Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta · SS 325 Val di Setta - Val Bisenzio (Sasso Mar-coni,...

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Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta

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I FiumiLe vallate degli affluenti di destra del Reno scan-discono la fascia centrale dell’Appennino e dellapianura bolognesi in una varietà di colori e pae-saggi davvero sorprendente. Sono i fiumi Idice,Savena e Setta, di cui oggi solo l’Idice continua ilsuo corso in pianura fino a lambire il Parco delDelta del Po.

L’IdiceDal Monte Oggioli, presso il Passo della Rati-cosa, nasce l’Idice, il maggiore dei fiumi di questevalli. Interessante dal punto di vista geologico enaturalistico, la sua vallata offre molteplici ragio-ni per una visita. Di particolare bellezza è il trat-to di fiume alla confluenza con la Valle delloZena: in questa zona si stacca il Canale dei Mu-lini, che lo affianca nel percorso fino al suo in-gresso in pianura, nel territorio di San Lazzaro diSavena. Attraversate le Valli di Campotto, l’Idicetermina il suo corso nel Reno. Qui un interessan-te sistema di conche vinciane impedisce all’ac-qua del Reno di risalire nel letto dell’Idice neiperiodi di secca.

Il SettaIl viaggio del Setta comincia in Toscana, in pro-vincia di Firenze, ma già a pochi chilometri dallasorgente fa il suo ingresso nel Bolognese. Tipicofiume appenninico dal carattere torrentizio, ilSetta disegna una vallata da sempre crocevia diuomini e merci da e per la Toscana. Oggi questaterra di viaggiatori offre al turista innumerevolipossibilità di essere scoperta attraverso antichipercorsi, da affrontare a piedi, a cavallo e inmountain bike.

Dal torrente Brasimone, suo affluente, si formanel territorio di Castiglione dei Pepoli il Lago diSanta Maria, che costituisce con i bacini di Suvia-na e del Brasimone il Parco Regionale dei Laghi.Dal Setta i Romani derivarono l’acquedotto sot-terraneo (ben 18 km di cunicoli, in parte visitabi-li) che ancora oggi porta l’acqua a Bologna. Pocooltre, a una cinquantina di chilometri dalla fonte,il fiume termina la sua corsa gettandosi nelleacque del Reno.

Il SavenaPer prima cosa la pronuncia: si dice Sávena enon Savéna, come verrebbe spontaneo se-guendo la fonetica italiana. Termine etruscoche significa “vena d’acqua”, il Savena delimi-ta col Reno il territorio della città di Bologna:già Dante Alighieri nella Divina Commedia in-dividua i Bolognesi come coloro che vivono“tra Savena e Reno” (Inferno, Canto XVIII). Ilcorso del fiume é costeggiato dalla SS 65 del-la Futa e dalla Fondovalle Savena, che condu-ce fino al Lago di Castel dell'Alpi, passandoper le maestose Gole di Scascoli.Numerosi e in parte visitabili sono ancora itanti mulini nati nel corso dei secoli lungo ilsuo corso. Prima di sfociare in pianura, il Sa-vena attraversa il Parco Regionale dei GessiBolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, solcatoanche dalle acque del fiume Idice.

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CREATIVITÀ E NOTE IN UN PAESAGGIO LUNARE“L’osservazione, il viaggio, l’immaginazioneche un paesaggio visto e vissuto ha stimola-to nell’espressione della mia creatività. Partivo dalla via Emilia. Prendevo lezioni dicanto a San Lazzaro e nella zona dell’Idice.Percorrendo la strada nei lunghi pomeriggi in-vernali, nebbiosi, percepivo in queste esten-sioni una luce irreale. Avevo la sensazione chequesta campagna piatta e infinita, fosse comeun paesaggio lunare. Al ritorno dai miei voca-lizzi era buio e faceva freddo… eppure in quel-la campagna sembrava che l’orizzonte si fossespostato, come un’estensione della mia men-te, dalla mia vita, come la mia voce in notenuove”.

Antonietta Laterzacantautrice bolognese, collabora con cinema e televisione

ATTRAVERSANDO LA VALLE“La mia fanciullezza in Calabria scorreva traterre arse dal sole e colline mal coltivate… ed i miei allenamenti di Ragazzo di Calabriaavevano come cornice distese di alberi dimandorlo assetati, di ulivi secolari e di fichid’india dalle forme stravaganti. Arrivato alcentro sportivo dei carabinieri di Bologna,durante gli allenamenti che dal Mulino Pa-risio, attraversando San Lazzaro, si allungava-no oltre il lago dei castori fino a sfiorare laToscana, il mio sguardo era giornalmenteattratto e ammaliato da quelle colline cosìben coltivate, da quelle distese di grano e digirasoli che coloravano anche l’aria e da queisimpatici e chiacchieroni contadini che, abi-tuati alla quotidiana presenza di un gruppet-to di atleti olimpionici, ci salutavano conammirazione. Ad attraversare questa valle an-cora oggi provo un grande senso di appaga-mento interiore, di emozione intesa, perchéla sento cosi ben rispettata dalla natura edagli uomini stessi”.

Demetrio Casilepittore, regista e sceneggiatore

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La Via del Pane e gli antichi mulini dell’Idice e del SavenaLa Via degli Dei e il Trekking Bologna - FirenzeI Parchi naturaliI Giardini del CasoncelloIl villaggio termale di MonterenzioIl Golf Club di MonzunoLa Futa e il Passo della RaticosaIl villaggio etrusco-celtico di Monte Bibele e il Museoarcheologico di MonterenzioIl Santuario di BoccadirioLe castagne, i funghi, i tartufi e le loro festeIl parco acrobatico di MonghidoroL’Osservatorio astronomico di LoianoLa Val di Zena

Da non perdere: L’itinerario di visitaL’itinerario comincia in Appen-nino: l’asse portante é rappre-sentato dalla storica strada del-la Futa, sul crinale tra Savena eIdice, da cui sono possibili infi-nite deviazioni in libertà allascoperta dei tesori delle diver-se vallate.

Dalla SS 65 della Futa allaValle dell’Idice- Pianoro- Loiano - Monghidoro- Monterenzio

Le Valli tra Savena e Setta- Monzuno- San Benedetto Val di Sambro- Castiglione dei Pepoli

Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Settal’appennino

San Benedetto

Pianoro

Loiano

Monghidoro

Monterenzio

Monzuno

Val di Sambro

Castiglione

dei Pepoli

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La storia e l’ambiente Terra di viaggiatori attraversata dall’antica viadi pellegrinaggio di Toscana, il territorio delleValli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta è dasempre passaggio obbligato per i transiti com-merciali e culturali tra il Nord e l’Italia penin-sulare. La presenza dell’uomo in queste valli èdocumentata fin dal Paleolitico e a MonteBibele, tra Monterenzio e Loiano, Etruschi eCelti hanno lasciato importanti tracce dellaloro civiltà. Nato dai numerosi reperti venutialla luce nella zona, il Museo archeologico“Luigi Fantini” di Monterenzio è oggi sede diuna delle più importanti collezioni celtiched’Italia. Secondo notizie leggendarie, in que-ste terre visse il re etrusco Ocno, ricordatoanche da Virgilio, mitico fondatore di Felsina(l’odierna Bologna), oltre che di Parma e diMantova. Segni del successivo passaggio deiRomani si riconoscono nella via Flaminia Mi-nor, strada consolare utilizzata dalle legioniromane dirette alla conquista della Gallia. Icastelli e le torri di queste vallate ci riportanoinvece alle tormentate vicende medievalidell’Appennino. Signore di gran parte del ter-ritorio fu nell’XI secolo il marchese Bonifaciodi Toscana, padre di Matilde di Canossa, ilquale elesse a sua residenza il castello di Pia-noro, poi distrutto dai Bolognesi nel 1377. Lanatura di queste valli si è preservata in moltipunti selvaggia e incontaminata. Il paesaggioè quello tipico della media montagna appen-ninica, dove le quote più elevate non supera-no mai i 1200 m. Ideali per farsi scoprire attra-verso percorsi lenti a piedi, in bicicletta o acavallo, queste valli offrono la possibilità divivere l’emozione di calcare gli stessi selciatibattuti per secoli da eserciti, pellegrini e scrit-tori.

A tavola L’Appennino Bolognese in queste valli è rima-sto fedele alla semplicità e ai sapori della cu-cina delle trattorie: una cucina montanarache alle specialità emiliane unisce quelle diToscana. Da provare sono i tortelli di patate ele bistecche alla fiorentina, insieme a parti-colarità come l’agliata. Ogni anno tra la finedi ottobre e i primi giorni di novembre sisvolgono manifestazioni e feste che hannocome protagonisti le castagne, i funghi e itartufi, ottime occasioni per assaggi e degu-stazioni dei più classici prodotti dell’Appen-nino. Dall’antica presenza nella zona dei muli-ni ad acqua deriva poi la tradizione dei pro-dotti da forno di queste vallate, valorizzatidalla “Via del Pane dell’Appennino bolognese”.

Come arrivare - Autostrada A1: uscite Sasso Marconi, Rioveg-gio, Pian del Voglio, Roncobilaccio

- Strade:SS 65 Futa (Pianoro, Loiano, Monghidoro,Firenzuola in Toscana)SS 325 Val di Setta - Val Bisenzio (Sasso Mar-coni, Vado, Rioveggio, Pian di Setta, Castiglio-ne dei Pepoli, Montepiano in Toscana)SP 65 Fondovalle Savena.

- Linea ferroviaria “Direttissima” Bologna-Firenze, con trasporto biciclette: stazioni a Rastignano, Pianoro, Monzuno, Vado, SanBenedetto Sambro-Castiglione P.

- Linee ATC www.atc.bo.it

MonghidoroVia Matteotti, 1 I -40063 Monghidoro (BO)Tel. 051.6555132 [email protected]

Informazioni Turistiche

L’arte campanaria bologneseTra Monzuno e Monghidoro sopravviveun’antica tradizione musicale legata al suo-no delle campane. Le radici dell’arte campa-naria bolognese risalgono alla metà delCinquecento: si tratta di una particolaretecnica “atletico-musicale” che coinvolge dimedia quattro o cinque campanari (uno perogni campana), tramandata di generazionein generazione fino ai giorni nostri.

Favolando per le ValliFestival internazionale dedicato al teatro sumisura per bambini e ragazzi ospitato daicomuni delle Valli Bolognesi tra Idice, Save-na e Setta. www.appenninoslow.it

Eventi

Il Sistema Turistico Valli Bolognesi, oggiAppennino Slow, offre proposte turisticheuniche che permettono al viaggiatore di vi-vere una vera e propria full immersion in unpaesaggio incontaminato e dalla storia ric-chissima.

Appennino SlowViale Risorgimento, 1 - 40065 Pianoro (BO)Tel. 051.6527743 - Fax [email protected]

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Storia e Cultura

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La Flaminia Minore e la Via degli Dei Dal Passo della Futa alla Via Emilia si snoda iltratto terminale dell’antica via militare e dipellegrinaggio conosciuta come “FlaminiaMinore”, che univa Bologna ad Arezzo. Costrui-ta dal Console Flaminio nel 187 a.C., la stradaserviva a collegare più velocemente Roma allenuove colonie che stavano sorgendo lungo lacontemporanea Via Emilia. Il suo percorso dicrinale tra l’Idice e il Quaderna e poi l’altoSillaro, oltre al particolare pregio di splendidevedute su zone incontaminate, tocca alcuniluoghi di grande importanza militare, storica eculturale. La strada assunse nuova importanzanel Medioevo: a partire dal 1200 il tracciatopiù antico della Via Francigena, quello dellaCisa, cadde in secondo piano e i pellegrini chedal Nord Europa si recavano a Roma preferiva-no proseguire lungo la Via Emilia fino a Bolo-gna e qui immettersi sulle vie nate proprio sultracciato della Flaminia Minore. La più celebreè la Via dello Stale o Via degli Dei, percorsoche ancora oggi collega Bologna a Firenze inpiù tappe di cammino.

La FutaLa strada della Futa SS 65, nota ai Bolognesicome Via Toscana e ai toscani come Via Bo-lognese, risale la Valle del Savena per poi cor-rere sul crinale tra Savena e Idice fino al Passodella Raticosa. Di qui raggiunge il Passo dellaFuta e quindi Firenze. Già nel XIII secolo, untracciato abbastanza simile all’odierno vennescelto dal Comune di Bologna come via uffi-ciale per la Toscana. Il successo della stradavenne confermato in occasione del Giubileodel 1300 quando la Via di Toscana venne rac-comandata ai pellegrini in viaggio verso Ro-ma, poiché ritenuta più sicura di altre e so-prattutto dotata di alloggi, ospitali, pievi emonasteri, fondamentali per i viaggiatori. Nel1759 il Granduca di Toscana Francesco diLorena ottenne di potenziare l’antico percor-so attraverso la costruzione di una più effica-ce via di comunicazione tra Firenze e Bologna.Il progetto del Granduca dovette tuttavia vin-cere l’opposizione del Papato, che preferivache il principale collegamento tra Roma e isuoi possedimenti padani non uscisse dai ter-ritori pontifici, passando dalle Marche.

Con il rinnovamento della strada del ‘700, ven-nero ristrutturati anche i fabbricati delle doga-ne di La Ca’, ora demolita, e di Filigare che,voluta dal Granduca Leopoldo II, sorprendeancora per la sua magnificenza. Le doganesopravvissero fino al 1859, quando, a Villa Loupnei pressi di Loiano, si decise di abolire ognibarriera in vista dell’ormai prossima Unitàd’Italia (1861).

Antiche vie dell’Appenninotra storia e mito

La Futa e il Gran TourCome i pellegrinaggi che si svolsero neivari Giubilei segnarono la storia della Viadi Toscana nel Medioevo, così il passaggiodell’Appennino caratterizzò un momentofondamentale del Grand Tour, che videspostarsi legioni di giovani aristocratici.Cultura, avventura e maestosi paesaggierano le attrattive che portavano i viag-giatori ad affrontare le insidie del traccia-to Bologna-Firenze, che, ritornati in patriadiventavano oggetto di memorie e diari diviaggio. Montaigne (1580), Goethe (1786), Casano-va (1761), il marchese de Sade (1776), Sthen-dal (1811 e 1817) Walter Scott e l’imperato-re Federico di Russia non sono che alcunidegli illustri viaggiatori che riportarononei loro diari le impressioni del passaggiodella Futa. Questi scritti sono una ricca te-stimonianza di episodi che sottolineanole caratteristiche dei diversi personaggi.Così pure nel 1811 Stendhal visita Pianoro,Loiano e Monghidoro e scrive: “Due fran-cesi che viaggiano in una buona vetturacon un domestico intelligente possonotrasportare i godimenti di un salotto nelmezzo dell’Appennino, ma non gustanol’Appennino come me, che viaggio solo inuna carrozza tutta aperta”.Montaigne e Goethe passarono per Loia-no e Monghidoro, a distanza di quasi duesecoli, durante i loro Viaggi in Italia (1580 ilprimo e 1786 il secondo). Molti altri viag-giatori più o meno noti li seguirono. Poi ilprogresso e le invenzioni dei motori a va-pore, elettrico e a scoppio cambiarono ilmondo, il modo di viaggiare e le stradeimportanti furono altre.

Storia e Cultura

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Pianoro è il primo Comune che si incontrarisalendo la Futa. Il centro fu duramente col-pito dagli eventi bellici, tanto che PietroNenni lo indicò come il “maggiore e più dolo-roso esempio della barbarie nazi-fascista”. Aseguito di queste devastazioni e del grandelavoro di ricostruzione del Dopoguerra esi-stono ora i due distinti borghi di PianoroNuovo e di Pianoro Vecchio. Tuttavia il terri-torio comunale conserva ancora numerosetestimonianze della millenaria storia di questiluoghi e in particolare dell’età medievale.

A Pianoro Vecchio, si consiglia una visita allachiesa di San Giacomo Maggiore, ristruttura-ta nel Settecento e unita a un “ospitale” per ipellegrini di cui si ha notizia fin dal XII secolo.Al suo interno si segnala la pala d’altare discuola del Francia.

Un chilometro prima di Pianoro Vecchio, sitrova la medievale Torre Lùpari, pregevoleesempio dell’arte dei Maestri comacini (pag.71), poi inglobata in un edificio quattrocente-sco a doppio loggiato.

Proseguendo lungo la Futa, il borgo di Liver-gnano ha la particolarità di possedere unaserie di case incastonate profondamentenella roccia, da cui sporgono unicamente lefacciate. Crocevia fondamentale nel passag-gio fra basso e medio Appennino, fu teatro diviolenti scontri durante la seconda guerramondiale: di qui passava una delle linee prin-cipali della Linea Gotica (pag. 160).

