Le strutture organizzative

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1 1 PROGETTARE LE STRUTTURE PROGETTARE LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE ORGANIZZATIVE

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PROGETTARE LE STRUTTURE PROGETTARE LE STRUTTURE ORGANIZZATIVEORGANIZZATIVE

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22

Risorse Umane

• Nella moderna gestione per processi oltre che agli aspetti ICT ci si deve preoccupare di come utilizzare le Risorse Umane

• Facciamo quindi un po’ di storia di come si sono evoluti i problemi organizzativi legati al problema del controllo

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333

LE STRUTTURE ORGANIZZATIVELE STRUTTURE ORGANIZZATIVE

L’INSIEME DELLE PERSONE CHE SVOLGONO I PROCESSI DI

CONTROLLO E DEI LORO LEGAMI FORMALI VIENE DEFINITO

STRUTTURA DEL SISTEMA DI CONTROLLO

OVVERO STRUTTURA ORGANIZZATIVA

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444

LE STRUTTURE ORGANIZZATIVELE STRUTTURE ORGANIZZATIVE

L'ORGANIGRAMMA NE E' IL MODELLO ICASTICO

DESCRITTIVO

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555

LE STRUTTURE ORGANIZZATIVELE STRUTTURE ORGANIZZATIVE

DALLA NOTTE DEI TEMPI PER CONTROLLARE UN SISTEMA "DI

PERSONE" IN VISTA DI UNO SCOPO COMUNE SI E' SENTITA LA NECESSITÀ DI DEFINIRE RUOLI E RAPPORTI FRA

LE PERSONE

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666

LE STRUTTURE GERARCHICHELE STRUTTURE GERARCHICHE

LA PRIMA STRUTTURA STORICA DI CONTROLLO DEI SISTEMI COMPLESSI E’ STATA QUELLA ESTERNA DI TIPO

GERARCHICO

TUTTA L'AUTORITÀ RISIEDE NEL CAPO CHE (PER VOLONTÀ DI ?) È

CONTROLLORE CENTRALIZZATO

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778

LE STRUTTURE GERARCHICHELE STRUTTURE GERARCHICHE

IL CAPO PER RIUSCIRE FISICAMENTE A ESERCITARE L'AUTORITA' DEVE DELEGARNE UNA PARTE (PER VIA GERARCHICA - DALL'ALTO VERSO

IL BASSO)

SI DEFINISCE “SFERA DI CONTROLLO” IL NUMERO DELLE PERSONE CHE

UN CAPO RIESCE A CONTROLLARE

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888

LE STRUTTURE GERARCHICHELE STRUTTURE GERARCHICHE

LA DELEGA AVVIENE PER LIVELLI

SI RICORDA L’EPISODIO DI MOSE’ NELLA BIBBIA

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99

A11-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A1

A21-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A1

A1-CAPODI M IG L IA IA

DEL EG AT O DA M OSE'

A21-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A2

A221-CAPODI DECINE

DEL EG AT O DA A22

CAPO F AM IG L IA CAPO F AM IG L IA CAPO F AM IG L IA CAPO F AM IG L IA CAPO F AM IG L IA

A222-CAPODI DECINE

DEL EG AT O DA A22

A223-CAPODI DECINE

DEL EG AT O DA A22

A22-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A2

A23-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A2

A2-CAPODI M IG LIAIA

DELEG AT O DA M OSE'A RISOL VERE SPECIF IC I COM PIT I

A13-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A3

A23-CAPODI CENT INAIA

DEL EG AT O DA A3

A3-CAPODI M IG L IA IA

DEL EG AT O DA M OSE'

M O S E 'NO M INA T O D A D IO

LA GERARCHIA MOSAICALA GERARCHIA MOSAICA

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10109

LE STRUTTURE GERARCHICHELE STRUTTURE GERARCHICHE

ALL'AUMENTARE DEL NUMERO DELLE PERSONE OPERANTI SU

OBIETTIVI COMUNI AUMENTA IL NUMERO DEI LIVELLI (STRUTTURE

PIRAMIDALI SEMPRE PIÙ ALTE)

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1111

LE STRUTTURE GERARCHICHELE STRUTTURE GERARCHICHE

7

Capo

I° livello

II° Livello

III° Livello

Personale

OperativoSottosistema operativo

Sottosistema di controllo

Linea

Intermedia

Vertice strategico

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121210

LE STRUTTURE GERARCHICHELE STRUTTURE GERARCHICHE

IL VANTAGGIO DEL MODELLO GERARCHICO DERIVA DALL’UNIVOCITÀ DEL COMANDO

GLI SVANTAGGI SONO:

• BUROCRAZIA• NECESSITA’ DI COMPETENZE A LARGO SPETTRO

DEI CAPI• AUMENTO ESPONENZIALE DEI COSTI AUMENTO ESPONENZIALE DEI COSTI CON LE

DIMENSIONI DEL SISTEMA

Page 13: Le  strutture organizzative

1313

LE STRUTTURE FUNZIONALI PURELE STRUTTURE FUNZIONALI PURE

IN FASI STORICHE PIÙ RECENTI E' STATO RISOLTO IL PROBLEMA DELLA

"COMPETENZA"

