Leo Club Alto Vicentino non cadere nella rete...5 non cadere nella rete “Non cadere nella Rete”,...

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non cadere nella rete 1 0 s p u n t i d i r i f l e s s i o n e p e r u n u ti l i z z o s a n o e c o n s a p e v o l e d i I n t e r n e t e S o c i a l M e d i a Leo Club Alto Vicentino A cura di Luca Fabrello

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10 spunti di riflessione

per un utilizzo sano e consapevole di Internet e Social M

edia

Leo Club Alto Vicentino

A cura di Luca Fabrello

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a cura di

Luca Fabrello

Leo Club Alto Vicentino

noncadere

nella rete

10 spunti di riflessione

per un utilizzo

sano e consapevole

di Internet e Social Media

Leo Club Alto VicentinoDistretto 108 TA1

Cariche elettive:

PresidenteAngela Carta

Vice PresidenteFilippo Calafati

Vice Presidente SecondarioGiovanna Rossi

Presidente DistrettualeGiovanna Pasin

Segretario DistrettualeGiorgia Paolin

SegretarioGloria Cibin

TesoriereValeria Torricelli

CerimoniereAlberto Zen

Addetto MarketingFilippo Spezzapria

Addetto StampaMichela Zigiotto

Addetto TonCesare Carretta

Addetto TesnElena Dal Ferro

Addetto TodFederico Fiori

Responsabile Ton DistrettualeAndrea Ceccon

© Copyright 2014 by Luca Fabrello. Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione, anche parziale, in ogni forma o mezzo, senza espresso permesso scritto dell’autore.Tutti i loghi utilizzati nella presente pubblicazione si intendono di proprietà degli aventi diritto, e sono utilizzati ai soli fini didascalici.

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“Non cadere nella Rete”, questo il titolo e monito dell’iniziativa del Service

promosso ed organizzato dal nostro Leo Club Altovicentino.

L’idea di questo vademecum nasce dai problemi emersi e sempre più co-

genti legati ad un utilizzo sano e consapevole di Internet e Social Media

da parte di tutte le fasce della popolazione. I Leo hanno quindi deciso,

come è loro indole nel servire la comunità, di cominciare un percorso di

prevenzione contro le derive di un utilizzo inconsapevole e rischioso di

questa straordinaria risorsa, qual è la Rete. Da questo scaturisce il primo

passo, ossia quello di creare un vademecum, che insieme a conferenze ed

incontri formativi, serva d’aiuto alle famiglie, agli adulti e sopratutto a que-

sti ultimi nei confronti delle fasce più deboli, quali adolescenti e bambini.

Uno strumento pratico ed utile per prevenire gli abusi, in particolare verso

i minori, per tutelare le proprie informazioni e la privacy, messa spesso a

rischio dalla “rete”, per contrastare l’eccesso di socialità virtuale a scapito

della sana socialità reale, nonché per far emergere e rendere consapevoli

di quali sono invece i principali lati positivi e benefici di un uso coscienzio-

so delle nuove piattaforme.

Obiettivo ambizioso che però approcciamo con umiltà, nella certezza di

non poter essere totalmente esaustivi su tutte le dinamiche che governa-

no il Web e le sue conseguenze e benefici, ma certamente volendo aiutare

al meglio la nostra comunità locale, e non solo, a costruire un percorso

consapevole e maturo di utilizzo di tali potenzialità e strumenti.

Prefazione

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Scopo che non sarebbe stato possibile senza il supporto di esperti, in par-

ticolare Luca Fabrello, manager e giornalista, valleogrino come noi, che si

occupa da tempo di consulenza direzionale nel mondo delle telecomuni-

cazioni di cui la Rete è espressione per eccellenza.

L’esperto, in veste di formatore e divulgatore, partendo dalla storia di inter-

net dagli esordi ai giorni nostri, sfiora i temi legati alla costruzione dell’iden-

tità nell’era digitale, tratta dei pericoli e delle opportunità offerte dal Web 2.0

e suggerisce delle modalità di utilizzo virtuoso di Internet e Social Media.

Luca Fabrello

Introduzione

Sono passati poco più di vent’anni da quando il World Wide Web ha fatto

irruzione nella vita comune.

Volendo semplificare brutalmente, potremmo dire che i primi dieci anni

se ne sono andati per risolvere i problemi di diffusione dell’accesso ad In-

ternet e di creazione di siti da consultare, mentre i successivi cinque anni

sono scivolati via tra affinamenti dei motori di ricerca e pesatura dei conte-

nuti per permettere agli utenti di trovare ciò che cercano nelle sterminate

maglie della Rete, che seguitano via via a moltiplicarsi.

Circa un decennio fa il Web statico (detto anche Web 1.0) ha iniziato a

cedere il passo al cosiddetto Web dinamico (Web 2.0), dove la differenza

fondamentale sta nel fatto che chi accede ad Internet non è più solo fru-

itore di contenuti, ma diventa in prima persona autore e produttore dei

contenuti stessi.

Un solo caso basti per capire la portata del fenomeno. Da luglio 2008, nel

giro di cinque anni, circa 25 milioni di italiani si sono registrati su Facebook:

oltre il 40% della popolazione. Se escludiamo i bimbi fino a 14 anni e gli

anziani dai 65 anni in su, il dato ovviamente sale assestandosi intorno al

65%. Tra gli iscritti alcuni (pochissimi, in verità) hanno fatto marcia indietro

chiudendo il loro profilo: tutti gli altri sono rimasti, e si connotano nella

quasi totalità come utenti attivi. Anche grazie alla diffusione capillare de-

gli smartphone (croce e delizia dell’italico popolo), sono circa 17 milioni i

nostri connazionali che ogni giorno danno un’occhiatina al Social Network

più popoloso del pianeta. Ma – soprattutto – inventano, pubblicano, con-

dividono, scaricano contenuti.