Pianoro

La Cronoscalata Bologna - RaticosaPer tutti gli appassionati di motori da nonmancare è l’appuntamento con la storicacronoscalata “Bologna-Raticosa”, 603 tornan-ti contro il tempo in una gara di velocità perauto d’epoca. Nata nel 1950 è stata per anniuna delle cronoscalate più impegnatived’Italia, seconda per lunghezza solo allaParma - Berceto. Svoltasi con irregolarità finoal 1969, la Bologna - Raticosa è rinata nel 2001sul tratto di strada tra Pianoro Vecchio eLivergnano. Da allora la cronoscalata si svol-ge ogni anno. Maggio/giugno.Info: www.velocitaraticosa.it

Il Paleotto Il parco del Paleotto si allarga lungo lesponde del Savena in lievi pendici collinaricompresi nei territori di Rastignano(Pianoro), Sasso Marconi, San Lazzaro diSavena e Bologna. Il suo nome è quello diuna nobile famiglia senatoria bolognese e lasua storia si intreccia fin dal Medioevo conquella di un antico mulino esistito nellevicinanze, di cui resta memoria nel nomedella località di Molino del Paleotto. Qui unnotevole antico ponte in pietra comunicaancora con la vecchia strada per Sant’An-drea di Sesto.

Natura

Eventi

Calanchi

Provincia di Bologna

MUSEO “WINTER LINE”via della Chiesa, 4 - Località Livergnano 40066 Pianoro (BO) - Tel. 380.5074820Scavato alla base della parete del Contraf-forte Pliocenico che sovrasta Livergnano, il museo è stato ricavato in una grotta usatacome rifugio antiaereo durante la SecondaGuerra Mondiale. Raccoglie og-getti dei sol-dati della 65° Divisione Tedesca e di quellidella 91° Divisione del 361° Fanteria Usa, ritro-vati lungo le trincee e i rifugi che ancora oggiè possibile vedere nelle campagne intornoPianoro, dove nell’inverno tra il ‘44 e il ‘45rimasero bloccati i due eserciti contrapposti.www.livergnano.orgVisita su prenotazione - Ingresso gratuito.

Musei

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In direzione Monte delle Formiche s’incontrail Castello di Zena, appartenuto alla Contessadi Canossa. Di origini medievali, la sua archi-tettura presenta oggi elementi compositi delXIV e XVII secolo. Fa parte del castello la vici-na Torre dell’Erede (XIV sec.), che posta più inalto fungeva da vedetta.

Verso ovest, l’aspra e imponente vetta di MonteAdone, dominante il crinale che fa da spartiac-que fra Savena, Setta e Reno, costituisce il più altorilievo del Contrafforte pliocenico (pag. 60).

In frazione Pian di M acina si trova il CentroAnfibi, dove sonopossibili insoliti incontricon rare specie dell’Appennino.Pianoro aderisce all’Associazione Nazionale“Città del Vino”.

Il Monte delle Formiche è uno sperone roc-cioso, che domina le valli dell’Idice e di Zena.Dalla sua cima si gode un panorama incredibi-le che, in mattine particolarmente terse, spa-zia dal litorale Adriatico fino alle Prealpi vero-nesi. Il nome del monte deriva da un fenome-no naturale molto particolare: ogni anno, neiprimi giorni di settembre, sciami di formichealate raggiungono questa vetta per compiereil loro volo nuziale e andare poi a morire nellazona del santuario di Santa Maria di Zena. Ilsantuario è noto fin dal 1400 con il nome di“Santa Maria Formicarum”, a testimonianza delfatto che già allora si verificava il fenomenodelle formiche volanti. Ancora oggi, in occa-sione della festa della Madonna, le formichevengono raccolte, benedette e distribuite aifedeli: secondo la credenza popolare hannoinfatti capacità terapeutiche.

Il Centro Anfibi di Pian di Macina nasce daun progetto europeo di tutela a favore dispecie di anfibi rare o a rischio di estinzio-ne, promosso e finanziato dalla Provincia diBologna e dal Comune di Pianoro. Nellevasche e nelle zone umide del centro sipossono scoprire curiosi animali come laSalamandrina dagli occhiali, il Tritone alpe-stre e l’Ululone appenninico dal ventre gial-lo, che prende il nome dal caratteristico vo-calizzo simile a un ululato con cui i maschisegnalano la loro presenza durante il perio-do riproduttivo. Si organizzano laboratori eaule didattiche.Info: A:R:Te.Tel. 328.3837620www.centroanfibi.it - [email protected]

Natura

La Val di ZenaLo Zena è un torrente che nasce nel territo-rio di Loiano e termina il suo corso assai tor-tuoso nell’Idice, a San Lazzaro di Savena.Ancora nei pressi di Loiano, a Quinzano,forma una bella cascata alta 30 m, che pre-cipita in una gola boscosa. La Val di Zena èattraversata da una strada di fondovallecomposta per i primi chilometri dalla S.P. 16Val di Zena e poi da strade comunali diPianoro e Monterenzio. La valle, col suo as-petto bucolico, alterna dolci colline a pratie boschi e qualche calanco, in una naturapressoché incontaminata di grande interes-se naturalistico e storico. Oltre ai ritrova-menti etrusco-celtici di Monte Bibele, inprossimità delle sponde del torrente sorgeil Castello di Zena. Costeggiata dal Contraf-forte pliocenico, la vallata ospita il Parco deiGessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa.Consigliata è una tappa al lago del castori,meta ideale per gli appassionati di pesca.Circa 2 Km a monte della confluenza nell’I-dice, poco dopo l’ingresso nel territorio diSan Lazzaro di Savena, presso la sponda sini-stra dello Zena è situata la celeberrimaGrotta del Farneto, nella quale sono staterinvenute importanti testimonianze dellapresenza umana risalenti al neolitico.

Pensato come laboratorio didattico, consezioni tematiche: casa rurale, cantina, stal-la, lavori agricoli, artigianato, pesi e misure.MUSEO DI ARTI E MESTIERIVia del Gualando, 2 - 40066 Pianoro (BO)Tel. 051.6529105 - 051.776927Prenotazione visite guidate e scolaresche:Tel. 338.7738701info@museodiartiemestieri.itwww.museodiartiemestieri.itApertura: dall'1/10 al 30/4 sabato e dome-nica 15-18; dall'1/5 al 30/9 sabato e dome-nica 16-19. Chiuso da giugno a agosto.Ingresso gratuito.

Musei

Natura

Storia e Cultura

Fiera di Santa Maria Assunta: 15 agosto.C’era una volta: ottobre.

Tartufesta: tra ottobre e novembre.GIORNO DI MERCATO: mercoledì

Eventi

Lungo la Val di Zena , all’interno del Parco deiGessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa(pag. 137), a una quindicina di chilometri daPianoro, svetta il Monte delle Formiche con ilsuo particolare santuario.

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A giustificare una visita a Loiano basterebbel’Osservatorio Astronomico dell’Università diBologna, che si trova lungo la Futa, 2 km oltreil paese in direzione di Monghidoro.

Loiano sorge sul contrafforte che separa leValli dell’Idice e del Savena e, oltre all’Osser-vatorio, non mancano certo mete di interessestorico-artistico. La prima è la chiesa di SanGiacomo e Santa Margherita, eretta dagliAgostiniani nel XIV secolo. Al suo internoconserva un dipinto del Calvaert e la Madon-na del Carmine di Angelo Piò. Nel centro delpaese rimangono anche tracce dei porticiquattrocenteschi che lo caratterizzavano ori-ginariamente.

Celebre è la locanda Corona, dove nel Cin-quecento si trattò l’annessione di Cento a Fer-rara e in cui il 21 ottobre del 1786, pernottòGoethe diretto a Firenze.

Tra gli insediamenti più significativi del territo-rio si segnala la frazione dell’Anconella, anticoborgo cinquecentesco. Il borgo si sviluppaattorno a una caratteristica costruzione porti-cata, esempio raro in Appennino, un tempoospitale di sosta per i pellegrini. Al suo internoè possibile ammirare un camino con lo stem-ma della nobile famiglia dei Bentivoglio. Nellazona sono ancora visibili le cosiddette “busenelle lastre”, grotte scavate nell’arenaria untempo usate come abitazioni e magazzini e nelperiodo bellico anche come rifugi.

Lungo la strada provinciale che da Loianoconduce a Quinzano sorge su un altopiano lachiesa di Scanello dedicata a San GiovanniBattista, che custodisce una tela attribuita alPasserotti e due dipinti di scuola dei Carracci.Dalla vicina località di Cà di Priami si possonopassare in rassegna le principali montagnedella valle dell’Idice e di quelle del Savena,fino all’alto Appennino, da un lato, e alle col-line che fanno da cornice a Bologna, dall’altro.

Loiano

Sul Monte Orzale ha sede la Stazione diLoiano dell’Osservatorio Astronomico diBologna, situata all’interno di una strutturaappartenente all’Istituto Nazionale di As-trofisica. Inaugurato il 15 novembre 1936, ilsuo telescopio più grande è intitolato all’a-stronomo Giovanni Domenico Cassini, pro-gettista della grande meridiana di SanPetronio a Bologna. L’Osservatorio di Loia-no è il secondo d’Italia per dimensione deltelescopio (152 cm di diametro). Grazie auna collaborazione con il Comune di Loianoe la Provincia di Bologna, l’Osservatorio èaperto al pubblico per visite serali da aprilea settembre. Info: Biblioteca di Loiano: martedì e giovedìore 10.00-12.00. Tel. [email protected]

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Osservatorio astronomico

Provincia di Bologna

Le colline intorno a Loiano - Provincia di Bologna

Scienza e Tecnica: il Parco delle Stelle

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Nei pressi di Scanello sorge Villa Loup, chedeve il suo nome al gentiluomo svizzero che,sposando una Ghisilieri, ebbe in dote la resi-denza. A villa Loup sostò nel 1805 papa Pio VIIdopo aver incontrato Napoleone a Parigi, mail luogo è diventato celebre nelle vicenderisorgimentali per il “Convegno di Scanello”.Qui il 28 settembre 1859 i rappresentanti diToscana, Romagna, Modena e Parma trattaro-no l’abolizione delle dogane tra i loro Stati el’adozione di una moneta unica, in vistadell’Unità d’Italia.

Dal centro di Quinzano parte una strada che,incuneandosi nella suggestiva Val di Zena, rag-giunge l’area archeologica di Monte Bibele(pag. 125).

Il borgo di Scascoli si presenta come uno deipiù suggestivi per la sua posizione. La chiesadei SS. Stefano e Martino è stata ricostruitadopo la Seconda Guerra: per la facciata ven-nero utilizzate le pietre di arenaria delladistrutta chiesa di S. Ansano di Brento, men-tre l’altare maggiore fu realizzato tramite lafusione di bossoli d’ottone delle artigliereamericane. Nei pressi di Scascoli troviamol’interessante edificio rurale de La Torre, tipi-co esempio di costruzione quattrocentescadei Maestri comacini (pag. 71). Proseguendoper la strada che scende verso il Savena, siraggiungono le maestose Gole di Scascoli,che sovrastano il corso del fiume.

Giardini del Casoncello Via Scascoli, 75 - Loiano (BO)Tel. 051.928100/928281Nati dal recupero di un antico podere agri-colo e aperti al pubblico dal 1996, i Giardinidel Casoncello sono oggi considerati unottimo esempio di “giardino naturale” dovel’impronta della natura e l’impronta umanaconvivono in armonia e dove viene rispet-tata e favorita la molteplicità della vita ani-male e vegetale. Si presentano come unluogo dall’aspetto inconsueto ricco di pian-te ornamentali e di flora spontanea: nellospazio di un solo ettaro convivono più dimille specie che, liberamente associate inun “armonioso disordine”, contribuiscono acreare un’atmosfera suggestiva. Le visite gui-date portano a scoprire questo grande “li-bro verde” attraverso diverse “situazionivegetali”: prato misto, orto-giardino, giardi-no roccioso, zona d’acqua, bosco-giardino,giardino delle erbe, bordure di cespugli dafiore, bordure di erbacee perenni, frutteto-giardino, siepi miste, con un approccio nonsoltanto visivo, ma che investe anche tuttigli altri sensi. Una particolarità della visita èinfatti il percorso olfattivo con cui diversi einsoliti sentori sono offerti da fiori, foglie,cortecce e anche radici. I giardini sono visita-bili solo su prenotazione con visite guidate.

Festa della Batdura, manifestazione agri-cola, esposizione di macchine e utensili perla battitura del grano: luglio.Tartufesta: tra ottobre e novembre.Mercatino di Santa Lucia: dicembre.

Scascoli Festa del Marrone: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: domenica

Eventi

Natura

I Giardini del Casoncello - archivio privato

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Antica stazione della dogana pontificia al con-fine con la Toscana, Monghidoro era cono-sciuta col nome di Scaricalasino, appunto per-ché qui bisognava far controllare il carico deglianimali, sfiancati dopo la salita che da Ronca-staldo conduceva al paese.

Nel centro del paese, il chiostro de La Cister-na rappresenta quello che resta dell’anticomonastero di San Michele ad Alpes, nato nel1528 dalla conversione del palazzo di Arma-ciotto dei Ramazzotti e donato agli Olivetani,che lo gestirono fino al 1797. Oggi il chiostro èla splendida cornice di molte manifestazioniche animano le sere d’estate.

Il Sentiero dei Pilastrini è un percorso cheparte dal capoluogo e tocca alcuni borghicaratteristici, seguendo dieci pilastrini in pie-tra, taluni ricostruiti, testimonianza diretta delsenso sacro che ha pervaso la civiltà contadi-na montanara fino all’Ottocento.

Monghidoro

Il Ramazzotto Armaciotto dei Ramazzotti, detto il Ramaz-zotto, è una tipica figura del Rinascimentoitaliano. Nato a Scaricalasino nel 1444, ilRamazzotto abbracciò il mestiere delle armie costruì il suo destino battaglia dopo bat-taglia. Divenuto capitano, servì dapprimaCesare Borgia, poi diversi papi, tra cuiClemente VII dei Medici, suo grande protet-tore. Ottenuti per ricompensa in feudo unterritorio sempre più vasto di Appennino eil titolo di Conte, Ramazzotto divenne si-gnore di un suo stato personale, che com-prendeva l’inespugnabile Rocca di Tossigna-no, nella Valle del Santerno. Il riordino delleterre di Romagna da parte di Paolo III Far-nese mise in crisi la sopravvivenza del suofeudo, che dopo alterne vicende finì percapitolare nel 1537. Morto in esilio in Tosca-na, nella chiesa di San Michele in Bosco aBologna si custodisce la splendida arca mar-morea da lui stesso commissionata alloscultore Alfonso Lombardi (1531-1533).

MUSEO DELLA CIVILTÁ CONTADINADELL’APPENNINOVia Provinciale, 13 località Piamaggio 40063Monghidoro (BO) - Tel. 051.6555132 - Fax051-6552268 - [email protected] museo ricostruisce la vita rurale dell’Ap-pennino di un tempo nei suoi aspetti lavo-rativi e quotidiani. Agli spazi dedicati agliantichi mestieri (la falegnameria, la lavora-zione della lana e della paglia, la produzio-ne del vino) si alternano alcuni ambientidomestici: la cucina, la camera da letto,un’aula scolastica, la stalla, ed infine unangolo aristocratico. Unica la ricostruzionein scala 1:3 di un mulino ad acqua perfetta-mente funzionante. Apertura: giugno, luglio e agosto, sabatoe domenica ore 16- 19. I restanti mesi del-l’anno su prenotazione. Biglietto: offertalibera.

MUSEO PARROCCHIALE DI MONGHIDOROChiesa di Santa Maria Assunta Via Garibaldi, 37 40063 Monghidoro (BO)Tel. 051.6555539Il complesso ottocentesco della Parroc-chiale ospita una piccola raccolta d’artesacra: oggetti d’arte devozionale, paramen-ti e oggetti liturgici. Di particolare rilievo ilquadro realizzato dal Burrini nel 1685, raffi-gurante i Santi Petronio e Dionigi.Apertura: giorni festivi, giorni feriali solo arichiesta. Ingresso gratuito.

La Cisterna

Comune di Monghidoro

Personaggi e Cultura

Musei

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l’obbligai a disfarne quattro”, forse a causa deimaccheroni al ragù conditi con troppo vino, ilgrande seduttore racconta di avere lasciato inbianco la giovane Corticelli che l’accompa-gnava.

Molto legato alle sue origini monghidoresi è ilcantante Gianni Morandi.

