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LETTURA DEL TESTO Capitolo III LISPIRAZIONE DIVINA E LINTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA Ispirazione e verità della Scrittura 11. (1) Le verità divinamente rivelate, che sono con- tenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo. La santa ma- dre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione del- lo Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2Tm 3,16; 2Pt 1,19-21; 3,15-16), hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa'. Per la composizione dei libri sacri, Dio scelsee si servì di uomini nel possessodelle lo- ro facoltà e capacità', affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo". scrivesserocome veri autori, tutte e soltan- to quelle cose che egli voleva fossero scritte". l Cfr. CONCILIO VATICANOI, op. cit., cap. 2: Dz 1787 (3006) [Collantes 2015]. PONTIFICIACOMMISSIONEBIBLlCA,decreto 18 giugno 1915: Dz 2180 (3629); EB 420. s.s.c. del Sam'Uffizio, Lett. 22 dicembre 1923: EB 499. 2 Cfr. PIO XII, Enciclica Divino affomte Spiritu, 30 settembre 1943: AAS 35 (1943), p. 314; EB 556. 3 In e per l'uomo: cfr. Eb l,l; 4,7 (in); 2Sam 23,2; Mt 1,22 e passim (Per); CONCILIO VATlCANOI, Schema de doctr. cath., nota 9: Collo Lac. VII, 522. 4 LEONEXIII, Enciclica Providentissimus Deus, 18 novembre 1893: Dz 1952 (3293); EB 556 [Collantes 2028-2030).

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LETTURA DEL TESTO

Capitolo III

LISPIRAZIONE DIVINAE LINTERPRETAZIONE

DELLA SACRA SCRITTURA

Ispirazione e verità della Scrittura

11. (1) Le verità divinamente rivelate, che sono con-tenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furonoscritte per ispirazione dello Spirito Santo. La santa ma-dre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonicitutti interi i libri sia dell'Antico che del Nuovo Testamento,con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione del-lo Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2Tm 3,16; 2Pt 1,19-21;3,15-16), hanno Dio per autore e come tali sono staticonsegnati alla Chiesa'. Per la composizione dei librisacri, Dio scelsee si servìdi uomini nel possessodelle lo-ro facoltà e capacità', affinché, agendo egli in essi e perloro mezzo". scrivesserocome veri autori, tutte e soltan-to quelle cose che egli voleva fossero scritte".

l Cfr. CONCILIO VATICANOI, op. cit., cap. 2: Dz 1787 (3006) [Collantes2015]. PONTIFICIACOMMISSIONEBIBLlCA,decreto 18 giugno 1915: Dz 2180(3629); EB 420. s.s.c. del Sam'Uffizio, Lett. 22 dicembre 1923: EB 499.

2 Cfr. PIO XII, Enciclica Divino affomte Spiritu, 30 settembre 1943: AAS 35(1943), p. 314; EB 556.

3 In e per l'uomo: cfr. Eb l,l; 4,7 (in); 2Sam 23,2; Mt 1,22 e passim (Per);CONCILIO VATlCANOI, Schema de doctr. cath., nota 9: Collo Lac. VII, 522.

4 LEONEXIII, Enciclica Providentissimus Deus, 18 novembre 1893: Dz 1952(3293); EB 556 [Collantes 2028-2030).

ILJI Meditazione

Riguardo al tema dell' ispirazione il papa scrive che «lamissione dello Spirito è in relazione alla divina Parola, nonpotendo esserci alcuna comprensione autentica della Ri-velazione cristiana al di fuori dell' azione del Paraclito» (VD15). La Dei Verbum ne tratta, perciò, a proposito dei «li-bri sacri e canonici con tutte le loro parti, sia dell'Anticoche del Nuovo Testamento» (DV 11,1). [ispirazione, dicui in questa parte si tratta, non ha il senso generico concui a volte la parola è usata nel linguaggio comune, ossiaquando, ad esempio, si parla di una persona o di un testoispirato, riconoscendo in essi quasi un potere misteriosoche va oltre le umane possibilità; più precisamente s'in-tende «la comunicazione che Dio fa di se stesso semprenella relazione tra il Figlio e lo Spirito Santo» (VD 15).Solo nella relazione unica di Gesù con il mistero del Pa-dre, infatti, possiamo entrare pienamente in relazione pie-na e autentica con la vita stessa di Dio Padre che nello Spi-rito genera il Figlio dall'eternità.

La ~ede cristiana riconosce che in Gesù quello che l'uo-mo non può nemmeno immaginare, né esigere o antici-pare, si è misteriosamente compiuto, nel senso che la Pa-squa suggella e manifesta la sua reale unità con il Padreche congiunge con sé a tal punto il Figlio da comuni-cargli la vita gloriosa della risurrezione. Lo Spirito è pro-prio l'amoroso sigillo dell'unità del Padre con il Figlio, ef-fuso da loro (<<procededal Padre e dal Figlio», diciamo nelCredo) sulla Chiesa e in tutti i credenti.

