Lettere e cartoline da e per il fronte (Guerra 15/18) o · Ottobre si ritorna in linea, la sera del...

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1 Lettere e cartoline da e per il fronte (Guerra 15/18) Due soldati della Parrocchia di Priosa d’Aveto di Sandro Sbarbaro Le peripezie dei nostri soldati sul fronte della guerra 15/18 furono molteplici e per la maggior parte sconosciute, data la poca alfabetizzazione delle nostre terre, e lincapacità dei nipoti di fissare su carta i racconti dei loro vecchi. Ci pare, pertanto, interessante proporre questo inedito che illustra al meglio, ed in maniera concisa, ciò che possono aver patito i valligiani della Val d’Aveto nel corso della Grande Guerra. Il documento è una testimonianza a futura memoria lasciata da Natalino Sbarbaro 1 di Giovanni e Rosa Cereghino. Faceva, forse, parte di documentazione presentata per ottenere la pensione di guerra. Ringrazio la fu Ersilia Sbarbaro di Natalino che mi ha permesso, nel corso delle mie scorribande culturali nei paesi della Parrocchia di Priosa, di far copia di questo ed altri documenti di famiglia e di darne un giorno divulgazione. SBARBARO NATALINO di GIOVANNI (nato Sbarbari nel 1889 - morì nel 1984) (1) Immagine tratta da Gruppo d’onore degli eroi caduti e dei reduci Comune di Rezzoaglio MCMXV MCMXVIII (2) Mostrine delle Brigate Basilicata (1) e Roma (2), a cui appartenne in tempi diversi Natalino Sbarbaro, tratte da: Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it ). Proponiamo l’inedito, scritto di pugno da Natalino Sbarbaro che era un contadino assai istruito per l’epoca. Sbarbaro Natalino Sbarbari N° 14 (scritto da altra mano) - Il giorno 2 Maggio 1916 mi presentai al distretto militare di Genova fui destinato al 92° Regimento 2 fanteria caserma Cernai 3 Torino, e li fui assegnato alla 12 a Compagnia. Verso la fine di Maggio l’offensiva Austriaca sul Trentino, a metà Giugno incirca io assieme a miei compagni eravamo sul monte Sumano a fare strade, trincee, e reticolati, dopo siamo andati più avanti sotto il monte Pria Forà, davanti al monte nominato Cimone zona di operazione, sempre lì abiamo (abbiamo) lavorato a fare trincee, fino la metà di Febbraio in circa, dell’anno 1917. 1 Natalino, detto dai paesani di Sbarbari u Natale, apparteneva alla famiglia degli Soppi, poi detta dei Monin, di villa Sbarbari. 2 Regimento, sta per Reggimento. 3 Cernai, sta per Cernaia.

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Lettere e cartoline da e per il fronte (Guerra 15/18) – Due soldati della Parrocchia di Priosa d’Aveto

di Sandro Sbarbaro

Le peripezie dei nostri soldati sul fronte della guerra 15/18 furono molteplici e per la maggior parte sconosciute, data

la poca alfabetizzazione delle nostre terre, e l’incapacità dei nipoti di fissare su carta i racconti dei loro vecchi.

Ci pare, pertanto, interessante proporre questo inedito che illustra al meglio, ed in maniera concisa, ciò che possono

aver patito i valligiani della Val d’Aveto nel corso della Grande Guerra.

Il documento è una testimonianza a futura memoria lasciata da Natalino Sbarbaro1 di Giovanni e Rosa Cereghino.

Faceva, forse, parte di documentazione presentata per ottenere la pensione di guerra.

Ringrazio la fu Ersilia Sbarbaro di Natalino che mi ha permesso, nel corso delle mie scorribande culturali nei paesi della

Parrocchia di Priosa, di far copia di questo ed altri documenti di famiglia e di darne un giorno divulgazione.

SBARBARO NATALINO di GIOVANNI (nato Sbarbari nel 1889 - morì nel 1984)

(1) Immagine tratta da Gruppo d’onore degli eroi caduti e dei reduci Comune di Rezzoaglio MCMXV –MCMXVIII

(2)

Mostrine delle Brigate Basilicata (1) e Roma (2), a cui appartenne in tempi diversi Natalino Sbarbaro, tratte

da: Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi

e comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it ).

Proponiamo l’inedito, scritto di pugno da Natalino Sbarbaro che era un contadino assai istruito per l’epoca.

Sbarbaro Natalino Sbarbari N° 14 (scritto da altra mano) -

Il giorno 2 Maggio 1916 mi presentai al distretto militare di Genova fui destinato al 92°

Regimento2 fanteria caserma Cernai3 Torino, e li fui assegnato alla 12a Compagnia.

Verso la fine di Maggio l’offensiva Austriaca sul Trentino, a metà Giugno incirca io assieme a miei

compagni eravamo sul monte Sumano a fare strade, trincee, e reticolati, dopo siamo andati più avanti

sotto il monte Pria Forà, davanti al monte nominato Cimone zona di operazione, sempre lì abiamo

(abbiamo) lavorato a fare trincee, fino la metà di Febbraio in circa, dell’anno 1917.

1 Natalino, detto dai paesani di Sbarbari u Natale, apparteneva alla famiglia degli Soppi, poi detta dei Monin, di villa Sbarbari.

2 Regimento, sta per Reggimento.

3 Cernai, sta per Cernaia.

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Dopo siamo tornati indietro e ci portarono a Rochette, e Pievene4, due paesi vicini, poco distanti da

Tiene5. Lì formarono un battaglione marciante che qua[l]che volta andai di scorta armata ai cariaggi che

portavano munizioni [ad] Arsiero.

Verso li ultimi giorni di Maggio ci mandarono a raggiungere 80° Regimento Fanteria che era in

trincea sul monte Maio6 a quota 1472 così dicevano e fui assegnato alla 1a sezione lancia torpedini7.

In circa verso la metà di Luglio si andava a riposo sopra Schio.

Alla metà circa di Agosto si prendeva la tradotta8 a Schio e ci portava a Palma Nuova, da lì si

andava a piedi a Santa Maria la lunga9, dopo circa 6 o 7 giorni coi camii (camions) ci portarono a Plava, così

dicevano che si chiamava questo piccolo paesetto, di lì a piedi fiancheggiando il fiume Isonzo abiamo

ragiunto (abbiamo raggiunto) li altipiani di Bainzizza dove era la grande offensiva Italiana, io insieme al mio

battaglione (battaglione). E anche 80° Regimento Fanteria a qui (a cui) appartenevo.

Verso la fine di Settembre si andava a riposo poco distante dalla trincea. Verso il giorno 20 di

Ottobre si ritorna in linea, la sera del giorno 22 mi mandarono dal commando per portare ordini alla mia

sezione, che la matina (mattina) del 2310 subivo cioè sono stato sotto il bombardamento Tedesco,

Austriaco 4 ore, il giorno 24 trovandomi in posti avanzati coi miei compagni, ordine di ritirarsi si (ci)

troviamo circondati, in circa 25 soldati cosa di può fare ci fanno prigionieri.

Ci portano a Lubiana a piedi, il 29 Ottobre ci fanno salire sopra una tradotta il 7 Novembre

ariviamo (arriviamo) al campo di concentramento di Dulmen in Vesfalia11 Germania.

Il giorno 24 Novembre ci portarono in una miniera di carbone a lavorare poco distante. In detta

miniera lavoravo di continuo fino il giorno 11 di Novembre 1918 giorno in cui la Germania fece l’armistizio.

Dopo da un campo di concentramento all’altro, il giorno di Natale mi trovavo a sieme (assieme) a

miei compagni al campo di concentramento Zudesfel vicino alla frontiera Ollandese (Olandese). Dopo due

giorni ci portarono nell’interno dell’Ollanda, dopo 15 giorni circa si (ci) siamo inbarcati (imbarcati) a

Rotterdan12 , dopo tre giorni siamo sbarcati Scianburg13 in Francia, e li siamo stati circa una settimana.

Di lì in partenza per l’Italia, siamo giunti a Pistoia verso il giorno 25 Gennaio 1919 lì ci anno

interogato (hanno interrogato) come siamo stati fatti prigioniere e poi mi anno (hanno) dato la licenza invernale,

e di presentarmi al 92° Regimento Fanteria caserma Cernaia Torino. Di lì ebbi la licenza illimitata il giorno

23 Lulio (luglio) 1919.

4 Pievene, sta per Piovene.

5 Tiene, sta per Thiene. È una cittadina che si trova all’imbocco della Val d’Astico, ai piedi dell’Altipiano d’Asiago.

6 monte Maio, sta per Monte Majo.