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regole comportamentali e delle relazioni sociali. Gli adulti, dal canto loro,

sono spesso refrattari ed incapaci di cogliere appieno le dinamiche offerte

dai servizi ICT (Internet & Communication Technology), e sono inadeguati,

quindi, a guidare i più giovani nelle valutazioni di rischi ed opportunità.

Solo lati negativi, dunque? Assolutamente no, perché le potenzialità ed i

vantaggi collegati ad un utilizzo corretto e consapevole delle applicazio-

ni e delle piattaforme di condivisione offerte dal Web 2.0 sono, obiettiva-

mente, sterminati.

Le possibilità di arricchimento sociale, culturale e professionale dell’in-

dividuo sono strettamente collegate al superamento del vincolo fisico

spazio-temporale, cosa che permette di creare relazioni e interazioni che

nella realtà sarebbero difficili o addirittura impossibili.

La Rete utilizzata bene porta strettamente con sé la condivisione delle

passioni, il flusso delle informazioni, il lavoro di gruppo, la creatività, la li-

bertà di opinione, la sperimentazione di nuovi business.

Come spesso è accaduto nella storia, non esiste una tecnologia buona ed una cattiva: a fare la differenza vera è come l’uomo usa gli stru-menti che ha la capacità di creare.Alla luce di queste righe, potrete ben capire che il libretto che avete in

mano non vuole essere un manuale che insegna ad usare Internet ed i

Social Network. Si tratta, molto più semplicemente, di un insieme di dieci

semplici “consigli” che sono utili ad aprire la mente, riflettere, ed imparare

quindi ad usare meglio la Rete per trarne tutti i benefici, senza magari ca-

derne in trappola.

Ora, Facebook è l’esempio per eccellenza. Ma è in buona compagnia, con

fenomeni come YouTube, Twitter, Instagram, Google Plus, LinkedIn, Four-

square che sono entrati con prepotenza a far parte del linguaggio comu-

ne, come vedremo nelle pagine a seguire. Che piaccia o meno, siamo nel

pieno dell’era dei Social Media, ed è una vera impresa, tra gli utilizzatori di

Internet, trovare qualcuno che non sia coinvolto nel fenomeno.

Gli studi antropologici, filosofici e sociologici collegati alla diffusione e

all’utilizzo dei Social Network evidenziano come, fondamentalmente,

l’uomo abbia creato un giocattolo straordinario che però, se usato in ma-

niera inopportuna, potrebbe anche esplodergli in mano.

Nessun catastrofismo, né avversione verso le novità. Semplicemente,

l’evoluzione del genere umano è un processo che si spalma in qualche

milione di anni. Il rischio concreto – oggi – è che molte, troppe regole che

determinano il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi

vengano stravolte in un battito di ciglia. Psiche, linguaggio, emozioni, re-

lazioni, comportamento ne possono pesantemente risentire, e l’aspetto

più subdolo della faccenda è che i pericoli maggiori sono poco percepiti

perché si nascondono dietro all’utilizzo inconsapevole delle risorse (“fac-

cio senza conoscere”), o – peggio – a quello superficiale (“faccio senza

pensare”).

Nessuna fascia di età è esclusa dall’analisi dei pericoli collegati allo spopo-

lamento dei Social Media. Le nuove generazioni sono agevolate nell’utiliz-

zo degli strumenti, ma nella pratica sono esposte alle ricadute più pesanti

collegate alla modifica del processo di formazione della personalità, delle

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Quando si parla di Social Media si intende genericamente l’in-

sieme di strumenti on-line (siti, programmi, applicazioni) che

consentono agli utilizzatori di condividere contenuti testuali,

immagini, audio e video. Con il termine Social Network si in-

tendono invece comunemente le comunità virtuali all’inter-

no dei Social Media.

Negli anni novanta, forme primordiali di Social Network fu-

rono i cosiddetti forum di discussione nonché i siti web di

comunità online che raggruppavano persone interessate

ad argomenti comuni e consentivano loro di interagire

attraverso chat o homepage personali per la pubblica-

zione di contenuti realizzati dagli stessi utenti.

A distanza di vent’anni, il principio di base della condi-

visione rimane il medesimo, ma il principale cambia-

mento introdotto dall’evoluzione tecnologica è l’aver

trasfomato il monologo (da uno a molti) in dialogo (da

molti a molti).

Giusto per fissare le idee, elenchiamo di seguito i primi 8

Social Media oggi diffusi nel mondo occidentale (precisa-

zione doverosa, visto che esistono servizi “locali” in Russia

– VKontakte e Odnoklassniki – ed in Cina – Qzone, Tencent

Weibo, Sina Weibo – che contano anche centinaia di milioni

di utenti, ma che da noi sono pressoché sconosciuti).

i social mediae il loro

linguaggio

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PIntereSt: social network fondato nel 2010 dedica-to alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Permette agli utenti di creare bacheche virtuali per gestire la raccolta di immagini in base a temi prede-finiti o da loro generati. Il nome deriva dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest (interesse).

FourSquare: creato nel 2008, basato sulla geolocalizzazione (via web o con di-spositivi mobili che utilizzano il GPS). Gli utenti eseguono la registrazione della propria posizione e sono retribuiti con punti e talvolta con dei “badge”, ovvero riconoscimenti per aver raggiunto certi obiettivi (p.es. frequentando assidua-mente gli stessi luoghi, o una certa cate-goria di luoghi).