Proseguendo lungo la SS 65 si ragguinge il Ci-mitero Tedesco della Futa, già in territoriotoscano, progettato dall’architetto Oesterlene dai paesaggisti Rossow e Bournot. Realizzatoin pietra serena, accoglie più di 30.000 sepol-ture di militari caduti durante il secondo con-flitto mondiale lungo la Linea Gotica (pag.160). In estate, in uno scenario di grande sugge-stione, ospita la messa in scena dei classicidella tragedia greca.

Anche Monghidoro è ricordata nei diari diviaggio dei personaggi più o meno illustri chehanno attraversato questi luoghi. Curioso è ilracconto di Giacomo Casanova, che, partitoalle otto da Firenze, arrivò in piena notte aScaricalasino e, benché si fosse fatto prepara-re “un letto che stupì l’oste, perché per farlo

Parco Provinciale La MartinaEsteso nell’alta Valle dell’Idice, il Parco offrel’ambiente ideale per passeggiate nei boschi esoste all’aria aperta. Realizzato dalla Provinciadi Bologna nel 1972, interessa una superficiedi circa 155 ettari di proprietà del Comune diMonghidoro. Un tempo l’area era caratteriz-zata da prati e seminativi e da boschi radi diquerce; poi a partire dagli anni ‘20 venne rim-boschita con conifere quali il pino nero, ilpino silvestre, l’abete bianco e il cipresso diLawson. Un percorso didattico permette diapprofondire la conoscenza degli aspettinaturalistici dell’Appennino. Il collegamentocon un’ampia rete di sentieri rende il Parcouna comoda base per l’escursionismo appen-ninico di più ampio respiro: da segnalare ilcollegamento, dal Passo della Futa, con laGrande Escursione Ap-penninica (G.E.A.).All’interno del parco è possibile fruire di uncampeggio attrezzato, di un punto di ristoroe di un’aula didattica. Info: Tel [email protected]

L’Alpe di Monghidoro è un’area di grandeinteresse naturalistico che si estende a montedella SS 65 della Futa, non appena superata lafrazione di Ca’ del Costa, a circa 2 km dalcapoluogo. Strade sterrate e sentieri segnala-ti rendono l’Alpe facilmente accessibile. Lazona si trova ad un’altitudine compresa tra gli800 e i 1200 m ed è ricoperta da boschi diquerce e castagneti nella fascia inferiore e dafaggete in quella superiore, ricca di sorgenti.Ghiandaie, poiane, picchi e civette sono facil-mente avvistabili, così come scoiattoli, ghiri elepri. Più difficile, ma non impossibile speciealle prime ore del giorno e all’imbrunire, l’in-contro con cervi, cinghiali, volpi e caprioli.Dalla cima dell’Alpe, sul Monte Oggioli (1290m), nelle giornate limpide si può ammirare unpanorama che spazia dalle Prealpi veneteall’Adriatico.Info: Tel 051.6555132 - [email protected]

Natura

Parco AvventuraNel cuore dell’Appennino bolognese, Mon-ghidoro si candida ad ospitare gli emuli diTarzan grazie al Triton’s Park, il parco acro-batico immerso nel verde del Monte Og-gioli. Situato a circa 1.000 metri di quota, ilparco è dotato di diverse strutture qualifuni, trapezi, tunnel di rete, passerelle fisse emobili. I percorsi praticabili sono diversi, tracui tre per adulti e due per bambini, condiversi gradi di difficoltà e un’altezza massi-ma dal suolo di 7 metri. Il Triton’s Park offreanche un’area pic-nic attrezzata con barbe-cue e uno spettacolare laghetto che ospitadiverse varietà di pesci e alcuni esemplari ditritoni, a cui si deve il nome.Info: Appennino Slow - Tel [email protected]

Sport e Vacanza attiva

Fiera dei Ss. Pietro e Paolo: giugno.Fiera di San Michele: settembre.Tartufesta: tra ottobre e novembre.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Eventi

Triton’s Park

Comune di Monghidoro

Tutta la zona è poi naturalisticamente di gran-de pregio: si segnalano in particolare il Parco“La Martina” e l’Alpe di Monghidoro.

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Il territorio di Monterenzio si estende fra leverdi vallate dell’Idice e del Sillaro, in una zonaabitata fin dai tempi più remoti: sul massicciomontuoso di Monte Bibele (verso Loiano) so-no stati scoperti i resti di un villaggio etrusco-celtico, costruito nel IV secolo a.C. La copio-sissima documentazione rinvenuta testimoniala presenza contemporanea delle due popola-zioni ed è oggi visibile nel Museo “Luigi Fantini”.

Monterenzio

I CeltiMigrati dal nord, i Celti si stanziarono nel IVsecolo a.C. nella Gallia Cisalpina, regionecompresa tra le Alpi e gli Appennini. Tra lenumerose tribù che scesero in Italia, nelBolognese si insediarono i Boi, da cui parederivi il nome della città di Bologna. A di-stanza di oltre 2000 anni si possono ancoratrovare tracce della loro presenza non solonei musei e nei siti archeologici, ma anche inmolti aspetti della cultura locale, a partiredalla lingua. Ancora oggi il dialetto bolo-gnese, per quanto derivato dal latino, con-serva un consistente substrato celtico, cosìcome dai Celti derivano pratiche come l’al-levamento e la lavorazione delle carni delmaiale, che tanta parte ha nella cucina delterritorio. La convivenza pacifica e la me-scolanza etnica e culturale tra Etruschi eCelti, confermata dai rinvenimenti del vil-laggio di Monte Bibele, ha dato vita nellazona a una nuova civiltà, definita “etrusco-celtica”.

Musei

Specchio di bronzo

Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Ricostruzione di una capanna celtica con oggetti originali

Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Intitolato al pioniere delle ricerche sullapreistoria bolognese, il museo è nato dallascoperta nel 1978 dell’insediamento etrusco-celtico di Monte Bibele. Offre al visitatoreuna chiara visione dell’antico abitato e delconnesso sepolcreto, attraverso numerosireperti, integrati da pannelli illustrativi, foto-grafie, piante, ricostruzioni dell’aspetto origi-nario e delle modalità d’uso di alcuni stru-menti: il telaio verticale, le zappe e i falcetti.Dispone di una sezione tattile con una tren-tina di repliche dei reperti e didascalie inBraille.MUSEO ARCHEOLOGICO LUIGI FANTINIVia del Museo, 2 - 40050 Monterenzio (BO)Tel. e Fax [email protected]: sabato e festivi ore 9-13 e 15-18; daaprile a settembre anche martedì e venerdìore 9-13. Biglietto: intero, euro 3, ridottoeuro 2, gratuito ogni prima domenica delmese, fino a 6 anni, studenti universitari escolaresche.

Storia e Cultura

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Lungo la Valle del Sillaro, ma ancora nel terri-torio di Monterenzio, sorge un importantecentro termale immerso nella natura.

Terme e Acquapark della Salute Immerso nella quiete di un esteso anfitea-tro naturale, il “Villaggio della Salute Più”rappresenta un’oasi di relax, sport, cultura ebenessere. Al suo interno ospita uno stabi-limento termale e numerosi servizi per curee terapie fisiche: il centro, denominato Ter-me dell’Agriturismo, è aperto tutto l’anno esi affaccia sulla vallata con la sua piscinatermale coperta e scoperta. L’adiacentecomplesso estivo dell’Acquapark della salu-te comprende ben 14 piscine, ognuna conuna diversa proprietà di salute e benessere.Arricchiscono l’offerta Bimbolandia, ilprimo parco termale nato apposta per ibambini, e l’Oasi di Zello, dove gli amantidel naturismo possono trovare una zonaideale per l’elioterapia integrale.Villaggio della Salute PiùVia Sillaro, 27 - 40050 Monterenzio (BO) Tel. 051.929791www.villaggiodellasalutepiu.it

Terme & benessere

La Traversata delle Cinque Valli Bolognesisi snoda lungo il Contrafforte Pliocenico(pag. 60) toccando le località più interes-santi del medio Appennino bolognese, dal-la Rocca di Badolo con la sua parete per l’ar-rampicata sportiva, a Monte Adone dallespettacolari torri di arenaria, fino a Liver-gnano, col suo museo della guerra, e a Mon-te delle Formiche (pag. 120). La traversata sichiude a Monterenzio, terra di Celti ed Etru-schi. Il trekking si può realizzare a piedi o inbicicletta tranquillamente in due giorni.Info: www.appenninoslow.it

Sport e Vacanza attiva

L’Acquapark del Villaggio della Salute Più

archivio privato

Traversata delle Cinque Valli Bolognesi - Monte Adone

Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi

Poi fu il turno dei Romani, che diedero inizioallo sfruttamento delle miniere di rame diBisano, proseguito fino all’età moderna.Bisano è oggi un caratteristico borgo di origi-ne medievale, nei pressi del quale si trova laCasa Cella, edificio signorile appartenuto nelQuattrocento al nobile Giacomo di Gotti-fredo e che conserva le caratteristiche archi-tettoniche originarie.

L’importanza strategica di questo territorio, acavallo fra le due vallate, ne fece nel Medio-evo la sede di un castello gravitante nell’orbi-ta di Matilde di Canossa, poi devastato dalletruppe del Barbarossa. Ancora oggi restanomolte testimonianze di quell’epoca. La piùnota si trova nel borgo di Scaruglio, fra Mon-terenzio vecchia e Monterenzio nuova. Si trat-ta di un’imponente costruzione del XIII seco-lo denominata “la Torre”: da notare le apertu-re originarie, con una facciata a tre portalisfalsati, feritoia e finestrella. Scendendo verso l’Idice, si incontra il borgo diVilla di Cassano, di cui si segnalano le duecase-torri collegate tra loro con architravi eportali decorati con una stella a otto punte.

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La Via dei MuliniNelle Valli del Savena e dell’Idice i mulini adacqua sono stati per secoli il punto di riferi-mento dell’econo-mia rurale. Alcunimulini sono ancorafunzionanti, altri so-no stati recuperati etrasformati in abita-zioni private, mentredi altri ancora è ri-masta traccia solonei toponimi.L’acqua dei torrentiazionava le pesantimacine in pietra, che consentivano di polve-rizzare il grano, le castagne e anche le noci,da cui si traeva un olio utilizzato per scopialimentari e per l’illuminazione.Tra Monzuno e Monghidoro, sul fondovalledel Savena, una spettacolare passerella con-duce al Mulino dell’Allocco, forse il più notoe rappresentativo di tutta la zona, costruitonel XIX secolo su una preesistente strutturadel Cinquecento.

Interessante è anche il Mulino della Valle,dove Melchiade Benni alternava al lavoro dimugnaio l’arte di violinista. A Monghidoroperfettamente funzionanti e visitabili sono il

Mulino Mazzone del1785, dall’ampio por-ticato, e su richiesta ilMulino di Ca’ di Gu-glielmo del 1776. Nelterritorio di San Be-nedetto Val di Sam-bro si trovano il Mo-lino di Federico, an-cora funzionante e vi-sitabile, e due bei mu-lini nei pressi del La-

go di Castel dell’Alpi. Questi non sono chealcuni esempi: molti altri mulini costellano icorsi d’acqua che attraversano queste valli.Attorno ad essi sono nate varie iniziative,anche di tipo enogastronomico, che condu-cono alla loro riscoperta.

Info: Appennino SlowTel. [email protected]

Festa dei Fiori, mercato di vario genere e ven-dite di piante e fiori: aprile.Festa Celtica - Fuochi di Taranis, festa atema sulla cultura e sulle usanze celtiche condanze e gastronomia: primi due week end diluglio.

Festa dei Marroni, vendita di castagne e po-lenta: ottobre.BisanoFiera di Bisano, mercato di vario genere standgastronomici spettacoli musicali: fine luglio.

GIORNO DI MERCATO: domenica

Eventi

Il Villaggio della Salute Più - archivio privato

Storia e Cultura

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Giovanni II Bentivoglio

Provincia di Bologna

Monzuno è un piccolo centro dell’Appennino,il cui nome rimanda a Giunone (Mons Junonis)e alla sacralità riconosciuta a questi luoghi findall’antichità. Alla fine del Quattrocento il ter-ritorio di Monzuno diventò possesso di Gio-vanni II Bentivoglio, Signore di Bologna. L’abi-tato attuale è moderno, ma la chiesa di SanGiovanni Evangelista, rifatta nel 1891, conser-va un sorprendente interno barocco.

Il pregio maggiore di Monzuno è quello diaffacciarsi su una bellissima valle, ricca di metenaturalistiche e storiche, valorizzate dal Trek-king Bologna - Firenze e dalla riscoperta dellaVia degli Dei (pag. 131), la medievale strada dipellegrinaggio della “via dello Stale” che con-giungeva Bologna a Firenze. Lungo questo trac-

ciato, poco distante da Monzuno si ergeMonte Venere, una cima di 996 metri ammor-bidita da boschi e pascoli, sulla quale pare sor-gesse un tempio dedicato alla dea dell’amore.L’Ospitale è invece un edificio sorto intornoall’anno Mille a circa 1 km dal capoluogo perdare ospitalità ai pellegrini in viaggio versoRoma. Qui negli anni a cavallo della secondaguerra mondiale alloggiò Nino Bertocchi,importante pittore e critico d’arte bolognese.Da allora Monzuno è diventata meta di nume-rosi altri artisti, come Giacomelli e Manzù.

Monzuno

La Contea del Bentivoglio“Cento corbe di frumento, 10 paia di capponi,10 di capretti e 10 pollastri, una buona dose diformaggi: è quanto valeva l’affitto annuo deiterritori di Monzuno nel 1471. All’epoca, conScascoli e Ripoli, Monzuno donò tutti i propribeni e terreni al Signore di Bologna, Giovanni IIBentivoglio, ottenendone l’uso perpetuo incambio di un certo ammontare di regalie.Grazie a questa convenzione, nel territorio deicomuni associati era vietato l’accesso agli esat-tori della Camera di Bologna e la giustizia eraesercitata da un emissario del Bentivoglio.”

Renzo Renzi

Storia e Cultura

Trekking Bologna - FirenzeNel tempo, varie vie hanno attraversatola dorsale appenninica bolognese: laFlaminia Minore, la Via Cassìola, la ViaFrancesca del-la Sambuca, la Via delloStale o Via degli Dei, la Via Montanara. Alcentro del sistema degli itinerari vi eranole due grandi città di Bologna e Firenze,fin dal Medioevo famose nel mondo.Passando dalle antiche vie ai nuovi trac-ciati escursionistici fra le due città postenei due versanti dell’Appennino, si segna-la il trekking da Bologna a Firenze, lungoun percorso attrezzato e segnalato, sud-diviso in 7 tappe che si possono percor-rere a piedi, in bici o a cavallo. Si tratta diuna nuova proposta per un turismorispettoso dell’ambiente, che consenteun autentico contatto con la natura e laconoscenza degli aspetti culturali egastronomici di Emilia-Romagna eToscana. Il percorso “Bologna-Firenze” èillustrato dalla guida Viaggio in Italia -Trekking sulle orme di De Montaigne eGoethe attraverso Alpi (via Spluga) edAppennino (Bologna-Firenze) ed è corre-dato da pacchetti turistici.

Info: Appennino SlowTel. [email protected]

Sport e Vacanza attiva

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Nei dintorni, il sito di maggiore interesse èsenz’altro Montorio, sede di un antico e va-sto distretto ecclesiastico. La Pieve di Mon-torio, dedicata a San Pietro e ricca di prege-voli arredi sacri, contava ben 42 parrocchieed era seconda solo a quella di Monteveglio.A poca distanza dall’abitato sorge l’imponen-te Torre di Montorio, che domina le valli delSetta e del Sambro dall’alto di uno speroneroccioso. L’edificio originario, più volte rima-neggiato, risale al XII secolo ed è affiancatoda un secondo corpo cinquecentesco. LaTorre presenta tracce dell’originaria merlatu-ra guelfa con le aggiunte dei merli ghibellinidell’800. Nella torre abitò anche, nei primidel ‘300, il Conte Mostarda da Panico (pag.63). Sempre nelle vicinanze di Montorio siergono il Castello d’Elle, che affonda le sueorigini nel XIV secolo, e il settecentesco ora-torio di San Mamolo.

La grotta delle Fate di Brento deve il suo no-me a leggende che favoleggiano di tesori e dimisteriose apparizioni di eteree figure femmi-nili sospinte nel vuoto dal fondovalle Savenaalla cima del monte. La spiegazione del miste-ro sta forse nella forte corrente d’aria presen-te all’interno della grotta, che in certe condi-zioni atmosferiche dà luogo, all’uscita, a nu-vole di vapore.

