L'EVOLUZIONE CRONOLOGICA - giomi.com · L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc....

51
Clinica Ortopedica G. Gaslini dell'Università di Genova Direttore: Prof. L. Giuntini Istituti Ospedalieri Santa Corona - Pietra Ligure (Savona) Direttore Sanitario: Prof. A. Rocco L'EVOLUZIONE CRONOLOGICA DEI VALORI BIOMECCANICI FEMORO-COTILOIDEI IN RAPPORTO ALLA COSTITUZIONALISTICA ED ALLA AUXOLOGIA di G. C. BERARDI P. L. NAI FOVINO F. PICCHETTA Il concetto fondamentale a cui si attiene la nostra Scuola nel trat- tamento della displasia dell'anca, nelle sue varie forme ed espressioni, è la ricostruzione ortomorfica, la più esatta possibile, dell'articolazione coxo-femorale, e richiede quindi una valutazione rigorosa e precisa del- l'articolarità e della biomeccanica dell'articolazione stessa. Da qui l'im- portanza di un'accurata ricerca dei dati biomeccanici di base che rego- lano i rapporti fra bacino ed estremo cefalico del femore. La congruenza dell'articolazione coxo-femorale è legata al rispetto di determinati valori angolari, rappresentati da: 1) - angolo C D o collo diafisario, dato dall'intersezione degli assi della diafisi e del collo del femore; questo angolo determina il grado di valgismo o di varismo del collo femorale; 2) - angolo C E (di WIBERG, di copertura della testa o di appoggio supero-esterno della testa) (C E = center end of rof) formato dalla perpendicolare abbassata al centro della testa e da una retta tangente il ciglio del tetto cotiloideo, con origine dal centro della testa stessa. Esso permette di precisare il grado di impegno dell'estremo cefalico del femore nell'acetabolo; 3) - angolo A T o angolo di torsione del collo del femore, deter- minato dall'intersezione dell'asse del collo con l'asse transcondiloideo. Questo valore angolare rappresenta la declinazione del collo femorale ed assume grande importanza nella diagnostica e nella terapia della displa- sia dell'anca; 4) - angolo T E (angolo di apertura acetabolare o angolo di HIL-

Transcript of L'EVOLUZIONE CRONOLOGICA - giomi.com · L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc....

Clinica Ortopedica G. Gaslini dell'Università di GenovaDirettore: Prof. L. Giuntini

Istituti Ospedalieri Santa Corona - Pietra Ligure (Savona)Direttore Sanitario: Prof. A. Rocco

L'EVOLUZIONE CRONOLOGICADEI VALORI BIOMECCANICI FEMORO-COTILOIDEI

IN RAPPORTO ALLA COSTITUZIONALISTICA ED ALLA AUXOLOGIA

di

G. C. BERARDI P. L. NAI FOVINO F. PICCHETTA

Il concetto fondamentale a cui si attiene la nostra Scuola nel trat-tamento della displasia dell'anca, nelle sue varie forme ed espressioni,è la ricostruzione ortomorfica, la più esatta possibile, dell'articolazionecoxo-femorale, e richiede quindi una valutazione rigorosa e precisa del-l'articolarità e della biomeccanica dell'articolazione stessa. Da qui l'im-portanza di un'accurata ricerca dei dati biomeccanici di base che rego-lano i rapporti fra bacino ed estremo cefalico del femore.

La congruenza dell'articolazione coxo-femorale è legata al rispetto dideterminati valori angolari, rappresentati da:

1) - angolo C D o collo diafisario, dato dall'intersezione degli assidella diafisi e del collo del femore; questo angolo determina il grado divalgismo o di varismo del collo femorale;

2) - angolo C E (di WIBERG, di copertura della testa o di appoggiosupero-esterno della testa) (C E = center end of rof) formato dallaperpendicolare abbassata al centro della testa e da una retta tangenteil ciglio del tetto cotiloideo, con origine dal centro della testa stessa.Esso permette di precisare il grado di impegno dell'estremo cefalicodel femore nell'acetabolo;

3) - angolo A T o angolo di torsione del collo del femore, deter-minato dall'intersezione dell'asse del collo con l'asse transcondiloideo.Questo valore angolare rappresenta la declinazione del collo femorale edassume grande importanza nella diagnostica e nella terapia della displa-sia dell'anca;

4) - angolo T E (angolo di apertura acetabolare o angolo di HIL-

Gr. C. BEBAEDI - P. L. NAI POVINO - P. PICCHETTA

GENREINER) formato dall'intersezione tra l'orizzontale tangente l'apice del-le cartilagini ipsiloniche e la corda sottesa dal tetto dell'acetabolo. Ilvalore di questo angolo indica il grado di abbassamento del tetto co-tiloideo.

Scopo del nostro lavoro è di portare un contributo alla conoscen-za dell'evoluzione dei mutui rapporti fra testa femorale e cavità aceta-taolare, durante lo sviluppo dell'anca nelle varie età pediatriche, attraver-so il rilievo dei valori angolari prima ricordati.

Nella valutazione critica dei dati geometrici, desunti dalle nostre ri-cerche, abbiamo voluto selezionare i valori ricavati in base alla costi-tuzionalistica ed all'auxologia. Riteniamo che questo concetto sia di im-portanza fondamentale nello studio della displasia dell'anca, in quanto,trattandosi di soggetti in accrescimento, l'evoluzione delle diverse co-stanti segue un proprio piano di sviluppo, determinando dei quadri ca-ratteristici alle varie età. La valutazione combinata, costituzionalisticaed auxologica, potrebbe spiegare le discrepanze che si possono avere almedesimo livello cronologico.

D'altra parte l'evoluzione della coxo-femorale è legata senza alcundubbio a fattori genici e razziali (GIUNTINI, LEDAMANY, MARTIN, LEVEUF)che contraggono rapporti con la definizione auxologica e costituzionali-stica del soggetto in esame.

Già nel 1911 il VIOLA, attraverso l'osservazione clinica dell'evolu-zione ponderale morfologica, riuscì a formulare alcune delle leggi cheregolano il processo di crescita dell'organismo. Questo Autore, partendodal punto di vista ontogenetico, concluse che « tanto più l'organismoevolve ponderalmente, tanto meno evolve morfologicamente » e viceversa.

Successivamente PENDE (1912), confermato quindi da VIOLA, FRANCIAN,CASTALDI ed altri, sostenne che il processo di accrescimento viene rego-lato dall'attività delle costellazioni ormoniche ontogenetiche; questeesplicherebbero la loro funzione durante la vita fetale, neonatale e postnatale fino al termine dello sviluppo;dopo questa età regolerebbero,per tutta la durata della vita, Pomeostasi dei tessuti e degli apparati.

Gli studi sull'attività delle ghiandole endocrine nelle diverse età pe-diatriche, dimostrano che nei periodi in cui l'accrescimento staturaleprevale sul ponderale, si ha una iperfunzione della preipofisi (STH) eduna ipofunzionalità della midollare e della corticale surrenalica.

L'attività preipofisaria, fino all'inizio della pubertà, ha una notevoleimportanza nella regolazione dell'accrescimento staturale, che regola at-traverso l'emissione di ormone somatotropo, per cui si possono averesoggetti tendenti al gigantismo e soggetti tendenti al nanismo.

Per quanto riguarda il rapporto tra tiroide ed accrescimento, si os-serva che, mentre la iperfunzione tiroidea ha poca influenza sull'ac-crescimento staturale, la ipofunzione tiroidea lo rallenta fortemente,portando a quadri di nanismo.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

Durante tutto il periodo dell'accrescimento corporeo, un'eventualeiperfunzione patologica della corticosurrenale e delle gonadi, dopo uniniziale aumento stature-ponderale, fino a quadri di macrogenitosomia,rallenta più tardi lo sviluppo provocando una precoce saldatura dellecartilagini di coniugazione.

Un normale accrescimento corporeo è pertanto sotto il controllo diuna ritmica ed equilibrata secrezione delle ghiandole endocrine che pre-siedono « all'anabolismo ed al catobolismo dei tessuti in via di svilup-po » (PENDE).

Durante la vita fetale, l'attività delle ghiandole endocrine regolal'accrescimento e lo sviluppo del feto. La pre-ipoflsi secerne ACTH apartire dal IV-V mese di vita fetale, però questo ormone, secondo al-cuni Autori (BERNISCHKE, BIARICH, JONES) sarebbe attivo solo al terminedella gravidanza. La secrezione ipofisaria di gonadotropine cominciasolo al V-VI mese e, prima di questo periodo, il feto subisce gli stimolidelle gonadotropine placentari. Scarsa influenza sullo sviluppo fetale hainvece l'STH e l'accrescimento corporeo del feto stesso è legato ad altrifattori non escluso l'STH materno, che viene prodotto abbondantemen-te durante la gravidanza e che passa facilmente attraverso il filtro pla-centare. Le paratiroidi, durante la vita fetale, presentano Scarsissima at-tività e l'equilibrio calcio-fosforico è assicurato attraverso la placenta.In questo periodo ha invece una notevole importanza endocrina la parteinsulare del pancreas infatti, la cosiddetta embriopatia diabetica sareb-be, secondo alcuni Autori, legata al tentativo di compenso della parteinsulare del pancreas fetale all'ipoinsulinismo materno.

Nel feto il grado di funzionalità della tiroide è notevole ed iniziala sua attività incretoria intorno alla quindicesima settimana.

L'attività cortico-surrenalica fetale, sia per i mineraloattivi, i gli-coattivi e gli androgeni, presenta scarso interesse, come pure l'attivitàdelle gonadi.

Terzo principio fondamentale è la legge dell'alternanza della cre-scita in lunghezza e larghezza enunciata da GODIN. Queste due grandialternanze non sono che l'espressione del prevalere dell'attività catabo-lica (accrescimento staturale e differenziazione morfologica) ed ana-bolica (accrescimento ponderale). A queste alternanze di crescita è le-gato ancora il principio dell'accrescimento ineguale e cioè la sincroniadell'accrescimento e, nello stesso tempo, l'ineguaglianza della velocità dìcrescita dei vari segmenti di un organo.

Ogni deviazione, quindi, dalla normale evoluzione morfogenetica del-l'organismo, troverà la sua ragione di essere nella mancata corrispon-denza con le tre leggi fondamentali. La causa sarà legata sia a fattoriereditari endogeni (disgenopatie e deformità idiopatiche) sia a fattoriacquisiti esogeni, per lo più endocrini, che a loro volta possono agiresull'architettura e sul biochimismo dei tessuti in via di sviluppo.

G. C. BEEABDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

Lo studio dell'accrescimento corporeo o auxologia, ha interessatonumerosi Autori che hanno elaborato svariati metodi di ricerche, basatisu diversi principi (QUETELET, BUFFON, LIVI, ROHER, BALDWIN, Von Fi-GUET, KNAP, BRUGHS, MEREDITH, LIRES, BENYAMIN).

Il metodo auxologico attualmente più usato in Italia, ed applicatoin larga scala anche all'estero, è quello ideato da DE TONI nel 1946 chepermette uno studio sintetico su di un gran numero di soggetti (Fig. 1).

Il metodo di DE TONI mette a confronto l'età reale del soggetto (etàcronologica) con l'età che dovrebbe avere in base alla statura (età sta-turale) e con l'età che gli spetterebbe in base al suo peso (età ponde-rale). Nel metodo di DE TONI, l'accrescimento è considerato normale(Tipauxia) se lo scarto in eccesso o in difetto non è superiore ad unanno, lievemente anormale (Disauxia) se la differenza è superiore adun anno, ma inferiore ai tre; è ritenuto patologico (Auxopatia) quando-Io scarto è superiore ai tre anni.

Le Disauxie sono a loro volta divise in:

1) - ipersomia — eccesso modesto di peso e di statura.

2) - iposomia — difetto modesto di peso e di statura.

3) - macrasomia — difetto modesto di statura con peso normale.

4) - microsomia difetto modesto di statura con peso normale.

5) - pachisomia — eccesso modesto di peso con statura normale.

6) - leptosomia — difetto modesto di peso con statura normale.

7) - macro-leptosomia - - eccesso moderato di statura con difetto mo-desto di peso.

8) - micro-pachisomia - - eccesso moderato di peso con difetto mode-rato di statura.

Le Auxopatie sono divise in quattro gruppi fondamentali, che aloro volta sono suddivisi in diversi sottogruppi.

A) - Gigantismo - forte eccedenza staturale.

1) - semplice — forte eccedenza staturale con peso nei limiti della norma.

2) - ipersomico -- forte eccedenza staturale e ponderale.

3) - adiposo - - forte eccedenza staturale e f ertissima eccedenza pon-derale.

4) - leptosomico — forte eccedenza staturale e modesto difetto ponderale.

5) - cachettico - forte eccedenza staturale con forte difetto ponderale.

L'evoluzione cronologica dei valori bicmeccanici ecc.

B) - Nanismo - forte difetto staturale.

1) - semplice — forte difetto staturale con peso nei limiti della norma.

