LE VACCINAZIONI E LA LEGGE 119/2017: INAPPLICABILITÀ … · di una legge che sia entrata in vigore...

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RELAZIONE GIURIDICA A SUPPORTO DELLA ISTANZA AL SINDACO di Simona Giacchi giurista EMAIL: [email protected]     Canale YouTube https://www.youtube.com/c/vacciniAMO 1 LE VACCINAZIONI E LA LEGGE 119/2017: INAPPLICABILITÀ DELLE SANZIONI E DELLE DISCRIMINAZIONI SULL’ACCESSO SCOLASTICO di Simona GIACCHI giurista Con la presente relazione chi scrive – già avvocato esercitante in passato la libera professione - nell’esclusivo interesse di tutti i minori compresi i bambini e gli adolescenti frequentanti gli istituti scolastici nel territorio italiano, rileva che la L. n.119 del 2017 di conversione del DL n.73 del 2017 (da ora L. n.119/2017) ha introdotto nell'ordinamento giuridico italiano un obbligo vaccinale particolarmente oneroso in violazione del rispetto dei diritti fondamentali umani garantiti a livello internazionale e costituzionale . In merito si sottolinea per ora quanto segue: 1) mancata attuazione dei principi di buon andamento dell’attività amministrativa, mancato rispetto dei diritti del singolo L’ordinamento amministrativo e giuridico italiano impone al dipendente pubblico l’obbligo di agire in osservanza della Costituzione della Repubblica Italiana , e dei principi supremi sanciti dalla stessa, a nulla valendo le norme di secondo livello, quale la L. n.119/2017, ove dovessero fornire indicazioni discordanti alle norme sovraordinate; lo stesso dicasi delle circolari che per definizione sono meri atti interni e dunque non rappresentano fonti vere e proprie di diritto per il cittadino, e, se sono palesemente contra legem, non possono essere applicate neanche dai funzionari pubblici. In questi casi, senza l’onere di attendere l’intervento della magistratura, ciascun dipendente pubblico può fare rimostranza ai propri superiori ex art.17 del DPR. n.3 del 1957, disapplicare di fatto la norma, e/o annullare ovvero revocare gli atti già emanati. L’applicazione della L. n.119/2017comporta una violazione inaccettabile dei diritti inviolabili e soggettivi, ed interessi legittimi dei cittadini  in quanto una serie di comportamenti ed atti emanati dagli enti preposti non soddisfano le condizioni legalitarie basilari del sistema giuridico, come in parte qui elencate:

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LE VACCINAZIONI E LA LEGGE 119/2017: INAPPLICABILITÀ DELLE SANZIONI E DELLE

DISCRIMINAZIONI SULL’ACCESSO SCOLASTICO

di Simona GIACCHI giurista

Con la presente relazione chi scrive – già avvocato esercitante in passato la liberaprofessione ­ nell’esclusivo interesse di tutti i minori compresi i bambini e gli adolescentifrequentanti  gli   istituti  scolastici nel territorio  italiano, rileva che la L. n.119  del 2017 diconversione del DL n.73 del 2017 (da ora L. n.119/2017)  ha introdotto nell'ordinamentogiuridico italiano un obbligo vaccinale particolarmente oneroso in violazione del rispettodei diritti  fondamentali umani garantiti  a livello internazionale e costituzionale .   Inmerito si sottolinea per ora quanto segue:

1) mancata attuazione dei principi di buon andamento dell’attivitàamministrativa, mancato rispetto dei diritti del singolo

L’ordinamento amministrativo e giuridico italiano impone al dipendente pubblico  l’obbligodi   agire  in  osservanza  della  Costituzione  della  Repubblica   Italiana,   e   dei   principisupremi  sanciti  dalla  stessa,  a  nulla  valendo  le  norme di  secondo   livello,  quale   la  L.n.119/2017,  ove  dovessero   fornire   indicazioni  discordanti   alle  norme sovraordinate;   lostesso   dicasi   delle   circolari   che   per   definizione   sono   meri   atti   interni   e   dunque   nonrappresentano fonti vere e proprie di diritto per il cittadino, e, se sono palesemente contralegem, non possono essere applicate neanche dai funzionari pubblici.In   questi   casi,   senza   l’onere   di   attendere   l’intervento   della   magistratura,   ciascundipendente pubblico può fare  rimostranza  ai propri superiori ex art.17 del DPR. n.3 del1957,  disapplicare   di   fatto  la   norma,   e/o  annullare   ovvero   revocare   gli   atti   giàemanati.  L’applicazione della L. n.119/2017comporta  una violazione inaccettabile deidiritti inviolabili e soggettivi, ed interessi legittimi dei cittadini  in quanto una serie dicomportamenti ed atti emanati dagli enti preposti non soddisfano le condizioni legalitariebasilari del sistema giuridico, come in parte qui elencate:

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a) sull’accertamento dei principi di inadempimento:1) assenza dei presupposti di  dichiarazione dissenso informato  rispetto adun atto terapeutico/farmacologico, violazione del principio di riserva di legge(cfr. Art. 25 Costituzione della Repubblica italiana)1;2)   assenza   del   presupposto   di   mancata   immunizzazione,   violazione   dellafinalità della L. n.119/2017;3) assenza del presupposto del silenzio inadempimento, illegittima valutazionedello status del minore quale “inadempiente”;

b) sull’atto della contestazione (richiesta documenti a scuola):1) mancata accettazione della prova di inizio iter vaccinale (richiesta screeningal pediatra, richiesta ulteriori incontri informativi con l'ASL), illegittimità artt. 3 e 5per contrarietà a norme di pari rango;2) contestazione della richiesta del dirigente scolastico di acquisire documentiappartenenti o provenienti da altre amministrazioni pubbliche, illegittimità artt. 3e 5 per contrarietà a norme di pari rango;3) mancata contestazione di consegna dei dati vaccinali entro termine congruodall’accertamento   del   primo   inadempimento,   modalità   illegittime   dicontestazione;4) illegittimità contestazione di consegna documenti ad un solo genitore;

c) sull'eventuale provvedimento di espulsione scolastica:1) tassatività dei presupposti di cui art.3 comma 2, art. 3bis comma 4, art. 5,discriminazione in capo a situazioni difformi tra n.7 (sette) tipologie diverse difamiglie, le quali possono essere classificate come segue: coloro che hannoespresso manifestamente dissenso alla vaccinazione (verbale o scritto); coloroche non hanno mai consegnato nulla né risposto agli inviti della ASL; coloro chehanno iniziato l'iter vaccinale; coloro che hanno autocertificato (per il passato);le famiglie che hanno autocertificato impegni futuri (un non senso giuridico); lefamiglie che hanno  richiesto  in carta   libera appuntamento per  vaccinare;  edinfine coloro che hanno richiesto un colloquio per mere informazioni;2)   mancanza   del   fatto   illecito,   dell’elemento   soggettivo   di   personalità   ecolpevolezza, assenza di notifica ad entrambi i trasgressori con atti separati;3)  violazione dei   termini  di  notifica del  provvedimento,  principio  di   legalità  ecorollario di irretroattività;

1  Art. 25, Costituzione della Repubblica italiana, II comma: “[…] Nessuno può essere punito se non forzadi una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso.”  Si tratta di un principio di legalitàpenale  recepito dalla nostra Costituzione, e che garantisce la non retroattività della norma rispetto alfatto commesso, prima della entrata in vigore della legge che lo punisce. Anche il Codice Penale (artt. 1e 199)  riconoscono questo principio  di   riserva di   legge.  La Costituzione non parla  precisamente di“pene”, ma resta nel concetto più ampio di sanzioni. 

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4) violazione del patto educativo, assenza ingiustificata con perdita del dirittoall’iscrizione;5)  mancata  competenza del  personale  scolastico  all’attuazione concreta  delprovvedimento di espulsione con allontanamento coatto del minore dall’istituto,qualora si renda necessario;6) bilanciamento diritti del singolo (i, i­octies) versus presunti interessi pubblici(u, u­quater), carenza di motivazione dell’atto sanzionatorio;7)  violazione dei  principi  di   proporzionalità  e  gradualità,  natura   transitoria  ecarattere non definitivo della sanzione;8)   mancanza   di   attuazione   dei   principi   di   buon   andamento,   imparzialità,correttezza, buona fede della PA, neminem laedere, onere di annullamento inautotutela del provvedimenti carenti di legittimità;

d)   sulle   possibili   violazioni   di   altri   adempimenti   connessi   all’attuazione   della  L. 119/2017:

1) illegittima trasmissione dai dati scuola­Asl e Asl­scuola per il 2018/19;2) mancati adempimenti sulla sicurezza sul lavoro;3) mancato adempimento consegna informativa ex art.13 D.Lgs.n.196 del 2003;4) violazione della privacy a scuola nell’atto di raccolta e/o diffusione dei datisensibili   dei   frequentanti,   conseguenze   di   bullismo,   emarginazione   ediscriminazione sociale;

In particolare, con la presente relazione giuridica si sostiene fermamente la libera sceltaterapeutica,  l’autodeterminazione   della   cura   e   l’alleanza   terapeutica   medico­paziente, che rappresentano principi valevoli anche nel caso in cui che i pazienti siano deiminori.  Sul  punto si   ricorda che storicamente  la   figura  del  medico ha  rappresentato  ­assieme a quella di regnanti e religiosi ­ un potere autoritario indiscusso, ma durante laSeconda guerra mondiale alcuni medici  (nazisti e nipponici imperiali) hanno abusato delloro potere torturando i prigionieri, nel nome dell’autorità politica allora al comando e dellacosiddetta “scienza”. All’indomani della fine del conflitto mondiale, la maggior parte degliStati del mondo siglarono una serie di convenzioni ­ in particolare si ricorda il  Codice diNorimberga (1948) e le successive norme sul tema (Convenzione delle Nazioni Unitesui diritti  del   fanciullo,  1989, New York,  ratificata con L.  n.176 del  1991 (cosiddettaConvenzione  ONU),   art.12  comma 2  e  18;  Art.316  cc;  Linee  guida  CPMP del  1990,Comitato proprietà prodotti medicinali, recepito con DM n.178 del 1992, punti 1.12 e 1.13;Regolamento UE n.536/2014 sulla sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano,pubblicato in Gazzetta Europea con L. n.158, del 27 maggio 2014, attuazione con L. n.3del  2018,  art.2  n.21;  Dichiarazione  di  Helsinki,  1964,   testo   rivisto  nel  2013,  definitostandard   internazionale   dalla   L.   n.   3   del   2018,   artt.   28   e   30;  Convenzione   per   laprotezione   dei   diritti   dell’uomo   e   della   dignità   dell’essere   umano   riguardo   leapplicazioni di biologia e medicina, 1997, ratificata con L. n.145 del 2001 (cosiddettaConvenzione di Oviedo), artt. 5­6; Codice deontologico dei medici, versione del 2016,

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art. 37; Codice del diritto del minore alla salute e ai servizi sanitari del 2013, art.14; ASL diLucca   informativa,   punto  1.2;  magistrato  Tognoni,   articolo  pubblicato   in   quaderni   acp2013;   20(2)   il   bambino   e   la   legge)  ­   sancendo   la   nascita   del   principio  dell’alleanzaterapeutica tra medico e paziente, pertanto dagli anni ‘60 in poi, l’ordinamento imponetra il paziente e il medico di porre in essere un patto per la scelta della terapia, sia essagià   testata  o  sperimentale,  anche  in  casi  di  urgenza o  emergenza dove addirittura  sirischia il decesso, quindi a maggior ragione per le  vaccinazioni che sono una terapianon urgente e differibile  in quanto indirizzate a persone sane che non rientrano nellostato di necessità ed urgenza; in sostanza le norme dell’ordinamento sovranazionale e diprimo livello del nostro ordinamento da decenni  vietano qualunque imposizione dellaterapia,  anche   in   punto   di   morte,   in   quanto   i   trattamenti   sanitari   sono   sempre   noncoercibili, salvo rare e motivate richieste di TSO, e sottoposti al criterio di libertà di sceltaed autodeterminazione della cura del paziente, e richiedono il rilascio del consenso liberoed informato del paziente (sempre revocabile)2  rispetto alla proposta medica (comeprevisto dalle norme sopra citate.

Pertanto   visto   il  rango   costituzionale  delle   norme   vigenti   nell’ordinamento,   nessunaterapia può essere mai imposta ad un singolo con legge ordinaria quando questa viola ilrispetto   della   persona   umana   e   ciò   vale   necessariamente   anche   in   relazione   allevaccinazioni  quali   trattamenti  non urgenti  e differibili   in quanto disposti  ad un soggettosano,   appartenente   ad   una   esigua   minoranza   di   popolazione   rispetto   alla   restantecittadinanza non vaccinata. Si ricorda per questi  motivi   l'ultimo comma dell'articolo 32della Costituzione della Repubblica italiana, il quale afferma che la legge “... in nessuncaso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana..”.

2) mancata prova dell’esistenza dell’interesse pubblico nellavaccinazione degli under 16 anni di età

Il   “non   vaccinato   nella   fascia   di   età   0­6   anni”,  rappresenta   una   fetta   di   popolazionenumericamente   corrispondente   ad  una   minuta   ed   esigua   minoranza   rispetto   allarestante cittadinanza del territorio che non ha obblighi vaccinali, come dai dati Istat notidalla letteratura; pertanto si può affermare che in generale, il riferimento al più cogenteinteresse  alla   vaccinazione   obbligatoria   può   definirsi   di   tipo  “non   collettivo”,  “nonattuale” e “non preminente” come qui di seguito precisato.

1)interesse pubblico “non collettivo”In merito al primo aspetto, stando alle fonti ISTAT, la coorte di soggetti su cui vige l’obbligorappresentano una mera minoranza trascurabile dei dimoranti del territorio. Si fa presenteinfatti che il territorio italiano è popolato dai seguenti gruppi di soggetti:

2  Fonti sul diritto di revoca: Linee guida CPMP del 1990, Comitato proprietà prodotti medicinali, recepito con DM n.178del 1992, punto 1.9; 1427 cc, 1337 cc; Regolamento UE n.536/2014 sulla sperimentazione clinica dei medicinali peruso umano, pubblicato in Gazzetta Europea con L. n. 158, del 27 maggio 2014, attuazione con L .n.3 del 2018,art.29; Dichiarazione di Helsinki 1964, testo rivisto nel 2013, definito standard internazionale dalla L. n.3 del 2018,art.3; Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano riguardo le applicazioni dibiologia e medicina 1997, ratificata con L. n.145 del 2001 (cosiddetta Convenzione di Oviedo), artt. 5 e 16.

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a) popolazione turistica nell’anno 2016: n.56.764.239aa) popolazione extracomunitari nell’anno 2017: n.119.369aaa)   popolazione   adulta   stanziale   al   31   dicembre   2017:   n.60.494.000,   di   cuipopolazione  under 14  al 31 dicembre 2016: n.8.182.584;  tra questi  la popolazionenuovi nati al 31 dicembre 2017: n.464.000. 

Da questi numeri si desume che la libera circolazione delle persone all’interno dello Stato, dicittadini,  migranti  e soprattutto  turisti  di  qualsiasi  paese del mondo,  rende assolutamenteininfluente  il   raggiungimento dell’obbiettivo dell’immunità  di  gregge della sola coorte 0­16anni,   in   quanto   le   prime   tre   categorie   di   soggetti   citati   rappresentano   nell’insieme   lapercentuale più  rilevante di presenza di persone nel territorio, ovvero circa il 92,5% dellapopolazione del territorio; dette persone non soggiacciono ad alcun obbligo vaccinale e sonolibere   di   circolare   nel   territorio   nazionale   ed   internazionale,   provocando   potenzialmentequalunque tipo di contagio, e vanificando ogni possibile obbiettivo di raggiungimento dellapresunta copertura vaccinale.I  minori under 16 sono all’incirca n.10 milioni  di persone e rappresentano solo il  7,  5%della   popolazione  che   transita   nel   territorio,   pertanto   se  questi   venissero   tutti   vaccinati,ovvero si procedesse a vaccinarne solo il 95%, corrispondente al 7,13% della coorte, nullacambierebbe   nella   prospettiva   generale   della   libertà   di   circolazione   e   della   eventualediffusione  di  epidemie  per   contatto   tra  esseri   umani.  Stante  l’irrilevanza  numerica  deiminori  oggetto   di   obbligo   vaccinale  decade   il   concetto   di   interesse   cosiddetto“collettivo”   alla   tutela   vaccinale,   in   quanto   essi   non   rappresentano   oggigiorno   lamaggioranza della popolazione, e, presumendo il costante trend di calo delle nascite, nonrappresenteranno neanche nel prossimo futuro una categoria di soggetti di rilievo rispettoalla   popolazione   adulta   che   predomina   indiscussa.   Quanto   sopra   detto   si   puòcontestualizzare anche all’interno della più ristretta compagine sociale scolastica, costituitaanch’essa da una serie di soggetti adulti non vaccinati, dipendenti dell’istituto o genitori intransito   nei   locali   della   scuola,   e   di   minori,   i   quali   frequentano   le   scuole   dell’infanziaregolarmente anche in pendenza dell’iter vaccinale, e in attesa dell’effettuazione costante deirichiami previsti dal calendario vaccinale. Sembra quindi che la condizione di “non vaccinato”sia uno status diffuso,   inutile e discriminatorio risulta pertanto espellere solo qualcuno diquesti elementi frequentanti le classi, perché ci sarà sempre a ruota un minore che accederein classe nelle more dell’effettuazione di un prossimo richiamo vaccinale.