Strada dei Vini e dei Sapori dell’Appennino BologneseVia Casaglia, 4 - 40036 Monzuno (BO)Tel. 051.6773328Pianoro: Tel. [email protected]

Nell’Appennino bolognese sono già pre-senti i prodotti del “paniere MontagnAmi-ca”: carni, salumi, formaggi, frutti del bo-sco, miele, vini e prodotti da forno. Fra-grante di forno e profumato di legna dibosco, il gustoso pane montanaro locale,per la sua alta qualità e il valore tradizio-nale e culturale, è diventato il prodottosimbolico che rappresenta i sapori tipici diqueste terre di montagna. Questo pane sifa protagonista di un itinerario turistico-culturale-gastronomico, la Via del Pane del-la Montagna Bolognese, che percorre ilterritorio delle Valli Bolognesi tra Idice,Savena e Setta. Alla base c’è l’idea di recuperare e valoriz-zare la coltivazione biologica dei cerealidiffusa nell’area appenninica bolognese,attraverso la qualificazione dell’intera fi-liera, dal campo alla tavola.

Molino del Pero Golf ClubVia Molino del Pero, 323 40036 Monzuno (BO) Tel. 051.6770506 - [email protected] nel 1991, presenta un percorso moltotecnico, estremamente divertente ancheper i più esperti. La salita alle prime bu-che, che parte ripida dalla Valle del Save-na, è stata spesso citata sulle riviste inter-nazionali come “The stairway to heaven”,la scalata verso il paradiso. Dati tecnici: 18 buche, par 70, 5.450 muomini e 4.970 m donne, 300 m s.l.m.

Festa del Borgo: aprile.Festa di San Luigi: agosto.Sagra di Monte Venere: agosto.Sagra dei Marroni: ottobre.Tartufesta: tra ottobre e novembre.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì a Vado

Eventi

Enogastronomia

Sport e Vacanza attiva

Pane montanaro - Diateca Agricoltura

della Regione Emilia-Romagna - Fabrizio Dell’Aquila

Degno di nota è anche borgo Polverara, chepresenta due edifici fortificati del XVI secolo.Parte del territorio monzunese rientra nel ParcoStorico Regionale di Monte Sole (pag. 64).

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Con il ricordo di un’antica abbazia benedettinanel toponimo, il Comune di San Benedetto Valdi Sambro nasce dalla fusione di due impor-tanti comunità rette dalle nobili famiglie deide’ Bianchi, Conti di Piano, e dei Rossi di SanSecondo, feudatari di Poggio.

La natura è la principale attrattiva del luogo,dai boschi di Val Serena e Pian di Balestra finoal noto Lago di Castel dell’Alpi, a 7 km dalcapoluogo. Il lago è meta ideale per una gita:originato nel 1951 da una frana che ha ostruitoil corso del Savena, oggi sulle sue rive è possi-bile pescare, prendere il sole e fare pic nic. Davisitare sono anche due antichi mulini, ognunodotato di macina e “botte”, invaso nel qualeveniva raccolta l’acqua del torrente che scen-de dal Monte Oggioli.

Ma la storia del territorio ha lasciato ancheemergenze artistiche di grande valore.

Si può cominciare dal centro di Pian del Vo-glio, con il bel borgo antico e il Palazzo Comi-tale con torre del XV secolo, appartenuto aiConti de’ Bianchi, dove sono ancora conserva-ti bei soffitti a cassettoni e un camino tardocinquecentesco. Nella cappella annessa allatorre da notare è la lastra tombale dei de’Bianchi datata 1526. Il palazzo ospitò i Medicidurante l’esilio da Firenze e fu residenza delCardinale Lambertini, poi divenuto papa Bene-detto XIV. Lo stemma dei Conti de’ Bianchi siritrova anche a Monteacuto Vallese sull’archi-trave di Palazzo di Poggio Suvizzano, maestosacostruzione del XVI secolo.

A Ripoli è da vistare il Santuario della BeataVergine di Serra (1616), che sorge in posizionepanoramica alla confluenza delle Valli delBrasimone e del Setta.

Non lontano è lo scalo ferroviario di SanBenedetto Val di Sambro, il cui nome èimpresso nella memoria degli Italiani per i duegravissimi attentati terroristici di cui fu teatro,al treno Italicus nel 1974 e dieci anni dopo alRapido 904: complessivamente 27 morti ecirca 150 feriti. Il monumento all’Italicus, operadello scultore Walter Veronesi, e una targacommemorativa trovano collocazione nellastazione a ricordo delle vittime.

San Benedetto Val di Sambro

La Direttissimae la “Grande Galleria dell’Appennino”La Direttissima si può definire il primo col-legamento ferroviario ad “alta velocità” traBologna e Firenze. Progettata all’inizio delNovecento, l’opera era per l’epoca all’avan-guardia. La realizzazione della nuova lineaprevedeva infatti lo scavo della più lungagalleria d’Italia, la “Grande Galleria dell’Ap-pennino”: 18,5 km, tutti in rettilineo. I lavoriper la galleria cominciarono nel 1920 e il 22Aprile 1934 i primi treni iniziarono a percor-rere la tratta. Bologna e Firenze non eranomai state così vicine. Il tributo di vite umaneper la costruzione della “Direttissima” fupesante: 97 operai, di cui 65 solo per la rea-lizzazione della Grande Galleria.

Parco eolico di Monte Galletto

Comune di San Benedetto Val di Sambro

Storia e Cultura

Parco eolico di Monte GallettoNel 1998 è entrato in funzione nel territo-rio di San Benedetto Val di Sambro il primoparco eolico del Nord Italia. Il Parco eoli-co di Monte Galletto con le sue turbineproduce energia pulita e contribuisce inmaniera significativa al fabbisogno energe-tico regionale. Per scoprire i segreti di que-sto nuovo sistema di produzione di energiapulita e visite guidate al Parco, rivolgersiall’Ufficio Turistico di Monghidoro.

Scienza e Tecnica

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A mezza costa sul versante sinistro della Valledel Sambro, la frazione di S. Andrea sorge pro-prio di fronte a San Benedetto, che si può rag-giungere anche a piedi attraverso un ripidoviottolo. Nella chiesa si segnala una Visita-zione, attribuita tra gli altri anche al Reni.Si consiglia la salita alla cima del Monte Ar-mato, da dove si può godere un amplissimopanorama sulle valli circostanti.

Crocevia per mete naturalistiche e tappa del-la traversata transappenninica della Via degliDei, la località di Madonna dei Fornelli deveil suo nome ai “fornelli” dei carbonai e al san-tuario dedicato alla Madonna della Neve.Eretto nel 1638 quale ex voto per la fine dellapeste descritta anche da Alessandro Manzoninei Promessi sposi, l’abside e la facciata delsantuario sono state oggetto di rifacimenti traOtto e Novecento. Al suo interno si custodi-sce una pregevole raffigurazione della Ma-donna dipinta a olio su rame. Ogni anno l’ico-na viene portata in processione a Casteldell’Alpi, dove resta per otto giorni, per poitornare al santuario il giorno dell’Ascensione.

Da Madonna dei Fornelli si raggiunge il cin-quecentesco borgo di Qualto, nei pressi delquale, lungo la via tra Bologna e Fiesole, sonostati portati alla luce gli antichi reperti viari diMonte Bastione costituiti da lastre di arenarialocale.

Notevole anche il borgo denominato Cà Mu-solesi, dove si segnalano elementi architetto-nici quattro-cinquecenteschi e una costruzio-ne chiaramente in antico casa torre.

Fiera di San Benedetto Val di Sambro:fine agosto.Tartufesta: tra ottobre e novembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Eventi

Qualto

Comune di San Benedetto Val di Sambro

La Via degli Dei, sentiero che da Bàdolo eBologna porta a Fiesole e Firenze in quattrotappe, attraversa le valli centrali dell’Appen-nino bolognese fino al Passo della Futa. Ilcammino passa per Monte Adone, Monzu-no, Monte Venere e Madonna dei Fornelli(San Benedetto Val di Sambro). Dai toponi-mi di questi monti appare chiara l’originedel nome della strada, che evoca luoghisacri fin dai tempi più remoti. A testimo-nianza di ciò è un coccio ritrovato nellaValle del Setta dove è riportata un’iscrizio-ne dedicata a “Iuppiter Appenninus”, il Gio-ve Appennino dei Celtoliguri. Il percorsodella Via degli Dei ricalca in parte anchel’antica strada dello Stale, utilizzata fin dalMedioevo, il cui nome deriva da una tra-sformazione linguistica dell’Ospedale be-nedettino di San Salvatore che sorgeva inzona per offrire rifugio ai viaggiatori.Lungo il percorso è anche possibile calcaregli antichi reperti viari della Flaminia milita-re, costruita dai Romani nel II sec. a.C.: imeglio conservati si trovano nei pressi dellacima di Monte Bastione (1190 m), attigui allacava da cui fu estratta la pietra per questoimpervio tratto della via, per il resto già inantico in gran parte non pavimentata. Iltrekking è contraddistinto dal segnavia VD edalle ormai mitiche “dau bal zali” (due pallegialle), che sono state la prima segnaleticadi questa emozionante traversata tra Emiliae Toscana.

Sport e Vacanza attiva

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Siamo ora nel territorio di Castiglione deiPepoli, ricco di boschi di castagni e d’abeti.L’area, posta alle propaggini del ParcoRegionale dei Laghi, è di una bellezza tipica-mente montana, compresa tra diversi rilievi,tutti di poco oltre i 1000 m.

Con l’antico nome di Castiglione dei Gatti, dallongobardo “gaita” che significa monte, il pae-se rientrava nei vasti possessi di Matilde diCanossa. Fu dominio dei Conti Alberti e suc-cessivamente feudo della famiglia Pepoli, chelo tenne per oltre quattro secoli. Nel Sette-cento ebbe persino il diritto di battere mo-neta.

Di grande fascino, e per certi versi unico inAppennino, è il complesso architettonicodella piazza principale, chiusa dalla mole delPalazzo Comunale del XV secolo. Disegnatodall’architetto Marchesino di Cento, ospite nel1473 della famiglia Pepoli, il palazzo fu sede delgoverno e comprendeva il carcere, l’abitazionedel commissario e i locali riservati alla famigliaPepoli. Ampliato nel XVII secolo con la costru-zione della cosiddetta “Palazzina”, presentaancora oggi gli affreschi che nel corso deisecoli ne hanno impreziosito gli interni.

Per chi ama l’arte, si segnalano anche la seicen-tesca chiesa della Madonna della Consola-zione, con importanti opere di scuola bolo-gnese, e la chiesa di San Lorenzo, sorta nel 1576circa come oratorio della Compagnia della Mi-sericordia.

Nei pressi del capoluogo meritano una visitagli antichi oratori di Canova (secolo XVII), dedi-cato a San Giusto, Linari, costruito nel 1641, eRasora, di origine settecentesca e ampliatonell’800 con la costruzione del campanile e diuna piccola sagrestia.

Da Monte Baducco, piccola borgata sulla cimadel monte che sovrasta il capoluogo, si posso-no godere splendide vedute sulle valli sotto-stanti.

A pochi chilometri dalla frazione di Baragazza,sorge uno dei luoghi di culto più belli dell’Ap-pennino bolognese: il Santuario di Boccadi-rio, meta di incessanti pellegrinaggi da ogniparte d’Italia. L’edificio del XVI secolo gode diuna posizione incantevole nel mezzo di verdiforeste, alla confluenza di due rii ai piedi delMonte Tavianella.

Castiglione dei Pepoli

Leo NucciBaritono di fama mondiale, Leo Nucci nascea Castiglione dei Pepoli nel 1942 in una clas-sica famiglia emiliana dell’epoca, in cui can-tavano un po’ tutti. In particolare, il padrecantava in un coro e suonava nella bandadel paese, di cui anche Leo a nove annientra a fare parte. Altrettanto tipicamenteemiliana è la tecnica con cui scherzosamen-te dice di avere costruito e mantenuto il suostraordinario fiato: la passione per la bici-cletta! Nel ‘77 debutta alla Scala di Milanocome Figaro nel Barbiere di Siviglia, che conRigoletto, ruolo interpretato circa 400volte, diventerà il suo cavallo di battaglia.Da allora canta regolarmente nei principaliteatri del mondo e ha inciso oltre trentaopere complete con direttori quali Herbertvon Karajan, Riccardo Muti e ClaudioAbbado. Ha partecipato anche a due filmd’opera, tra cui un Macbeth presentato alfestival di Cannes nel 1987. Nominato“Goodwill Ambassador” dell’UNICEF Italianel luglio 2000 e star del canto lirico inter-nazionale, Leo Nucci ha mantenuto con ilsuo paese natale un forte legame, che loporta talvolta a esibirsi nell’ambito dellerassegne che animano la vita della localitàturistica.

Castagneto

Comune di Castiglione dei Pepoli

Personaggi e Cultura

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Castiglione è anche terra di acque: i fiumiSetta, Brasimone e Gabellato ne solcano ilterritorio, mentre il Lago di Santa Maria, com-preso nel Parco Regionale dei Laghi (pag.73), vale senz’altro un’escursione.

Santuario della Madonna di BoccadirioIl santuario della Madonna di Boccadiriosorge sul luogo in cui il 16 luglio 1480 la Ma-donna apparve a due pastorelli di Baragazza.All’originario tempietto, ampliato alla fine delXVI secolo, si sostituì nel Settecento l’attualeedificio, opera del celebre architetto bolo-gnese Angelo Venturoli. Il santuario manca dicampanile e tradizione vuole che non sia sta-to possibile realizzare le campane perché,ogni volta che venivano fuse, sparivano im-mediatamente. Leggende a parte, la facciata èdel Puccetti, mentre il portico sul sagrato èattribuito al Dotti, autore a Bologna del por-tico di San Luca. L’interno, a tre navate con trealtari sul fondo, ospita quadri e bassorilievi.Oggetto di particolare venerazione è la Ma-donna delle Grazie in fine terracotta smalta-ta, opera di Andrea Della Robbia.

Storia e CulturaIl lago di Santa MariaDal centro di Castiglione, deviando verso ilcimitero (si consiglia una sosta alla ChiesaVecchia), si scende verso il fondovalle e siraggiunge la centrale elettrica di Santa Maria.Realizzata nel 1911 e distrutta nel secondoconflitto mondiale, la centrale venne rico-struita in pietra locale, fatto che le conferisceun certo valore ambientale. Di grande inte-resse è il vicino lago di Santa Maria, formatoa seguito dell’edificazione della diga nel 1917.Il bacino alimenta la centrale di Le Piane, chesorge nei pressi della frazione Lagora e pren-de il nome dall’antichissima chiesa di SantaMaria di Spinalacqua, oggi non più esistente.

Natura

Mercatino della Portaccia: luglio/agosto.Montagna in Fiera: agosto.Fiera di Baragazza: vigilia di Ferragosto.Tartufesta: tra ottobre e novembre.

CredaFiera dell’agricoltura: maggio.Fiera di S. Giacomo: luglio.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì

Eventi

Lago di Santa Maria

Comune di Castiglione dei Pepoli

Chiesa Vecchia

Comune di Castiglione dei Pepoli

A poche centinaia di metri dal paese, il Ci-mitero Sudafricano di Castiglione dei Pe-poli contiene 502 sepolture di militari delCommonwealth, in prevalenza sudafricani: la6a Divisione Corazzata Sudafricana entrò aCastiglione alla fine di settembre del 1944 erimase nelle vicinanze fino all’aprile successi-vo e al definitivo sfondamento della LineaGotica (pag. 160). Il cimitero è sempre aperto.L’accesso per persone disabili è possibile daun ingresso laterale.La Via dei Santuari è un itinerario escursioni-

stico che conduce da Bologna a Prato in 4/7tappe, attraverso i boschi dell’Appennino to-sco-emiliano. Il suo nome deriva dai quattrosantuari che si incontrano lungo il cammino:dal santuario della Madonna di San Luca, sulcolle della Guardia a Bologna, fino alla badiadi Montepiano in territorio toscano, passan-do per il santuario di Montòvolo, all'internodell’omonimo Parco Provinciale (pag. 69), equello di Boccadirio. Il trekking completo ri-calca circa 150 km di sentieri CAI ed è con-traddistinto dal segnavia VS.

Sport e Vacanza attiva

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Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’AbbadessaIl Museo della Preistoria di San Lazzaro di SavenaL’ocarina di BudrioI Musei e il centro storico di BudrioBagnarola: la Versailles bolognese Il borgo antico di Minerbio e il complesso della Rocca IsolaniLa Ciclovia sui Gessi di San Lazzaro di SavenaIl percorso ciclabile lungo il Navile a MalalbergoIl Golf Club di CastenasoLe valli e le oasi di Baricella, Malalbergo e MolinellaL’Asparago Verde di Altedo IGPIl Mercato Fuori Porta

Da non perdere:

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L’itinerario di visitaL’itinerario prosegue nella pia-nura dell’Idice, in un percorsoideale che dalle ultime propag-gini collinari a monte della ViaEmilia si spinge fino alle portedel Parco Regionale del Deltadel Po.