7 www.lagrandeguerra.net/ggmortai.html - si cita: «In una categoria a parte rientravano i tubi lanciaspezzoni, altrimenti noti come lanciatorpedini, che utilizzati dall'Arma di Fanteria, erano stati originariamente concepiti per l'apertura di corridoi nei reticolati». www.talpo.it/torpedine_bettica.html - si cita: «[la lancia torpedini] Nata per essere utilizzata contro i campi di filo spinato ed i reticolati. Veniva utilizzata in batterie da sei lanciatori e permetteva di saturare una vasta area di terreno con una cadenza fino a dieci colpi al minuto. Se ne conoscono 4 varianti per peso e lunghezza, ricavate da un unico tubo o formate da due tubi inseriti l' uno nell’altro (tipo composto).». 8 Tradotta, sta per treno militare.

9 Santa Maria la lunga, sta per Santa Maria la longa.

10 In quei giorni si assistette alla cosiddetta “Disfatta di Caporetto”.

www.cimetrincee.it – GIAN CARLO DE FERRARI, I giorni di Caporetto nella testimonianza dell’alpino Alfredo Balestracci, estrapolando, citiamo un passo del diario del Balestracci: «La notte del 22/23 ottobre ordine di ritirarsi senza nessun obiettivo e siccome la Conca di Plezzo aveva ceduto, il Monte Nero lo stesso, gli austriaci erano già a Occa e Caporetto, per noi non c’era che arrampicarci sul monte alle nostre spalle e riscendere a Borgogna tra Caporetto e Occa». 11

Dulmen in Vesfalia, sta per Dülmen in Vestfalia. 12 Rotterdan, sta per Rotterdam. 13

Scianburg, sta per Cherbourg.

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Elaborazione da Cartolina d’epoca – Batteria di Lancia Torpedini, tratta da www.cimeetrincee.it

Elaborazione da Cartolina in franchigia inviata dal soldato Brignole Enrico di Bartolomeo (Rezzoaglio)

Si ringrazia il sig. Dal Farra Fiorenzo per la gentile concessione

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Immagine tratta da www.Leonardo.it

Il teatro in cui operò, inizialmente, il fante Sbarbaro Natalino del 92° Reggimento Fanteria (Brigata

Basilicata), 12a Compagnia. Infatti, in un primo tempo, Natalino operò sull’Altipiano d’Asiago.

In seguito, assegnato all’ 80° Reggimento Fanteria (Brigata Roma), 1a Sezione Lancia Torpedini, fu trasferito

sull’Isonzo, verso l’Altipiano della Bainsizza, e vi rimase accorpato fino alla sua cattura con altri compagni e

alla prigionia nel campo di concentramento di Dülmen in Vestfalia (Germania).

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I tre fogli che compongono la testimonianza di Natalino Sbarbaro - Si ringrazia la figlia, la fu Ersilia Sbarbaro.

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APPENDICE

Confrontiamo ciò che sostiene Natalino Sbarbaro nei sui ricordi con documenti dell’epoca.

Primo passo preso in esame:

“Verso la fine di Maggio l’offensiva Austriaca sul Trentino14, a metà Giugno incirca io assieme a

miei compagni eravamo sul monte Sumano a fare strade, trincee, e reticolati, dopo siamo andati più avanti

sotto il monte Pria Forà, davanti al monte nominato Cimone zona di operazione, sempre lì abiamo

(abbiamo) lavorato a fare trincee, fino la metà di Febbraio in circa, dell’anno 1917”.

E a conferma di ciò un passo del diario del Generale Cadorna che illustra gli avvenimenti di fine maggio

1916, estrapolando:

« 31 maggio.

[…] Nella mattinata di ieri fu respinto un attacco nella zona di Campiglia. Più ad est l’intenso

concentramento di fuoco delle artiglierie avversarie obbligò le nostre truppe a sgombrare la posizione di

Monte Pria Forà. Un accanito contrattacco ci ridava il possesso delle contrastate posizioni. Tuttavia, per il

violento fuoco delle artiglierie nemiche, le nostre truppe ripiegarono leggermente sulle pendici meridionali

del monte.

Sull’Altipiano di Asiago i nostri sgombrarono Punta Corbin, ma contennero efficacemente la

pressione nemica lungo la rimanente fronte.

In Valle Sugana situazione immutata.

In Carnia e sull’Isonzo attività intermittente delle nostre artiglieria, più intensa nell’Alto But e nella

zona di San Martino.

Sono segnalate ardite irruzioni di nostri nuclei di fanteria contro le linee nemiche.

Firmato: CADORNA».

*****

14 In realtà la cosiddetta Strafexspedition, o Spedizione punitiva, era cominciata il 15 Maggio 1916. Guerra e prigionia anni 1915 – 1916 -1917 - Diario di Luigi Longin. Trascrizione curata da Diana SPEROTTO e Bruno BORIERO, Settembre 2014, pag. 6, estrapolando: «[…] fino al 15 Maggio giorno in cui il nemico cominciava la sua offensiva (Strafexspedition) con un bombardamento incessabile di tutti i calibri mentre i nostri artiglieri invece di aiutarci con i loro cannoni li smontavano tutti e avevano ordine di non sparare dall’ipocrita generale De Caurant (Felice De Chaurand de Saint Eustache – Chiavari <GE> 1857 – Sforzatica <Dalmine –BG> 1944)». Nel “Kronicon Anno Domini 1896 inceptum omnia ad maiorem Dei gloriam (In omnibus respice finem!)”, steso dal parroco, della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Priosa, Don Stefano Barbieri, pagg. 528-530, estrapolando si legge: «[…] 1916. […] Nella prima quindicina di maggio irruzione degli Austriaci tra l’Adige ed il Brenta. Occupano e devastano la parte della Provincia di Vicenza posta a nord ovest. Sui primi di giugno ricomincia da parte nostra la riconquista, con la graduale cacciata degli Austriaci. –».

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Elaborazione Cartolina celebrativa della Brigata Roma, formata dal 79° e 80° Reggimento fanteria

(www.cimeetrincee.it)

N.B. La cartolina presenta l’incongruenza di chiamare la Brigata Roma, Reggimento Roma.

Riguardo gli avvenimenti del Anno 1917 Natalino Sbarbaro cita:

«Verso li ultimi giorni di Maggio ci mandarono a raggiungere 80° Regimento Fanteria che era in

trincea sul monte Maio15 a quota 1472 così dicevano e fui assegnato alla 1a sezione lancia torpedini.

In circa verso la metà di Luglio si andava a riposo sopra Schio».

A conferma:

Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e

comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it), BRIGATA ROMA,

pagg. 78-80, estrapolando:

«ANNO 1916 - […] Il 25 giugno, all’inizio della nostra controffensiva la brigata svolge azioni tendenti all’occupazione di

Monte Majo che si susseguono per diversi giorni e con gravi perdite data la difficoltà del terreno; il 29 giugno il IV/79°

conquista la q. 1472 di Monte Majo che dista un centinaio di metri dalla vetta […]

[…] ANNO 1917 - Nessun avvenimento di notevole importanza deve segnalarsi per la «Roma» fino al 24 maggio, allorché il nemico tenta, con reparti scelti, numerosi attacchi contro le nostre posizioni della q. 1572 di M. Majo presidiato dal 79°, ma è sempre respinto con perdite. Il 13 luglio la brigata, ricevuto il cambio, si sposta nella zona di Schio per un periodo di riordinamento».

*****

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monte Maio, sta per Monte Majo.

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Ed ancora, Natalino Sbarbaro cita:

«Alla metà circa di Agosto si prendeva la tradotta16 a Schio e ci portava a Palma Nuova, da lì si

andava a piedi a Santa Maria la lunga17, dopo circa 6 o 7 giorni coi camii (camions) ci portarono a Plava, così

dicevano che si chiamava questo piccolo paesetto, di lì a piedi fiancheggiando il fiume Isonzo abiamo

ragiunto (abbiamo raggiunto) li altipiani di Bainzizza dove era la grande offensiva Italiana, io insieme al mio

battaglione (battaglione). E anche 80° Regimento Fanteria a qui (a cui) appartenevo».

A conferma:

Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e

comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it), BRIGATA ROMA,

pagg. 78-80, estrapolando:

«[…] Il 13 luglio la brigata, ricevuto il cambio, si sposta nella zona di Schio per un periodo di riordinamento, ed il 15

agosto si trasferisce prima nel territorio della 3a armata e poi in quello della 2a per partecipare alla imminente

offensiva. Il 27 giunge al ponte di Plava e di qui prosegue per Leupa (Vallone dello Avscech) per operare contro le linee

di q. 774 – q. 778 (Bainsizza) alla dipendenza della 64a divisione».

*****

Ed ancora, Natalino Sbarbaro cita:

«Verso la fine di Settembre si andava a riposo poco distante dalla trincea. Verso il giorno 20 di

Ottobre si ritorna in linea, la sera del giorno 22 mi mandarono dal commando per portare ordini alla mia

sezione, che la matina (mattina) del 23 subivo cioè sono stato sotto il bombardamento Tedesco, Austriaco

4 ore, il giorno 24 trovandomi in posti avanzati coi miei compagni, ordine di ritirarsi si (ci) troviamo

circondati, in circa 25 soldati cosa di può fare ci fanno prigionieri».