2) - pachisomico - - forte difetto staturale con modesto eccesso pon-derale.

3) - iposomico -- forte difetto staturale e ponderale.

4) - adiposo -- forte difetto staturale con forte eccesso ponderale.

5) - cachettico -- forte difetto staturale con fortissima deficienza pon-derale.

C) - Adiposità - forte eccedenza ponderale.

1) - semplice — se la statura è normale.

2) - microsomica — se coesiste modesta deficienza staturale.

D) - Cachessia - forte difetto ponderale.

1) - semplice — se la statura è nei limiti della norma.

2) - macrosomica — se coesiste modesto eccesso staturale.

L'accresscimento staturale e ponderale, oltre che dal punto di vistaauxologico, può essere studiato attraverso lo studio costituzionalisticodelle proporzioni corporee.

La valutazione della costituzione individuale non è facilmente ap-prezzabile su larga scala poiché richiede misurazioni precise e calcolipiuttosto complicati. Il metodo che ci sembra offrire buone garanzie digiudizio e di precisione è quello antropometrico costituzionalistico diVIOLA. Questo Autore, attraverso la ricerca di 10 misure lineari, è giun-to alla elaborazione di 6 dati fondamentali, dai quali si possono rica-vare i 4 rapporti base per la definizione del tipo e del sotto-tipo mor-fologico del soggetto in esame.

Le 10 misure lineari sono:

1) - jugulo-xifoidea (valore 1)

2) - xifo-epigastrica (valore 2)

3) - epigastrica-pubica (valore 3)

4) - lunghezza dell'arto superiore (acromion-radio-carpica) (valore 4)

5) - lunghezza dell'arto inferiore (spino-malleolare) (valore 5)

6) - diametro trasverso toracico (valore 6)

7) - diametro antero-posteriore toracico (valore 7)

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

B) - Nanismo - forte difetto staturale.

1) - semplice — forte difetto staturale con peso nei limiti della norma.

2) - pachisomico - - forte difetto staturale con modesto eccesso pon^derale.

3) - iposomico -- forte difetto staturale e ponderale.

4) - adiposo -- forte difetto staturale con forte eccesso ponderale.

5) - cachettico -- forte difetto staturale con tortissima deficienza pon-derale.

C) - Adiposità - forte eccedenza ponderale.

1) - semplice — se la statura è normale.

2) - microsomica — se coesiste modesta deficienza staturale.

D) - Cachessia - forte difetto ponderale.

1) - semplice — se la statura è nei limiti della norma.

2) - macrosomica — se coesiste modesto eccesso staturale.

L'accresscimento staturale e ponderale, oltre che dal punto di vistaauxologico, può essere studiato attraverso lo studio costituzionalisticodelle proporzioni corporee.

La valutazione della costituzione individuale non è facilmente ap-prezzabile su larga scala poiché richiede misurazioni precise e calcolipiuttosto complicati. Il metodo che ci sembra offrire buone garanzie digiudizio e di precisione è quello antropometrico costituzionalistico diVIOLA. Questo Autore, attraverso la ricerca di 10 misure lineari, è giun-to alla elaborazione di 6 dati fondamentali, dai quali si possono rica-vare i 4 rapporti base per la definizione del tipo e del sotto-tipo mor-fologico del soggetto in esame.

Le 10 misure lineari sono:

1) - jugulo-xifoidea (valore 1)

2) - xifo-epigastrica (valore 2)

3) - epigastrica-pubica (valore 3)

4) - lunghezza dell'arto superiore (acromion-radio-carpica) (valore 4)

5) - lunghezza dell'arto inferiore (spino-malleolare) (valore 5)

6) - diametro trasverso toracico (valore 6)

7) - diametro antero-posteriore toracico (valore 7)

G. C. BERAKDI - P. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

8) - diametro trasverso ipocondriaco (valore 8)

9) - diametro antero-posteriore ipocondriaco (valore 9)

10) - diametro trasverso del bacino (bicresto-iliaco) (valore 10).

I 6 valori fondamentali sono rappresentati da 5 valori cubici e dal lineare. Essi sono dati dalle seguenti operazioni:

a) - valore toracico — 1 x 6 x 7 (valore a)

b) - valore dell'addome superiore = 2 x 8 x 9 (valore b)

e) - valore dell'addome inferiore = 3 x 8 x 10 (valore e)

d) - valore totale dell'addome = b + e (valore d)

e) - valore del tronco = a + d (valore e)

f) - valore degli arti = 4 + 5 (valore f).

l rapporti base sono dedotti dal rapporto fra i valori fondamentalie sono dati da:

eI) - Rapporto Tr-Art (Tronco-Arti) = - - = (rapporto I)

fe

11) - Rapporto Tr-Ju-P (Tronco-Jugulo-Pubica) = - - = rapporto II)2 + 3

III) - Rapporto An-Tras (media algebrica fra i diametri antere-poste-riori e diametri trasversi) = (rapporto III)

dIV) - Rapporto Ad-Tor (Addome Torace) = - - (rapporto IV).

a

Se dall'istituzione dei 4 rapporti base si ricavano valori maggioridi l, si ha un rapporto in senso branchitipico, mentre per i valori mi-nori di l, si parla di rapporto in senso longitipico. Nel normotipo ilrapporto è uguale o vicinissimo a zero. Naturalmente il brachitipo e illongitipo completi, sono caratterizzati dall'uguaglianza in senso longi-tipico o tarachitipico di tutti e quattro i rapporti base, mentre se sihanno degli scostamenti in alcuni rapporti, questi sono dei sotto-tipimorfologici.

E' stato sostenuto che la classificazione auxologica è diversa dalladefinizione costituzionalistica; tuttavia BULGARELLI, studiando i rapportifra il metodo costituzionalistico, antropometrico secondo VIOLA e quel-lo auxologico secondo DE TONI, ha osservato che quest'ultimo oltre adoffrire le modalità quantitative dell'accrescimento, può rientrare connotevole precisione verso l'abito costituzionalistico degli individui in

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

esame. Infatti questo Autore ha osservato che tra i tipauxici è moltoelevato il numero dei normitipi, tra i macrosomici è alto il numero deilongitipi, mentre tra i microsomici ed i pachisomici vi è una prevalen-za della brachitipia; tra i leptosomici è frequente la longitipia e nel gi-gantismo ipersomico ed adiposo e nell'adiposità semplice è frequentela brachitipia.

Dopo aver ricordato per sommi capi i problemi inerenti alle dot-trine auxologiche e costituzionalistiche, prima di passare ad indagareenventuali rapporti tra auxologia, costituzione ed orientamento coxo-femorale, riteniamo opportuno premettere alcuni cenni di embriogenesi,di antropologia dell'articolazione coxo-femorale, nonché alcune inter-pretazioni sulla patogenesi della displasia congenita dell'anca, in quan-to il problema di una eventuale interdipendenza tra auxologia, costitu-zione e sviluppo coxo-femorale, coinvolge tutti i problemi precedente-mente accennati.

Gli studi anatomo-comparativi della metamorfosi filogenetica del-l'articolazione coxo-femorale umana hanno messo in evidenza l'analogiaesistente tra le caratteristiche anatomiche della coxo-femorale e la co-stituzione individuale.

Infatti il longitipo possiede un bacino dolico-pelvico (bacino antro-poide), il brachitipo è platipelvico ed il normotipo presenta un bacinomesopelvico con variante androide o ginecoide. Il bacino platipelvico ècaratteristico degli europei, dei mongoli e degli indiani. Il mesopelvicosi trova prevalentemente nei negri, nei tasmani e nei neocalcedoni; ildolico-pelvico è caratteristico degli australiani, boscimani, ottentotti, ca-fri, polinesiani e malesi.

Le variazioni di forma dell'ala iliaca, sono in rapporto con la as-sunzione della stazione eretta che porta all'approfondimento della gran-de incisura ischiatica ed all'aumento di profondità dell'ala iliaca.

Anche le articolazioni sacro-iliache presentano una discreta varia-bilità delle faccette articolari del sacro, infatti l'angolo con il piano sa-gittale è convergente dall'avanti all'indietro di 10° negli australiani, di24° nei negri di 30° negli europei (MARTIN).

DEGA, studiando le variazioni dell'orientamento cotiloideo durantel'accrescimento fetale e post-natale, ha osservato che l'inclinazione cau-dale, nei primi mesi di vita intra-uterina, si aggira sui 30° e quindi rag-giunge i 26,8° alla nascita. Analoghe oscillazioni presenta anche l'incli-nazione ventrale che raggiunge i 27,4° nel neonato.

L'angolo di inclinazione femorale ha scarse differenze razziali; nellepopolazioni recenti si rilevano valori oscillanti intorno ai 125° con va-riazioni individuali che, secondo MARTIN, non superano i 23°. Questi va-lori sono riferibili a soggetti adulti, perché nei giovani l'apertura an-golare è maggiore e diminuisce gradatamente fino al termine dell'accre-scimento, con lo stesso comportamento che si osserva negli antropoidi.

G. C. BERAEDI - P. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

Lo studio dell'angolo di declinazione o torsione femorale, riveste uninteresse maggiore. Infatti, seguendo i dati di MARTIN, sulle diverse razze,si nota che gli europei ed i giapponesi presentano la più bassa torsio-ne del femore, mentre i valori più alti si riscontrano presso i negroidi,i feugini, i seuci, i melanesiani ed i polinesiani. La torsione positiva delcollo del femore è presente nella maggior parte dei casi (71 %) ed intutti i mammiferi quadrupedi e negli antropoidi (MARTIN). Questo datodimostra che la torsione femorale non è la conseguenza dell'acquisi-zione della stazione eretta. L'orientamento dell'estremo prossimale delfemore corrisponde all'orientamento acetabolare inteso sotto un puntodi vista funzionale, infatti i dolìco-pelvici hanno la maggior antiversione,mentre i plati-pelvici presentano la minor torsione femorale. Le corre-lazioni funzionali fra torsione femorale ed orientamento del cotile, sonostabilite dalla ortogonalità femoro-pelvica, che è data dall'angolo for-mato tra l'asse del collo del femore e l'asse sacro-cotiloideo sul pianotrasversale. L'asse sacro-cotiloideo, che unisce la sacro-iliaca al centroarticolare del cotile, è più divergente dal piano sagittale mediano neibacini platipelvici che non in quelli dolico-pelvici. Questo fatto portaad una situazione meccanica sfavorevole nella razza europea perché,quando la torsione del collo femorale si allontana notevolmente dai va-lori medi, si avrà una tendenza allo squilibrio muscolare; di qui l'im-portanza della ricerca se la torsione femorale sia legata a fattori mec-canico-funzionali od a fattori genetici razziali. L'approfondimento delproblema ci porta necessariamente a ricordare gli studi emtariogene-tici dell'anca.

La comparsa dell'arto inferiore è rappresentata da una gemmazio-ne costituita da cellule mesenchimali indifferenziate, che tendono a con-fluire, nella parte centrale dell'abbozzo, dando origine allo sclerobla-stema, attorno al quale si forma un altro addensamento di elementi me-senchimali: il mioblastema (O'RAHILLY e GARDNER, PELL e CANTI, NIVEN).Gli abbozzi scheletrici subiscono un'iniziale condrificazione, mentre fradi essi permane un residuo di scleroblastema (disco o mesenchima in-termedio). Secondo MURATORI e FRANCESCHINI, la condrificazione dell'ab-bozzo iliaco e di quello femorale è già evidente al VII giorno di incu-bazione, mentre il disco intermedio presenta una zona centrale più chia-ra, in quanto alla periferia del disco stesso si organizzano gli strati con-dropericondrali. AU'VIII giorno di incubazione si osserva l'inizio delprocesso di cavitazione articolare, mentre si sviluppano le zone perife-riche vascolarizzate che daranno origine alla capsula articolare. Glistrati condropericondrali si assottigliano e si trasformano in cartilaginidi incrostazione. Nell'embrione di 15 giorni, la cavità articolare è com-pleta e il legamento rotondo è già presente.

Le ricerche di FALDINO (1921) sull'embrione umano, hanno sostan-zialmente confermato queste osservazioni sperimentali. Secondo MURA-

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

TORI, la differenziazione delle parti scheletriche precede la penetrazionedei vasi e dei nervi nella gemma dell'arto e queste precedono la diffe-renziazione muscolare. D'altro canto i rapporti con i fasci nervosi, de-rivanti dal plesso lombo-sacrale, permettono di riconoscere nel blasto-ma mesenchimale il primo accenno dell'acetabolo e della testa femo-rale. Alla fine della VII settimana di vita endouterina, si possono rico-noscere nell'abbozzo le varie strutture dell'arto inferiore.