Terra Idex- San Lazzaro di Savena- Ozzano dell’Emilia- Castenaso

Terre di pianura- Budrio- Molinella- Malalbergo- Baricella- Minerbio- Granarolo dell’Emilia

Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Settala collina e la pianura

San Lazzaro

Castenaso

Budrio

Molinella

Malalbergo

Baricella

Minerbio

di Savena

Granarolo

dell’Emilia

Ozzano

dell’Emilia

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La storia e l’ambiente L’itinerario alla scoperta della pianura dell'Idi-ce attraversa un paesaggio molto vario: siparte dalle colline a sud della Via Emilia, domi-nate dai calanchi e protette dal Parco Regio-nale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abba-dessa, per poi spingersi fino alle valli dellabassa pianura. Nella pianura padana con il ter-mine “valle” si indica ciò che resta delle ampiepaludi boscate che occupavano anche granparte del settore orientale della pianura bolo-gnese. Oggi le valli sono oasi di grande valoreambientale: le più importanti sono la “Val-lazza” a Molinella, “La Comune” a Malalbergoe la “Cassa del Quadrone” a Buda di Medicina,già in territorio imolese. Le acque, che abbia-mo seguito fin dalle loro sorgenti nel verdedegli Appennini, qui nelle valli sembrano di-sperdersi e diluirsi, nonostante i tentativi del-l’uomo di addomesticarle e di irreggimentarle.Il fascino di questi luoghi risiede proprio nellesue atmosfere sfumate, che spesso avvolgonoveri e propri gioielli dell’arte, come il centrostorico di Budrio. Ma è tutto il territorio ariservare sorprese grazie alla sua antichissimastoria: basti pensare che proprio da una dellesue località deriva il nome di una delle primeciviltà della penisola, quella dei Villanoviani. Inetà moderna questa pianura conosce una stra-ordinaria diffusione delle residenze di campa-gna della nobiltà senatoria bolognese, di cuiresta superba testimonianza a Minerbio e nelcomplesso di Bagnarola di Budrio, nota comela “Versailles bolognese”. Infine il Novecento,secolo delle grandi battaglie per i diritti deilavoratori, che qui hanno trovato corpo e vocenelle mondine di Molinella.

A tavola La cucina della zona è quella classica bologne-se, che qui si avvale di alcuni prodotti di eccel-lenza. Primo fra tutti l’Asparago Verde diAltedo IGP, protagonista di una sagrain cui costante è la ricerca di nuovipiatti tra innovazione e tradizione. Epoi la Patata DOP di Bologna, chetrova nelle terre di bonifica dellapianura dell’Idice i terreni migliori perla sua coltivazione. Budrio ne è la capitale e giànel Settecento un trattato di gastronomia illu-strava gli insoliti impieghi della patata nellacucina bolognese del tempo: dal pane, alle frit-telle, fino ai bignè e alle tagliatelle. Tipici delterritorio sono anche il riso di Molinella e, co-mune a tutta la bassa padana, la passione perle rane, fritte o in umido, e la preparazione dipesci di valle come luccio, tinca e storione.Frutto della fioritura delle campagne della zo-na è il Miele di erba medica, che conserva iprofumi tipici delle erbe aromatiche.

Come arrivare - Autostrada A14: uscita San Lazzaro di Savena.Autostrada A13: uscite Bologna-Interporto e Altedo.

- Strade:SS 9 “Via Emilia” in direzione Imola,SS 253 “San Vitale” in direzione Ravenna,SP 6 “Zenzalino”, SP 5 “San Donato”.

- Linea ferroviaria Rimini-Ancona-Bologna-Portomaggiore: stazioni a Ozzano dell’Emilia,Castenaso, Budrio, Mezzolara, Guarda, Molinella.

- Linee ATC www.atc.bo.it

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Organi antichi rappresenta un’occasione danon perdere per ascoltare un patrimoniounico al mondo, costituito dai 330 organiantichi conservati nelle chiese di tutta laprovincia di Bologna. Tra questi sono 110 glistrumenti originali custoditi nel territoriodella pianura. Grandi interpreti del panora-ma internazionale hanno “toccato” i preziosistrumenti, ponendo la rassegna fra i piùapprezzati eventi concertistici italiani.www.organiantichi.org

Eventi

Mercato Fuori PortaL’esperienza del Mercato Fuori Porta nasceper valorizzare le realtà agro-alimentari delterritorio delle “Terre di Pianura”: è statocreato un percorso che, unendo i Comunidell’Associazione, porta alla scoperta delleaziende agricole e dei loro prodotti offertitramite la vendita diretta, degli agriturismi edelle fattorie didattiche, nonché degli ele-menti di interesse storico-culturale e natu-ralistico del territorio. Il riconoscimento delcircuito è reso agevole dal logo “Arcobale-no”. Info presso gli URP dei Comuni.

Enogastronomia

Orizzonti di PianuraOrizzonti di Pianura nasce nel 2006 dallavolontà della Provincia di Bologna di pro-muovere turisticamente il territorio dellapianura bolognese. Così i comuni di Bari-cella, Budrio, Bentivoglio, Minerbio, Malal-bergo, San Giorgio di Piano, San Pietro inCasale, Molinella hanno dato vita a un pro-getto di valorizzazione della pianura neisuoi aspetti artistici, storici, naturalistici cheha portato alla realizzazione di itinerari frui-bili sia in maniera individuale sia tramitevisite guidate.www.orizzontidipianura.it

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Baricella - URPVia Roma, 76 - 40052 Baricella (BO)Tel. 051.6622423/4 - [email protected]

Budrio - URP P.zza Filopanti, 11 - 40054 Budrio (BO)Tel. 051.6928241 - [email protected]

Castenaso - URPP.zza Bassi, 1 - 40055 Castenaso (BO)Tel. 800.479595 - [email protected]

Granarolo dell’Emilia - URP Via San Donato, 19940057 Granarolo dell’Emilia (BO)Tel. [email protected]

Malalbergo - URP P.zza dell’Unità d’Italia, 2 - 40051 Malalbergo (BO)Tel. 051.6620210 - [email protected]

Informazioni Turistiche

Minerbio - URPVia Garibaldi, 44 - 40061 Minerbio (BO)Tel. 051.6611780 - [email protected]

Molinella - URP P.zza A. Martoni, 1 - 40062 Molinella (BO)Tel. 051.6906833/[email protected]

Ozzano dell’Emilia - URP Via della Repubblica, 1040064 Ozzano dell’Emilia (BO)Tel. 051.791333 [email protected]

San Lazzaro di Savena - URPP.zza Bracci, 1 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO)Tel. 051.6228174 - [email protected]

Museo della Preistoria di San Lazzaro di Savena: tomba villanoviana - Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

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San Lazzaro di Savena si è sviluppata tra il XIIe il XIII secolo attorno a un lazzaretto fonda-to dall’ordine dei cavalieri di San Lazzaro,lungo la Via Emilia a oriente di Bologna. Sipensava infatti che il vento, spirando in quel-la direzione, avrebbe soffiato via anche lemalattie.

Sulle colline a sud del capoluogo merita unavisita l’Abbazia di Santa Cecilia della Croara.Di origine medievale, le sue forme attualirisalgono al XIX secolo, mentre il chiostro af-frescato ha mantenuto intatta la struttura cin-quecentesca. Di grande interesse sono anchei dipinti conservati al suo interno, in partico-lare la bella pala con Gesù Bambino attribuitaad Annibale Carracci.

In questi luoghi, nell’estate del 1915, soggiornòil diciannovenne Filippo De Pisis, destinato adiventare uno dei maggiori pittori delNovecento europeo, nonché poeta e scritto-re. Durante quel breve soggiorno, De Pisisscrisse la maggior parte dei poemi in prosapoi pubblicati col titolo di Canti de la Croara.

Le colline tra San Lazzaro, Ozzano e Pianorosono di formazione carsica e rappresentanoun eccezionale patrimonio ambientale, tantoche oggi è costituito nel cuore di esse il ParcoRegionale dei Gessi Bolognesi e Calanchidell’Abbadessa. Il Parco è ricco di grotte, dicui le più famose sono quelle del Farneto edella Spipola. La Grotta della Spipola, scoper-ta dal grande speleologo bolognese Luigi Fan-tini, è la maggiore cavità europea scavata neigessi, mentre la Grotta del Farneto è celebreper i ritrovamenti di reperti risalenti a seimilaanni fa, oggi conservati nel Museo archeologi-co di San Lazzaro e in quelli di Bologna e diBudrio. Per informazioni sulla possibilità divisita delle grotte, contattare il Parco.

San Lazzaro di Savena

Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi eCalanchi dell’Abbadessa è uno spettacola-re complesso carsico: visitarlo sarà comecamminare sulla Luna. Ancora oggi, infatti, iGessi offrono un paesaggio unico, fatto didoline, valli cieche, inghiottitoi, erosioni acandela. Un vero labirinto se si pensa che inquest’area collinare si nascondono gli in-gressi di oltre cento grotte, tra cui quellefamosissime del Farneto e della Spipola. Unambiente che sa d’avventura e di mistero,dove anche la fauna si è evoluta e specializ-zata alla vita nelle tenebre. Persino i torren-ti hanno imparato a convivere con i Gessi,scavando nella roccia complessi sistemi diacque sotterranee. L’esempio più significati-vo si trova presso la Croara: il rio dell’Acqua-fredda si inabissa per tornare alla luce dopoquasi tre chilometri, in una sorta di secondasorgente lungo il Savena. Ma questo èanche il Parco dei contrasti. Dolci pendicicoltivate fanno da cornice a luoghi aspri,dove si è conservata una natura selvaggia. Èil caso degli affioramenti gessosi tra Zena eIdice, con le grandi doline dell’Inferno edella Goibola, e la Valle cieca di Ronzanochiusa da falesie selenitiche. Il Parco tutelaanche una zona di spettacolari e selvaggiambienti desertici conosciuta con il nomedi Calanchi dell’Abbadessa, formata daargille scagliose, le rocce più antichedell’Appennino bolognese. In questo setto-re si trovano notevoli testimonianze stori-che, legate in particolare al periodo medie-vale e ai secoli XVI e XVII.

Centro Visita Casa Fantini, LocalitàFarneto, Via Jussi n. 17140068 S. Lazzaro di Savena (BO)Tel. 051.6254811

Centro Visita Villa TorreVia Tolara di Sopra, 99 - Settefonti

Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. [email protected]

Natura

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Nel territorio sanlazzarese si incontrano alcu-ne belle ville patrizie d’età rinascimentale, tracui spicca, sulla Via Emilia, Villa Cicogna.Progettata dal Vignola e costruita nella se-conda metà del Cinquecento dalla famigliaBoncompagni, è oggi attrezzata per ospitaremeeting ed eventi culturali. Cinquecentesca èanche Villa Bellaria, situata nell’omonima via,di proprietà della società Furla.

Su di uno sperone gessoso, sulla destra delfiume Idice, sorge invece il nucleo antico diCastel de’ Britti: del castello appartenuto aMatilde di Canossa rimane solo l’arco d’entra-ta posto sul piazzale antistante la chiesa,mentre a poca distanza è impossibile non no-tare la neomedievale mole di Villa Malvezzi. Sempre in questa frazione, in via Idice 30, VillaL’Abbadia - già Abbazia di S. Michele - è unacostruzione millenaria che fu dei monacicamaldolesi fino al 1090 e poi dei frati gau-denti di dantesca memoria dal 1262 al 1586.Oggi residenza privata.

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Le Ciclovie sui Gessidi San Lazzaro di SavenaI percorsi studiati consentono ai cicloturistidi scoprire il cuore della straordinaria “greenway” che dalle sorgenti dell’Idice scende fi-no al Delta del Po. Sono tracciati sinuosi chesi snodano nelle zone fluviali e sulle collinepenetrando in un territorio variegato chepiù si conosce, più si desidera scoprirne lastoria e la natura e assaporarne la gastrono-mia. www.montesolebikegroup.it

Parco dei Gessi e Calanchi dell’Abbadessa

Comune di Ozzano

Villa Cicogna

Bologna Turismo

Sport e Vacanza attiva

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Attraverso innovativi criteri espositivi ilMuseo della Preistoria illustra la storia piùantica del territorio bolognese orientale. Lericostruzioni dell’uomo Erectus nella saladegli Antenati e delle grandi faune dell’ulti-mo periodo glaciale (il Bisonte delle steppe,il Megacero e la Iena delle caverne) offronouno straordinario spaccato della vita e degliambienti succedutisi nella preistoria.Completano l’originale viaggio nel passato icorredi dell’Età del Ferro, memoria di Gio-vanni Gozzadini e della scoperta della cul-tura villanoviana.MUSEO DELLA PREISTORIA LUIGI DONINIVia Fratelli Canova, 4940068 San Lazzaro di Savena (BO)Tel. e Fax 051.465132museodonini@libero.itwww.museodellapreistoria.itApertura: orario invernale (dall’1/10 al 31/5)lunedì, martedì, venerdì ore 9.00-13.00; mer-coledì-giovedì ore 9.00-17.00; sabato e gior-ni festivi ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00; orarioestivo (dal 1/6 al 30/9) martedì-venerdì ore17.00-19.00; sabato e giorni festivi ore 9.00-13.00. Biglietto: intero euro 4,60, ridottoeuro 2, gratuito per i ragazzi fino a 14 anni.

Verde San Lazzaro, natura e agricolturabiologica: 1a domenica di aprile.Fiera di San Lazzaro: agosto. Festa della Madonna della Cintura, pressola parrocchia del Farneto: inizio settembre.I Sapori del nostro Appennino: 1a domeni-ca di novembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Eventi

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Musei

Museo della Preistoria

sopra, scena di caccia

e a fianco, ominide

Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Nel capoluogo all’inizio di agosto si svolge lafamosa Fiera di San Lazzaro, cantata da unatradizionale canzone bolognese resa celebredall’interpretazione di Francesco Guccini.

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Lungo la Via Emilia incontriamo Ozzano: inetà antica in questo territorio sorgeva l’abita-to romano di Claterna, di cui il vicino torren-te Quaderna conserva il toponimo.

Sulle prime colline a monte della frazione diMaggio, nel borgo di San Pietro, si segnala labella Torre che faceva parte delle mura delcastello eretto in epoca medievale a difesadella Via Emilia. A 200 metri dalla vicina chie-sa di San Pietro, da notare sono le due fonta-ne del XV secolo, dette “Delle Armi” dal no-me della famiglia bolognese che qui aveva unpalazzo.

Nella frazione di San Cristoforo sorge PalazzoGalvani, nel XVIII secolo sede di molti esperi-menti elettrici dello scienziato bologneseLuigi Galvani, condotti sulle rane che qui alle-vava.

Di grande interesse è la piccola chiesa dellalocalità di Sant’Andrea, che custodisce le spo-glie della Beata Lucia da Settefonti. Con que-sto nome è conosciuto il personaggio storicodella Badessa Lucia, venerata dai Camaldolesicome fondatrice del ramo femminile dell’or-dine e ricordata anche nel nome del Parco deiGessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa(pag. 137).

Ozzano dell’Emilia

Claterna, la città scomparsaIl territorio di Ozzano nasconde una delle piùinteressanti realtà archeologiche della regione.A cavallo della Via Emilia, a metà strada tra idue grandi centri di Bononia e Forum Cornelii(Imola), fiorì tra l’età repubblicana e quellaimperiale la città romana di Claterna. Siamonell’area compresa tra l’odierno abitato diMaggio e il Torrente Quaderna.Dell’insediamento non emerge alcuna tracciain superficie, ma molti sono i reperti di note-vole interesse qui rinvenuti, come i bei pavi-menti a mosaico. Il Museo della città romanadi Claterna è visitabile, su richiesta, in coinci-denza con gli orari di apertura della biblioteca. L’ingresso è gratuito. Tel: 051.790130 - [email protected]: sabato 10,00 - 12,00.Chiuso luglio eagosto. Giorni feriali su prenotazione perscuole o gruppi Fontana di San Pietro

archivio Comune di Ozzano dell’Emilia

Musei

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A Ciagnano da non perdere è la vista, davveronotevole, sui calanchi del Passo della Badessa.

Lungo gli “Stradelli Guelfi”, tranquillo percor-so parallelo alla Via Emilia che collega Bolo-gna alla Romagna, sorge la neoclassica VillaAngelica, oggi sede dell’omonimo Istituto Er-boristico.

