leergut, come se tutto fosse vuoto

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leergut come se tutto fosse vuoto.

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libro/raccolta di storie inedite illustrate e impaginate.

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  • leergutcome se tutto fosse vuoto.

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  • 62011 lumE editore S.p.A. www.lume.com

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  • Certe volte sembrava che potessero pignorarci pure i sorrisi. Con Billie e Lola imbrogliavamo sul peso dei pomodori al supermercato con la cassiera indignata nel passare il sacchetto dei nostri kili da pagare come grammi.Salite scoscese da percorrere in corse labirintiche per evitare i creditori e rinchiuderci i n casa fino alla notte per scendere a pattinare sui marciapiedi di Via Roma con tutti a dormire. I camion dell'ASIA a passare e ripassare vuoti come se solo in ricognizione lasciando la monnezza a improci slalom a cui il governo avrebbe commentato con un in fondo a Napoli la gente si diverte.Mi ricordo ancora l a polizia nelle pantere blu a fissarci con biasimo invece che dare l a caccia alle falene.I Nordafricani a cantarci canzoni d'amore improvvisate per successive proposte nei vicoli sui cofani.

    L'aria della notte mescalina e rubare per strada di tutto prima di tornare a casa a contemplare tesori di mollette asciugamani piccioni insegne bandiere e poi dormire.Odore d i muffa a i risvegli pomeridiani e tutto a ricominciare come sempre.Le urla d i Ciro e Pinuccia del piano terra che Ciro bestemmia tutti i morti della Madonna perch Pinuccia

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  • tiene la porta chiusa e lui non pu entrare contutto che va di fretta perch deve cagare. Catturare la loro vita in filmati d i fotocamera appoggiata sul davanzale affacciato sul cortile interno per eternarne le gesta. Ti scasso il culo fiorisce Pinuccia contro il bambino.Poi per le cose sono cambiate.

    Abbellendomi gli zigomi prima di vendermi mi disegno con l'eye liner un neo accattivante Marylin Monroe. Con un vestito i n saldo e una collana rubata tra mura aristocratiche a fabbricare miliardi.Stiletti dai tacchi orgasmi per Vlad l'impalatore e il Citizen di mio padre che segna le undici.Mio padre. S e lo sapesse finirebbe per infilarmi una carabina nel culo e premere il grilletto sistilioni di volte. I suoi occhi verdi impassibili e l a sua voce tremenda a tuonare come il Dio degli ebrei contro di me mentre mia madre i n pose d a quacchera isterica a piangere lacrime Rio Grande. Per tanto loro non sanno e con calcolata lentezza finisco di pettinarmi e dopo avere maledetto San Cristoforo per il flacone di profumo che Banana mi ha completamente rovesciato sul pavimento rimetto tutto i n ordine per parvenze d i borghesit d'alta classe al secondo piano di un edificio rifinitodi stucchi eleganti Palazzo d'Inverno da assaltare.

    In attesa dei trencentocinquanta delle undici e mezza accavallo le gambe e in caratteri cirillici scrivo la mia tesi di laurea sulla Pravda che non dice la verit e Anna Poiltkovskaja che deve morire.Uno sguardo commosso al Citizen di mio padre ed quasi mezzoggiorno di fuoco ma il denaro ancora altrove.Non prendo mai i numeri dei clienti quindi non posso telefonare a John delle undici e mezza per urlargli che non mi sono certo svegliata per imbellettarmi come una

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  • diva e andarmene in giro per casa strillando che sua madre una mignotta.Chiamo quindi il mio padroneprotettore ma lui dice che siamo amici che per il venti per cento sugli incassi si occupa di tutte le questioni burocratiche.Neanche il tempo di ravvivarmi lo smalto che John sta sotto al mio citofono e poi nel mio salone col suo cazzo moscio e il fantastico bouquet di banconote assortite.

    Ciao Helga.