BADGLEY, in un embrione di 33 mm., ha osservato l'infoio del mo-vimento di abduzione di intrarotazione dell'estremo inferiore dell'ab-bozzo femorale, passando dalla disposizione orizzontale a quella para-sagittale propria dei mammiferi più evoluti. La intrarotazione femora-le non annulla completamente, durante tutto il periodo della vita fetale,i 90" di extrarotazione dell'atteggiamento fetale iniziale. Infatti attra-verso una progressiva diminuzione, giunge ai 15° al momento della na-nascita. Soltanto durante la vita infantile questo valore raggiungerà ilvalore di 0°. D'altro canto la torsione del femore ha un inizio più tar-divo, verso il V mese di vita fetale, ed aumenta progressivamente finoa raggiungere i 35° al momento della nascita. L'angolo di antiversionedel cotile, che si mantiene intorno ai 30° durante tutto lo sviluppo fe-tale, si riduce soltanto nel bacino adulto, quando è diminuita anche latorsione del femore stesso. GIUNTINI, studiando i rapporti fra il movi-movimento di traslazione dell'arto embrionario ed i fenomeni di reci-proco adattamento fra i vari segmenti dell'arto inferiore, sostiene chel'orientamento del cotile e dell'estremo prossimale del femore, fa partedel piano di accrescimento scheletrico proprio dei mammiferi superiori,criticando le teorie meccaniche di LE DEMANY, FRIENDLANDER, PITZEN,BRANT, BADGLEY.

Da quanto è stato detto sui rapporti costituzionalistici, auxologici,autogenici e filogenetici che possono influenzare lo sviluppo dell'organi-smo, crediamo opportuno ricordare, per i fini che ci siamo proposti nel-la nostra indagine, il problema genetico ed i fattori ambientali che ca-ratterizzano l'anca displasica. La frequenza del fattore displastico nel-l'albero genealogico dei lussati, dimostra, anche se non è chiara la mo-dalità di trasmissione, un andamento ereditario dell'affezione. Secondoalcuni Autori, sarebbe l'espressione di un disturbo generale dello svi-luppo, legato al cosiddetto stato disrafico di Bremer od errore del ca-nale neurale.

MARAGLIANO e MUGGIA accennano alla possibilità di un rapporto ezio-patogenetico tra disendocrinia e displasia dell'anca, rendendo respon-sabili gli squilibri endocrini materni; così PERESSON parla di una sem-plice displasia osteo-articolare a probabile sfondo disendocrino.

Queste ultime ipotesi spostano però il problema dal concetto gene-tico all'ambiente circostante, dove agiscono le cause esogene. LANDI, aquesto proposito, sostiene che l'increto ormonico possa influenzare la

G. C. BERAEDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

costituzione enzimatica dei geni, stabilendo in questo modo un legamefra cause esogene ed endogene.

Secondo i concetti moderni si pensa che per ereditarietà non sitrasmetta la determinazione di un determinato carattere, ma la modi-ficabilità (GiANFERRARi e CANTONI). Questo sostituisce il vecchio concettodella fissità della specie con quello più comprensivo di una plasticità or-ganica, condizionata dall'ambiente.

Dal complesso delle osservazioni auxologiche e costituzionalistiche,risulta che lo sviluppo morfologico segue delle leggi precise, a lorovolta modificabili da fattori ambientali. Così pure gli studi antropologi-ci e genetici, volti ad indagare l'eziopatogenesi della dispasia coxo-femo-rale, hanno messo in evidenza un rapporto con i fattori genetici e quel-li razziali e quindi in relazione con la costituzione idiotipica del soggetto.

Inoltre i diversi fattori ambientali, agendo direttamente ed indiret-tamente sullo sviluppo coxo-femorale a mezzo di fattori biologici emeccanici, hanno senza dubbio una importanza notevole nel determini-smo della displasia coxo-femorale, allo stesso modo col quale possonocaratterizzare l'evoluzione fenotipica del soggetto.

Queste condizioni ci hanno indotto a praticare un'indagine statisti-ca sulla evoluzione cronologica dei rapporti coxo-femorali consideran-doli dal punto di vista ,di una valutazione auxologica e costituzionalisticacomparata. Lo scopo delle nostre ricerche può essere sintetizzato in:

I) - Stabilire quali siano effettivamente le normali costanti bio-meccaniche dell'articolazione coxo-femorale in rapporto al tipo auxolo-gico e costituzionalistico, secondo le diverse età, per poter valutare, conla miglior approssimazione, l'eventuale grado di displasia.

II) - Precisare in quale misura il tipo costituzionalistico ed auxo-logico possano influire sui rapporti biomeccanici coxo-femorali, in quan-to, come già precedentemente rilevato, la costituzionalistica e l'auxo-logia riassumono tutti i problemi della trasmissione dei caratteri edell'influenza dei fattori esterni ed esogeni che possono interferire conlo sviluppo morfologico del soggetto stesso.

A questo scopo sono stati esaminati 364 bambini di età variante dai2 ai 12 anni, apparentemente normali ed esenti da malattie dell'appa-rato scheletrico ospitati presso gli Istituti Ospedalieri di S. Corona inPietra Ligure. I soggetti sono stati suddivisi, prima dal punto di vistaauxologico e quindi da quello costituzionalistico.

Per brevità e chiarezza abbiamo sintetizzato in tabelle e schemi idati desunti dalle nostre osservazioni.

Prima di esporre la nostra casistica vorremmo però precisare lostandard di ricerche da noi attuato. Allo scopo di poter valutare l'orien-

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

Fig. l

G. C. BERAROI - P. L. NAT FOVINO - F. PICCHETTA

Fig. 2

tamento biomeccanico della coxo-femorale, abbiamo eseguito sistemati-camente la determinazione dell'angolo cervico-diafisario e dell'angoloC E di Wiberg nella proiezione antero-posteriore, mentre con la proie-zione di MUELLER-RIPPSTEIN-GIUNTINI si sono determinati gli angoli A Te T E; le valutazione auxologiche sono state eseguite utilizzando la gri-gli di DE TONI e le determinazioni costituzionalistiche col metodo an-tropometrico di Viola. (Fig. 2).

Dalla revisione critica delle nostre osservazioni, si possono formu-lare delle considerazioni interessanti, sia sui valori auxologici e costi-tuzionalistici, sia sul rapporto fra questi dati e l'atteggiamento bio-meccanico della coxo-femorale. Infatti il gran numero di soggetti os-servati (364) ci consente, in molti casi, di formulare delle valutazioni sta-

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

tistiche abbastanza attendibili. Il primo rilievo importante è senz'altrola relativa prevalenza della tipauxia (60,4%) sulla disauxia (39,9%).

TIPAUXIA - casi N. 223 = 60,4%.

TIPAUXIA NORMOTIPICA

G. C. BERARDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

TIPAUXIA BBACHITIPICA

Considerando adesso la tipauxia, rileviamo che lo studio costitu-zionalistico fa risaltare la notevole prevalenza dei mixotipi (58 %) suinormotipi (26 %), mentre i brachi (9 %) ed i longitipi (7 %) hanno un'in-cidenza percentuale non molto grande. La tipauxia normotipica, sottol'aspetto della evoluzione cronologica dai 2 anni ai 12 anni, ci con-sente di formulare delle considerazioni interessanti sui rapporti bio-meccanici coxo-femorali che si comportano come segue:

1) - L'angolo cervice diafisario, da un valore di 138°, si riduce pro-gressivamente a valori normali all'inizio del secondo decennio, con unacurva che nei primi 5 o 6 anni di vita presenta una caduta piuttostomarcata, assumendo quindi un andamento più pianeggiante (Fig. 3a).

2) - L'angolo di torsione del collo femorale, che nei primi 2-3 an-ni di vita presenta un valore elevato di antiversione (40°), tende pro-gressivamente a svolgersi, fino ad assumere valori nei limiti della nor-ma all'inizio del secondo decennio (Fig. Sta).

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

Fig. 3

G. C. BERARDI - P. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

3) - II valore dell'angolo T E segue abbastanza fedelmente il com-portamento dell'angolo A T. Questo dato ci conforta nel considerare laesistenza di un mutuo rapporto di induzione fra torsione femorale esviluppo del tetto cotiloideo (Fig. 3c).

TIPAUXIA LONGITIPICA

4) - Lo studio dell'evoluzione dell'angolo C E, dimostra come lacopertura del tetto sia presente già ai 2 anni di vita, con nuclei nei limitidella norma. L'aumento progressivo dei valori C E è da considerarecome l'effetto del progressivo autocentramento della testa nel cotile, cheabbiamo potuto rilevare nella considerazione comparativa dell'evoluzionedegli angoli C D, A T, T E. (Fig. 3 D).

In sintesi, il dato principale che risulta dallo studio della tipauxianormotipica, è dato dal fatto che, qualunque sia l'orientamento assuntodal collo, l'estremo cefalico del femore è sempre contenuto nella cavitàcotiloidea, dal punto di vista biomeccanico, è costantemente in gradodi consentire un appoggio stabile ed efficace durante il carico. Per quan-

TIPAUXIA MIXOTIPICA

to riguarda l'orientamento del collo, si assiste alla progressiva riduzionedell'allineamento fetale, caratterizzato dal valgismo dell'angolo C D edalla notevole torsione positiva della declinazione femorale. Questo pro-cesso si sviluppa gradualmente e raggiunge valori nei limiti della normaverso il decimo anno di età. L'abbassamento del valore dell'angolo diHilgenreiner si potrebbe interpretare come la conseguenza del progres-sivo centramento della testa. Infatti il ciglio cotiloideo per mantenereuna perfetta congruenza femoro-cotiloidea, si sviluppa via via là dovevengono a scomparire le sollecitazioni pressorie della testa.

Questi dati sono perfettamente inquadrabili nel concetto di evolu-zione secondo piani di sviluppo per cui l'organismo tende a raggiun-gere l'ortomorfismo mediante lo sviluppo di tutti gli elementi anatomiciche costituiscono il segmento scheletrico, attraverso mutui fenomeni diinduzione (GIUNTINI, BERARDI, CHIAPPARA).

5) - Nella tipauxia brachi tipica si rileva un rallentamento del pro-cesso di assestamento della coxo-femorale che, a 12 anni, non ha ancora

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

G. C. BERARDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

raggiunto i valori di base; dalla considerazione dell'andamento dellecurve, si rileva come il centramento sia ancora in atto e presumibil-mente dovrà terminare in età avanzata.

6) - Nella tipauxia longitipica si assiste ad un rallentamento del-l'evoluzione degli angoli C D e T E, mentre l'evoluzione dell'angodo A Tdimostra un notevole rallentamento del processo di torsione femorale.La copertura del tetto, pur essendo sempre sufficiente, non raggiungemai i valori della tipauxia normotipica.

7) - Nella Tipauxia mixotipica la contrazione dell'angolo C Dsegue una curva progressivamente decrescente per stabilizzarsi su di unvalore di 130°, leggermente superiore alla tipauxia normotipica. Anchel'angolo di torsione positiva del collo femorale A T si stabilisce su diun valore leggermente superiore al normotipo ed un analogo comporta-mento è seguito dall'angolo T E.

La copertura del tetto è più che soddisfacente.

DISAUXIA - casi N. 141 =: 39,6%

Ipersomia 17

Iposomia 18

• Normotipl 11 8 % Macrosomia 22

Brachitipi 46 32 % Microsomia 15

Longitipi 42 30 % Pachisomia 21

Mixotipi 42 30 % Leptosomia 13

Macroleptosomia 16

Micropachisomia 19

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

G. C. BERAKDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

Considerando adesso i soggetti disauxici, possiamo rilevare l'equi-valenza fra brachitipi, longitipi e mixotipi e la relativa minor incidenzadei normotipi. Dal punto di vista auxologico non vi sono grandi diffe-renze percentuali fra i vari gruppi, ad eccezione della netta prevalenzadei longitipi nei macrosomici.

1) - Nell'ipersomia l'angolo C D presenta costantemente un ral-lentamento della caduta dei suoi valori, senza sensibili variazioni neivari tipi costituzionalistici. L'angolo A T presenta una tendenza ad assu-mere valori debolmente superiori alla tipauxia normotipica. Nell'unicocaso di ipersomia brachitipica osservato l'angolo, A T era enormementediminuito. Anche nei mixotipi si è rilevata una costante diminuzio-ne dell'angolo A T. Per quanto riguarda l'angolo T E si nota un costan-te aumento, mentre l'angolo C E è generalmente diminuito.

Fig. 4

G. C. BEHARDI - P. L. NAI POVINO - P. PICCHETTA

2) - Nell'iposomia il comportamento dell'angolo di inclinazionefemorale dimostra un persistere dell'atteggiamento in valgo. Il com-portamento dell'angolo A T è molto irregolare, specialmente per quantoriguarda l'iposomico brachitipico e mixotipico, mentre è costantementediminuito nel normotipico. Infine, il comportamento dell'angolo T E eC E è molto irregolare (Fig. 5).

L'evoluzione cronologica dei valori Momeccanici ecc.

Fig. 5

G. C. BEEAEDI - P. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

3) - Nella macrosomia longitipica si osserva una riduzione abba-stanza graduale dell'inclinazione femorale, che tuttavia si stabilisce suvalori costantemente superiori a quelli della tipauxia normotipica.