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1414

LE STRUTTURE FUNZIONALI PURELE STRUTTURE FUNZIONALI PURE

NEL SAGGIO "RICERCA SULLA NATURA E SULLE CAUSE DELLA RICCHEZZA DELLE

NAZIONI" A. SMITH EVIDENZIO’ L'IMPORTANZA DELLA

SPECIALIZZAZIONE DELLE RISORSE ”NELL’AMBITO DEI PROCESSI OPERATIVI"

PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITA'

E' STATO IL PRINCIPIO BASE DELLA PRIMA INDUSTRIALIZZAZIONE

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1515

LA SPECIALIZZAZIONELA SPECIALIZZAZIONE

TASK SPECIALIZATION: SUDDIVISIONE DEL PROCESSO IN ATTIVITÀ ELEMENTARI

LABOR (O RESOURCE) SPECIALIZATION: ATTRIBUZIONE AL PERSONALE DI UNA O PIÙ ATTIVITÀ DA SVOLGERE

KNOWLEDGE SPECIALIZATION: “CONOSCENZE SPECIFICHE” NECESSARIE PER LE DIVERSE ATTIVITÀ

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1616

LE STRUTTURE FUNZIONALI PURELE STRUTTURE FUNZIONALI PURE

F.W.TAYLOR, OLTRE A PARCELLIZZAZIONE, SPECIALIZZAZIONE E

STANDARDIZZAZIONE PIÙ SPINTE E "SCIENTIFICHE", TEORIZZÒ STRUTTURE DI CONTROLLO ESTERNE "FUNZIONALI PURE"

OVVERO SPECIALIZZATE

SULLE ATTIVITÀ DI CONTROLLO DA SVOLGERE

Page 17: Le  strutture organizzative

1717

LE STRUTTURE FUNZIONALI PURELE STRUTTURE FUNZIONALI PURE

L'AUTORITÀ DEVE ESSERE DELEGATA NON IN RELAZIONE ALLA GERARCHIA MA IN BASE

ALLE COMPETENZE

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181816

LE STRUTTURE FUNZIONALI PURELE STRUTTURE FUNZIONALI PURE

Vertice strategico

Tecnostruttura

Operativi

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1919

LE STRUTTURE FUNZIONALI PURELE STRUTTURE FUNZIONALI PURE

VANTAGGI :IL SISTEMA DI CONTROLLO È BASATO

SULLA COMPETENZA

SVANTAGGI :

COMPLESSITÀ, MANCANZA DI COORDINAMENTO E DI UNITÀ DI COMANDO

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2020

LE STRUTTURE LE STRUTTURE GERARCHICO-FUNZIONALIGERARCHICO-FUNZIONALI

PER MANTENERE I VANTAGGI DELL'UNA E DELL'ALTRA FORMA SENZA AVERNE GLI SVANTAGGI NACQUERO LE STRUTTURE

GERARCHICO-FUNZIONALI (FUNZIONALI IN SENSO LATO)

• ATTIVITÀ RAGGRUPPATE PER FUNZIONI ATTIVITÀ RAGGRUPPATE PER FUNZIONI • COMANDO PER VIA GERARCHICA (COMANDO PER VIA GERARCHICA (LINELINE))• ORGANI DI ORGANI DI STAFFSTAFF CONSULENTI DELLA LINE CONSULENTI DELLA LINE

(TECNOSTRUTTURA E STAFF ESTERNO)(TECNOSTRUTTURA E STAFF ESTERNO)

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2121

LE STRUTTURE LE STRUTTURE GERARCHICO-FUNZIONALIGERARCHICO-FUNZIONALI

L'AZIENDA E' DIVISA IN MACROFUNZIONI CONTROLLATE PER VIA GERARCHICA

LE MACROFUNZIONI SONO A LORO VOLTA DIVISE IN SOTTOFUNZIONI

– RICERCA, SVILUPPO & PROGETTAZIONERICERCA, SVILUPPO & PROGETTAZIONE– COMMERCIALE & MARKETINGCOMMERCIALE & MARKETING– AMMINISTRAZIONE & FINANZAAMMINISTRAZIONE & FINANZA

– PRODUZIONE & DISTRIBUZIONEPRODUZIONE & DISTRIBUZIONE – QUALITÀ ......QUALITÀ ......

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2222

LE STRUTTURE LE STRUTTURE GERARCHICO-FUNZIONALIGERARCHICO-FUNZIONALI

Funzione 1 Funzione 2

Vertice strategico

organi di line (linea intermedia)

organi di staff (tecnostruttura & staff)