Youtube: piattaforma web fondata nel febbraio 2005 che consente la con-divisione e visualizzazione in rete di video (video sharing). Dopo Facebook e Google, rappresenta ad oggi il terzo sito più visitato al mondo.

twItter: il social network del passerotto è nato nel 2006 e fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di te-sto con una lunghezza massima di 140 caratteri. Il nome deriva dal verbo inglese to tweet che significa “cinguettare”. Il servizio è diventato estremamente po-polare grazie alla semplicità ed immediatezza di utilizzo.

Facebook: è il social network più diffuso al mondo, l’uni-co ad aver superato il miliardo di iscritti. Nato ad Harvard

nel 2004 con l’idea di replicare e potenziare l’annua-rio che i college americani stampavano per aiutare

gli iscritti a socializzare, è diventato un fenomeno planetario. L’iscritto coltiva un proprio profilo

personale e condivide i propri interessi attraver-so la pubblicazione di immagini, testi e colle-

gamenti in Rete. La connessione tra utenti avviene su richiesta cui deve seguire auto-rizzazione, e viene chiamata “amicizia”.

GooGLe PLuS: nato nel 2011, mutuan-do l’utilizzo delle risorse multimediali tipi-co del mondo professionale (p.es. offre la possibilità di avviare conferenze audio e video tra più utenti). I contatti sono sud-divisi in “cerchie” creabili e modificabili dall’utente. Agendo sulle impostazioni è possibile limitare la diffusione dei dati

pubblicati alle varie cerchie: tale sistema mira a realizzare un buon livello di privacy.

LInkedIn: lanciato nel 2003, dedicato al lavoro e al business. Lo scopo principale del

sito è consentire agli utenti registrati di pre-sentare il proprio curriculum, nonché di creare e

mantenere una lista di persone conosciute e rite-nute affidabili in ambito lavorativo.

InStaGraM: è un’applicazione gratuita sviluppata nel 2005 da installare sui cellulari. Permette agli utenti

di scattare foto, applicare filtri, e condividerle su numerosi servizi di social network.

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La diffusione capillare dei Social Media porta con sé una serie notevole di terminologie tecniche dai

connotati decisamente anglofoni, che entrano a far parte del linguaggio corrente delle persone-utenti e mo-

dificano radicalmente il loro modo di esprimersi. Frasi del tipo: «Chattiamo dopo, adesso sistemo il profilo e mando un poke su Fa-

cebook ad un mio amico che mi ha taggato prima su una foto» faranno forse rabbrividire gli Accademici della Crusca, ma sono ormai da considerarsi di uso corrente.Di seguito un mini glossario “di sopravvivenza”, con alcuni termini la cui conoscenza è da ritenersi imprescindibile.

account: Costituisce l’insieme di informazioni e contenuti riconducibili ad un utente all’interno di siti web o per usufruire di servizi su Internet (tipo e-mail o credenziali di accesso ad un sito).aMIcIzIa: Nel linguaggio di Facebook, rappresenta banalmente il collegamento tra due profili utente. In questa sede, il termine perde ogni accezione affettiva e rappre-senta la mera autorizzazione a condividere i propri contenuti con chi ne faccia richiesta.avatar: È il termine con cui si indica l’io digitale. In senso lato, è un’immagine scelta per rappresentare la propria utenza in comunità virtuali, luoghi di aggregazione, discus-sione, o di gioco on-line.bLoG: Contrazione dall’inglese “web log”. I blog sono solitamente siti tematici dove un utente singolo o un gruppo di utenti selezionati pubblicano con una certa regolarità articoli, video, descrizioni di eventi in ordine cronologico.chat: In inglese, letteralmente, “chiacchierata“. Viene usato per riferirsi all’interscam-bio di messaggi testuali attraverso servizi sia telefonici e via Internet.check-In: È l’attività con cui un utente esegue la registrazione della propria posizione fisica attraverso strumenti di localizzazione GPS.Fake: In inglese “falso, contraffatto, alterato”. Nel gergo dei Social Network è un uten-te che falsifica in modo significativo la propria identità.FLaSh Mob: Dall’inglese flash “breve, in un lampo”, e mob “folla”. Indica un gruppo di persone (attraverso un evento organizzato via internet o tramite telefono cellulare) che si riunisce all’improvviso in uno spazio pubblico, per un breve lasso di tempo com-piendo azioni particolari.FoLLower: Dal verbo inglese to follow, “seguire”. All’interno dei Social Network, è colui che sceglie di essere aggiornato con regolarità sui contenuti pubblicati da altri utenti da egli selezionati.