Il comportamento dell'angolo A T presenta una contrazione piùlenta nei primi anni di vita, mentre raggiunge valori superiori alla nor-ma a partire dal settimo anno di età. L'angolo T E, pur con variazio-ni saltuarie, ha un comportamento abbastanza analogo alla tipauxianormotipica. Il comportamento dell'angolo C E è molto regolare, peròpresenta sempre valori inferiori alla norma. Analogo comportamentolo si riscontra nel mixotipo.

L'evoluzione cronologica dei valori taiomeccanicl ecc.

Fig. 6

G. C. BEHARDI - P. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

4) - In tutti i microsomici si rileva una maggiore ampiezza degliangoli C D e A T. L'angolo T E è in complesso molto vicino alla norma,mentre la copertura del tetto è irregolare con tendenza ad essere spessoridotta a valori minimi.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

Fig. 7

G. C. BEKAKDI - P. L. NAI POVINO - P. PICCHETTA

5) - Nella pachisomia si rileva una irregolarità della curva crono-logica riguardante la riduzione dell'angolo C D e A T, che però pre-senta costantemente un apprezzabile aumento dei valori. Anche l'angoloT E, senza presentare ampi divari numerici, ha un comportamentoanalogo. La copertura del tetto, che nei primi anni assume valori vicinialla norma tende a diventare meno efficiente con il progredire dell'età,specialmente nella varietà mixotipica.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeceanici ecc.

Fig. 8

G. C. BEBARDI - P. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

6) - Nei soggetti leptosomici, i longitipi presentano un aumento deivalori dell'inclinazione femorale ed una diminuzione della coperturadel tetto.

Per quanto riguarda i mixotipi non si possono formulare indicazio-ni valide, data l'ampia variabilità dei dati osservati. L'unica considera-zione che si può trarre è il rilievo dell'anomalo rapporto coxo-femorale,non inquadrabile secondo una successione cronologica.

L'evoluzione cronologica dei valori bicmeccanici ecc.

Fig. 9

G. C. BERARDI - P. L. NAT FOVINO - P. PICCHETTA

7) - Nei soggetti macro-leptosomici si rileva un costante aumentodell'inclinazione femorale accompagnata da una più o meno marcatainsufficienza dell'angolo di Witaerg. con diminuzione della declinazionefemorale.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanicì ecc.

Fig. 10

G. C. BEBARDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

8) - Nella micro-pachisomia si osserva un aumento costantementeirregolare dell'inclinazione della torsione positiva femorale sia neibrachiti sia nei mixotipi. L'angolo T E, pur presentando delle oscil-lazioni irregolari, non si discosta dai valori dei normotipici.

Anche la copertura del tetto presenta in questo caso delle oscilla-zioni, fra cui, caratteristico l'aumento dei valori presentati nei mixotipinei primi anni di vita.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

Fig. 11

G. C. BERARDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

Dopo aver presentato schematicamente in rapporto sia al tipo auxo-logixo, sia alle varietà costituzionalistiche, le variazioni goniometrichedelle costanti biomeccaniche della coxo-femorale, vorremmo adesso con-siderare l'evoluzione dei rapporti femoro-cotiloidei secondo il progre-dire dell'età.

A questo scopo sarà utile considerare parallelamente la progressionenel tempo dei 4 valori angolari C D, A T, C E, T E, che ci consentonouna rappresentazione geometrica attendibile dell'orientamento e deirapporti dei componenti dell'articolazione coxo-femorale.

Dalla considerazione della griglia auxometrica, si può rilevare chela tipauxia è rappresentata da 223 soggetti di cui però lo studio costi-tuzionalistico permette di isolare 59 normotipici. Pertanto riteniamo chenella costruzione delle curve evolutive standard ci si debba riferire esclu-sivamente a questo gruppo selezionato.

Il complesso articolare coxo-femorale, comportandosi da giuntomeccanico omocinetico, è sottoposto ad un complesso di forze sta-tico-dinamiche che regolano l'evoluzione dei rapporti taiomeccanici,fino al raggiungimento dell'equilibrio finale. D'altro canto i fenomeniaccrescitivi, portando ad una progressiva variazione topografica deipunti di inserzione delle forze e ad una variazione degli stimoli pres-sori, determinano l'instaurarsi di condizioni morfomeccaniche via viamodificantesi. Questo fatto condiziona il continuo e progressivo adat-tamento delle strutture anatomiche femorocotiloidee, che si esplica at-traverso un rimaneggiamento trabecolare ed un progressivo adegua-mento dei valori angolari del complesso articolare. In sintesi, il piano disviluppo a livello dell'anca, consente all'articolazione stessa di presen-tarsi in un atteggiamento sempre consono alle richieste funzionaliPertanto ,nel succedersi delle età, i vari angoli, espressione ognuno diparticolare stato biomeccanico, presentano delle variazioni il cui studioci consentirà di considerare l'adeguamento funzionale dei componentidell'anca alle richieste statico-dinamiche contingenti.

L'angolo di inclinazione femorale C D o collo diafisario, che presie-de al trasferimento delle forze pressorie dalla struttura statica deltronco a quella dinamica dell'arto inferiore, presenta una progressivadiminuzione che consente una più uniforme distribuzione del pesosulla testa femorale. Questa equa distribuzione sulla testa femorale èresa posibile, secondo gli studi di Von Pauwels, attraverso un rapportofra azione dinamica muscolare ed azione statica del carico, valutabile inl a 3. La persistenza dell'atteggiamento in valgo neonatale determine-rebbe uno squilibrio tra i bràcci di leva muscolari ed il carico, ed ilrapporto passerebbe da l a 3 ad l a 6. Questo fatto determina unasituazione sfavorevole dei rapporti femoro-cotiloidei per cui si passe-rebbe da un carico massimo di 18 Kg. per cm2 ad uno di 225 kg percm2.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

Fig. 12 - Grafici riassuntivi dei valori medi angolari riscontrati nell'evoluzione crono-logica del tipauxico normotipico.

La progressiva riduzione dell'angolo A T, che da un valore iniziale,a 2 anni di età, di 4(1 ' dimezza la sua ampiezza a 12 anni, è l'effetto delleforze che agiscono sul piano orizzontale, rappresentate principalmentedall'azione dei rotatori interni durante la fase di arto portante. Questodato si accorda con la caduta dei valori angolari all'inizio della deam-bulazione attiva e prolungata, che si manifesta verso i 3-4 anni.

La considerazione comparativa della progressiva riduzione dell'an-golo cervico-diafisario e dell'angolo di torsione femorale, ci consente dimettere in risalto, ancora una volta, l'importanza del piano di sviluppo.Questo piano permette all'estremo prossimale del femore di assumerel'atteggiamento che più risponde alle richieste funzionali e che si deter-mina in conseguenza degli stimoli del carico e delle azioni muscolari.Per questo motivo si tende a raggiungere l'equilibrio fra le forze variz-zanti e quelle valgizzanti e si osserva l'attenuazione progressiva dei fat-tori primitivi di detorsione (spostamento dorsale della testa per azionedei rotatori, accrescimento differenziato della cartilagine).

BOUCHER e WARDLE riconoscono che gli angoli dell'estremo superioredel femore sono la risultante di fattori intrinseci e di fattori circostan-

G. C. BERARDI - P. L. NAT POVINO - P. PICCHETTA

ziali, per cui SANTACROCE ritiene che l'orientamento dell'estremità supe-riore del femore possa modificarsi, per l'applicazione di una forza, anchein contrasto con le caratteristiche insite nel gene.

Non riteniamo di sottoscrivere a fondo questa ultima affermazione,in quanto la moderna genetica ci insegna che si può ereditare la mo-dificabilità; in effetti gli organismi crescono nel vuoto, ma reagisconoagli stimoli ambientali, per cui un organismo è quello che diventa (G. T.NEVILLE).

Pertanto il fenotipo è la risultante della costituzione e dell'ambiente;d'altro canto, costituzionalmente, la sua forma è predeterminata nelgenotipo.

Dopo aver considerato la componente femorale dell'articolazione,vorremmo riassumere i dati delle nostre osservazioni per quanto ri-guarda l'atteggiamento del cotile.

L'angolo di inclinazione del tetto segue il graduale modificarsi dellaposizione della testa femorale. Questa modificazione è legata al com-pletamento dei processi di ossificazione, a livello cotiloideo, che sonofavoriti e guidati dal variare delle zone di pressione. Questo dato trovala conferma nel progressivo incremento dell'angolo di appoggio supero-esterno, per cui il centramento della testa si mantiene sempre nei limitiottimali, nonostante che il soggetto aumenti le richieste funzionali alivello della coxo-femorale.

L'aver potuto costruire delle curve evolutive dei quattro valori fon-damentali della coxo-femorale, ci ha permesso di studiare la progressio-ne cronologica di questi valori angolari in soggetti aparentementenormali, ma che ad un attento esame potevano essere inclusi se nonnelle auxopatie vere e proprie, per lo meno nelle disauxie; pertanto cisembra un risultato degno di interesse l'aver precisato delle tavolesinottiche con le quali si possa studiare ed inquadrare con maggior pre-cisione l'articolazione coxo-femorale. Infatti, per la notevole ampiezzadei fenotipi, un determinato valore angolare, per una determinata età,può essere considerato normale in un soggetto, in eccesso in un altroed in difetto in un altro ancora.

Per questi motivi riteniamo che il campo della biologia non ci sidebba limitare alla semplice espressione algebrico - geometrica di undato, ma che questo debba essere valutato ed inquadrato con la con-siderazione di altri fattori più specificatamente biologici, che nellospecifico caso del nostro lavoro sono: l'età, l'abito costituzionele el'atteggiamento auxologico.

Riassunto

Gli Autori hanno voluto portare un contributo alla conoscenza dell'evolu-zione dei mutui rapporti fra testa femorale e cavità acetabolare, durante losviluppo dell'anca nelle varie età pediatriche. Tale indagine è stata svolta at-

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

traverso il rilievo dei valori angolari che regolano la congruenza dell'articola-zione coxo-femorale (angolo collo-diafisario, angolo di torsione del collo delfemore e angolo di apertura acetabolare). Gli Autori hanno selezionato i valoriricavati in base alla costituzionalistica ed all'auxologia. Essi ritengono chequesto concetto sia di importanza fondamentale nello studio della displasiadell'anca, in quanto, trattandosi di soggetti in accrescimento, l'evoluzione dellediverse costanti anatomiche segue un proprio piano di sviluppo, determinandodei quadri caratteristici alle varie età. Dopo aver ricordato i problemi inerentialle dottrine auxologiche e costituzionalistiche, gli Autori hanno ritenutoopportuno premettere alcuni cenni di embriogenesi, di antropologia dell'ar-ticolazione coxo-femorale, nonché alcune interpretazioni sulla patogenesi delladisplasia congenita dell'anca, in quanto il problema di una eventuale interdi-pendenza fra auxologia, costituzione e sviluppo coxo-femorale, coinvolgetutti i problemi precedentemente accennati.

Presentano schematicamente le variazioni goniometriche delle costantibiomeccaniche della coxo-femorale in rapporto sia al tipo auxologico, sia allevarietà costituzionalistiche rilevate su 624 soggetti in età compresa dai 2 ai12 anni.

Alla fine considerano l'evoluzione dei rapporti femorocotiloidei secondo ilprogredire dell'età. E' così raggiunto lo scopo della ricerca che può esseresintetizzato in:

1) Stabilire quali effettivamente siano le normali costanti biomeccanichedell'articolazione coxo-femorale in rapporto al tipo auxologico e costituzionali-stico, secondo le diverse età, per poter valutare, con la miglior approssimazione,l'eventuale grado di displasia.

2) Precisare in quale misura il tipo costituzionalistico ed auxologico possanoinfluire sui rapporti biomeccanici coxo-femorali, in quanto la costituzionalisticae l'auxologia riassumono tutti i problemi della trasmissione dei caratteri edell'influenza dei fattori esterni che possono interferire con lo sviluppo morfo-logico del soggetto stesso.

Secondo gli Autori, l'aver potuto stabilire delle curve evolutive dei quattrovalori fondamentali della coxo-femorale, in rapporto all'abito costituzionali-stico e all'atteggiamento auxologico, rappresenta un risultato degno di inte-resse. Infatti" permette di studiare l'articolazione coxo-femorale con dei datiche non sono una semplice espressione algebrica e geometrica, ma inquadratie valutati con la considerazione di altri fattori più spiccatamente biologici.

Résumé

La recherche a été entreprise dans le but de parvenir a une connaissanceplus approfondie de l'évolution des rapports mutuels entre la téte femoraleet sa cotyle pendant le développement de la hanche chez des enfants d'àgesdifférents.

Cette recherche a été exploitée en mesurant les angles qui règlent lacongruence de l'articulation coxo-femorale (angle entre cou et diaphyse, anglede torsion du cou du fémur et angle d'ouverture de la cotyle).