Queste considerazioni teologiche, riferite al misterodell'incarnazione del Verbo e alla comunione trinitaria diDio, sostengono le affermazioni di questa parte della Dei

Verbum, mettendo davanti al nostro sguardo contempla-tivo la realtà strabiliante di un Dio che parla dicendo inGesù, parola di Dio in modo definitivo, chi Egli è pro-priamente (comunione di vita, amore, Trinità) e anchechi Egli vuol essere per l'uomo: il Padre che ama, il Figliocostantemente alla ricerca della pecorella smarrita (cfr. Mt18,12), lo Spirito che, come un amico e un difensore, ri-corda sempre all'uomo le parole (cfr. Gv 14,26) di queldialogo contenuto e comunicato in tutti i libri della sa-cra Scrittura.

Scritti, appunto, per ispirazione dello Spirito Santo, ilibri dell'Antico e del Nuovo Testamento sono entrati afar parte dell' elenco (canone) dei libri ufficiali riconosciutidalla Chiesa, «avendo Dio per autore e come tali a lei con-segnati» (DV Il,1). Non per nulla la Chiesa è tratteggiatacon i termini di santa (santificata dallo Spirito) e di ma-dre, perché di lei ci fidiamo. Esiste, infatti, una recipro-cità tra la Parola e la Chiesa, perché le parole di Gesù han-no convocato il nuovo popolo dei credenti nel quale es-se sono custodite, meditate, trasmesse secondo modalitàstabilite da Gesù e gar~ntite appunto dalla presenza del-lo Spirito Santo.

Questa Parola (sia dell'Antico sia del Nuovo Testa-mento), dopo tempi variamente lunghi di trasmissioneorale, è stata fissata per iscritto in tempi e con modalitàdiverse, ma sempre secondo una sapiente disposizione di-vina, che ha voluto così assicurare alla Parola ispirata unaforma di più stabile continuità e di più fedele conserva-ZIOne.

Comprendiamo, dunque, che cosa significa che, per lacomposizione di questi libri sacri, «Dio scelse e si servì diuomini affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scri-vessero tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fosse-

ro scritte» (DV Il,1). Riflettiamo poi sul nostro adegua-to accostamento ai testi biblici, sul dovere della nostra ve-nerazione per la Parola scritta in ordine alla nostra sal-vezza; sul mistero della volontà divina di «servirsi di uo-mini nel possesso delle loro facoltà e capacità», scelti «perun compito che li coinvolse totalmente nell'utilizzo del-la loro cultura e del loro modo di esprimersi»; sulla ne-cessità di una lettura spirituale di questi testi sacri, ossiamettendoci in sintonia con quello stesso Spirito di veritàe di vita che continua a parlare alla Chiesa in ogni tempo.

I~IPreghiera

«La tua Parola, o Dio, è guida sicura perché, fra -j tan-ti rumori del mondo, ci conduce a impegnarci per gli al-tri sui passi di tuo Figlio, a riconoscere in loro la sua vo-ce che chiama: "Ogni volta che avete fatto queste cose auno solo di questi miei fratelli più piccoli, 1'avete fatto ame" (Mt 25,37-40). In essa troviamo la tua sapienza, na-scosta e avvolta nel mistero, destinata a noi prima di tut-ti i secoli (1Cor 2,7). Questa sapienza di Dio è Cristo:Cristo, infatti, è potenza e sapienza di Dio ... In Lui sononascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza: lui, na-scosto nel mistero, era già stato destinato per noi primadi tutti i secoli [... ].

Nell'Apocalisse viene presentato un libro chiuso da set-te sigilli. Ma, anche se istruiti, come possiamo leggerlo seè sigillato? Quante volte anche noi che ci riteniamo istrui-ti teniamo in mano un libro sigillato! [... ]. Vivere fra i te-sti sacri, medi tarli sempre, non conoscere altro, non cer-care altro, non è, fin da quaggiù, un modo di abitarenel regno dei cieli? Nel leggere la sacra Scrittura non scan-

dalizziamoci per la semplicità o la banalità dellinguag-gio, che può dipendere da una traduzione difettosa o daun accorgimento appositamente studiato, per rendere piùfacile la comprensione: in una sola medesima frase, l'uo-mo colto e l'ignorante potranno cogliere significati di-versi, a seconda delle loro capacità. A chi chiede sarà da-to, a chi bussa viene aperto e chi cerca trova. Sostieni lanostra fatica, Signore, nell'imparare qui in terra quelle ve-rità la cui conoscenza ci sarà data per sempre in cielo».

(da san Girolamo, Lettera L11I a Paolino, PL 22, 549)

~ Impegno

Oggi mi soffermo a riflettere sul mistero della Trinità:«Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centraledella fede e della vita cristiana. È il mistero di Dio in sestesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri dellafede; è la luce che li illumina. È l'insegnamento fonda-mentale ed essenziale nella "gerarchia delle verità" di fe-de. "Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsidel Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il qua-le riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal pec-cato" (Direttorio catechistico generale)>> (CCC 234).