haShtaG: Sono un tipo di tag (vedi voce) utilizzato in alcuni Social Network per creare delle etichette. Essi sono formati da parole o combinazioni di parole concatenate pre-cedute dal simbolo # (cancelletto), inseriti come commenti alle immagini.kLout: È un servizio atto a misurare l’influenza sociale del singolo utente. Attraverso la misurazione delle attività dell’individuo sui Social Media e dei riscontri ai contenuti pubblicati viene attribuito un indice numerico.LIke: Dall’inglese “mi piace”. Si tratta di un’azione che può essere realizzata da un utente di Social Network per esprimere con immediatezza il proprio apprezzamento verso un contenuto (invece di scrivere un commento articolato).LInk: Dall’inglese “collegamento”, abbreviazione di hyperlink. Un collegamento iper-testuale è un rinvio verso un altro contenuto presente sulla Rete.PaYPaL: È un servizio di pagamento online che permette a qualsiasi azienda o consu-matore con un indirizzo email di inviare e ricevere pagamenti.Poke: In inglese significa letteralmente “toccare qualcuno con un dito, attirandone l’at-tenzione”. Nei Social Network significa dimostrare interesse verso qualcuno per suscitarne la reazione o vedere il profilo di qualcuno senza chiederne necessariamente il consenso.PoSt: È un messaggio testuale, funge da opinione o commento, inviato in uno spazio comune su Internet per essere pubblicato.ProFILo: Il profilo è l’insieme di dati contenuti in un account che sono visibili agli altri utenti di un Social Network. Share: Dall’inglese to share, “condividere”. Indica l’azione con cui l’utente decide di condividere determinati contenuti con altri. SMartPhone: Sono i telefoni cellulari dell’ultima generazione, con capacità di cal-colo e di connessione molto più avanzate rispetto ai normali telefoni cellulari. Tipica-mente consentono di scattare foto, girare video, riprodurre musica, navigare in Rete, utilizzare applicativi.taG: È una parola chiave, un’etichetta o un termine associato ad un’informazione (un’immagine, un post, un video clip ecc.) Tipicamente, nelle foto, è il nome delle per-sone ritratte.tweet: Dall’inglese “cinguettare”. È un messaggio di testo con una lunghezza massi-ma di 140 caratteri alla base del funzionamento del Social Network Twitter.vIraLe: Con il termine virale ci si riferisce ai contenuti che hanno acquisito popolarità attraverso lo scambio su Internet, principalmente attraverso i Social Media o l’e-mail.wIkI: è un sito web che permette ai propri utenti di aggiungere, modificare o cancellare contenuti attraverso un browser web. La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti contribuendo non solo per aggiunte, come accade solitamente nei forum, ma anche cambiando e cancellando ciò che han-no scritto gli autori precedenti. Ogni modifica è registrata in una cronologia.

Glossario

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Per guidare un automezzo senza schiantarsi fuori strada non ba-

sta premere un paio di pedali e girare il volante. Serve anche

conoscere il codice della strada, rispettare le regole della cir-

colazione, essere consapevoli delle potenzialità e dei limiti

dell’automezzo che si conduce.

Lo stesso vale per Internet ed i Social Media. Bastano pochi

clic e qualche dato personale per creare il proprio profilo (o

account), ed entrare nel magico mondo della condivisione

on-line, ma se non si conosce molto altro o si pensa di poter

procedere “a naso” le possibilità di combinare veri e

propri pasticci sono molto elevate.

Link, like, fake, tag, hashtag, share, wiki, blog,

check-in, tweet, follower sono alcuni dei

termini base da imparare. Ma è un dato di

fatto che spesso anche chi già ne conosce

il significato non sa utilizzarne appieno (o

quantomeno in maniera appropriata) le po-

tenzialità.

Se non ti va di rivolgerti all’amico esperto (cer-

to, tutti ne hanno uno, ma sarà poi davvero così

esperto?), sappi che esistono numerosi siti validi e referenziati in grado di guidarti nella conoscenza dei Social Media, sia che tu sia un perfetto neofita, sia che tu sia già un buon utilizza-tore ma senta il desiderio di affinare le tue conoscenze.

Non pubblicaresempre tutto

Impara a conoscere gli strumenti

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1I Social Network hanno senza dubbio il merito

di aver democratizzato le opinioni. Ciascuno

può esprimere il proprio pensiero con pari

dignità, ed è il consenso degli altri utenti

a stabilire il successo o meno di un pa-

rere, di un’immagine, di un contenuto

qualsiasi.

L’altro lato della medaglia è il cosid-

detto oversharing, ovvero l’eccesso di

condivisione. C’è una quantità enorme

di informazioni irrilevanti, spesso di ca-

rattere personale, che viene riversata in

Rete ogni giorno.

Il desiderio compulsivo di condividere anche

le cose più banali è spesso indice di incapacità

di gestire i propri stati d’animo. Per scongiurare il

fenomeno, spesso basta concentrarsi di più su se stessi, e chiedersi: «Se un altro pubblicasse questa

cosa al posto mio, io cosa ne penserei?»Ci sono anche altri validi motivi per cui pubblicare troppo diventa pericolo-

so. Basti pensare che il post entusiasta con le date delle prossime vacanze

(magari lasciando l’appartamento incustodito) o con la foto di un recen-

te costoso acquisto potrebbe essere molto interessante, oltre che per gli

amici, anche per potenziali malintenzionati…

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A quanto pare, prevedere il futuro

non è cosa proprio alla portata di

tutti. Quello che si può fare più

agevolmente, invece, è agire

nel presente in modo tale

da provare, almeno, a non

compromettersi il futuro.

Un video particolarmente

goliardico, un testo feroce o

sgrammaticato scritto sull’on-

da dell’emotività, una foto parti-

colarmente osé, prima o poi posso-

no finire in mano a chi deve scegliere se

affidarsi o meno alle nostre capacità umane

o professionali. Facebook e Twitter, per esempio,

sono utilizzati sempre più spesso dai datori di lavoro al

fine di concretizzare assunzioni di nuovo personale, e sono molti i

selezionatori che dichiarano di aver cambiato le proprie decisioni a ri-

guardo di potenziali candidati sulla base dei contenuti letti nei profili sui

Social Media.

Adolescente o adulto che tu sia, anche se ti sembra che questi problemi

non ti toccheranno mai, quando pubblichi qualcosa su Internet, cerca sempre di ricordare che quel qualcosa è una specie di “investimen-to” che fai verso te stesso, e che andrà a costituire un pezzetto del tuo

avatar (ovvero il tuo “io digitale” in Rete).

