Marcella Blasiol

Lele UffaUna storia antinoia

Illustrazioni di Pablo Torrecilla

Erickson

Presentazione

Nel paese di Annoialto sono tutti stanchi e annoiati: bambini e adulti, animali e piante…

Lele Uffa, il protagonista, è il più annoiato di tutti. A scuola ci va e non ci va; passa molto tempo spaparanzato sulla poltrona a guardare cartoni…

Un giorno arriva la famiglia Operosetti: i figli Speedy e Ale, i genitori Loris e Lia, la nonna Vivi. Sono pieni di energia e voglia di fare: organizzano, costruiscono casette, preparano dolci, leggono, fanno sport…

Caro lettore,la storia che leggerai ti porrà delle domande (già, anche le

storie fanno domande, non solo i genitori e gli insegnanti!):Non impegnarsi, non fare sforzi, stare ore a guardare la TV,

rallegra qualcuno?Ti è mai capitato di avere realizzato una costruzione, un

lavoretto, un compito ed essere felice del risultato ottenuto, o di aver letto una storia interessante, studiato con impegno e imparato qualcosa di nuovo?

Si può fare qualcosa di bello senza impegno?Leggi la storia, se ti va…Alla fine, prova a darti qualche risposta. Se la trovi, puoi anche inviarmela, insieme alle proposte

alla fine del libro.Questo vale anche per i tuoi genitori! Passione e impegno

sono vitali per tutti!Buona lettura,

Marcella

Ecco il paese di Annoialto…

Annoialto sorge su una collina stanca.La collina è gradevole, punteggiata da

oliveti e rosai, con una gobba tondeggiante in alto come tutte le colline. Ma, a differenza delle altre, è stanca. Maledettamente stanca. Stanca-mente stanca.Gli stessi olivi da anni non fanno il loro dovere, cioè le olive, e i rosai non producono del loro meglio, cioè le rose: hanno solo spine, e anche quelle poco pungenti. Se fiorisce qualche rosa, ha il colore sbiadito di una maglia usata da troppo tempo.«Buon riposo», dice al mattino Pino Pinastri, il pino più anziano, ai compagni intorno. «Buon riposo a te», qualcuno risponde, altri hanno già piegato gli aghi per la dormita mattutina.Il paese di Annoialto assomiglia molto alla sua collina.

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Musicherock

«Il cell!»Lia guarda lo zaino di papà. Da una delle

tasche esce una musichetta rock. «Un attimo…» Papà Loris cerca con le mani il cellulare che non si fa trovare.Lia scatta una foto a una lucertola sdraiata, zampette in aria. «Che roba fastidiosa…», si lamenta la lucertola. «Preferisco la musica classica.»Ale appoggia il suo cesto di vimini. «Papà, non sai mai dov’è il cellulare!» Il ritmo rock muove il silenzio del prato intor-no. Un cavolo si sveglia e ondeggia leggermente. «Che cavolo sta succedendo?»

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«Musica», risponde una barbabietola, «dev’es-sere roba moderna.» Un pomodoro verde attacca passi di danza. «Ehi, peperone, facciamo un tango?»«Che ignoranza musicale», esclama il cavolo che ormai si è svegliato del tutto, «si chiama rock questo.»«Guardate!», Ale scatta foto a ritmo di rock. «Si sta svegliando il prato.»Click! «È matto ’sto posto.»Click! Perché la musica, anima.Il papà ha trovato il cellulare: appoggiato sotto le racchette. «Sì?… Ah, sei tu? Ragazzi, è la nonna!»Ale tira il papà per un braccio. «Salutala! Di’ che qui siamo fuori dal mondo e che le piante hanno colori morti e adesso ballano. Oh! Sono ritornate immobili…» «Musica finita, si torna a dormire», ha senten-ziato il cavolo chiudendo un occhio e poi l’altro e tutte le verdure lo hanno imitato. Il ballo improvviso ha stancato tutti. Invece di ventiquattro ore, probabilmente riposeranno quarantotto.

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Asteroidi e colpi di energia

«Lele…», mamma Pacifica chiama il figlio a volume basso per non disturbare il marito

Tranquillo e pesce Galleggio che dormono, uno nel letto, l’altro nella vasca. «Ci sono Matteo e Sandro.»I due compari entrano, senza chiedere permesso o salutare.Perché anche chiedere permesso e salutare, stanca.«Uhm…», Lele, sulla solita poltrona, muove un ginocchio al rallentatore.«Giochiamo, Lele Uffa», dicono in coro i due. Non usano il punto di domanda, ci vorrebbe un respiro più ampio. Matteo e Sandro si muovono in coppia, tipo tandem, hanno la stessa altezza e corporatura. Sembrano gemelli, ma non sono neanche fratelli. Si differenziano, da qualche giorno, per un de-ciso cambio di pettinatura. Prima, avevano una

