposto o espresso dalla società.

Tale modo di procedere, riduce oggi ilperennialismo ad una coesistenza di singolielementi, i scuole, o gruppi, saldamente unitinella critica verso la società moderna,nell’identificazione del “male” in alcunestrutture, in una violenta accusa nei confrontidello spiritualismo e del new age. Salvo poipeculiarizzarsi, in modo camaleontico, inorientamenti pagani, catari, in idealizzazionidell’islam sciita, nel ciclo arturiano, nella saga diTolkien, nel mito di Troia, e in studi dimetafisica vedica, o esaltazione dell’animaguerriera del buddismo. Quasi a forgiare una viadella spada, dove l’anima della stessa è l’animadi colui che la impugna, rivolta in primis versol’esterno. Divenendo vittime di quel gran maleche gli stessi perennialisti indicano in molteplicimovimenti esoterici: il sincretismo.

Ecco quindi il continuo guardare al passato, e laricerca dei punti di rottura che hanno determinatola scomparsa di una leggendaria età aurea, in unasorta di dualismo storico e spaziale, determinatodalla forzata inclusione di un ideale metafisico inun continuo evolutivo involutivo. Vorrei porreall’attenzione come il concetto di TradizionePrimordiale, diverso dalla prisca philosophiarinascimentale, in quanto slegato dal Dio delleReligioni, e tendente a considerare il mondostorico come un effetto di cause seconde,degenerative di questa Metafisica che lotrascende, trova moderna, che poi più anziana èin confronto al perennialismo, genesi nelteosofismo, dove la Iside Svelata ( pubblicata nel1877) di Madame Blavatsky, rappresentasicuramente l’impareggiabile genitore.

Maliziosamente potrei considerare che ilmalanimo del Guenon e dei perennialisti verso ilteosofismo, definito come una nuova religione opseudoreligione, sia da ricercarsi nell’invidia dicolui che giungendo dopo il vincitore di unacorsa ad ostacoli, ne invochi la squalificacomunque e a prescindere, per godere dell'alloroad altri riservato. Tralasciando l’ingombranteBlavastky, per dimostrare una precedenza di altrimovimenti che si sono coagulati attornoall'ideale Tradizione, vediamo cosa sostiene lafondatrice della Società Ermetica, che come haindicato l’ottimo Faivre, ha assieme ad altripreparato il terreno al Guenon . AnnaKinsgsford ha detto: << La dottrina esotericanon è soltanto una scienza, una filosofia, unamorale, una religione. Essa è la scienza, lafilosofa, la morale, la religione, e tutte le altrenon sono che delle preparazioni o delledegenerescenze, espressioni parziali o false, aseconda che si avvicinino o ne divergano >> .Sicuramente possiamo individuare nelperennialismo una chiara volontà di ridurre ecomprendere, lo svolgersi la vita del singolo,come il risultato dell’agire di forze a lui superiori( la storia), riducendo la missione umana o in unaricerca della Tradizione perduta, o in unasservimento alle forze controtraidizionali. Ilperennialismo è una coacervo di forze direazione non strutturate e varie verso una societàcontemporanea vissuta come ostile edespritualizata. Ecco quindi che in definitiva sispiegherebbe l'eterogeneità del movimento, comesommatoria di insoddisfazioni, di aspirazioni,disagi fino a collimare in un odio semplice ediretto, e che permette la coesistenza dispiritualità diverse e in se e per se nonconciliabili.

