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82 MARZO 2006 CORTO_sil 8-02-2006 12:33 Pagina 82 Letteratura a fumetti 1914: L’EQUIPAGGIO DELLA NAVE SI AMMUTINA E IL COMANDANTE CORTO MALTESE (A FIANCO) VIENE BUTTATO IN MARE. RAGGIUNGERÀ L’ISOLA IMMAGINARIA DI ESCONDIDA (SOPRA), CHE HUGO PRATT COLLOCA FRA COOK E TONGA, IN PIENO OCEANO PACIFICO (DA «UNA BALLATA DEL MARE SALATO», PRODUZIONI EDITORIALI ALBATROS). [ DI GIANLUCA TENTI ] Il suo creatore è scomparso, ma lo spirito è sopravvissuto: Corto Maltese è ancora fra noi, per ricordarci che la fantasia non ha età. E che il vero tesoro nascosto è la difesa dei valori IL MARINAIO CHE VIVE I TUOI SOGNI Il suo creatore è scomparso, ma lo spirito è sopravvissuto: Corto Maltese è ancora fra noi, per ricordarci che la fantasia non ha età. E che il vero tesoro nascosto è la difesa dei valori IL MARINAIO CHE VIVE I TUOI SOGNI ORTO_sil 8-02-2006 12:34 Pagina 83

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1914: L’EQUIPAGGIO DELLA NAVE SI AMMUTINA E IL COMANDANTE CORTO MALTESE (A FIANCO) VIENE BUTTATO INMARE. RAGGIUNGERÀ L’ISOLA IMMAGINARIA DI ESCONDIDA (SOPRA), CHE HUGO PRATT COLLOCA FRA COOK ETONGA, IN PIENO OCEANO PACIFICO (DA «UNA BALLATA DEL MARE SALATO», PRODUZIONI EDITORIALI ALBATROS).

[ D I G I A N L U CA T E N T I ]

Il suo creatore è scomparso, ma lospirito è sopravvissuto: Corto Malteseè ancora fra noi, per ricordarci che la fantasia non ha età. E che il verotesoro nascosto è la difesa dei valori

IL MARINAIOCHE VIVEI TUOI SOGNI

Il suo creatore è scomparso, ma lospirito è sopravvissuto: Corto Malteseè ancora fra noi, per ricordarci che la fantasia non ha età. E che il verotesoro nascosto è la difesa dei valori

IL MARINAIOCHE VIVEI TUOI SOGNI

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LA PERSONALITÀ DI CORTO MALTESE DEVE MOLTO AL LEGAME CHE HUGO PRATT AVEVA CON VENEZIA (QUI SOPRA), CITTÀ CHE NE VIDE L’ESORDIO COMEFUMETTISTA. IL DISEGNO È TRATTO DA «UNA BALLATA DEL MARE SALATO» (1967), STORIA DI PIRATI AMBIENTATA DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE INCUI, PER LA PRIMA VOLTA, COMPARE LA FIGURA DEL MARINAIO. IN ALTO, UNA STRISCIA DA «SIRAT AL BUNDUQIYYAH» (1977, MILANO LIBRI EDIZIONI).

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Forse è solo un’idea. Forse il mistero è racchiuso in un quadrante biancoe nero. Dove il silenzio ha un suono. E dove ciò che sappiamo è molto ein parte, almeno, ci dispiace. Perché un sogno non è definito, non può es-serlo. E il labile confine tra colori e non colori è popolato di fantasmi. Oalmeno credo. «Come sai mia madre era una gitana di Gibilterra», mi dis-se, «era una famosa strega e lei di diavoli se ne intendeva sul serio. Miopadre veniva dalla Cornovaglia, ma era nipote di un vecchio diavolo cheabitava a Tintagel dove visse il mago Merlino... e a Malta siamo pieni divecchi fantasmi, di templari e diavoli sici-liani e fate arabe saracene». Una frase cheera già destino. Era il taglio di uno sguar-do. Uno schizzo a matita, l’amplesso del co-lore che si scioglie nell’acqua. Sì, forse èsolo un’idea. Un fantasma che si aggira peril mondo, pensai. Ma da quando lo vidi, perla prima volta, non ho smesso mai di se-guirlo. Perché non è facile imbattersi in unuomo libero. Lo incontrai lì, oltre la lineadell’orizzonte. Lì, dove si era incagliata lamia immaginazione. Perché chi insegue unsogno, in realtà, non desidera la sua realiz-zazione, ma vuole solo poter continuare asognare. E con lui ogni tavola, ogni paginaè insieme viaggio e conoscenza. Che poi so-no la stessa cosa anche se oggi molti di co-loro che si spacciano per capitani d’industriavivono nelle capitali delle convenzioni sen-