    Inizio allora rituali imparati a memoria d i atti scanditi bene dal tempo.Si parla ci si tocca con modestia ci si tocca con ardore ci si sveste si scopa e arrivederci e grazie.Lo accompagno sul mio letto e dopo aver incassato con voce suadente lo invito a parlare.E lui parla. Straparla. Forse un bene. Del resto pi parla meno dovr scoparci.John ha lo sguardo castrato. Tiene le mani incrociate e ferme. Le scarpe con una punta troppo audace. Il soprabito nero molto professionale. John esattamente come tutti gli altri. Sono tutti John per me. Sia per comodit che per sentirmi una marchettara d a dieci dollari Hollywood Boulevard.John continua a parlare. Si scusa per essere arrivato in ritardo ma purtroppo c' che sua madre non s' sentita bene e d dovuto restare con l ei fino all'arrivo dell infermiera che era uscita un attimo per comprare le flebo in farmacia perch la signora vecchia e dalla morte del marito caduta in una depressione caustica e ha smesso di mangiare e il suo cuore s' indebolito ee poi le sono venute un sacco di altre brutte cose ed costretta a letto con l a vita endovena e gli occhi cieci..Che storia commovente.

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  • Potrei sembrare pi strafottente solo se mi fumassi una sigaretta dimenandomi i n un cruciverba d a Settimana Enigmistica.Passa u n altro quarto d'ora. Per l'una d ovrei aver finito.Che oggi ho altro da fare.Oh ma che bel cane dice e lo accarezza. Come si chiama?Banana.Banana? un nome alquanto strano per un cane. Perch l'hai chiamato cos?Perch mi piace.La banana?E ride. Cio ridacchia. Proprio come uno scolaretto delle elementari a l suo primo paio d i tette i n un catalogo di biancheria.Mi chiede l'et del cane. Sei anni. La razza. Un incrocio tra Husky e Alsaziano. Come mai ha un occhioceleste e uno marrone. Ovviamente perch un incrocio tra un cane con gli occhi azzurri ed uno con gli occhi marroni. Se ci sono molto affezionata.Direi d i s altrimenti non m e lo terrei i n casa nonostante la mia proverbiale allergia alle bestie.Dieci minuti. Altri trentacinque e sar tutto finito. I miei sguardi apparentemente casuali al Citizen di mio padre e lui che se la prende con comodo e se la prende troppo con comodo e parla e parla.Delle caramelle a l mentolo dei mobili L e Fablier che sono i migliori della prima pagina di Libero del papa che un vero eroe di un certo quadro di Santa Maria Goretti che sta in camera della madre il ponte sullo stretto la marea nera in Florida il terremoto in Abruzzo la risoluzione del problema della monnezza a Napoli e

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  • poi come se per me non fosse gi troppo doloroso solo ascoltare mi chiede che ne penso.Dieci minuti. Ne mancano venticinque.Le caramelle al mentolo mi fanno schifo di mobili Le Fablier non ne ho mai comprati che sono signora per caso ma preferisco Ikea Libero un giornale per gli idioti il papa un nazista Santa Maria Goretti la cosa pi patetica del mondo se poi vai a puttane e specialmente se ne parli con le puttane il ponte sullo stretto meglio non p arlarne come della monnezza che i n realt sta ancora per strada e della marea nera pure che senn divento troppo radicale nel mio antiamericanismo militante.Per invece oh si. Tutto molto interessante gli dico. Mancano tipo diciassette minuti. Gli sbottono la camicia che sar meglio iniziare che altrimenti magari si fa tardi senza concludere e deve restare ancora e ancora altro tempo e non voglio perch c'ho da fare e non voglio manco mandarlo via insoddisfatto che questi sono tempi f eroci e l e cattive recensioni non mi farebbero certo meglio.Al secondo bottone mi blocca i polsi. Non cos in fretta mi dice tanto abbiamo ancora un sacco di tempo. S lo so solo un quarto d'ora pensi per il tuo amico al telefono mi ha detto che se avessi voluto restare ancora avreipotuto semplicemente pagando per un'altra ora e pagare tutte le ore che voglio tanto per oggi mi ha detto che non hai altri appuntamenti.Ma Cristo che figlio di puttana. Gli avevo detto di non prendermi altri appuntamenti perch oggi avevo da fare non perch se John delle undici e mezza avesse problemi ad alzare avrei potuto cullarlo fino a mezzanotte.Per ho paura che se mi rifiuto di lavorare un giorno a caso mi entraqualcuno in casa con la scusa di essere