~~ __~LE~T~T~U~R~A~D~E~L~T~E~S~TO~_

11. (2) Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispiratio agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spi-

rito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libridella Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e sen-za errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, vollefosse consegnata nelle sacre Scritture". Pertanto «ogniScrittura divinamente ispirata è anche utile per insegna-re, per convincere, per correggere, per educare alla giu-stizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato adogni opera buona» (2Tm 3,16-17).

Ivl Meditazione

In questo secondo paragrafo notiamo lo sviluppo del-le considerazioni precedenti, con la conseguente affer-mazione che «i libri della Scrittura insegnano con certez-za, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la no-stra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture»(DV II,2). La frase rischia di passare inosservata se nonsi riflette, oltre che sui rimandi in nota, sulla cura deitre avverbi usati: certamente, fedelmente, senza errore. Illoro soggetto è di nuovo la verità in ordine alla nostra sal-vezza, consegnata da Dio nelle sacre Scritture, quasi a vo-ler richiamare una lettura dei testi biblici che non pre-tende di ritrovare le nostre conoscenze scientifiche, ma ri-sponda alle domande di tipo appunto religioso, ossiaperché esiste il mondo e chi l'ha creato ...

Pur non essendo solamente e anzitutto un libro di sto-ria, la Scrittura è ispirata nel senso che Dio, tramite il

5 Cfr. S. AGOSTINO, De Ceno ad litt., 2, 9, 20: PL 34,270-271; CSEL 28, 1,46-47, e Epist. 82, 3: PL 33, 277: CSEL 34, 2, 354. - S. TOMMASo, De Ver., q.12, a. 2, C. - CONCILIO DI TRENTO, op. cito- LEONE XIII, op. cit.: EB 121, 124,126-127 [Dz 3291ss.; Collanres 2026ss.]. - PIO XII, Enciclica Divino afflanteSpiritu: EB 539.

coinvolgimento pieno e personale degli autori, ha inte-so comunicarci quanto è necessario in ordine alla nostrasalvezza.

Questo numero, pertanto, si avvale di termini usaticon molta attenzione, capaci di tenere insieme nello stes-so tempo la lettera e il senso della parola di Dio, conte-nendo un messaggio che, pur tenendo conto del propriotempo, lo travalica e rivela in esso la costante premuracon cui Dio segue con amore fedele l'opera delle sue ma-ni (cfr. Sal 111,7), invitandoci a quella disponibilità tipi-camente mariana nei confronti del testo sacro.

Non per nulla il papa scrive che dobbiamo sintoniz-zarci con «la familiarità di Maria con la parola di Dio,imparando da lei, in un certo senso, a identificarci conessa, entrandovi con quella stessa disponibilità di chi, co-me Maria, è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra connaturalezza» (VD 28). Sintonia tipicamente mariana,dunque; dei propri pensieri con quelli di Dio, del pro-prio volere come un volere insieme con Dio, facendo sìche «l'agire di Dio nel mondo coinvolga sempre la no-stra libertà perché nella fede la Parola divina ci trasfor-ma» (VD 28).

Alla scuola di Maria saremo anche capaci di coglierequelle sfumature del testo sacro che a prima vista po-trebbero sfuggire, così come in una lettera di amore a vol-te il senso è più importante delle singole espressioni, ri-chiedendo una predisposizione a ritenere in sé e a medi-tare su quanto la Parola illumina la vita e il nostro rapportocon Dio (cfr. Lc 2,19). In questo senso l'amore di Diocerto e fedele si comunica a noi nella sacra Scrittura per-suadendoci sulla Sua volontà di non ingannare o delu-dere mai chi a Lui si affida, avendo persino voluto sacri-ficare se stesso per amore dell'uomo (cfr. Rm 8,32).

La citazione finale, tratta dallo scritto dell'Apostoloal suo figlio spirituale Timoteo, intende stimolarci a farenostri i medesimi suggerimenti con cui la Chiesa delleorigini accolse la Parola divina, la custodì gelosamente, latrasmise fedelmente. Approfittiamo, dunque, di quantoil documento afferma in questa parte, persuadendo ci sem-pre più che il tempo speso a meditare le Scritture non èmai perso, specie se avvertiamo il bisogno anche di unostudio serio, frutto pure dell'amore per la Parola cornu-nicataci da Dio.

rendi ci capaci di attendere con speranza quell'aurorapasquale

che asciuga le lacrime di chi è nella prova.Maria, Amante della vita,preserva le nuove generazionidalla tristezza e dal disimpegno.Rendile per tutti noi sentinelledi quella vita che inizia il giorno in cui ci si apre,ci si fida e ci si dona».