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2323

Vertice strategico

Tec

notr

uttu

ra

LineaIntermedia

Staff

PersonaleOperativo

ORGANIGRAMMA SECONDO ORGANIGRAMMA SECONDO MINTZBERGMINTZBERG

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2424

LE STRUTTURE LE STRUTTURE GERARCHICO-FUNZIONALIGERARCHICO-FUNZIONALI

LE STRUTTURE FUNZIONALI SONO STATE SINO AD OGGI LE STRUTTURE

DI RIFERIMENTO PER TUTTE LE AZIENDE

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2525

IL COSTOIL COSTO

IN TALI STRUTTURE SI È RISOLTO IL PROBLEMA DELL'UNITÀ DI

COMANDO E DELLE CONOSCENZE

SI È AGGRAVATO IL PROBLEMA DEL COSTO: ALLA STRUTTURA

GERARCHICA SI AFFIANCA LA STRUTTURA FUNZIONALE ED IL

NUMERO DELLE PERSONE CRESCE A DISMISURA

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2626

ESEMPIOESEMPIO

SUPPONIAMO CHE PER OGNI PERSONA OPERANTE IN LINE ESISTANO DUE

PERSONE OPERANTI IN STAFF

PER CONTROLLARE 125 OPERATIVI CON UNA SFERA (MEDIA) DI CONTROLLO DI 5 PERSONE I

CONTROLLORI SONO 93, PARI AL 75%

Page 27: Le  strutture organizzative

2727

ESEMPIOESEMPIO

SI SUPPONGA CHE LE RETRIBUZIONI AUMENTINO DEL 50% PASSANDO DA UN

LIVELLO A QUELLO SUPERIORE: IL COSTO DELLA STRUTTURA DI CONTROLLO È

ALLORA IL 125% DI QUELLO DELLE PERSONE DA CONTROLLARE

ALL’AUMENTARE DEI CONTROLLANDI IL COSTO SALE PIÙ CHE

PROPORZIONALMENTE

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2828

CELLULE ELEMENTARICELLULE ELEMENTARI

Gerarchica Funzionale pura Gerarchico-funzionale

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2929

STRUTTURE DIVISIONALISTRUTTURE DIVISIONALI

ALL’AUMENTARE DELLE DIMENSIONI LA STRUTTURA FUNZIONALE DIVENTA

"DIVISIONALE"

Divisione 1 Divisione 2

Direzione Generale

Staff di Direzione

Direzione di Divisione

Organi di Divisione

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3030

LA GRIGLIA DELLE LA GRIGLIA DELLE RESPONSABILITÀRESPONSABILITÀ

LA LRC - LINE RESPONSIBILITY CHART È UNA METODOLOGIA D’ANALISI TIPICA DELLE

STRUTTURE FUNZIONALI, ATTA AD “INCROCIARE” I PROCESSI CON LE

FUNZIONI. IN TALE MATRICE LE COLONNE IDENTIFICANO LE FUNZIONI MENTRE LE

RIGHE I PROCESSI OVVERO LE ATTIVITÀ DA SVOLGERE

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3131

LA GRIGLIA DELLE LA GRIGLIA DELLE RESPONSABILITÀRESPONSABILITÀ

UnitàAttività

Ricevimento ordine

Evasione da magazzinoSpedizione

Fatturazione

VenditeVendite

EE

DD

II

II

Distrib.Distrib.

II

AA

EE

  

Magaz.Magaz.

II

EE

AA

  

Prod.Prod.

  

II

  

  

Cont.Cont.

AA

  

II

EE

D decide/approva

E esegue

I è Informato

A assiste

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3232

LA GRIGLIA DELLE LA GRIGLIA DELLE RESPONSABILITÀRESPONSABILITÀ

COME SI NOTA DALL’ESEMPIO I POCHI ENTI CHE FORNISCONO ATTIVITÀ A

VALORE AGGIUNTO OVVERO “ESEGUONO” ATTIVITÀ DESIDERATE

DAI CLIENTI APPARTENGONO A FUNZIONI DIVERSE

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3333

STRUTTURE VS PROCESSISTRUTTURE VS PROCESSI

NELLE STRUTTURE FUNZIONALI I PROCESSI PRIMARI ESTERNI SVOLTI IN OTTICA

DEGLI STAKEHOLDERS, IN PARTICOLARE DEI CLIENTI, DOVE SONO FINITI ?

IN AREE SEPARATE IN FONDO ALLA STRUTTURA !

Page 34: Le  strutture organizzative

3434

STRUTTURE VS PROCESSISTRUTTURE VS PROCESSI

Funzione 1 Funzione 2

Capo

Persone o enti addetti al Processo APersone o enti addetti al Processo B

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3535

STRUTTURE VS PROCESSISTRUTTURE VS PROCESSI

IL FLUSSO DEI PRODOTTI/SERVIZI AVVIENE A BASSO LIVELLO

IL CONTROLLO VIENE EFFETTUATO (IN BASE ALLE INFORMAZIONI

DISPONIBILI) AI LIVELLI PIÙ ALTI

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3636

STRUTTURE VS PROCESSISTRUTTURE VS PROCESSI

L'ESISTENZA DI BARRIERE "FUNZIONALI" GENERA CONFINI AI FLUSSI

OGNUNO CERCHERÀ DI OTTIMIZZARE I RISULTATI NELL'AMBITO DEL PROPRIO TERRITORIO!

MA UNA SOMMA DI OTTIMI PARZIALI POTREBBE NON ESSERE UN OTTIMO GLOBALE IN OTTICA DEI CLIENTI

Page 37: Le  strutture organizzative

3737

STRUTTURE VS PROCESSISTRUTTURE VS PROCESSI

LE ESIGENZE DEI CLIENTI CHE FINE FANNO ?

L'UNITÀ DEI PROCESSI (NON DELLE FUNZIONI) ATTI A FAVORIRE LA

CUSTOMER SATISFACTION DOVE VA A FINIRE ?