A conferma:

Ecco alcuni passi del diario del Generale Cadorna che illustra gli avvenimenti di fine ottobre 1917, che

riguardano il teatro di operazioni in cui agiva Natalino Sbarbaro, cioè “la fronte Giulia”

(www.cimeetriincee.it).

Estrapolando:

« 20 ottobre

Lungo la fronte attività di nostri reparti esploratori e consuete azioni delle opposte artiglierie

Firmato: CADORNA».

*****

« 21 ottobre.

[…] Sulla fronte Giulia le artiglierie nemiche mostrarono una certa irrequietezza; le nostre controbatterono

con raffiche bene aggiustate ed eseguirono qualche efficace concentramento di fuoco.

[…] Firmato: CADORNA»

*****

« 23 ottobre.

[…] Su diversi tratti della fronte Giulia la lotta delle artiglierie continuò intensa durante l’intera giornata.

[…] Firmato: CADORNA»

*****

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Tradotta, sta per treno militare. 17

Santa Maria la lunga, sta per Santa Maria la longa.

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« 22 ottobre.

Nella giornata di ieri non si ebbero azioni di fanteria.

La lotta delle artiglierie, mantenutasi viva su tutta la fronte, fu particolarmente notevole nelle zone

di Plezzo e di Tolmino e a sud del Vippacco.

[…] Firmato: CADORNA»

*****

«24 ottobre.

L’avversario con forte concorso di truppe e di mezzi germanici, ha effettuato, a scopo offensivo, il

concentramento di numerose forze sulla nostra fronte.

L’urto nemico ci trova saldi e ben preparati.

Nella scorsa notte l’intensificato tiro su alcuni punti della fronte Giulia e un violento

bombardamento con largo impiego di proiettili a gas speciali fra il Rombon e la regione dell’Altipiano di

Bainsizza, hanno segnato l’inizio dell’atteso attacco nemico. Ad oriente di Gorizia e sul Carso, la situazione

è immutata.

Dieci velivoli nemici vennero, durante la giornata di ieri, abbattuti o costretti ad atterrare dai nostri

aviatori.

Firmato: CADORNA»

*****

«25 ottobre.

Ieri mattina, dopo alcune ore di sosta l’avversario riaprì su tutta la fronte violento fuoco d’artiglieria, che

assunse carattere di tiro di distruzione fra le pendici a sud del Rombon e la regione settentrionale

dell’Altipiano di Bainsizza sul quale tratto poscia, forti masse di fanteria vennero lanciate all’attacco delle

nostre posizioni.

La stretta di Saga resistè all’urto nemico, ma più a sud, favorito dalla fitta nebbia che rendeva nulli

gli effetti del nostro tiro di sbarramento, l’avversario riusciva a superare le nostre linee avanzate sulla

sinistra dell’Isonzo, e valendosi degli sbocchi offensivi della sua testa di Ponte di Santa Maria18 e di Santa

Lucia, portava il combattimento sulla riva destra del fiume.

Contemporaneamente poderosi attacchi sferrati ad ovest del Volnik (Altipiano di Bainsizza) e sulle

pendici occidentali del Monte S. Gabriele, venivano respinti dalle nostre truppe, che, in successivi

contrattacchi, tolsero al nemico alcune centinaia di prigionieri.

Potenti azioni di fuoco svolte dall’avversario sul Carso, furono da noi efficacemente controbattute.

Firmato: CADORNA».

*****

«26 ottobre.

L’offensiva nemica, contro la nostra ala sinistra della fronte Giulia, alimentata da poderose masse,

ha continuato nella notte sul 25 e nelle giornata di ieri con estrema violenza.

Dal Monte Maggiori fino ad ovest di Auzza abbiamo ripiegato sulla nostra linea di confine.

In conseguenza di tale ripiegamento dovemmo provvedere allo sgombero dell’Altipiano di

Bainsizza.

Ad oriente di Gorizia e sul Carso, la situazione è immutata.

Dieci velivoli nemici vennero, durante la giornata di ieri, abbattuti o costretti ad atterrare dai nostri

aviatori.

Firmato: CADORNA».

18 Santa Maria la longa, luogo citato da Natalino Sbarbaro, nella sua memoria sui fatti.

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Ad ulteriore conferma:

Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e

comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it), BRIGATA ROMA,

pagg. 78-80, estrapolando:

«Il 22 ottobre, in previsione di un’offensiva nemica, la brigata si schiera sulla linea arretrata di resistenza Na Gradu –

Veliki – Veh (Selo) fondo valle Siroka Niiva ed il 24, iniziatosi il bombardamento nemico seguito dall’attacco delle

fanterie, la «Roma» resiste tenacemente sul tratto assegnatole, ma il 25, la situazione creatasi sulla fronte dell’alto

Isonzo consiglia il ripiegamento dall’Altopiano della Bainsizza ed essa è destinata a proteggerlo ritirandosi per

ultima. Assolve con saldezza e tenacia ammirevoli tale compito: il 79° si sacrifica quasi completamente sulla posizione

del Veliki e del Na Gradu, fino a che la brigata, premuta da forze sempre crescenti, ripiega su Auzza ove combatte

l’intera giornata ed il 26, i suoi resti, ridotti a circa 300 uomini, tentano una nuova resistenza sul costone di Loga e

quindi, pel ponte di Canale e Liga raggiungono Cividale».

******

Ed ancora Natalino Sbarbaro cita:

«Ci portano a Lubiana a piedi, il 29 Ottobre ci fanno salire sopra una tradotta il 7 Novembre

ariviamo (arriviamo) al campo di concentramento di Dulmen in Vesfalia Germania.»

Ecco la mappa della Germania, ove si nota la città di Dülmen.

elaborazione da traccia cartina wikipedia (www.wikipedia.it)

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Riguardo le operazioni della Grande Guerra 15/18 e i soldati prigionieri della Parrocchia di Priosa. SANDRO SBARBARO: I caduti dei comuni di Rezzoaglio e di Santo Stefano d’Aveto nella grande guerra 1915/18 «Chi non è buono per il Re non lo è nemmeno per la Regina» tratto dal sito www.valdaveto.net , pagg. 68-69, estrapolando: «Nel “Kronicon Anno Domini 1896 inceptum omnia ad maiorem Dei gloriam (In omnibus respice finem!)”, steso dal parroco, della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Priosa, Don Stefano Barbieri, pagg. 528-530, estrapolando si legge: […] 1916. […] Nella prima quindicina di maggio irruzione degli Austriaci tra l’Adige ed il Brenta. Occupano e devastano la parte della Provincia di Vicenza posta a nord ovest. Sui primi di giugno ricomincia da parte nostra la riconquista, con la graduale cacciata degli Austriaci. – Il 15 agosto è caduto sul campo dell’onore un altro parrocchiano, il soldato Antonio Repetti fu Antonio (dei tangardin) di Mandriole.

1917. […] Oggi 9 giugno circa le ore 10 e minuti 20 passò altissimo sopra la Chiesa di Priosa un aeroplano con direzione Montebruno – Chiavari (o Spezia?) […] Annata abbondante di fieno e patate – mediocre raccolto granaglie – Anno disgraziato: disfatta militare a Plezzo e Caporetto: perdita del Veneto fino alla linea del Piave: un’intera armata (la 2a prigioniera): prezzi altissimi dei viveri e scarsità dei medesimi: “ Vino ordinario al litro da £. 1.00 a £. 2 “ Olio d’olivo al litro da £. 6.00 a £. 11 “ Petrolio (fino a £. 2.50) – (introvabile) “ Riso da £. 100 a £. 130 e più il quintale “ Pasta ordinaria a £. 1.10 e più al chilo “ Non si trova farina gialla per polenta “ Stoffe a prezzo triplicato “ Calzature – scarpe al paio da £. 45 a 50, a 60 e 70 lire “ Formaggio da £. 10 a £. 15 e 17 il chilo e più, se bene stagionato.

- Tre prigionieri degli austro-tedeschi e 4 soldati di cui non si ha notizia. - [N.B. I tre prigionieri potrebbero essere individuati in Sbarbaro Natalino e Sbarbaro Vittorio di Villa Sbarbari, ed altro

soldato; i 4 soldati di cui non si ha notizia in Sbarbaro Agostino e Sbarbaro Benedetto di Villa Sbarbari, in Cordano Luigi di Ca’ de Bertè e Biggio Domenico di Cardenosa].

Sono venute a rinforzare il nostro esercito divisioni ed artiglierie francesi ed inglesi».

************

La corrispondenza intercorsa fra la famiglia di Natalino Sbarbaro e i suoi parenti.