E' mio interesse finale escludere qualsiasicomunanza, quale espressione di identica radiceo tipo spirituale, fra il perennialismo e loGnosticismo, in quanto essi divergonoradicalmente per il ruolo attribuito all'uomo, e ilsuo necessario rapportarsi con le cose tutte.Mentre l'uomo perenna lista si pone comeobbiettivo ultimo la restaurazione di una societàtradizionale perfetta, l'uomo gnostico si ponecome unica volontà la conoscenza di se stessa,vissuta come elemento catarchico e nobilitantesotto ogni piano della sua costituzione. Il

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dualismo perennialista risiede fra un'espressioneideale storica e sociale tradizionale, a raffronto diun'espressione reale storica e sociale nontradizionale, mentre quello gnostico da un'eternalotta fra luce ed ignoranza, fra il mondo delloSpirito e quello della materia, inconciliabili e inun anelito a trascendere il piano dello spazio edel tempo, comunque imperfetti e caduchi. Senel perennialista vi è una visione circolare e aritroso del movimento temporale, nello gnosticoassume valore di necessità la rottura del moto deltempo, visto come indice di separazione dallacondizione regale perduta.

A questo lavoro desidero dare una solaasserzione: Il perennialismo è una correntemoderna non omogenea e minoritaria, delmovimento esoterico occidentale, che raccogliein se frammenti politici, religiosi, spirituali,magici, uniti dal ripudio verso la societàmoderna, forgiati in un sincretismo delimitativoper negazione di espressioni storiche e culturale,di ciò che non è, piuttosto di ciò che è laTradizione.

Rimane una domanda, che ognuno di noi si deveporre, cosa vi à di utile per il ricercatorespirituale, nel postulato della TradizioneUniversale e Perenne così come promossa daiperennialisti ? Ad ognuno di noi la risposta piùconsona.

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I fondatori del martinismo e il loro pensiero

Per gentile concessione diwww.martinismo.it

Qui di seguito, insieme a veloci cenni biografici,vediamo, per sommi capi, le differenze dipensiero e metodologia fra i tre fondatori-ispiratori del Martinismo, de Pasqually, Saint-Martin e Willermoz, che, al pari di altri illustriantesignani, i martinisti sogliono definire"Maestri Passati". MARTINEZ DE PASQUALLY Aveva 47 anni Martinez de Pasqually quando lamorte lo colse nell'isola di Santo Domingo.Moriva lasciandosi alle spalle, al di làdell'Atlantico, nella vecchia Europa, una robustaeredità spirituale che, nella sua sostanza, è giuntaintegra nella sua poliedricità fino ai nostri giorni.Tale eredità spirituale è il Martinismo. Di lui, diJacques de Livron Joachin de la Tour de la CaseMartinez de Pasqually, poco si sa e parte di quelpoco è circonfuso di un alone leggendario.Vediamo. Nato a Grenoble nel 1727 era unmassone del quale si ignora la data diaffiliazione. Di certo si sa che era in possesso diuna patente massonica ereditaria che era stataconcessa al padre da Carlo Edoardo Stuart nel1738. Il documento autorizzava l'intestatario e isuoi legittimi discendenti ad iniziare profani allamassoneria e ad aprire templi. Per quanto piùspecificamente riguarda il Martinismo, si ignorase egli fu il reale fondatore dell'Ordine chepropagandava o se agiva per conto di qualchesuo maestro rimasto sconosciuto. Martinez parla,sì, di alcuni suoi maestri, ma tende a lasciaretutto nel vago. Comunque sia, per quanto ci èdato di sapere, l'Ordine dei Cavalieri MassoniEletti Cohen dell'Universo (questa è la dizioneintegrale della creatura di Martinez) prosperògrazie all'infaticabile attività del suo fondatore.Ispirato dalla Cabala ebraica, il pensiero diMartinez propugna per l'uomo, decadutodall'originario stato di grazia, la necessità dellapratica assidua e meticolosa di culti e ritiparticolari al fine di potersi reintegrare nelle sue