Poco distante si trova la pista aerea dellasocietà Aerdelta, la cui presenza giustifica illeggero volteggiare sulla pianura dei tantialianti e di piccoli aerei a motore. In zona sitrova anche l’Istituto Nazionale della FaunaSelvatica.

Merita una segnalazione anche la chiesa diSanta Maria della Quaderna, di forme cin-quecentesche, con una pregevole Natività delSomacchini.

La leggenda dell’amore tra Rolando cava-liere e l’Abbadessa LuciaAttorno al 1100, nella Bologna infiammatadalle lotte tra Guelfi e Ghibellini, la famadella bellezza di Lucia, badessa del monaste-ro camaldolese di Stifonti (Settefonti), rag-giunse presto le guarnigioni che presidiavanoil territorio. In particolare un soldato di ven-tura, il Conte bolognese Diatagora Fava, dettoRolando, si fece trasferire a San Pietro diOzzano solo per saperla vicina. Secondo laleggenda, Rolando ogni mattina percorreva acavallo il sentiero sui calanchi che conducevaal convento dell’amata. La chiesa sorgevalungo il crinale non lontano dalla Pieve diPastino (costruita intorno al 1000 sulle rovinedi un tempio dedicato al dio Pan). Lucia sitrovò subito a combattere con il turbamentoche quelle visite le provocavano. Preghiere,veglie e penitenze valsero solo a minare la suasalute. Quanto finalmente Lucia si decise aincontrare Rolando, i due si confessarono illoro amore, ma lei non volle tradire i suoi votie lo pregò di non tornare mai più.

Rolando partì crociato per la Terrasanta,mentre Lucia, ormai molto malata, morì. InPalestina il cavaliere fu fatto prigioniero.Rinchiuso in una cella, una notte gli appar-ve in sogno Lucia ad annunciargli la propriamorte. Al risveglio Rolando si trovò d’incan-to libero presso la tomba dell’amata e pereffetto del suo pianto ripresero a zampilla-re le sette fonti, che si erano seccate allamorte di Lucia. Lucia fu subito veneratacome santa, ma la Chiesa riconobbe uffi-cialmente il miracolo solo nel 1508. Dopo lamorte di Lucia il convento fu trasferitoprima a Sant’Andrea di Ozzano, poi, a metàdel Duecento, in Santa Cristina della Fon-dazza a Bologna. Oggi le fonti si sono pro-sciugate e a indicare il sito dove sorgeva ilmonastero di Stifonti è stato posto un pila-strino. Il corpo di Lucia riposa dal 1573 nellachiesa di Sant’Andrea, dove sono conservatianche i ceppi della prigionia di Rolando. Daquel lontano Medioevo, lo stretto calanco,che il giovane cavaliere percorreva ognigiorno per vedere la sua amata, prende ilnome di Passo della Badessa.

Sant’Andrea

archivio Provincia di Bologna

Torre di San Pietro

Comune di Ozzano dell’Emilia

Storia e Cultura

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ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca AmbientaleL’Istituto custodisce una collezione speciali-stica di circa 10.000 campioni di uccelli emammiferi: si segnalano le serie dei rapaci,degli uccelli acquatici e del lupo appennini-co, reperti di uccelli estinti sul territorio ita-liano e di specie particolarmente rare. Unaparte del materiale è disponibile per visite surichiesta.Via Ca’ Fornacetta, 940064 Ozzano dell’Emilia (BO)Tel. 051.6512219 - Fax 051.796628Apertura: su appuntamento dal lunedì al ve-nerdì. Ingresso gratuito.

Facoltà Medicina VeterinariaIstituita nel 1882, un’importante raccolta dipreparati anatomici conta oltre 1.000 esem-plari delle specie domestiche, conservatisecondo il metodo “a secco”. Di notevoleinteresse gli scheletri di cavallo atteggiatinelle diverse andature, i preparati miologici evascolari, le numerose preparazioni del siste-ma nervoso, accanto a modelli anatomici ingesso e in cartapesta.

MUSEO DI ANATOMIA DEGLI ANIMALI DOMESTICIVia Tolara di Sopra, 50 40064 Ozzano dell’Emilia (BO)Tel. [email protected]: lunedì - venerdì 8,30-13,30; martedì egiovedì 14,00 - 16,30. Ingresso gratuito.

Facoltà Medicina VeterinariaPresenta strumenti chirurgici veterinari ante-cedenti al XIX secolo, di grande interesse sto-rico, che affascinano soprattutto per la curae la precisione con cui sono stati realizzati. Aquesti si affianca una notevole collezione diferri da cavallo, che testimonia la destrezzadei maniscalchi locali nella ferratura.RACCOLTA DI ANTICHI STRUMENTI CHIRURGICI VETERINARIVia Tolara di sopra, 50 40064 Ozzano dell’Emilia (BO)Tel. 051.2097530Apertura: su appuntamento. Ingresso gratuito.

Facoltà Medicina VeterinariaIl Museo Ercolani espone più di 3000 prepa-rati di patologia animale. Fu fondato da GiovanBattista Ercolani nel 1863 con i preparati dipertinenza veterinaria del Gabinetto diAnatomia Comparata. Vere opere d'arte sonole plastiche in cera, creta e gesso che ripro-ducono in grandezza naturale visceri di ani-mali domestici con lesioni anatomo - patolo-giche e mostruosità animali.MUSEO “G. B. ERCOLANI” DI ANATOMIAPATOLOGICA E TERATOLOGIA VETERINARIA Via Tolara di sopra, 5040067 Ozzano dell’Emilia (BO)Tel. [email protected]: visite guidate su richiesta previoappuntamento telefonico. Ingresso gratuito.

Musei

Sagra della Badessa, mercatini per le vie delpaese con musiche e spettacoli vari: maggio.Agriozzano, eventi itineranti: tutti i venerdìdi giugno. Fiera della Centonara, antica fiera con spet-tacoli serali con un grande mercato di hob-bistica e dimostrazione di come si faceva il

parmigiano reggiano: luglio.Festa di San Cristoforo - Sagra delTortellone: luglio.Festa del Patrono: 25 luglio.MercataleFiera di San Simone detta Sagra degliSchioppi: settembre.GIORNO DI MERCATO: martedì

Eventi

A Ozzano ha sede la Facoltà di Medicina Ve-terinaria dell’Università degli Studi di Bologna.

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Importante centro della pianura bolognese,Castenaso sorge sulle rive dell’Idice, lungo l’anti-ca Via Salaria (oggi San Vitale), che collegavaBologna alle saline di Cervia.Proprio qui, nel II secolo a.C., l’Idice divideva gliaccampamenti degli eserciti contrapposti diGalli e Romani. Al comando di questi ultimi erail console Publio Scipione detto Nasica, da cui ilpaese deriva il proprio nome: originariamenteCastrum Nasicae, ossia accampamento diNasica, divenne poi Castelnaso e infineCastenaso. Ancora più remote sono le originidella frazione di Villanova, celebre per la suanecropoli dell’Età del Ferro. Villa Gozzadini, risa-lente al XVI secolo, fu il centro degli scavi e oggiospita il Museo della Civiltà Villanoviana.

A Marano di Castenaso sorge la Pieve di SanGiminiano, di impianto risalente al XII secolo.Completamente distrutta nel XVI secolo dalletruppe di Cesare Borgia, detto il Valentino,venne ricostruita in forme neoromaniche so-lamente nel 1929, conservando il campanile cin-quecentesco.Tra le ville del territorio merita una segnalazioneVilla Marana che fu di proprietà del MaestroFrancesco Molinari-Pradelli. La villa presenta unafacciata seicentesca e ospita la preziosa colle-zione d’arte privata Molinari-Pradelli.

Nei pressi del paese sorge la chiesa dellaMadonna del Pilar, costruita su terreni delCollegio di Spagna. Nel magnifico interno baroc-co del santuario, si conserva l’immagine miraco-losa della Vergine di G. B. Bolognini (1699). Inquesta chiesa Gioacchino Rossini nel 1822sposò in seconde nozze il soprano IsabellaColbran. I coniugi Rossini vissero per una decinad’anni in una villa adiacente alla Chiesa, dove ilMaestro compose opere come Semiramide eGuglielmo Tell. Di Villa Rossini resta oggi solo uncaratteristico pozzetto. Le spoglie della Colbranriposano nel cimitero monumentale dellaCertosa di Bologna, assieme ad altri grandi dellamusica, da Farinelli a Ottorino Respighi.

Castenaso

Francesco Molinari-PradelliNato a Bologna nel 1911, dopo aver studiatopianoforte e composizione nella sua città,Molinari-Pradelli si diploma nel 1938 in dire-zione d’orchestra a Roma. L’anno seguentedebutta a Bologna con L’Elisir d’amore, ri-scuotendo un grande successo e iniziandouna carriera internazionale che lo porta acollaborare con tutti i più importanti teatridel mondo e a registrare diverse opere, sem-pre con cast d’eccezione, principalmente delrepertorio verdiano e pucciniano. Accademi-co di Santa Cecilia, il Maestro era conosciutoanche come grande collezionista d’arte.Muore a Bologna nel 1996.

Golf Club CasalungaVia Cà Belfiore, 8 - 40055 Castenaso (BO)Tel. 051.6050164 - Fax [email protected] Golf Club Casalunga presenta un traccia-to di pianura di 9 buche, semplice, inseritoin un pregevole contesto naturale: il percor-so si snoda intorno a un lago, paradiso pernumerose specie di uccelli migratori.Inaugurato nel 1993, tecnicamente richiedeun gioco preciso e prudente. Dati tecnici: 9 buche, 3010 m, par 36 + 3 bu-che executive, par 3, 30 m s.l.m.

Sport e Vacanza attiva

Festa dell’uva e Festa Contadina, venditadell’uva, mercatini e stand gastronomici: set-tembre.Maranofest, festa della birra: settembre.GIORNO DI MERCATO: mercoledì

Eventi

Chiesa del Pilar

Comune di Castenaso

Personaggi e Cultura

Il museo si trova in quella che fu la residenzadi campagna del Conte Giovanni Gozzadini,che nel 1853 promosse le prime campagne discavo rinvenendo ben 179 tombe, scoprendo iprimi resti della civiltà da allora nota comevillanoviana. Il museo espone il complesso dicorredi funebri e le stele provenienti dalsepolcreto di Marano, tra cui la celebre “steledelle spade”. L'allestimento è completato davideo installazioni e postazioni interattive cheaccompagnano il pubblico attraverso la vita ei riti della civiltà villanoviana.

MUSEO DELLA CIVILTÁ VILLANOVIANAVia Tosarelli, 191 40050 Villanova di Castenaso (BO)Tel. [email protected]

Musei

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Di proprietà dal 1802 del Consorzio deiPartecipanti di Budrio - da cui trae il nomeattuale -, il “Consorziale” nacque nel XVIIsecolo come teatro privato di un’abitazioneborghese, Casa Sgargi. Per tutto l’Ottocentoospitò in modo più o meno regolare spetta-coli che si concentravano in occasione delcarnevale e della fiera di S. Lorenzo. Durantela prima guerra mondiale il teatro divennealloggio per i militari e fu usato come depo-sito per i fiori di tiglio. Dal 1920 fu adibitoanche a sala cinematografica e ospitò comi-zi e adunanze: qui parlarono più volte Qui-rico Filopanti, Andrea Costa e Aurelio Saffi.La nuova sala, realizzata tra il 1924 e il 1928,presenta pianta a campana, due ordini digallerie rette da sottili pilastrini in ghisa euna terza gradinata centrale. Le sobrie deco-razioni, policrome e dorate, di ispirazioneneoclassica sono opera del pittore ArmandoAldrovandi. L’inaugurazione avvenne il 6ottobre 1928 con La Gioconda di Ponchielli.Sciolta la Partecipanza, nel 1932, il teatropassò al Comune. Tuttora attivo con un ric-co cartellone di prosa, balletto, lirica e con-certi; nel 2005 ha ospitato l’esibizionedell’Orchestra Mozart diretta da ClaudioAbbado.

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Teatro Consorziale

Teatro Consorziale

Provincia di Bologna

Cancello e viale di una villa padronale

Provincia di Bologna

Il nostro itinerario prosegue nelle “Terre dipianura” e fa il suo ingresso a Budrio, patriadell’ocarina e città ricca di monumenti che netestimoniano gli antichi fasti.

Sopra i segni dell’originale pianta romana emedievale, il centro storico presenta un bel-l’aspetto sei-settecentesco, caratterizzato daltradizionale elemento del portico. Fu infattinegli anni tra Rinascimento e Illuminismo cheBudrio conobbe il suo massimo splendoreeconomico, dovuto a una tecnica avanzata dilavorazione della canapa (pag. 101), di cui di-venne l’esportatore esclusivo in molti paesid’Europa.

In quegli anni di prosperità, sorsero moltidegli insigni edifici della città, a cominciare daPalazzo Boriani Dalla Noce, ora sede dellaBiblioteca comunale, che, con il Teatro, ilMuseo archeologico e la Pinacoteca “D. Inza-ghi”, costituisce un unico polo culturale.

Budrio

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Tante altre sono le tappe obbligate, a comin-ciare dalla chiesa di San Lorenzo, restauratanel XVIII secolo, che conserva al suo internoun affresco del Quattrocento e pale d’altaredi epoca cinque-seicentesca. Davanti allachiesa sorge la quattrocentesca Torre dell’O-rologio.

Preziose tele seicentesche si conservano an-che nella chiesa di San Domenico, fondatanel 1605 dalla Confraternita del SS. Rosario.

La statua che troneggia in mezzo alla piazzadel paese raffigura il figlio più illustre di Bu-drio, Quirico Filopanti: patriota, politico, do-cente universitario, inventore e astronomo.

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Quirico FilopantiGiuseppe Barilli nacque a Budrio nel 1812.Per amore dell’antichità classica nel 1837cambiò il nome in Quirico Filopanti.Personalità poliedrica e a tratti geniale, Filo-panti è noto per l’invenzione dei fusi orari,da lui chiamati “giorni longitudinali”, cheillustrò per la prima volta nel 1858 a Londra,dove era esule a causa della sua adesionealla Repubblica romana del 1849. Docentedi Meccanica Applicata all’Università di Bo-logna, non ottenne mai una cattedra a cau-sa del suo rifiuto di giurare fedeltà alla co-rona. Deputato al Parlamento per il PartitoRepubblicano fino al 1892, Filopanti è ricor-dato anche per il suo genio estroso e visio-nario, che lo portò a progettare strumentiche avrebbero dovuto mitigare la fatica deilavoratori (un sistema di aratura a vapore,acquedotti per la bonifica della pianura,ecc.), nessuno dei quali tuttavia fu mai rea-lizzato. Morì povero a Bologna nel 1894.

Personaggi e Cultura

Palazzo della PartecipanzaVia Mentana, 32 40054 Budrio (BO)Tel. 051.6928306 / [email protected]

PINACOTECA CIVICA DOMENICO INZAGHILa Pinacoteca conserva opere pittoriche diprevalente produzione emiliana dal 1300 al1700 (Vitale da Bologna, Dossi, Lavinia Fon-tana, Passerotti, Calvaert e altri), un cospi-cuo fondo di stampe (incisioni di Dürer e deiCarracci) e di disegni di importanti autori(Guercino, Bigari e Creti).

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICOE PALEOAMBIENTALEIl Museo espone i reperti archeologiciemersi all’interno delle maglie della centu-riazione romana, risalenti al Paleolitico (datre villaggi ad economia prevalentementeagricolo-pastorale del XIII secolo a.C.),all’età del Ferro (dalla necropoli e dall’inse-diamento villanoviano di Castenaso), ed in-fine al periodo romano: frammenti di cera-mica da mensa e da cucina e di grandi con-tenitori per cereali, olio, vino.

Apertura: dal 1/10 al 10/6 domenica ore15.30-18.30; la prima domenica del meseore 10.30-12.30 e 15.30-18.30. Visite guidatesu prenotazione. Ingresso gratuito

Musei

MUSEO DELLA VALLE DELL’IDICETel. 051.692 8279/[email protected] in un ex edificio scolastico realiz-zato in stile neorinascimentale nel 1922, ilmuseo concentra la sua attenzione sui luo-ghi e sui protagonisti (singoli e collettivi)delle trasformazioni epocali che hannointeressato il territorio della Valle dell’Idice.Le iniziative del Museo riguardano mostretemporanee, di volta in volta dedicate alleprincipali innovazioni del Novecento e alledinamiche sociali ed economiche che nelterritorio le hanno accompagnate: dai mezzidi comunicazione di massa, in particolare laradio, a quelli di trasporto, dal motorino-bicicletta fino allo scooter.

Musei

Ingresso della Pinacoteca

archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

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Una visita a Budrio non sarebbe completa sen-za aver comprato un esemplare dello strumen-to musicale inventato proprio qui: l’ocarina.