Les Auteurs ont groupé les valeurs obtenues selon les théories de laconstitution et de l'auxologie.

Ils pensent que cette notion joue un ròle très important dans l'étude de ladysplasie de la hanche puisque, s'agissant de sujets en phase d'accroissement,l'évolution des différentes valeurs anatomiques suit un particulier schème dedéveloppement et produit des aspects caractéristiques pour les différents ages.

Après avoir parie des problèmes concernant les théories auxologiques et

G. C. BERARDI - P. L. NAT FOVIKO - P\ PICCHETTA

constitutionalistiques les Auteurs font precèder quelques notions sur l'embryo-logie et l'anthropologie de l'articulation coxo-fémorale et quelques interpré-tations sur la pathogénèse de la dysplasie congénitale de la hanche, puisque leproblème d'une possible relation entre auxologie, constitution et développe-ment coxo-fémoral atteints tous les thèmes préalablement discutés.

Ils présentent en schèmes les variations goniométriques des valeurs bio-mécaniques de l'articulation coxo-fémorale par rapport soit au type auxologi-que soit aux types constitutionaux observés chez 624 sujets d'àge comprisentre 2 et 12 ans.

Enfin ils considèrent l'évolution des rapports entre tète femorale et cotyledans les différents àges; parvenant ainsi au but de la recherche qui peutètre résumé comme suit:

1) Établir quelles sont réellement les normales valeurs biomécaniques del'articulation coxo-fémorale par rapport au type auxologique et constitutiona-listique dans les différents àges, pour pouvoir évaluer avec la plus grandeapproximation le degré d'une éventuelle dysplasie.

2) Préciser dans quelle mesure le type constitutional et auxologique peutinfluencer les rapports biomécaniques coxo-fémoraux puisque les théories con-stitutionalistiques et l'auxologie résument tous les problèmes de la transmis-sion des caractères et de l'action des facteurs exogènes qui peuvent interféreravec le développement morphologique du sujet.

Selon les Auteurs leurs résultats sont très intéressants puisqu'ils leurs ontpermis d'obtenir des courbes évolutives des 4 valeurs principales de l'articula-tion coxo-fémorale par rapport au type constitutional et auxologique.

Ces résultats permettent d'étudie l'articulation coxo-fémoral par des don-nées qui ne sont pas une simple expression algébrique et géométrique, maisqui sont étudiées et évaluées n'oubliarit pas d'autres facteurs plus précisementbiologiques.

Summary

The research was undertaken aiming at a better knowledge of the evolu-tion of the reciprocai relationship between femoral head and cotyloid cavityin the different phases of the hip development during childhood.

The research consisted of measuring the angles on which the congruenceof the coxo-fémoral articulation depends (angle between neck and diaphysis,torsion angle of the femoral neck and cotyloid angle). h

The Authors have grouped the figures obtained accoring to the constitu-tional théories and to the auxology.

They think that this notion must be always born in mind when studyingthe hip dysplasia because, as the patients are growing children, the relation-ship between the anatomical parts varies with the development, so that typicalpatterns correspond to different àges.

After having reviewed the problems concerning constitutionalistic andauxologie théories the Authors thought it advisable to make a short survey ofthe embryogenesis and the anthropology of the coxo-fémoral articulation andsome pathogenetic théories about the hip congenital dyesplasia because theproblem. of the possible relationship between auxology, constitution and coxo-fémoral development concerns all the above mentioned problems.

The goniometrie variations of the coxo-fémoral bio-mechanical values arereported schematically with reference both to the auxologie type and to theconstitutionalistic varieties observed in 624 from 2 to 12 years old subjects.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

At last the evolution of the femoral-cotyloid relationship is considered ac-cording to the age.

The aim of the research is thus reached and it cari be so summarized:

1) To find out the normal bio-mechanical values of the coxo-femoral arti-culation according to the auxologic and constitutional type at the differentages in order to evaluate the degree of dysplasia, if present, with the bestapproximation.

2) To find out how niuch the constitutional and auxologic type can in-fluence upon coxo-femoral bio-mechanical relationships in view of the factthat the constitutional and auxologic theories sum up all the problems con-cerning the transmission of characters and the influence of external factorswhich can interfere with the morphological development of the patient.

According to the Authors a worthy result consists in having been able totrace the evolution of the four foundamental parameters of the coxo-femoralarticulation according to the constitutional type and to the auxologic characte-rìstics.

This results allows the study of the coxo-femoral articulation with somedata which have not only an algebraic and geometrie meaning but are alsoconsidered and valued according to other more specifically biological factors.

Zusammenfassung

Die Verfasser haben einen Beitrag gebracht zur Kenntnis der Evolutionder gegenseitigen Verhaltnisse zwischen Oberschenkelknochenkopf und Azeta-bularkavitàt, wahrend der Entwicklung der Hiifte in den verschiedenen Kin-desaltern. Die Untersuchung wurde durch die Ermittlung der Wìnkelwertedurchgefùrt, die die Kongruenz des coxo-femoralen Gelnkes regeln (Hals-Dia-physe-Winkel, Torsionswinkel des Halses und offnungswinkeì des Azetabulums).Die Verfasser haben die ausgerechneten Werte auf Grund der Kostitutionalistikund der Auxologie ausesucht. Die Verfasser nehmen an, dass dieser Begriff vonàusserster Wichtigkeit in der Untersuchung der Hùftendysplasie sei, da es sichum Patienten wahrend der Entwicklung handelt und die Evolution der einzel-nen anatomischen Konstanten eigene Entwicklungsplane folgt und somit cha-rakteristische Formen in den verschiedenen Altersstufen bestimmt.

Nach einer Durchsicht der Probleme der auxologischen und kostitutiona-listischen Lehren, haben die Verfasser einige Kapitel der Embriogenese undder Anthropologie des coxo-femoralen Gelenkes vorweggenornmen und an dieAuffassungen der angeborenen Dysplasie der Hiifte angedeutet, da das Problemeiner enventuellen gegenseitigen Abhangigkeit zwischen Auxologie, Konstitu-tion und coxo-femorale Entwieklung samtliche bisher beruhrte Probleme insich zusammenfasst.

Es werden schematisch die gùniometrischen Verànderungen der biomecha-nischen Konstanten des Gelenkes erortert, ini Verhaltnis sowohl zum auxolo-gischen Typ, als auch zu den kpnstitutionalischen Typen, die unter 624 Patien-ten zwischen 2 und 12 Jahren èrrnitteit worden sind.

Zum Schluss wird die Entwicklung der Verhàltnisses zwischen Oberschen-kelknochen und Kotyl je nach dem Verschreiten des Alters betrachtet. Eswurde somit der Zweck der Untersuchung erreicht, der so zusammengefass4,werden kann: ; :

1) die.normalen biomechanischen jKonstanten des coxo-femoralen Gelenkesfestzustellen, im Verhaltnis Zum auxologischen und konstitutionalistischen Typ,je nach dem Alter, um mit.der grossten Genauigkeit den Dysplasiegrad zuermitteln.

G. C. BERARDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

2) wieweit der auxologische und konstitutionalistische Typ auf die coxo-femoralen biomechanischen Verhàltnisse sich auswirken kann, da die Konsti-tutionalistik und die Auxologie alle Probleme der Ùbertragung des Charaktersund des Einflusses der àusseren Faktoren, die mit der morphologischen Ent-wicklung des Patienten zusammenhangen, zusammenfassen.

Nach dem Erachten der Verfasser stellen die evolutiven Kurven der vierwichtigsten Werte des Gelenkes im Verhàltnis zum konstitutionalistischem Typund zum auxologischem Verhalten ein interessantes Resultai dar. In dieserHinsicht ist es moglich das coxo-femorale Gelenk mit Angaben zii untersu-chen, die nicht nur algebrisch und geometrisch sind, sondern die auch unterdem Gesichtswinkel anderer, biologischer Faktoren bewertet werden.

Bibliografia

ALLISON N., BROOKS B.: Bone atrophy. An experimental study of the changes inbone which result from nonuse. Surg. Oyn. Obst., 33, 250-260, 1921.

ALSBERG A.: Zur Thecrie und Differentialdiagnose der Coxa vara. Ztschr. f. Orthop.Chir., 7, 369-384, 1899.

ALVIK I. : Increased anteversion of the femoral neck as sole sign of dysplasia coxae.Acta Ort. Scand., 29, 301-306, 1960.

AMPRINO R. : Studi sul significato meccanico delle fibrille collagene della cartilagineialina dell'uomo. Zeitschr. f. Zellforsch., 28, 743-760, 1938.

ANDREINI G. : L'interpretazione morfologica delle deformità congenite di interesseortopedico. Arch. Ortop., LXXII, 190-217, 1959.

ANDREN L., BORGLIN N. E.: A disorder of oestrogen metabolism as a casual factorof eongenital dislocation of the hip. Acta Ort. Scad., 30, 169-171, 1961.

APPLETON A. B.: Pasturai Deformities and Bone Growth. An Experimental Study.Lancet, I, 451-454, 1934.

ARKIN A. M.: The Mechanism of the Structural Changes in Scoliosis. J. Bone Joint.Surg., 31-A, 519-528, 1949.

ARKIN A. M.: Volume Changes in Tissue Digestion in Relation to Physiological Ef-fects of Pressure. Enzymologia. Acta Biocatalytica, 15, 371-376, 1953.

ARKJN A. M., KATZ J. P.: The effects of Pressure on Epiphyseal Growth. J. BoneJoint Surg., 38-A, 1056-1076, 1956.

BADE P. : Die angeborene Huftgelenksverrenkung. F. Enke, Stuttgart, 1907.BADGLEY C. E.: Etiology of eongenital dislocation of the hip. J. Bone Joint Surg., 31-A,

341-356, 1949.BAR E. : Elastizitatsprufungen der Gelenkknorpel. Arch. f. Entwicklungsmech. d. Organ.,

108, 739-760, 1926.BARDET P., PERROT A.: Les centres articulaires de la hance. J. Badiol. Eletcrol.,

18, 361-375, 1934.BARBARA: Costituzione individuale e sviluppo corporeo. Collana Monografie « Archi-

vio Maragliano », Genova, 1953.BARCKER e Coll. : CMld behaviour and development. Mc Graw Hill Book Comp.,

New York, 1943.BARUFFALDI O., PICCHETTA F. : L'osteotomia sottotrocanterica nel morbo dì Per-

thes. Min. Ortop., XV, 1-7, 1964, (estratto preventivo).BEDOUELLE J. : Le développement du cotyle normal. Etude ra-diologique. Rev. Orthop.,

40, 526-541, 1954.BELLO y RODRIGUEZ S.: Le femur et le tibia chez l'homme et les anthropoides. G.

Jacques Ed., Paris, 1909.BENANZIO M.: Sulla torsione del femore e sulla orientazione del cotile in Sardi mo-

derni. Rivista di antropoogia, 41, 101-125, 1954.BENNINGHOFF A.: Form und Bau der Gelenkknorpel in ihren Beziehungen zur

Funktion. Zeit. ZellJorsch., 2, 783-861, 1925.BENNINQHOFF A.: Lehrbuch der Anatomie des Menschen. J. F. Lehmanns, Verlag,

1939.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

BEBABDI G'. C., GALLI G. A., PICCHETTA F.: Contributo all'eziopatogenesi della co-xartrosi bilaterale e concetti di terapia ortopedica. Comunicaz. X Congr. Lega Inter-naz contro il Beumatismo, Roma, 3-7 sett. 1961.

BEBARDI G. C., PICCHETTA P., NAI FOVINO P. L.: Studio biomeccanico della ana-tomia funzinale della articolazione coxo-femorale. Acta Orthop. Ital., IX, 347-360,1963.

BEBTBAND P., GUIAS H.: Les subluxations résiduelles de la hanche aprés traitementorthopédique des luxations congénitales. Bev. Orthop., 36, 110-123, 1950.

BEBTBAND P. GUIA.S H.: Résultats du traitement de la luxation congeniale de lahanche chez le jeune enfant. Bev. Orthop., 41, 56-72, 1955.

BEBTBAND P., GUIAS H., BENABD H M.: Reflexions sur les sìmptome et l'evolutionsde la malformation luxante de la hanche chez nourisson. Bev. Orthop., 42, 902-910,1956.

BEBTBAND P., GUIAS H., BENABD H. M.: Mal/ormations luxantes de la hanche.Doint Edit., Paris, 1962.

BILLING L.: Roentgen examination of the proximal femur and in children and ado-lescents. A standardized technic also suitable far determination of the collutti an-teversion and epiphiseal angles. Acta Badici. Supp., 110, 1954.

BOBAK J., GOLDHAMER K.: Experimentelle beitrage zur Roentgenanatomie und Pa-thologie der Gelenke. Fortsch. a.d. Geb. d. Bontgenstrahlen, 33, 341-358, 1925.