L’educazioneripaga sempre

Investi in ciòche pubblichi

4Comunemente si usa l’acronimo netiquette, ma in

pratica non è nient’altro che la buona educazione

nel mondo di Internet.

Si può essere maleducati in Rete? Certo. Usare paro-

le volgari, ledere la privacy altrui, URLARE (sul Web

la scritta in maiuscolo equivale ad alzare la voce), ca-

lunniare, offendere gratuitamente, giudicare in forma

anonima sono solo alcuni esempi.

La tecnologia, con i suoi progressi, ha spostato una pro-

porzione significativa delle relazioni dal reale al virtuale,

senza però che ci sia stato un parallelo aggiornamento delle

buone maniere.

Ricorda che la maleducazione on-line ha spesso devastanti ricadute sulle amicizie reali.

Sono molti coloro che ammettono di aver troncato i con-

tatti con un’altra persona dopo un alterco virtuale, o

comunque di aver ridotto i contatti reali con una

persona dopo un bisticcio on-line. Cionono-

stante, pare che per molti sfogarsi pigian-

do le lettere di una tastiera sia molto più

allettante e soddisfacente rispetto ad

affrontare di petto le questioni dal

vivo. Certamente è più facile.

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L’ambiente inconsistente della Rete, l’idea di anonimato (peraltro solo

apparente, visto che praticamente tutto ciò che accade on-line viene trac-

ciato ed è cosa piuttosto agevole risalire a chi pubblica un contenuto, a

meno che l’autore non sia un discreto hacker), il concetto di mancanza di

confini e di sterminate praterie cibernetiche dà a parecchi utilizzatori l’im-

pressione che su Internet e Social Media tutto sia lecito e permesso. Bene,

conviene chiarire subito che non è affatto così: anche il Web è subordinato

ai princìpi della legalità.

Sebbene la disciplina giuridica sia ancora piuttosto difforme a livello

internazionale, possiamo dire che – in linea di massima – sono parec-

chi i reati perseguibili che possono far passare qualche brutto

guaio a chi li commette.

Alcuni esempi? La lesione della privacy o dei diritti

d’autore, la diffamazione, la trasmissione di dati

ed informazioni lesivi dell’altrui onorabilità op-

pure del comune senso del pudore, il furto di

identità, la pirateria, la pedopornografia.

Della prevenzione e del contrasto della crimi-

nalità informatica si occupa la Polizia Postale

e delle Comunicazioni (una divisione speciale

della Polizia di Stato), ma la conoscenza e l’e-ducazione alla legalità informatica diventano

essenziali per non ignorare le conseguenze di una eccessiva superficialità e saper prevenire situazioni rischiose.

La Rete non è il Far West

Da quando i Social Network si

sono introdotti con prepotenza

nelle nostre vite, è nata una nuova

forma di ansia sociale: si chiama FOMO

(“Fear Of Missing Out”) ed è, letteralemente, la

paura di essere tagliati fuori, il pensiero costante che gli altri stiano facen-

do qualcosa di più interessante di quello che stiamo facendo noi. Ovvero,

che noi ci stiamo perdendo qualcosa.

Grazie soprattutto agli smartphone, la dipendenza da Internet e Social

Media (nota anche come “Social Network Addiction”) è un fenomeno

acclarato, in costante aumento, che rischia di sfociare in vere e proprie

patologie. L’eccessiva attenzione ai processi virtuali provoca l’allonta-

namento dagli altri interessi e sottrae sempre più tempo ai momenti

di socializzazione reale. Gli scompensi della personalità e l’impo-

verimento del linguaggio sono problemi tutt’altro che remoti e

intimamente collegati al fenomeno, il quale si può sintetizzare

pensando che quasi il 40% degli adolescenti ha il timore di

non riuscire a fare nuove conoscenze senza l’utilizzo di Inter-

net.

Chiediti se l’utilizzo di Internet è per te integrativo op-pure sostitutivo di relazioni reali. Datti delle regole, e fa’

in modo di rispettarle, per condurre uno stile di vita sano, con

una dimensione sociale adeguata e relazioni significative nel

mondo reale.

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Usa la Retenon farti usare

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Internet, forum e Social Media sono oggi tra gli

strumenti più potenti che abbiamo a disposizio-

ne per la diffusione della conoscenza. Ma il fat-

to che chiunque possa condividere il proprio

sapere con gli altri non garantisce che quel

sapere sia “corretto e fondato”…

Opinioni passate per fatti, teorie complotti-

ste, deformazioni della realtà, notizie inven-

tate, diffusioni virali: le false informazioni,

note anche come bufale, sono all’ordine del

giorno in Rete, perché nella quasi totalità dei

casi viene a mancare qualsiasi controllo auto-

revole su ciò che viene pubblicato.

Anche Wikipedia, l’enciclopedia virtuale che nella

versione italiana ha superato il milione di voci a ini-

zio 2013, non è esente da feroci dibattiti su affidabilità

ed autorevolezza: tutti possono contribuire alla stesura

delle voci, ma in media una modifica su cinque (il 22%) è

fatta da utenti anonimi che spesso - volontariamente o involon-

tariamente - inseriscono informazioni errate.

Non lasciare che la condivisione facile e immediata spodesti lo stu-dio e l’approfondimento, che rimangono sempre le vie maestre per la trasmissione della conoscenza.

La Rete non dimentica… ricordatelo!