za neppure capire che cosa ha reso quei luoghi così importanti. Questoe altro racconta Corto Maltese per chi ha il tempo e la sorte d’incrociar-lo. Isole, marinai e velieri. Fate, femmes. Il tango della pioggia. La sen-sualità delle donne di Harar. I lancieri del Bengala. Non c’è longitudinené latitudine che non abbia esplorato. Inseguendo l’unica dottrina che uni-sce gli uomini: la sete della conoscenza. Non è un motivo di vanto. Né puòessere un cammino iniziatico. È tutto. E molto di più. Come spiegare, al-trimenti, una lezione di calligrafia del cinese Vita Lunga all’inizio di Cor-

te Sconta detta Arcana. Che senso ha sco-prire, nelle tavole, che il sanguinario sibe-riano Rasputin legge un libro in francesedal titolo Voyage autour du monde par lafrégate du roi - La Bondense et la flut L’E-toiles? Quando lo disegnò, con tratto in-definito (nel 1967 sul mensile Sgt. Kirkapparve Una ballata del mare salato), Hu-go Pratt il venexiano non sapeva, forse,dove quel marinaio lo avrebbe portato.Quello doveva essere un fumetto, nullapiù. E invece eccoci qui a parlarne, anco-ra oggi, lontani da anniversari e mostre. Piùdi un decennio dopo la dipartita del suoevocatore Pratt, che amava definirsi «fu-mettaro», e che alla fine arrivò a chiedersise non fosse lui a essere sognato dal mari-naio di Malta. Certo è che, dal 1967, Cor-to diventa un’entità e di lui si scopre mol-

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to più di quanto mai si sia saputo di un fumetto. Qualche elemento perspiegarmi meglio. Di lui si scopre, ben presto, che è figlio di Nina di Gi-braltar. Che è venuto alla luce il 10 luglio 1887 (come attesta un registrodi stato civile del comune della Valletta). E, quindi, appartiene al segnodel gatto (tra gemelli e cancro), secondo la lettura delle carte da parte diMorgana. La madre, amante del rabbino Ezra Toledano, è stata model-la del pittore Ingres. Il padre, ignoto marinaio inglese, è nato a Tintagel,King’s Arthur Castle, in Cornovaglia. Il piccolo Maltese cresce tra Gibraltare Cordoba, frequenta la scuola ebraica delrabbino Ezra che lo inizia allo Zohar e al-la Cabala. Di lui colpisce subito un aspet-to: quando Amalia gli annuncia che la lineadella fortuna manca nel palmo della suamano sinistra, se la traccia con il rasoiod’argento del padre. Un gesto che suona co-sì: l’uomo è il suo destino.La partita potrebbe finire qui. Potrebberobastare le parole scritte nella dodicesimatavola della Ballata, quando Corto informache «lasciai Buenos Aires e andai in India,e ancora in Cina e poi a Surabaya e daGiava a Samoa Tonga e infine a Escondi-da e da Escondida in altri posti bellissi-mi». Potrebbe bastare, per chi è alla ricercadell’effimero e del nozionistico. Non per chicrede nell’importanza di un dettaglio, diun battito d’ali, nel valore di un’emozione

che travalicano il reale per regalarci il lusso dell’oggi: il tempo e la capa-cità di sognare. Ecco perché Corto. Il marinaio con l’orecchino a sinistra,che si lascia seguire a Venezia come in Dancalia, nei Mari del Sud, a Gi-buti. Che fa desiderare la sessualità delle sue muse, quelle che i francesidel settimanale Pif definiranno «les femmes de Corto». Già, perchéquando la Ballata arriva sul Corriere dei Piccoli, nel 1971, Parigi onora i trat-ti di Hugo Pratt da un anno. E mentre l’Italia s’interroga sul sapore va-gamente didattico di quelle cartine geografiche che accompagnano le im-

prese di Corto, altrove, nel mondo, si ègià capito che l’intreccio tra la matita delvenexiano e lo sguardo in ombra del mal-tese hanno già fatto la rivoluzione. Che hail suono del «crack». Perché prima di allo-ra gli spari dei fumetti facevano «bang», do-po di allora arrivò la fonetica.Ma non si può dire che sia abbastanza.Come imparò il suo stesso creatore.Tuttociò che orbita attorno a Corto Maltese èquella merce rara che si chiama fascino.Non è in vendita. È il gioco del silenzio. Èil minimizzare la vittoria come la sconfit-ta. Qualcuno ha scritto che Corto è il«protagonista delle scommesse vinte e nonriscosse». Così, leggendo le sue avventureimmagini che le influenze siano di JosephConrad, Herman Melville, Alexandre Du-mas e Robert Louis Stevenson.