BOWLEY: The naturai development o f the child. Livingstone LTD, Edimburgh, 1947.BBAGABD K.: Ueber die Funktion der Muskeln Glutaeus medius und minimus bei

Coxa vara und valga. Zeit. f. Orthop. Chir., 18, 401-418, 1923.BBONNEB H. : Der diagnostische Wert der Luftfullung des Gelenkraums bei der ange-

borenen Hiiftverrenkung. Zentralbl. f. Chir., 54, 3237-3254, 1927.BUCHET C.: Contribution a l'elude de la mécanique de la hanche. Maloine Lib.,

Paris, 1959.BUDIN E., CHANDLEB E.: Measurement of Femoral Neck Anteversion. Badiolcgy, 69,

209-213, 1957.BULGABELLI B.: Compendio di Puericultura. Soc. Ed. Universo, Eoma, 1958.CAFFEY J., AMEB B., SILVEEMAN W. A., BYDEB C. T., HOUGH G.: Contradiction

of congenital dysplasia predislocation hypothesis of congenital dislocation of thehip through a study o/ the normal variationn in acetabular angle at successiveperiods in infancy. Pediatrics, 17, 632-641, 1956.

CAMOSSO M. E.: Analisi del comportamento meccanico delle cartilagini articolarisottoposte a carico. Boll. Soc. It. Biol. Sper., 34, 331-333, 1958.

CAMOSSO M. E.. MABOTTI G.: The Mechanical Behavieor of Articular Cartilage -un-der Cmpressive Stress. J. Bone Joint Surg., 44-A, 699-709, 1962.

CAPECCHI V.: Moderne vedute sul significato antropologico della lussazione conge-nita dell'anca. Atti Accad. Fisiocritici, Siena, serie XII, vol. XVII, fasc. 2, 1949.

CAPECCHI V.: Della variabilità della declinazione (o torsione) femorale. Arch. Antro-pologia ed Etnologia, 80, 73-96, 1950.

CAPECCHI V.: La genesi della forma delle articolazioni. Biv. Ort. Traum. App. Loc.,XVIII, 1-24, 1950.

CABEY E. J. : Studies in the dynamics of histogenesis. Experimental, surgical, androentgenographic studies in the architecture of human calcellous bone, the re~sultani of back pressure verctors of muscle action. Badiology, 13, 127-168, 1929.

CASTALDI: Accrescimento corporeo e costituzioni dell'uomo. Niccolai Ed., Firenze,1928.

CASUCCIO C.: Le osteocondriti. Belaz. 39° Congr. S.I.O.T., 1954.CATTANI G., PICCHETTA F.: L'osteotomia derotativa nella sublussazione dell'anca.

Comunieaz. XLIX Congr. S.I.O.T., Venezia, 19-22 sett. 1964.CHIAPPABA P., BEBABDI G. C.: Sinostosi radio-ulnare congenita. (Nota I: Considera-

zioni eziopatogenetiche). Acta Orthop. Ital., V, 1-18, 1959.CHUINAED S. : Early Weight-Bearing and the correction of anteversion in the treat-

ment of congenital dislocation of the hip. J. Bone Joint Surg., 37-A, 229-245, 1955.COBNELI F.: Studio clinico sperimentale sulla etiopatogenesi delle deformità con-

genite. Ort. Traum. App. Mot., XXII, 755-764, 1954.COBNELI F.: Sulla etiologia delle malformazioni congenite. Arch. Ortop., LXVIH, 411-

436, 1955.

G. C. BERARDI - P. L. NAI FOVINO - F. PICCHETTA

COBNELI F. : Considerazioni sull'importanza dei fattori estrinseci nella genesi delledeformità congenite. Ort. Traum. APP- Mot., XXIII, 703-712, 1955.

GRANE B. L. : Femoral torsion and Its Relation to Toeing - in and Toeing - ani. J.Bone Joint Surg., 41-A, 421-428, 1959.

CULMANN C.: Die Graphische Statile. Zurigo, 1866.DARWIN C. : The oftffln of Ipecies. Murray, London, 1880.DE ANGELIS EPFREM O.: Il problema genetico in Ortopedia. Arch. Putti, 3, 629-659,

1953.DEGA W. : Ricerche anatomiche e meccaniche sull'anca fetale rivolte a chiarire

l'etiologia e la patogenesi della lussazione congenita. Chir. Org. Mov., 18, 425-505,1933.

IÌELMAS J. : L'architecture de la ceinture pelvienne. Thèse, Montpellier, 1910.DELPECH J. M. : De l'orthomorphie, -par rapport e l'espéce humaine. Gataon, Paris, 1829.DE LUOGHI G.: Eredità ed Ortopedia. Ed. Cappelli, Bologna, 1942.DE ROSA M. : Vna nuova mutacao; luxacao congenita de anca no Goelho. Arch. Anat.

Antrop., Listaoa, XXIII, 1945.DE SANTO D. A., COLONNA P. C.: Embryology of the hip Joint. Arch. Surg., 39, 448-

456, 1939.DE TONI G. : L'accrescimento umano. La Scuola Edltrice, Brescia, 1954.DE TONI G., BORI, SCHWARZ-THIENE, SCHIAPPARELLI : / fattori di accrescimento

del bambino. Relaz. XIX Congr. Ital. Ped., Mattioli Ed. Fidenza, 1948.151NDO F1., PERUSI A. : Rilievi statistico-clinici sui casi di lussazione congenita os-

servati all'Ospedale Infantile Alessandri con particolare riguardo alla distribuzionedella deformità in Provincia di Verona. Arch. Ortop., 64, 261, 1951.

DI PRAMPERO A. : Morfologia radiografica dell'anca così detta sana nella lussazionecongenita unilaterale. Chir. Org. Mov., 25, 1-16, 1939.

OOOLEY E. A., CALWELL C. W., GLASS G. A.: Roentgenography of the femoral neck.The Amer. Journ, of Roentgen and Radium Ther., 39, 834-837, 1938.

DREHMANN G.: Uber angeborene coxa valga. Z. Orthop. Chir., 16, 179-188, 1906.DBEHMANN G. : Weitere Beitrage zur unblutigen Behandlung der angeborenen Hilft-

verrenkung. Zeitschr. I. Orthop. Chir., 20, 72-80, 1908.DREHMANN F. : Streitfragen aus dem Gebiete der angeborene Huftverrenkung. Ante-

torsion und Sagittalstellunng. Verhdl. d.d. Gesell. I. Orthop. Chir., Vili Kongress,1909.

OREHMANN F. : Zur frage der spontanheilung der angeborenen Huftverrenkung.Zeitsch. T. Orthop. Chir., 69, 410-419, 1939.

DUNLAP K., SHANDS A. R., HOLLISTER L., GAUL J., STBEIT H.: A new metod f a rdetermination of torsion of the femur. J. Bone Joint Surg., 35-A, 289-311, 1953.

DUNLAP K., SWANSON A. B., PENNEB R. S.: Studie of the hip Joint by luterai ace-tabular roentgenograms. J. Bone Joint Surg., 38-A, 1218-1230, 1956.

DUNN D. M. : Anteversìòn of the neck of the femur. A method of management. J. BoneJoint Surg., 34-B, 181-186, 1952.

EDGREN W., LAURENT L. E.: A method of measuring the torsion of the femur incongenital dislocation of the hip in children. Acta Badiologica, 45, 371-376, 1955.

ETTORRE E. : Sulla etiologia della coxa valga e sulla lussazione negli spastici. Arch.Ortop., 40, 277-348, 1924.

EVANS F. G., LISSNER H. R.: Studies on pelvic deformations and fractures. Anat.Ree., 121, 141-166, 1955.

EVANS F. G. : Stress and Strain in Bones. Thomas C. Pub. Springfleld, 1957.FABER A. : Ueber die Atiologie der angeborenen Huftverrenkung und ihrer Vorstufen.

Der Erbarzt, IV, 131-136, 1937 a.FABEB A. : Erbbiologische Untersuchungen iiber die Anlage zur Angeborenen Hilft-

verrekung. Zeitschrift fur Orthop., LXVI, 140-166, 1937 b.FAIRBANK H. A. T. : Congenital dislocation of the hip. yfith Special Reference to the

Anatomy. British. J. Surg., 17, 380-416, 1930.FALDINO G.: Ricerche sullo sviluppo delle articolazioni. Chir. Org. Mov., V, 609-651,

1921.FALDINO G. : Ulteriore contributo allo studio dello sviluppo delle articolazioni. Chir.

Org. Mov., VI, 1-11, 1922. ...FESSLEB H.: Load distribution in a model of a hip Joint. J. Bone Joint Surg., 39-B,

145-152, 1957.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

FERRO G., MAIELLO D.: Osservazioni clinico-statistiche su 2307 pazienti affetti dalussazione congenita delle anche curati presso la Clinica Ortopedica di Modella.Quad. Scient. Lo Smeraldo, fasc. 31-32, 17-25, 1957.

PIORANI-GALLOTTA G., SOINI A., SERRA A., CORSI G. L.: Contributo allo Studiodell'ereditarietà della displasia congenita dell'anca. I. Esame radiografico-antropo-metrico e applicazione di una funzione discriminante per la determinazione d,eidisplasici e dei portatori. Arch. Ortop;, LXXII, 990-1002, 1959.

PRANCILLON M. R. : Zur Ralle der Antetorsion in der Luxatio coxae congenita. Schweiz.Med. Wschr., 35, 114-120, 1953.

PRASSETTO F. : Lo scheletro degli arti nell'uomo e nei vertebrati. Cappelli Ed., Bolo-gna, 1915.

FRATTA B. : Resistenza della testa femorale in accrescimento di fronte a sollecita-zioni statiche. Atti S.I.O.T., 47-56, 1954.

FROELICH M.: L'antètorsion de l'estremité superìoure du fémur dans la luxation con-ffénitale de la hanche, sa correction. Rev. Orthop., 8, 213-214, 1921

GALEAZZI R. : Uber die Torsion des verrenkten oberen Femurendes und ihre Besetti-gung. Verh. Dtsch. Ges. Orthop. Chir., 9, 334-338, 1910.

GARCIA M., PICCHETTA F. : Le osteotomìe nel trattamento delle osteocondrosi secon-darie dell'anca. Min. Ortop., XV, 2-71, 1964.

GAUGELE K.: Zur Anatomie und Roentgenologie des oberen Femurendes bei oderangeborenen Hiiftgelenksverrenkung. Zeitschr. f. Orthop. Chir., 38, 35-79, 1918.

GELBKE H.: The influence of pressure and tension on growing bone in experimenteswith ani-mais. 3. Bone Joint Surg., 33-A, 947-954, 1951.

GEISER M., TRUETA S.: Muscle action, bone rarefaction and bone formation. 3. BoneJoint Surg., 40-B, 282-310; 1958.

GETZ R. : The hip joints in lapps. Acta Orthop. Scand., Suppl. 18, 1955.GILLESPIE J. A. : The nature of the bone changes associateti with nerve injuries and

disuse. 3. Bone Joint Surg., 36-B, 464-473, 1954.GIUNTINI L:: Eziopatogenesi della displasia congenita dell'anca. Cappelli Ed., Bolo-

gna, 1951.GIUNTINI L. : Le cause extragenetiche delle anomalìe congenite. Atti VII Congr. Soc.

Int. Chir. Ort., Barcellona, 1957.GIUNTINI L., CAPECCHI V.: Dei rapporti dì posizione tra pelvi ed arto inferiore e

loro significato funzionale e morfologico. Chir. Org. Mov., 35, 67-96, 1961.GIUNTINI L., DE BENEDETTI M., GALLI G. A.: Orientamenti attuali nel trattamento

della lussazione congenita dell'anca. Min. Ortop., 13, 1608-630, 1962.GORDON REYNOLDS T., HERZER F.: Anteversion of the Femoral Neck. Cllnical

Orthop., 14, 80-89, 1959.GRAF P. : Zur Lehre von der Estehung der angeborenen Hilftverrenkung; anatomische

Untersuchungen an Becken und Hiiftgelenken von Fòten und Neugeborenen. Beitr,z. Klin. Chir., 152-191, 1909-64.

HABOUSH E. J. : Biomechanics of Femoral Nail and Nailplate Jnsertion in Fracturesof the Neck of the Femur. Bull. Hosp. Joint Dis., 14, 125-137, 1953.

HAMBURGER V., HAMILTON H. L.: A series o f normal stages in the development ofthe chick embryo. J. Morph., 88, 49-92, 1951.

HART V. : Primary genetic dysplasia of the hip with and without Classical dislocation.J. Bone Joint Surg., 24-A, 753-771, 1942.

HARTY M.: The calcar femorale and femoral Neck. 3. Bone Joint Surg., 39-A, 625-630,1957.

FICK R. : Handbuck der Anatomie und Mechanik der Gelenke. Fisher Ed., Jena,1911.

HEUBLEIN G. W., BERNSTEIN L., HUBENET B. J.: Hip Lesione of Infants and Chil-dren. Radiology, 51, àll-618, 1948.

HEUTER C. : Anatomische Studien an den Extremitàtengelenlen Neugebornerer undErwachsener. Virchows Arch., 25, 572-599, 1862.