SANDRO SBARBARO: I caduti dei comuni di Rezzoaglio e di Santo Stefano d’Aveto nella grande guerra 1915/18 «Chi

non è buono per il Re non lo è nemmeno per la Regina» tratto dal sito www.valdaveto.net, pagg. 85-86:

«[…] A proposito di Sbarbaro Vittorio di Giovanni e Maddalena, pubblichiamo alcune trascrizioni di Cartoline in franchigia che avevamo a suo tempo, frettolosamente, ricopiato su un quadernetto d’appunti. Sono estrapolazioni tratte dalle Cartoline in franchigia, pertanto potrebbero presentare alcune incongruenze con l’originale; per maggior comprensione si è adottata la punteggiatura per rendere più fluido il discorso. Sono la corrispondenza che la famiglia di Sbarbaro Antonio detto Toni scambia col soldato e col fratello Sbarbaro Natalino che si trovano al fronte. Sbarbaro Antonio era nato a New York nel 1884 circa e morì forse a Sbarbari nel 1923 in seguito a malattia contratta in guerra.

Sbarbaro Natalino era nato a Sbarbari nel 1889 e morì nel 1984, nella Guerra 15/18 finì prigioniero in Germania. Nella Cartolina del 1° Gennaio 1917 si fa riferimento esplicito al soldato Sbarbaro Vittorio con la frase “Ti saluta il Vittorino della Madalena, è di nuovo tornato a destinazione”, in altre a suo fratello Emilio citato come “il Miglio della Madalena”. Si ringrazia la signora Ersilia Sbarbaro del fu Natalino e di fu Virginia Sbarbaro che gentilmente ce le mise a disposizione, anni fa.

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«19 – 11- 16 Natalino parlato con la Luigia, un anno il garzonetto vuole 100 Lire e un paio di scarpe nuove - cene daremo 90» «26 – 12 - 16 Ricevi saluti da Pipino e suoi fratelli, dal Landin [Sbarbaro Agostino] e dal Giovanni di Mesture [Giovanni

Biggio di Calzagatta della famiglia dei Mesturino] e dal Repetto [Repetto Agostino di Antonio della famiglia dei Tidella o Schidella] e dal Sciabo [Giuseppe Repetti di Agostino di Codorso della famiglia degli Agostinetto] e dal cugino Sbarbaro Antonio». «1 Gennaio 17 - Ti saluta il Vittorino della Madalena è di nuovo tornato a destinazione» «17 gennaio 1917- Dopo 8 giorni di malattia è morto Baciollo [Sbarbaro Gio Batta fu Antonio, nato a Sbarbari il 28-2-1835 e morto il 14-1-1917]

il 17 il figlio Cirillo [Sbarbaro Antonio, nato a Sbarbari nel 1876 e morto nel 1939] ci ha fatto la cascia [cassa da morto]. Ti saluta la Luigia – Il Dria della Mascina19 [Andrea Sbarbaro fu Antonio e Tommasina Biggio] che è in licenza, Il Tognetto [Sbarbaro Antonio della famiglia degli Stecche di Villa Sbarbari], il Miglio della Meri è per mare a soldato, il Miglio della Maddalena [Emilio Sbarbaro di Giovanni e Maddalena Perazzo] si trova a Cormon [la cittadina di Cormons]». «21-1-1917 – Grano seminato 50 Kg… Si comincia a sentire la fame ne merga [melica], ne zucchero…» «25 marzo 1917 Il Rochino [il taglialegna] non paga… 21-22-23 e …… non si possono seminare le patate… il guadagno è poco e il resto e [è] caro non si sa più cosa mangiare». «11-4-17 Il Gusto della Luigia è in licenza per 3 giorni, Il Landino per 4 giorni, il Luigino delle Noci [Luigi Repetti di Noci, il

mugnaio di Priosa] …. La Maddalena ti saluta, suo figlio Emilio [detto dai paesani Milliottu] è malato di polmonite e si trova all’ospedale militare di Brescia». «3-5-1917 Pipino di Catagino [Giuseppe Repetti della Famiglia dei Cattagin di Brugnoni, faceva il mugnaio ed esercitava come

campanaro nella chiesa parrocchiale di S. Gio Batta di Priosa] Saluta, il Miglio della Madalena è meglio e sta a letto» «5-9-17 … il Gusto della Luigia [ha fatto] domanda nei bombardieri». L’indirizzo di altra cartolina ci svela a quale arma appartenesse Sbarbaro Antonio, detto Tony: «11/7/17 Sbarbaro Natalino 80° Reggimento Fanteria 1a Sezione Lancia Torpedini – Zona di Guerra a Sbarbaro Antonio 2° Reggimento Genio 182 Compagnia 72° Battaglione – Zona di Guerra» Interessante ci pare riportare questa lettera inviata dalla cugina Maria Boitano. Ricordiamo che Sbarbaro Giovanni fu Antonio, detto Bucciu, nato a Sbarbari nel 1841, padre di Antonio e Natalino, appartenente alla famiglia dei “Soppi”, o “Zoppi”, aveva sposato Cereghino Rosa Caterina, nata nel 1853 a Favale di Malvaro, detta Bindolina: «Favale 16 Dicembre 1916 Maria Boitano cugina E [è] venuto tuo fratello in licenza lo a [ha] incontrato la Cesira ai Piani di Malvaro. Parte Davide il 22 del corente [corrente]. Alla riforma a [ha] fatto bello, nel mentre che lo misuravano e [è] caduto in terra e la faceva da morto, dopo dieci minuti un soldato li dice alzatevi siete riformato, allora siè [si è] alzato, li desse [disse] non o [ho] più niente e così lanno messo abile [l’hanno fatto abile] e adesso adapartire [ha da partire] ma tanti altri no [non] solo lui. A [ha] scritto tuo zio Angelo a tua nona [nonna]. E [è] venuto in licenza il fratello di Metirde [Matilde] esso e Sargente [è Sergente] ma sta molto bene. Ai quattro dicembre anno [hanno] dato sepoltura a mio padre.»

A proposito del soldato Vittorio Sbarbaro di Giovanni, la signora Ersilia Sbarbaro di Natalino, così mi confidò, anni fa… «Vitturin Sbarbaro figlio di Giovanni detto Giuanottu, era detto u Turella ossia il Torello. Morì di fame in un campo di prigionia in Albania. Si dice che scrivesse: Cara madre, se non vi scrivessi più fatevi coraggio!».

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Andrea Sbarbaro, detto Dria di Mascinn-e, era mio nonno.

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Riguardo al fratello di Sbarbaro Natalino, ossia Sbarbaro Antonio, detto Toni, nomignolo

italianizzato perché Antonio era nato in America, indi sarebbe stato, più correttamente, Tony. SANDRO SBARBARO: I caduti dei comuni di Rezzoaglio e di Santo Stefano d’Aveto nella grande guerra 1915/18 «Chi non è buono per il Re non lo è nemmeno per la Regina» tratto dal sito www.valdaveto.net, pagg. 242-252, estrapolando

cita:

SBARBARO ANTONIO di GIOVANNI (nato a New York classe 1884 – morto nel 1923)

Immagine tratta da Gruppo d’onore degli eroi caduti e dei reduci Comune di Rezzoaglio MCMXV –MCMXVIII

Mostrine tratte da: http://www.fronteitaliana.it/Uniformi/Sinottico_mostrine3.html

Il soldato Sbarbaro Antonio di Giovanni e Catterina Rosa Cereghino20, appartenente alla Famiglia dei Zoppi, poi Monin, di Villa Sbarbari, era nato a New York dove erano emigrati i genitori, morì in seguito a malattia contratta al fronte nel 1923 circa.

Pubblichiamo alcuni documenti che riguardano la corrispondenza fra il soldato Antonio Sbarbaro, detto Toni, la famiglia e gli amici, gentilmente messi a disposizione, anni fa, dalla signora Ersilia Sbarbaro di Natalino, di Villa Sbarbari, Parrocchia di Priosa:

20 Nel REGISTRO DI POPOLAZIONE (Parrocchia di Priosa), presumibilmente dell’Anno 1871 e sue aggiunte, che si trova nell’Archivio

storico del Comune di Santo Stefano d’Aveto, si legge:

«Casa Sbarbori, Via Priosa, Casa N° 39 Zoppi N°4 , Foglio di Famiglia N° 70 1 Sbarbaro Gio Batta fu Antonio, m., Capo, Contadino, Luogo della nascita Sbarbori, Data della nascita 1836, marito di Repetti Maria, Luogo del domicilio Legale S. Stefano d’Aveto, Luogo di residenza o abitazione Sbarbori; 2 Repetti Maria di Antonio, f., moglie, ………….., Luogo della nascita “ , Data della nascita 1840, moglie di Gio Batta, idem, idem; 3 Sbarbaro Giovanni fu Antonio, m., fratello, Contadino, Luogo della nascita Sbarbori, Data della nascita 1841, marito di Cereghino Caterina Rosa, Luogo del domicilio Legale S. Stefano d’Aveto, Luogo di residenza o abitazione Sbarbori; 4 Sbarbaro Simone fu Antonio, m., fratello, Contadino, Luogo della nascita Sbarbori, Data della nascita 1847, Celibe, Luogo del domicilio Legale S. Stefano d’Aveto, Luogo di residenza o abitazione Sbarbori; 5 Repetti Maria di Giovanni, f., madre, ………….., Luogo della nascita “ , Data della nascita 1819, Vedova, idem, idem; 6 Sbarbaro Giulia di Gio Batta, f., Figlia, “ , Luogo della nascita Sbarbori, Data della nascita 28 marzo 1867, Celibe, Luogo del domicilio Legale S. Stefano d’Aveto, Luogo di residenza o abitazione Sbarbori; 7 Cereghini Cattarina Rosa di Giovanni, f., cognata, “ , Luogo della nascita “ , Data della nascita 1853, Luogo del domicilio Legale S. Stefano d’Aveto, Luogo di residenza o abitazione Sbarbori; 7 Cereghini Cattarina Rosa di Gio:, f., cognata, “ , Luogo della nascita “ , Data della nascita 1853, moglie di Gio:, Luogo del domicilio Legale S. Stefano d’Aveto, Luogo di residenza o abitazione Sbarbori; 8 Sbarbaro Maria di Gio:, f., nipote, “, Luogo della nascita ……………….., Data della nascita 1° Febbraio 1876, ….. , Luogo del domicilio Legale ………………….., Luogo di residenza o abitazione ……………..; 9 Sbarbaro Antonio di Gio Batta, m., Figlio, “ , Luogo della nascita …………………., Data della nascita 20 Giugno 1876, ….. , Luogo del domicilio Legale ……………, Luogo di residenza o abitazione …………………; 10 Sbarbaro Carmilio (?) di Giovanni, m., nipote, “ , Luogo della nascita “ , Data della nascita 29 marzo 1877, ….. , Luogo del domicilio Legale …………….., Luogo di residenza o abitazione …………….; N.B. Ovviamente non compare nel REGISTRO DI POPOLAZIONE (Parrocchia di Priosa), presumibilmente del 1871 e sue aggiunte, il soldato Sbarbaro Antonio detto Toni, che i coniugi Sbarbaro Giovanni di Gio Batta e Cereghino Caterina Rosa ebbero a New York nel 1884, nel corso di un periodo d’emigrazione in America.

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Cartolina inviata da Priosa d’Aveto il 25-09-1916

Foto Antonio Fasce – Molini a Rezzoaglio – Edizioni B. Celle - Cabanne21

Al soldato Sbarbaro Antonio 2° Genio 7

a Compagnia

Alba Ricevi un saluto dal tuo aff.mo Amico Sbarbaro Gio Maria detto Landin Li 24-9-1916

21 A proposito dell’istituzione di altra Fiera a Cabanne, estrapolando dal Registro “Deliberazioni di Consiglio 27 Settembre 1917 - 1915 - 16 - 17- 18 -19 -20 -1921 -22- 23 -24 -25”, che si trova nell’Archivio storico del Comune di Santo Stefano d’Aveto, può essere utile conoscere quanto segue: «Istituzione di fiere a Cabanne ed al Capoluogo (Sedute 24-4-1918). Il Consiglio sentite le proposte ampiamente svolte dai Consiglieri Cella Tomaso per l’istituzione di una nuova fiera da tenersi a Cabanne il 25 ottobre di ogni anno, e Pareti Adolfo per l’abolizione della fiera d’Agosto detta della Madonna di Guadalupe ed istituzione di una nuova da tenersi il 4 settembre di ogni anno; nulla trovando in contrario, ad unanimità di voti - Delibera di approvare l’istituzione delle fiere da tenersi nel Capoluogo il 4 settembre e nella frazione di Cabanne il 25 ottobre d’ogni anno a spese del Comune. A questo scopo alla Categ. 3 del Capo 1° del Bilancio 1919 sarà stanziata la somma di £ 90 e per quest’anno la spesa si erogherà dalle impreviste. Il Sindaco è incaricato di far pubblicare la presente per un mese nei comuni finitimi.»

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Cartolina postale inviata da Parazzuolo del 10-11-1916

Al soldato Sbarbaro Gio Batta22 2° Genio 181 compagnia Bataglione (Battaglione) 72, 49 ma Divisione Zona di guerra

Li 10 – 11 – 16 (?)

Fratello carissimo Con questa mia cartolina ti do notizie del mio buono stato di salute e così voglio sperare che sarà di te Ti noto che mi trovo a casa in licenza e padre e madre stanno bene Caro fratello ti prego di stare allegro e di volermi dare sempre tue notizie e appena ricevi questa mia cartolina ti prego a volermi fare una pronta risposta. Altro per il momenti (momento) non o (ho) che salutarti io insieme a padre e madre Ricevi un caldo bacio da chi sempre ti ricorda Tuo fratello affezionatissimo Natalino

22 Probabilmente il soldato Antonio Sbarbaro, aveva anche un secondo nome, ossia Gio Batta.

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Lettera dell’amico Sbarbaro Tonietto (Famiglia degli Stecche) al soldato Sbarbaro Antonio, detto Toni - 1917 22-1- 917 Carissimo Amico

Ho ricevuto la tua gentil cartolina e non tipuoi (ti puoi) immaginare quanto mi ha commosso il conoscimento che tu non ti dimentichi degli amici, ma che anzi ne serbi un caro ricordo. Io sono un po’ troppo trascurato, ciò è vero, ma il cuor mio è sempre lo stesso e la lontananza degli amici invece di farlo affreddare (rafreddare) d’affetto lo rinvigorisce, stanne certo.

Dunque se non scrivo ne a te ne agli altri è perché sono un gran poltrone, ma non perché sia un facile dimenticatore. Ebbene, caro Toni come te la passi la vita?

Io spero bene e del resto che vuoi ci vuol pazienza e con la pazienza e con la costanza che si sorpassano anche i più grandi ostacoli. Fatti dunque animo e pensa alla verità del detto: Animo forte vince cattiva sorte …..

Il primo inizio della nascita dei mortali è un forte pianto, l’ultimo è una lagrima ossia l’ultimo segno della sua dipartita da questa misera valle di lagrime, per cui bisogna farsi coraggio e tener il cuore in alto …

La tua sorte sarà certo meno dolorosa e ti peserà meno se penserai che non sei il solo a condurla, ma miglia miglioni (migliaia e milioni) trovansi in tue condizioni e forse in condizioni peggiori23.

Coraggio dunque e rassegnazione. La tua famiglia gode buona salute, tua mamma anzi qualche sera veglia qui con noi e credilo la vedo volentieri

come se fosse di mia famiglia. Mi ha dato incarico per la meliga e il grano e credilo farò come se fosse per me. Se ne troverò per me ne troverò anche per lei. Sta tranquillo a riguardo tanto di tuo padre come di tua madre che se avranno bisogno in qualsiasi modo mi dispiacerà se non me lo diranno tanto a me che alla mia famiglia. Se ai (hai) occasione di vedere tuo cugino Bacin me lo saluterai tanto e ci (gli) dirai che si faccia coraggio. Landin sta bene e mi scrisse ancor questa sera così mio fratello Tassin e il Moro –

Sta sano abbiti riguardo e sta allegro Ricevi una affettuosissima stretta di mano dal tuo indimenticabile Amico Tonietto

[P.S.] Primo ti ricorda sempre e ti saluta Lettera dell’amico Sbarbaro Giovanni detto Landin al soldato Sbarbaro Antonio - 1917 S. S…o li 9 -2 -1917

Caro Amico Antonio, Oggi ricevette (ricevetti) la tua desiderata cartolina dove intesi che tu ti trovi in buona salute come al presente è dime (di me).. Caro amico Antonio mi dispiace che mi dici che tu miai (mi hai) mandato una lettera col (con la) quale mi dicevi che mincaricasse (mi incaricassi) riguardo allesonero (all’esonero) cioè se ciai (ne hai) diritto. Caro amico mi dispiace dirtelo che io non o (ho) ricevuto niente appena putro (potrò) farò ciò che mi dici caro amico ti faccio sapere che sono quasi sempre di guardia alle polveriere e ci stammo (stiamo) quasi sempre otto giorni senza smontare e poi si sta un giorno in quartiere e poi di nuovo si monta di guardia sempre quasi per otto giorni esequtivi (consecutivi), non ti puoi in maginare (immaginare) il freddo che si prende speriamo che cambierà perché andiamo verso la primavera. Caro amico appena ciavro (avrò) un minuto di tempo cioè un po di libertà a dempiro (adempirò) ciò che devo fare e poi ti farò sapere ciò che mianno (mi hanno) detto cioè se ciai (gli hai) scritto e se è stato approvato (approvata) questa legge perche (perché) io lo (l’ho) veduta sopra il giornale ma però non mi sono in caricato (incaricato) se è stata approvata cioè questo decreto. Caro amico Antonio peradesso (per adesso) non miresta (mi resta) che di vero cuore di salutarti sono e saro (sarò) sempre il tuo affezionatissimo Amico Sbarbaro Giovanni detto Landin

23 Facile dire all’amico che è al fronte di farsi coraggio e che d’altro canto non è da solo a condividere una triste sorte, quando si sta al paese fuori dal pericolo…

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Cartolina dell’amico Sbarbaro Giovanni detto Landin al soldato Sbarbaro Antonio - 1917

Cartolina: Edit. Brunner & C., Como. Stab. eliografico italiano.

