Lecce, Casarano e Nardò tengono i tifosi sulla graticola

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® MENSILE DI INFORMAZIONE SPORTIVA DISTRIBUITO GRATUITAMENTE ANNO IV N° 34 MAGGIO/GIUGNO 2012 MILLE DUBBI, PROBLEMI ECONOMICI, SCARSA CHIAREZZA IN SENO ALLE SOCIETà LECCE, CASARANO E NARDò TENGONO I TIFOSI SULLA GRATICOLA MENSILE DI INFORMAZIONE SPORTIVA DISTRIBUITO GRATUITAMENTE ANNO IV N° 34 MAGGIO/GIUGNO 2012

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Mille dubbi, problemi economici, scarsa chiarezza in seno alle società. Lecce, Casarano e Nardò tengono i tifosi sulla graticola

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MENSILE DI INFORMAZIONE SPORTIVA DISTRIBUITO GRATUITAMENTEANNO IV N° 34MAGGIO/GIUGNO 2012

Mille dubbi, probleMi econoMici, scarsa chiarezza in seno alle società

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COLPO DI TACCO. IL MENSILE DEL CALCIOSALENTINO... E NON SOLOANNO IV NUMERO 34 - Maggio-Giugno 2012chiuso in redazione il 12/06/2012

La testata è iscritta al n. 1008 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce,autorizzazione del 16/12/2008

DIRETTORE RESPONSABILEFrancesco Rella

DIRETTORE EDITORIALEGraziano Congedo

HANNO COLLABORATOLuigi Alemanno, Chiara Ciurlia, Vincenzo Congedo, Lorenzo Falangone, Pier Luigi Giannachi, Matteo La Viola Roberto Martalò, Carmen Tommasi

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EDITORIALE - Una pacca sulla spalla, ai tifosi Si conclude mestamente il comunque appassionante campionato del Lecce, con l’amletico ed inquietante dubbio riguardo alla categoria nella quale militare durante la prossima stagione agonistica. Sul campo sarebbe “B”. Meritatamente, se si analizzano le complessive 38 giornate. Un po’ meno se si guarda alle 25 dellagestione Cosmi, condotte alla media di 1,12 punti per gara, sufficiente – se spalmatalungo l’intero arco del torneo – per una proiezione finale da oltre 42 punti e salvezza.Anche con il tecnico umbro, tuttavia, la squadra non è riuscita a dissimulare il proprio tallone d’Achille, ovvero la sterilità nei match casalinghi, specie al cospetto diavversari abbordabili. Tre vittorie, cinque pareggi ed altrettante sconfitte (di cui tre difila nelle ultime tre sfide al "Via del Mare"), sono score casalingo inadeguato al finedel raggiungimento della permanenza, appesantito peraltro dal crollo fisico finale(appena 2 punti in sei gare). Il destino giallorosso prossimo venturo lo scriverannoFigc e procuratore federale Stefano Palazzi, che spulcia i fascicoli del procuratoredella Repubblica di Bari Laudati per capire – e provare – se quel Bari – Lecce (0-2) del 15 maggio 2011 fosse “combinato”, come asseriscono Andrea Masiello & co. “B” o – malauguratamente - “Lega Pro” che fosse, la via da seguire la suggeriscono itifosi. Non con la voce, ma semplicemente guardandoli. Lo spettacolo straordinariamente sportivo, offerto con gli applausi scroscianti a fronte della virtuale retrocessione dopo la sconfitta con la Fiorentina ed i pianti composti e fieridi Verona, non consentono alternative: ripartire per loro! E se una pacca sulla spallapuò essere considerata un segno convenzionale, di quello, ora, hanno propriobisogno i tifosi giallorossi. (F. Rella)

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Serie A4 Al centro del tunnel5 Il Lecce nel cuore di Ezio Panero6 Il pagellone: Benassi, il migliore7 Il pagellone: i colombiani deludono nel finale9 Retrocessione stile British10 Il Lecce a maggio Serie D11 Casarano: sulla Virtus un silenzio assordante12 Nardò: i tifosi chiedono chiarezzaEccellenza13 Galatina: si programma il futuro14 Gallipoli, scofitta dal sapor d’Eccellenza!

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Fra color che son sospesi Il Leccenel Limbo, come un’anima dante-sca in pena, in attesa di conoscereil girone infernale nel quale scon-tare il fio della propria colpa. Secolpa c’è, al di là di quella di avercompiuto degli errori di program-mazione stagionale che il campo hatramutato nella retrocessione inserie B. Cementificata dall’enne-sima sconfitta in casa contro la Fio-rentina, che ha reso praticamenteuna gita l’ultima trasferta di Verona,in una serata in cui era davvero im-pensabile ribaltare il pronostico chevedeva il Genoa già in salvo. Difatto, il Lecce ed i suoi tifosi si tro-vano nel bel (per non dire brutto)mezzo di un lunghissimo tunnel,del quale al momento è impossibilescorgere i lumicini d’uscita. E siamoormai a metà giugno, quando al-meno le idee ed i programmi per laprossima stagione sportiva (i ritiril’aprono in genere entro la metà diluglio) dovrebbe avere una fisiono-mia ben precisa. Da una parte lagiustizia ordinaria, con le procure diCremona e Bari ad indagare su cal-ciatori e dirigenza giallorossa; dal-l’altra la Figc con il procuratorePalazzi, chiamato a dare rapido im-pulso ai numerosi processi sportivi(il numero di formazioni coinvoltenelle combine della stagione 2010– ’11 è cospicuo) per consentire ditracciare la geografia della pros-sima stagione (con chissà quanteformazioni penalizzate) al più pre-

sto. Sulla testa della dirigenza gial-lorossa, pesa come un macigno l’i-potesi di frode sportiva che leaccuse di Andrea Masiello, FabioGiacobbe e Gianni Carella indiriz-zano – tramite l’operato dell’im-prenditore leccese Carlo Quarta -nei confronti dell’allora presidentedel Lecce Pierandrea Semeraro.L’accusa è di aver truccato il derbyBari – Lecce del 15 maggio 2011con lo scopo di garantire la salvezzadei salentini. La speranza fervida dichi ama il calcio ed il Lecce è che ladirigenza di un anno fa riesca a di-mostrare la propria assoluta estra-neità all’eventuale alterazione dello0-2 finale del “San Nicola”. Ancora autogestione Fra le pochecertezze il prosieguo dell’autoge-stione finanziaria, ribadito dopo ilfallimento della trattativa per lacessione della società al gruppo deiTesoro. Non si sa se e quantotempo oltre il 30 giugno andrannoi contratti con il ds Osti e l’Ad Cipol-lini, per il momento necessaria-mente concentrati sulla risoluzionedelle compartecipazioni (tante edimportanti le comproprietà in viaTemplari), che in via bonaria –senza ricorso alle famose buste –vanno definite entro il 22 giugno.Vari poi gli adempimenti da disbri-gare al fine di essere in regola per laprossima stagione, non ultimoquello dell’iscrizione entro finemese al campionato di serie B 2012– ’13. Allenatore, quadri tecnici,

rosa? Argomenti tabù e purtroppo,oggi, non potrebbe essere diversa-mente. Cosmi e la piazza si “desi-derano” – giustamente – a vicenda,ma l’estrema precarietà della situa-zione lascia presagire un arrivedercicon il bravo allenatore perugino. Obodo L’unica, sebbene importan-tissima, buona notizia arriva dalla

Nigeria. Dal dramma del rapimentodi Obodo dello scorso 8 giugno aWarri, sua città natale, alla libera-zione dell’attuale calciatore del-l’Udinese sono trascorse fortunata-mente appena 36 ore. Obodo stabene ed è questa l’unica cosa checonta.