2) interesse pubblico “non attuale”Inoltre, al fine di giustificare la spesa sanitaria corrente, si dovrebbe poter “attualizzare” uneventuale e presunto interesse, anche solo puramente parziale, da parte dello Stato, chenon risulta ricostruibile per ragioni demografiche, sociali e di ordinaria incertezza delfuturo.Si  contesta   infatti   l’eventuale   interesse  cosiddetto   “futuristico”  dello  Stato  a  vaccinare   lacoorte dei minori  under 16  in quanto  la spesa sanitaria affrontata nell’anno in corso nongarantisce un ritorno di tutela collettiva nazionale né nell’immediato (la percentuale dei minoriè  irrisoria rispetto alla collettività) né nel prossimo futuro, basti pensare a quante variabilipotrebbero  causare   la   dispersione  di   questa   coorte   di   soggetti   su   cui   le   finanze  statalipuntano come investimento pro futuro, in quanto tali soggetti potrebbero spostarsi all’estero,

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decidere  di  non  avere   figli   per   scelta  di   vita,   incorrere   in  malaugurati   decessi,   divenireammalati cronici invalidi e non capaci di produrre Pil per il Paese.

3)interesse pubblico “non preminente”Infine   il   presunto   interesse   “non   collettivo”   e   “non   attualizzabile”   alla   vaccinazioneobbligatoria  dei  soggetti  under  16,  ovvero  alle  misure   interdittive  della   frequenza,   risultaanche di   tipo  “non preminente”  in quanto questo status pseudo­antigiuridico vieneassociato non tanto ad una sanzione di tipo penalistico, come dovuto per i comportamentiantigiuridici di concreto rilievo per l’integrità fisica dell’essere umano, ma a  mere sanzioniamministrative  di   tipo   pecuniario   e   non.   In   particolare   la   misura   sanzionatoria   delladecadenza dalla frequenza scolastica è applicata solo agli 0­6 anni, e non anche agli altristudenti dei gradi superiori, mentre in merito alla sanzione pecuniaria si noti che l’importoprevisto corrisponde ad una somma  irrisoria,  meramente   rappresentativa,  corrispondentealla somma di circa 200 euro, e paragonabile ad importi di sanzioni minoritarie minori delcodice della strada come il puro divieto di sosta. Tale somma è indice di per sé stessa di unavalutazione   da   parte   dello   Stato   di   un  pericolo   tollerabile,   esiguo   o   inesistente,trascurabile,   infatti   il   soggetto   “non   vaccinato”   circola   liberamente   sul   territorio,frequenta qualsiasi ambiente sociale, sportivo e culturale, esattamente come gli adulti, salvopagare una sanzione pecuniaria una tantum.La   sanzione   pecuniaria,   come   anche   l’eventuale   provvedimento   di   espulsione   che   nederiverebbe,   mancano   dunque   della   dimostrazione   di   un   concreto   vantaggio   trattodall’amministrazione nell’applicare detti provvedimenti, poiché   la  circolazione di un “nonvaccinato” non rappresenta un comportamento pericoloso o oggettivamente dannoso,in quanto la medesima condizione di assenza vaccinale riguarda tutta la gran partedella popolazione italiana, che non ha subito alcun limite di circolazione sul territorio, difrequenza di posti pubblici, di limitazioni fattuali, in particolare risulta permessa:a) la libera circolazione nel territorio degli adulti non vaccinati;b) la frequenza a scuola dei non vaccinati dai 6 anni in poi;c) la frequenza a scuola dei “non vaccinati” under 6 anni con provvedimento reintegra TAR;d) la frequenza a scuola di presunti “vaccinati” in attesa del prossimo richiamo, pertanto attualmente risultanti nello stato di “non immunizzati”;e) la frequenza a scuola di presunti “vaccinati” in assenza di screening post­inoculo, in quanto possibili no­responders e quindi nello stato di “non immunizzati”;f) la possibilità di non vaccinare il 5% dei minori a fronte del raggiungimento del 95% di copertura vaccinale.L’esclusione imposta dalla L. n.119/2017 manca dunque della dimostrazione di un concretovantaggio   tratto   dall’amministrazione  nell’applicare   l’espulsione  dei   minori   eventualmenteinteressati,   poiché   la   partecipazione   alle   attività   scolastiche   di   un   “non   vaccinato”   nonrappresenta   un   comportamento   pericoloso   o   oggettivamente   dannoso   tanto   da   potergiustificare  la  decadenza dalla   frequenza,  in  quanto  la  medesima condizione di  assenzavaccinale riguarda tutta la restante popolazione italiana, che non ha subito alcun limite dicircolazione sul territorio, di frequenza di posti pubblici, di limitazioni fattuali. Inoltre, si prendeatto del fatto che l’assidua partecipazione in classe dei minori nei precedenti anni scolasticifino all’anno in corso, assieme alla presenza di adulti di cui non si conosce il reale stato diimmunizzazione,  siano essi  personale dipendente,   fornitori  di  servizi  o accompagnatori  avario titolo dei minori, non ha comportato alcun rischio reale di contagio per la collettivitàscolastica, pertanto non sussiste alcun requisito di pericolo concreto grave che giustifichi il

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provvedimento   adottato.  Manca   pertanto   la   prova   dell’effettiva   offensività   del   fatto,desumibile dallo stesso testo della L. n.119/2017, ed invero nell’atto prodromico notificato alricorrente sono assenti i riferimenti a che l’illecito commesso sia stato effettivamente in gradodi ledere o porre in pericolo l’interesse di qualche rappresentante della collettività, si pensisolo al fatto che agli ammalati AIDS viene garantito l’accesso al mondo del lavoro, scolasticoe   sociale   ai   sensi   della   L.n.135  del   1990,   oppure   la   stessa  L.   n.119/2017  permette   lafrequenza dei non vaccinati per n.2 componenti in ogni classe ai sensi dell’art.4bis della L.n.119/2017, e tollera la presenza dei non vaccinati in classe in attesa dell’espletamento dellevaccinazioni richieste tramite appuntamento vaccinale.

3) mancate indicazioni sull’acquisizione di dati certi di minori epersonale scolastico in merito all’effettiva immunizzazione, illegittimarichiesta della sola prova delle formali vaccinazioni eseguite

Il testo letterale degli artt.3 e 3­bis della L. n.119/2017 è ambiguo nel suo significato eporta ad un errore valutativo della sicurezza per la collettività scolastica, in quanto parla diconsegna della mera prova di aver effettuato i vaccini (oppure di essere in possessodi documentazione inerente l'esonero, il differimento o la omissione), mentre il fineconcreto della  L.  n.119 è  necessariamente quello  di   raggiungere una effettiva e realeimmunizzazione della popolazione, come disposto dagli art.1, 4 e 4­bis della norma. Ariguardo   si   precisa   che   i   soggetti   formalmente   “non   vaccinati”   non   possono   essereconsiderati  automaticamente   inadempienti,   in  quanto   le  analisi  sierologiche potrebberoavere   diritto   a   esenzione,   omissione   o   differimento   ex   art.1   comma   2   e   3   della   L.n.119/2017.   E   viceversa,   i   soggetti   formalmente   “vaccinati”   non   possono   essereautomaticamente   considerati   adempienti,   in   quanto   le   analisi   sierologiche   potrebberoevidenziare   casi   di  no­responders  o   soggetti   che   non   permangono   nello   stato   diimmunizzazione   fino   al   termine   dei   richiami   previsti   dai   vaccini.   Anche   il   personalescolastico non ha chiarito il reale stato di immunizzazione, ed è stato loro permesso didichiarare di non ricordare lo stato delle formali vaccinazioni eseguite. Stante quanto soprasi   contesta   quanto   ordinato   dalla     L.   n.119/2017     in   quanto   di   dispone   unadempimento meramente formale privo di rilievo sia giuridico che medico.

4) mancata disposizione sull’onere di consegna della prova di inizio itervaccinale, illegittima richiesta di deposito della mera documentazionerelativa all’esecuzione formale della vaccinazione

La vaccinazione è un trattamento sanitario che prevede un iter complesso ed articolato, ilquale inizia con la valutazione degli esiti di uno screening completo3 prosegue con il diritto

3 Cfr. Convenzione Nazioni Unite sui diritti fanciullo 1989, New York, ratificata con L. n.176 del 1991 (cosiddettaConvenzione ONU), art.24; Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, ratificato con L. n.130 del 2008,art.191, principio di precauzione; D. Lgs. n.152 del 2006, art.301; D.L. n.124 del 1998, art.1 comma 4 lettera b) esuo allegato codice P, sub-codice 01 e/o 03 di esenzione; Decreto Ministeriale 12 gennaio 2017 allegato 1 punto A3;L. n.119, art.1 comma 2 e 3; dell’ACN Pediatri del 2005, artt.12, 29 e 44; Corte Costituzionale sentenze n.116 del

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dell’informativa sui pro e contro della terapia da effettuarsi da parte di un operatore chedimostri   professionalità   medica   e   conoscenza   giuridica   delle   leggi   che   gli   competeapplicare4, segue la verifica del discernimento del paziente minore5 , e la conseguenteacquisizione del suo consenso.6 La procedura vaccinale prosegue con l’acquisizione delconsenso di entrambi i  genitori7  e di uno screening post­inoculo per verificare gli effettisull’immunizzazione  dell’interessato;   ciascun  passaggio  di  questo   iter   è   supportato  danorme inderogabili già in vigore nell’ordinamento, come riportate nelle note. Per garantirela  sicurezza all’interno dei   luoghi  scolastici  –  e  questo  nell'ipotesi  si  voglia  seguire   leintenzioni   del   Legislatore   (ma   in   realtà   si   dimostra   che   la   presenza   di   soggetti   nonvaccinati,   sani,   non   costituisce   una   minaccia   alla   sicurezza   igienico­sanitaria)   ­

2006 e n.258 del 1994; Consulta, pronuncia n.307 del 2003; Tribunale Ordinario di Milano, sez. IX Civile, delgennaio 2018; Comuni di Roma, Quaregna, Cossato, Bioglio, Mongrando, atti e delibere; sito ufficialewww.salute.gov.it/portale/esenzioni;

4 Cfr. TU 81 del 2008, artt.36 e 37; L.3 del 2018 art.1; Linee guida CPMP del 1990, Comitato Proprietà ProdottiMedicinali, recepito con DM n.178 del 1992, punti da 2.5 a 3.21; Regolamento UE n.536/2014 sullasperimentazione clinica dei medicinali per uso umano, pubblicato in Gazzetta Europea con L. n.158, del 27 maggio2014, attuazione con L. n.3 del 2018, premessa n.45; Dichiarazione di Helsinki 1964, testo rivisto nel 2013, definitostandard internazionale dalla L. n.3 del 2018, art.27; Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e delladignità dell’essere umano riguardo le applicazioni di biologia e medicina 1996, ratificata con L. n.145 del 2001 (cdOviedo), art.4);

5 “[...] Il medico tiene in adeguata considerazione le opinioni espresse dal minore in tutti i processi decisionali chelo riguardano.”, Art. 35, Consenso e dissenso informato, tratto dal Codice di deontologia medica, FederazioneNazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri. Si consultino anche le seguenti fonti: ConvenzioneNazioni Unite sui diritti fanciullo, 1989, New York, ratificata con L. n.176 del 1991 (cosiddetta ConvenzioneONU), art.12 comma 1; Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea 2000, ratificata con il Trattato diLisbona nel 2009 (cosiddetta Carta di Nizza), art.24; Convenzione Europea sull’esercizio dei diritti minori 1996,adottata da Consiglio Europa, ratificata con L. n.77 del 2003, depositata ed entrata in vigore l’1 novembre 2003,artt. 3, 6 e 10; Art.315-bis cc; Linee guida CPMP del 1990, Comitato proprietà prodotti medicinali, recepito conDM n.178 del 1992, punto 1.8; Regolamento UE n.536/2014 sulla sperimentazione clinica dei medicinali per usoumano, pubblicato in Gazzetta Europea con L. n.158, del 27 maggio 2014, attuazione con L. n.3 del 2018,preambolo 32, art.32; Dichiarazione di Helsinki 1964, testo rivisto nel 2013, definito standard internazionale dallaL. n.3 del 2018, artt. 28, 29 e 30; Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essereumano riguardo le applicazioni di biologia e medicina 1996, ratificata con L. n.145 del 2001 (cd Oviedo), art.6 e17; Codice deontologico dei medici versione del 2016,, artt. 33 informativa adeguata; Codice del diritto del minorealla salute e ai servizi sanitari del 2013, artt.5,13 e 14; ASL di Lucca informativa, punto 1.2; Piaget, studi dipedagogia; magistrato Tognoni, articolo pubblicato in quaderni acp 2013; 20(2) il bambino e la legge; L.n.196 del1978, sull’aborto, artt.2 e 12; L.n.685 del 1975, riabilitazione da tossicodipendenza, art.95 e TU n.309 del 1990,modificato da DL n.272 del 2005, art.120)

6 Convenzione Nazioni Unite sui diritti fanciullo 1989, New York, ratificata con L. n.176 del 1991 (cosiddettaConvenzione ONU), art.12 comma 2; Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea 2000, ratificata con ilTrattato di Lisbona nel 2009 (cosiddetta Carta di Nizza), art.24; Convenzione Europea sull’esercizio dei dirittiminori 1996, adottata da Consiglio Europa, ratificata con L. n.77 del 2003, depositata ed entrata in vigore l’1novembre 2003, art.3;costituzione italiana, artt.2, 13 e 32; Art.315bis cc; Linee guida CPMP del 1990, Comitatoproprietà prodotti medicinali, recepito con DM n.178 del 1992, punto 1.12; Regolamento UE n.536/2014 sullasperimentazione clinica dei medicinali per uso umano, pubblicato in Gazzetta Europea con L. n.158, del 27 maggio2014, attuazione con L. n.3 del 2018, preambolo 32, artt.2 n.18, 31 e 32; Dichiarazione di Helsinki 1964, testorivisto nel 2013, definito standard internazionale dalla L. n.3 del 2018, art.29 e 30; Convenzione per la protezionedei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano riguardo le applicazioni di biologia e medicina 1996,ratificata con L. n.145 del 2001 (cd Oviedo), art.6; Codice deontologico dei medici versione del 2016, art.33 e 35;Codice del diritto del minore alla salute e ai servizi sanitari del 2013, artt.5 e13; ASL di Lucca informativa, punto1.2; ASL Piacenza prot. n.54135 del 1 giugno 2018; magistrato Tognoni, articolo pubblicato in quaderni acp 2013;20(2) il bambino e la legge; L. n.194 del 1978, sull’aborto, artt.2 e 12; L. n.685 del 1975, riabilitazione datossicodipendenza, art.95 e TU n.309 del 1990, modificato da DL n.272 del 2005, art.120).

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risulterebbe  indispensabile  acquisire  gli  esiti  delle  analisi   sierologiche dei  minori  e  deidipendenti  pubblici  ­ siano essi vaccinati  o meno, pertanto, si contesta l’illegittimità  deltesto letterale degli artt.3 e 3­bis della L. n.119/2017, i quali vanno intesi non tanto comeonere   di   consegna   della   mera   formalità   delle   vaccinazioni   eseguite,   ma   piuttosto   lefamiglie   dovrebbero   portare   la   prova   di   aver   iniziato   l’iter   vaccinale,   richiedendo   laprescrizione dello screening, come già disposto da una serie di amministrazioni locali cheprendono   atto   delle   possibili   lungaggini   dell’iter   non   dovute   da   inadempimento   delcittadino. Pertanto, si contesta quanto impone la L. n.119/2017 agli artt.3 e 3­bis in quantomanca di  indicazioni sulla reale ed effettiva verifica dello stato di immunizzazione dellapopolazione dei minori residente nel territorio.