L’ocarina è uno strumento musicale popo-lare a fiato di terracotta, prodotto in diver-se dimensioni, in grado di comporre un con-certo di diverse tonalità. Questo strumentofu inventato dal budriese Giuseppe Donatinel 1853 e per tutto il XIX secolo conobbeun grande successo, anche internazionale,tanto che cominciò ad essere fabbricatopersino a Parigi e a Londra. Concerti delprimo gruppo ocarinistico budriese si ten-nero al cospetto degli Zar e al Moulin Rou-ge. Oggi l’ocarina è protagonista di un festi-val biennale, che raduna artisti e appassio-nati da tutto il mondo. Il museo dell’ocarina, davvero unico almondo, illustra l’evoluzione di questo parti-colare strumento musicale, le sue tecnichedi costruzione, i repertori musicali tradizio-nali, attraverso gli esemplari presenti e unricco apparato documentario, bibliograficoe sonoro. MUSEO DELL’OCARINA E DEGLISTRUMENTI MUSICALI IN TERRACOTTAVia Garibaldi, 35 - 40054 Budrio (BO)Tel. 051.6928306/[email protected]: dal 1/10 al 10/6 domenica ore15.30-18.30; la prima domenica del meseore 10.30-12.30 e 15.30-18.30. Visite guidatesu prenotazione. Ingresso gratuito

Musei

Ocarina

Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Le collezioni Zanella-Pasqualini, LilianaPerani e Cervellati-Menarini riunisconoben 1.200 oggetti raccolti in oltre venti annidi appassionata ricerca sul teatro di anima-zione italiano ed asiatico: testimonianzedell’importante tradizione regionale, unaricca raccolta di marionette, alcune dellequali hanno dignità d’opera d’arte, pupi sici-liani del primo Novecento e un antico erarissimo pupo napoletano.MUSEO DEI BURATTINIVia Garibaldi, 29 - 40054 Budrio (BO)Tel. 051.6928306/[email protected]: dal 1/10 al 10/6 domenica ore15.30-18.30; la prima domenica del meseore 10.30-12.30 e 15.30-18.30. Visite guidatesu prenotazione. Ingresso gratuito

Musei

Museo dei burattini

Provincia di Bologna

Vanes Cavazza

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Girovagando nei dintorni, a 1 km dal centro, siincontra la chiesa dei SS. Gervasio e Protasio,una delle pievi più antiche del Bolognese.L’attuale forma architettonica dell’esterno èfrutto del bel rifacimento settecentesco,mentre a testimonianza della sua origine alto-medievale rimangono alcune epigrafi romanee longobarde (secoli V-VIII) e soprattutto la“chiesa sommersa”, oggi accessibile solo nellaparte absidale. Da notare anche la croce caro-lingia e il fonte battesimale ricavato da uncapitello di epoca tardo-romana, oltre a operedel Gandolfi e di scuola reniana. Nella chiesadi Vedrana, 5 km a nord-est del capoluogo, sisegnalano invece gli affreschi del Guardassoni.

Nella frazione di Mezzolara, si segnala la set-tecentesca Villa Rusconi, che sorge in posi-zione appartata in mezzo a un antico e rigo-glioso parco ricco di rare specie botaniche.Interessante dal punto di vista naturalistico èanche la Valle Benni, un tempo bacino di ri-serva dell’acqua per le risaie e oggi oasi diprotezione della flora e di ripopolamento esosta per le specie migranti.

Infine una gemma che da sola vale una visita.“Luogo ameno che supera in vaghezza ognialtro”, la piccola frazione di Bagnarola fu scel-ta da alcune delle più prestigiose famiglie del-l’aristocrazia bolognese per innalzare tra i se-

coli XVI e XVIII le loro superbe residenze dicampagna. “Vera sintesi di tutta la civiltà delleville del Bolognese”, Bagnarola trova il suo ele-mento più sensazionale nel complesso deiMalvezzi-Campeggi, definito la “Versaillesbolognese”. Costituito dalle ville dell’Aurelio edel Floriano, presenta una pianta a ferro dicavallo con ampio e lungo porticato in cui sisvolgeva una grande fiera. Accanto si trovaPalazzo Odorici, chiamato palazzo di Sopra, acui corrisponde, a nord, il palazzo di Sotto,cinquecentesca villa che il Conte FerdinandoRanuzzi-Cospi trasformò nel XVIII secolo, dan-dole l’aspetto attuale con lo splendido loggia-to a tre archi. Ai lati, sulla stessa linea, sorgonodue edifici rustici porticati. Due eleganti eidentici prospetti di chiese chiudono la sceno-grafia: la prima è una vera cappella dedicataall’Assunta, mentre la seconda nasconde unagrande “neviera” utilizzata come dispensa sot-terranea. Villa Ranuzzi-Cospi è oggi sede dellarinata Accademia letteraria dei Notturni. Leville di Bagnarola sono visitabili solo esterna-mente o in occasione di eventi.

Carnevale, a Budrio, Vedrana e MezzolaraPrimaveranda, mostre, spettacoli, mercati emanifestazioni sportive: tra aprile e maggio.AGRIBU, manifestazione agricola e alimen-tare con mercatini della salute che espon-gono prodotti naturali e biologici: tra set-tembre e ottobre.Festa dello Sport: ottobreFestival internazionale dell’ocarina:evento biennale (primavera anni dispari)

Maddalena di CazzanoFeta della Campagna: 2° week end di set-tembre.

MezzolaraFiera della cipolla: fine settembre.

GIORNO DI MERCATO: martedì

Eventi

Ville di Bagnarola - Regione Emilia-Romagna

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Dal punto di vista storico Molinella reca inte-ressanti tracce del passato guerriero della pia-nura. Situata nel centro del paese, la bellaTorre di S. Stefano è quanto resta dell’anticocastello costruito dai Bolognesi per difenderei confini verso Ferrara. Il suo aspetto attuale sideve a una ricostruzione del 1404, dopo cheAlberto V d’Este, alleato di Gian Galeazzo Vi-

Queste trasformazioni si intrecciarono a Mo-linella con la storia del movimento braccian-tile e socialista. Qui nacque Giuseppe Massa-renti, l’uomo che dalle lotte sindacali passòalla creazione delle prime cooperative di pro-duzione e lavoro e di consumo della regione.

Molinella

Torre di Santo Stefano

Provincia di Bologna Molinella è un paese da sempre conteso traterra e acque. L’acqua qui non ha condiziona-to solo la geografia del territorio, ma anchel’economia e la cultura. Il nome stesso delpaese deriva dai molti mulini che sorgevanolungo l’antico corso dell’Idice, che sembrapotessero macinare sia quando l’acqua scen-deva verso il Po di Primaro, sia quando risalivaa causa delle sue piene.

Anche l’agricoltura di queste terre ha comeprotagonista un cereale legato all’acqua: ilriso. Considerato un alimento eccitante eportatore di malaria, il riso fu per secoli ban-dito dallo Stato della Chiesa e lo si iniziò acoltivare intensivamente solo dopo le siste-mazioni idrauliche sette-ottocentesche.

Cartografia della Bonifica Renana

Provincia di Bologna

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Le mondineLa parola “mondina” risveglia nell’immagina-rio collettivo un mondo fatto di lavoro, pas-sioni e canzoni, reso immortale dalla pellico-la di Giuseppe De Santis Riso Amaro, conSilvana Mangano e Vittorio Gassman. I cele-bri cori delle mondine, detti “cantoni”, nonerano solo canti di allegria, ma anche il modoper levare voci di protesta. A Molinella nel1883 si organizzò il primo sciopero d’Italiadelle risaiole. Da allora questi luoghi furonol’epicentro di grandi e ripetute agitazioni, chearrivarono a coinvolgere anche mille mondi-ne. Questi prolungati e durissimi scontri perla riduzione dell’orario di lavoro si concluse-ro nel 1912 con la conquista della giornatalavorativa di otto ore. Altro momento signifi-cativo di lotta avvenne durante il Fascismo:fra il 12 e il 20 giugno 1944 le mondine diMolinella, Medicina, Galliera, Bentivoglio, S.Pietro in Casale, Malabergo, Baricella,Minerbio e San Giovanni in Persiceto aderiro-no allo sciopero indetto dalle organizzazionisindacali clandestine. A sessant’anni dalprimo sciopero, oggetto della rivendicazioneerano ancora un chilo di riso, una minestracalda a mezzogiorno e un copertone nuovoper bicicletta.

Giuseppe Massarenti Indirizzato dallo zio farmacista agli studi uni-versitari, a Bologna Giuseppe Massarentientrò in contatto con alcunidegli esponenti del movi-mento radicale e socialistaemiliano - romagnolo, An-drea Costa in testa. La difesadei diritti dei ceti rurali piùdeboli colpiti dalla crisi agra-ria e dalla trasformazione insenso capitalista dei rappor-ti sociali nelle campagne, lospinse a fondare nel 1892 lasezione molinellese dell’ap-pena nato Partito dei lavora-tori italiani. Nello stesso an-no fondò la Lega di resisten-za, organismo di lotta deibraccianti della Bassa. Eletto nel consigliocomunale nel 1895 e più tardi deputato pro-vinciale e sindaco di Molinella, contribuìall’elezione in Parlamento di Bissolati, Podrec-ca e Modigliani, tutti presentatisi nel collegioelettorale di Budrio-Molinella. All'attivitàpolitica nazionale, Massarenti preferì sempre

l’impegno locale a favore dei braccianti edelle mondine molinellesi. Nel 1896 creò lacooperativa di consumo di Molinella, unadelle prime in Emilia Romagna, che negli anni

successivi funzionò comefondamentale supporto eco-nomico dei lavoratori agricoliscesi in sciopero. Costrettoall’esilio in Svizzera e a SanMarino, destituito da sindaco,Massarenti non cessò mai ilsuo impegno per i lavoratori,per cui si guadagnò la fama di“apostolo della cooperazio-ne”. Nel dopoguerra, elettonuovamente sindaco di Moli-nella, fu fatto oggetto di at-tacchi da parte dei fascisti,tanto che fu costretto a la-sciare nuovamente il suo pae-

se per raggiungere Roma. Nella capitale,Massarenti venne arrestato nel 1926 e inviatoal confino per oltre sette anni. Nel 1937venne nuovamente arrestato e rinchiuso inun ospedale psichiatrico romano. Al terminedella guerra poté finalmente far ritorno aMolinella, dove morì nel maggio del 1950.

Personaggi e Cultura

sconti, l’aveva distrutta insieme al castello nel1390. Trasformata in campanile a metà del XVIsecolo, presenta oggi al posto dei merli un biz-zarro coronamento sormontato da un torrinocon quattro archi che fungeva da cella campa-naria. Da ricordare è anche la Battaglia dellaRiccardina del 25 luglio 1467, primo caso nellastoria di uso massiccio delle armi da fuoco.

Lasciato il capoluogo, meritano una visitaalcune frazioni. Una sosta è d’obbligo a SelvaMalvezzi, vero e proprio complesso feudalequattrocentesco dell’omonima potente fami-glia nobiliare. Rimaneggiato nel XVII secolo,l’insieme del borgo ha comunque conservatol’aspetto originario. Notevoli il seicentesco pa-lazzo padronale, con lo scalone a doppia ram-pa che consentiva l’accesso diversificato a per-sone e animali, e il palazzo del Governatorecon la splendida facciata arricchita dall’orolo-gio e dalla campana.

San Martino in Argine, già documentataprima del Mille in relazione ai traffici fluviali,fu saccheggiata nel 1390 dalle truppe di GianGaleazzo Visconti. Notevole è Villa Ghisleri,del XV secolo, ristrutturata nell’attuale aspet-to da Giuseppe Grabinski, ufficiale di Napo-leone.

Storia e Cultura

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Raro esempio di “vite maritata”

Comune di Minerbio - Elisa Busato

A San Pietro Capofiume è presente uno deipiù importanti Centri di Studi Metereologicidel Nord Italia. Qui venne rilevata la tempera-tura record del 1985, la più bassa mai registra-ta nella pianura padana: -29°c. Non lontano, inlocalità Alberino, nel 1865 nacque SeverinoFerrari, raffinato poeta e studioso di letteratu-ra, amico fraterno del Pascoli e allievo predi-letto del Carducci, che lo ricorda anche neisuoi versi.

Per chiudere, alcune curiosità gastronomiche.Qui nacque nel XVIII secolo la deliziosa tortadi tagliatelle, mentre dal riso si ricava il piùclassico dei dolci bolognesi: la torta di riso.Tipico della zona è anche il condimentoBalsamico bianco, che si ottiene dalla combi-nazione di aceto di vino e mosto di uve bian-che di Trebbiano, variante del più noto AcetoBalsamico modenese.

Per chi ama andare a spasso nel cielo, a Moli-nella si segnala il più grande centro di paracadu-tismo d’Italia, presso cui sono anche attivi corsie servizi di noleggio di ultraleggeri e alianti.

La Vallazza è un’area di 85 ettari di proprie-tà della Cooperativa “G. Massarenti”, situatasulla strada che da Molinella conduce aSelva Malvezzi. Entro un perimetro delimi-tato dai pioppi, un fitto intrico di cannepalustri cinge un vasto specchio d’acqua, sucui galleggiano numerose varietà di ninfee. Èl’habitat ideale per rane e tartarughe, biscee altri rettili acquatici. Qui nidificano abi-tualmente folaghe, svassi e diverse specie dianatre e non è raro imbattersi in qualchemaestoso esemplare di airone cinerino.Anche i vecchi “maceri” per la canapa costi-tuiscono un sistema biologico di insospet-tabile ricchezza, contraddistinto dalla pre-senza di querce, salici, canneti e di fiori cam-pestri.

La Valle di Marmorta ci conduce inveceall’interno del Parco Regionale del Delta delPo. Seguendo le indicazioni per Argenta, sigiunge all’Oasi delle valli di Argenta, ormaiin territorio ferrarese. Queste zone umide siestendono per 1600 ettari e sono costituitedalle casse di espansione di Bassarone,Campotto e Valle Santa. Sono quanto restadelle grandi aree vallive che sorgevano quiad accogliere le piene di Idice, Quaderna,Sillaro e Reno.

Carnevale: tra febbraio e marzo.Fiera di Molinella: tra giugno e luglio.Colli e Valli, cicloraduno a cura delMountain Bike Club Molinella: ottobre.

San Pietro CapodifiumeSagra di San Pietro: giugno.

San Martino in ArgineFesta di San Luigi: luglio.

MarmortaSagra di San Vittore: inizio agosto.Terra di sapori: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Eventi

Natura

Le zone umide, che ancora oggi sopravvivonoa testimonianza della grande Padusa, offronoagli appassionati di osservazioni naturalistichee birdwatching un vero e proprio paradisopopolato di migliaia di esemplari di uccelliacquatici.

La Piantata padanaAncora ben visibile nelle fotografie aereedella Royal Air Force del 1944, la piantatapadana per secoli ha segnato il volto dellecampagne bolognesi. Si tratta di un tipo dicoltivazione promiscua in cui campi lunghi estretti di seminativi si alternano a filari divite sorretti da alberi (tutori). I tutori nell’an-tichità erano di arbustum gallicum, diffusoin pianura dai Romani, che a loro voltaappresero dai Galli la pratica della piantata,peraltro già nota agli Etruschi. In età moder-na la piantata fu particolarmente congenia-le alle esigenze dell’agricoltura mezzadrile,che, oltre alle colture industriali in cui eraspecializzata (canapa e seta), doveva fornirea ciascun podere i prodotti per la sussisten-za della grande famiglia contadina. I tutoriallora erano l’olmo e l’acero campestre, oltrea salici e gelsi: gli alberi tipici della pianura.

Storia e Cultura

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Antico porto fluviale sul Canale Navile, Ma-lalbergo non conserva molto degli antichiedifici, per lo più distrutti nel corso dell’ulti-ma guerra mondiale. Eccezione fanno palazzoMarescalchi, sede della Biblioteca, e il Caser-mone, un tempo sede del dazio e poi dellaGendarmeria, fortemente rimaneggiato.

Una pista ciclabile di 14 km collega Malal-bergo ad Altedo, capitale mondiale dell’aspa-rago verde. Nel mese di maggio la frazionediventa ricettacolo di artisti dei fornelli elaboratorio di ingegneri del gusto, protagoni-sti della sagra dedicata all’asparago.

Se l’Asparago Verde di Altedo è tutelato da unmarchio europeo, il tortellino è il signore rive-rito della cucina bolognese e Malalbergo sene fa ambasciatore in occasione della Sagradel Tortellino nel mese di giugno.