"qualità, virtù e potestà spirituali" e, nelreintegrare se stesso, contribuire attivamente alriscatto dell'universo intero. Nel suo Trattatosulla reintegrazione degli esseri, di schiettaderivazione cabalistica, Martinez de Pasquallytenta un commentario esoterico dei primi libridella Bibbia: secondo Martinez, Dio emana, inprimis, un gruppo di esseri spirituali che,desiderosi di diventare a loro volta creatori, siribellano e precipitano nell'universo materialecreato per diventare la loro prigione. In seguito,Dio emana l'uomo originario, cui affida lamissione di regnare sugli spiriti decaduti nellamateria e su tutto l'universo. Ma l'uomo,credendosi a sua volta capace di creare, ripete ilpeccato degli angeli: Adamo perde così la suaforma gloriosa e precipita sulla terra, soggettoalla corruzione e alla morte. Adamo, tuttavia, sipente e Dio gli prospetta un cammino di"reintegrazione" attraverso una faticosa ascesiche permette di conseguire un "sacerdozio Coen"in cui si va a ricostituire l'Adamo originario. Unaserie di giusti, da Abele a Mosè, a Salomone,hanno già raggiunto in passato lo stato di "ElettoCoen", rappresentato nella sua forma più perfettada Gesù Cristo. Nel cammino dellareintegrazione l'uomo impara a dominare glispiriti negativi e a comunicare con quella partedegli spiriti che non si sono ribellati a Dio, gliangeli (le cui caratteristiche sono derivate dallaCabala), nonché con i santi e con lo stessoSpirito Santo. SAINT-MARTIN È difficile, se non rarissimo, che nei testi distoria della filosofia relativi al XVIII secolo sitrovi una sia pur labile traccia di Louis Claude deSaint-Martin, noto con l'appellativo di "FilosofoIncognito" ai suoi pochi posteri non dimentichi.Ed è strano, perché il Nostro si inserì attivamentee a pieno titolo in quella corrente di idee che,prendendo le mosse dall'Encyclopédie di Diderote d'Alambert e passando per Voltaire, fu lafeconda matrice dei princìpi di libertà,uguaglianza e fratellanza, i quali, nel bene e nelmale, ispirarono la Rivoluzione e contribuirononon poco a consolidare e tramandare l'immagine,concisa e pertinente, di "secolo dei Lumi", quale,per l'appunto, oggi si suole attribuire alSettecento. È strano questo silenzio del mondoaccademico su una delle più interessanti figuredella cultura moderna, ma esso si può forse

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spiegare con la matrice squisitamente esotericache caratterizzò la vasta opera letteraria efilosofica di Saint-Martin rendendola sospetta, senon addirittura invisa, ai tanti, troppi, che nonsanno, o non osano, o non vogliono, o nonpossono andare oltre l'immediatezza deimessaggi che passano attraverso i sensi.Vediamo, dunque, la vita, le opere principali e ilpensiero. Louis Claude de Saint-Martin nasce adAmboise il 18 gennaio 1743, quarto figlio delnobile Claude-François. Rimasto orfano dellamadre a poco più di tre anni viene allevato dallaseconda moglie del padre. Studia al collegio diPoint-Levoy, dedicandosi a letture di caratteremeditativo e successivamente, per obbedire alpadre, frequenta la facoltà di giurisprudenza diParigi. Diventa avvocato, ma dopo sei soli mesirinuncia alla professione per dedicarsi allacarriera militare come ufficiale nel reggimento diFoix di stanza a Bordeaux. Qui, nel 1769,conosce il suo maestro e iniziatore, Martinez dePasqually, che aveva già dato vita almartinezismo. L'incontro con Martinez dePasqually fu fondamentale per il giovane Saint-Martin. Nonostante le differenze profondenell'approccio al sovrasensibile (Saint-Martin erae resterà sempre un mistico, decisamenteorientato verso le pratiche devozionali, piuttostoche verso la magia cerimoniale e la teurgiacodificate da Martinez) il Filosofo Incognitovenerò Martinez come suo maestro e, in seguito,ne divenne il segretario. È anche attraverso ilsodalizio con Martinez che si delinea nelle suedirettrici essenziali la filosofia di Saint-Martin :"Degli errori e della verità", pubblicato nel 1775,è il primo testo organico nel quale Saint-Martinpone i presupposti di una sua personale dottrina :secondo il Filosofo Incognito, dunque, nellanatura dell'uomo risiede la conoscenza sensibiledi una causa attiva e intelligente, sorgente diallegorie, misteri, istituzioni e leggi. Saint-Martin combatte l'ateismo filosofico, allo stessomodo che in futuro condannerà il materialismorivoluzionario, confutando gli errori che lascienza profana, sin da allora, andavaaccumulando nel vano intento di dare risposteagli infiniti interrogativi che da sempre il mondosensibile pone all'uomo. Nel 1789 dà alle stampeil suo "Ritratto storico e filosofico" cherappresenta una guida illuminante allaconoscenza del suo mondo spirituale e