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3838

LE NUOVE STRUTTURELE NUOVE STRUTTURE

DAL CONTROLLO ESTERNO DAL CONTROLLO ESTERNO AI TEAMAI TEAM

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3939

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

QUANDO IL RISULTATO DI UN PROCESSO È BEN DEFINITO, AD

ESEMPIO UN PROGETTO, LA NECESSITÀ DEL COORDINAMENTO

SUL RISULTATO HA PORTATO A

STRUTTURE MATRICIALI (PER FUNZIONI E PER PROGETTI)

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4040

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

Progetto 1

Progetto 2

Responsabile di progetto

Schema 1

Schema 2

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4141

LA GERARCHIA È VERTICALE MENTRE IL COORDINAMENTO SULL'OBIETTIVO

(PROJECT MANAGER O TEAM LEADER) È

ORIZZONTALE

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

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4242

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

CIÒ CHE CARATTERIZZA L'ORGANIZZAZIONE A MATRICE È:

• IL RAPPORTO FRA PROJECT MANAGER E IL RAPPORTO FRA PROJECT MANAGER E RESPONSABILI FUNZIONALIRESPONSABILI FUNZIONALI

• LE RELAZIONI ED IL MODO DI INTERAGIRE LE RELAZIONI ED IL MODO DI INTERAGIRE FRA LE PERSONE COMPONENTI IL TEAMFRA LE PERSONE COMPONENTI IL TEAM

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4343

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

IN RELAZIONE AL RAPPORTO FRA AUTORITÀ SI POSSONO AVERE QUATTRO SCHEMI :

1.1. TEAM LEADER DI BASSO PESOTEAM LEADER DI BASSO PESO

2.2. TEAM LEADER DI PESO UGUALE O SUPERIORE TEAM LEADER DI PESO UGUALE O SUPERIORE 3.3. TEAM LEADER AUTONOMI DALLE FUNZIONI TEAM LEADER AUTONOMI DALLE FUNZIONI 4.4. TEAM COMPLETAMENTE AUTONOMI DALLA TEAM COMPLETAMENTE AUTONOMI DALLA

STRUTTURA ORGANIZZATIVASTRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL'AZIENDA DELL'AZIENDA (TEAM TIGRE)(TEAM TIGRE)

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4444

OGNI SOLUZIONE PRESENTA VANTAGGI E SVANTAGGI

LA DEBOLEZZA DEL PRIMO SCHEMA DERIVA DAL FATTO CHE IL TEAM LEADER NON È UN VERO LEADER ED HA SOLO LA POSSIBILITÀ DI SOLLECITARE E/O DI SUPPORTARE LE COMUNICAZIONI TRASVERSALI

Progetto 1

Progetto 2

Responsabile di progetto

Schema 1

Schema 2

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4545

NEL SECONDO SCHEMA (STRUTTURA MATRICIALE PURA) SI HA UN MAGGIOR BILANCIAMENTO

AL TEAM LEADER VIENE DELEGATO IL CONTROLLO DELLE ATTIVITÀ

AI RESPONSABILI FUNZIONALI LE SCELTE TECNICHE (STANDARD, TECNOLOGIE, ECC.)

Progetto 1

Progetto 2

Responsabile di progetto

Schema 1

Schema 2

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4646

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

I PROBLEMI NASCONO PER MANCATA CHIAREZZA NEL COMANDO E QUINDI

CONFUSIONE DEI RUOLI

QUESTI PROBLEMI VENGONO SUPERATI CON IL TERZO E QUARTO SCHEMA

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4747

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

Progetto 1Progetto 2

Schema 3

Team autonomo del Progetto 1

Schema 4

Team autonomo del Progetto 2

Page 48: Le  strutture organizzative

4848

NEL TERZO SCHEMA SI SUPERANO LE AMBIGUITA'

LE RISORSE SONO TEMPORANEAMENTE ASSEGNATE AL TEAM LEADER

CONCLUSO IL PROGETTO LE RISORSE TORNANO ALLE FUNZIONI

L' INCONVENIENTE E' IL REINSERIMENTO DEI PARTECIPANTI NELLE FUNZIONI

Progetto 1Progetto 2

Schema 3

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4949

IL QUARTO SCHEMA PREVEDE COMPLETA AUTONOMIA ANCHE SOCIETARIA DELLA STRUTTURA

HA IL VANTAGGIO DI POTER COOPTARE SPECIALISTI DIVERSI (ANCHE DI PROVENIENZA ESTERNA) QUALI :

• LIBERI PROFESSIONISTI LIBERI PROFESSIONISTI • PROGETTISTI DEI FORNITORI E DEI CONCORRENTIPROGETTISTI DEI FORNITORI E DEI CONCORRENTI

Team autonomo del Progetto 1

Schema 4

Team autonomo del Progetto 2

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5050

LE STRUTTURE MATRICIALILE STRUTTURE MATRICIALI

IL TEAM SI CONFIGURA COME UNA UNITA' AUTONOMA CON I SUOI

OBIETTIVI ED I SUOI PREMI NON CONDIZIONATI DALL'APPARTENENZA

AD UNA AZIENDAGLI SVANTAGGI DI TALE SOLUZIONE:

• REINSERIMENTO DEI PARTECIPANTI NELLE STRUTTURE AZIENDALI

• GARANZIE DI CONTINUITÀ DEL LAVORO

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5151

I TEAMI TEAM

I TEAM I TEAM AUTOCONTROLLATIAUTOCONTROLLATI

I TEAM I TEAM AUTOCONTROLLATIAUTOCONTROLLATI

Page 52: Le  strutture organizzative

5252

I TEAMI TEAM

QUANTO DETTO PER IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE POTREBBE