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HUGO PRATT HA SEMPRE CERCATO DI SOTTOLINEARE I LEGAMI (QUI SOPRA) FRA IL SUO MARINAIO E LA CITTÀ LAGUNARE (DA «UNA BALLATA DEL MARESALATO»). IN ALTO, TAVOLE DA «SIRAT AL BUNDUQIYYAH» (OVVERO, «FAVOLA DI VENEZIA» IN LINGUA ARABA): IN QUESTA STORIA, AMBIENTATA NEL 1921,CORTO MALTESE È A CACCIA DI UN TESORO CHE FA GOLA ANCHE AI FASCISTI DELLA PRIMA ORA E AI COMPONENTI DI UNA MISTERIOSA LOGGIA MASSONICA.

o mancare nella biblioteca di ogni vero Monsieur

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SEMPRE IN CERCA DI STORIE DA RACCONTARE: ECCO UN MINI ALBUM FOTOGRAFICO DEI VIAGGI DI HUGO PRATT (NATO A RIMINI IL 5 GIUGNO 1927 ESCOMPARSO A GRANDVAUX, SVIZZERA, IL 20 AGOSTO 1995). DAL BASSO, ECCOLO A MORBIHAN E A LE DOLMEN DES FÉES (BRETAGNA). IN ALTO, DA SINISTRA,È IN KENYA, A TRELEW COMODORO RIVADAVIA (ARGENTINA) E SU UN BATTELLO DIRETTO A GIBILTERRA. NELLA PAGINA A FIANCO, È ANCORA IN KENYA.

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E poi scopri che lo stesso Pratt scrive, in un angolo impensabile, di es-sersi ispirato a La laguna azzurra di Henry de Vere Stacpoole (la storiadi due ragazzi che non sapevano di morire e di un vecchio marinaio ubria-cone che lo sapeva benissimo). Ma proprio questo, a pensarci bene, è ilbello di Corto Maltese. Che, per inciso, non ha un pubblico di lettori,ma di adepti. Corto sa che c’è qualcosa di più grande che determina i de-stini di ciascun individuo e della gente. Lo capisci perdendo il senso del-la razionalità, seguendolo mentre precipita dai tetti della sua Venezia.Mentre cade le sue parole sono: “... spe-riamo di non cadere in una loggia masso-nica... che strana... impressione... Mi sem-bra di cadere verso l’alto... che bello... Quiè pieno di riflessi d’acqua... cioè... di riflessiarabi». Legge: «Sirat al bunduqiyyah». E di-ce: «Io ho già letto questa frase... Ma nonricordo dove. La mano di Fatima con isimboli della guardia nera saracena».Capisci subito che non è un fumetto. È unqualcosa che rimane sospeso tra cielo e ter-ra, come la linea incerta dell’orizzonte trac-ciato da Hugo Pratt. Hugo, l’uomo cheimmaginava la letteratura disegnata, la ban-de dessinée. È allora che capisci che Hugoè Corto e Corto è Hugo. Non è un giocodegli specchi o un castello dei destini in-crociati. È l’aroma dell’immortalità. È ilsiero che Corto beve. È l’acquerello di Hu-

go Pratt che era già maestro di tempere, pastelli, chine e inchiostri. Scri-ve Pratt a margine delle sue tavole: «Come la bianca ala dell’albatros sulmonotono respiro del Pacifico, così, vagabonda per vagare, va la vela delvero marinaio». Scrive e descrive il senso poetico del vagare di Corto Mal-tese. Che non è vagabondare, ma inseguire i sogni, interpretare i simbo-li, confrontarsi col mito, afferrare l’anello che lega l’uomo all’universo. «For-se sono il re degli imbecilli, l’ultimo rappresentante di una dinastia com-pletamente estinta che credeva nella generosità e nell’eroismo», dice am-

miccando Corto. Sono parole che sedu-cono, pronunciate da un essere in fuganel senso proustiano del termine: tale erae tale rimane, del resto, chi ha il dono disuscitare amore (ed è già la seconda volta,in pochi mesi, che ci ritroviamo a parlaredella Recherce). Corto è, insomma, un’ico-na dei tempi moderni. È un uomo dimondo, lui che il mondo lo ha davvero gi-rato e non certo sul Concorde.Perché Corto, in realtà, è un avventuriero.È un viaggiatore (che non si traduce cer-to in turista). Basta aver sfogliato qualcu-na delle sue pagine. Da quando appare, perla prima volta, alla fine della guerra russo-giapponese per il controllo della Manciu-ria. Come può un semplice fumetto in-contrare il futuro romanziere Jack London,all’epoca corrispondente di guerra?