Francesco Rella

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Classifica Punti Gare Vinte Nulle Perse G.F. G.S.

JuVENTuS 84 38 23 15 0 68 20

MILAN 80 38 24 8 6 74 33

udINESE 64 38 18 10 10 52 35

LAZIO 62 38 18 8 12 56 47

NAPOLI 61 38 16 13 9 66 46

INTER 58 38 17 7 14 58 55

ROMA 56 38 16 8 14 60 54

PARMA 56 38 15 11 12 54 53

bOLOGNA 51 38 13 12 13 41 43

ChIEVO 49 38 12 13 13 35 45

CATANIA 48 38 11 15 12 47 52

ATALANTA (-6) 46 38 13 13 12 41 43

FIORENTINA 46 38 11 13 14 37 43

SIENA 44 38 11 11 26 45 45

CAGLIARI 43 38 10 13 15 37 46

PALERMO 43 38 11 10 17 52 62

GENOA 42 38 11 9 18 50 69

LECCE 36 38 8 12 18 40 56

NOVARA 32 38 7 11 20 35 65

CESENA 22 38 4 10 24 24 60

SERIE A

Al centro del tunnelI timori di un’estate dai mille interrogativi

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Milleduecento chilometri. E’ questala distanza che separa Lecce daCuneo, la città dove vive e lavora l’exattaccante giallorosso Ezio Panero.Ma bastano pochi minuti di conver-sazione con la punta piemontese,che il prossimo 28 agosto compirà49 anni, per comprendere che il suocuore è in gran parte rimasto nel Sa-lento. Un legame con Lecce e pro-vincia iniziato più di venticinqueanni fa e rafforzatosi con il passaredel tempo. Non a caso, infatti, Pa-nero, che a Cuneo gestisce un localedi ristorazione e raffina i giovani ta-lenti del calcio nella sua ambitascuola di perfezionamento, tra-scorre da tempo le sue vacanzeestive nella marina di Santa Cate-rina (Nardò). E proprio nella localitàjonica, già da tre anni, l’estro e l’e-sperienza dell’ex calciatore giallo-rosso sono messe a disposizionedelle giovani promesse salentine inuna scuola calcio estiva. E nono-stante Panero abbia indossato lemaglie di altre squadre del calibrodi Torino, Catanzaro, Barletta e Trie-stina, quella leccese resta di certol’esperienza più importante per l’exgiallorosso, che proprio con il Leccedi Zibì Boniek, in un ormai lontanoVerona - Lecce (finito 2-1) della sta-gione ’90-’91, ha conosciuto l’esor-dio in serie A. E il popolo salentino,

oltre alle sue indubbie doti caratte-riali, basate su una modestia e sem-plicità d’altri tempi, non ha di certodimenticato le sua gesta sportive edi suoi gol che, seppur non numero-sissimi, si sono rivelati spesso deci-sivi. “Quello nel Salento è stato ilperiodo più bello della mia carrieracalcistica – spiega Panero –. A Lecceho trovato tutte le componentiideali: città splendida, stadio sem-pre pieno con tifosi fantastici, so-cietà ben organizzata e poi unsusseguirsi di allenatori come San-tin, Mazzone e Boniek, di grande le-vatura tecnica e morale”. Qual è il ricordo più bello della tuaesperienza da calciatore del Lecce? “Sicuramente il terzo gol segnato inLecce - Parma (3-1, ndr) della sta-gione ’87-’88. Con quella vittoriaconquistammo virtualmente la pro-mozione in serie A. Non posso di-menticare però un simpaticoepisodio – continua a raccontarel’attaccante originario di Centallo(Cn) – accaduto in un Lecce - Genoadella stagione ’86 –’87. Quella do-menica ero in panchina e Mazzonemi spedì nella mischia. Poco dopo ilmio ingresso in campo causai unautorete, ma per mia fortuna primadel fischio finale riuscì a segnare ilgol che ci consentì di vincere 2-1.Rientrando negli spogliatoi Maz-

zone mi apostrofò in romanaccio uneloquente “meno male per te” chemi fece capire il rischio corso quelgiorno se non avessi fatto gol”. Sei rimasto ancora in contatto coni tuoi ex compagni di squadra?“Sì. In particolare con Vanoli, anchese di tanto in tanto ho il piacere di ri-sentire amici come Negretti, Petra-chi, Miggiano, Morello, Moriero eConte, che tra l’altro ho rivisto lascorsa estate nel mini ritiro juven-tino di Chiusa Pesio”. Il calcio di oggi, però, con le tantevicissitudini giudiziarie sembra lon-tano anni luce da quello che unventennio fa ti ha visto protagoni-sta. Che opinione ti sei fatto sul cal-cioscommesse?“Resto semplicemente basito –spiega Panero – Non riesco a spie-garmelo. In venti anni di attività mainessuno mi si è avvicinato nel ten-tativo di truccare una partita.Stento a credere che sia un feno-meno così radicato”. Lo stupore diPanero aumenta quando viene ci-tato il possibile coinvolgimento deltecnico della Juventus Conte: “E’ as-surdo. Conosco Antonio e la sua fa-miglia. I suoi valori e i suoi principisportivi sono anche i miei. Sonoconvinto che si tratta di uno spiace-vole equivoco e che l’allenatore ju-ventino saprà chiarire ogni dubbio”.

Se il Lecce dovesse malaugurata-mente vedersi addebitata una re-sponsabilità diretta potrebbeaddirittura finire in Lega Pro, cosane pensi? “Non posso pensare a un simile epi-logo. La storia sportiva del Lecce ela sua etica parlano da sè. Mi au-guro che il Lecce ricominci dallaserie B e che esca pulito da questabrutta storia”.Che idea hai circa la trattativa perla cessione della società?“Francamente spero che i Semeraroci ripensino e tornino sui propripassi. Ma se proprio devono cederela società, preferirei lo facessero aqualche personaggio salentino. Inogni caso deve migliorare il rap-porto tra società, tifosi e stampa. Ilperfetto connubio tra questi tre ele-menti rappresenta una forza fonda-mentale per una realtà comeLecce”. E prima di sventolare con or-goglio la sua sciarpa giallorossa Pa-nero trova il tempo per alcuni saluti:“Permettetemi un saluto alle fami-glie salentine Lisi, Minerva e D’Am-brosio. Amici a cui mi sentoparticolarmente legato. Ma il miopiù grande saluto è rivolto a tutti itifosi giallorossi. Il loro calore e laloro passione restano per me un ri-cordo indelebile”.