OVVIAMENTE ESSERE ESTESO A TUTTI GLI ALTRI PROCESSI AZIENDALI IN

QUANTO CARATTERIZZATI DA COMPITI ED OBIETTIVI PRECISI

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5353

I TEAMI TEAM

SI POTREBBE IPOTIZZARE INFATTI UN’AZIENDA, IN PARTE O TUTTA, CON

“UN’ARCHITETTURA” A TEAM CHE ABBIANO IL COMPITO DI REALIZZARE

LA STAKEHOLDER SATISFACTION

Page 54: Le  strutture organizzative

5454

I TEAMI TEAM

QUALORA I TEAM SIANO DI DIMENSIONI ABBASTANZA

RILEVANTI SI RIPROPORREBBE PERO’ IL PROBLEMA DEL

CONTROLLO

Page 55: Le  strutture organizzative

5555

I TEAMI TEAM

PER EVITARE LA NECESSITA’ DI UN CONTROLLO GERARCHICO SI

DOVREBBE RICORRERE A PROCESSI PICCOLI, AUTOCONTROLLATI E

COORDINATI GLOBALMENTE DA UN FIRM LEADER

Page 56: Le  strutture organizzative

5656

I TEAMI TEAM

IL MECCANISMO PER GARANTIRE L’EFFICACIA DELL’AUTOCONTROLLO

E’ IL RAPPORTO

FORNITORE / STAKEHOLDER INTERNO

Page 57: Le  strutture organizzative

5757

LA LEAN ORGANIZATIONLA LEAN ORGANIZATION

SI IPOTIZZANO IN TAL CASO STRUTTURE (LEAN) DI PROCESSO IN CUI NON ESISTONO PIÙ DIPENDENZE

GERARCHICO/FUNZIONALI

TUTTI LAVORANO INSIEME PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI COMUNI

Page 58: Le  strutture organizzative

5858

IL RUOLO DEL LEADER È QUELLO DI FACILITARE IL LAVORO DI GRUPPO :

• SI INTERFACCIA GLI ALTRI LEADERSI INTERFACCIA GLI ALTRI LEADER• COORDINA IL LAVOROCOORDINA IL LAVORO• ADDESTRA LE PERSONE A LAVORARE IN ADDESTRA LE PERSONE A LAVORARE IN

GRUPPOGRUPPO• RISOLVE I CONFLITTI NEL GRUPPORISOLVE I CONFLITTI NEL GRUPPO• AIUTA A IDENTIFICARE E RIMUOVERE LE AIUTA A IDENTIFICARE E RIMUOVERE LE

CAUSE COMUNI DI INEFFICIENZACAUSE COMUNI DI INEFFICIENZA

LA LEAN ORGANIZATIONLA LEAN ORGANIZATION

Page 59: Le  strutture organizzative

5959

LE STRUTTURE SI APPIATTISCONO E DIMINUISCONO I LIVELLI GERARCHICI

LA LEAN ORGANIZATIONLA LEAN ORGANIZATION

Page 60: Le  strutture organizzative

6060

LA GERARCHIA SERVE AL MACROCONTROLLO

IL CONTROLLO OPERATIVO VIENE DELEGATO AL LIVELLO PIÙ BASSO

LA LEAN ORGANIZATIONLA LEAN ORGANIZATION

Page 61: Le  strutture organizzative

6161

L’architettura organizzativa di Womack

• L’architettura organizzativa proposta da Womack e Jones è basata su due tipi di Team (Value Stream):

1. Team di progettazione e sviluppo famiglia di prodotti i.esima

2. Team di gestione ordini e produzione famiglia di prodotti i.esima

• E su alcune Funzioni

Page 62: Le  strutture organizzative

6262

Team Pr. A

Team Ges. B

Team Ges. C

Funzioni

Team

Team

Comitato responsabili Team

Responsabili dei Team

Responsabili delle funzioni

D

Funzione Processi Snelli

L’architettura organizzativa di Womack

Page 63: Le  strutture organizzative

6363

Team progettazione e sviluppo• Sono team dedicati con tutte le competenze per

progettare e sviluppare un prodotto (bene + servizio) ed il suo processo produttivo

• Competenze di:– Marketing– Progettazione– Ingegnerizzazione– Approvvigionamenti– Ideazione attrezzature– Definizione del ciclo– …

Page 64: Le  strutture organizzative

6464

Team gestione ordini e produzione• Sono team dedicati dove esistono tutte le

competenze per promuovere le vendite, gestire gli ordini, la produzione e le consegne

• Competenze di:– Marketing– Programmazione– Acquisti– Produzione– Logistica– ----

Page 65: Le  strutture organizzative

6565

I Team

• Un team dovrebbe essere:

– Un'unità organizzativa multifunzionale ovvero capace di compiere tutte le attività diversificate necessarie a fornire uno specifico prodotto (famiglia)

– Disorganizzata in quanto non dovrebbero essere previste gabbie funzionali

– Mentre dovrebbe essere prevista l'intercambiabilità di ruoli e compiti

Page 66: Le  strutture organizzative

6666

I Team

• Nel team dovrebbero esservi esperti:

– Generici– Autonomi– Supportati da un adeguato sistema informativo

(magari di tipo esperto)

Page 67: Le  strutture organizzative

6767

I Team

• Si dovrebbero sostituire i grossi processi (svolti da specialisti diversi) con processi : – Indipendenti

– A flussi limitati – Svolti da esperti generici

• Si avrebbe il vantaggio della maggiore flessibilità

Page 68: Le  strutture organizzative

6868

I Team

• Team paralleli, al limite composti da una sola persona (case worker) con competenze ad ampio spettro e adeguata strumentazione informatica e telematica