intellettuale. In quello stesso anno esplode laRivoluzione Francese che il Nostro definisce"un'immagine in miniatura del giudiziouniversale". Sospettato per la sua corrispondenzacon il colonnello Kirchberger del consigliosovrano di Berna è colpito da mandato di catturae costretto a fuggire da Parigi. Continua intantola revisione de "L'uomo di desiderio", la suaopera capitale, la cui prima stesura risale al 1780e la veste definitiva al 1802. "L'uomo didesiderio", un'opera strutturata in trecentouno"cantici" che nella forma riecheggiano i Salmi ,ad una prima lettura appare ostica e di difficilediscernimento ; se però il lettore non superficialesi impegna ad approfondirne i significati emergein tutta la sua vasta complessità l'originalità dipensiero del Filosofo Incognito. Egli sottolineal'intenso desiderio di rigenerazione che dasempre anima l'uomo, da così lungo tempodecaduto dal primitivo stato di grazia. Lareintegrazione è possibile solo grazie ad unaintensificazione della spiritualità : "dal momentoin cui - scrive Saint-Martin - la vita spirituale hainizio nell'uomo, tutta la sua esistenza sitrasforma in un susseguirsi di azioni vive econsequenziali". Per raggiungere questoobiettivo, l'uomo ha bisogno dell'aiuto divinoperché è continuamente esposto allesollecitazioni più pericolose : "l'uomo - diceancora il Filosofo Incognito - è un universocompiuto, in cui tutte le forze di tutti i mondiagiscono per ottenere la realizzazione della lorospecifica legge". Ancora : "lo spirito devediscendere nell'uomo come un torrentefacendogli violenza per purificarlo da tutto ciòche ne ostacola la rigenerazione". E lo strumentofondamentale della rigenerazione è la preghierainteriore unita a quella esteriore che si realizzacon una serie di atti giornalieri indirizzati verso ilmondo metafisico. "Nuota costantemente nellapreghiera - dice Saint-Martin - come in un vastooceano in cui non riesci ad individuare né la rivané il fondo e un cui l'infinita immensità delleacque ti consenta in ogni istante un'evoluzionelibera e priva di turbamenti". Il filo rosso dellareintegrazione corre anche all'interno de "Ilcoccodrillo, ovvero la guerra del bene contro ilmale", un poema epico-magico in centodue cantiin prosa e in versi. La tesi sostenuta è chel'Adamo primordiale, essenza divina universale,rifletteva tutte le proprietà del Principio Primo,