Matteo La Viola

LECCE

Il Lecce nel cuore di Ezio Panero

Intervista a tutto campo con l’ex attaccante piemontese

che da diversi anni trascorre le sue vacanze estive nella marina

di Santa Caterina (Nardò)

Il Lecce nel cuore di Ezio Panero

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BENASSI 7,5Miracoloso. La vera e inaspettatasorpresa della rosa giallorossa: ilmigliore in assoluto non solo nelLecce, ma probabilmente dellamassima serie. Doveva essere se-condo di Julio Sergio, ex terzo mi-glior portiere al Mondo, ma a suondi prestazioni importanti e inter-venti provvidenziali si è guada-gnato meritatamente la maglia datitolare. Agile, scattante e sempreattento: il piccolo-grande estremodifensore di Trivigliano ha conqui-stato proprio tutti. Che dire? “Il me-glio deve ancora venire”, e si speraancora con la maglia giallorossa.ODDO 5,5Deludente. La sua esperienza sa-rebbe dovuta servire come arma inpiù per una squadra composta perlo più da giovani inesperti. Alternaprestazioni importanti ad altre de-ludenti, poi nel finale di stagionedopo un battibecco con Cosmi nonviene convocato per le ultime trepartite. L’ex campione del Mondo,a volte messo eccessivamentesotto torchio dalla stampa, non si ècalato nella mentalità di una squa-dra che doveva salvarsi. Promessamancata.ESPOSITO 6 On-Off. Annata caratterizzata daalti e bassi per il gigante di Galatinache ha saltato ben 13 partite perinfortunio. Qualche disattenzione esbavatura di troppo hanno condi-zionato la sua stagione e questo so-prattutto quando c’era DiFrancesco in panchina. Poi si è ri-preso facendo capire che avrebbevenduto l’anima al diavolo per lasalvezza del suo Lecce e le lacrimedel “Bentegodi” la dicono lunga sul-l’infinita storia d’amore con il suo

Lecce. Salentino doc.BRIVIO 7Pendolino. Il mancino milanese èstato rigenerato dalla “cura” Cosmiriuscendo a non fare rimpiangere iltanto amato algerino Mesbah, ce-duto al Milan a gennaio. Corsa,ritmo, assist e alcune magistrali pu-nizioni che gli hanno regalato duegol e fatto soprannominare il Car-los Brivio del Salento. Chapeau.MIGLIONICO 6Affidabile. L’uruguaiano è stato for-temente voluto da Cosmi a gennaioper rinforzare la difesa e l’ex Livornoha dimostrato di trovarsi a suo agionella linea difensiva a tre. Attento edeciso dietro e, a volte, anche vo-lenteroso e propositivo in avanti.Inaspettata sorpresa. TOMOVIC 7 Armadio a muro. Ha dimostratoancora una volta di essere un di-fensore vero, uno di quelli che nonha paura di metterci il piede, alposto giusto e al momento giustosempre e comunque. L’ex Genoa èstato protagonista di un’altra sta-gione coi fiocchi e anche il Milan sene è accorto. Fortezza serba.CARROZZIERI 5,5 Il cuore non basta. Soltanto dodicipresenze per il centrale di Giulia-nova, troppo poche per chi dovevaessere la colonna portante della di-fesa, ma i numerosi infortunihanno condizionato la sua sta-gione. Così come i troppi cartellinigialli e quell’inutile rosso rimediatoa Verona. Encomiabile, però, perimpegno, entusiasmo e voglia diesserci. Leader a fasi alterne.BLASI 7Clonatelo! Entusiasmo da vendere,cattiveria agonistica e corsa da farinvidia ai più giovani del gruppo.

Davide BrivioFoto Chilla S.

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L’ex Parma è arrivato a gennaio suindicazione di Cosmi e ha datocompattezza, esperienza e carismaalla mediana giallorossa. Utile in in-terdizione e altrettanto prezioso infase di spinta. Guerriero buono. GIACOMAZZI 7 Battagliero. Stagione da applausi,nonostante i 35 anni sulla carta d’i-dentità: tre gol, tanta corsa e nu-merosi assist per i compagni disquadra. Esce dal campo semprestremato per aver dato tutto quelloche c’era da dare (e anche di più) enelle ultime gare ne risente. Unvero capitano di sangue uruguagio,ma salentino acquisito. BERTOLACCI 6 Diesel. Questo doveva essere il suoanno, quello che lo avrebbe dovutoconsacrare nel calcio che contadopo gli importanti flash mostratinello scorso campionato. Invece,l’enfant prodige di scuola Roma edai piedi buoni ha alternato presta-zioni brillanti e altre da dimenti-care. E’ un classe ’91. In futurosentiremo un gran bel parlare difanta-Berto. DELVECCHIO 6,5 Altruista. E’ uno di quei giocatoriche per carattere esce sempre dalcampo con la maglia sudata e alLecce, nel girone di ritorno, ha datocon la sua esperienza una manonella disperata rincorsa alla sal-vezza. A volte, è stato troppo ir-ruento negli interventi, ma eraanche questa la cattiveria che man-cava al Lecce prima del suo arrivo.“Ringhio” Gennaro. CUADRADO 7,5Mister “dribbling”. Vederlo svolaz-zare avanti e indietro sulla fasciadestra è davvero un piacere, unodegli “spettacoli” più belli visti a

Lecce negli ultimi anni. Meritereb-bedi più, se solo nell’ultima partedel torneo non fosse apparso conla testa altrove, anche se c’è da te-nere conto che l’infortunio alla ca-viglia sinistra lo ha condizionato enon poco. Ad maiora.DI MICHELE 7 Belvedere. Il vecchietto di 36 anniè proprio come il vino: più invec-chia più “migliora”. Undici gol sta-gionali, magie sotto porta, assist albacio e quella voglia di non mollaremai e di lottare per la salvezza “finoall’ultima goccia di sudore disponi-bile”. Perché a lui il Lecce gli è en-trato nel cuore e i tifosi, i suoi tifosi,sperano di rivedere il loro Re an-cora in giallorosso. Amore infinito.BOJINOV 5,5 Sbiadito. E’ tornato a 26 anni dauomo cresciuto e maturo, ma nonnelle vesti di quel ragazzino cheaveva infiammato e fatto innamo-rare anni addietro il Salento. Le mo-tivazioni c’erano e si sono viste, maanche lui come Corvia e Seferovicha pagato il buon momento deltandem d’attacco Di Michele - Mu-riel. La stoffa e i piedi sono semprequelli. Aspettando Valeri. MURIEL 7,5 Classe, talento e sregolatezza. Gio-cate impressionati, numeri da ap-plausi e quella sana spensieratezzache fa bene al calcio: il colombianoricorda in maniera spaventosa lemovenze del brasiliano Ronaldo,oltre alla spiccata somiglianza fisica.Ma deve crescere, e non poco, inimpegno e continuità di presta-zioni. Vale lo stesso discorso fattoper il suo amico e connazionaleCuadrado. Piccoli fenomeni cre-scono. Predestinato.