• Si avrebbero forti vantaggi di flessibilità e di efficienza per riduzione tempi e costi

Page 69: Le  strutture organizzative

6969

IL CASE WORKER

Processo svolto da un unico “Case Worker”

Tempi/costi delle attività del processo

Tempi/costi delle attività del processo

100%

0%

Attività 1 Attività 2 Attività 3 Attività 4

Curva di apprendimento: tempo perso e costi per spiegare, scrivere appunti, …, ovvero per passare “il testimone” da uno all’ altro nell’ambito del team

Processo svolto da più soggetti

100%

0%

Attività 1 Att. 2 Att. 3 Att. 4

Page 70: Le  strutture organizzative

7070

Il cambiamento

• L'implementazione di un’architettura a team snelli comporta grossi cambiamenti nei valori, nella cultura, nelle mansioni, nei compiti e nei ruoli del personale d'azienda

• Si rendono necessari nuovi modelli di riferimento per le risorse umane e dei leader capaci di proporre e gestire il cambiamento

Page 71: Le  strutture organizzative

7171

Le Funzioni

• Si possono ipotizzare le classiche Funzioni:– Marketing– Finanza– Risorse umane– Progettazione– Operations– ---

• Il numero delle persone che opera nelle funzioni deve essere << di quello dei Team

Page 72: Le  strutture organizzative

7272

Le Funzioni

• Le funzioni dovrebbero essere delle aree di:

1. Raccolta del know how aziendale (Learning Organization)

2. Addestramento (Teaching Organization)

3. Consulenza ai Team (Consulting Organization)

Page 73: Le  strutture organizzative

7373

Learning Organization

• Learning Organization in quanto le Funzioni dovrebbero essere depositarie delle Competenze Chiave dell’azienda

• Il know how aziendale può essere accresciuto tramite ricerca e sperimentazione e formalizzazione delle competenze che si sviluppano nei Team

• Per questo, a date prefissate, il personale che opera nei Team deve passare del tempo anche nelle funzioni

Page 74: Le  strutture organizzative

7474

Teaching Organization

• Teaching Organization in quanto le Funzioni dovrebbero essere fornitrici delle attività di formazione continua per il personale operante nei Team

• La formazione dovrebbe riguardare sia gli aspetti più propriamente tecnologici che umani (lavorare nei Team, organizzazione snella, ..)

Page 75: Le  strutture organizzative

7575

Consulting Organization

• Consulting Organization in quanto alle Funzioni i Team potrebbero richiedere attività di consulenza su specifici temi

• Oltre che attività di consulenza le Funzioni dovrebbero svolgere attività di “normazione” per definire gli standard interni da utilizzare

Page 76: Le  strutture organizzative

7676

La Funzione Processi snelli

• La funzione “processi snelli” dovrebbe servire non solo come luogo di lavoro di chi in azienda opera per implementare i processi snelli ma anche come area di parcheggio temporaneo delle migliori risorse aziendali in attesa di impiego profittevole

• Dovrebbe occupasi inoltre di estendere la snellezza lungo la Supply Chain

Page 77: Le  strutture organizzative

7777

L'IMPLEMENTAZIONE DI UN’ARCHITETTURA A TEAM SNELLI COMPORTA GROSSI CAMBIAMENTI

NEI VALORI, NELLA CULTURA, NELLE MANSIONI, NEI COMPITI E NEI RUOLI DEL PERSONALE D'AZIENDASI RENDONO NECESSARI NUOVI MODELLI DI RIFERIMENTO PER LE

RISORSE UMANE

LA LEAN ORGANIZATIONLA LEAN ORGANIZATION

Page 78: Le  strutture organizzative

78

Le strutture organizzative snelle

Un approfondimento

Page 79: Le  strutture organizzative

7979

Le strutture organizzative snelle• Sono basate sui VS - Value Stream

ovvero i Processi a Valore (di APQC) definibili anche end to end (dalle esigenze del Customer alla soddisfazione dello stesso) autonomi per

“famiglie di prodotto”

Page 80: Le  strutture organizzative

8080

Le strutture organizzative snelle

• Si devono preliminarmene identificare le “famiglie omogenee di prodotti” tramite la Product Family Matrix (generalmente si parte dai cicli produttivi che sono il “cuore” della famiglia)

Page 81: Le  strutture organizzative

A

B

C

D

E

F

G

1 2 3 4 5 6 7 8D ow nstrea m S tep s & E quip m e nt

Pr o

du

c ts

X

X

X

X

X

X

X

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X

X

X

X

XXX

XX

X

X

X

XX

XX X

X

A

B

C

D

E

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Assioma Best practice

• Principio fondamentale della Lean Organization:

• Ogni VS deve avere risorse completamente dedicate ovvero le risorse non devono essere in comune con gli altri VS

• Questo “rivoluziona” la progettazione sia dei processi che delle macchine ed impianti

Page 84: Le  strutture organizzative

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Il Controllo

• Il controllo (ricordo che è Muda) non deve più essere “gerarchico” ma essere svolto dalle stesse persone che operano in Team nel VS (autocontrollo e, quindi, necessità di Empowerment)

Page 85: Le  strutture organizzative

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Un Value Stream

• Le aziende Lean, lavorando per Team, sono “Piatte” (con un bassissimo baricentro gerarchico) e questo comporta un grosso cambiamento dei modelli culturali oltre che organizzativi