5) illegittima richiesta di consegna appuntamento ASL,autocertificazioni, o atti già in possesso di altre amministrazioni; limitedi consegna fino ai 16 anni

La L. n.119/2017 è inapplicabile nel punto in cui invita la famiglia a richiedere un colloquioper   la   vaccinazione   in   quanto   prima   di   concedere   l'eventuale   consenso,   si   devonoesplicare  gli  oneri   sopra  precisati  su  screening,   informativa,  verifica  del  discernimentodell’interessato e rilascio del  parere dello stesso, pertanto risulta  illegittimo chiedere aigenitori di depositare copia della richiesta appuntamento vaccinale inoltrata alle ASL inquanto essa rappresenta un consenso di tipo “anomalo”, non preceduto da verifica degliesiti   dello   screening,   non   informato,   non   rispettoso   dei   diritti   del   paziente­minore   adesprimere il proprio parere ed espresso in modo non contestuale alla somministrazionedella terapia, pertanto revocabile in ogni momento. Ed ancora, si contesta la richiesta diconsegna di  autocertificazioni  in quanto  l’elenco dell’art.46 del DPR. n.445 del  2000  ètassativo e l’art.49 non prevede la possibilità di autocertificare dati sanitari, e l’art.47ammette solo dichiarazioni sostitutive di fatti già accaduti, in nessun caso è previstodichiarare   l’intenzione   di   vaccinare   tramite   richiesta   di   appuntamento   ASL,   la   qualerappresenta   un   mero   impegno  pro   futuro  che   per   definizione   risulta   incerto   edimprevedibile;   sul  punto  si  prende  atto  che  la   regola  aurea   rimane quella  dettata  dallegislatore   nel   2000,   il   quale   ha   così   evitato   di   diffondere   un   uso   improprio   delleautocertificazioni   sanitarie   (le   quali   potrebbero   essere   impiegate   impropriamente   perreperire farmaci da rivendere nel mercato nero, o accedere a posti di lavoro riservati aidisabili, salvo onerare gli ufficiali di polizia giudiziaria di controlli  diffusi per scongiurare ilfalso in atti).

7 Cfr. Convenzione Nazioni Unite sui diritti fanciullo 1989 di New York, ratificata con L.n.176 del 1991 (cosidettaConvenzione ONU), art.12 comma 2 e 18; Art.316 cc; Linee guida CPMP del 1990, Comitato proprietà prodottimedicinali, recepito con DM n.178 del 1992, punti 1.12 e 1.13; Regolamento UE n.536/2014 sulla sperimentazioneclinica dei medicinali per uso umano, pubblicato in Gazzetta Europea con L. n.158, del 27 maggio 2014, attuazionecon L. n.3 del 2018, art.2 n.21; Dichiarazione Helsinki 1964, testo rivisto nel 2013, definito standard internazionaledalla L. n.3 del 2018, artt.28 e 30; Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essereumano riguardo le applicazioni di biologia e medicina 1996, ratificata con L. n.145 del 2001 (cosiddettoConvenzione di Oviedo), artt.6; Codice deontologico dei medici versione del 2016, art.37; Codice del diritto delminore alla salute e ai servizi sanitari del 2013, art.14; ASL di Lucca informativa, punto 1.2; magistrato Tognoni,articolo pubblicato in quaderni acp 2013; 20(2) il bambino e la legge).

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Inoltre, l’art.15 della L. n.183 del 2011 vieta alle Amministrazioni (quali es. la Scuola) dirichiedere al cittadino la consegna di dati che l’amministrazione possiede già presso altriuffici (quali ad esempio il pediatra e le ASL di riferimento), pertanto il dirigente scolasticonon   può   richiedere   la   consegna   di   copia   del   libretto   vaccinale,  e   di   tutte   lecertificazioni che provengono da altri enti pubblici.Stante quanto sopra, nel rispetto delle norme citate,  il genitore può solo dichiarare diaver iniziato l’iter vaccinale depositando copia di richiesta screening al pediatra, ocopia della nota inoltrata alle ASL dopo il primo colloquio che attestano la pendenzadell’iter   in  corso.  Parimenti  si  contestano  le   richiesta di  consegna di  dati  sensibili  disoggetti che hanno superato, anche solo di n.1 giorno, il limite di età dei 16 anni; in meritoil Consiglio di Stato ha sostenuto più volte il principio secondo cui passata la mezzanottedel   compleanno   si   giunge   al   genetliaco   dell’anno   di   vita   successivo   dell’interessato,pertanto decadono diritti e/o doveri delle norme collegate a detto limite temporale.

6) illegittima trasmissione dai dati scuola-Asl e Asl-scuola fino al2019/20

L’art.3­bis della L.n.119/2017 precisa che solo a decorrere dall’anno scolastico 2019/20 ildirigente scolastico è tenuto a trasmettere gli elenchi dei nominativi dei non vaccinati alleASL, e viceversa. A riguardo il DL. n.148 del 2017, convertito con modificazioni dalla L.n.172 del  2017,  all’art.18­ter  stabilisce che solo per   le  Regioni  che hanno già   istituitol’anagrafe   vaccinale,   le  disposizioni   di   cui   all'articolo   3­bis,   commi   da   1   a   4,   sonoapplicabili a decorrere dall'anno scolastico 2018/2019, e chiarisce che detto articolo si puòapplicare all’anno 2017/18 in corso solamente a condizione che il  controllo sul rispettodegli adempimenti vaccinali si concluda entro il 10 marzo 2018.A ben vedere, l’art.4­bis della L. n.119/2017 prevede n.5 sezioni, tra cui “esenti, omessi,differiti, vaccinati, non vaccinati”, pertanto si fa presente che senza l’acquisizione agli attidegli esiti dello screening, sia pre­vaccinale, che post­inoculo gli uffici ASL non possonoprocedere a  registrare  i  minori  presso detta  anagrafe vaccinale,   in  quanto,  per   i   “nonvaccinati” non è possibile stabilire se il soggetto debba essere registrato tra coloro chefruiscono  di  esenzione,  omissione  o  differimento,  ovvero   tra   i   soggetti   che  per  sceltaintendono non vaccinare. Stessa cosa dicasi dei soggetti  “vaccinati”,   i  quali  senza unaverifica   post­inoculo   potrebbero   essere   erroneamente   iscritti   nella   categoria   degliadempienti ed invece la loro condizione reale potrebbe essere quella di  no­responders,oppure rappresentare soggetti con decadimento precoce dell’immunizzazione artificiale, iquali non possono rientrare nel calcolo di copertura vaccinale raggiunta. Pertanto nei casidi   mancata   acquisizione   agli   atti   di   screening   pre­vaccinale   e   post­inoculo,   laregistrazione generica di “non vaccinato” o “vaccinato” presso l’anagrafe da partedelle   ASL,     come   anche   la     valutazione   superficiale   del   dirigente   scolastico,rappresentano un errore valutativo grave ed inammissibile oltre che un falso in atti aifini del compiuto del raggiungimento della copertura vaccinale nazionale.

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La   trasmissione   dei   dati   scuola­Asl,   ovvero   Asl­scuola,   va   effettuata   solo   a   partiredall’anno scolastico 2019/2020 e non prima, e conseguentemente, qualsiasi uso di detteinformazioni o dati oggetto di scambio tra gli enti è illecito, ed illecite le conseguentiadozioni  di  provvedimenti   di   espulsione  per   l’anno  scolastico   in   corso,  salvo   ricaderenuovamente nell’eventuale ipotesi di abuso di potere ex 323cp per coloro che si rendonoartefici dello scambio arbitrario di documenti sottoposti a tutela della riservatezza ai sensidegli art.22 comma 8 e 26 comma 5 del D.Lgs.n.196 del 2003. A riguardo si fa presenteche anche il parere autorevole della commissione speciale del Consiglio di Stato n.2065del 26 settembre 2017 stabilisce tre differenti regimi rispettivamente per gli anni scolastici2017/18, 2018/19 e 2019/20, prevedendo l’applicazione dell’art.3 unicamente per l’annocorrente, ovvero il 2018/19, e si riserva l’utilizzo delle misure semplificate dell’art.3­bis per isoli anni successivi, pertanto solo dall’anno 2019/20 si prevede l’effetto automatico delladecadenza dall’iscrizione sulla base del mero controllo effettuato sulle banche dati delleASL.Stante   quanto   sopra,   alle   scuole   si   contesta  l’applicazione   dell’art.3­bis   anticipataillegittimamente all’anno scolastico in corso 2018/19, in violazione dei presuppostidi cui all’art.18­ter della L.n.172 del 2017, nella parte in cui prevede l’emanazione delprovvedimento   di   sospensione   della   frequenza   scolastica   sulla   base   della   meracomunicazione   di   inadempimento   inoltrata   dalle   ASL   alle   scuole,   quale   unico   attoistruttorio   acquisito  per   relationem  dalla  ASL competente,  del  quale  atto   speso   vieneillegittimamente negato il dirito di acesso agli interessati.E parimenti, alle ASL si contesta il giudizio di inadempienza emanato in totale carenzadi   istruttoria  (ovvero   in   mancanza   dell’acquisizione   degli   esiti   dello   screening)   ecomunicato alle scuole inaudita altera parte (ovvero in mancanza di contraddittorio con lafamiglia degli interessati), e comunque in violazione della tempistica indicata all’art.3­bisdella L. n.119/2017.

7) illegittima disposizione in contrasto con il diritto di immunodepressi e non vaccinati a far regolarmente parte delle classi dell’istituto

L’art.4 comma 1 della L.n.119/2017 suggerisce di inserire “di norma” gli immunodepressiall’interno di classi costituite solo da vaccinati o immunizzati, mentre i protocolli ospedalieridi   strutture   pubbliche   forniscono   indicazioni   opposte,   ovvero   di  allontanare   gliimmunodepressi   da   soggetti   vaccinati   di   recente   con   vaccini   a   virus   vivi   edattenuati. Invece, il comma 2 del medesimo articolo pone il mero obbligo di segnalare alleASL le classi in cui risultano oltre n.2 soggetti non vaccinati, non imponendo alcun oneredi   trasferimento   di   detti   soggetti   ove   il   limite   venisse   superato;   il   Legislatore   stessodefinisce dunque  questi soggetti non pericolosi per la comunità,  ed in effetti non cisono evidenze né  prove di reale pericolo causato dalla presenza in aula di minori nonvaccinati nel corso dell’anno scolastico appena trascorso. Si segnala inoltre che se anchegli   immunodepressi   o   i   non   vaccinati   venissero   assegnati   a   classi   particolari,   non   èpossibile   garantire   questa   accortezza   relativamente   alla   partecipazione   ai   momenticonviviali a cui essi partecipano ordinariamente (ritrovo collettivo all’ingresso, all’uscita dal

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plesso, nelle pause di ricreazione, in orario mensa, durante le attività ginniche, i laboratori,le gite scolastiche, etc), né si può pensare di vietare loro l’assembramento considerandoche oltre ai minori stessi, accedono a scuola molti adulti a vario titolo, siano essi genitori,parenti o accompagnatori, oltre al personale scolastico di supporto ai minori, di cui non siconosce il profilo vaccinale.

8) presunte epidemie annunciate dal precedente Governo centrale (XVIILegislatura), inesistenza di provvedimenti locali di tutela dellacollettività a seguito

Il nostro ordinamento si definisce uno Stato di diritto in quanto assicura la suddivisione deicompiti   istituzionali   tra   il  Parlamento  che ha  in  compito  di   legiferare,   il  Governo  cheamministra la cosa pubblica e detiene il potere esecutivo, ed i giudici (la  Magistratura)che   emettono   provvedimenti   decisori   e   di   costituzionalità   delle   norme.  Soloeccezionalmente ­ art.77 della Costituzione della Repubblica italiana (“in casi straordinaridi necessità ed urgenza”) ­ è previsto che il Governo svolga la funzione legislativa  insostituzione del Parlamento, nei casi in cui si evidenziano criteri di urgenza e necessità.Ed invero il Governo 2017 della passata Legislatura XVII ha ritenuto di avere il diritto dilegiferare in materia di vaccinazione adducendo presunte epidemie in corso per le n .12(dodici) patologie citate nel DL.n.73 del 2017, poi convertito con L.n.119, la quale le haridotte a n.10 (dieci patologie per cui sono previste vaccinazioni obbligatorie). Inoltresi tiene presente che la L. n.131 del 2003 (Legge La Loggia), recante l’intestazione diDisposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale18  ottobre  2001  n.3,  nel  delegare   il  Governo  all’attuazione  della   lett.   p)  del   secondocomma dell’art. 117 Cost., prevede all’art.2 comma 4, lett d) che il Governo stesso debbasottostare ad alcuni fondamentali principi tra cui quello di

“[...]   prevedere   strumenti   che   garantiscano   il   rispetto   del   principio   di   lealecollaborazione   tra   i  diversi   livelli  di  governo  locale  nello  svolgimento  delle   funzionifondamentali   che   richiedono per   il   loro  esercizio   la  partecipazione  di  più  enti,  alloscopo   individuando  specifiche   forme di   consultazione  e  di   raccordo   tra  enti   locali,Regioni e Stato...”.

Da quanto sopra, emerge come il Legislatore si sia prodigato per assicurare  il metododella   “concertazione”   tra   i   livelli   di   governo   attuando   il   principio   di   lealecollaborazione, onde poter attuare una concertazione efficace e leale, è necessario chea livello locale si attuino le direttive del livello centrale. Il Sindaco rappresenta la massimaautorità sanitaria locale  in materia in caso dello scoppio di reali epidemie nel territorio,

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secondo l'art.32 della L.n.833/1978, art.50 D.Lgs.n.267/2000 cosiddetto TUEL ed art.117del D.Lgs.n.112/1998, e pertanto da agosto 2017 la cittadinanza attendeva l’emanazionedi ordinanze contingibili ed urgenti con efficacia estesa al territorio comunale, a protezionedelle presunte epidemie oggetto delle n.10 vaccinazioni obbligatorie.L’art.3 comma 2 del TUEL già citato, chiaramente enuncia che “..Il Comune è l’ente localeche rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne propone lo sviluppo..”.

Secondo   l’oramai   consolidato  principio   di   sussidiarietà,   le   funzioni   amministrativevengono   conferite   alle  autorità   territorialmente  e   funzionalmente  più   vicine  ai   cittadiniinteressati. La normativa tende quindi a far sviluppare l’autonomia delle Regioni e deglienti locali, mentre, in tema di assetto del governo locale, l’elezione diretta ha rafforzato laposizione dei Sindaci, sia quali organi di rappresentanza del Governo sia come funzionariresponsabili  dell’amministrazione del  Comune,  conferendo a questa  figura  istituzionaleuna legittimazione democratica in via diretta ex L.n.81 del 1993, al pari del Consiglio.Nell’ambito   degli   oneri   in   capo   al   Sindaco,   si   distingue   dunque   una  responsabilitàpolitica,   in   ottemperanza   della   quale   il   Sindaco   deve   provvedere   all’attuazione   delprogramma governativo come quello sopra individuato, e una responsabilità tipicamenteamministrativo­giuridica verso i bisogni provenienti dal territorio. Il Sindaco dovrà saperdistinguere   di   volta   in   volta   il   suo   ruolo   di   “sovrintendente”   del   governo   da   quello,altrettanto   rilevante,   di   “gestore”,   ovvero   autorità   vertice   dell’amministrazione   locale,all’interno del quale si  colloca  la funzione propria di  vigilanza sul comportamento degliorgani burocratici del Comune.A riguardo l’art.13 comma 1 TUEL stabilisce che al Comune spettano “..tutte le funzioniamministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente neisettori  organici  dei  servizi  alla persona e alla comunità   ..”,   tra cui,  a  rigor di   logica, siannoverano i rapporti con i dirigenti scolastici delle scuole comunali del territorio; da ciò lacompetenza del sindaco in merito alla questione di accesso dei bimbi under 6 presso ogniordine di  grado scolastico ed  in generale  le  disposizioni  sul  contenimento di  eventualiepidemie in corso, da concordare con gli uffici ASL.A ben vedere in materia di contenimento delle epidemie sul territorio, i cittadini di ogniRegione  italiana hanno preso atto  dello  scollamento della   leale collaborazione  tra  enticentrali   e   locali  rappresentativi   del   precedente   Governo,   in   quanto   successivamenteall’emanazione del DL.n.73 del 2017,  gli enti locali, tra cui le prefetture ed i S   indaci,non   hanno   attuato,   da   agosto   2017   ad   oggi,   alcuno   strumento   per   guidare   ilterritorio   fuori  dal  pericolo   imminente  delle  presunte  epidemie  annunciate  dopol’agosto   2017,   quali   ad   esempio   indicazione   sul   coprifuoco   serale,   divieto   diassembramento nei luoghi comuni, spostamento degli ammalati in centri di raccolta meglioattrezzati per le cure, invito a indossare mascherine protettive nei bus o nei locali affollati,chiusura delle scuole e degli uffici pubblici nei periodi di picco delle epidemie. Ad esempio,sulla stessa  linea si  colloca la nota prot.  n.47018 del 15 settembre 2017 emanata dalSindaco di Valsamoggia, in provincia di Bologna nella quale si ribadisce che  “.. non ci

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sono epidemie in corso nel territorio emiliano, né sono stati sollevati problemi di igienepubblica..”,   e   pertanto,   stante   la   mancanza   di   presupposti,   il   Sindaco   non   si   ritieneautorizzato a deliberare in materia, come precisato anche dai Sindaci di Casalecchio diReno e Sasso Marconi, Carbonera, mentre una serie di  altri  sindaci (primi cittadini   fraVeneto   e   Friuli   Venezia   Giulia),   tra   cui   quelli   di   Castelgomberto,   Gemona   del   Friuli,Portogruaro, S. Giorgio della Richinvelda, Volpago del Montello,  non hanno rigettato laistanza al Sindaco, rispondendo formalmente di aver proceduto ad inoltrare l’istanzaad   altre   autorità   competenti  (fra   cui   Prefetture,   ASL,   Regioni   ed   anche   lo   stessoMinistero della Salute). Si segnala anche quanto disposto dal Consiglio di Stato n.1653del 14/04/18 il quale ha appurato che la presenza di un minore non vaccinato in classenon aveva sollevato alcun problema epidemiologico, pertanto egli veniva riammessoalla frequenza scolastica senza indugio. 