Sbarbaro Antonio Soldato 2° Genio 182a Comp[agnia] 8a Divisione Zona di Guerra Ricevi i più distinti saluti dal tuo Amico Sbarbaro Giovanni detto Landin Il mio nuovo indirizzo è questo 90° Reggimento, 15 Compagnia Villa Carlo Rapallo Li 6 - 3- 1917

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Lettera della madre Cereghino Rosa, detta Bindolina, al soldato Sbarbaro Antonio, detto Toni – 1917

Il 5 - 7 -1917 Carissimo figlio Io vengo in riscontro delle tue graditissime cartoline e intesi lo stato di tua salute cio (ciò) segue di noi due. Caro figlio ti prego a farmi sapere se ai (hai) ricevuto le carte per la licenza che io non o (ho) più saputo niente perche (perché) il sindaco a scrito (ha scritto) di averla spedita il giorno 8 giugno ti noto pure che il giorno 2 luglio anno (hanno) di nuovo fatto l’inceta (l’incetta) del bestiame alle Cabane (Cabanne) e di 7 vache ne prendevano una e quelli che non ne avevano 7 si asociavano (associavano) insieme e a quello che ci dava la bestia ci davano lire 15 per bovina noi ne abiamo (abbiamo) solo due, perche (perché) le altre sono ancora vitelle in bocca e cia (ci ha) portato la figlia della bruneta (Brunetta) ma non lano (l’hanno) voluta prendere perche (perché) ancora vitella e cosi (così) sie asociato (si è

associato) con la madre del Colombo delle Cabane (Cabanne) e aspeso (ha speso) lire 15 solo perche sai che nel paese non sie (si è) potutto (potuto) andare dacordo (d’accordo) ma se va a cosi (così) bisognera (bisognerà) venderle perche è posibile (impossibile) segare il fieno per questo inverno Altro non o (ho) che salutarti divero (di vero) e sincero cuore co (con) a sieme (assieme) al padre e ricevi i saluti da amici e parenti con una fremente stretta di mano dalla tua indimenticabile madre Cereghino Rosa. A Casa Sbarbari24 bovine ne anno (hanno) preso 1 Maria Tognolo25, 1 al Mascina26, 1 al Bombetta27, 1 al cogino (cugino) Antonio28, 1 al Berto, 1 al Carlucio29, 1 al Gobetto30, 1 al Moro31 e li altri si sono asociati (associati).

24 Così si chiamava anticamente il paese di Sbarbari, Parrocchia di Priosa d’Aveto. 25 Maria Emilia Sbarbaro figlia di Antonio Sbarbaro, detto Tugnollu, della famiglia dei Caregà di Villa Sbarbari. 26 Antonio Sbarbaro, detto Tognu, figlio del fu Andrea Sbarbaro, detto Drietta, morto a Roma in via Tomacelli, e della vedova Tommasina Biggio, detta Mascina. Antonio Sbarbaro, detto Mascina, era mio bisnonno paterno, padre di nonno Andrea Sbarbaro detto Dria. Anticamente, laddove una famiglia si reggeva sul matriarcato, di una donna rimasta vedova in giovine età, la famiglia prendeva il

soprannome dal nomignolo, o nome, della vedova. Così in questo caso da Tommasina, detta volgarmente Mascina. 27 Bombetta era l’appellativo di mio bisnonno paterno, Gio Batta Sbarbaro, detto Baccin o Bumbetta, papà di nonna Clementina.

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Cartolina da Genova dell’amico Biggio Domenico ad Antonio Sbarbaro, detto Toni - 1917

Soldato Sbarbaro Antonio 2° Reggimento Genio 182a Compagnia 72 Battalione (Battaglione) 43 Divisione Zona di Guerra Genova li 13/5/1917 Carissimo Amico Tinvio (T’invio) la presente cartolina, speranzoso di trovarti in buona salute, come segue di me e della mia Famiglia, come d i tutti i comuni Amici. Per adesso mi trovo ancora a casa esonerato. Ricevi i miei più sinceri saluti colla ferma speranza di rivedersi presto, tuo affezionatissimo amico Biggio Domenico

28 Il cogino Antonio: era Antonio Sbarbaro di Gio Batta della Famiglia dei Munin, detto volgarmente Cirillu. Zio di mio padre Antonio avendo sposato Maria Sbarbaro, sorella di mio nonno Andrea, e figlia del Mascina. 29 Carlucio: era Sbarbaro Carlo di Agostino fu Carlo e fu Sbarbaro Rosa, detto Carluccio, della famiglia dei Cascinè di Villa Sbarbari 30 Gobeto: era Sbarbaro Gio Battista fu Carlo, detto Gobbetto, sposò Boitano Angela ed ebbero una figlia, Maria Natalina Sbarbaro. 31 Moro: era Sbarbaro Agostino G.B., fu Giovanni Battista del fu Agostino, detto Stecca e fu Garbarini Serafina (di Costafinale), detto volgarmente u Moru, della famiglia degli Stecche di Villa Sbarbari. Suoi fratelli furono Antonio Sbarbaro, detto Tonietto, Sbarbaro Giovanni detto Giuanetta, Sbarbaro Gio Battista detto Tassin, e Sbarbaro Luigia. Ricordiamo che i fratelli Tognetto o Tonietto, Tassin e Moro, sono citati nella lettera inviata dal Sbarbaro Antonio, detto Tonietto, figlio dello Stecca, a Sbarbaro Antonio detto Toni (per via delle sue origini americane).

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Lettera del fratello Natalino al soldato Antonio Sbarbaro, detto Toni

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Zona di guerra 8/7/17 Carissimo fratello Rispondo alla tua cartolina in data 2 corrente mese dove con sommo piacere sento che tua salute è buonissima così ti posso assicurare il simile di me. Ricevei notizie da casa questi giorni e mi dicono che stanno bene ma gia (già) mi sembra di avertelo scritto. Bene in ogni modo auguriamo che vada sempre cosi (così) riguardo alla salute Portandoti a conoscenza che l’altro ieri giorno 6 ricevei due tue cartoline una portava la data del 23 Maggio e l’altra portava la data del 26 stesso mese Un’altra la ricevei ieri sera che porta la data del 2 giugno Purtroppo vedo che mi scrivi ma siccome cambiai di posto e percio o (perciò ho) dovuto prenderle tardi. Prutroppo (Purtroppo) lo saprai anche tu che cambiando di posto non si puo (può) prendere la posta presto come stare fermi Nella letera (lettera) la madre mi diceva che sono prossimi a falciare il fieno e che ce né (n’è) molto ma che non possono trovare uomini per farlo tagliare come credo che cosi ti avra (avrà) forse scritto anche a te. Io ci scrissi che se trovano a farlo tagliare o un modo o all’altro anche a darci qualche cosa di piu (più) per mio consiglio sarebbe di farlo tagliare, ma se non trovano a farlo tagliare in nesun (nessun) modo lo possono fare mangiare o se non lasciarlo andare come va. Ci o (Gli ho) anche scritto che li prego a non lavorare perche (perché) sai anche tu in che condizioni si trovano, sono vecchi e poi specialmente la madre sai che si ammala facile. Io mi contento solo che stiano in salute come sempre ce lo scrivo che questa se la riguardano e che lavori facciano i piu (più) bisognosi per loro e il resto lascino andare. Ma pero (però) non so se mi daranno retta. Sono anche convintissimo che come si devono contenere ce lo scriverai anche tu forse meglio di me. Dunque caro fratello il piu (più) che ti raccomando di farti coraggio e di stare allegro il piu possibile. Abbiamo sempre speranza che tutto vada bene e di potersi presto vedere ai nostri cari vecchi genitori Termino con caramente salutarti e baciarti caldamente e dandoti una forte stretta sempre ti ricordo Mi dico tuo affezionatissimo fratello Natalino Ciau stai bene e allegro. N.B. In tutte le lettere pubblicate, si accenna relativamente agli avvenimenti sul fronte della guerra. Ciò è dovuto in parte all’attenzione posta dai soldati al fronte di evitare frasi che sarebbero state sottoposte a censura militare, ed al timore che si sarebbe sottratto spazio alle richieste di notizie sulla salute dei genitori, sull’andamento dei lavori nei campi e sulla sorte dei paesani in guerra, argomento principale di tutte le missive. D’altro canto il soldato si preoccupava di non allarmare i genitori dichiarando, quasi sempre, che sta bene. Si fa presente che essendo la quasi la totalità dei soldati, analfabeti, la maggior parte delle missive sono state scritte da un commilitone. Lo stesso principio vale per i genitori, i parenti, e gli amici, che hanno affidato la stesura della missiva ad un amico “abile di penna”.