Hugo Pratt raccontava il senso poetico del vagare

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Come può un maltese errante orientarsi in un mondo in cui le misure so-no quelle antecedenti il cronometro marino di Harrison? A renderlounico ha pensato il suo vero padre (Pratt), uomo non avvezzo alla mer-cificazione degli ideali. Per renderlo meno digeribile gli ha affiancato ilsiberiano Rasputin, che Corto incontra a Mukden e col quale si imbar-cherà per l’Africa alla ricerca delle miniere d’oro di Duncalia. Per farneun testimone del tempo lo fa incontrare in Patagonia con Butch Cassidye Sundance Kid. Ad Ancona conosce un portiere di notte di un alber-go che viene presentato come il russo Dzu-gasvili e che diventerà Josef Stalin: unasua telefonata libererà Corto dalla prigio-nia. Ma la vita tutta di Corto Maltese è at-traversata da un gusto di salmastro, traammutinamenti ed eventi (in Francia, nel1918, assiste alla fine del Barone Rosso, alsecolo Manfred von Richthofen, aviatoreabbattuto a Vauz-sur-Somme).E quando non sa come ingannare il tempo,eccolo alla ricerca del tesoro di AlessandroMagno, a Venezia, in Azerbaigian come aMontagnola sul Ticino, a Casa Camuzzi(quella di Herman Hesse) dove beve il sie-ro dell’immortalità. Lui che legge Utopia diTommaso Moro, pronuncia parole che dasole valgono il prezzo di un’avventura: «Cisono, a Venezia, tre luoghi magici e nasco-sti: uno in calle dell’Amor degli amici; un

secondo vicino al ponte delle meraviglie; un terzo in calle dei Marani aSan Geremia in ghetto. Quando i veneziani (qualche volta anche i mal-tesi) sono stanchi delle autorità costituite, si recano in questi tre luoghi se-greti e, aprendo le porte che stanno nel fondo di queste corti, se ne van-no in posti bellissimi e in altre storie». È lì che sono celate le ultime trac-ce di Corto.Tra il profilo inquieto della strega voodoo Bocca Dorata e laflotta del Monaco nell’Oceano Pacifico, forse sulle tracce delle Sette cit-tà di Cibola. «Corto Maltese non morirà», scrisse negli ultimi mesi di vi-

ta terrena Hugo Pratt, «Corto Maltese sene andrà perché in un mondo dove tutto èelettronica, è calcolato, tutto è industria-lizzato, non c’è posto per un tipo comelui». Eppure, Corto non se n’è andato. Èsempre qui, per chi sa cercarlo. Lontano daibilanci dei furbetti del quartierino comedalle scalate e dai patti di sindacato.Corto è qui a ricordarci che un sogno nonha età. Infanzia, adolescenza, maturità,senilità pari sono. È la forza della mente.È la difesa dei valori, quelli veri. È la lot-ta all’ipocrisia dilagante. Ecco perché sosempre dove trovarlo. «L’isola, ricordi...All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbestata sempre un’altra isola, per ripararsidurante un tifone, o per riposarsi e ama-re. Quell’orizzonte aperto sarebbe statosempre lì, un invito ad andare».

I nostri tempi sono troppo aridi per un tipo così

UN DISEGNO CHE RISALE ALLE PRIME ESPERIENZE COME DISEGNATORE DI PRATT (QUI SOPRA). IN ALTO, TAVOLE DA «SIRAT AL BUNDUQIYYAH»; AFIANCO, LA COPERTINA DI «UNA BALLATA DEL MARE SALATO». I VOLUMI DA CUI SONO STATE TRATTE LE IMMAGINI CHE ILLUSTRANO QUESTO SERVIZIO SONOINTROVABILI E MOLTO AMBITI DAI COLLEZIONISTI. LE OPERE DI HUGO PRATT/CORTO MALTESE SONO RISTAMPATE DA LIZARD EDIZIONI (TEL. 06.6790205).

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