9) illegittimità del provvedimento di decadenza dalla frequenzascolastica

Gli  artt.3 e 3­bis della L. n.119/2017  prevedono  “la decadenza” della iscrizione  ­  edunque della frequenza scolastica ­ per i soli minori inadempienti, non vaccinati in parte ototalmente e sotto i 6 anni di età; tali articoli risultano in palese violazione di una serie dinorme di rango sovraordinato riportati in calce al presente atto, tra cui si ricordal’art.34 Cost. Comma 1“La scuola aperta a tutti”, oltre ad evidenziare criticità in meritoalla   concreta   esecuzione   del   provvedimento;   si   pensi   ad   esempio   alla  mancanza  dipersonale   con   la   qualifica   di   ufficiali   di   PG  tra   il   personale   scolastico   che   possaprovvedere  all’allontanamento coatto del minore dall’aula, e presidiando i locali dellascuola   per   l’intero   periodo   di   apertura   al   pubblico   della   stessa,   o   alla   mancatacorrispondenza   tra   soggetto   agente   e   soggetto   punito   di   fatto,   rispettivamenterappresentati dai genitori e da un minore che non ha compiuto alcuna scelta sulla suacondizione vaccinale, la quale non rappresenta comunque una condotta antigiuridica pergli over 6 anni tale da giustificare l’espulsione. Ed   invero,  nel  precedente  anno  scolastico   la  maggioranza  dei  dirigenti   scolastici   nonhanno   ritenuto  di  dover  applicare  detti   articoli,   visto   l’onere  dei  dipendenti   pubblici   didisapplicare le norme illegittime, senza attendere l’esito delle pronunce giurisprudenziali.Questo comportamento ha generato  in  capo alla popolazione  la  giusta presunzione diinvalidità della L. n.119/2017, in quanto in generale per l’anno 2017/18 i minori non sonostati  oggetto di  sospensione né  a settembre 2017, né  per  la data del 10 marzo 2018,proprio   perché   la   norma   è   illegittima   ed   incostituzionale   sia   nel   precetto   sia   nelleconseguenti   sanzioni   amministrative   di   tipo   pecuniario   e   non,   che   ne   deriverebbero;pertanto una serie di enti avevano predisposto delle delibere di sospensione per il soloanno 2017/18 al fine di permettere la continuità scolastica regione (vedasi FVG, Piemonte,Emilia  Romagna,  città  di  Firenze,  Roma,  Schio,  Ala  etc)  di   cui  si   attende   riconferma

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nell’anno in corso, in quanto i motivi esposti sono tutt’ora validi per l’anno in corso, mentreci sono altri  enti  che hanno appena riconfermato tale sospensione anche per  l’anno incorso (vedasi Bolzano);Tale presunzione di illegittimità è stata confortata anche dalle indicazioni di una serie dienti regionali e comunali del territorio e dalle pronunce di riammissione emanate dei giudicicompetenti (Tar Milano n.1560 del 30/11/17; Tar Campania n.55 del 11/01/18; Tar Brescian.112   del   14/03/18;   Tar   Abruzzo   n.73   del   29/03/18;   Tar   Brescia   n.133   del   5/04/18confermato   dal   Consiglio   di   Stato   n.1653   del   14/04/18),   che   hanno   delegittimato   ledecisioni di indirizzo minoritari di alcuni dirigenti scolastici.

10) Indagini preliminari penali nell'ambito della qualità, sicurezza esomministrazione dei vaccini ad uso umano: contaminazioneinorganica

Da oltre un anno è stata divulgata la notizia di reato delle indagini preliminari penali  suivaccini, in corso presso  la  Procura   della   Repubblica   di   Roma, per farmaci   guastio   imperfetti  e  delitti   colposi  contro   la  salute  pubblica.    Analoghe   indagini  penali   sullasicurezza dei farmaci vaccini e la loro somministrazione ­ ma limitate a farmaci guasti oimperfetti ­ erano in corso sin dalla primavera del 2017 anche presso la   Procura dellaRepubblica di Torino,  ove  il  PM della Procura di  Torino – dr.  Vincenzo Pacileo ­  hachiesto la archiviazione dopo circa un anno di indagine ed alcune perizie, ma verso cui ilCodacons Piemonte ha presentato opposizione  al  GIP , alcuni   mesi   fa:   si   veda   ilcomunicato     stampa   del novembre     2017   a   firma   della   parte   offesa e   del legaledifensore nominato,  relativo al procedimento  penale  in  corso  presso la Procura dellaRepubblica   di   Roma,   ivi   trasferito   per   competenza   territoriale   dalla   Procura   dellaRepubblica di Udine, ove il procedimento penale è stato aperto nel marzo 2017 a seguitodi un esposto di un cittadino/genitore preoccupato per la sicurezza della   vaccinoprofilassie   criticità   di farmacovigilanza da egli indicate.Citiamo alcuni  articoli   che hanno evidenziato   le  notizie:  cit.   “LAUGERI Claudio,   in  LaStampa, articolo intitolato “Sostanze non segnalate nel vaccino esavalente” Indaga laprocura di Torino, 14 maggio 2017, Cronache, pag. 15, e l'articolo del 23 febbraio 2018,sempre   di   Claudio,   Laugeri,   pubblicato   su   La   Stampa:  “Tracce   di   Tungsteno   neivaccini: indagine per “farmaci imperfetti”. L’esperto: nessun pericolo “.  Da notareche il PM Vincenzo Pacileo, che conduce le indagini a Torino in qualità di capo del poolSalute e Sicurezza della Procura, aveva disposto un supplemento di perizia perché nonsoddisfatto della valutazione del perito consulente nominato. L'esperto nominato ­ il Professor Claudio Medana, associato di Chimica analitica presso ilDipartimento di Biotecnologie molecolari, e Scienze per la Salute, Università degli Studi diTorino     ­   ha   concluso   che   non   vi   sarebbero   rischi   per   la   salute   dal   punto   di   vistatossicologico, nonostante l'accertata presenza di contaminanti inorganici, fra cui piombo etungsteno.   Il   Codacons   Piemonte   ­   con   in   testa   l'avvocato   Tiziana   Sorriento   ­   hapresentato   formale   opposizione   al   GIP   delle   indagini   preliminari,   che   ha   ricevuto   larichiesta di archiviazione dal PM Pacileo, e su cui dovrà pronunciarsi. 

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A fine giugno 2018 il Codacons ha annunciato pubblicamente che la Università DaneseDTU ­  nel corso di esami di laboratorio non ancora conclusi ­ ha confermato la presenzadi inquinanti di natura inorganica nei vaccini. 

Oltre   alle   indagini   della   Procura   di   Torino,   come   sopra   detto   vi   sono   altre   indaginipreliminari di natura penale, aventi sempre come oggetto sicurezza e somministrazionedei vaccini ad uso umano: in data 03 ottobre 2017 è stata notificata al diretto interessato(un cittadino friulano e genitore) – su sua richiesta specifica presentata in Procura a Roma­  l’iscrizione a registro  in qualità  di  parte offesa,  ai  sensi  art  335 CPP, da parte  dellaProcura   della   Repubblica   di   Roma:   l'elenco   dei   fatti   criminosi   include   la   possibileviolazione dei seguenti articoli  del Codice Penale,  art. CP 443 (“medicinali guasti” o“imperfetti”),  ed  art.  CP 452   (“delitti   colposi  contro   la  salute  pubblica.”)  Citiamol’articolo   pubblicato   sul  Fatto   Quotidiano  in   data   25   novembre   2017:  “Vaccini   omedicinali guasti? Indagini sull’obbligo di legge”, dove il cittadino è  indicato con lopseudonimo di “Michele” (nome di fantasia).

Stante le premesse esposte, è evidente che risulta possibile per il Sindaco quanto segue:

1) la disapplicazione di fatto dei profili coercitivi/discriminatori della L. n.119/2017, coneffetto immediato, in vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico in corso;

2) l’annullamento e/o la revoca dei provvedimenti sanzionatori eventualmente irrogatidalle ASL nei  confronti  di   famiglie  inadempienti   il  calendario vaccinale dell'obbligo cherisultino in posizione di obiettori attivi per scelta meditata ed attenta, o la sospensione ditali procedimenti amministrativi;  infatti l'applicazione delle sanzioni amministrative perviolazione della obbligatorietà delle vaccinazioni, è disciplinata dalla L. n. 689 del 1981, eda eventuali Leggi Regionali; 

3)   di   astenersi   dal   pubblicare   ordinanze   sindacali   discriminatorie  collegateall’applicazione della L. n. 119/2017 in mancanza di presupposti di reali epidemie in corsoe  nel   rispetto   delle   leggi   nazionali   sulle   vaccinazioni   obbligatorie,   definita   dalla  CorteCostituzionale n.5 del 18 gennaio 2018, come materia di competenza meramente statale;

4)  una   dichiarazione   pubblica   sull’eventuale   esistenza   di   epidemie   mortali   edinvalidanti esistenti  sul territorio comunale, da agosto 2017 ad oggi, con evidenza deiseguenti dati,  oscurando le generalità  e ogni altro dato finalizzato all’identificazione deisoggetti portatori dell’infezione, nel rispetto della normativa in vigore sulla privacy comeprevisto per le sentenze e i provvedimenti di cui all’art.52 comma 1 del D.Lgs.n.196 del2003:­ numero degli ammalati;­ ubicazione degli stessi, assegnazioni ospedaliere o domiciliari;­  esiti  delle  analisi  di   tracciabilità  genica sull’intera popolazione di  ammalati,  al   fine direndere pubblica la fonte del contagio, se da virus selvaggio ovvero da virus artificiale;

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5)   una   dichiarazione   pubblica   sull’eventuale   necessità   di   apportare   misurerestrittive  alla  circolazione dell’intera  popolazione sul   territorio comunale,  ovveromisure di  contenimento di  eventuali  pestilenze correlate alle  n.10 patologie di  cui  allevaccinazioni obbligatorie.

IMMUNITÀ DI GREGGE ED EFFETTO GREGGE: PROBLEMATICHE 

Illegittimo   obbiettivo   di   raggiungimento   della   copertura   vaccinale,   verifica   dellostatus   di   immunizzazione;   spesa   pubblica   ingiustificata   e   discriminazione   tra   iconvocati a vaccinazione

L’art’1­ter della L. n.119/2017 stabilisce  la non obbligatorietà  delle vaccinazioni MPRV,ovvero   di   morbillo,   parotite,   varicella,   rosolia   in   caso   di   raggiungimento   dei   valori   dicoperture di soglia stabiliti dal Governo. Il concetto di immunità di gregge e di verifica dellecoperture vaccinali nel territorio nascono da una pubblicazione di alcuni studi autonomi divari   medici   privati,  susseguitisi   nel   tempo.   Si   può   definire  immunità   di   gregge   laresistenza   di   un   gruppo   sociale   all’attacco   di   una   malattia,  di   cui   una   grandeproporzione   dei   membri   di   quel   gruppo   è   immune;   questa   resistenza   si   ottieneimmunizzando una percentuale di popolazione ma ne beneficia l’intera collettività poiché,al di sopra di quella soglia di copertura, l’infezione non si diffonde.L’applicazione di  questa   teoria  ammette,  presuppone ed autorizza  la  presenza di  unaquota di  soggetti  non  immunizzati  dentro una comunità,  anzi questa tesi   “impone” alloStato  di   non   vaccinare  una  determinata  minoranza,  per  mantenere   il   vantaggio  dellariduzione dei costi, perché vaccinare tutti non è né utile né necessario, e la spesa pubblicaper la vaccinazione della minoranza non sarebbe quindi giustificabile.Quindi la copertura vaccinale è un bonus, un sorta di meccanismo di scontistica in quanto,vaccinati i primi soggetti fino al raggiungimento della soglia di copertura, si garantisce ilraggiungimento dell’interesse della collettività a non incorrere in epidemie, pertanto non èpiù   necessario,   né   economicamente   giustificabile   procedere   alla   vaccinazione   dellaminoranza residuale.La decisione politica di applicare questa teoria nel territorio italiano porta ad una serie diproblematiche,  in primis  di rilevanza all’interno delle fonti del diritto, poi di contrasto tral’obbligo vaccinale di tutta la popolazione under 16 rispetto all’inopportunità di distribuireuna terapia alla minoranza oltre  la soglia,  ed ancora un problema di valutazione dellalegittimità  della spesa pubblica relativa alla distribuzione della terapia vaccinale a dettaesigua   minoranza,   quando   l’interesse   pubblico   di   tutela   dal   contagio   sia   stato   giàassicurato all’intera collettività, mediante il raggiungimento della soglia di copertura.

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1) illegittimità costituzionale dell’art.1 comma 1-ter.

Sul primo punto si segnala che il comma 1­ter dell’art.1 è illegittimo in quanto tale teoria,anche   se  assimilabile   ad  eventuale   indicazione   internazionale  dettata  dall’OMS,  deveessere  formalmente recepita  nel   territorio  ai  sensi  dell’art.10,  11 e 80 Cost.  e  relativenormative di recepimento di cui alla Convenzione di Vienna, ed invece non risulta esseremai  stata   formalmente   ratificata  e  pubblicata   in  Gazzetta  ufficiale,  e  sul  punto  sisegnala che il Tribunale dei Minori di Bologna con sent. n.1928 del 24 maggio 2017 haevidenziato  la mancanza di  definizione della questione  in  quanto riporta  “..il  problemaepidemiologico.. i cui margini non sono ancora definiti a livello nazionale..”. A riguardo sifaccia presente che la Costituzione garantisce  la sovranità  al  popolo ai  sensi  dell’art.1Cost., il quale eleggendo i parlamentari pone su questi l’onere di legiferare all’interno delterritorio italiano; quindi lo Stato non può accettare indicazioni internazionali da qualunqueente   estero,   salvo   si   proceda   alla   formale   ratifica   di   detti   atti   tramite   una   procedurainderogabile creata ad hoc, particolarmente garantista dei diritti costituzionali, che prevedel’intervento del Parlamento impegnato in un iter particolarmente articolato; pertanto unamera legge di secondo livello, quale è la L. n.119/2017, non può far entrare nel nostroordinamento una indicazione internazionale quale quella della copertura vaccinale.

2)  esiti  screening “completo”,   test  pre­vaccinali   e  post­inoculo  di  verificadelle   immunità   naturali   e   artificiali,   valutazione   del   raggiungimento   dellasoglia di copertura degli “immunizzati” nel territorio.