Uno degli aspetti più controversi di Internet e dei Social Media è quello

collegato alla tutela della privacy, nonché alla circoscrizione dell’accesso

a determinati contenuti solo a certi utenti selezionati dall’autore. Tuttavia,

per quante impostazioni di sicurezza e di restrizione possano esistere, vale

il principio base che quando si pubblica qualcosa in Rete, è il caso di valutare attentamente il rischio affatto remoto che quel contenuto venga visto da chiunque. Il motivo è molto semplice: non esiste modo

di annullare la possibilità da parte di altri utenti di eseguire una copia del

contenuto e di diffonderlo a loro volta, magari con effetti altamente inde-

siderati.

Cancellare un dato da Internet non sempre è facilissimo. Spesso diventa

addirittura impossibile. Google, per esempio, il motore di ricerca per ec-

cellenza, conserva nei proprio server una copia (detta

cache), di moltissimi contenuti. Lo sapevi?

Per evitare eventuali problemi, presta sempre

la massima attenzione a quello che condividi

on-line, perché - come sempre - prevenire è

meglio che curare.

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7Non credere a tutto

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9 Gioca quanto vuoima sii te stesso

Se hai un problema, parlane

L’hanno provato in molti, soprattutto nei siti dedicati a chi cerca l’amore: il

partner dei sogni non è poi così idilliaco come si era presentato, e dal vivo

capisci che le foto erano pure discretamente modificate. Nel migliore dei

casi la cosa si chiude con un po’ di imbarazzo, ma talvolta la marcia indie-

tro diventa devastante…

Internet e Social Network permettono di giocare senza limiti

con la propria identità. Nella pratica, l’unico limite è im-

posto dalla fantasia di ciascuno. Ma chi esagera fin-

gendosi “troppo” qualcosa che non è, prima o poi

paga pegno. Se devi pubblicare qualcosa su un

Social Network, pensa che il mondo virtuale

e quello reale sono destinati ad incontrarsi

più spesso di quanto immagini.

Chiediti se il contenuto che butti in

pasto alla Rete è un qualcosa che ab-

braccia i tuoi ideali e che rispecchia chi

tu vuoi essere, o se magari va perfino

contro le tue convinzioni e la tua vera

personalità. In pratica: pubblichi per te

stesso, perché lo vuoi, o solo per gua-

dagnarti qualche “mi piace” e sortire un

certo effetto sugli altri?

Ricorda che essere se stessi, alla lunga, è la strategia che ti farà stare meglio con te

stesso e ti ripagherà di più.

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L’esplosione dei Social Media ha allargato in pochi anni la forbice genera-

zionale in maniera repentina e pericolosa.

Se sei un giovane con tutta probabilità “ci sei cresciuto dentro”, li consideri

strumenti assolutamente normali, quotidiani, ma forse non sei in grado di

valutarne appieno potenzialità e pericoli. Se sei un adulto invece rischi di

non conoscerli nella dovuta maniera, di trascurarne le dinamiche, e di con-

seguenza di essere incapace di stare al passo coi tempi e di guidare figli,

nipoti, alunni verso un utilizzo intelligente e coscienzioso delle risorse.

Soprattutto tra le nuove generazioni, sono in preoccupante aumen-

to i fenomeni di bullismo e di molestie attraverso la Rete (da cui

i termini cyberbullismo e cyberstalking), che possono sfociare

in danni psicologici non indifferenti. Spesso tali fenomeni ri-

mangono nascosti perché “gli altri, tanto, non capirebbero”.

Se combini un pasticcio in Rete o qualcuno ti prende di mira, o se rilevi qualcosa di strano che non riesci a capire, non aver paura di parlarne. Se anche coloro

cui ti rivolgi ne sanno meno di te, magari possono aiutarti

a trovare qualcuno di esperto che possa davvero aiutarti

a risolvere il problema. Il silenzio, di certo, non è mai una

soluzione.

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Chi abbia letto i dieci spunti di riflessione delle pagine precedenti, potrebbe cadere nell’errore di spaventarsi, o di credere che Internet e Social Network siano luoghi di alienazione dove il rischio si nasconde dietro ogni clic del mouse. Nulla di più sbagliato. La Rete, usata a proposito, è un infinito bacino di informazioni ed opportunità, in grado di arricchire senza pari chi ne sap-pia dominare le dinamiche.Se osserviamo da un punto di vista umano e sociale, sono piuttosto intuitivi i benefici collegati alla possibilità di instaurare e mantenere efficaci relazioni amicali, affettive e professionali a distanza, così come l’utilità di creare con poca o nulla fatica gruppi di lavoro, di studio e di condivisione impensabili fino a una manciata di anni or sono. Attualmente Internet è la fonte per eccel-lenza di empowerment (ovvero del processo di crescita che porta l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale), e per i più giovani, in particolare, moltiplica esponenzialmente le possibilità di conoscenza e di co-struzione di personalità fluide, attente, versatili e poliedriche, necessarie per fronteggiare efficacemente lo stile di vita “global”.Se spostiamo invece il punto di vista sul lato economico e lavorativo, non pos-siamo trascurare il fatto che molte delle professioni più richieste del prossimo futuro saranno collegate proprio allo sviluppo del mondo ICT, e soprattutto alla creazione e sviluppo di servizi dedicati al cosiddetto Popolo della Rete, in particolare agli utilizzatori di smartphone, tablet e Social Media. Basti pensare al caso degli “store on-line”, ovvero i grandi magazzini virtuali dove colossi come Apple, Samsung e Google permettono anche a piccoli sviluppatori in-dipendenti di commercializzare le loro “creazioni” (le famose App). Si tratta di praterie infinite, dove l’unico confine sono la fantasia e la capacità di inventa-