Carmen Tommasi

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David Di MicheleFoto Chilla S.

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Salento Giallorosso 1908 Centro Coordinamento Club

I tifosi del LecceFoto Chilla S.

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Si chiude il campionato del Leccecon un’amara retrocessione in serieB dopo due stagioni nella massimaserie. Tanta delusione per il risultatosportivo, ma anche tantissimo orgo-glio per il comportamento della tifo-seria: cori e ringraziamenti propriocome accade negli stadi inglesi.Erano pochi i tifosi che al Bentegodisi illudevano di poter festeggiare afine partita, ma tanti coloro che sison recati a Verona per poter salu-tare ed acclamare undici campioni,quella squadra che fino al 90° li hafatto battere il cuore e, come pro-messo da mister Cosmi, ha lottatosino all’ultimo minuto dell’ultimapartita in serie A prima di unprofondo lancio nel buio tra milledubbi e timori. Penalizzazione, re-trocessione, incertezza societariasono queste le più grandi paure cheaffollano la mente dei tifosi giallo-rossi. Per la studentessa universita-ria Irene Reale, la più grande paura èlegata al tema del calcio scommesse:“ciò che temo maggiormente, cometutti d’altronde, è un ulteriore retro-cessione del Lecce in Lega Pro, maciò che mi spaventa di più è il climapoco sereno che sicuramente ci saràall’interno della nuova squadra, con-siderando appunto l’attuale situa-zione societaria dell’US Lecce”.Marco Moscagiuli, formatore infor-matico-assicurativo e gran tifoso delLecce, afferma che “la stagione ha ri-sentito di una partenza penosa,frutto di scelte sbagliate da partedella società per quanto riguardal’allenatore e alcuni acquisti. Il cam-pionato si è purtroppo deciso nel gi-rone di andata. L’arrivo di un grandemotivatore come Cosmi ha saputoinfondere ottimismo nella squadra enell’ambiente circostante, ma – inquanto tardivo - non è bastato perottenere la salvezza”. Claudia Ver-sienti, tifosa storica del Lecce, provaa descriverci l’amore per questasquadra e i magici momenti vissutiaccanto ai giallorossi, soffermandosisu alcuni dettagli che le rimarranno

sempre nel cuore, ovvero “gli ap-plausi fatati dopo la sconfitta e laquasi certa retrocessione al terminedi Lecce-Fiorentina, le lacrime deitifosi e dei loro campioni a Verona, ilpugno al cuore di Di Michele e l’infi-nito orgoglio con il quale Cosmi in-dossava quella scintillante magliacon su scritto “Stu core nu bu lassamai”. Tutto questo solo per amore”.L’avvocato Francesco Stanca, presi-dente dell’associazione “Noi Lecce”sostiene che “Azzardare una qualcheprevisione su quel che sarà il futurodel Lecce, anche prossimo, può de-finirsi un’impresa ardua. Lo scenarioche si è via via delineato dalla finedel campionato ad oggi appare con-fuso e, quel che è peggio, caratte-rizzato da tinte che qualificarefosche sembra quasi eccesso di otti-mismo. Le problematiche sono notea tutti e pare quasi superfluo soffer-marsi sull’analisi delle stesse. Certoè che, ad oggi, non siamo nelle con-dizioni di capire chi guiderà la societàil prossimo anno, in quale campio-nato militeremo, con quali risorsetecniche e con quali obiettivi. Tutta-via, la caratteristica del calcio, ri-spetto ad altre forme di spettacolo, èche è alimentato dai sogni e dallapassione dei tifosi che ne costitui-scono la linfa vitale. E allora non po-tendo fare previsioni, da tifoso, mifaccio guidare dai sogni. Nel futurodel Lecce sogno una guida societariache, indipendentemente dalle per-sone dalle quali sarà costituita, torniad esprimere passione ed entusia-smo per i colori giallorossi. Solo cosìsi potrà ricostruire da zero e, so-prattutto, affrontare quello che, a ra-gione, i più definiscono come ilperiodo peggiore per la storia del-l’U.S. Lecce. Se si verificheranno talicondizioni potremo, serenamenteed a testa alta, guardare avanti, aprescindere da quale torneo affron-teremo, ma con la certezza che l’a-more dei tifosi per la magliagiallorossa c’è e ci sarà sempre.”

Chiara Ciurlia

Retrocessione stile British

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36^ GIORNATACATANIA - BOLOGNA 0 - 1CESENA - UDIENESE 0 - 1CHIEVO - ROMA 0 - 0FIORENTINA - NOVARA 2 - 2GENOA - CAGLIARI 2 - 1JUVENTUS - LECCE 1 - 1LAZIO - SIENA 1 - 1MILAN - ATALANTA 2 - 0NAPOLI - PALERMO 2 - 0PARMA - INTER 3 - 1

MARCATORI: 8' Marchisio, 84’ Bertolacci.AMMONITI: Cuadrado, Carrozzieri, Obodo,Bonucci, Muriel, Delvecchio. ESPULSo: 54’ Cuadrado. ARBITRO: Sig. Valeri.Lascia il segno... DELVECCHIOResta in partita fino al termine e a 3’ dalla fine viene premiato dall’incredibile topica diBuffon che offre a Bertolacci pallone e portasguarnita. Delvecchio personifica rabbia e sacrificio, lottando su ogni pallone e “facen-dosi sentire” in campo al momento giusto. La salvezza resta difficile, ma quella di Torinova imputata alla finca “Imprese”.