La   copertura   di   soglia   prevede   il   conteggio   della   popolazione   “immunizzata”   dallepatologie; non basta quindi verificare e conteggiare chi formalmente viene vaccinato, mabisogna   verificare,   ai   fini   di   una  effettiva   tutela   dell’interesse   pubblico,   chi   realmentepermane in una condizione tale da non permettere la diffusione delle patologie.A riguardo si  precisa che la copertura di soglia si  raggiunge sommando i soggetti  conimmunità   di   tipo  naturale  e  quelli   che  posseggono  una   immunità   artificiale,  ovvero  siconteggiano i soggetti che hanno sofferto e superato le patologie o sviluppato anticorpi nelsangue in modo asintomatico, i quali risultano possedere lo status di immunizzato in mododefinitivo,   con   quei   soggetti   che   invece   a   seguito   della   vaccinazione,   dimostrano   dipermanere nella condizione di immunizzazione, infatti, si fa presente che per definizione,la vaccinazione prevede dei richiami perché immunizza il soggetto solo per un determinatoarco di tempo (a differenza della immunità naturale, che è acquisita a vita per la maggiorparte delle patologie).Si   può   pertanto   affermare   che   lo  status     formale   di   “vaccinato”   non   corrispondenecessariamente a quello di “immunizzato” in quanto l’immunizzazione artificiale è unacondizione in continua evoluzione, e nel periodo tra una vaccinazione e il futuro richiamodetti   soggetti   sono   in   una   condizione   ibrida   in   quanto   hanno   adempiuto   all’obbligovaccinale ma potrebbero risultare no­responders (ovvero non immunizzati sin dalla primaora), oppure perdere l’immunità precocemente in un determinato momento improvviso eda   verificare   individualmente,   rispetto   alla   data   del   richiamo   fissato   dal   calendariovaccinale.  In merito alla  frequenza scolastica,  in questi  casi  si   rischia di  ammettere  in

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classe  dei   soggetti   non   immunizzati,   falsando   la   valutazione  dei   rischi   sul   lavoro,  edessendo   tale  condizione   in   continua  evoluzione,   risulta   veramente   complesso  definirequanti alunni hanno realmente il diritto di frequentare in corso d’anno, o vanno espulsi otrasferiti di sezione in relazione alla possibile presenza di immunodepressi.Allo   stesso  modo  si  può   affermare   che   lo   status  di   “non   vaccinato”   non   corrispondenecessariamente ad un soggetto inadempiente, in quanto lo stesso potrebbe essere unimmunizzato naturalmente alle patologie di cui alla L. n.119/2017, ovvero avente diritto aomissione e differimento dalla vaccinazione in quanto ammalato; si precisa a riguardo chenel primo caso, il soggetto immunizzato naturalmente rientra a tutti gli effetti nel conteggiodella copertura vaccinale nazionale, e quindi  contribuisce  in modo definitivo alla  tuteladella collettività, senza necessità di provare la permanenza della sua condizione di anno inanno; allo stesso modo il soggetto non vaccinato che risulta ammalato ha la possibilità didiritto di far parte di quella minoranza prevista dalla teoria dell’immunità di gregge che nondeve essere vaccinata.  Anche  in questa  ipotesi,   in merito alla  frequenza scolastica, sirischia di emanare provvedimenti di sospensione di soggetti che non vanno sanzionati inquanto immunizzati naturali  alle patologie, ovvero immunodepressi,  i  quali hanno pienodiritto a frequentare regolarmente la propria classe (a riguardo si faccia presente che la L.n.119/2017  e la cir. MIUR n.1622 di agosto 2017 prevedono il trasferimento di sezionedegli   immunodepressi   in   classi   di   soli   vaccinati,   mentre  i   protocolli   ospedalieriprevedono   l’opposto,  ovvero   che   detti   soggetti   non   stiano   a   contatto   con   soggettivaccinati di recente), creando una difficoltà oggettiva nel criterio di costituzione delle classiin vista degli adempimenti del TU sicurezza.Si ribadisce dunque  l’onere di acquisizione agli atti, da parte del dirigente scolastico,degli esiti dello screening completo pre­vaccinale e post­inoculo di tutta la popolazioneunder   16  per   quattro   motivi   sostanziali,   tra   cui  acquisire   la   prova   della   salute   delminore, garantire la corretta compilazione dell’anagrafe vaccinale di cui al punto a3),procedere al  calcolo della  soglia  di  copertura  vaccinale  all’interno della  classe everificare il presupposto di pericolosità per applicare le sanzioni amministrative ditrasferimento o sospensione.Stesso onere è in capo ai dirigenti scolastici, i quali, al fine di rispettare la vera finalità dellaL. n.119/2017, interpretando correttamente la norma, sono tenuti a procedere ad acquisireagli atti il permanere della condizione di immunizzazione dei minori, non solo la prova dellevaccinazioni   eseguite,   in   quanto   la   condizione  di  mancata   immunizzazione  dovrebberappresentare il reale pericolo da valutare all’interno della comunità scolastica (sul puntovedasi   la   relazione  del  dr.  Fabio  Franchi   intitolato  “Effetto  gregge o   immunità  digregge”, allegato tecnico nr. 2, Istanza al Sindaco). Pertanto si contesta il testo letteraledell’art.3   e   3­bis   L.n.119   che   impone   la   consegna   della   mera   prova   di   effettuazioneformale delle vaccinazioni e predispone sanzioni amministrative per i non vaccinati, inveceche ribadire espressamente come presupposto agli illeciti amministrativi la condizione di“non immunizzazione”, che di fatto non viene verificata pedissequamente nel territorio.

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3) utilizzo della teoria della soglia di copertura solo per MPRV;

Nonostante quanto sopra segnalato  in merito al  mancato recepimento di  questa teoriacome  fonte  di   legge  italiana,   la  dott.ssa Stefania Salmaso,  allora  in  qualità  di  medicodipendente dell’ISS (Istituto Superiore Sanità), è stata incaricata di redigere per l’Italia icalcoli di copertura vaccinale come segue:

patolo­gie

soglie america­ne soglie italiane

difterite 85% 85%polio 80­86% 80­86%pertosse 92­94% ?hib ? 70%epatite b ? ?tetano non calcolabile non calcolabile     morbillo 83­94% 95%parotite 75­86% 75­86%rosolia 83­85% 83­85%varicella ? ?

La tabella  indica che, dal punto di  vista scientifico, questa teoria può  essere applicataanche all’esavalente, infatti i medici hanno reso noto le soglie per difterite, polio, pertosse,hib,  mentre,  dal  punto  di   vista  politico,  secondo  il   testo   letterale  del   comma 1­ter,   lascontistica  alla   vaccinazione  di   massa  degli  under  16   è   stata  applicata   al   soloMPRV,     e non anche all’esavalente,  creando un dubbio sulla validità  e opportunità  diapplicazione di questa teoria, che conseguentemente autorizza ad una riduzione di costidella spesa pubblica solo per l’MPRV. Invece, per quanto concerne la varicella, si verifical’opposto, in quanto la scienza non fornisce una percentuale di soglia, facendo presumerela non applicabilità della teoria a questa patologia, mentre la politica, con la previsione delcomma 1­ter, vincola l’obbligo vaccinale della varicella al raggiungimento di una soglia,non identificabile con nessuna equazione di calcolo.Questo scollamento tra le indicazioni della scienza e le scelte della politica italiana, non ègiustificabile, pertanto si è creato un paradosso, secondo cui tutta la coorte degli under 16verrà vaccinata per esavalente, mentre per MPRV si procederà alla vaccinazione fino aduna certa percentuale del totale, variabile di patologia in patologia.

4) illegittimità dell’obbiettivo del 95% per tutte le patologie di cui alla MPRV,valutazione dell’obbligo vaccinale a fronte del raggiungimento delle correttesoglie di copertura per ciascuna patologia.

Tornando alla  tabella di  cui  sopra,  si  noti   infatti  che  la scienza fornisce  per ciascunamalattia una diversa percentuale di soglia, secondo il risultato dell’equazione di calcolo

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previsto  da  questi   studi,  pertanto  si   contesta   il   presunto  obbiettivo  degli  uffici  ASL diraggiungimento   del   95%   per   MPRV,   in   quanto   in   contrasto   con   le   indicazionidell’equazione di calcolo.Più precisamente, si noti che le soglie di parotite e rosolia sono state calcolate allo stessomodo in Italia come all’estero, il morbillo invece è passato dal 83­94% ad una soglia del95% per il solo Paese Italia, senza che sia stato reso pubblico il motivo di un risultatodifferente rispetto agli altri Paesi esteri.In attesa di una revisione e verifica di tali calcoli italiani, che è stata formalmente richiestaagli enti competenti, e tenuto conto che manca del tutto ogni riferimento alla varicella, dettivalori di soglia sono stati comunque presi a riferimento per la verifica del raggiungimentodella copertura vaccinale rispetto alle coperture reali raggiunte nel 2016, come pubblicatedall’ISS nel seguente sito istituzionale:

http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_8_3_1.jsp?lingua=italiano&id=20

patolo­gie

copertura so­glia

coperture reali del 2016bimbi 24 mesi

bimbi 36 mesi

bimbi 5­6 anni fino 16 anni

morbillo 95% 87,26% 88,02% 84,24% 87,76% o 78,86%parotite 75­86% 87,20% 87,94% 81,98% 87,54% o 78,12%rosolia 83­85% 87,19% 81,98% 82,04% 87,61% o 78,21%varicella ? 46,06% 39,16% 32,85% manca dato

Dai dati sopra evidenziati per  parotite, rosolia e varicella, si prende atto che tutto ilterritorio italiano dimostra di avere già superato le soglie di copertura vaccinale diriferimento dell’ISS, salvo che per il morbillo e per la coorte dei bimbi n.5­6 anni in meritoalla rosolia per  le sole regioni di Bolzano (60,66%), Liguria (79,47%), Molise (59,75%).Quindi   si   segnala   l’inopportunità   delle   convocazioni  per  MPRV nell’anno   in   corso.  Edancora,  si  prende atto  che   le  Regioni  che  hanno  dichiarato  ufficialmente  che   è   stataampiamente raggiunta la copertura vaccinale richiesta sul territorio, da quella data in poidovrebbero aver sospeso l   e convocazioni vaccinali, e di conseguenza tutti gli under16   attualmente   non   ancora   vaccinati,   tra   cui   il   minore   in   oggetto,   rientranolegittimamente   tra   quella   minoranza   di   soggetti   che   non   devono   più   venireconvocati dalle ASL di tutta la Regione.

5) contrasto tra l’obbligo vaccinale politicamente imposto e l’applicazione diuna  teoria  medica che prevede  l’esclusione della  cura  per  una minoranzadella   collettività,   risvolti   sulla   spesa   pubblica   nell’acquisto   dei   prodottivaccinali.

L’applicazione della teoria dell’immunità di gregge ha evidenti risvolti sulla spesa pubblica,in   quanto   giustifica   l’acquisto   dei   prodotti   vaccinali   fino   al   raggiungimento   della   solapercentuale   di   soglia   di   copertura;   infatti,   vaccinata   detta   maggioranza   viene

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scientificamente   garantito   il   raggiungimento   dell’interesse   pubblico   di   tutela   contro   leinfezioni dell’intera collettività.Stando   al   testo   della   norma,   questa  scontistica   va   applicata   solo   agli   acquistidell’MPRV e non anche all’esavalente,  nonostante  la scienza abbia  individuato dellesoglie anche per difterite, polio, pertosse e hib, mentre per il tetano e la varicella si pone difatto un problema di applicazione di una soglia, perché gli scienziati negano l’applicazionedell’equazione di calcolo per dette patologie.Considerato il fatto le percentuali di soglia per MPR sono rispettivamente del 95%, del 75­86% e del 83­85%, stante la mancata fornitura di prodotti mono­componenti, non è chiaroin che percentuale sia stato acquistato il trivalente. Pertanto è stato contestato con varienote inoltrate dalla cittadinanza alle Corti dei Conti territorialmente competenti, l’acquisto diprodotti esavalenti corrispondenti al totale della coorte di popolazione under 16, ed anchel’acquisto di prodotti trivalenti che non rispecchiano l’esigenza di differenti soglie dicopertura   delle   tre   patologie   in   esso   contenute,   oltre   a   contestare   l’attivitàamministrativa degli uffici ASL che stanno provvedendo a convocare la totalità degli under16, una minoranza dei quali non è autorizzata a fruire della terapia, in quanto detti costisono ingiustificabili per la spesa pubblica.

6) contrasto tra l’obbligo vaccinale politicamente imposto e l’applicazione diuna  teoria  medica che prevede  l’esclusione della  cura  per  una minoranzadella collettività, discriminazione tra la maggioranza vaccinata e la minoranzache   non   deve   fruire   della   terapia,   mancata   pubblicazione   dei   criteri   diselezione delle convocazioni per la vaccinazione.

Anche se questa teoria medica fosse stata regolarmente recepita nel  territorio  italiano,cosa che non risulta agli atti, il principio di immunità di gregge non può essere affiancato alconcetto di obbligo vaccinale imposto dalla L. n.119/2017, in quanto il concetto di sogliapresuppone che  si  debba vaccinare  solo  una  percentuale  di  minori  under  16,  eprevede   che  raggiunto   l’obbiettivo   non   sia   più   necessario   né   economicamentevantaggioso che si  vaccini   la   restante  minoranza  a  cui  viene negata   la  cura,  conconseguente ed ovvia esclusione dell’applicazione delle sanzioni amministrative per chi sitrovasse   in   questa   situazione,   mentre   l’obbligo   della  L.   n.119/2017  prevedenecessariamente l’onere vaccinale in capo a tutti   i minori under 16. Pertanto, applicareuna   soglia   di   copertura   vaccinale   significa   fare   discriminazione   all’interno   dellapopolazione   under   16;   in   particolare   tale   discriminazione   viene   attuatadall’amministrazione nel momento in cui predispone cronologicamente le convocazioni perl’appuntamento   vaccinale,   alle   quali   i   primi   soggetti   sono   obbligati   ad   aderire,   salvoincorrere nelle sanzioni amministrative previste, mentre, raggiunta la soglia di copertura,visto   che   l’interesse   pubblico   della   tutela   collettiva   è   stato   conseguito,   la   minoranzarestante nel caso venisse convocata non ha alcun obbligo di aderire alla terapia e non puòessere conseguentemente sanzionata, perché il loro stato di “non immunizzati” non creapericolo nella società, anzi, se volessero volontariamente vaccinarsi questi soggetti creanoun disagio all’amministrazione che non dovrebbe avere predisposto sufficienti acquisti per

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distribuire la terapia a tutti, in quanto non è autorizzata a sostenere costi pubblici inutili edingiustificati.Pertanto l’applicazione della teoria della copertura vaccinale crea discriminazione tra lapopolazione in quanto la minoranza oltre soglia vaccinale da un lato fruisce di unreale diritto di scelta terapeutica, non è  soggetta ad alcun obbligo e sfugge allesanzioni amministrative previste dalla L. n.119/2017, a differenza dei primi convocatiche in caso di opposizione all’obbligo verrebbero sanzionati, mentre dall’altro lato, lamedesima minoranza ove volesse comunque fruire della terapia, si  ritrova a non poterrichiedere legittimamente all’amministrazione la fornitura dei prodotti in quanto l’interessepubblico prevede di negare la distribuzione del farmaco oltre soglia,  per motivi digiustificazione   della   spesa   pubblica.   La   questione   di   discriminazione   si   complicaulteriormente in quanto nessuna amministrazione ha pubblicato i criteri di selezionecronologica di  convocazione dei  soggetti  da vaccinare all’interno della  coorte  degliunder 16, pertanto si assiste alla discriminazione di fatto dei minori convocati per primi,che sono soggetti a obblighi e sanzioni amministrative, rispetto ai soggetti che vengonoconvocato   per   ultimi   che   sfuggono   alle   sanzioni   e   per   i   quali   non   ci   sonoapprovvigionamenti  sufficienti  delle  terapie,  segnalando che comunque tali  scelte  sonostate fatte in assenza di alcun criterio di trasparenza e uniformità nel territorio.Per   tutti   i  motivi  sopra esposti  si  pone  in  primis  un  rilievo di   incostituzionalità  all’art.1comma 1­ter, e nel contempo è  stato richiesto ad ASL e Sindaci  la sospensione dellaconvocazione   per   le   vaccinazioni   obbligatorie,   oltre   che   predisporre   rilievi   sui   costisostenuti  dalla  spesa  pubblica  presso   la  Corte  del  Conti   e   le  Regioni  che curano gliapprovvigionamenti, di cui si attende l’esito, di cui al punto 5) precedente.Detto   concetto   di   immunità   di   gregge   dunque   non   può   assurgere   a   riferimentomotivazionale per far decadere il minore dalla frequenza scolastica, ed invero sul punto sisegnala quanto già indicato al punto u) in merito all’accesso dei malati di AIDS di cui allaL. n.135 del 1990, e di quanto la stessa L. n.119/2017 ribadisce all’art.4 dove si prevederegolarmente l’accesso ai non vaccinati nelle scuole dell’obbligo.