(CEI, Preghiera a Maria, madre di Dio,in Educare alla vita buona del Vangelo)

I@I Preghiera~llmpegno

Oggi mi soffermo a riflettere sulla risposta di fede del-la Vergine: «La Vergine Maria realizza nel modo più per-fetto l'obbedienza della fede. Nella fede Maria accolse l'an-nunzio e la promessa a lei portati dall' angelo Gabriele,credendo che "nulla è impossibile a Dio" (Le 1,37; cfr.Gen 18,14) e dando il proprio consenso: "Sono la servadel Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Le 1,38).Elisabetta la salutò così: "Beata colei che ha creduto nel-l'adempimento delle parole del Signore" (Le 1,45). Perquesta fede tutte le generazioni la chiameranno beata»(CCC 148).

«Maria, Vergine del silenzio,non permettere che davanti alle sfide di qu.esto tempola nostra esistenza sia soffocatadalla rassegnazione o dall'impotenza.Aiutaci a custodire l'attitudine all'ascolto,grembo nel quale la parola diventa fecondae ci fa comprendere che nulla è impossibile a Dio.Maria, Donna premurosa,destaci dall'indifferenza che ci rende stranieri a noi stessi.Donaci la passione che ci educa a cogliere il mistero

dell'altro e ci pone a servizio della sua crescita.Liberaci dall'attivismo sterile,perché il nostro agire scaturisca da Cristo, unico Maestro.Maria, Madre dolorosa,che dopo aver conosciuto l'infinita umiltà di Dionel Bambino di Bedemme,hai provato il dolore straziante di stringerne tra le bracèiail corpo martoriato,insegnaci a non disertare i luoghi del dolore;

Come deve essere interpretata la sacra Scrittura

lùl Meditazione

È uno dei passaggi più importanti di tutto il docu-mento, trattando della questione dell' ermeneutica (in-terpretazione) della sacra Scrittura nella Chiesa. Emersoanche durante il Sinodo quale tema rilevante, il papa

.offre diverse piste di approfondimento della questione,che vanno dal riconoscimento del legame intrinseco traParola e fede (VD 29) al corretto rapporto tra esegesi eteologia (VD 31), riproponendo un approfondimento dei«grandi principi dell' interpretazione propri dell' esegesicattolica espressi dal Concilio Vaticano Il» (VD 34).

Tentando di semplificare, osserviamo come anchenei rapporti interpersonali facciamo l'esperienza di quan-to sia importante non fermarsi alle parole dell'interlocu-tore, ma cercare di capirne il senso; nel processo comu-nicativo, infatti, notiamo come entri in gioco una plura-lità di fattori che, solo per comodità di studio, elen-chiamo in questo modo: chi espone il proprio pensierolo fa a partire dal suo mondo interiore, attingendo da es-so e, in certo qual modo, dalla propria cultura, dal pro-prio ambiente di vita e sensibilità, parole e concetti che,per essere compresi, devono tener conto, nello stesso tem-po, della situazione vitale dell'interlocutore.

Intuiamo, dunque, come sono implicate questioni de-licate relative al senso delle parole, alle intenzioni di chile pronuncia, all'ambiente vitale di chi le ascolta e le ac-coglie, questioni insomma facenti tutte riferimento algrande tema dell' ermeneutica del testo biblico.

Pertanto, all'interprete della sacra Scrittura è assoluta-mente indispensabile cercare di sintonizzarsi con quan-to «gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio

~~ ~LE~T~T~U~R~A~D~E~L~T~E~S~TO=-_

12. (1) Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlatoper mezzo di uomini alla maniera umana". l'interpretedella sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha volu-to comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosagli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è pia-ciuto manifestare con le loro parole.

Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve te-ner conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità,infatti, viene diversamente proposta ed espressa in testiin vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in al-tri generi di espressione. È necessario dunque che l'in-terprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinatecircostanze, secondo la condizione del suo tempo e del-la sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso,intendeva esprimere e ha di fatto espresse'. Per com-prendere, infatti, in maniera esatta ciò che l'autore sa-cro volle asserire nello scrivere, si deve far debita atten-zione sia agli abituali e originali modi di sentire, di espri-mersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, siaa quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rap-porti umani".

6 Cfr. S. AGOSTINO,De Civitate De~ XVII, 6, 2: PL 41,537; CsEL 40,2,228.7 Cfr. Id., De Doctr. Christ., III, 18,26: PL 34,75-76; CSEL 80, 95.'Cfr. PIO XII, l.c. [nota 5]: Dz 2294 (3829-3830); EB 557·562 [in parte

Collantes 2069-2071].

è piaciuto manifestare con le loro parole» (DV 12,1),essendo la fede anche una "ricerca attenta di quanto Dioha voluto comunicare" attraverso gli avvenimenti e le pa-role riportate dal testo biblico.