JUVENTUS 1Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner,Vidal, Pirlo, Marchisio, De Ceglie (6' Caceres)Quagliarella (66’ Matri), Vucinic (75’ Del Piero).IN PANCHINA: Storari, Padoin, Giaccherini, Bor-riello. ALL. CONTE

LECCE 1Benassi, Tomovic, Carrozzieri, Miglionico,Cuadrado, Obodo (70’ Bertolacci), Blasi, Delvec-chio, Brivio, Di Michele (60’ Giacomazzi), Sefer-ovic (49’ Muriel). IN PANCHINA: Petrachi, DiMatteo, Giandonato, Bojinov. ALL.COSMI

37^ GIORNATA

ATALANTA - LAZIO 0 - 2

BOLOGNA - NAPOLI 2 - 0

CAGLIARI - JUVENTUS 0 - 2

INTER - MILAN 4 - 2

LECCE - FIORENTINA 0 - 1

NOVARA - CESENA 3 - 0

PALERMO - CHIEVO 4 - 4

ROMA - CATANIA 2 - 2

SIENA - PARMA 0 - 2

UDINESE - GENOA 2 - 0

MARCATORI: 34’ Cerci.AMMONITI: Cerci, Delvecchio, Marchionni,Seferovic, Felipe, Miglionico.ARBITRO: Sig. Brighi.Lascia il segno... IL PUBBLICOL’applauso scrosciante della curva e dello sta-dio a fine gara - con il Lecce praticamente in B– è un formidabile esempio di sportività. Tra-versa di Esposito a parte, però, è Benassi –con il tiro finale – il giallorosso più pericoloso.Il che la dice lunga sui limiti casalinghi dellaformazione di un Cosmi che festeggia in modoamaro il suo compleanno.

LECCE 0Benassi, Tomovic, Esposito, Miglionico, Brivio,Blasi, Giacomazzi, Delvecchio (62’ Giandonato),Bertolacci (75’ Ofere), Di Michele, Bojinov (46’Seferovic). IN PANCHINA: Petrachi, Ingrosso, DiMatteo, Obodo. ALL. COSMI

FIORENTINA 1Boruc, Gamberini, Natali, Felipe (dal 76’ Campo-rese), Cassani, Montolivo (dal 55’ Lazzari), Beh-rami (dal 28’ Marchionni), Kharja, Pasqual,Olivera, Cerci. IN PANCHINA: Neto, De Silvestri,Salifu, Acosty. ALL. GUERINI

MARCATORI: 76’ Vacek.AMMONITI: Morero, Jokic, Di Matteo, Esposito. ESPULSO: 81’ Carrozzieri.ARBITRO: Sig. Banti.Lascia il segno... DI MICHELEVerona rappresenta la resa aritmetica di unasquadra che ha provato a credere in un miracoloimpossibile. Di Michele, da autentica bandiera,ci prova fino in fondo e crea tanti pericoli allaporta di un buon Puggioni. Poi arrivano i gol delGenoa, quello clivense ed i pianti dei giocatorisotto una curva in lacrime ma sempre pazza-mente innamorata…

CHIEVO 1Puggioni, Sardo, Morero, Cesar, Jokic, Luciano (90′Grandolfo), Vacek, Bradley, Sammarco (69′Thèrèau),Uribe (69′Paloschi), Pellissier. IN PANCHINA: Squizzi,Acerbi, Rigoni, Hetemaj. ALL. DI CARLO

LECCE 0Benassi, Esposito, Carrozzieri, Brivio, Cuadrado(24′ Bertolacci), Blasi, Giacomazzi, Obodo (73′ Pi-atti), Di Matteo (80′ Bojinov), Di Michele, Muriel.IN PANCHINA: Gabrieli, Giandonato, Seferovic,Grossmuller. ALL. COSMI

38^ GIORNATACATANIA - UDINESE 0 - 2CESENA - ROMA 2 - 3CHIEVO - LECCE 1 - 0FIORENTINA - CAGLIARI 0 - 0GENOA - PALERMO 2 - 0JUVENTUS - ATALANTA 3 - 1LAZIO - INTER 3 - 1MILAN - NOVARA 2 - 1NAPOLI - SIENA 2 - 1PARMA - BOLOGNA 1 - 0

IL LECCE A MAGGIO

Nella modernità, in particolare nel mo-mento di sviluppo dell’industrializza-zione, sono fiorite molte teoriefilosofiche o storico-culturali sul senso esul significato del gioco per l’uomo. Ciòè accaduto perché l’organizzazione dellavoro industriale ha costretto l’uomo alavorare in modo disciplinato all’internodella razionalità strumentale e ha ban-dito dal mondo del lavoro tutto ciò chepoteva essere considerato poco serio ogiocoso. Per questo nelle riflessioni sulgioco vibra la nostalgia romantica o uto-pistica per la semplicità, perduta o nonancora raggiunta, del modo infantile.Nell’epoca del mondo industriale dellamacchina, l’esaltazione del gioco vienevolentieri unita alla melanconia criticaculturale per la perdita dell’infantile,dell’arcaico e del religioso nel mondomoderno. Come ricorda Jürgen Molt-mann: L’interesse puramente esteticoper la libertà del gioco non è controri-voluzionario, come asserivano gli acca-niti realisti della rivoluzione. Esso èrappresentato dalla nota e continua ri-corrente trasformazione delle speranzemessianiche di cambiamento nella mi-stica dell’altro mondo, della delusioneesterna dell’emigrazione interiore, delladepressione politica nel viaggio dell’a-nima verso le Indie. La libertà del gioco

diventa allora surrogato delle libertà po-litiche che non si sono potute raggiun-gere. Ma queste speranze politichevengono nuovamente conservate perun’occasione migliore in quelle formegiocose della “luce interiore”.Mentre le principali teorie sul gioco sot-tolineano che il gioco è significativo inse stesso e che, quindi, all’esterno deveapparire inutile e senza scopo, la teoriadi J. Maltmann mette, invece, l’accentosulle funzioni sociali e politiche delgioco attraverso la domanda: cui bono?A che serve? La risposta a questa do-manda offerta da Moltmann è parados-sale perché, da un lato, egli riconosceche “i giochi di ricreazione e di tempo li-bero” in una società “ in cui il lavoroprostituisce e aliena l’uomo” sono an-ch’essi segnati dal marchio dell’aliena-zione dalla vera vita. Dall’altro eglisostiene che, passando dall’analisi cri-tica del gioco, che ne considera l’aspettoesteriore nella società, a un’analisi cri-tica di quest’ultima, “muovendo dal latointeriore del gioco, in un primo tempouno non vuole più giocare, perché nutreun sospetto contro i gestori del gioco.Ma poi riprenderà a giocare al fine diestromettere questi ultimi. Non giocapiù per essi ma contro di essi”.Perché questo avvenga, è però necessa-

rio passare da modi di giocare che sonosemplici valvole di scarico delle tensioniaccumulate nel lavoro e di riproduzionenel tempo libero dei ritmi e dei modellidel mondo produttivo, a giochi che sfug-gono al controllo “di coloro che pensanodi essere specializzati nell’occupazionedel tempo libero”, all’interno di uno spa-zio in cui le persone sperimentano l’au-tonomia, la libertà e possono esercitareuna fantasia capace di produrre unmondo più libero. Perché il gioco si sna-tura se serve soltanto a dimenticare perun certo tempo le condizioni sociali e dilavoro che possono essere cambiate, Siprova, invece gioia nella libertà quandogiocando si anticipa ciò che può esseree deve diventare diverso, sopprimendoil bando dell’immutabilità di ciò che esi-ste. Si gode del gioco e si prova piacerenello stato di sospensione caratteristicodel gioco, se da esso sorgono prospet-tive critiche per il mutamento delmondo che è di solito tanto irrigidito. Ilsenso del gioco è allora identico a quellodell’arte, cioè quello di opporre ai solitie quotidiani ambienti dell’uomo degli“anti- ambienti” e “contro-ambienti”(Marshall McLuhan) e, con un confrontocosciente, rendere possibili la libertàcreatrice e delle alternative per il futuro.Allora non si gioca soltanto con il pas-