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Cartolina inviata da Priosa d’Aveto il 10-7-1917

Cartolina ed. Cavicchioni – Chiavari

Soldato Sbarbaro Antonio 2° Genio Zappatori 182a Compagnia 72a Batteria 8a Divisione Zona di Guerra 8-7-1917 Buona fortuna e coraggio sempre! Ricevi i più cari saluti dal tuo per sempre affezionatissimo Amico Tonietto Saluti dai genitori tuoi

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Foglio di Congedo [in parte mutilo] di Sbarbaro Antonio [detto barba Cirillu] di Gio Batta e Repetti Maria, nato il 20 giugno 1876 a [Sbarbari frazione di] S. Stefano d’Aveto, Circondario di Chiavari. Distretto Militare di Genova (16). Cl. 1876, Cat. III, Mat. 2903. Si legge “Avendo servito meno di tre mesi non si rilascia alcuna dichiarazione relativa alla condotta”. GENOVA (16) – addi 24 Gennaio 1917. E, aggiunto a mano in cima al foglio, si legge “3a Cat. 2903 - cl. 76. Riformato per mancanza e carie ai denti Art. ….”.

MAURY FERT, Le classi di leva nel Regio Esercito Italiano, estrapolando cita: «- riformato: con una malattia dichiarata cronica e inabilitante, oppure con deformazioni che impedivano qualsiasi forma di attività militare.»

N.B. Documento gentilmente concesso dalla fu Sbarbaro Ersilia di Natalino di Villa Sbarbari.

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Riportiamo brevemente la storia al fronte delle Brigate Basilicata e Roma, nelle quali militò il soldato

Natalino Sbarbaro fra il 1916 e il 1917 (anno della sua cattura in seguito alla Disfatta di Caporetto).

Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e

comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it), BRIGATA BASILICATA,

pagg. 196-198, estrapolando:

«LA BRIGATA BASILICATA

La Brigata Basilicata (91° e 92° FANTERIA) – Sede dei reggimenti in pace: Torino Distretti di reclutamento: Catanzaro, Lodi, Lucca, Palermo, Savona, Varese. […] ANNO 1916

Il 26 febbraio la «Basilicata» si trasferisce sul massiccio di Monte Cristallo (Col Stombi – Tre Croci – Val Grande) ove i reparti si alternano nel servizio di trincea, senza avvenimenti notevoli fino ai primi di maggio.

Il 9 maggio il 91° fanteria si sposta nelle trincee di Col Rosà (Tofane) ed il 92° in Val Grande (pendici sud della Croda dell’Ancona).

L’attacco contro le posizioni antistanti al 92° ha inizio il 6 giugno; le truppe riescono a portarsi fino al primo ordine di reticolati ove sono arrestate da un intenso fuoco di artiglieria e mitragliatrici; si fermano sulle posizioni raggiunte e nei giorni successivi le rafforzano. La lotta prosegue fino al 22 giugno per tentare di aprire varchi nei robusti reticolati, ma ogni sforzo s’infrange contro l’accanita resistenza austriaca che costa alla brigata numerose perdite.

Sospese le operazioni, i reparti sino alla fine dell’anno si alternano nel presidio delle ridotte di prima linea, senza altri avvenimenti di speciale importanza.

ANNO 1917

Il 31 marzo, la brigata, sostituita nel settore di Val Boite, inizia, a scaglioni di battaglione, la marcia per trasferirsi in Val Travignolo e l’11 aprile, a movimento ultimato, trovasi schierata in prima linea col 91° fra cima Bocche – Lago di Bocche ed il 92° nella zona Panevaggio – M. Bocche – Valle Miniere, alla dipendenza della 17a divisione. Permane in tale zona fino all’ottobre, senza svolgere azioni notevoli. Iniziatosi l’offensiva austriaca, sulla fronte presidiata dalla brigata il nemico non esplica che attività di fuoco di artiglieria; nei giorni successivi però, in seguito alla situazione creatasi sulla fronte Giulia, la brigata riceve ordine di ripiegare sul Piave e di prendere posizione tra il Monte Tomba e la stazione di Pederobba. Il movimento ha principio il 3 novembre e si svolge regolarmente su due colonne: quattro battaglioni per Fiera di Primiero, Val Cismon e due per Val Cordevole raggiungono la seguente nuova linea di schieramento: Osteria di Monfenera – Monte Tomba – Cima Naranzine – Monte Monfenera – Pederobba, ove hanno inizio con alacrità i lavori di rafforzamento. Il 10 novembre la brigata è schierata e per rendere meno rada l’occupazione, accorcia la fronte sulla sinistra fino alla quota 868 di M. Tomba. Avanti l’ala destra del settore nord (tratto Monte Tomba – Monte Monfenere) della linea principale presidiata dalla «Basilicata» è schierata, sulla fronte Rocca Cisa – Monte Cornella – Piave, la brigata Como (23° e 24°), la quale trattiene vigorosamente il nemico, che preme per sboccare oltre la stretta di Quero. Il 15 novembre gli austriaci aumentano l’intensità dei loro sforzi attaccando Monte Cornella e tentando invano di traghettare piccoli nuclei sulla sponda destra del Piave, in rispondenza della fronte difesa dal 91° fanteria, che ne frusta il tentativo. La resistenza della brigata Como si prolunga salda ed eroica fino al pomeriggio del 17, nel quale il nemico, aumentato di forze, riesce ad avere ragione degli assottigliati reparti e scende nelle conche di Quero e di Alano. I superstiti, combattendo, ripiegano dietro la linea Tomba – Monfenera – Piave. Rotta così la linea avanzata dello sbarramento di Quero, il nemico si getta contro la fronte principale, difesa dalla «Basilicata» dalla quale dipendono, oltre i suoi reggimenti, due battaglioni del 60°, due battaglioni alpini ed il LVIII battaglione bersaglieri. Il 18 novembre il nemico attacca vigorosamente il tratto Monte Tomba – saliente di Monfenere – La Castella, e puntando in forze più specialmente contro la fronte del III/91° e l’ala destra del 92° riesce a vincere, a costo di perdite sanguinose, l’eroica resistenza che i nostri gli oppongono accanitamente. Irrompe cos’ nelle sconvolte trincee, e, incuneandosi poi fra i due reggimenti, s’impadronisce della parte nord-orientale del saliente del Monfenera, che i reparti, minacciati d’aggiramento, hanno dovuto sgombrare.

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Reparti del 91° fanteria, unitamente al XXV battaglione bersaglieri, sferrano un energico contrattacco senza riuscire a rioccupare completamente le posizioni perdute, ma ristabilendo il collegamento tra i due reggimenti. L’azione, rinnovata nei giorni successivi, si svolge con alterna vicenda, ma non riesce a ricacciare completamente il nemico dalle posizioni. L’avversario il 22 novembre, con notevoli forze, sferra altro poderoso attacco, che costringe la brigata a rettificare la fronte sulla linea del Costone Campore Alto. I reparti che hanno subito forti perdite (88 ufficiali e 1895 uomini di truppa, compreso un rilevante numero di dispersi), sono ritirati, il 26 novembre, dalla prima linea ed inviati in zona di riordinamento nei pressi di Crespignago. Il 13 dicembre la brigata, alla dipendenza della 59a divisione, rientra in prima linea col 92° nel tratto Osteria del Lepre – q. 1480 di Monte Asolone ed il 91° di rincalzo sul rovescio del predetto monte, in Val S. Lorenzo. Il nemico, dopo due giorni di intenso bombardamento, il 18 dicembre attacca le nostre posizioni di Monte Asolone; la brigata con salda tenacia resiste al forte urto e nei giorni successivi appoggia validamente l’azione di unità laterali.»

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Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e

comandi nella guerra 1915-1918. Brigata di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it), BRIGATA ROMA,

pagg. 78-80, estrapolando:

LA BRIGATA ROMA

La Brigata Roma (79° e 80° FANTERIA) – Sede dei reggimenti in pace: Verona Distretti di reclutamento: Benevento, Casale, Caserta, Chieti, Cosenza, Forlì, Messina, Modena, Napoli, Siracusa, Vercelli. «[…] ANNO 1916 Fino a tutto aprile la brigata alterna i suoi battaglioni nel servizio di prima linea. Nei primi giorni di maggio, in previsione dell’offensiva austriaca, lo sbarramento Agno - Posina viene rinforzato e la «Roma» si schiera fra Val Morbia e Zocchio a cavaliere del Torrente Leno di Terragnolo. Nelle prime ore del 15 maggio il nemico inizia, su tutto il tratto di fronte compreso fra la Vallarsa e l’Astico, un violentissimo bombardamento al quale fa seguito un irruente attacco delle fanterie che costringe i reparti della brigata a ripiegare sulla linea di resistenza, ove riescono ad arginare la forte pressione avversaria dalla sera del 15 a tutto il 16. La resistenza si svolge salda e tenace sull’Altipiano di Pozza fino al pomeriggio del 18, allorché la situazione generale impone un nuovo arretramento che si compie fino al giorno 20 con combattimenti continui da parte della brigata, la quale nello stesso giorno si arresta con forze molto ridotte lungo la fronte Parmesàn – Chiesa – Monte Dietro il Gasta. Nella notte sul 23 la brigata, ricevuto il cambio, si trasferisce nella zona ad est del Pian delle Fugazze per ricostruirsi, ma con i complementi ricevuti riesce a formare un solo reggimento che il 29 maggio rientra in prima linea sulla fronte del Torrente Leno di Vallarsa, ove attende alacremente a lavori di difesa e compie piccole azioni di pattuglie. Il 7 giugno la brigata è messa in grado di ricostruire tutte e due le sue unità ed il 9 concorre ad un’azione, controffensiva intesa a spingere la sinistra dell’occupazione in Vallarsa fino alla linea Cima di Mezzana – Parmesàn. Detta azione, ostacolata anche da difficoltà atmosferiche, non raggiunge lo scopo che nella giornata del’11, allorché reparti dell’80° riescono, dopo cruenta lotta, a guadagnare l’orlo roccioso del Parmesàn e ad affermarvisi saldamente sì da respingere il violento contrattacco che il nemico esegue, con gravi perdite, il giorno successivo. L’operazione costa alla brigata perdite molto rilevanti, poiché soltanto l’80° fanteria, nei giorni dal 9 al 12 giugno, perde 17 ufficiali e 848 uomini di truppa fra morti e feriti. Il 20 giugno la «Roma» è trasferita nel settore Sogli di Campiglia – Colle di Xomo, passando alla dipendenza della 27a divisione. Il 25 giugno, all’inizio della nostra controffensiva la brigata svolge azioni tendenti all’occupazione di Monte Majo che si susseguono per diversi giorni e con gravi perdite data la difficoltà del terreno; il 29 giugno il IV/79° conquista la q. 1472 di Monte Majo che dista un centinaio di metri dalla vetta; il 3 luglio tutto il 79° rinnova per quattro volte l’attacco ma non riesce a scuotere la formidabile difesa avversaria. L’80° intanto opera contro Corno del Coston ed i suoi ripetuti e vigorosi attacchi incontrano anch’essi gravi ed insuperabili difficoltà. Dopo una sosta di alcuni giorni nelle operazioni il 79° riprende, il 19 e 20 luglio, l’offensiva contro il Monte Majo, ma il risultato è parimenti negativo malgrado il tenace valore spiegato.

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Il 24 luglio la brigata, ricevuto il cambio, si porta nella zona Colle di Xomo – Monte di Ciccheleri per riordinarsi, date le ingentissime perdite subite. Fino ai primi giorni di ottobre essa trascorre un periodo di relativa calma alternando i suoi reggimenti nel servizio di prima linea nel tratto: Monte Majo (q. 1472) – Mogentale – Monte Gamonda – Monte dei Calgari. Il 7 ottobre, passata alla dipendenza della 32

a divisione, riprende l’offensiva contro la selletta fra q. 1449 e q. 1502 di

Monte Majo, che dura fino al giorno 12 con gravi difficoltà e scarsi risultati. Il 79° poi, passato nel settore del Monte Pasubio alla dipendenza della 44a divisione per operare contro il Monte Rojte, svolge per più giorni aspri combattimenti ostacolati, oltre che dal nemico, dalla neve e dalla tormenta, finché il 25 ottobre concorre, coi battaglioni alpini Adamello ed Exilles, alla conquista dei trinceramenti del «Panettone» (nord ovest del Monte Pasubio). L’80 intanto, rimasto in Val Posina, appoggia con combattimenti dimostrativi le operazioni svoltesi nel settore del Pasubio. Sospese le operazioni, l’11 novembre la brigata torna alla dipendenza della 27a divisione, dislocandosi nei settori alto e medio Posina, ove i reggimenti si alternano nel mantenimento delle posizioni fino a tutto il dicembre, senza compiere azioni di speciale rilievo. ANNO 1917 Nessun avvenimento di notevole importanza deve segnalarsi per la «Roma» fino al 24 maggio, allorché il nemico tenta, con reparti scelti, numerosi attacchi contro le nostre posizioni della q. 1572 di M. Majo presidiato dal 79°, ma è sempre respinto con perdite. Il 13 luglio la brigata, ricevuto il cambio, si sposta nella zona di Schio per un periodo di riordinamento, ed il 15 agosto si trasferisce prima nel territorio della 3a armata e poi in quello della 2a per partecipare alla imminente offensiva. Il 27 giunge al ponte di Plava e di qui prosegue per Leupa (Vallone dello Avscech) per operare contro le linee di q. 774 – q. 778 (Bainsizza) alla dipendenza della 64a divisione; fino al 1° settembre si susseguono sanguinosi combattimenti fino a che il 79° fanteria, dopo asprissima lotta ed alterna vicenda, riesce a rafforzarsi in posizioni prossime agli obiettivi assegnati. La situazione quindi si stabilizza ed i reggimenti si avvicendano nel servizio di prima linea, fino al 28 settembre, allorché la brigata, sostituita in linea, si porta nella zona fra Brodez e Loga per riordinarsi. In questo ultimo periodo essa ha avuto 1500 uomini di truppa e 53 ufficiali fuori combattimento. Il 22 ottobre, in previsione di un’offensiva nemica, la brigata si schiera sulla linea arretrata di resistenza Na Gradu – Veliki – Veh (Selo) fondo valle Siroka Niiva ed il 24, iniziatosi il bombardamento nemico seguito dall’attacco delle fanterie, la «Roma» resiste tenacemente sul tratto assegnatole, ma il 25, la situazione creatasi sulla fronte dell’alto Isonzo consiglia il ripiegamento dall’Altopiano della Bainsizza ed essa è destinata a proteggerlo ritirandosi per ultima. Assolve con saldezza e tenacia ammirevoli tale compito: il 79° si sacrifica quasi completamente sulla posizione del Veliki e del Na Gradu, fino a che la brigata, premuta da forze sempre crescenti, ripiega su Auzza ove combatte l’intera giornata ed il 26, i suoi resti, ridotti a circa 300 uomini, tentano una nuova resistenza sul costone di Loga e quindi, pel ponte di Canale e Liga raggiungono Cividale. Nei giorni seguenti il nucleo dei superstiti, passando alla dipendenza di successivi comandi, prosegue la marcia, sempre disciplinato e compatto, per Codroipo, Sacile e in direzione del Piave ed il 6 novembre, posto alla dipendenza della 64 a divisione, raggiunge Spresiano e di qui, in ferrovia, Rovigo ove si riunisce agli altri reparti della 2a Armata. Inviata poi nei pressi di Piacenza la brigata compie un lungo periodo di riordinamento e di istruzioni alla dipendenza della 22.a divisione.».

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Ministero della guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico. Riassunti storici dei corpi e

comandi nella guerra 1915-1918. Brigate di Fanteria a cura di Gira (www.cimeetincee.it), BRIGATA ROMA,

pagg. 92- 94, estrapolando:

BRIGATA ROMA

SERVIZI PRESTATI IN LINEA ED IN ZONA DI RIPOSO

Anno 1917.

Permanenza in linea Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc

Dal 1° gennaio al 12 luglio (Monte Majo – Val Posina). Dal 29 agosto al 26 settembre (Altipiano della Bainsizza – q. 774 – q. 778). Dal 23 al 30 ottobre (Altipiano della Bainsizza – Veliki [Selo] – Loga – Isonzo – Cividale – Tagliamento.

Dal 13 luglio al 15 agosto (S. Caterina – Torre Belvicino – Magrè). Dal 16 al 28 agosto (Trasferimento alla 2

a armata e sosta a

Bicinino e Visinale). Dal 27 settembre al 22 ottobre (Fra Bodrez e Loga) Dal 1° novembre al 31 dicembre (Nella zona di Rovigo; poi nella zona di Piacenza)

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80° REGGIMENTO FANTERIA Anno 1917 Dall’Isonzo al Piave (24 ottobre – 4 novembre)

UFFICIALI TRUPPA

morti feriti dispersi morti feriti dispersi

1 4 38 115 19 1171

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Si ringrazia la fu Ersilia Sbarbaro, figlia di Natalino e nipote di Toni Sbarbaro, per aver concesso i

documenti utilizzati, www.cimeetrincee.it sito web dal quale abbiamo attinto la maggior parte della

documentazione a corredo del saggio, ed il comune di S. Stefano d’Aveto.

Ci scusiamo per eventuali errori o refusi.

Per approfondimenti, consultare:

I caduti dei comuni di Rezzoaglio e di Santo Stefano d'Aveto nella grande guerra 1915-1918 Chi non è buono per il Re non lo è nemmeno per la Regina

https://www.google.com/url?q=http://www.valdaveto.net/pdf/2017/Caduti-nella-grande-guerra_di-

Sandro-Sbarbaro_aprile-2017.pdf

© Sbarbaro Sandro, Genova – marzo 2018

Il saggio di Sandro Sbarbaro: “Lettere e cartoline da e per il fronte (Guerra 15/18) – Due soldati della Parrocchia di Priosa d’Aveto” è stato

tratto dal sito www.valdaveto.net