Malalbergo

L’Asparago Verde di Altedo ha una lontanae consolidata tradizione che risale agli anniVenti del Novecento. Dopo la secondaguerra mondiale l’asparagocoltura ha ripre-so a diffondersi e la nascita sul territorio diimportanti realtà cooperative ha saputoinfondere un maggior slancio alla produzio-ne e alla commercializzazione di questoprodotto, contribuendo all’ottenimento nel2003 del marchio I.G.P. L’Asparago Verde diAltedo è coltivato nei comuni di Anzoladell’Emilia, Argelato, Bologna, Budrio, Bari-cella, Bentivoglio, Calderara di Reno, Creval-core, Castello d’Argile, Castenaso, CastelMaggiore, Castel San Pietro, Castel Guelfo,Dozza, Galliera, Granarolo dell’Emilia, Imola,Malalbergo, Medicina, Minerbio, Molinella,Mordano, Ozzano, Pieve di Cento, Sala Bo-lognese, San Giovanni in Persiceto, SanGiorgio di Piano, San Pietro in Casale,Sant’Agata Bolognese, San Lazzaro di Savenae in parte della provincia di Ferrara.

Il tortellinoIl più classico e imitato tra i primi piatti dellatradizione gastronomica bolognese è senzadubbio il tortellino. Inventato dal cuocodell’antipapa Alessandro V, l’ombelico diVenere è fatto di una sfoglia sottilissima dipasta all’uovo tirata a mano, che racchiudeun ripieno a base di lombo di maiale, pro-sciutto, vera mortadella di Bologna, uova enoce moscata, secondo quanto impone laricetta depositata in Camera di Commercioil 7 dicembre 1974 dalla delegazione bolo-gnese dell’Accademia italiana della cucinainsieme con la Dotta Confraternita delTortellino. Perché da queste parti mangiareè una cosa seria. Tradizione poi vuole che itortellini vengano rigorosamente cotti e ser-viti in brodo di carne. Se proprio si sentel’esigenza di trasgredire al brodo, che ciòalmeno non avvenga per la cottura. Ma diquesti rischi nelle trattorie della provincianon se ne corrono ancora.

Enogastronomia

Enogastronomia

Tortellini di Bologna

Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna

- Fabrizio Dell’Aquila

Asparagi Verdi IGP di Altedo

Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna

- Luigi Riccioni

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Per gli amanti della natura si segnalano le zoneumide delle tenute La Comune e La Valle,dove nidificano diverse specie di uccelli ac-quatici, come aironi, cavalieri d’Italia e cicognenere. In questi ambienti, ricchi di boschi idrofi-li, si possono ammirare di nuovo piante e ani-mali, la cui scomparsa aveva coinciso conquella delle vecchie valli, a cui era legata lacoltivazione del riso e quella di un’erba palu-stre chiamata localmente “erba sala”, da cui siotteneva un materiale molto usato nell'artigia-nato locale, adatto per impagliare le sedie oavvolgere fiaschi.

Oasi La Comune e La ValleIl paesaggio che incontriamo nelle valli èmolto simile a quello dei boschi planiziaridell’antica pianura padana. Piccole paludi,più o meno profonde, occupate da cannetisi alternano a strisce di terreno asciuttodove crescono pioppi, salici, olmi e farnie.Inoltre, nella vasca retrostante la casa delguardiano presso la Valle La Comune, cre-scono i fior di loto, assai rari nel territoriobolognese. Fra le canne e gli alberi di que-sta valle nidificano gli aironi cinerini. Gli“abitanti” delle valli sono numerosissimi:ricordiamo, tra le tantissime specie diuccelli, il germano reale, la marzaiola, ilmartin pescatore, l’airone bianco, il cavalie-re d’Italia, la cicogna, il gufo, la civetta, ilfalco di palude. Da pochi anni c’è stato ungradito ritorno: le “spatole”, uccelli similialle cicogne, con un caratteristico becco aforma di spatola (da cui prendono il nome),che mancavano da ben trecento anni. LaValle La Comune ospita per alcuni giorniall’anno una cicogna nera che viene qui ariposarsi e a rifocillarsi durante il suo perio-do di migrazione. Il Comune di Malalbergo organizza unaserie di visite guidate che consentono, achiunque lo voglia, di osservare, conosceree apprezzare queste zone umide.

Natura

Sagra del Tortellino: primi due week enddi giugno.Birra sotto le stelle: fine giugno/inizio luglio.Serate sul Navile: primi due week enddi settembre.

AltedoSagra dell’Asparago Verde di Altedo:maggio (3a e 4a settimana).

GIORNO DI MERCATO: sabato nel capo-luogo e ad Altedo

Eventi

Via Tombe

Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci

La Valle

Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci

Canale Riolo

Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci

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I primi documenti che attestano l’esistenza diBaricella risalgono alla prima metà del XVsecolo. Il suo nome deriva dai “bargelli”, uffi-ciali incaricati dei servizi di polizia e di control-lo fiscale presso l’antico corso del fiume Sa-vena, un tempo crocevia dei traffici con il con-finante territorio ferrarese.

Da vedere è la settecentesca S. Maria di Bari-cella, che affonda le sue origini nel XVI seco-lo. All’interno si segnala un pregevole crocifis-so ligneo del primo Seicento, che, ritenuto mi-racoloso dai fedeli, in caso di calamità venivaesposto o portato in processione.

All’estremità orientale del paese, l’oratorio diSan Marco è una bella costruzione in mattonicon decorazioni neomedievali in cotto e l’in-terno interamente decorato da affreschi checelebrano la figura del Cav. Zucchini (le cuiceneri qui riposano dal 1905), protagonistadella modernizzazione dell’agricoltura di que-ste terre.

Nella frazione di Boschi si trova S. Maria Lau-rentana, con all’interno una bellissima Madonnalignea vestita di abiti in tessuto risalente all’epo-ca della prima costruzione seicentesca, sostitui-ta nel XIX secolo dall’attuale edificio.

Nei pressi della località di San Gabriele, meritauna segnalazione la chiesa di S. Maria del Cor-niolo consacrata nel 1530, come ricorda la lapi-de custodita nell’abside. La pala d’altare raffigu-rante l’Assunta, più volte rimaneggiata, risale aiprimi anni del ‘500. Delle decorazioni cinque-centesche sopravvivono i due affreschi dellacontrofacciata, oltre a un interessantissimoframmento con motivi floreali e antropomorfi,per il quale si ipotizza un intervento diretto diAmico Aspertini (pag. 155) che negli stessi annioperava alla decorazione della Rocca Isolani diMinerbio.

Baricella

Chiusa di Gandazzolo

Comune di Baricella - Mario Fizzoni

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Oasi di BaricellaPasseggiando per le campagne di Baricella,in via Bocche si può notare un repentinocambio di paesaggio che rompe la piattamonotonia della pianura. Si tratta dell’Areadi riequilibrio ecologico di Baricella: ampiprati inframmezzati da macchie alberate,giovani filari e siepi. Nel pannello postoall’entrata si possono trovare alcune indica-zioni sulla nascita dell’area e informazioniutili per visitarla. All’interno, seguendo ilpercorso di visita segnalato, il visitatoreviene accompagnato ad osservare le dueraccolte d'acqua, zone umide costituite daun prato allagato e da un bacino con acquepiù profonde. Sostando all’interno delledue torrette di avvistamento si può restarein attesa dell’avvicinarsi di uccelli acquatici,ma anche seguire il volo acrobatico dellelibellule o assistere al corteggiamento deirospi smeraldini. Periodicamente si organiz-zano visite guidate.Info e prenotazioni: Centro AgricolturaAmbiente - Tel. 051.873436Comune di Baricella. Tel. 051.6622411

Fire di Sdazz: 3a domenica e lunedì di ottobre.

GIORNO DI MERCATO: venerdì nel capo-luogo e lunedì a San Gabriele

Eventi

Natura

Oasi di Baricella

Comune di Baricella - Mario Fizzoni

Oratorio San Marco

Comune di Baricella - Mario Fizzoni

Merita una visita anche l’Oasi di riequilibrioecologico di Baricella, realizzata dal Comunesu terreni del Reale Collegio di Spagna, dove siorganizzano attività di educazione ambientale.Oltre a numerose specie di uccelli, nell’area èpossibile osservare anche la rara testuggine pa-lustre.

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Minerbio

Ricordato negli antichi documenti come Sel-va Minervese, si ipotizza che il nome di Mi-nerbio risalga al periodo romano e in partico-lare al culto religioso dedicato alla dea Mi-nerva. La presenza romana in queste zone èdel resto confermata dalle numerose traccedella centuriazione (pag. 104) ancora oggi benleggibili. Per la fondazione ufficiale bisognaattendere il 1231, quando il Podestà di Bolognadona Minerbio a centocinquanta famigliemantovane con l’obbligo di risiedervi e di bo-nificare il territorio dalle abbondanti paludi.

Ancora oggi il paese si snoda attorno al vec-chio borgo medievale e al complesso dellaRocca Isolani, capolavoro dell’architetturabolognese del XVI secolo, visitabile solo inoccasione di eventi.

L’edificazione della Rocca risale al 1403 quan-do gli Isolani, investiti del feudo di Minerbioda parte dei Visconti per l’aiuto fornito nella

conquista di Bologna, decisero di costruireuna dimora che rispondesse a esigenzeessenzialmente difensive. Distrutta nel 1527in seguito al passaggio dei Lanzichenecchiche marciavano su Roma, la Rocca fu rico-struita a metà del ‘500 come dimora signori-le, abbandonando tutti i caratteri militariche caratterizzavano la prima costruzione.Testimonianza della più grande arte decora-tiva del XVI secolo, la Rocca vanta al suointerno uno straordinario ciclo di affreschi,opera del più originale pittore del suo tem-po: Amico Aspertini.

Amico Aspertini nasce a Bologna tra il 1474e il 1475. Pittore originale e coltissimo, inanni per Bologna di appiattimento esteticosu canoni perugino-raffaelleschi, l’Aspertinimantenne una personalità artistica autono-ma e “alla maniera di nissuno mai volle sog-gettarsi”. Dopo avere lavorato a Roma perpapa Alessandro VI, nel 1506 realizza con ilFrancia e il Costa gli affreschi di Santa Ce-cilia a Bologna, e successivamente quelli diSan Frediano a Lucca. Capolavoro degli annidella maturità sono le decorazioni di tresale della Rocca Isolani di Minerbio. I carto-ni preparatori dell’opera sono oggi conser-vati al British Museum di Londra. Gli affre-schi della Sala dell’Astronomia, in particola-re, rappresentano con le loro aperture illu-sionistiche la premessa più significativa eorganica di quel gusto per le architetturedipinte, che tanta fortuna avrà a Bologna apartire dalla seconda metà del Cinque-cento. Importanti opere di Amico Aspertinisi conservano anche nella Pinacoteca Na-zionale di Bologna e nelle chiese di SanPetronio e di San Martino, dove il pittorevenne sepolto il 19 novembre 1552.

Personaggi e Cultura

Portici del centro storico

Comune di Minerbio - Elisa Busato

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Castello e portico di San Martino in Soverzano

Comune di Minerbio - Elisa Busato

Accanto alla Rocca sorge il cosiddetto “Pa-lazzo Nuovo”, opera della metà del Cinque-cento dell’architetto Bartolomeo Triachini,che in facciata presenta il motivo della loggia,che diventerà ricorrente nelle ville bolognesidell’epoca. L’ampio cortile che fa da cornice alcomplesso ospita l’elegantissima mole dellatorre Colombaia, attribuita a Jacopo Barozzi,detto il Vignola. Risalente al 1536, la sua strut-tura a pianta ottagona internamente presentauna scala lignea elicoidale e un complicatosistema di cellette studiato per accogliere ol-tre 3.000 nidi.

Da vedere è anche la chiesa di San GiovanniBattista, sulla via principale del paese. Tra lepiù belle del contado, la chiesa fu costruitanel XVIII secolo su progetto dell’architettoCarlo Francesco Dotti. Al suo interno sonoconservate alcune importanti opere tra cuiun’Addolorata di scuola reniana, oggetto diparticolare devozione popolare, che tradizio-ne vuole abbia in più occasioni girato gli occhiverso i fedeli. Degno di nota è il gruppo scul-toreo della Gloria di Giuseppe Mazza, carat-teristico esempio dello stile del pieno baroc-co bolognese.

Sulla strada verso Budrio, di particolare inte-resse è la Pieve di San Giovanni in Triario,probabilmente risalente all’ XI secolo, che an-cora conserva l’antichissima vasca battesima-le, oltre a tele attribuite a Daniele da Volterra.La chiesa ospita il Museo della ReligiositàPopolare. La Pieve fa anche da sfondo al ro-manzo della giallista bolognese Danila Coma-stri Montanari dal titolo La campana dell’arci-prete, saga contadina con delitto ambientatanel 1824 ai tempi della Restaurazione pontifi-cia dopo la sconfitta del sogno napoleonico. A San Martino in Soverzano sorge il Castel-lo, costruito nel 1411 dal cavaliere bologneseBartolomeo Manzoli. L’antica costruzione,risalente al XIV secolo, è stata fortementerimaneggiata nell’Ottocento.

La pianta rettangolare, lo spazioso cortile in-terno, le torri difensive ai quattro angoli del-l’edificio e il fossato che lo circonda sottoli-neano comunque i caratteri al tempo stessodi difesa e di dimora che il castello, ora diproprietà privata, doveva possedere. Il lungoportico che introduce al parco del castellofu costruito nel 1684 per ospitare un’impor-tante fiera annuale, che ancora oggi conti-nua ad attirare visitatori nel primo fine setti-mana di ottobre.

Carnevale notturno: 3° sabato di giugno.La dolce fiera: 3a domenica di giugno.Sagra della tagliatella e festival bandisti-co: 1° week end di luglio.Sagra Settembrina: 3° week end di settem-bre.Festa del ringraziamento: 2a domenica dinovembre.

San Giovanni in TriarioFesta campestre: lunedì di Pasqua.

San Martino in SoverzanoFiera di San Martino: 1° week end di ottobre.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì

Eventi

Palazzo Nuovo

Comune di Minerbio - Elisa Busato

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Granarolo dell’Emilia nasce come borgo agri-colo alle porte di Bologna e per secoli è statovero e proprio granaio della città. Le perdu-ranti tracce della centuriazione romana (pag.104) sono ancora oggi la testimonianza piùevidente della vocazione agricola del territo-rio, frequentato fin dall’antichità in virtù dellasua collocazione sulla via di transito per ilFerrarese e il porto di Spina.

Tradizione vuole che qui abbia avuto originela stirpe dei Bentivoglio, Signori di Bolognatra il ‘400 e il ‘500. Si narra che il capostipitedella nobile famiglia sia nato a Viadagola il 4maggio del 1252, dall’unione di una bella con-tadina del luogo e Re Enzo di Svevia, prigio-niero dei Bolognesi.

A Granarolo è da vedere la chiesa di SanVitale, ricostruita nel 1682, che conserva unSan Girolamo attribuito al Guercino. Vicinoalla chiesa si trova la residenza di campagna(recentemente ricostruita) dell’esploratore ra-vennate Pellegrino Matteucci, il primo adattraversare il continente africano dal MarRosso al Golfo di Guinea. Sempre nel capo-luogo, Villa Bassi, detta del Marchesino, at-tualmente ospita eventi.

Anche nei dintorni sono fiorite nel corso delXVIII secolo numerose ville di notevole inte-resse architettonico, tra cui si segnalano VillaAmelia, in località Fibbia, con sale decorateda tempere del XVII secolo e nota per la “con-serva”, e Villa Mareschi, in località Lovoleto,caratterizzata dal doppio filare di quercesecolari, lungo circa 1 Km, che orna il principa-le viale d’accesso alla villa.

Gli attuali edifici delle cinque chiese parroc-chiali, una per ogni frazione del Comune, risal-gono ai secoli XVIII-XIX. Forse la più notevoleper stile e affreschi è la chiesa di San Maman-te a Lovoleto. Oltre alle chiese, il territorio ècaratterizzato dai tipici oratori di campagna. Ipiù importanti sono nel capoluogo, a Lovole-to e a Cadriano.

Granarolo dell’Emilia

Verdevolo, mercati con prodotti biologicie stand agricoli: fine maggio.Quarto di Luna, sfilata di carri allegorici efiera: 1° week end di giugno.Granarolo in Festa: 2a domenica di ottobre.

ViadagolaSagra di Viadagola: 2a settimana di giugno.

LovoletoSagra di Lovoleto: tra agosto e settembre.

CadrianoAntica Fiera di Cadriano: 3a domenica di set-tembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Eventi

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Tramonto sulla campagna di Granarolo

Comune di Granarolo dell’Emilia

Oratorio Santa Croce

Comune di Granarolo dell’Emilia