HfBBS R. A. : Anteversion of the Neck of the Femur in Connection with CongenitàlDislocation of the hip. 3. Am. Med. Ass., 65, 1801-1802, 1915.

HILGENREINER H. : Zur Frilhdiagnose und Fruhbehandlung der angeborenen Hilftge-lenkverrekung. Med. Klin., 21, 1385-388, 1925.

HILGENREINER H. : Zum angeborenen Charakter der « sogenannten » angeborenen Huft-verrenkung. Ztschr. f. Orthop. Chir., 55, 58-78, 1936.

G. C. BEKARDI - P-. L. NAI FOVINO - P. PICCHETTA

HILGENREINER H. : Die Gefahr der prophylaktischen Behandlung der angeborenenHuftverrenkung. Zeit. f. Orthop., 76, 148-152, 1947.

HOHMANN G.: Zur Diagnose und Pathologie der Antetorsion und Retrotorsion liei derKongenitalen Huftverrenkung. Ztschr. f. Orthop., 25, 157-164, 1910.

HOWE W., LACEY T., SCHWABTZ B. : A Study of the Gross Anatomy of the ArteriesSupplying the Proxlmal Portion of the Femur and the Acetabulum. J. Bone JointSurg., 32-A, 856-865, 1950.

HUMPHBY G.: The angle o f the neck with the shoft of the jemur al different periodaof li/e and und different Circumstances. J. Anat, and Physiol., 23, 273-282, 1889.

KLAPP R.: Coxa valga und Luxatio coxae. Dtsch. Med. Wchnschr., 32, 1884, 1906.KLEINBEBG S., LIEBERMAN H. S.: The acetabular index in infanta in relatìon tó con-

genital dislocation of the hip. Arch, of Surg., 32, 1049-1054, 1954.KOCH J. C. : The laws of bone architeeture. Am. J. Anat., 21, 177-298, 1917.ROLONDNY A. : The Architeeture and the Blood Kupply of the Head and neck of the

Femur and Their Importance in the Pathology of Fractures of the Neck. J. BoneJoint Surg., 7, 575-597, 1925.

KRIDA A. : Congenital Dislocation of the Hip; the Effect of Anterior Distorsione a 'Pro-cedure far Its Correction. J. Bone Joint Surg., io, 594-604, 1928.

IDELBEBGEB K. : Die Erbpathologie der sogenannten angeborenen HuftverrenkungUrban und Schwarzenberg, Mini'ch, 1951.

INMAN T.: Functional aspects of the abducior muscles of the hip. J. Bone Joint Surg.,29-A, 617-619, 1947.

ISIGKEIT E. : Untersuchungen uber die Hereditìit der orthopcìdischer Leiden. Die•'••' angeborenen Huftverrenkung. Arch. F. Orthop. Chir., 26, 659-718, 1928.JANSEN M.: On Bone Formation: Its relation to Tension and Pressure. Lirigmaiis,

London, 1920.JOHANSSON S.: Roentgenological studies o f the anatomy o f the proximal end o f the

femur. Acta Orthop. Scand., 5, 358-380, 1934.LAAGE H., BARNETT J. C., BBADY J. M., DULLICA P. J., FETT C. Jr., GALLAGHER

T. F. SCHNEIDER B. A.: Horizontal lateral roentgenography of tlie hip in cli',1-dren. A prelimìnary report. J. Bone Joint Surg., 35-'A, 387-398, 1953.

LATABJET A., GALLOIS E.: Contrib. a l'elude de l'archit. int. de l'os iliaque et de laceinture pelvienne. Bibliogr. Anat., 1910.

LAUBENSON B: D.: The acetabular index. J. Bone Joint. Surg,, 41-B, 702-709, 1959.LAURENT L. E. : Congenital dislocation of the hip : acetabular inclination and femo-

ral torsion; primarii results of closed reduction checked b?/ artrograwhii and ofopen treatment with transposition of the iliopsoas musale. Acta Chir. Scand.,Suppl. 179, 1953.

LAURENT L. E. : Growt Disturbance of the proximal end of the femur in the lightof animai experiments. Acta Orthop. Scand., 28, 255-261, 1959.

LE DAMANY P.: La luxation congénitale de la hanche. (Anatomie pathologique. Lé-sions preémonitories). Rev! Chir., 24, 190-207, 1905.

LE DAMANY P. : Die angeborene Hiiftgelenksverrenkung. Ihre Ursachen. Ihre Mecha-nismus. Ihre antropologische bedeutung. Zeits. f. Orthop. Chir., 21, 129-169, 1908.

LE DAMANY P. : La luxation congénital de la hanche. Flammarion, Paris, "923.LEDER W. : Zur Torsionsbestimmung des Schenklhalses. Ztschr. r. Orthop., 81, 538-592,

1952.LETHE' P. : Anatomie fonctionelle de la vertebre et du bassin, son aspect mécanique*

C.R. Assoc. Anat. Bull. Ass. Anat., 119, 921-949, 1963.LILIENTHAL M. : Anatomische Untersuchungen uber das Os acetabuli des Menchen.

Inaug. Diss. Med. Fac. Konigsberg, 1909.HLLIE F. R.: Development of the chick. H. Holt and Co., New York, 1952.LINDEMANN P. K. : Zur Pathogenese der coxa valga. Verhandl. d. Deutsch. Orthop.

Gesellsch., 27, 329-336, 1933.LOGROSCINO D., DOTTI E. : Vascolarizzazione e patologia della cavità cotiloide. Chir.

Org. Mov., 22, 285-308, 1936.LUZZATTI G., PEREGALLI P. F. : Studio anatomico e radiologico dell'estremità prossi-

male del femore. Arch. Ortop., 68, 106-176, 1955.MAGILLIGAN D. J. : Calculation of the angle o} anteversion by means of horizontal

lateral roentgenography. J. Bone Joint Surg., 38-A, 1231-1246, 1956.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

MAJ D., TOAJARI E.: Osservazioni sperimentali sul meccanismo di resistenza del tes-suto osseo lamellare compatto alle asiani meccaniche. Chir. Org. Mov., 22, 541-557,1936.

MAYK O.: Ueter Ossifikationsstòrungen vor und wahrend der Luxationsbehandlung.Zeitschr. f. Orthop. Chir., 61, 66-93, 1934.

MARCHAND L. : Etude radiologique des hanch.es congénitalément désaxées. Arch.d'Electr. Med., 35, 369-388, 1927.

MARTIN H. E. : Geometrical-Anatomycal Factors and Their Signifieance in the EarlyX-Ray Diagnosis of Hip-Joint Disease in Children. Radiology, 56, 842-849, 1951.

MARTIN R.: Lehrbuch der Anthropologie. G. Fischer Ed., Jena, 1928.MARTZ C. D., PAYLOR C.C. : The 45-degree angle Roentgenographic study of the

pelvis in congenital dislocation of the hip. J. Bone Joint Surg., 36-A, 528-532, 1954.MARZIANI R.: Studio anatomico della lussazione congenita dell'anca ridotta. Casa

Ed. Ambrosiana, Milano, 1947.MASSIE W. K., HOWORTH M. B.: Congenital dislocation of the hip. J. Bone Joint

Surg., 32-A, 519-531, 1950.MASTANDREA G., PIANTONI D.: Le deformità congenite di interesse ortopedico. 1

Problemi del Servizio Sociale, anno X, n. 4, 1955.MC CONAILL M. A. : The movements of ìjones and Joint. IV. The mechanical struc-

ture of articulating cartilage. J. Bone Joint Surg., 33-B, 251-257, 1951.MEYER H.: Die Architektur des Spongiosa. Arch. Anat. Physio., 34, 615-628, 1867.MONTICELLI G., TUCCI R.: Indicazioni e limiti dell'artrografia nella lussazione con-

genita dell'anca. Ort. Traum: App. Mot., 24, 415-434, 1956.MORSCHER E. : Die mechanischen Verhaltnisse des Hilftgelenkes ihre Beziehungen

zum Halsschaftwinkel und insbesondere zur Antetorsion des Schenkelhalse wahrendder entwicklungsjahre. Zeitschr. f. Orthop., 94, 374-394, 1961.

MORRISON L. B. : A study of the hip Joint from the standpoint of the roentgenologist.Am. Journ. Roentgenology, 28, 484-520, 1932.

MORVILLE P.: The incongrous Hip. Acta Orthop. Scand., 4, 133-142, 1933.MULLER M. E.: Die huftnahen femur osteotomien. Thieme. Stuttgart, 1957.MURATORI G. : Contributi allo studio dello sviluppo dell'articolazione dell'anca del-

l'uomo. Arch. Ital. Anat. Embriol., 51, 17-80, 1946.MURATORI G., FRANCESCHINI M.: Sulla morfogenesi dell'articolazione dell'anca del

pollo, con particolare riguardo alla struttura del mesenchima intermedio. Atti R.. Istituto Veneto Scienze Lettere Arti, 104, 260-274, 1945.

NAGURA S., KOSUGE S.: Ein beitrag zur kennthis der antetorsion des oberen Fe-murendes. Zeitschr. f. Orthop. Chir., 71, 303-308, 1941.

HAI POVINO P. L., PICCHETTA F.: Nota per una esatta determinazione radiograficadegli assi della coxo-)'emorale. Acta Orthop. Ital., IX, 361-367, 1963.

NAI POVINO P. L., PICCHETTA F.: L'indagine radiologica per la corretta determina-zione dei rapporti coxo-femorali. Min. Ortop., XV, 3-12, 1964, (estratto preventivo).

NAI FOVINO P. L., PICCHETTA F.: Studio sperimentale sulla valutazione radiografi-ca della torsione del collo femorale. Min. Orto., XV, 1-11, 1964, (estratto preven-tivo).

NETTER R.: Róle de l'antiversion du col fémoral dans la statique de la hanche nor-male et pathologique. Thése, Paris, 1940.

NEVILLE GEORGE T.: L'evoluzione oggi. Feltrinelli Ed., Milano, 1958.NICCOLINI G. : Rilievi clinico-statistici sulla lussazione congenita dell'anca. Ort. Traum.

App. Mot., 23, 123, 1955.NÓVE'-JOSSERAND G. : Malformations et subluxatìons de la hanche. Rev. Orthop.,

12, 85-122, 1925.OLIVO O. M.: Rispondenza della funzione meccanica degli osteoni con la loro

diversa minuta architettura. Boll. Soc. It. Biol. Sper., 12, 400-401, 1937.O'RAHILLY R., GARDNER E.: The development of the chicfc and its correlation with

embryonic staging. J. Morph, 98, 49-88, 1956.ORTOLANI M.: Il problema dell'anca che tende congenitamente a lussare (cosi detta

lussazione congenita dell'anca) quale appare oggi al pediatra. Atti S.I.O.T., 74-75,.1946.

ORTOLANI M. : Symptomes et évolution de la malformation luxante de la hanche^Rev. Orthop., 44, 75-83, 1958.

G. C. BERARDI - P. L. NAI BOVINO - F. PICCHETTA

ORTOLANI M. : L'anatomia della displasia congenita dell'anca nel feto, nel prema-turo e nel neonato. Relaz. 8° Congr. Int. S.I.C.O.T., 108-134, 1960.

PALTRINIERI M. : Paramorftsmì cotiloidei e artriti deformanti. Chir. Org. Mov., 26,34-41, 1940.

PAIS C.: L'artrografla nell'infamia. Arch. Ortop., 59, 349-365, 1946.PARENTI R. : Gli angoli di torsione e deviazione delle ossa dell'arto inferiore dell'uomo

e loro rapporti reciproci. Arch. Antrop. Etnol., 76, 1-36, 1946.PARISE J.: Recherch.es sur les luxations spontanées ou symptomatiques du fémur.

Arch. Génér. Med., Paris, 14, 428-444, 1942.PAUWELS P. : Die Bedeutung der Bauprinzipien des chung und Bewegunsapparates

Fiirdie Beanspruchung der Róhrenknochen. Zeltschr. f. Anat., 114, 129-166, 1948.PAUWELS F. : Die Bedeutung der Bauprinsipien der unteren Extremitat filr die Bean-

spruchung des Beinskeletes. Zeitschr. f. Anat., 114, 525-538, 1950.PAUWELS F. : Vben eine kausale Behandlung der Coxa valga luxans. Zeitschr. t.

Orthop., 79, 305-315, 1950.PAUWELS F.: Spatfolgen der SchenJcelhalsfraktur. H. Unfallheilk, 45, 22-45, 1952.PAUWELS F. : La sollecitation de l'éxifémité supérieure du fémur et son importance

clinique. UT conference Internationale des maladies. Tome I I . La chirurgie du rhU-matisme, Aix-les-Bains, 9, 35, 1956.