Inoltre, l’AIFA, con la nota del 18 settembre 2017 a firma del dir. Raniero Guerra, fornisce idocumenti   a   cui   si   riferisce   la  L.  n.119/2017  in  premessa,   pertanto   “gli   obblighi  e   lestrategie concordate a livello europeo e internazionale per l’area europea” trovano fontesui seguenti documenti:

doc 1: http://www.who.int/immunization/sage/3_Resolution_EURO_RC60_eRes12.pdf doc 2: http://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA65/A65_R17­en.pdf  doc 3: http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0020/253730/64wd15e_EVAP_140459.pdf  doc 4: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/en/lsa/122391.pdf  doc 5: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/lsa/145973.pdf 

Tali   documenti   non   risultano   siglati   da   alcun   referente   del   Governo,   inoltre   essi   nonrisultano essere mai  stati   recepiti  dall’ordinamento  italiano,  pertanto attualmente noncostituiscono fonte di legge per l’ordinamento italiano. In particolare si fa presenteche detti documenti riportano rispettivamente le date del 16 settembre 2010 (doc.n.1), 26

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marzo 2012 (doc.n.2),  28 giugno 2014 (doc.n.3),  6 giugno 2011 (doc.n.4),  1 dicembre2014   (doc.n.5),   pertanto   si   prende   atto   del   fatto   che   mancano   i   criteri   di   urgenza   enecessità di cui all’art.77 Cost. che avrebbero legittimato il Governo a legiferare, in quantodetti documenti sono stati emanati parecchi anni addietro rispetto al 2017, ed il silenzio delParlamento è indice della non volontà di ratifica in merito a tali documenti.

Inoltre,  come   ha   spiegato   tecnicamente   ai   propri   colleghi   parlamentari   il   SenatoreMaurizio   Romani  in   Senato   (medico   e   Vicepresidente   della   12°   Commissionepermanente   Igiene e Sanità  del  Senato  della  passata  Legislatura),   in  occasione delladiscussione   del   DL.   n.73/2017,   per   le   tre   principali   e   più   pericolose   malattie   (cioèpoliomielite, difterite e tetano), non vi è alcun effetto gregge attualmente sul territorioitaliano da alcuni anni, e dunque la mancata vaccinazione non pregiudica in alcun modola sicurezza sanitaria degli spazi pubblici. La cosa è stata ribadita anche dal dottor FabioFranchi – attualmente a riposo e già Dirigente del SSN durante la sua carriera lavorativa ­nella sua relazione (allegato tecnico nr. 2, istanza al Sindaco) da egli redatta ed intitolata“Effetto gregge o immunità di gregge”.Nel caso della poliomielite perché il vaccino Salk a virus ucciso (IPV,  inattivato, scelto invia esclusiva a partire dal 2002), dà una discreta protezione in caso di eventuali epidemiein  corso  ma non  interrompe  la  catena di  contagio  della  malattia,  a  differenza  delvaccino   orale   Sabin  OPV  a   virus   vivo   ma   attenuato   che   lo   fa,   ma   il   quale   è   statonondimeno   accantonato   anni   fa   dal   Ministero   della   Salute   (saggiamente)   a   causa   diproblemi  legati  alla sicurezza del vaccino (insorgenza talvolta di  poliomielite vaccino­associata, come reazione avversa, cioè poliomielite contratta dai bambini non a causa delvirus selvaggio, ma a causa del virus   inoculato con il vaccino, approntato dalla autoritàsanitaria). Per   la   difterite   ed   il   tetano   (quest'ultima   malattia   infettiva,   ricordiamo   essere   noncontagiosa), il vaccino è soltanto una misura di protezione personale. Anche per  la difterite,   il   relativo vaccino in uso protegge contro  i  sintomi e  la tossicitàassociata allo sviluppo della malattia, ma non interrompe la catena di contagio. Sulla   immunità   di  gregge  relativa  a  malattie  esantematiche come  il  morbillo,   i   recentiavvenimenti della Mongolia (dichiarata dallo OMS nel 2014 libera dal morbillo),  mettonoaddirittura in discussione le certezze scientifiche legate alla teoria della immunità digregge  o   di   branco   ed   al   cosiddetto   effetto   gregge,   e   che   sembravano   radicate   edindiscutibili e fondate su una immunizzazione artificiale a tappeto: una raggiunta coperturavaccinale del 97% fra 0 e 18 anni di età, non solo non ha creato sufficiente effetto gregge,ma è stata concomitante ad una epidemia che dal 2015 ha interessato la Mongolia, ed inmeno di 2 anni si sono registrati vaste epidemie con più di 50000 casi di morbillo in totale(su una popolazione di poco più di 3 milioni di persone). La presenza dei cosiddetti  gapimmunologici a cui si imputa l'epidemia, cioè una fascia di età principale colpita senza unastoria immunologica certa (dai 18 anni ai 30 anni di età), deve far riflettere. La soglia del95% ­ considerata ottimale ­ è stata superata dalle Autorità sanitarie della Mongolia, nellaimmunizzazione  di  massa   relativa  ad   infanti   ed  adolescenti,  ma  non  ha  poi   impeditol'improvviso scatenarsi di focolai e di una vera e propria epidemia di morbillo su tutto il

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territorio   mongolo.   Una   immunizzazione   artificiale   in   età   infantile   ed   adolescenziale,dovrebbe essere seguita sempre da ulteriori richiami per garantire alti livelli anticorpali, enon è detto che essi siano sempre possibili, visti anche i non responder. Quanto dura poiuna immunità artificiale, indotta, ed in che misura è efficace? 

Il dottor Fabio Franchi sottolinea inoltre nella sua relazione che la vaccinazione di massacontro il morbillo ha alterato la epidemiologia della malattia esantematica in questione, ela indiretta conseguenza – non voluta dalla comunità medico­scientifica ma di una realtàinoppugnabile – è che oggi giorno in Italia vengono colpiti di più i bambini molto piccoli egli   adulti   che   presentano   malattie   più   violente,   con   decorso   più   problematico.   Vienericercato   l’effetto   gregge   con   una   maggiore   copertura   di   vaccinazioni,   nondimenonemmeno due dosi somministrate a tutta la popolazione della infanzia ed adolescenzialesi sono dimostrate sufficienti ad impedire la diffusione di vaste epidemie, come il  casoparadigmatico   della   Mongolia   insegna.   Il   Dottor   F.   Franchi   afferma   quanto   segueriepilogando i principali rischi della mancata vaccinazione per diverse malattie:

“  […]  La  vaccinazione  di  massa  non  può   ottenere   lo  sperato   “effetto  gregge”  pertetano,   difterite,   pertosse,   HIB,   poliomielite.   Non   è   necessaria   per   mantenere   laprotezione individuale e sociale verso l’epatite B. Ha presentato eclatanti fallimenti (nelsenso di mancata protezione), nei confronti di rosolia, morbillo e parotite epidemica.Considerando  eventuali   alunni   immunodepressi,   questi   teoricamente  corrono   rischicontinui per  il  contatto con i compagni che vengono vaccinati (in  tempi diversi)  pervaricella,  parotite,  morbillo.  Lo  stato  di  vaccinato  per   la  pertosse  paradossalmentesembra facilitare la trasmissione del patogeno”

OBIETTIVI DELLA RICHIESTA AL SINDACO 

L'obiettivo della istanza al Sindaco da parte della cittadinanza – non solo in forza delprincipio di precauzione (vedi prossimi paragrafi) ma anche ai sensi del principio disussidiarietà orizzontale sancito dal IV comma dell'art.118 Cost. ­ è sospendere invia   cautelare   soltanto   alcuni   profili   della  L.   n.119/2017,   non   la   sua   totalità:   cioèdisapplicare   i   profili   discriminatori   scolastici   e   sanzionatori   previsti   dalla   nuovanormativa vigente, a causa di un rischio di potenziale danno alla salute pubblica edattualmente oggetto di controversia scientifica ed indagini preliminari di natura penale.I già ricordati fascicoli giudiziari: quello aperto dalla Procura della Repubblica di Torinosu Esposto Codacons Piemonte e di natura penale, e quello altrettanto penale apertoin   marzo   2017   presso   la   Procura   della   Repubblica   di   Udine,   su   circostanziato   edocumentato  esposto  di  un cittadino e genitore,  e   trasferito  per  competenza dopopochi  giorni  alla  Procura  della  Repubblica  di  Roma.   Il   rischio  di   cui   si   parla   è   lapresenza  di   sostanze  non   segnalate   inorganiche,   costituite   da  particolato  solidomicro   e   nano­dimensionato,  ad   alta   densità   atomica,   la   cui   presenza   è   stataaccertata da un laboratorio privato italiano di analisi (condotto dal nanopatologo dr.Stefano Montanari  ­  laurea  in  Farmacia con  tesi   in  microchimica  ­  e dalla  dr.ssa

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Antonietta   M.   Gatti  ­   ricercatrice   laureatasi   in   Fisica   ad  indirizzo   sperimentaleall’Università   di  Bologna,   in  possesso  di  un  diploma di   specialità   in  Bioingegneriaconseguito presso  lo stesso ateneo bolognese) ­ ma precedentemente anche negliUSA (decenni prima, negli anni '80) anche se in quel caso le analisi chimico­fisichecondotte allora da chimici e biologici statunitensi, utilizzarono metodologie classicheche determinarono concentrazione e identità degli  inquinanti, ma non la loro naturasolida, tridimensionale, non biodegradabile e non biocompatibile, scoperta soltantonegli ultimi anni. Probabile che parte delle reazioni avverse ai vaccini che da anni siregistrano ­ non tutte ovviamente essendo presenti anche sostanze di origine animale,residui   in   tracce   provenienti   da   linee   cellulari   fetali   umane,   sostanze   stabilizzanti,antibiotici, conservanti ed adiuvanti che danno problemi di tossicità ­ dipendano ancheda queste  sostanze  inquinanti  non dichiarate  e   riscontrate  nei  campioni  di   vaccinianalizzati negli ultimi anni. 

RESIDUI O INQUINANTI BIOLOGICI NEI VACCINI: RISCHIO GENETICO

Se veramente è la salute che sta a cuore dei decisori politici, essi lo dimostrino con fattiin coerenza con la realtà, e chi di dovere si adoperi perché questi farmaci vaccini chevengono iniettati per via intramuscolare sin dal terzo mese di vita degli infanti, venganomeglio   monitorati   in   qualità   e   ne   sia   studiato   il   problema   di   sicurezza   emersorecentemente. Una prossima moratoria e sospensione dell'obbligatorietà   (non  il   lororitiro dal commercio, estrema soluzione) non solo è possibile, ma è la cosa più sensatada fare per tutelare la salute pubblica quando sostanze inquinanti non segnalate, dinatura  inorganica e solida,  anche ad alta  densità  atomica,  sono presenti   in misuradiversa nei vaccini ad uso umano. Ciò andrebbe a tutela anche di chi si vaccina senzase e senza ma, perché nel futuro immediato verrebbero garantiti maggiori controlli edun domani anche vaccini di qualità superiore. A beneficio dunque di tutti. Ma in unasituazione  di   farmaci  offerti,   a  disposizione  e  su   richiesta,   non   imposti   in  manieraindiscriminata e con coercizione o ricatto, e dunque in rispetto dell'autentico consensolibero   ed   informato   del   paziente  previsto   dalla   deontologia   medica   e   da   cartesovranazionali.   Una   volta   risolto   tale   problema   drammatico   di   sicurezza   ­   chissàquando, visto che non se ne vede la volontà da parte della classe dirigente italiana ­ lacostante presenza nei  vaccini  oltre all'antigene  immunizzante, di  sostanze chimichesegnalate correttamente nei bugiardini come antibiotici, conservanti e stabilizzanti ­che garantiscono la "shelf life" (data di scadenza o vita del prodotto farmaceuticosullo scaffale) ed anche di adiuvanti in certi vaccini, presenti per potenziare la ripostaimmunitaria ­ sconsiglia assolutamente una  vaccinazione di massa indiscriminatache   non   tenga   conto   delle   caratteristiche   uniche   dell'individuo   e   di   unapersonalizzazione della cura nonché  del consenso  libero ed  informato del paziente,che  fra   l'altro  si  sottopone da sano ad una  terapia  farmacologica profilattica  la  cuicomponente di scommessa è ineludibile come atto medico invasivo. Esiste anche ilproblema   della  contaminazione   biologica  e   della  mutazione   imprevedibile   del

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genoma virale  attenuato:   la  contaminazione o  la  presenza di  “sostanza residua”costituita da residui di DNA umano (quello di origine fetale è usato per la produzionedi alcuni vaccini, come quello contro la rosolia o la varicella) o residui virali o cellularidi  origine   animale  provenienti   dalle   colture   in   laboratorio,   sollevano   problemi   disicurezza ed etici non marginali, ed è un rischio che è noto alle ditte farmaceutiche erecentemente la questione è stata portata alla attenzione anche della opinione pubblicae delle Autorità (deposito di un esposto­denuncia presso la Procura della Repubblicadi   Roma   in   data   16   agosto   2018)   da   una   lodevole   iniziativa   della   AssociazioneCorvelva (Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni). Questaassociazione   veneta   sostiene   e   si   batte   –   come   altre   realtà   italiane   ­   per   unavaccinoprofilassi libera da imposizioni o discriminazioni, ed ha commissionato ad unlaboratorio specializzato esami su alcuni campioni di vaccini, ed i risultati delle analisiNGS   di   sequenziamento   genetico   hanno   evidenziato   che   alcuni   non   sarebberoconformi   in   termini   di   sicurezza   ed   efficacia.  Quindi   oltre   alla   contaminazioneinorganica,   è   rilevante   anche   la   presenza   di   contaminanti   o   residui   geneticiestranei.Questo problema di rischio biologico e più precisamente genetico è stato messo inluce   in   maniera   sintetica   –   ma   chiara   –   dal   professor  Pietro   Perrino,   genetistaVegetale, già Direttore CNR di Bari (Istituto del Germoplasma, poi confluito nell’Istitutodi Bioscienze e Biorisorse del CNR di Bari):  nella sua relazione tecnica redatta nelfebbraio   2018   (allegato   nr.   4  della   istanza   al   Sindaco)   ed   intitolata  “Vaccini   epossibili danni genetici”: “

Conclusioni  I  vaccini  vengono preparati  utilizzando  tessuti  di  organi  di  animalidiversi ed è impossibile evitare che essi alla fine non contengano pezzi di DNA diquesti animali, come è impossibile che non entrino in circolazione nel sangue deibambini   e   adulti   vaccinati.   Il   DNA   estraneo,   una   volta   entrato   nel   corpo   delvaccinato  può   interagire  con   il  genoma di  quest’ultimo   in   tanti  modi  diversi  dasoggetto a soggetto, determinando comunque e sempre delle mutazioni genetiche,altrettanto diverse. Ciò può spiegare, almeno in parte, gli effetti collaterali, negativi,distruttivi e indesiderati che spesso si verificano con le vaccinazioni.”Prof. Pietro Perrino, ibidem

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE La   fondatezza   dell'intervento   richiesto   al   Sindaco   può   essere   trovata   –   oltre   chenell'esistenza di una responsabilità penale colposa in corso di accertamento da partedella magistratura inquirente nell'ambito della sicurezza e somministrazione dei farmacivaccini ­ nel cosiddetto "principio di precauzione" del diritto comunitario, invocato perla prima volta dalla Comunità  internazionale in occasione del celebre summit di Rio deJaneiro del 1992 (Brasile), il cosiddetto "Summit della Terra", a cui parteciparono più di100   Paesi   del   mondo   con   le   loro   rappresentanze,   e   migliaia   di   organizzazioni   nongovernative.   Il  Principio  di  precauzione  è  un  principio cardine cautelativo  che deve

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essere   applicato   in   questioni   scientifiche   controverse,   secondo   un   criterio   diproporzionalità, quando l'esame delle stesse implica ed esplicita sospetti danni alla salutee/o all'ambiente, anche (e soprattutto) potenziali ed ancora non verificatisi. Principio il quale è contemplato dal diritto comunitario, come specificato nell'art.191 delTrattato sul Funzionamento dell'Unione Europea  (in acronimo TFUE), ex art. 174 delTrattato di Amsterdam del 1997 e già espresso precedentemente nell'art.130R del Trattatodi Maastricht. Si rileva che lo stesso principio di precauzione è stato invocato proprio da un dirigentesanitario di alto livello, nella persona del dr. Raniero Guerra ­ della Direzione generaledella prevenzione sanitaria del Ministero della Salute ­ nelle sue ultime circolari dell'estate2017, per dare disposizioni operative in merito al Decreto Legge 73/2017, convertito in L.n.119/2017, per le quali normative egli dice 

"   [...]   in   conformità   al   principio   di   precauzione,   secondo   cui,   in   presenza   diun’alternativa   che   presenti   un   rischio   per   la   salute   umana   ­   anche   non   del   tuttoaccertato   ­   il   decisore   pubblico   deve   optare   per   la   soluzione   che   consenta   dineutralizzare o minimizzare tale rischio. " 0017892­12/06/2017­DGPRE­DGPRE­P Raniero Guerra, dottore, Direzione Generaleprevenzione sanitaria, Ministero della Salute, anno 2017.