re qualcosa che davvero possa essere utile o divertente per altri utilizzatori.Notevoli occasioni nascono anche nel mondo dell’informazione e dei Blog, che sta conoscendo una vera e propria deflagrazione. Le imprese usano Blog e Social Media per promuovere e rafforzare la reputazione aziendale, men-tre sono sempre di più gli individui che attraverso i Blog tramutano le loro passioni in professioni, integrali o parallele. Ai più golosi non sarà sfuggita l’orda di enogastronomi e cuochi (più o meno improvvisati) che popola la Rete, così come i più modaioli avranno certamente sperimentato l’invasione di fashion-blogger (nonostante i più maliziosi insinuino – spesso a ragion ve-duta - che parlare di moda su un Blog non significhi necessariamente essere in grado di capirla, la moda). Ma c’è anche chi parla di tecnologia, di politica, di economia, di musica, di viaggi, di scienza, di salute, di sport. L’aspetto po-sitivo è che su Internet l’autorevolezza si guadagna sul campo, e sono ormai migliaia gli esempi di idee originali e creative che si sono fatte strada fulmine-amente grazie alla velocità della Rete, garantendo successo e soddisfazioni.La pubblicità (che in Rete è d’obbligo chiamare advertising) ed il marketing stanno conoscendo nuovi linguaggi proprio grazie alle sconfinate possibilità di profilazione che Internet e Social Network consentono: non più messag-gi generalisti, ma comunicazioni mirate, studiate per età, per categoria, per zona geografica.E da ultimo non si può dimenticare lo shopping on-line, che anche da noi sta prendendo sempre più piede (è raddoppiato negli ultimi quattro anni). L’e-commerce italiano risente di consuetudini che non lo rendono anco-ra uno strumento di massa (da noi quasi nove utenti su dieci si informano on-line su prodotti e marchi, ma solo un terzo acquista, preferendo spesso finalizzare l’operazione nei punti vendita), ma proprio per questo (soprattutto su settori particolari) può rappresentare la via d’accesso al mercato globale intercettando necessità e potenziali acquirenti che in precedenza sarebbero stati impossibili da raggiungere, a meno di pesanti investimenti che avrebbe-ro vanificato il senso stesso dell’impresa. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti. Via libera all’iniziativa ed alla voglia di condividere: con il giusto approccio critico, c’è una Rete intera che ci aspetta.

Una Rete di opportunità

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I Leo videro la luce nel lontano 1957, in Pennsylvania USA, su un’ intu-izione del Lion Jim Graver, allora allenatore della squadra di baseball dell’Abington High School e socio attivo del Lions Club di Glenside. Graver ragionava sulla possibilità di creare un club di servizio con i suoi ragazzi di liceo. Il 5 dicembre 1957, i Glenside Lions presentarono uno statuto per l’Abington High School Leo Club. Come primo Leo Club del mondo, il gruppo creò l’acronimo Leo: leadership, eguaglianza, opportunità. Più tardi eguaglianza diventò esperienza. Già nel 1964 c’erano 27 Leo Club in Pennsylvania e uno a New York. La svolta si ebbe nel 1967 quando, visto il diffondersi dei Club, il Consiglio d’Amministrazione di Lions Clubs International adottò il Programma Leo Club come programma ufficiale dell’associazione; aperto a uomini e don-ne, l’obiettivo del Programma Leo Club era (ed è ancora): “...fornire ai gio-vani nel mondo un’opportunità di sviluppo e contributo, a livello individua-le e collettivo, come membri responsabili della comunità locale, nazionale e internazionale.” Il programma non impiegò molto ad oltrepassare l’ Atlantico. Il primo Leo Club fu quello di Arenzano (GE), che ottenne la Charter a Giugno del 1969. Dal 1970 il Leo incominciò ad espandersi in tutta Italia. Nel 1973 si con-tavano 43 Clubs e 1078 Soci. L’ Incremento dei Clubs e dei Soci amplifi-carono la necessità di ritrovarsi, scambiarsi opinioni, esperienze, dibattere problemi comuni. Nacquero innumerevoli iniziative; e nel 1995 alla conferenza nazionale di Loano fu decretata la nascita del Multidistretto, organo di coordinamento nazionale dei singoli distretti, diventato operativo nel luglio 1996.

Codice dell’Etica Lionistica - Dimostrare con l’eccellenza delle opere e la solerzia del lavoro, la serietà

della vocazione al servizio. - Perseguire il successo, domandare le giuste retribuzioni e conseguire

i giusti profitti, senza pregiudicare la dignità e l’onore con atti sleali ed azioni meno che corrette.

- Ricordare che nello svolgere la propria attività non si deve danneggiare quella degli altri: essere leali con tutti, sinceri con se stessi.

- Affrontare con spirito di altruismo ogni dubbio o pretesa nei confronti di altri e, se necessario, risolverlo anche contro il proprio interesse.

- Considerare l’amicizia come fine e non come mezzo, nella convinzione che la vera amicizia non esiste per i vantaggi che può offrire, ma per ac-cettare nei benefici lo spirito che li anima.

- Avere sempre presenti i doveri di cittadino verso la Patria, lo Stato, la Comunità nella quale ciascuno vive; prestar loro con lealtà, sentimenti, opere, lavoro, tempo e denaro.

- Essere solidali con il prossimo mediante l’aiuto ai deboli, i soccorsi ai bi-sognosi, la simpatia ai sofferenti.

- Essere cauto nella critica, generoso nella lode, sempre mirando a costru-ire e non a distruggere.