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  • dell'Enel per l a revisione del contatore e m i spara nelle ginocchia.Le mie bellissime ginocchia.Sorrido come se restare altre infinite ore con lui fosse la cosa che pi desidero al mondo.Mi accarezza le mani.Mi accarezza ancora le mani e mi chiede quanti anni ho.Venti.Ma sei una bambina. Io ne ho sessantadue.Gi.Li hai tetti tutti quei libri?Si.Che tipa che sei -voi giovani dite cos vero?- sei cos diversa dalle altre.Strana forse. Per mi piace un sacco. Anzi per piacere parlami. Parlami dai.Ma forse che non ti piaccio?No. Non mi piaci per niente. La tua faccia scurita da secoli di onorato fumo mi fa schifo. E le tue caviglie raggrinzite e bianchicce che fuoriescono dai pantaloni mi fanno rabbrividire. I tuoi denti grigi. Le tue unghie gialle. Devi essere uno di quei cafoni arricchiti che neanche ammettono in societ. E tua madre non te la tieni per aristocratici doveri m a piuttosto perch zappatore nun s'a scorda mamma.Tiepidamente invece ti rispondo che non che non mi piaci solo che io generalmente non parlo altrimenti poi finisco per straparlare e la gente non ama le ciance bisbetiche m a anzi m i compra nella speranza che dopo tante io finalmente sia muta.Mi guarda estasiato. S e soltanto potessi vomiterei dighe per contenere la mia frustrazione. Perch non lo capisce che non ci voglio parlare? Mi farei sodomizzare da un bulldozer se bastasse a zittirlo.

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  • Mia sorella. Sarei dovuta andarla a prendere al conservatorio ore fa. Le puttane sono svelte a mentire. E brave pure. Per anche s e non l o fossero non importerebbe a nessuno. Vengono pagate per altro.Ah suona? Mi chiede curioso.S.Cosa?Tromba.Davvero?No. un invito cortese.Ma scusa se te lo chiedo per tu perch fai questolavoro? Una volta ho provato a fare la cameriera ma non ero brava.Rovesciavo tutti i vassoi e facevo sempre u n casino tremendo con i conti.No dai non scherzare.No davvero per questo.Ma pensi che lo farai per tutta la vita? Fare cosa? Questo.. Questo intendo.La puttana dici? Eh. S.Guardache non c' bisogno d i queste carinerie evasive. Comunque no.Non per tutta la vita.In realt non s o che far nella mia vita. M i piace pensare che l a mia sia una prostituzione interinale. Finch non mi annoio anche di questo. Per non lo so.Davvero.Lo guardo con una freddezza annoiata e scialba. Ecco. Riapre l a bocca ovviamente deciso a raccontarmi un'altra delle sue interminabili storie.Sai io non sono mai andato con una come te. Con una professionista. Ecco.Una volta conoscevo una ragazza della tua et ma non lo faceva per lavoro per. Stava all'universit.

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  • A giurisprudenza. E pi che un cliente -che ammetterai essere una cosa abbastanza distaccata e squallida- aveva trovato in me un amico. Un amico pi grande da soddisfare qualche capriccio.E quello l o sai l o trovo molto meglio e anche meno schifoso perch comunque non ti senti una puttana per soddisfi le tue esigenze.A me piace sentirmi una puttana penso.Il mio sdegno aumenta. La mia noia. La mia rabbia.Continua a parlare. Non ne uscir viva. Me lo sento.Cio i o lo s o che l e ragazze d i oggi hanno delle esigenze materiali anche diverse d a quelle dei miei tempi e non se le riescono a permettere da sole maa questo punto meglio trovarsi un amico pi grande con cui si crei un legame affettivo e non solo economico. meno degradante per una donna.Che poi loro sono ragazze normali che ne hanno uno alla volta mica come te e quindi sono pure pi pulite e meno soggette anche a certe brutte malattie.Poi metti che una come te resta incinta. Non sa manco chi il padre.Che schifo.Mi sento le costole trafitte da una rabbia che potrebbe farmi esplodere Chernobyl e l e costole trafitte dall'impossibilit d i esplodere. M a sono l a puttana perfetta. Ho occhi enormi di cerbiatta fragile e scopo da Dio e poi mi tengo tutto senza reclamare. Con tutti questi soldi i miei diritti s i declassano a lussi inutili. Per se gli fanno cos schifo le puttane che cazzo venuto a fare se dispone di tutte le puttane di giurisprudenza coi guanti bianchi da definirsi piccole amiche dei gentiluomini. Ma andassero a farsi fottere tutti quanti.Mentalmente bestemmio la Madonna con i ritmi allenati delle damine di Forcella. E piscia sulla scopa Mil