Dunque, a maggior ragione è possibile allora invocare lo stesso principio di precauzione ­già  contemplato dal  diritto comunitario  ­  in presenza di un rischio di  danno alla salutecausato da una contaminazione inorganica di farmaci vaccini, in questo momento ­ comedetto sopra ­ al vaglio della Magistratura italiana con indagini anche di carattere penalecon   ipotesi   di   reato   (fondatezza   giuridica   di   una   eventuale   ordinanza   d'urgenza   econtingente emanata dal Sindaco), proprio perché   tale rischio non sembra attualmentecontemplato dal Ministero stesso, almeno non è ancora nota pubblicamente una eventualeindagine interna degli enti preposti alla vigilanza, controllo qualità, volta ad appurarne ladimensione di rischio, ed il suo impatto sulla salute. La valutazione scientifica del rischio è documentata dalle analisi di laboratorio più voltesvolte da un laboratorio privato italiano di eccellenza (fra  le prime 100 offerte di puntanell'ambito biotecnologico, secondo la Commissione Europea), che evidenziano inquinantii  quali   sono potenzialmente  capaci  di   scatenare   interferenze biochimiche nei  processienzimatici   e   metabolici,   soprattutto   a   carico   del   SNC   ma   non   solo   (neurotossicità   etossicità),   e   scatenare   innesco   continuo   di   flogosi   a   causa   della   consistenza   solida(particolato) di tali inquinanti inorganici, ad alta densità atomica, che possono depositarsinei tessuti molli  e duri  dell'organismo umano, costituendo bioaccumulo. Nella relazionetecnica  intitolata  “Vaccini ad uso umano: rischi  tossicologici e nanotossicologici”(allegato nr. 3,  Istanza al Sindaco) a firma del dottor  Giorgio Romano Vitali – chimicofisico di Roma già in passato consulente per lo ISS di Roma e per il Ministero della Salute–  si  pone   l'accento  non  solo  sui   rischi   tossicologici   dei  principali   inquinanti   inorganiciconosciuti, ma soprattutto sul rischio nanotossicologico da corpo estraneo nell'organismo,e sul fatto che per certi inquinanti, come per il  Piombo  (metallo pesante estremamentetossico)  non  vi  siano secondo  i  più   recenti   studi  delle  neuroscienze,  dei  valori   soglia

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accettabili   come  rischio   tossicologico.   Qualunque   concentrazione   di   piombonell'organismo è potenzialmente nociva, soprattutto a carico del Sistema nervoso centrale,e   non   dovrebbe   essere   tollerata.   Addirittura,   pare   che   l'esposizione   cronica   a   bassidosaggi di inquinamento, comporti un rischio più elevato rispetto a maggiori concentrazionidi  piombo,  di  sviluppare  – a  carico  degli   infanti  e  bambini  –   il  disturbo  da deficit  diattenzione   ed   iperattività  (ADHD,   disturbo   neuroevolutivo  che   insorge   durante   lainfanzia,  sempre più   frequente  nei  Paesi  occidentali,  ed   il  cui   tasso di  aumento  nellescuole   italiane   è   allarmante),   per   la   quale   il   piombo   è   lo   xenobiotico   candidatoresponsabile numero uno, attualmente, come fattore ambientale di  offesa nei  confrontidell'organismo umano. E proprio il piombo è uno degli elementi chimici presenti in tracceed individuati nelle analisi a campione di alcuni vaccini. Un comportamento paradossale,questo del piombo, che suggerisce una risposta non lineare rispetto alla sua presenzacome inquinante dalle proprietà neurotossiche (responsabile della encefalopatia saturnina)oltre che elemento chimico in grado di interferire con apparato renale e gastrointestinale.La   risposta  adottata  dal  decisore  politico,   invocando   il   principio  di   precauzione,  devetuttavia   essere   proporzionata   al   rischio   oggetto   della   applicazione   del   principio   diprecauzione, proprio per non eccedere ed annullare eventuali  benefici  dell'atto medicosanitario oggetto dell'intervento. Ecco che una sospensione in via cautelare dei profili sanzionatori e discriminatori della L.n.119/2017, informando la cittadinanza del rischio di contaminazione inorganica presente,potrebbe  essere   una   minima   risposta  al   problema   evidenziato  ed   a   cui   si   è   espostiutilizzando i farmaci vaccini attuali.Si menziona anche il cosiddetto  TULS, Testo Unico Leggi Sanitarie, un Regio decretodegli anni ’30 del secolo scorso, ancora parzialmente in vigore nell’ordinamento giuridicoodierno e ricordato anche dal sito Web del Ministero della Salute italiano.Nel TULS – Regio Decreto n.1265, anno 1934 ­ si richiama espressamente la figura del“Podestà“,   il  quale  all’art.  217 disciplina   la  possibilità   che  rifiuti  solidi  provenienti  dafabbriche,   possano   nuocere   alla   salute   del   territorio,   e   di   fronte   ai   quali  le   Autoritàpossono e devono intervenire. E dunque, ecco che gli  inquinanti inorganici rilevatinei vaccini in tracce, potrebbero essere proprio un problema di produzione industriale,di fronte al quale il “Podestà” (il Sindaco di oggi) – figura di medievale memoria e ripresanell’Amministrazione del trentennio del secolo scorso – è legittimato ad intervenire. Di   fronte  a questa  problematica,   lo  Stato  in  primis e  le  Regioni   in  seconda battuta  –secondo la sussidiarietà verticale – sembrano essere inerti o distratte, nonostante sianostate  sollecitate  negli   ultimi  anni  da  privati   cittadini  e  da  associazioni  di   consumatori,preoccupati e desiderosi di sicurezza e di applicazione di buon senso. Ecco allora  il   ruolo del  Sindaco,  Ufficiale  di  Governo e  rappresentante della  comunitàlocale, il quale può ben intervenire a tutela della salute pubblica, a sua discrezione.

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RISCHI DELLA APPLICAZIONE DEI PROFILI COERCITIVI E DISCRIMINATORI DELLA LEGGE 119/2017

In generale, con i motivi sopra esposti, si segnala il  rischio che le famiglie obiettori edinadempienti  l'obbligo vaccinale per oculata scelta e non per  incuria genitoriale – dopoattenta valutazione del rapporto beneficio/rischio dell'atto sanitario a cui sono stati invitati ­instradino i minori verso  percorsi educativi alternativi  quali  home schooling, scuoleparentali   e   similari,  che   nell’immediato   potrebbero   evidenziare   un   mero   problemaoccupazionale all’interno dell’organico scolastico, ma in una prospettiva più ampia questofenomeno potrebbe creare il rischio concreto che lo Stato perda il primato del proprioruolo e potere educativo e formativo dei cittadini  e  ­ cosa ancora più  grave ­ checoloro  che  fuggono divengano dei  cittadini   “cervelli   in   fuga”  verso   l'estero,  e  che nonapportino più all'Italia il loro contributo di risorse umane e culturali, mettendo a frutto i lorotalenti anche a beneficio della collettività, Oppure decidano – sempre a causa delle misuree dei profili di Legge coercitivi, discriminatori e punitivi della vaccinoprofilassi obbligatoriavigente attualmente per prima infanzia ed adolescenza ­ di non mettere più al mondo figliin Italia (rischio accentuazione del calo demografico) per risparmiare loro il peso di unasperimentazione   farmacologica   di   massa,   imposta   con   ricatto   e   coercizione   dalLegislatore, in totale disprezzo dei diritti fondamentali ed inviolabili dell'essere umano econ   il   rischio  sempre  più  elevato  di  essere  vittima  di   reazioni  avverse  ai   vaccini   checompromettano in maniera lieve o grave l'integrità psicofisica della prole, o rendano la lorovita estremamente penosa e caratterizzata da possibili malattie croniche, allergie ricorrentied intolleranze varie, in probabile o sospetta relazione causale con malattie autoimmuni(come la sindrome  A.S.I.A., Autoimmune Auto­Infiammatory Syndrome Induced byAdiuvants,  Sindrome   Infiammatoria   Autoimmune   indotta   da  Adiuvanti,   proposta   daglistudi e ricerche mediche del dr. Y. Shoenfeld e Agmon­Levin, 2011).A riguardo, il dottor Fabio Franchi ha bene illustrato il rischio dell'uso di alluminio e deisuoi sali in alcuni vaccini per potenziare l'effetto immunitario del vaccino (l'alluminio è unmetallo   non   necessario   alla   fisiologia   dell'organismo   umano,   una   vera   e   proprianeurotossina): si legga la sua relazione sui rischi dell'alluminio intitolata “Adiuvanti a basedi alluminio e principio di precauzione” (17 pagine, Allegato 2bis ­ Relazione medica).Del resto, alcune ditte di cosmesi che producono deodoranti stampano sulle etichette deglistessi   l'avvertenza   “0   %   di   sali   di   alluminio”,   suggerendo   indirettamente   che   vi   èattenzione alla salute ed ai consumatori. Non si comprende perché dal momento che i salidi alluminio possono essere nocivi sulla pelle, non dovrebbero esserlo a maggior ragionese iniettati  direttamente nel sangue di bambini ed infanti. Una precauzione quella delleditte di cosmesi e bellezza che dovrebbe far riflettere, e che suona paradossale; tutto ciòdovrebbe   invitare   alla   massima   prudenza   rispetto   all'atto   sanitario   della   vaccinazionesoprattutto in presenza di vaccini con adiuvanti all'alluminio.Un conto è vaccinare con prudenza, privilegiando la personalizzazione della cura e gliesami e screening pre­vaccinali,  e post­inoculo, dunque seguendo un iter vaccinalepreciso, e vaccinando – ad esempio – a partire dal 3° anno di vita del fanciullo, comesaggiamente invita a fare il  prof. Ivano Spano  – già docente di Sociologia della Salutepresso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Padova – nella sua

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relazione   intitolata:  “La  filosofia  del  sistema  immunitario”  (12  pagine,  Allegato  5  –Relazione storica ed epistemologica).Un  altro   conto  è   invece   vaccinare   in  disprezzo  del   consenso   libero  ed   informato  delpaziente,   imponendo   una   vaccinazione   di   massa   indiscriminata,   a   tappeto,   senzarispettare il motto “primum non nocere”, e dunque senza rispettare un autentico liberoconsenso, ed un iter vaccinale prudente di screening pre­vaccinale e post­inoculo.Vaccinare inoltre senza un contesto di farmacovigilanza attiva (attualmente sul territorioitaliano   è   diffusa   la   farmacovigilanza   passiva)   e   senza  rispetto   del   principio   delconsenso  libero  ed  informato,  ed  addirittura  subordinando   il   diritto  alla   istruzione  esocializzazione dei fanciulli al diritto alla salute individuale e collettivo, è una operazioneesecrabile  dal  punto  di   vista  morale,  dubbia  dal  punto  di  vista  giuridico  e  soprattuttocostituzionale, e che dimostra come decenni di conquiste civili e dei diritti umani, venganominacciati   in   totale avversione  allo Stato di  diritto  e di  ogni  principio di  buon senso eragionevolezza.   I  conflitti   normativi   di   norme   di   pari   rango  messi   in   luce   con   lapresente   relazione   giuridica,   e   la  palese   violazione  di   diritti   inviolabili   della   sferasoggettiva umana  (propri dello giusnaturalismo) lo testimoniano, ed invitano la societàcivile ed il Parlamento a porre mano il prima possibile, per evitare ulteriori problemi e dannial tessuto sociale e familiare italiano.

Simona Giacchi, dott.ssa in GiurisprudenzaBologna, 24 ottobre 2018 

BREVE BIOGRAFIA 

Avv. Simona Giacchi, laureata in  Giurisprudenza nell'anno 2001, acquisisce il titolo diavvocato nel 2005 ed attualmente non esercita la libera professione perché impegnata inaltra   attività;   ha   approfondito   la   conoscenza   del   funzionamento   dell’amministrazionepubblica in quanto ha conseguito un Master di secondo livello in management della PA,ha frequentato un corso in Relazioni internazionali presso la SIOI, oltre che aver acquisitoil Dottorato di ricerca in Teoria degli ordinamenti giuridici.

Oltre al dr.ssa Simona Giacchi, giurista e già avvocato esercitante la libera professione e principale firmataria dellarelazione giuridica, ha collaborato alla stesura ed alla ricerca bibliografica della presente relazione anche il  dr. LucaScantamburlo (Treviso, 1974), firmatario ­ come osservatore accreditato ­ della lettera d'intenti per la costituzione dellaassociazione Società  Scientifica per   il  Principio  di  Precauzione8  ;   laurea  triennale  in Lettere,   formazione umanisticagenerale con tesi in Bioetica (2006), Master di I liv. In Comunicazione e linguaggi non verbali con tesi in Psicomotricità(2008), ex Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università Ca' Foscari diVenezia, confluito poi nel Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dello stesso ateneo.  

8 Società Scientifica Italiana per il Principio di Precauzione, associazione interdisciplinare costituita in Roma nelnovembre 2017, con lo scopo di promuovere - nell'ambito della Salute pubblica e della prevenzione- il principio diprecauzione come definito dall'art. 191 TFUE, Comunicazione 2000/0001, Commissione delle Comunità Europee,Bruxelles.

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APPROFONDIMENTI: TERAPIE SPERIMENTALI E DIRITTI DEI MINORI

Diritto alla sottoposizione dei minori a terapie sperimentali con meri rischi “minimi”

Gli   artt.3,   16   e   18   della   Convenzione   sui   diritti   del   fanciullo   di   New   York   del   1989precisano che nelle decisioni   terapeutiche relative ai   fanciulli,   l’interesse superiore delfanciullo  deve essere  una considerazione  preminente,  e,  secondo  quanto  confermatoanche dall’art.3 e 24 della Carta di Nizza, questo limite vale sia per le autorità che per leistituzioni private. Infatti la Convenzione di Oviedo ribadisce il primato dell’essere umano,così   come   confermato   dal   codice   deontologico   medico   che   all’art.48   parla   disperimentazione solo a finalità preventive o terapeutiche per la salvaguardia della vita delpaziente, e così anche per il punto 1.2 dei CPCM.

Dalle norme citate si evidenzia l’assoluta necessità di un controllo sulle sperimentazionidei farmaci, soprattutto quando si rivolgono a soggetti sani e di minore età, i quali devononecessariamente mantenere una posizione e una considerazione preminente rispetto ognialtro interesse clinico; dalla supremazia dell’individuo rispetto alla società ne deriva che ilmedico deve considerare il paziente il fulcro dell’attenzione, il quale ha il pieno potere didecidere se continuare a far parte di uno studio clinico o rifiutare, senza addurre nessunmotivo, e senza che ciò implichi modifiche nella garanzia delle cure sanitarie normalmentepreviste.  Inoltre ciascuna norma sopra citata, precisa  l’onere di  acquisire  l’assenso delminore   capace   di   discernimento,   ovvero   una   dimostrazione   esplicita   di   consenso   apartecipare alla ricerca, seguito dal consenso dei genitori che avallano la partecipazionedel  minore;  da ciò  deriva che gli  stessi  debbano essere coinvolti  ad una età  congruaaffinché siano edotti del procedimento che li sta interessando in prima persona, invece nelprocesso vaccinale, che spesso è anche un processo di sperimentazione post­marketing,vengono coinvolti minori molto al di sotto dell’età di raggiungimento del discernimento, inpalese violazione dei principi sopra enucleati.

La Convenzione di Oviedo prevede all’art.16 la possibilità di fare ricerca sugli esseri umania determinate condizioni, quali la mancanza di metodologie alternative, l’approvazione delprogetto da parte di una commissione terza ed indipendente, l’informativa completa neiconfronti del soggetto coinvolto e soprattutto una valutazione dei rischi non sproporzionatarispetto ai benefici potenziali della ricerca. All’art.17 della Convenzione si precisa che, nelcaso la ricerca coinvolga un minore devono sussistere ulteriori condizioni di procedibilitàdello  studio clinico,   tra  cui   l’impossibilità  di   fare ricerca con altri  soggetti  maggiorenni,l’assunzione di un beneficio reale e diretto in capo al partecipante dello studio clinico oltreche l’obbiettivo del miglioramento significativo della conoscenza scientifica.