Scopi del Lionismo - Creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo. - Promuovere i principi di buon governo e di buona cittadinanza - Prendere attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale della

comunità. - Unire i Clubs con i vincoli dell’amicizia e della reciproca comprensione. - Stabilire una sede per la libera ed aperta discussione di tutti gi argomenti

di interesse pubblico, con la sola eccezione della politica di partito e del settarismo religioso.

Cos’è il Leo Club?

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Le attività dei Leo sono delle iniziative chiamate Service. I SERVICE sono dei progetti di servizio, diretto o indiretto, che traducono in realtà lo spirito di volontà che anima tutti i componenti dei Leo Club. Possono essere l’organizzazione di eventi per la raccolta di fondi, l’orga-nizzazione di incontri di formazione e/o informazione. Ma non solo, i Leo lavorano direttamente anche sul campo cooperando e collaborando sinergicamente con moltissime Associazioni, Comunità ed Enti, con l’obiettivo di far crescere le capacità e le competenze dei propri soci in ambiti sociali e umanitari.

- Incoraggiare le persone disponibili al servizio a migliorare la loro comunità senza scopo di lucro ed a promuovere un costante elevamento del livello di efficienza e di serietà morale nel commercio, nell’industria, nelle profes-sioni, negli incarichi pubblici ed anche nel comportamento in privato.

Finalità del Leo Club - Dare ai giovani di tutto il mondo l’opportunità di contribuire individual-

mente e collettivamente allo sviluppo della società, quali membri re-sponsabili della comunità locale, nazionale ed internazionale.

- Stimolare fra i soci l’accettazione degli alti principi di etica. - Sviluppare le doti di Leadership. - Formarsi un’esperienza attraverso il servizio alla comunità. - Fornire l’occasione per promuovere la comprensione internazionale.

I Leo italiani nel triennio 2013/2016 finanzieranno il nuovo Tema Operati-

vo Nazionale Leo4Children.

Il progetto consiste nell’ allestire o migliorare, ove presenti, le sale ricreati-

ve dei reparti di pediatria delle strutture ospedaliere presenti sul territorio

italiano. Vogliamo sostenere i bambini in un momento di criticità, appor-

tando un sensibile miglioramento alla loro qualità di vita durante il loro

periodo di permanenza ospedaliera.

Nostri obiettivi sono sensibilizzare e far conoscere alla comunità ed alle

famiglie le esigenze e le problematiche del bambino ospedalizzato. Desi-

deriamo mettere in evidenza l’importanza della permanenza ospedaliera

in un ambiente caldo e confortevole che faccia sentire a proprio agio il

piccolo paziente ricoverato.

Per riuscire nel progetto raccoglieremo dati presso le strutture ospedaliere

(attraverso l’ausilio di un apposito questionario) affinché vi siano adesioni

al progetto da parte dei singoli reparti di pediatria interessati a Leo4Chil-

dren e si avvii una collaborazione con noi Leo.

Andremo poi a dotare le sale ricreative dei reparti pediatrici di un apposi-

to Kit Leo, adattato a seconda delle esigenze della struttura ospedaliera,

composto da giocattoli ed articoli di genere ludico-didattico.

Il progetto si articola in tre anni.

Per maggiori informazioni visita il sito: www.leo4children.it

Quali sono le attività dei Leo?

Unileo4children

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SPARKLING

è società di consulenza direzionale

fondata nel 2010

da Luca Fabrello e Raffaele Gargiulo.

Si occupa di organizzazione e

gestione aziendale,

marketing e comunicazione,

formazione e coaching.

Le “riflessioni per un utilizzo sano

e consapevole di internet e social media”

si inseriscono all’interno di un percorso intitolato:

Seminari di EDUCAZIONE ALLA TECNOLOGIA

I seminari sono particolarmente indicati per:

AZIENDE

ENTI ED ASSOCIAZIONI CULTURALI

ISTITUTI SCOLASTICI DI OGNI ORDINE E GRADO

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Per informazioni: SPARKLING SNC | Via Sicilia, 4 | 36016 Thiene, Vi | P.IVA 03594900247 | [email protected] ALBU

CAM

LUCA FABRELLO

classe 1978, è nato e vive a Santorso (Vi).

Manager e giornalista pubblicista, lavora da quasi quindici anni nell’ambito

delle telecomunicazioni e della comunicazione d’impresa.

In veste di consulente direzionale, ha curato l’ottimizzazione delle strutture

ICT (Internet & Communication Technology) di numerose aziende venete.

Dal 2007 si occupa della direzione di una struttura che opera nel settore

sales business per il principale operatore italiano di telecomunicazioni.

Come formatore e divulgatore tecnologico ha strutturato un percorso

trasversale di «educazione alla tecnologia» destinato a giovani, adulti,

professionisti ed imprenditori: il presupposto è che la conoscenza ed un

utilizzo consapevole delle risorse tecnologiche, ed in particolare dell’ICT,

possono migliorare la vita dell’individuo e la competitività delle imprese.

Nella Sales & Distribution Accademy presso la Business School del

Politecnico di Milano ha approfondito i concetti di “economia reputazionale”

e di “capitale reputazionale” ai tempi di Internet e dei Social Network.

Come speaker e giornalista, oltre a condurre svariate manifestazioni

pubbliche e conferenze, per molti anni si è occupato sulla stampa locale di

attualità ed economia nel territorio vicentino.

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10 spunti di riflessione

per un utilizzo sano e consapevole di Internet e Social M

edia

Con il patrocinio di:

Lions Club Thiene HostLions Club Schio

GR

AFI

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