sato, al fine di sottrarsi per un po’ ditempo a esso, ma si gioca di più con ilfuturo al fine di imparare a conoscerlo.Ci si libera nel gioco, e cioè giocando,dalla pressione dell’attuale sistema divita e ridendo si riconosce che le cosenon devono stare così come stanno ecome viene asserito da tutti che così de-vono stare.Come si è visto, il gioco quando va oltrele funzioni socio-psicologiche della so-spensione, distensione e compensa-zione, che tendono a conservare larealtà del mondo sociale così come essaè, perché si apre all’anticipazione e al-l’esperimento di un diverso futuro e delcollaudo di un nuovo stile di vita, di-venta uno dei luoghi privilegiati dell’e-sercizio della libertà e delleprogettualità umane.Tuttavia è difficile riuscire a giocare que-sto gioco liberatorio da soli o in ungruppo quando si è pienamente im-mersi nella società che propone il giocoe il divertimento esclusivamente comeluogo riproduttivo dello status quo. E’possibile, invece, quando si gioca all’in-terno di un gruppo sociale, come un’as-sociazione, che vuole offrire unautentico spazio di umanizzazione aisuoi membri.

Pier Luigi Giannachi

Il ludico, orizzonte dello sport educativo

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La stagione calcistica casaraneseha visto la squadra di Caracciolo ri-spettare i programmi societari. Lasalvezza ottenuta in anticipo e l’im-piego di numerosi giovani hannopermesso ai rossoazzurri di chiu-dere il torneo senza alcun affanno.Francesco Nuzzo, impiegato nelsettore informatico, ritiene “buonala stagione appena conclusa. La so-cietà si era prefissata l’obiettivo didisputare un’annata tranquilla, va-lorizzando i giovani, e questo èstato ottenuto anche con diversegiornate di anticipo. Inoltre l’avermesso in mostra giovani comeMeuli, De Furia, De Giorgi, Salva-dore, Caputo e Andriani - molti diquesti frutto del settore giovanilerosso azzurro - è motivo di soddi-sfazione. Caracciolo è degno dellaconferma. E' riuscito a creare unottimo gruppo, ma questo è me-rito anche degli altri senatori comeCalabro, che riconfermerei as-sieme a tutta la rosa in blocco. Gio-catori come Galdean, Salvadore eCaputo, richiesti da compagni dicategoria superiore, difficilmenterimarranno. Meritano un plauso,inoltre, ragazzi come Rollo e Re-scio che hanno patito infortuni im-portanti, ma appena recuperatisono rientrati in campo e hannodato una grande contributo neimomenti difficili”. Il silenzio dellafamiglia De Masi sul futuro dellasocietà “potrebbe indurre a bruttipensieri: in Italia viviamo un pe-riodo di profonda crisi economica– prosegue Nuzzo -. Questo si ri-specchia anche nel calcio e moltesocietà rischiano di non iscriversiai campionati. Dobbiamo averepazienza e aspettare: la Virtus inquesta stagione ha tracciato unalinea di fair-play finanziario, basatosulla valorizzazione dei giovani, chele permette di guardare avanti conun certo interesse, dobbiamoavere fiducia e aspettare gli eventi.Credo sia stata intrapresa una po-litica che potrebbe permetterci ditoglierci molte soddisfazioni”.Antonio Michele Scarangella, sto-rico tifoso del Casarano, giudica lapassata stagione della Virtus“senza infamia nè lode, come nelleprevisioni societarie della vigilia.Con qualche accortezza in più a li-vello tecnico e di esperienza tatticasi sarebbe potuto ambire a qual-che posizione più alta in classifica.Caracciolo merita la riconferma, a

patto che dimostri più "polso" eche abbia realmente sottomano iltermometro dello spogliatoio e diadunque fattiva "combattività" e"peso specifico" alla squadra. Ilpubblico casaranese pretendequesto da chi indossa la magliarossoazzurra e da chi costituiscel’"avamposto" che difende lo stilee l'onore della città. Molto spessoin questo torneo non si è vistonulla di tutto ciò! Salvadore Tin-daro merita certamente una notadi merito ed anche la riconferma,tant'è vero che i supporters dellaEst, nell'ultima gara in programmaal “Capozza”, lo hanno omaggiatocon uno striscione: "La maglia haionorato: bravo Tindaro!". Scaran-gella non le manda a dire ad alcunisenatori, rei, a suo dire di compor-tamenti non all’altezza. “Mi sareiaspettato qualcosa di più dai "ve-terani" Sportillo e Calabro, perquesto frequentemente "beccati"dal pubblico allo stadio. Un com-portamento molto spesso poco"elegante", il loro. E’ questa l’opi-nione diffusa, se non altro per l'in-discusso bagaglio tecnico e diesperienza che i due avrebberodovuto maggiormente esprimere.Questo fatto di non poco conto, ha

offuscato e messo in discussione laloro figura "cristallina" di giocatoriultradecennali rossoazzurri. Lagente ti dà l'anima sulle tribune,anche quando qualcuno può tro-varsi in un periodo sotto tono, mail capitano di quest'anno non èstato sempre all'altezza di certe si-tuazioni, sia in campo che nellospogliatoio. Sarei positivamenteaffascinato nel vedere Calabro colgessetto in mano a dettare schemie dettami tattici sulla lavagna den-tro lo spogliatoio! Tuttavia questosilenzio societario desta preoccu-pazione, soprattutto per i tanti ca-saranesi cresciuti a pane e calcio!Personalmente spero che Parideed Ivan De Masi restino ancora insella alla Virtus Casarano, perchè aldi là dei "personalismi" politici cheCasarano esprime da sempre nelletornate elettorali in modo aspro edistruttivo, al di là degli "interessi"economici più o meno redditizi (etornaconti ce ne sono davveropochi), al di là di ogni "nera alchi-mia propagandistica", queste per-sonalità sono comunque unagrande risorsa per Casarano e delsuo vasto comprensorio. Mi au-guro per questo che Paride ed IvanDe Masi accolgano con ancor più

entusiasmo ed interesse la "sfida"proprio da loro lanciata anni or-sono, quando rilevarono la società,donando tanto orgoglio a tutta lacittà. Un pubblico che fin dal lon-tano 1923 crede, piange e gioisceintorno agli impareggiabili colorirossoazzurri”. Quanto alla possibilità di un disim-pegno della famiglia De Masi,Davide, operaio, aggiunge: “Since-ramente a me De Masi o qualun-que altro andrebbe bene, a pattoche si ridia entusiasmo ad unapiazza che negli ultimi tempi havissuto solo delusioni”. AntonioTartagione, storico ultras rosso az-zurro, commenta in modo reali-stico: “Sono cinque anni che nonvado allo stadio, se non in qualcheoccasione particolare. Ho 48 anni:20 di questi li ho passati in curvadalla serie C alla Promozione. Atutto c’è un inizio e a tutto c’è unafine, come quella che forse si pro-spetta per il calcio casaranese. Daquanto si mormora in giro, questaappena conclusasi potrebbe es-sere stata l’ultima stagione calci-stica. Spero che si faccia calcio,perchè i casaranesi lo meritano,per la città e i suoi ultras!”.