• I Team dei singoliVS svolgono tutte le attività primarie (a Valore) della catena di Porter

Page 86: Le  strutture organizzative

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I processi “Strategici” di servizio

• I Processi di Servizio/Manageriali “Strategici” (i servizi non strategici dovrebbero essere acquistati all’esterno) svolgono, per i VS, alcune delle tipiche attività di Supporto e Manageriali della Catena del Valore precedentemente viste

• Sono definiti SSU (Strategical Service Unit)

Page 87: Le  strutture organizzative

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In pratica

• Si trasforma l’azienda in un insieme “sinergico” di sotto aziende autonome (Team) sia operative (VS ) sia fornitrici di servizi (SSU) ognuna con un proprio responsabile:

“Owner ”

Page 88: Le  strutture organizzative

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In pratica

• Ovviamente il costo delle SSU sarà pagato dai VS (clienti)

• Sarà pertanto responsabilità degli Owner deiVS dire se e quanto hanno bisogno dei servizi delle SSU da considerare dei veri e propri “fornitori”

Page 89: Le  strutture organizzative

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I processi “Strategici” di servizio

• Una considerazione: le SSU sono Muda e, quindi, le persone (indirette) che vi operano devono essere << di quelle che operano neiVS

Page 90: Le  strutture organizzative

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SSU vs Value Stream

• Nella Lean Organization si dovrebbe comunque favorire la trasformazione del personale indiretto in personale diretto, liberando capacità

• Pertanto sarebbe opportuno mettere sul mercato i servizi delle SSU per controllarne l’efficienza e l’efficacia trasformandole in VS

Page 91: Le  strutture organizzative

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In pratica

• Gestire i flussi di valore con un Team composto da persone in grado di svolgere tutte le funzioni: – da quelle strategiche a quelle tecnico/progettuali – dagli approvvigionamenti alle spedizioni – dalla gestione contabile a quella finanziaria– ….

• si liberano energie, si recuperano capacità, si migliorano le prestazioni

Page 92: Le  strutture organizzative

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In pratica

• L’organizzazione si appiattisce e diventa estremamente snella, possibilmente due livelli

• Il processo decisionale è quindi immediato in quanto sono gli owner insieme al Team che prendono tutte le decisioni in autonomia senza dover consultare i vari responsabili di funzione, tipici delle strutture tayloristiche: dirigenti, coordinatori, capi reparto, …

Page 93: Le  strutture organizzative

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DALLA GERARCHIA DALLA GERARCHIA TAYLORISTICATAYLORISTICA

NUCLEO OPERATIVONUCLEO OPERATIVO

LINEA INTERMEDIA LINEA INTERMEDIA E TECNOSTRUTTURAE TECNOSTRUTTURA

VERTICEVERTICESTRATEGICOSTRATEGICO

Page 94: Le  strutture organizzative

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ALL’EMPOWERMENT “AGE”ALL’EMPOWERMENT “AGE”

Gruppi di lavoro informatizzatiGruppi di lavoro informatizzati e autogestitie autogestiti

CLIENTICLIENTI

MANAGEMENTMANAGEMENTDI SUPPORTODI SUPPORTO

Page 95: Le  strutture organizzative

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LE AZIENDE RETELE AZIENDE RETE

RETIRETI

Page 96: Le  strutture organizzative

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RETIRETI

DA ALTE E STRETTE LE IMPRESE SI DEVONO EVOLVERE VERSO

STRUTTURE PIATTE E LARGHE PER PROCESSI AUTOCONTROLLATI

MA QUESTO NON SEMBRA ANCORA SUFFICIENTE PER RISPONDERE IN TERMINI DI FLESSIBILITÀ ALLE

SFIDE DEL MERCATO

Page 97: Le  strutture organizzative

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RETIRETI

PER GESTIRE I MACROPROCESSI SI PREFIGURANO AZIENDE "RETE"

COSTITUITE DA "MODULI ORGANIZZATIVI" AUTONOMI CON

ECCELLENTI COMPETENZE FOCALIZZATE (CORE SKILL) CHE SI

RAPPORTANO CON LEGAMI SEMPLICI (CLIENTE-FORNITORE)

Page 98: Le  strutture organizzative

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RETIRETI

I SINGOLI MODULI DEVONO ESSERE COORDINATI DA UN SOGGETTO

DEPOSITARIO DEL CORE PROCESS I RAPPORTI SONO DEL TIPO COOPERATIVO

(COMAKERSHIP E/O PARTNERSHIP)GENERALMENTE LE AZIENDE RETE SONO

GEOGRAFICAMENTE “CONCENTRATE”AD ESEMPIO I DISTRETTI INDUSTRIALI

Page 99: Le  strutture organizzative

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RETIRETI

DALCLIENTE CLIENTE

LOGISTICA

ATTIVITA' CRITICHE

AL

ATTIVITA'TERZIARIZZATE

C O R E P R O C E S S

Page 100: Le  strutture organizzative

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RETIRETI

UNA AZIENDA RETE COSTITUITA DA PICCOLI MODULI SPECIALIZZATI

(OLONI) COLLEGATI PER VIA TELEMATICA DIFFUSE SU TERRITORI

AMPI VIENE DEFINITA IMPRESA OLONICO-VIRTUALE

AD ESEMPIO UNA SOCIETA’ DI PROGETTAZIONE DELOCALIZZATA

NEI DIVERSI CONTINENTI

Page 101: Le  strutture organizzative

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RETIRETI

GLI OLONI POSSONO NON LAVORARE ESCLUSIVAMENTE PER LA RETE

SI COLLEGANO IN MANIERA TEMPORANEA PER SFRUTTARE AL

MEGLIO LE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS

Page 102: Le  strutture organizzative

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ANCHE LE GRANDI AZIENDE ESTERNALIZZERANNO/TERZIARIZZERANNO

(OUT- E GLOBAL-SOURCING)

FOCALIZZANDOSI SUI CORE PROCESS

I GURU DEL MANAGEMENT PREVEDONO CHE LA GRANDE SFIDA SI GIOCHERÀ SULLA

DISINTEGRAZIONE E SULLA CAPACITÀ DI COLLEGARSI IN ALLEANZE STRATEGICHE!