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  • direbbe mio padre.Mi chiede che ne penso. Respiro con profondit di Grand Canyon e limito tutto a un gi.Vorrei avergli detto che quelle che si cercano l'amico sono pi puttane delle puttane da venti euro bocca e figa ma non argomento la mia tesi perch il mio lavoro mi h a ben insegnato a d essere pi diplomatica d i un pomeriggio alle Nazioni Unite.Vieni qua mi dice.Sono quasi le otto di sera. Lode. A te. O Cristo.Si sbottona la patta dei pantaloni e mi spinge la testa contro le sue mutande di cotone.Inizia l a fase Hoover a glorificare l a sua erezione deprimente.Succhia puttana. Fammi vedere quanto sei troia.Le sue gentilezze sparite m a meglio cos che magari sparisce pure lui.Il prima possibile.Gli infilo un preservativo. Avvolto dal lattice ancora pi patetico.Ma chiudo gli occhi e cavalco amazzone a ore. Per quelle che sembrano ore.Quarantadue minuti precisi e lui che non viene.Il suo essersi presentato in ritardo e il suo non essere ancora venuto penso siano decisamente chiari indici di una maleducazione tremenda per non parlare delle sue palle minuscole e delle sue gambe mosce che sonoveramente un oltraggio alla buona creanza. Tutte a me. Veramente.Ad un certo punto una telefonata.Devo rispondere dice. E' l'infermiera di mia madre.Standomi ancora dentro risponde.Si. Oh Dio. Arrivo subito. Si.Con gli occhi velati di lacrime mi dice che la madre morta e che deve andare e che gli dispiace ma magari

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  • possiamo vederci un'altra volta.Certo. Certo. Ora v. Gli dico indossando la faccia pi costernata di cui dispongo.Ci vediamo un'altra volta.Scusami.Dopo essersi rivestito velocemente cammina triste e ingrigito verso il portone.Ciao.Mi bacia con tenerezza appiccicosa sulla guancia e per oggi sparisce dalla mia vita.Ma non gli poteva morire prima la madre? E che Cristo.Ultimo ma veramente ultimo sguardo al Citizen. Le nove.Sono completamente svestita. E tremo nel mio corpetto balordo senza mutande.Mi infilo solo il montone e un paio di Vans.Chiudo l a porta a chiave e d esco correndo verso la fermata dell'autobus aspettando il 202 per la stazione. Ci sono tre gradi e tremo da morire.Siberia.Binario dodici. Corro melassa che l'ho visto e gli salto addosso.Ti amo.Ti amo anch' io. Mi stai aspettando da molto?No. Quella freccia di merda ha fatto ritardo. Ci siamo bloccati a Roma Termini e non ripartivamo pi. Ora ho visto chiuso ma domani devo tornare per fare ricorso. Eh si ma adesso andiamo a casa. Cio smettila di parlare e avvicinati un p.Mi salta addosso furore e Cristo quanto sono felice.

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    E INVECE NO. RESTO ATTACCATA ALLO STIPITE ANCORA PER UN PO'. SONO ARRIVATA ALLA CONCLUSIONE CHE SIA TUTTA UNA QUESTIONE DI MAGNETISMO. C'E CHI CE L'HA E CHI NO.M. NE POSSIEDE UNA QUANTIT SCONSIDERATA. E NASCOSTA ANCHE, A VOLTE CREDO PER MODESTIA.

    E QUINDI ECCOMI QUI. SPERO NON MI GIUDICHIATE MALE, MA VI GIURO CHE UN IMPULSO INCONTROLLABILE.