PENDE: Scienza dell'ortogenesi. Ist. Ital. Arti Grafiche, Bergamo, 1940.PERNA G. : Sull'ossificazione dell'acetaìmlum e sul significato del tuberculum sopra-

cotiloideum nell'uomo. Chir. Org. Mov., 6, 485-565, 1922.PIETRABISSA G. : Considerazioni sulle alterazioni da carico nella genesi dell'artrosi

deformante dell'anca. Arch. Putti, 5, 325-332, 1954.PIETROGRANDE V., MAIOTTI A.: Considerazioni di anatomia funzionale sulla strut-

tura del femore applicate all'ortopedia. Orizzonti Ortop. Od. Riabil., 4, 113-124, 1959.POLI A. : Lussazione congenita dell'anca. Arch. Ortop., 66, 377-391, 1953.POLICARD A. : Physiologie generale des articulations a l'état normal et pathologique.

Masson Ed., Paris, 1936.PRATJE A.: Vber die postembryonale Entwicklung des Huftbeins. Ztschr. f. Morphol.

u. Antropol., 34, 321-342, 1934.PRATJE A. : Angeborene Huftgelenksverrekung und Ablauf der Ossiftcation. Anat. An-

zeiger., SI, 229-239, 1936.PREISER G. : Die Arthritis deformans Coxae und die Vanation der hufthauneustellung.

Vogel, Leipzig, 1907.PROVAGGI G. : Rette ed archi, angoli e quadrati, triangoli e cerchi nella diagno-

stica dell'anca. Atti S.O.T.I.M.I., l, 257-264, 1956.PUTTI V. : Per la cura precoce della lussazione congenita dell'anca. Arch. It. Chir.,

18, 39-48, 1927.PUTTI V. : Statistica degli stati di prelussazione congenita dell'anca curati col meto-

do dell'abduzione e considerazioni sulle lussazioni embrionarie. Chir. Org. Mov.,20, 33-112, 1934.

PUTTI V. : Diagnosi e terapia pecoce della lussazione congenita dell'anca. La Pedia-tria, 43, l, 1935.

PUTTI V.: Atlante della lussazione congenita dell'anca. Cappelli Ed., Bologna, 1935.RAMBAUD A., RENALT Ch.: Origine e développement des os (texte et atlas). Chamerot

Ed., Paris, 1864.RAO R. C. : Advanced statistical methods in biometrie research. Wiley, New Yor, 1952.REED S. C.: Counseling in Medicai genetics. Saunders, Philadelphia, 1955.REVIGLIO G. M. : Contributo roentgenologico alla conoscenza della riduzione sponta-

nea della lussazione congenita dell'anca. Arch. Ortop., 45, 416-421, 1929.RICHARD G. : Methodik der Torsionsbestimmung mit Hilfe des Róntgentjildes. Ztschr.

Orthop., 79, 636-644, 1950.RIPPSTEIN J. : Zur Bestimmung der Anfetorsion des Schenkelhalses mittels zweicr

Róntgenaufnahmen. Zst. Orthop., 86, 345-360, 1955.RYDER C. T., GRANE L.: Measuring femoral anteversion the problem and a method.

J. Bone Joint Surg., 35-A, 321-328, 1953.ROBINSON B. A. : An electron-microscopìe study o f the featìonshìp to the argante

matrix. 3. Bone Joint Surg., 34-A, 389-435, 1952.ROGERS S. : A Method for determining the Angle of Torsion of the Neck of the

Fémur. J. Bone Joint Surg., 13, 821-825, 1931.

L'evoluzione cronologica dei valori biomeccanici ecc.

BOGERS S.: Observations on Torsion of the Femur. J. Bone Joint Surg., 16, 284-289,1934.

BOHLEDEBER O. : Das Torsionsproblem der Luxatio coxae und seine klinische Be-deutung. Verh. d. Detsch. Orthop. Gesellsch., 36, 277-283, 1947.

ROSEN VON S. : Diagnosìs and treatment of congenital dislocation of the hip Jointin the new-ì>orn. J. Bone Joint Surg., 44-B, 284-291, 1962.

BOUX W. : Beitrdge sur Morphologie der funktionellen Anpassung. Arch. Anat. Phisiol.Abt., 9, 120-158, 1885.

BOUVIEBE H., DELMAS J.: Note sur l'architecture de l'os coxal. Bibliog. Anat., 1910.ROUVIEB H.: Origines des jormes et des structures anatomiques. Masson Ed., Paris,

1939.BOUVIEB H. : Vie et finalité. Masson Ed., Paris, 1949.BUTISHAUSEB E., MAJNO G.: Lésions osseusés par surcharge dans le squelette nor-

mal. Schweiz. Med. Wschr., 13, 281-305, 1949.SALTEB B., PIELDS P. : The Effects of Continuous Compression on Living Articular

Cartilage. J. Bone Joint Surg., 42-A, 31-49, 1960.SAINTON B.: Etude sur l'anatomie de la hanche chez l'enfant et sur la pathogénie

de la luxation congénitale du fémur. Bev. Orthop., 4, 262-284, 1893.SANTACBOCE A., CONTESSA A. : Rilievi sull'antiversione del collo femorale e sui va-

lori degli angoli C e C E del cotile negli esiti del trattamento della lussazionecongenita dell'anca. Clin. Ortop., 12, 594-608, 1960.

SANTACBOCE A. : Rilievi sui valori angolari del cotile e dell'estremità superiore delfemore in soggetti baresi adulti. Atti e Bel. Acc. Pugl. Scienze, 19, 1-14, 1961.

SANTACBOCE A., CONTESSA A.: Indicazioni degli interventi complementari negliesiti del trattamento incruento della L.C.A. Min. Ortop., 13, 555-657, 1962.

SANTACBOCE A., PANSINI A.: E fletti della resezione del gran trocantere in animaliin accrescimento. Atti. Acc. Pugl. Scienze, 1964 (in corso di stampa).

SCAGLIETTI O. : Studio clinico statistico sui casi di lussazione congenita dell'ancaosservati all'Istituto Rizzali dal 1899. Chi. Org. Mov., XVII, 225-343, 1932.

SCOTT J. H.: The mechanical basis of Itone formation. J. Bone Joint Surg., 39-B,134-144, 1957.

SHANDS A. B., STEELE M. K. : Torsion of the femur. J. Bone Joint Surg., 40-A, 803-816, 1958.

SMITH A. B. C.: Some examples of discrimination. Ann. of Eugenics, XIII, 272-282,1947.

SMITH A. B. C.: / metodi generali dell'analisi statistica. In Metodologia Biometrica I,Ed. Univ. Malfasi, Milano, 1956.

SOMEBVILLE E. W.: Persistent foetal alignement of the hip. J. Bone Joint Surg.,39-B, 106-113, 1957.

SOUTTER B., BBADFOBD E. H. : Twist in Normal and in Congenitally Dislocated Fé-mora. New York Med. J., 78, 1071-1077, 1903.

STANISAVLJEVIC S, : Diagnosis and Treatment of Congenital Hip Pathology in theNewborn. Williams e Wilkins, Baltimore, 1964.

STEIDLEB A. : Mechanics o f normal and pathological Locomotion in Man. C. Tho-mas, Springfield, 4935.

STEWABT S., KABSCHNEB B.: Congenital Dislocation of the Hip. A Method Determi-ning the Degree of Antetorsion of the Femoral Neck. Am. J. Boentgenol., 15, 258-260, 1926.

STBORCK H. : Antetorsion, Retroversion und Entstehungs mechanìsmun der Hilftver-rekung. Zeitschr. f. Orthop., 79, 282-294, 1950.

STBOBINO L. J., FRENCH G. O., COLONNA P. C.: The Effect of Increasing Tensionon the Growth of Epiphyseal Bone. Surg. Gynec. Ost., 95, 694-700, 1952.

STROBINO L. J., COLONNA P. C., BBODEY S. B., LEINBACH T.: The effect of Com-pression on the Growth of Epiphyseal Bone. Surg. Gynec. Obst., 103, 85-93, 1956^

SUTTON J. B. : The ligamentum teres. J. Anat, and Physiol., 17, 191-193, 18871888.TABUFPI C. : Storia della teratologia. B. Tipografica, Bologna, 1881.THOMPSON A. : The relation of structure and form as illustrate.^ by form of the lower

epiphyseal suture on the femur. J. of Anat., 36, 95-105, 1902.TOBIN W.: The internai architetture of the Femur and its Clìnical Significance. J.

Bone Joint Surg., 37-A, 56-70, 1955.

G. C. BER»SDI - P. L. NAI POVINO - F. PICCHETTA

TRANQUILLI-LEALI E. : Lussazione congenita dell'anca e gruppo sanguigno. Arch.Ortop., LUI, 681-711, 1937.

TRANQUILLI-LEALI E.: Lussazione congenita dell'anca e gruppo sanguigno. Arch.Ortop., LIV, 103-143, 1938.

TRIEPEL H. : Die ArOiitektur der Knochenspongiosa in neur Auffassung. Zeitschr. I.Konsittutionslehre, 8, 269-284, 1922.

TRUETA J., HARRISOW M. H.: The normal vascular anatomy of the femoral headin aduli man. J. Bone Joint Surg., 35-B, 442-461, 1953.

TRUETA J. : The normal vascular anatomy of the human femoral head during growth.J. Bone Joint Surg., 39-B, 358-394, 1957.

TUCKER F. R. : Arterial Supply to the Femoral Head and Its Clinical Importance.J. Bone Joint Surg., 31-B, 82-93, 1949.

TURNER W. G. : Notes on the Pathological Anatomy of Congenital Hip Dislocation.Am. J. Orthop. Surg., 6, 652-662, 1909.

UFFREDUZZI O. : La coxa valga e i suoi rapporti colla lussazione dell'anca. Arch,Ortop., 27, 435-488, 1910.

VARE V. B.: The anatomy of the pelvic tear figure. J. Bone Joint Surg., 34-A, 167-169,1952.

VIALLETON L.: Elementi de morphologie generale des vertefjres. Doiii. Ed., Paris, 1911.VIALLETON L.: Memrjres et ceintures des vértebres tétrapodes. Doint Ed., Paris, 1924.VIALLETON L. : L'origine degli esseri viventi. La illusione trasformista. S.E.I., Mila-

no, 1935.VIRENQUE J., PASQUIE M., SALANOVA Oh., BRUNNER-FERRE R.: L'examen radio-

graphique de l'extrémité supérieure du fémur et ses pièges. La Press. Med., 71,257-260, 1963.

VIGANO' A. : Sopra un particolare aspetto radiografico del collo femorale negli esitidella lussazione congenita dell'anca ridotta. Arch. Ortop., 51, 187-209, 1935.

WALMSLEY T.: The neck of the femur as a static problem. 3. Anat. Physiol., 49, 314-335, 1915.

WALTER T. : Congenital dysplasia of the hip in newrjorns. Acta Paediatr., 45, 475-~78,1956.

WARD P. O.: Outlines of Human Osteology. Renshaw, Londra, 1838.WATSON e LOWRIE: Growth and development of children. Year Book Pubi. Inc.

Chifago, 1954.WEISSMAN S. L. : Congenital dysplasia of the hip Orjservations on the v normal »

Joint in Cases of Unilateral Disease. J. Bone Joint Surg., 36-B, 385-396, 1954.WERMEL J. : Untersuchungen iiber die Kinetogenese und ihre Bedeutung in der onto-

unti, phylogenetischen Entwìcklung. n. Verànderungen der Dicke und der Masseder Knochen. Morph. Jahrb., 75, 92-127, 1935.

"WERMEL J. : Untersuchungen uber Aie Kinetogenese und ihre Bedeutung in der onto-und phylogenetischen Entwicklung. III. Verànderungen der Widerstandsfàhigkeitder Knochen. Morph. Jahrb., 75, 128-249, 1935.

WIBERG G. : Studies on dysplastic acetaliula and congenital subluxation of the hipJoint, with special references to the complication of osteo-arthritis. Acta Chirur.Scand., 83, Suppl. 58, 1939.

WIBERG G. : Shelf operation in congenital dysplasia of the acetaljulum and in surjluxa.-tions and dislocation of the hip. J. Bone Joint Surg., 35-A, 65-80, 1953.

WILKINSON J.: Prime factors in the etiology of congenital dislocation of the hip.J. Bone Joint Surg., 45-B, 268-283, 1963.

WOLFF J. : Uel>er die innere architectur der Knochen und ihre Bedeutung filr dieFrage vom Knchenwachstum. Virch. Arch. Path. Anat., 50, 389-453, 1870.

ZANOLI R. : Lesioni cotiloidee nell'osteoartrite deformante dell'anca. Atti Vili Congr.Soc. Rad. Med., 1928.

ZAPPOLI S.: Studio clinico statistico sui casi di prelussasione congenita dell'anca os-servati all'Istituto Ortopedico Rizzali dal 1950 al 1955. Clin. Ort. Atti S.O.T.I.M.I.,8, 109-115, 1956.

ZSEBOR Z., MOLNAR R., NAGY E.: Deutung des Ròntgenrjildes liei Fundiagnose dersogenannten angerjorenen Huftverrenkung. Zeitsch. f. Orthop., 82, 556-570, 1952.