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La moderna psicofisiologia cerca di definire in termini psicofisiologici e neurobiologici le differenze tra paura ed ansia. A tal proposito, Grillon (2008) ha raggiunto risultati interessanti in ambito etologico: “La paura restringe il focus attentivo e inibisce le risposte concorrenti, mentre l’ansia aumenta la sensibilità sensoriale”. A livello neurobiologico, tramite studi su animali, è stato trovato che l’amigdala è coinvolta nella risposta di paura ad uno stimolo preciso, mentre la struttura cruciale per la risposta ansiosa è il nu- cleo del letto della stria terminalis, una formazione adiacen- te all’amigdala. A livello farmacologico, ansia e fobia rispon- dono in modo diverso: la prima è sensibile alle benzodiaze- pine, mentre la seconda non lo è. Da questi dati emerge la necessità di approfondire la ri- cerca per arrivare a una differenziazione sempre più precisa tra ansia e fobia, che permetta di trattarle in modo specifi- co. Infatti, mentre la distinzione psicofisiologica sembra possibile, a livello clinico i disturbi d’ansia sembrano risul- tare spesso da una combinazione dei due fenomeni. Letture consigliate Cassano GB, Pancheri P, Pavan L et al (a cura di). Trattato italiano di psichiatria, 2a ed. Milano: Masson, 1999. Galimberti U. Dizionario di psicologia. Torino: UTET, 1992. Grillon C. Models and mechanism of anxiety: evidence from startle studies. Psychopharmacology 2008;199:421-437. Kaplan HI, Sadock BJ. Manuale di psichiatria. Torino: Centro Scien- tifico Internazionale, 1997. FUGA DELLE IDEE Filippo M. Ferro Definizione Nella fuga delle idee, le idee si susseguono secondo un’accelerazione inconsueta: l’una non è ancora delineata LESSICO DI PSICOPATOLOGIA 192

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La moderna psicofisiologia cerca di definire in terminipsicofisiologici e neurobiologici le differenze tra paura edansia. A tal proposito, Grillon (2008) ha raggiunto risultatiinteressanti in ambito etologico: “La paura restringe il focusattentivo e inibisce le risposte concorrenti, mentre l’ansiaaumenta la sensibilità sensoriale”. A livello neurobiologico,tramite studi su animali, è stato trovato che l’amigdala ècoinvolta nella risposta di paura ad uno stimolo preciso,mentre la struttura cruciale per la risposta ansiosa è il nu-cleo del letto della stria terminalis, una formazione adiacen-te all’amigdala. A livello farmacologico, ansia e fobia rispon-dono in modo diverso: la prima è sensibile alle benzodiaze-pine, mentre la seconda non lo è.

Da questi dati emerge la necessità di approfondire la ri-cerca per arrivare a una differenziazione sempre più precisatra ansia e fobia, che permetta di trattarle in modo specifi-co. Infatti, mentre la distinzione psicofisiologica sembrapossibile, a livello clinico i disturbi d’ansia sembrano risul-tare spesso da una combinazione dei due fenomeni.

Letture consigliate

Cassano GB, Pancheri P, Pavan L et al (a cura di). Trattato italianodi psichiatria, 2a ed. Milano: Masson, 1999.

Galimberti U. Dizionario di psicologia. Torino: UTET, 1992.

Grillon C. Models and mechanism of anxiety: evidence from startlestudies. Psychopharmacology 2008;199:421-437.

Kaplan HI, Sadock BJ. Manuale di psichiatria. Torino: Centro Scien-tifico Internazionale, 1997.

FUGA DELLE IDEE Filippo M. Ferro

Definizione

Nella fuga delle idee, le idee si susseguono secondoun’accelerazione inconsueta: l’una non è ancora delineata

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nella mente e già un’altra si affaccia. Le immagini fermenta-no, le parole premono per definirsi, i ricordi affluiscono in-cessanti, i contenuti di coscienza scorrono e si accavallanocome onde, ruotano in un caleidoscopio. Il ritmo interiore sirende manifesto in un discorso che non conosce soste, leespressioni rimangono sospese per l’irrompere delle successi-ve. Si profila una deriva, un vortice che inattiva ogni abboz-zo di progetto. Il paziente segue con affanno il pensiero chefugge, non ne è più padrone ma diviene succube di automa-tismi. Si affollano immagini, memorie, e si dispiegano in se-rie futili e disordinate. Il pensiero non crea più, ha la sostan-za del sogno, vaga, divide e confonde il suo corso. Perso nellabirinto di immagini che girano a vuoto e sempre più infretta, il paziente si abbandona alla vertigine, annaspa e sismarrisce in un impeto che nulla arresta o allenta. I norma-li processi di inibizione e direzione sono diminuiti o aboliti,l’attività psichica ruota a vuoto.

In questo slittamento, i termini finali di una sequenzaorientano lo sviluppo stesso del discorso, per mere associa-zioni e non secondo un senso. Oltre all’ordine delle idee e al-la loro resa espressiva, la fuga può turbare l’area della con-versazione; il soggetto allora passa non solo da un’idea al-l’altra, ma da un interlocutore all’altro, lascia i discorsi in so-speso e ne avvia altri.