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cresta a testa. Ora, Sandro ha optato per il con-trario: rasatura quasi a zero.Hanno anche un tic di coppia: mettere la mano nei capelli circa dieci volte al giorno. Matteo ci sente la cresta, Sandro, invece, si sorprende di trovare il quasi deserto. Sandro tira fuori un portatile da uno zaino in spalla.Lele lascia la sua postazione e va in camera se-guito dai due. Matteo accende il computer e si mette in ginocchio.«E io dove mi siedo?», Sandro tocca la sua testa. Ma che acci…, poi si ricorda del barbiere Rico di Corribanda che gli aveva fatto la proposta di cambio look e lui aveva accettato e poi si era pentito. Sedersi dietro Matteo gli pare il posto giusto dove stare a guardare il gioco. «Chi sono quei due tizi che si vedono in giro», domandano Matteo e Sandro.«Quali», sbadiglia Lele. «Un ragazzo e una ragazza.» Matteo schiaccia start: dalla sua navicella spazia-le spara colpi di energia contro degli asteroidi.«Carina lei», ride Sandro, gli occhi puntati sul monitor.

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Lele lo guarda di traverso. Mi ruba i pensieri. «Si chiamano Speedy e Ale», si sorprende a sen-tirsi orgoglioso di conoscerli. «Vengono da un altro pianeta…»«A sentire dai nomi, direi proprio di sì», Mat-teo è abile ad abbattere gli asteroidi che sono sempre più numerosi. «E a vederli correre come matti…», aggiunge Sandro e lancia un’occhiata distratta a Galleg-gio, che si è svegliato e segue la partita. La navicella di Matteo, colpita da un asteroi-de, precipita. «Nooo… Perso…», un tuffo sul pavimento, quasi sbatte la testa contro quella di Sandro.«Ehi, calmino», brontola Sandro e gli dà il cambio. «Li vedo sempre correre e giocare a palla.»Lele si alza in piedi. «Hanno in mente un pre-mio. Si farà qui. Roba bella.»«Un premio? Non sei da premi tu», ride San-dro, dando uno strattone alla mano che voleva muovere una cresta inesistente. Inizia la partita. Spara colpi di energia a tutto spiano. «Al mas-simo, puoi vincere quello di chi dorme di più!»Lele non ride. «Però sono simpatici. E non ho mai vinto un premio in vita mia.»

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Arrivano due amiche ficcanaso

«È fantastica.»Sandro accarezza la casetta con la stessa

rude dolcezza con cui liscia la sua testa rasata. La casetta è in compensato, a due piani, tetto color laminato d’oro, intorno un prato inglese recintato da alberelli di cartone verde pino e fiorellini giallo ocra. In un angolo, una fontana bianca. C’è pure il laghetto azzurro luccicante con le paperelle.«E se non ci crede, la giuria, che l’abbiamo fatta noi con i nostri paparini?», Matteo parla a bassa voce, come se nel garage della sua villetta non ci fossero solo loro due, ma qualche spia o tele-camera nascosta. Sentono bussare. Matteo butta la coperta marrone soldato sulla casa. Va verso la porta. «Chi è? Chi ha aperto il cancelletto?» Si sforza di apparire naturale, ma nello sforzo si legge la tensione.

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5, 4, 3, 2, 1… Via!

Una processione di carri sale dalla piazza di Annoialto lungo il Sentiero dei larici.

Step a Malghetto. Acqua e dolcetti nella pastic-ceria riaperta per l’occasione: le energie degli annoialtini, per quanto ritemprate, hanno bi-sogno di forza.Curva Grande.Tornante Biforcuto. Step a Sasso Rosso. È un sasso gigante su cui sedersi e bere acqua di borraccia. Stop al Pra dele strie.Agganciato ai trattori ogni genere di carico, dai fiori a improbabili modellini di aerei a ostacoli per la corsa dei cani.Seguono le auto per il trasporto di oggetti più delicati come tovaglie, presine, centrini ricama-ti per l’occasione da nonne che hanno rispol-verato lavori di tanti anni fa. «Come mi sono divertita!», ha detto nonna Bice a Vivi quando

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le ha portato un centrino a punto croce color panna.La processione procede lenta, intorno svolaz-zano bambini, qualcuno con nastri, altri con palloncini colorati.In fondo, ragazzi in bicicletta.Lungo il tragitto, fiori che dopo recenti annaf-fiature hanno (quasi) ripreso il colore naturale si sporgono per vedere un movimento che ad Annoialto non s’è mai visto.All’arrivo, il Pra dele strie si presenta come un albero addobbato per la festa di Natale con po-chi rametti dimenticati.Al lato sud, una lunga allegra tavolata. Tovaglia candida e piatti con ogni genere di leccornie, ben nascoste da tovaglioli per allontanare golosi troppo precipitosi: la merenda seguirà la gara e la premiazione.Ora, l’attenzione è rivolta alla gara.Al lato nord, un tavolo molto serioso coperto di panno rosso: siede la giuria, cioè l’intero Con-siglio comunale.Proibiti dal presidente, sbadigli, appisolamenti e cellulari.Perché anche il cellulare, quando è troppo è trop-po.

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