Graziano Congedo

Sulla Virtus silenzi assordantiA Casarano i tifosi rossoazzurri temono il peggio

SERIE D - CASARANO

Foto Congedo - First

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Esserci o non esserci, in Serie D? E'questo il dubbio amletico che af-fligge chi ha il Toro nel cuore. La crisisocietaria, che perdura da novem-bre, porta ad un bivio. La frangia piùaccesa della tifoseria granata prefe-rirebbe ripartire dalla Promozionecon un progetto solido e chiaro;d'altra parte c'è chi invece farebbedi tutto pur di conservare la cate-goria. Per carità, nessuna rivalità:solo due linee di pensiero diver-genti tra gli appassionati neretini.Tutti d'accordo su un punto: la vec-chia proprietà deve farsi da parte. Ilpensiero degli ultras ce lo spiegaMichele Piccione, fondatore deiSouth Boys: “La tifoseria organiz-zata non accetterà un progetto chepreveda le quote societarie nellemani di Enzo Russo. Noi preferiamola concretezza alle favole. Per que-sto vediamo di buon occhio una ri-partenza dalla Promozione,l'importante è gettare delle basi so-lide. Il problema della trattativa incorso (che prevede l'ingresso in so-cietà di alcuni imprenditori neretini,ndr) non è la volontà della parte ac-quirente, tanto meno la quantifica-zione dei debiti. Ciò che complica ilpassaggio di consegne è ciò chepotrà succedere domani. Per que-sto ci sembra difficile ipotizzare unpassaggio di quote societarie in ma-niera netta. E' inutile vivere di uto-pie e false illusioni”.“Bisogna tentare l'impossibile persalvare la Serie D - spiega d'altrocanto Fernando Pero, fondatoredel Club Fedelissimi -, conservandocosì il titolo. Confermare dirigenzae staff tecnico, ma con una nuovaproprietà. Poi ripartire pianificandoil budget con la dovuta attenzione.La proprietà precedente dovrebbeassumersi le proprie responsabilità,

così come l'amministrazione comu-nale. Di parole al vento e promessenon mantenute siamo pieni. Ap-prezzerei un campionato dignitosocon una società nuova che riesca atappare le falle. Ai tifosi consigliereidi lasciar perdere Sky e passare dalbotteghino, come dovrebbe fareogni buon neretino. Punterei sulsettore giovanile, che non deve es-sere mai trascurato. I giovani sono ilfuturo”. Sulla stessa lunghezzad'onda Alessandro Capoti, respon-

sabile del sito NardoCalcio.net: “IlToro deve ripartire da dove ilcampo ha espresso il suo verdetto,dalla Serie D. Da elogiare l'apportoofferto quest'anno da staff tecnicoe dirigenziale. Vorrei rivedere la tor-cida granata sulle tribune del Co-munale. Per fare questo nonoccorrono formule magiche, bastache qualcuno ci garantisca l'attivitàanche per il prossimo anno. Dob-biamo imparare a convivere conquesta precarietà che purtroppo at-

tanaglia tutto il calcio nazionale. Inogni caso, vorrei vedere un Nardòcompetitivo in qualsiasi categoriapartecipi”.“Umiltà e progetti seri”, è invecel'imperativo di Marco Dell'Onze.“Occorre trovare imprenditori –prosegue - disposti ad investire nelprogetto calcistico neretino. Conpazienza e unione d'intenti si puòcostruire un progetto importante aNardò. L'importante è lasciarci allespalle il passato e l'attuale pro-prietà. Ripartire da una categoriainferiore non sarebbe un pro-blema”. “A novembre si è chiuso un ciclocalcistico - commenta rammaricatoCosimo De Monte -. Nella secondametà del campionato sono statifatti sforzi immani per mantenerela categoria ed è da qui che si deveripartire. In un periodo in cui anchei grossi club fanno fatica a pro-grammare un futuro sportivo,avere un titolo in Serie D è un lussoche non possiamo farci sfuggire.Conosco le potenzialità che questapiazza può esprimere su tutti i livelli(dirigenza, tifosi, settore giovanile),ma non mi fido del fatto che chi ciamministra possa mettere nellegiuste condizioni un imprenditoreche abbia voglia di acquisire ilNardò Calcio”. “Basta con le presein giro - esordisce Andrea Quaranta-. La vecchia proprietà deve farsi daparte, siamo stanchi di falsi pro-clami. Mi auguro che venga ricon-fermata la triade dirigenzialecomposta da Alemanno, Inguscio eObbiettivo. Senza di loro il calcioneretino sarebbe scomparso già adicembre. Una stagione comequella che si è appena conclusa nonl'avevo mai vissuta”.

Lorenzo Falangone

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Ricominciamo???

NARDÒ

I tifosi neretini chiedonochiarezza sul futuro del club

Foto Congedo - First

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noVeLLILa Bontà è DI CaSa

VIa LILLo, 76GaLatInateL. e Fax0836.567894

ECCELLENZA - GALATINA

La trionfale stagione appena con-clusa ha fatto rivivere a Galatina ifasti del passato. Trionfo in cam-pionato e Coppa, Eccellenza con-quistata e nuove sfide per unapiazza che sogna già di ricominciarela nuova stagione. Il presidente Co-stantino Masciullo, da un anno altimone della società, ha una granvoglia di ripartire, proseguendo illavoro iniziato nell‘estate 2011. “Ilfuturo parte sempre dal progettonato lo scorso anno nel mese di lu-glio, quando fissammo l’obiettivodi riportare il Galatina in Eccellenza.Ci siamo riusciti e abbiamo ancheportato la Coppa Italia a Galatina.Intendiamo anche quest’anno co-struire una squadra competitivache possa giocarsela con tutti”. Dopo la grande stagione appenapassata, quali saranno i pro-grammi per il prossimo anno.“Abbiamo già in mente la squadradel prossimo anno, l’ossatura ri-marrà quella dell’anno scorso. Con-fermeremo mister Inglese ed il 70%della rosa, cui aggiungeremo due otre pedine nei settori in cui c’è bi-sogno di qualche rinforzo. Abbiamoformato una famiglia e vogliamoche questa vada avanti nel pro-getto, a partire dal sottoscritto, gliamici Luciano, Piero Longo, il se-gretario Riccardo, Salvatore Coro-neo, Giampaolo Beccarisi, il dsAlessio Paglialunga, persona squi-sita e competente che ha ricevutol’incarico di allestire la rosa ancheper il prossimo anno. La crisi eco-nomica ci impone di ridimensio-nare il budget e gli ingaggi dei