Il papa, rifacendosi al documento su L'interpretazionedella Bibbia nella Chiesa, sottolinea l'esigenza della «par-tecipazione degli esegeti [interpreti del testo sacro] atutta la vita e a tutta la fede della comunità credente delloro tempo, accostandosi alla sacra Scrittura per ciò cherealmente è, quale Parola di Dio che si comunica a noiattraverso parole umane (cfr. ITs 2,13)>>(VD 29); librodella Chiesa, a lei affidato dallo stesso Spirito Santo chela anima interiormente, la Bibbia «è stata scritta dal Po-polo di Dio e per il Popolo di Dio, sotto l'ispirazione del-lo Spirito Santo e, perciò, solo in questa comunione colPopolo di Dio possiamo realmente entrare con il "noi"nel nucleo della verità che Dio stesso ci vuoi dire, e solonella fede di questo Popolo siamo, per così dire, nella to-nalità giusta per capire la sacra Scrittura» (VD 30).

Ne consegue la necessità di uno studio capace di co-gliere i diversi modi comunicativi della Parola scritta (ge-neri letterari), al fine di rinvenire «il senso che l'agiografo[lo scrittore sacro] in determinate circostanze, secondo lacondizione del suo tempo e della sua cultura, intendevaesprimere ed ha di fatto espresso» (DV 12,1).

Caratteristiche relative a una lingua e alla sua lettera-tura, i generi letterari corrispondono alle differenti fun-zioni che essa deve svolgere. Già esistenti nella tradizioneorale, definitivamente fissati nei libri biblici, i principalisono il genere storico, con cui si raccontano fatti umani eavvenimenti più o meno importanti della vita del popo-lo, non solo per dire come si verificarono, ma anche perspiegare che significato ebbero per il popolo e come ne

- .influenzarono la vita e le scelte; quello legislativo, ossiacomprendente raccolte di norme, consuetudini, principi,precetti, caratterizzanti nelle varie epoche la vita del po-polo; il genere profetico, contenente oracoli e interventidi profeti e di loro discepoli che hanno il compito di par-lare in nome di Dio, richiamando sia il popolo sia i go-vernanti alla vera fede; il genere poetico o lirico, che espri-me i sentimenti più profondi della fede del popolo attra-verso composizioni di poemi, cantici, salmi, inni; quellosapienziale, utilizzato per trasmettere le riflessioni di sag-gi sotto forma di detto popolare, sentenza, poema, trat-tato, allo scopo di riflettere sui grandi interrogativi uma-ni della vita e della morte, del male e del dolore; il gene-re epistolare, relativo agli scritti indirizzati a un individuoo a una collettività con intenzioni informative, pastorali,catechetiche e morali, e quello apocalittico, il più singo-lare e originale, che racconta visioni, sogni, rivelazioni,interpretazioni di avvenimenti universali e cosmici conun linguaggio simbolico e figurato spesso di non facileinterpretazione.

Alla luce del realismo dell'incarnazione (Gv 1,4), il pa-pa scrive che lo sviluppo della ricerca biblica, di cui il ma-gistero della Chiesa ha preso atto, intervenendo anche«con sapiente equilibrio in relazione alla giusta posizioneda avere di fronte all'introduzione dei nuovi metodi dianalisi storica», deve avere speciale attenzione all'equili-brio del rapporto «tra l'umano e il divino, tra la ricercascientifica e lo sguardo della fede, fra il senso letterale e ilsenso spirituale»; il compito degli esegeti cattolici, infat-ti, «non finisce una volta che hanno distinto le fonti, de-finito le forme o spiegato i procedimenti letterari», madeve mirare a «chiarire il significato del testo biblico co-me Parola attuale di Dio» (VD 33).

Per questo è importante e può essere utile leggere laBibbia con l'ausilio di buoni commentari che, attenti alsenso storico e letterario, facilitano al tempo stesso l'ac-costamento al perenne messaggio spirituale del testo sa-cro in ordine alla vita di fede e all'intima partecipazionealla vita della Chiesa.

I®I Preghiera

«Anche noi vorremmo dire con il profeta: "Quando letue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità"(Ger 15,16), ma ci ripieghiamo curvi su noi stessi, inca-paci di affrontare, sulla tua Parola, il cammino dell' amo-re. È la tua parola, o Dio Amore, che ci rende capaci diamare. Aiutaci a fare esperienza che veramente "la tua pa-rola è la gioia e la letizia dei nostri cuori" (cfr. Ger 15,16b),Parola creatrice, Parola che è vita e luce per gli uomini.Rivestita della nostra umana debolezza, si è fatta carne,penetrando nella creatura umana per elevarci e arricchir-ci c~n il mistero della sua condiscendenza. La tua paro-la, SIgnore, sotto la sua apparente semplicità e povertà na-sconde un massimo di complessità, un massimo di tra-sformazione dell'uomo e della vita. La tua Parola creatricepuò essere annientata in ciascuno di noi, liberi di rifiuta-re il tuo dono che ogni giorno offri ai tuoi amici. Aiuta-ci a consegnarci senza riserve a te che ci parli. Così saraiancora tu a donarci agli altri, arricchendoci di tutte le ca-pacità necessarie per metterei al servizio dei fratelli».