    IN OGNI CASO, RITORNANDO A NOI, QUANDO UNO COME LUI VI DICE CHE I MUMFORD SONO SINCERI E PER UNA CONGIUNTURA ASTRALE SCOPRITE CHE SONO PROPRIO NEL POSTO IN CUI VI SIETE TRASFERITI DA DUE GIORNI, LA PRIMA COSA CHE FATE PROVARE AD ENTRARE IN QUELLA MALEDETTA SALA CONCERTI, ASCOLTARLI DAL VIVO, SPERIMENTARE LA LORO SINCERIT E CORRERE A RACCONTARGLI LE VOSTRE IMPRESSIONI.

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    E INVECE NO. RESTO ATTACCATA ALLO STIPITE ANCORA PER UN PO'. SONO ARRIVATA ALLA CONCLUSIONE CHE SIA TUTTA UNA QUESTIONE DI MAGNETISMO. C'E CHI CE L'HA E CHI NO.M. NE POSSIEDE UNA QUANTIT SCONSIDERATA. E NASCOSTA ANCHE, A VOLTE CREDO PER MODESTIA.

    E QUINDI ECCOMI QUI. SPERO NON MI GIUDICHIATE MALE, MA VI GIURO CHE UN IMPULSO INCONTROLLABILE.

    IN OGNI CASO, RITORNANDO A NOI, QUANDO UNO COME LUI VI DICE CHE I MUMFORD SONO SINCERI E PER UNA CONGIUNTURA ASTRALE SCOPRITE CHE SONO PROPRIO NEL POSTO IN CUI VI SIETE TRASFERITI DA DUE GIORNI, LA PRIMA COSA CHE FATE PROVARE AD ENTRARE IN QUELLA MALEDETTA SALA CONCERTI, ASCOLTARLI DAL VIVO, SPERIMENTARE LA LORO SINCERIT E CORRERE A RACCONTARGLI LE VOSTRE IMPRESSIONI.

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    Il dolore che toglie il possesso di s. Il dolore che muove le dita

    imponendo loro di scrivere parole inaccettabili. Il dolore che

    detta cose da dire da pensare da simulare. Il dolore che spinge

    a perdonare atti oggettivamente imperdonabili. Il dolore che

    impone di non arrendersi. Mai. Il dolore che fa versare lacrime

    nella notte e durante il giorno e per tutti gli attimi della vita.

    Il dolore che spinge lo sguardo a fissare coltelli con nuova

    passione. Il dolore che stringe la gola soffocando. Il dolore che

    scuote l'intero corpo in convulsioni affannate scuotendo le

    fondamenta dell'anima. Il dolore che ammira s stesso in specchi

    pregando di infrangersi e infrangere e niente. Il dolore che fa

    muovere passi vuoti e spenti e regolari nelle folle per strada.

    Il dolore che ordina di chiudere gli occhi per non aprirli mai pi.

    Il dolore che atrofizza i muscoli perch fingersi morti come

    essere morti davvero e i morti sono notoriamente inattaccabili.

    Il dolore che fa tremare la voce riducendola a pensieri dispersi

    nella nebbia di un pianto solitario. Non un film.

    Semplicemente il dolore che non se ne va.

    PATETICO POSTMODERNO

    crap by Low_Leeta

    __Ho foto nella mia mente di me vene puntaspilli.

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    lenti e tristi di fanciullina spezzata. Mi fa una cioccolata calda e andiamo a dormire nello stesso letto. Mi abbraccia. Piango.Ti penso.Con la testa tra i cuscini penso a Siberia. Lei non esiste. Non mai esistita. Non morta perch semplicemente non sarebbe mai nata. Non sono mai stata incinta.Avevo solo bisogno di un piccolo dramma. Un dramma addomesticato che avrei potuto vivere senza distruggermi realmente. Per soffrire e farti soffrire un poco senza soffrire troppo. E adesso forse andr meglio. Non mi sgriderai quando sar insopportabile e non ti arrabbierai quando sar orribile.Mi dispiace essere cos. Cos greca nel mio straordinario talento per il dolore.E non ti dir mai la verit. O forse si. Quando vorr un disastro vero.Adesso ti amo. Con la testa sotto le coperte. Perch mi vergogno.

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