calciatori. Arriverà gente impor-tante, anche se è presto per faredei nomi. Proseguiremo questa av-ventura anche perché l’anno scorsola città di Galatina, tra amici e im-prenditori, ci ha dato un grande ap-porto in termini di pubblicità. Nonpromettiamo di “arrivare primi”,ma di sicuro vogliamo ben figurare.Il segreto dei nostri successi è statola collaborazione di tutti i membridella società. Sono felice di aver co-nosciuto persone che da venti annifanno calcio con grande passione edeterminazione. Pur essendo tuttilavoratori, il nostro pensiero è sem-pre rivolto al Galatina”.Riconfermati i big, come vi muo-verete per i giovani?“Per la prossima stagione biso-gnerà schierare due ’94 e un ’95,quindi punteremo molto sugliunder. Il ds Paglialunga si occuperàdi questo”.In Eccellenza affronterete squadreblasonate. Il Galatina ritorna inuna categoria più idonea per lapiazza.“Sicuramente. Spero che ci sianopiù tifosi allo stadio. Non parlo diultras, ma di famiglie, di ragazzi. Ab-biamo lanciato delle iniziative a talfine, ma dopo un po’ l’entusiasmoè andato calando. Forse perché,avendo costruito una corazzata, cisi aspettava che vincessimo sem-pre e comunque. Credo che i nostriconcittadini debbano essere orgo-gliosi di una squadra che ha battutotutti i record. Spero di vederemolta più gente allo “Specchia”, sa-rebbe importante”. (R.M.)

L’Asd Copertino organizza il1° Mondialito dell’amiciziaL’Asd Copertino organizza, in collaborazione con i propri tesserati An-tonio Schito, Andrea Corallo, Riccardo Cornacchia, Pantaleo Rizzello,Giuseppe Frisenda e Simone Greco il 1° Mondialito dell’amicizia. Lostage per l’avviamento al gioco del calcio, riservato ai ragazzi dai 6 ai14 anni, si svolgerà dal 18 giugno all’8 luglio presso lo stadio comu-nale “Guido Vantaggiato” di Copertino. La finalità dell’evento è quelladi avvicinare i ragazzi al gioco del calcio coinvolgendoli in esercita-zioni e partite all’insegna del divertimento e dello sport sano. L’AsdCopertino si avvarrà di tecnici federali e collaboratori altamente qua-lificati, nonché del supporto del dott. Giuseppe Congedo, esperto inmedicina dello sport, responsabile medico dell’evento, in manieratale da garantire ai ragazzi la massima organizzazione professionale.A tutti gli iscritti verrà consegnato un kit di gioco completo. Info0832933041 - 3297097766 – 3899267607.

Vincenzo Congedo

Masciullo: “Confermeremo il blocco dellascorsa stagione. Vorrei più gente allo stadio”

Il presidente del Galatina Costantino Masciullo

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PROMOZIONE - GALLIPOLIAl termine della doppia battagliacol Manduria, due gare pregevoliper intensità e spettacolo offerto,il Gallo può brindare, nonostantela sconfitta (il miglior piazzamentoin campionato premia la forma-zione bianco verde di Passariello):manca il crisma dell’ufficialità, mai giallorossi sono pressoché certidi aver raggiunto, al termine diuna stagione esaltante, il salto nelmassimo campionato regionale,l’Eccellenza. “Ci eravamo postidegli obbiettivi ad inizio anno –spiega il numero uno giallorossoMarcello Barone – e sono fiero dipoter dire che li abbiamo rag-giunti. Volevamo i play off e così èstato, non sono certo mancate ledifficoltà in una stagione lunga ericca di insidie, ma tutti insieme,remando nella stessa direzione,siamo riusciti a costruire qualcosadi importante. Il mio ringrazia-mento è rivolto a tutti”. AchilleCasalino ha ben chiaro in mentequale sia stata l’arma in più, il fat-tore che ha portato a raggiungerequesto risultato, impensabile solopochi mesi fa: “La nostra forza èstata il gruppo. Venti uomini veri,venti amici prima ancora che cal-ciatori: ci siamo sempre compat-tati nei momenti difficilisuperandoli e ripartendo. Questapromozione è il giusto premio perun gruppo straordinario”. È statouna delle colonne della squadra,tra i giocatori più utilizzati e au-tentico jolly in campo, FrancescoPellegrino non pensava di poterrecitare un ruolo importante daattore protagonista. “Sapevo dirientrare in un progetto interes-sante, mi avevano fortemente vo-luto sia la società che il mister, manon avrei mai immaginato di rita-

gliarmi uno spazio tanto grande,sono fiero di aver partecipato aquesta cavalcata. L’ho detto in di-verse circostanze e lo ribadisco:vincere con la maglia del Gallipoliha un sapore speciale, per la sto-ria, il blasone e per questo splen-dido tifo”. Non ha potuto aiutare icompagni nel momento crucialecome avrebbe voluto, ha dovutocombattere con un problema mu-scolare, eppure Antonio Renis lasua zampata decisiva è riuscitougualmente a piazzarla. “Mi di-spiace non aver potuto dare dipiù, ho sofferto per questa situa-zione, ma è stato bello segnare ilgol del pareggio a Mottola in unagara che si era complicata. Ho unfeeling particolare con questa ma-glia, mi piacerebbe restare ancheper la prossima stagione”. Sullastessa lunghezza d’onda AntonioDe Razza, uno dei veterani di que-sta squadra, al suo secondo annoconsecutivo con i colori giallo-rossi: “Un successo che premiatutti i nostri sforzi e mette in ri-salto le qualità umane di questasquadra fantastica. Personal-mente sono molto legato alla ma-glia giallorossa, ai tifosi e a tuttol’ambiente, mi piacerebbe potercontinuare il mio rapporto con ilGallipoli. Voglio dire grazie a tutti:staff tecnico, compagni, società etifosi per questa annata memora-bile”. Entrato tardi nel cuore deltifo giallorosso, con le sue magieFranco Parlacino si è ritagliato unposto d’onore nella curva: “Quelloche ho visto a Gallipoli è straordi-nario, questa gente con la suapassione e il suo calore meritaben più dell’Eccellenza. Qui mitrovo benissimo”.

Luigi Alemanno

di Rocco MartellaTel.0833.542330 Fax 0833.770737Cell. 393.9930917

[email protected] Leuca, 91 - Tricase

Una sconfittadal sapor diEccellenzaBarone: “Siamo stati capacidi costruire qualcosa diimportante. Grazie a tutti”

Foto bysam.it

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