RETIRETI

Page 103: Le  strutture organizzative

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IMPRESE PROATTIVEIMPRESE PROATTIVE

E' NECESSARIO NON SOLO CHE LE NUOVE ARCHITETTURE SIANO FLESSIBILI MA

ANCHE CHE L'IMPRESA SIA PROTAGONISTA DEL CAMBIAMENTO E NON COMPRIMARIA IN QUANTO PARTE

ATTIVA NEL FAR ACCADERE GLI EVENTI (IMPRESA PROATTIVA) E NON LI

SUBISCA REAGENDO DOPO CHE SONO AVVENUTI (IMPRESA REATTIVA)

Page 104: Le  strutture organizzative

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UN ESEMPIOUN ESEMPIO

LE RETI VIRTUALI

(L’Impresa - Giugno 1998)

Page 105: Le  strutture organizzative

Una rivoluzione culturale(Giuseppe Giorgio Croce)

Nella moderna sede centrale in Redwood City di Verifone, leader mondialenei sistemi di pagamento elettronico, operano solo 180 dipendenti. Gli altri 2.700sono sparsi su tre continenti e, spesso, lavorano da casa o in viaggio. Verifone haunità di sviluppo e test in ogni angolo degli Stati Uniti, in Europa e in Asia, le suefabbriche principali sono a Taiwan e a Shangai, mentre la ricerca avviene incooperazione fra le sedi di Bangalore (India), Parigi e California.

SciClone Pharmaceuticals è una società internazionale di biofarmaci diavanguardia, nata esclusivamente su competenze commerciali. L’impresa non faricerca né sviluppo né produzione. Acquista le ricerche da fonti esterne (l’UsNational Institute of Health e altri), appalta a terzi lo sviluppo ed il test di compostipotenzialmente di successo e si allea con altre imprese per la produzione,promozione e distribuzione dei suoi prodotti.

StockSmart è una nuova net-enterprise di tipo finanziario: dieci persone intutto gestiscono su Internet fondi di investimento e azioni per un valore complessivodi 25 miliardi di dollari, fornendo anche ai piccoli investitori privati, grazie ai costidi connessione su Internet, servizi finora riservati alle società di intermediazionefinanziaria.

VeriFone, SciClone e StockSmart sono forme diverse di impresa virtuale.Con strutture centrali esigue governano reti di attività sul globo in continuariconfigurazione. Si tratta di alcuni esempi relativi ad un fenomeno di portata storica–le organizzazioni virtuali- destinato a trasformare radicalmente le forme di impresae del lavoro, le relazioni di mercato e la stessa configurazione del territorio e deiservizi ai cittadini.

Page 106: Le  strutture organizzative

UNA QUASI IMPRESA

L’impresa virtuale è la forma di fluidità organizzativa più estrema. Può trattarsi,come nel caso VeriFone, di un’organizzazione frantumata su un ampio spazio geografico,ma in grado di operare come se tutte le sue unità ed i suoi dipendenti lavorassero fianco afianco in un’unica sede. Ma può anche essere un simulacro di impresa: ossia come nel casodi SciClone e dei suoi partner, una rete di aziende e gruppi professionali del tutto autonomiche cooperano a distanza come se fossero un’unica organizzazione. Paradossalmente lepiccole aziende dei Distretti italiani, da Prato a Carpi, a Lumezzane o al triangolo della sedianel Friuli hanno anticipato questa tendenza mondiale. Almeno per un aspetto: laconfigurazione continuamente variabile di reti di attività e di competenze sul territorio. Mala loro flessibilità resta un fenomeno essenzialmente locale, vincolato a rapporti diprossimità spaziale.

Le forme oggi più avanzate di impresa virtuale al contrario sono in grado di superarei vincoli del nostro spazio/tempo biologico, ossia lentezza e distanza, grazie ad un usosignificativo delle tecnologie dell’informazione. La rete di relazioni è dilatatapotenzialmente su tutto il pianeta, in modo di attingere risorse di eccellenza, laddove questerisorse si creano. Questa caratteristica conferisce alle imprese virtuali una flessibilità ed unaagilità senza eguali nel cogliere di volta in volta le opportunità offerte dal mercato. Possonooperare sul mercato modificando con estrema facilità la forma dell’organizzazione (che nonè più univoca, ma si apre a un ventaglio di possibili configurazioni) ed i modelli diinterazione con l’ambiente scegliendo di volta in volta le competenze, le risorse e la strutturadi relazioni più idonee. Il che comporta non solo investimenti strategici nelle tecnologie, maun’autentica rivoluzione della cultura d’impresa e degli stili di gestione. (continua)

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