Nella sua declinazione tipica, la fuga delle idee occorrenei quadri maniacali. È infatti sostenuta da uno stato d’ani-mo ipertimico e da una progettualità superficiale e tuttaviadilagante. Un paziente, nel vivo dell’euforia, vedeva il suopensiero, il germinare delle idee, come un processo senzafreni: in sogno slittava sul ghiaccio senza limiti, e nellarealtà accelerava l’auto sino a guastarne il motore.

Sviluppo storico

Osservazioni precise del fenomeno sono già in Falret nel1854. Forel cita le parole di una malata: “Nel mio capo simuoveva come un orologio una catena ininterrotta di idee,un fluire ininterrotto. Nelle associazioni più strane un’idea si

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concatenava con l’altra, e tuttavia con una certa connessio-ne tra l’uno e l’altro elemento”. Jaspers riporta un vissutoanalogo: “Io non posso trattenere alcun pensiero, tutto bal-la attorno a me”.

Minkowski (1933) sottolinea come al centro ci sia unadiversificazione del vissuto temporale. Nello stesso annoBinswanger, ponendo le basi della Daseinsanalyse nella sciadi Husserl e Heidegger, studia l’essere-nel-mondo dell’indi-viduo maniacale, prendendo in esame proprio la “fuga delleidee”. La considera come una forma d’esistenza, un modo direlazione con il mondo, e dimostra che non si tratta di unamanifestazione isolata. La mette bensì a fuoco quale moda-lità costitutiva della coscienza maniacale, una vera danzacon il reale. E sull’alterazione di coscienza, sui parametri al-lentati della sua organizzazione, ritorna Ey nel 1952.

In parallelo la psicoanalisi interpreta il fenomeno nell’am-bito delle difese maniacali. Abraham sottolinea la fragilità el’ambivalenza delle relazioni oggettuali. Deutsch vi scorge uneffetto della “negazione”, e M. Klein conferma che si trattadi una difesa primitiva rispetto agli oggetti minacciosi. Insintesi, il punto di vista psicodinamico è espresso da Arieti:“difesa dell’individuo di fronte a idee depressive è la fuga nel-l’azione e nelle idee fugaci… I pensieri devono essere fuga-ci, devono cambiare molto rapidamente, perché ogni costel-lazione di pensieri organizzati presto o tardi conduce alla de-pressione…”.

In una prospettiva cognitiva, il fenomeno è inteso qualedisturbo formale del pensiero, e si sottolinea come ne conse-gua “un’alterazione del perseguimento di un fine”. L’eccitazio-ne intellettuale, la rapidità delle idee, la discontinuità, ap-paiono quali accidenti meccanici, fenomeni fisici, eccesso divelocità e errori di connessione.

Problemi aperti

Gli studi fenomenologici e psicodinamici confermano co-me “la fuga delle idee” integri in modo coerente la struttu-ra dei quadri maniacali (e più estensivamente “bipolari”), e

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designi sia la loro Daseinform (forma d’esistenza) che la lorointeriore dinamica. Coerente appare allora il rilievo dell’acce-lerazione ideica anche in fasi depressive (Akiskal e Benazzi,2004).

In questa prospettiva di lettura, il fenomeno non si ri-solve semplicemente nel “tachipsichismo”. Si sono valutaticon attenzione gli aspetti neurofunzionali dell’accelerazioneideica: infatti, le sostanze che aumentano l’attività dopami-nergica elevano sia il tono dell’umore che la velocità di pen-siero. Si è pure indagato il nesso tra umore e cognitività,prospettando che sia l’umore ad influenzare le capacità co-gnitive: l’umore positivo attraverso il sistema dopaminergi-co e quello negativo attraverso il sistema serotoninergico.Altre ricerche orientano invece a ritenere che sia l’accelera-zione ideica, con la conseguente esposizione delle strutturenervose a stimoli nuovi e rapidi, a innalzare il tono dell’u-more, coinvolgendo il sistema dopaminergico di ricompensa(Pronin et al, 2008): un modello suggestivo per spiegare co-me mai, nella pratica clinica, il tachipsichismo spesso pre-ceda l’alterazione dell’umore. In ogni caso, solo l’accuratorilievo psicopatologico può garantire sia la comprensionedel vissuto del paziente che l’eventuale lettura naturalisticadel fenomeno.

Letture consigliate

Akiskal HS, Benazzi F. Validating Kraepelin’s two types of depressivemixed states: “depression with flight of ideas” and “excited depres-sion”. World J Biol Psychiatry 2004;5:107-113.

Binswanger L. Sulla fuga delle idee. Torino: Einaudi, 2003.

Jaspers K. Edi-tore, 1964.

Minkowski E. Il tempo vissuto. Fenomenologia e psicopatologia. To-rino: Einaudi, 1971.

Pronin E, Jacobs E, Wegner DM. Psychological effects of thought ac-celeration. Emotion 2008;5:597-612.

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Psicopatologia generale. Roma: Il Pensiero Scientifico