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ma, a causa della caduta dello spirito, perdette lapossibilità di una diretta comunicazione con Dio,al punto che l'uomo decaduto è ormai costretto adecifrare la verità attraverso ciò che lo circonda.Riprendere il contatto con il Principio Primo èpossibile soltanto attraverso la reintegrazione :questo bisogno di unità si manifesta soprattuttoper mezzo del desiderio e della vivificazionedella volontà, i quali - ed è qui la novitàrivoluzionaria della concezione saintmartiniana -possono portare l'uomo ad un ordine intellettualesuperiore a quello che propriamente eglipossiede per la sua origine. Il desiderio dunque èl'elemento che dà ali all'anima : del resto nonaveva già scritto sant'Agostino che chi cerca ilSignore lo ha già trovato ? Conoscere l'Altro, perSaint-Martin, non è un'intuizione intellettuale ometafisica, ma un mescolare la propria sostanzacon quella dell'Oggetto desiderato. Louis Claudede Saint-Martin morì ad Aunay, presso Sceaux, il13 ottobre 1803. WILLERMOZ JEAN BAPTISTE Willermoz (1730-1824) è il terzo personaggio dispicco del Martinismo delle origini.Commerciante di seta di Lione, nel 1753 èaccolto in Massoneria e assume rapidamente unruolo di primo piano in seno all'Ordine. Perl'innata capacità organizzativa viene chiamatoalla riforma delle Logge Massoniche checonduce con costanza e fermezza, non disgiunteda grande abilità, pari a quelle impiegate,qualche anno dopo, per riordinare la dottrinasegreta di Martinez. Il frutto della sua opera è ilRito Scozzese Rettificato, attualmente diffuso intutta l'Europa, che si distingue dal Rito ScozzeseAntico e Accettato per la chiara improntacristiana (e per questa ragione Willermoz fuchiamato "il massone cristiano). Il 1767, aVersailles, Willermoz riceve, direttamente daMartinez, la prima iniziazione martinista e daquesto momento in poi la sua vita sarà illuminatae sorretta dalla dottrina segreta del Maestro. Il1778 lo vede impegnato nella Loggia di Lioneper riorganizzare gli insegnamenti di Martinez aiquali aggiunge le proprie vaste conoscenzeesoteriche e scientifiche, contribuendo allacompletezza degli studi tradizionali dell'Ordine ealla sua diffusione nei paesi del nord Europa in

generale e in Russia in particolare, dove, ancoraoggi, sono presenti molte Logge Martiniste dichiara impronta willermozista. È il 1780 quandogiunge in Italia al seguito di Saint-Martin perfondare le prime due logge delle quali idocumenti dell'epoca dànno notizia: una a Torinoe una a Napoli. Tuttavia, i divieti politici ispiratidal papato faranno sì che a partire dal 1790 ogniattività Martinista venga pubblicamente sospesalimitandosi a propagarsi nella clandestinità finoalla metà del 1800.Ma come vedeva lariconciliazione questo personaggio che era nelcontempo cristiano, massone e martinista? Ce lodice A. Yoly nel suo "Un misticolionese":"...Willermotz insegna che l'uomo fucreato a immagine e somiglianza di Dio,superiore a tutta la natura spirituale, temporale emateriale, potente in tutta l'accezione deltermine, per poter essere un 'mezzo diriconciliazione per il principio del male', ma che,avendo fallito la sua missione e per la suaprevaricazione, è stato punito con la mortespirituale. Dopo la sua caduta tuttavia non èdivenuto un essere passivo e 'mostruoso' a causadell'alleanza dello spirituale e del materiale checostituisce la sua natura degradata. Il suo crimineè la sorgente di tutti i mali che affliggonol'umanità. L'uomo non ha che uno scopo, quellodi riconciliarsi. Questo scopo non è impossibilesia perché 'Adamo' ha ricevuto dei 'soccorsipotentissimi', sia perché successivamente l'operadel Cristo Divino Riparatore Universale e il suoinsegnamento - il cui senso segreto è conosciutodai soli discepoli - ci ha aperto la Via e cipromette il successo. Gli emblemi massonici sirapportano a questa mistica e debbono essereinterpretati in questo senso. Il Tempio diSalomone, secondo il piano misterioso ricevutoda David, è eseguito da Salomone con l'aiuto diHiram e dei primi Massoni. Esso è costruito adimmagine dell'uomo e dell'universo. Studiare isimboli del Tempio è studiare l'uno e l'altro".

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