(da G. Bevilacqua, La parola di P. Giulio Bevilacqua,1967, pp. 28-29)

~ Impegno

Oggi mi soffermo a riflettere sullo Spirito Santo, in-terprete della Scrittura: «Quando san Pietro confessa cheGesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, Gesù gli dice:"Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Pa-dre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). La fede è un do-no di Dio, una virtù soprannaturale da lui infusa. "Per-ché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia diDio che previene e soccorre, e gli aiuti interiori dello Spi-rito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apragli occhi della mente, e dia a tutti dolcezza nel consenti-re e nel credere alla verità"» (CCC 153).

~r =LE~T~T~U~R~A~D~E~L~T~E~ST~O~_

12. (2) Però, dovendo la sacra Scrittura essere letta einterpretata alla luce dello stessoSpirito mediante il qua-le è stata scritta", per ricavare con esattezza il senso deisacri testi, si deve badare con non minore diligenza alcontenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debitoconto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'ana-logia della fede. È compito degli esegeti contribuire,seguendo queste norme, alla più profonda intelligenzaed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinchémediante i loro studi, in qualche modo preparatori, ma-turi il giudizio della Chiesa. Quanto, infatti, è stato qui

9 Cfr. BENEDETTO xv, Enciclica Spiritus Paraclitus, 15 settembre 1920: EB

469. s. GIROLAMO, In Gai 5, 19-21: PL 26, 417A.

detto sul modo di interpretare la Scrittura, è sottopostoin ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adem-pie il divino mandato e ministero di conservare e inter-pretare la parola di Dio10.

adempimento in Cristo (nella triplice dimensione di con-tinuità, rottura, compimento e superamento)» (VD 40);

- non ci scandalizziamo di fronte alla violenza e al-l'immoralità talvolta contenute in alcune pagine oscuredella Bibbia, considerando «che la rivelazione biblica èprofondamente radicata nella storia e si adatta al livelloculturale e morale di epoche lontane» (VD 42);

- usando il criterio della «lettura credente della SacraScrittura», praticata fin dall' antichità nella tradizioneecclesiale, è possibile ovviare al rischio dell'interpreta-zione fondamentalista della Bibbia, ossia di «trattare il te-sto biblico come se fosse stato dettato parola per paroladallo Spirito Santo, non riconoscendo, invece, che la Pa-rola di Dio è stata formulata in un linguaggio e una fra-seologia condizionati da una data epoca» (VD 44);

- apprendiamo, infine, a «metterei in ascolto anchedegli interventi su queste tematiche da parte del Magi-stero e di chi ha vissuto veramente la Parola di Dio, ossiai Santi, la cui vita è un' autentica interpretazione del testosacro, essendosi lasciati plasmare dalla Parola di Dio, at-traverso l'ascolto, la lettura e la meditazione assidua. Met-tersi alla loro scuola costituisce una via sicura per intra-prendere un' ermeneutica viva ed efficace della Parola diDio» (cfr. VD 47.48.49).

Per quel che riguarda l'«analogia della fede», s'inten-de riflettere sulla necessità per gli esegeti e i teologi -come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica - di te-nere presente «la coesione delle verità della fede tra loroe nella totalità del progetto della Rivelazione» (n. 114):significa valutare l'adeguatezza degli strumenti interpre-tativi del testo sacro in funzione non solo della fede, maanche della Tradizione e del magistero della Chiesa, te-nendo conto che le verità di fede, asserite dalla parola di

ILJI Meditazione

La seconda parte di Dei Verbum 12, estremamente im-portante, è stata esplicitamente richiamata da BenedettoXVI, riproponendo all' attenzione degli studiosi l'ap-profondimento dei «tre criteri di base necessari per te-nere conto della dimensione divina della Bibbia: 1) in-terpretare il testo considerando l'unità di tutta la Scrit-tura (esegesi canonica); 2) tenere presente la Tradizioneviva di tutta la Chiesa; 3) osservare l'analogia della fede»(VD 34).

I tre punti sono legati l'uno all' altro e si rifanno allagrande tradizione della Chiesa, per la quale il papa espo-ne quanto segue: anzitutto, «impariamo a cogliere nel pas-saggio dalla lettera allo spirito anche l'unità di tutta laScrittura, poiché unica è la Parola di Dio [la persona diCristo] che interpella la nostra vita richiamandola co-stantemente alla conversione» (VD 39);

- diveniamo consapevoli delle relazioni tra l'Antico eil Nuovo Testamento, dal momento che «è evidente cheil Nuovo Testamento stesso riconosce, implicitamente edesplicitamente, l'Antico Testamento come Parola di Dioe, pertanto, accoglie l'autorità delle sacre Scritture del po-polo ebraico», interpretandole alla luce del «loro perfetto

lO Cfr. CONCILIO VATICANOI, op. cit., cap. 2: Dz 1788 (3007) [Collantes2016].