Quanto detto viene ribadito parimenti  dagli  art.31 e 32 del Regolamento UE n.536 del2017 che sanciscono il diritto del minore di essere sottoposto a terapie sperimentali solo a

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due condizioni, che ci sia un beneficio “diretto e reale”, di cui al paragrafo successivo, eche egli venga sottoposto ai rischi di tipo “minimo”, come ulteriormente confermato dallaDichiarazione di Helsinki all’art. 28 e 30. A riguardo si noti il paradosso tipico delle soleterapie vaccinali che, contrariamente a qualsiasi altro farmaco, vengono definite per leggecome   un   trattamento   sanitario   rischioso,   infatti   la   L.   n.   210   del   1992   prevede  unindennizzo  alle  famiglie che provano il  nesso di causalità  tra  la terapia e  la malattiaconseguita che produca danni gravi, permanenti ed irreversibili, pertanto lo stesso testo dilegge evidenzia il pericolo che si vada oltre il limite imposto dalle norme internazionali.

In merito alle vaccinazioni obbligatori di cui alla L. n.119/2017 si fa presente che da quantorisulta dalle schede tecniche dei prodotti delle tre marche di esavalente e delle due piùcomuni marche di MPRV (all.n.9) detti prodotti non sono stati testati oltre una certa etàanagrafica,   e   manca   del   tutto   bibliografia   o   pubblicazioni   in   merito   agli   effetti   diinoculazione di n.10 vaccini nei tempi di 8­9 mesi, come indicati dai calendari vaccinaliproposti per l’anno 2018 nel territorio nazionale,  pertanto risulta arduo allo stato dei fattivalutare se la terapia vaccinale possa riservarsi di produrre solo rischi minimi o si possaandare oltre il limite di legge in quanto a pericolosità delle reazioni avverse. Ed ancoramanca anche la sperimentazione a lungo termine in merito all’uso di DNA ricombinante,contenete  materiale   fetale   o   animali,   su   soggetti   che  potrebbero   vedere   modificato   ilproprio genoma a livello di variazioni del DNA nucleico, mitocondriale ovvero incorrere inpossibili problemi di epigenetica con alterazione del DNA della propria prole (per le normesul divieto modifiche al genoma: Convenzione ONU, art.24; Convenzione Oviedo art.13;Carta di Nizza art.3; Regolamento UE n.536/2014, art.90, costituzione italiana, art.2, 13,32;   codice   deontologico   versione   2016,   art.45).   Stante   i   motivi   sopra   esposti,   risultapreminente acquisire i dati della sperimentazione in capo ai genitori e dell’interessato, chehanno diritto di scelta vaccinale nel rispetto del principio di precauzione dovuto a riguardodei propri minori.

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Diritto alla sottoposizione dei minori a terapie con beneficio “diretto e reale”, rilievi di inefficacia dei vaccini

Stando   alle   norme   sopra   citate   il   minore   ha   diritto   ad   essere   sottoposto   a   terapiesperimentali che diano un cosiddetto “beneficio diretto e reale” all’interessato. A riguardo siricorda che l’art.1 comma 4 della L. n.210 del 1992 autorizza i non vaccinati ad ottenereindennizzo non solo nel caso di compromissione irreversibile della integrità psicofisica aseguito della vaccinazione,  ma anche qualora abbiano subito un danno da contatto consoggetti   vaccinati,   e   tale   assunto   esplicita   in   modo   chiaro   che   la   vaccinazione   nongarantisce un beneficio diretto, ma al contrario può rappresentare fonte di pericolo realeper lo stesso vaccinato o per la comunità. I  report  AIFA riportano infatti varie gradazionidel danno, definito come lieve, grave a breve o a lungo termine, intendendo come grave leospedalizzazioni, i danni irreversibili ed i decessi, come riportato a pag. 40 del report 2018per  l’anno 2017. Purtroppo  la norma sull’indennizzo non è  rimasta lettera morta, ma èstata richiamata innumerevoli volte dalle famiglie danneggiate, come risulta dai dati degliatti   parlamentari;   ed   ancora   l’AIFA,   interrogata   sull’efficacia   delle   vaccinazioni   haammesso  il  cosiddetto  fallimento vaccinale coniugandolo nei  due aspetti,  o  il  caso delvaccinato  che comunque viene contagiato  dalla  medesima malattia  di  cui  agli   inoculi,ovvero  del  vaccinato  che contagia   la  collettività,  oltre  che confermare  come esistenteanche la categoria dei  no­responders, ovvero di coloro che pur essendo vaccinati, nondimostrano di aver acquisito alcuna immunizzazione dalle patologie.

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PRINCIPALI FONTI BIBLIOGRAFICHE E NORMATIVE

IUS COGENS, PRINCIPI COSTITUZIONALI, DIRITTO COMUNITARIO,PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI NELL'AMBITO DELLA BIOLOGIA E

MEDICINA, LEGGI ORDINARIE DELLO STATO

*            Dichiarazione  Universale  dei  Diritti  Umani  del   10  dicembre  1948,   ratificatadall'Italia con L. n. 881 del 1977, la quale dichiarazione all'art.2 stabilisce che “... ad ogniindividuo spettano  tutti   i  diritti  e  tutte   le   libertà  enunciati  nella  presente Dichiarazione,senza  distinzione   alcuna”;  il divieto  di  discriminazione appartiene allo zoccolo duro deldiritto   internazionale  generale  che  costituisce  Ius  cogens,   ovvero  obbligo  disposto   inmodo   incondizionato   in   capo   a   ciascun   Paese firmatario del documento, e si fapresente che  i  minori  sono tra gruppi  o categorie di  persone a rischio di  vulnerabilità,parimenti   alle   donne,   persone   con   disabilità,   lavoratori   migranti:  l'art.   26  dellaDichiarazione  sancisce  che ogni  individuo ha diritto all’istruzione;

*        Protocollo   addizionale alla  Convenzione   Europea   dei   Diritti   dell’Uomodel 20 marzo    1952,     recepito     con    L.    n.848    del     1955, la     quale    convenzioneall'art.  2 stabilisce che:  “Il  diritto all'istruzione non può  essere rifiutato a nessuno.    LoStato, nell'esercizio    delle   funzioni     che   assume   nel    campo   dell'educazione    edell'insegnamento, deve     rispettare      il     diritto     dei     genitori     di     assicurare     taleeducazione     e     tale     insegnamento     secondo     le     loro     convinzioni     religiose     efilosofiche”;

*        Convenzione     ONU     sui      diritti      del      fanciullo    approvata dall'AssembleaGenerale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989, a New York, che l'Italia ha ratificatoil 27 maggio 1991 con la L. n. 176, e la quale convenzione all’art.28 chiarisce che   “[...] GliStati   parti   riconoscono   il   diritto   del   fanciullo   all’educazione,  e  in particolare, alfine   di   garantire   l’esercizio   di   tale   diritto   in   misura   sempre   maggiore   e   in   baseall’uguaglianza   delle   possibilità:   a)   rendono   l’insegnamento   primario obbligatorio egratuito   per   tutti;   e)   adottano   misure   per   promuovere   la   regolarità   della   frequenzascolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola. 2. Gli Stati parti adottanoogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina   scolastica   sia   applicatain   maniera   compatibile   con   la   dignità    del fanciullo in quanto essere umano e inconformità con la presente Convenzione..”

*       Convenzione di Oviedo, Consiglio d'Europa, 1997, Convenzione per la protezionedei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano riguardo alle applicazioni della biologia edella medicina (Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina); Capitolo II, articolo 5;la Convenzione è stata ratificata dall'Italia con la L. n.145/2001, ma poi l'Italia stessa hamancato l'adeguamento giuridico dell'ordinamento italiano, non tanto con appositi decretiattuativi che il Governo avrebbe dovuto approntare ed emanare, ma a causa del mancato

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deposito   dello   strumento   giuridico   in   ambito   europeo   (<<deposito   del   documento   diratifica>> presso il Segretario generale del Consiglio d’Europa); la Convenzione è pertantoancora sospesa nella sua efficacia sul territorio italiano a causa di questa dimenticanza oinadempienza   dello   Stato,   ma   essa   può   essere   comunque   fonte   di   consultazione   eriferimento da parte della magistratura per dirimere controversie in ambito bioetico e dellabiomedicina in particolare, dunque costituire fonte ausiliaria di diritto;

*        Carta dei  Diritti  Fondamentali  dell'Unione Europea,  già  Carta  di  Nizza (art.  3,"Diritto alla integrità della persona", Capo I DIGNITA'), (2000/C 364/01), Gazzetta ufficialedelle Comunità europee, 18.12.2000, C 364/1.

*      Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea ( in acronimo TFUE), art.191, exart.174 del Trattato di Amsterdam del 1997 e già espresso precedentemente nell'art. 130Rdel Trattato di Maastricht, il quale disciplina il principio di precauzione;

*           TULS, Testo Unico Leggi Sanitarie, Regio Decreto n.1265, anno 1934, art.217,testo ancora parzialmente in vigore nell'ordinamento giuridico italiano;

*       Costituzione della Repubblica italiana, Artt.2, 3, 33, 34, sui “diritti inviolabili”: ladignità, la libertà e l'uguaglianza, e sulla arte e la scienza (“libere”) ed in particolare ilprimo  comma dell'art.34  della Costituzione della Repubblica Italiana, il  quale principiogarantisce il diritto  allo studio ed alla istruzione per tutti senza distinzione (norme dirango costituzionale);

*         L. n. 135 del 1990,  all’art.5 si dispone che l'accertata infezione da HIV, non puòcostituire   motivo   di   discriminazione,   in   particolare   per   l'iscrizione   alla   scuola,   per   losvolgimento di attività sportive, per l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro;

*         TU sull’istruzione D.Lg.s n. 297 del 1994,  gli  artt.110 e 117 già  subordinavanol’ammissione a scuola alla presentazione della documentazione sulle     n.4 vaccinazioniallora obbligatorie, ma non inibiva l’accesso al servizio di istruzione;

*        L.  n.  53  del  2003  di  definizione  delle  norme generali   sull’istruzione  e  dei   livelliessenziali delle prestazioni in materia di formazione, all’art.2 lettera d), ed e), prevede  difavorire la crescita e a valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’etàevolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia,nel   quadro   della   cooperazione   tra   scuola   e   genitori,   in   coerenza   con   il   principio   diautonomia   delle   Istituzioni   scolastiche.   Le   Istituzioni   pubbliche   promuovonol’apprendimento in tutto l’arco della vita e hanno l’onere     di     assicurare     a     tutti pariopportunità di raggiungimento dei più elevati livelli culturali, garantendo lo sviluppo dellecapacità, conoscenze e abilità del singolo individuo. All’art.2 punto d) della legge citata siprecisa che il sistema educativo di istruzione e di formazione   si   articola in varie fasi tracui la scuola dell’infanzia, quella primaria e secondaria e prosegue con un secondo ciclo

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che   comprende   il   sistema  dei   licei   ed   il   sistema   dell’istruzione   e   della       formazioneprofessionale; *         L. n. 107 del 2015, la quale prescrive le regole della buona scuola indicando, tra glialtri, come cardine della formazioni il principio di inclusione, accoglienza, educazione allediversità, come ribadito nei PTOF piani triennali di offerta formativa dove si combatte ladispersione scolastica;

*          L.  n.  119/2017  art.3  comma 1 stabilisce  che  i  dirigenti   scolastici   sono  tenuti  arichiedere i documenti “all’atto di iscrizione” del minore. A riguardo si precisa che fino al5 agosto 2017, l’accesso a scuola aveva come unico requisito l’iscrizione da effettuarsi neitermini dei bandi, le attuali famiglie frequentanti i vari istituti risultano avere già adempiutoin modo completo a tale adempimento,  in conformità  con gli  allora adempienti previsti.Secondo quanto stabilito dal DPR 235 del 2007 art.3 all’atto dell’iscrizione nasce un pattoeducativo  di  corresponsabilità,   finalizzato  a  definire   in  maniera  dettagliata  e  condivisadiritti   e   doveri   nel   rapporto   tra istituzione scolastica e famiglie, pertanto la revisionedei criteri di iscrizione deve essere condivisa tra le parti. A   riguardo  si   fa   presente   inoltre  l’art.1341  Cc  il   quale  stabilisce   che  sono clausolevessatorie   quelle   che   prevedono   la   sospensione   dell’esecuzione   del   contratto,ovvero sanciscono decadenze  a carico del contraente,  e  dette  clausole  sono efficacisolo   se   conosciute   al   momento   della   conclusione   del   contratto   e   se   vengonospecificamente approvate dalle parti per iscritto;

*         DPR n. 249 del 1998 regolamento Statuto studenti, come modificato dal DPR 235del 2007, all’art.1 prevede che i provvedimenti disciplinari devono avere finalità educativae costruttiva, e la nota prot. n.3602 del 31 luglio 2008 del Dip. Istruzione, riferisce che taleStatuto ha come destinatari gli alunni delle scuole di primo e secondo grado, ovvero mediee  superiori,  mentre  per   le  scuole  elementari   risulta  ancora   in  vigore   il  Regio  Decreton.1927 del 1928. Da ciò ne deriva che effettuare un decreto di espulsione in capo a meriminori  di  età   tra 0 e 7 anni risulterebbe  illegittimo in quanto  in questo modo verrebbepunito un soggetto non tanto per un comportamento personale di rilievo disciplinare, maper   scelte   effettuate   dai propri genitori, terzi rispetto al diritto di frequenza del percorsoscolastico;

*        L. n. 210 del 25 febbraio 1992, GU n 55 del 06.03.1992, "Indennizzo a favore deisoggetti   danneggiati   da   complicanze   di   tipo   irreversibile   a   causa   di   vaccinazioniobbligatorie,   trasfusioni  e  somministrazione di  emoderivati",  e s.m.i.   (L. n.  229 del  29ottobre 2005, "Disposizioni in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati dacomplicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie");

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RELAZIONE GIURIDICA A SUPPORTO DELLA ISTANZA AL SINDACOdi Simona Giacchi giurista

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ALLEGATI TECNICI9 – ISTANZA AL SINDACO

Allegato 2 ­ Relazione medico­epidemiologica:  “Effetto gregge o immunità di gregge”(22 pagine), del dottor. Fabio FRANCHI, medico chirurgo infettivologo, spec. in Igiene eMedicina preventiva, già Dirigente medico ospedaliero (a riposo dal 2011);

Allegato   2bis   ­   Relazione   medico­epidemiologica   “Adiuvanti   a   base   di   alluminio   eprincipio di  precauzione”  (17 pagine);  del  dottor.  Fabio FRANCHI,  medico chirurgoinfettivologo, spec. in Igiene e Medicina preventiva, già Dirigente medico ospedaliero (ariposo dal 2011);

Allegato 3 – Relazione tecnica:  “Vaccini ad uso umano: rischi tossicologici e nano­tossicologici” (54 pagine); del dr. Giorgio Romano VITALI, chimico fisico ­ già membroin passato di Commissioni del Ministero della Sanità e dello ISS ­ ex informatore scientificoalle dipendenze di una multinazionale farmaceutica (dal 1964 al 1998);

Allegato   4   –   Relazione   tecnica:  “Vaccini   e   possibili   danni   genetici”  (7   pagine); del Prof. Pietro PERRINO, genetista vegetale, già Dirigente di ricerca CNR (a riposo dal2008), si occupa di aspetti genetici dell’alimentazione e salute dell’uomo;

Allegato   5   –   Relazione   storica   ed   epistemologica:  “La   filosofia   del   sistemaimmunitario”  (12 pagine);  del  Prof. Ivano SPANO,  sociologo, epistemologo e docenteuniversitario,   giornalista   pubblicista   dal   1979,   e   dal   2016   Segretario   Generaledell'Università Internazionale delle Nazioni Unite Per la Pace, Roma;

Allegato 6 – Relazione storico­economica: “Liberismo e vaccinazioni obbligatorie” (20pagine); del dr. Antonio CARBONELLI, Avvocato giuslavorista a Brescia e saggista;

Allegato   7   –   Relazione   tecnica:  “Il   decreto   legge   sui   vaccini:   abuso   di   potere,regresso   nei   diritti   civili,   insulto   alla   medicina   e   alla   scienza”  (19   pagine);  del  Prof.  Marco  MAMONE  CAPRIA,  ricercatore   in  matematica  presso  l'Università   diPerugia dal 1990, già docente di Storia ed Epistemologia della Matematica e delle Scienzeper tutti e 9 i cicli della SSIS;

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