Dio in forme espressive e concetti culturali del tempo,per essere tradotte nell' oggi non debbono entrare in con-flitto fra di loro.

Solo in questo modo sarà possibile all'esegeta non ri-durre la Bibbia a un libro del passato (attraverso, ad esem-pio, un utilizzo inadeguato del solo metodo storico-criti-co), si avrà un'organica integrazione e complementaritàtra esegesi e teologia, e la sacra Scrittura sarà veramenteil riferimento di tutta la vita della Chiesa.

Infine, si esortano, perciò, gli esegeti a non conside-rarsi come liberi batti tori svincolati da qualsiasi legame,ma uomini e donne credenti, ai quali la Chiesa affida uncompito fondamentale, sottoponendo volentieri a lei ogniscoperta o novità affinché la fede di tutti riceva incre-mento e garanzia di verità.

I@I Preghiera

«Quando tu avrai conosciuto il Dio vero, avrai insie-me all'anima un corpo immortale e incorruttibile; ot-terrai il regno dei cieli, perché nella vita di questo mon-do hai riconosciuto il re e il Signore del cielo. Tu vivraiin intimità con Dio, sarai erede insieme con Cristo, nonpiù schiavo dei desideri, delle passioni, nemmeno dellasofferenza e dei mali fisici, perché sarai diventato dio. In-fatti, le sofferenze che hai dovuto sopportare per il fattodi essere uomo, Dio te le dava perché eri uomo. Però Dioha promesso anche di concederti le sue stesse prerogati-ve una volta che fossi stato divinizzato e reso immortale.

Cristo, il Dio superiore a tutte le cose, colui che ave-va stabilito di annullare il peccato degli uomini rifece nuo-vo l'uomo vecchio e lo chiamò sua propria immagine fin

dall'inizio. Ecco come ha mostrato l'amore che aveva ver-so di te. Se tu ti farai docile ai suoi santi comandi, e di-venterai buono come lui, che è buono, sarai simile a luie da lui riceverai gloria. Dio non lesina i suoi beni, lui cheper la sua gloria ha fatto di te un dio».

(da sant'Ippolito, La confutazione di tutte le eresie, cap. lO)

~ Impegno

Oggi mi soffermo a riflettere sull'interpretazione dellaScrittura alla luce del contenuto e dell'unità di tutta la Bib-bia: «Infatti, per quanto siano differenti i libri che la com-pongono, la Scrittura è una in forza dell'unità del disegnodi Dio, del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore aper-to dopo la sua Pasqua. "Il cuore di Cristo designa la SacraScrittura, che appunto rivela il cuore di Cristo. Questocuore era chiuso prima della passione, perché la Scritturaera oscura. Ma la Scrittura è stata aperta dopo la passio-ne, affinché coloro che ormai ne hanno l'intelligenza con-siderino e comprendano come le profezie debbano essereinterpretate" (san Tommaso d'Aquino)» (CCC 112.1).

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la "condiscendenza" della Sapienza divina

13. Nella sacra Scrittura dunque, restando sempre in-tatta la verità e la santità di Dio, si manifesta l'ammira-

bile condiscendenza dell'eterna Sapienza, «affinché pos-siamo apprendere l'ineffabile benignità di Dio e a qualpunto egli, sollecito e provvido nei riguardi della nostranatura, abbia adattato il suo parlare»11. Le parole di Dio,infatti, espresse con lingue umane, si san fatte simili alparlare dell'uomo, come già il Verbo dell'eterno Padre,avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fecesimile all'uomo.

11 S. GIOVANNI CRISOSTOMO, In Ceno 3,8 (orn. 17,1): PG 53,134. "Attem-peratio", in greco synkatdbasis.

Ricerca di Dio dell'uomo, la Rivelazione è annunciosconvolgente che in Cristo morto e risorto Dio è defini-

. tivamente entrato nella storia, ponendo in essa un fattoche rimane per sempre e che la supera enormemente. Nelmistero pasquale di Cristo, infatti, Dio risponde piena-mente all'antica preghiera dell'orante (cfr. Sal 4,2; 13,4;27,7) con il dono rinnovato di una Sapienza riversata nel-l'opera della creazione (cfr. Pr 3,19-20) e, più abbon-dantemente, in quella della redenzione (cfr. Ef 1,8-10);Sapienza eterna del Padre, Gesù Cristo è la via della pa-ce (cfr. Le 1,79), la verità che rende liberi (cfr. Gv 8,32),la vita che dona l'immortalità (cfr. 2Tm 1,10), rendendointima all'uomo la Sua presenza di consolatore, avvocatoe difensore (cfr. Gv 14,16) con il dono supremo del ven-to leggero dello Spirito (cfr. IRe 19,20), fino a dimora-re nelle case e nei cuori degli uomini (cfr. Rm 10,8,-10).

L'ineffabile benignità di Dio - come la chiamano iPadri della Chiesa - è capace di persuaderei a entrare confiducia nelle profondità del Mistero rivelato, invitando,nella Sua condiscendenza, ogni creatura ad allargare gli spa-zi della propria razionalità, fino a suscitare quella fede che,«mantenendo un adeguato rapporto con la retta ragione,non degeneri mai in fideismo e non rifiuti aprioristica-mente tutto ciò che eccede la sua misura» (VD 36).

Impariamo, dunque, dai Padri il loro approccio ese-getico alla sacra Scrittura, non dimenticando mai che,se vogliamo giungere allo Spirito, dobbiamo partire dal-la terra; l'utilizzo dei quattro sensi della Scrittura (lette-rale, allegorico, morale, anagogico), infatti, strettamentelegati l'uno all'altro e sostenuti dalla fede, possono anco-ra condurci dalla terra fino al Cielo.

Nella nostra lettura del testo sacro, perciò, riteniamoa mente la formula che ci giunge da una storia alla qua-

lùl Meditazione

L'ultimo numero di questo capitolo, introdotto da undunque, ci riconduce al mistero della Rivelazione di Dionella storia, illuminando fino alle estreme conseguenze ilrealismo dell'Incarnazione.

Nel Verbo fatto uomo (Gv 1,4) assistiamo, infatti, nonsolo all'adempimento del desiderio di Dio di rendersi ac-cessibile e sperimentabile (cfr. 1Gv 1,1-3), ma soprattut-to di riportare l'uomo nell'intimità del colloquio trini-tario.

Tra la domanda iniziale di Dio ad Adamo nel paradi-so terrestre, «Dove sei?» (Gen 3,9), e quella evangelica diPilato a Gesù flagellato, «Che cos'è la verità?» (Gv 18,38),alla quale non c'è risposta se non quella di una Parola chesi fa silenzio e volto sfigurato, si snoda la ricerca di Diodi un'umanità dispersa e avvolta nelle tenebre del pecca-to, assumendo su di sé, in un modo sconcertante, la fati-ca e il desiderio di quanti non si rassegnano all'inquie-tudine di un' esistenza vissuta senza senso e senza amore.

le apparteniamo, volendo trasmetterei «cose antiche e sem-pre nuove» (cfr. Mt 13,52):

«La lettera insegna i fatti (storia),l'allegoria che cosa credere (fede),il senso morale che cosafare (morale),l'anagogia dove tendere (tensione escatologica)» (VD 37).

I@I Preghiera

«,'Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (lSam 3,10)."lo sono il tuo servo; dammi luce per apprezzare quelloche tu proclami" (Sal 118,125). Disponi il mio cuore al-le parole della tua bocca; il tuo dire discenda come ru-giada. Dissero una volta a Mosè i figli d'Israele: "Parlacitu, e potremo ascoltarti: non ci parli il Signore, affinchénon avvenga che ne moriamo" (Es 20,19). Non così, lamia preghiera, o Signore. Piuttosto, con il profeta Sa-muele, in umiltà e pienezza di desiderio, io ti chiedo ar-dentemente: "Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta"(lSam 3, lO). Non mi parli Mosè o qualche altro profe-ta; parlami invece tu, Signore Dio, che ispiri e dai luce atutti i profeti: tu solo, senza di loro, mi puoi ammaestra-re pienamente; quelli, invece, senza di te, non giovereb-bero a nulla. Possono, è vero, far risuonare parole, ma nondanno lo spirito; parlano bene, ma, se tu non intervie-ni, non accendono il cuore; lasciano degli scritti, ma seitu che ne mostri il significato; presentano i misteri, masei tu che sveli il senso di ciò che sta dietro al simbolo;emettono ordini, ma sei tu che aiuti ad eseguirli; indi-cano la strada, ma sei tu che aiuti a percorrerla. Essi ope-rano solamente alI'esterno, ma tu prepari e illumini i cuo-ri; essi irrigano superficialmente, ma tu rendi fecondi; es-

,.si fanno risuonare delle parole, ma sei tu che aggiungi al-l'ascolto il potere di comprendere».

(dall'Imitazione di Cristo, Libro III, II,1)

~ Impegno

Oggi mi soffermo a riflettere sul fatto che «noi impa-riamo a pregare in momenti particolari, quando ascol-tiamo la Parola del Signore e quando partecipiamo al suomistero pasquale; ma è in ogni tempo, nelle vicende diogni giorno, che ci viene dato il suo Spirito perché facciasgorgare la preghiera. Linsegnamento di Gesù sulla pre-ghiera al Padre nostro è nella medesima linea di quellosulla provvidenza: il tempo è nelle mani del Padre; è nelpresente che lo incontriamo: né ieri né domani, ma og-gi: ''Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore" (Sal95,8)>>(CCC 2659).