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Letteratura italiana Einaudi Le occasioni di Eugenio Montale

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Letteratura italiana Einaudi

Le occasioni

di Eugenio Montale

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Letteratura italiana Einaudi

Edizione di riferimento: Le Occasioni 1928-1939, a cura di Dante Isella, Einaudi,Torino 1996

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Letteratura italiana Einaudi

Sommario

Il balconePareva facile giuoco 1

I.I. Vecchi versi 2II. Buffalo 4III. Keepsake 5IV. Lindau 6V. Bagni di Lucca 7VI. Cave d’autunno 8VII. Altro effetto di luna 9VIII. Verso Vienna 10IX. Carnevale di Gerti 11X. Verso Capua 14XI. A Liuba che parte 15XII. Bibe a Ponte all’Asse 16XIII. Dora Markus

I. Fu dove il ponte di legno... 17II. Ormai nella tua Carinzia... 18

XIV. Alla maniera di Filippo De Pisis nell’iviargli questo libro 20

XV. Nel Parco di Caserta 21XVI. Accelerato 22

II. MottettiI. Lo sai: debbo riperderti e non posso... 23II. Molti anni, e uno più duro sopra il lago... 24III. Brina sui vetri; uniti... 25

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Sommario

IV. Lontano, ero con te quando tuo padre... 26V. Addii, fischi nel buio, cenni, tosse... 27VI. La speranza di pure rivederti... 28VII. Il saliscendi bianco e nero dei... 29VIII. Ecco il segno; s’innerva... 30IX. Il ramarro, se scocca... 31X. Perché tardi? Nel pino lo scoiattolo... 32XI. L’anima che dispensa... 33XII. Ti libero la fronte dai ghiaccioli... 34XIII. La gondola che scivola in un forte... 35XIV. Infuria sale o grandine? Fa strage... 36XV. Al primo chiaro, quando... 37XVI. Il fiore che ripete... 38XVII. La rana, prima a ritentar la corda... 39XVIII.Non recidere, forbice, quel volto... 40XIX. La canna che dispiuma... 41XX. ...ma così sia. Un suono di cornetta... 42

III.Tempi di Bellosguardo

I. Oh come là nella corusca... 43II. Derelitte sul poggio... 44III. Il rumore degli émbrici distrutti... 46

IV.I. La casa dei doganieri 47II. Bassa marea 49III. Stanze 50IV. Sotto la pioggia 52V. Punta del mesco 53

ivLetteratura italiana Einaudi

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Sommario

VI. Costa San Giorgio 54VII. L’estate 56VIII. Eastbourne 57IX. Corrispondenze 59X. Barche sulla Marna 60XI. Elegia di Pico Farnese 62XII. Nuove stanze 65XIII. Il ritorno 67XIV. Palio 68XV. Notizie dall’Amiata

I. Il fuoco d’artifizio del maltempo... 71II. E tu seguissi le fragili architetture... 72III. Questa rissa cristiana che non ha... 73

vLetteratura italiana Einaudi

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1Letteratura italiana Einaudi

IL BALCONE

Pareva facile giuocomutare in nulla lo spazioche m’era aperto, in un tediomalcerto il certo tuo fuoco.

Ora a quel vuoto ho congiunto 5ogni mio tardo motivo,sull’arduo nulla si spuntal’ansia di attenderti vivo.

La vita che dà barlumiè quella che sola tu scorgi. 10A lei ti sporgi da questafinestra che non s’illumina.

Eugenio Montale - Le Occasioni

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2Letteratura italiana Einaudi

I. VECCHI VERSI

Ricordo la farfalla ch’era entratadai vetri schiusi nella sera fumidasu la costa raccolta, dilavatadal trascorrere iroso delle spume.Muoveva tutta l’aria del crepuscolo a un fioco 5occiduo palpebrare della tracciache divide acqua e terra; ed il punto atonodel faro che baluginava sullaroccia del Tino, cerula, tre voltesi dilatò e si spense in un altro oro. 10

Mia madre stava accanto a me sedutapresso il tavolo ingombro dalle carteda giuoco alzate a due per volta comeattendamenti nani pei soldatidei nipoti sbandati già dal sonno. 15Si schiodava dall’alto impetuosoun nembo d’aria diaccia, diluviavasul nido di Corniglia rugginoso.Poi fu l’oscurità piena, e dal mareun rombo basso e assiduo come un lungo 20regolato concerto, ed il gonfiared’un pallore ondulante oltre la siepecimata dei pitòsfori. Nel brevevano della mia stanza, ove la lampadatremava dentro una ragnata fucsia, 25penetrò la farfalla, al paralumegiunse e le conterie che l’avvolgevano

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Eugenio Montale - Le Occasioni I.I

3Letteratura italiana Einaudi

segnando i muri di riflessi ombratieguali come fregi si sconvolseroe sullo scialbo corse alle pareti 30un fascio semovente di fili esili.

Era un insetto orribile dal beccoaguzzo, gli occhi avvolti come d’unarossastra fotosfera, al dosso il teschioumano; e attorno dava se una mano 35tentava di ghermirlo un acre sibiloche agghiacciava.

Batté più volte sordo sulla tavola,sui vetri ribatté chiusi dal vento,e da sé ritrovò la via dell’aria, 40si perse nelle tenebre. Dal portodi Vernazza le luci erano a trattiscancellate dal crescere dell’ondeinvisibili al fondo della notte.

Poi tornò la farfalla dentro il nicchio 45che chiudeva la lampada, discesesui giornali del tavolo, scrollòpazza aliando le carte –e fu per semprecon le cose che chiudono in un giro

sicuro come il giorno, e la memoria 50in sé le cresce, sole vive d’unavita che disparì sotterra: insiemecoi volti familiari che oggi sperdenon più il sonno ma un’altra noia; accantoai muri antichi, ai lidi, alla tartanache imbarcavatronchi di pino a riva ad ogni mese,al segno del torrente che discendeancora al mare e la sua via si scava.

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4Letteratura italiana Einaudi

BUFFALO

Un dolce inferno a raffiche addensavanell’ansa risonante di megafoniturbe d’ogni colore. Si vuotavanoa fiotti nella sera gli autocarri.Vaporava fumosa una calura 5sul golfo brulicante; in basso un arcolucido figurava una correntee la folla era pronta al varco. Un negrosonnecchiava in un fascio luminosoche tagliava la tenebra; da un palco 10attendevano donne ilari e mollil’approdo d’una zattera. Mi dissi:Buffalo! – e il nome agì.Precipitavonel limbo dove assordano le vocidel sangue e i guizzi incendiano la vista 15come lampi di specchi.Udii gli schianti secchi, vidi attornocurve schiene striate mulinantinella pista.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.II

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5Letteratura italiana Einaudi

KEEPSAKE

Fanfan ritorna vincitore; Mollysi vende all’asta: frigge un riflettore.Surcouf percorre a grandi passi il cassero,Gaspard conta denari nel suo buco.Nel pomeriggio limpido è discesa 5la neve, la Cicala torna al nido.Fatinitza agonizza in una piegadi memoria, di Tonio resta un grido.Falsi spagnoli giocano al castelloi Briganti; ma squilla in una tasca 10la sveglia spaventosa.Il Marchese del Grillo è rispeditonella strada; infelice Zeffirinotorna commesso; s’alza lo Spezialee i fulminanti sparano sull’impiantito. 15I Moschettieri lasciano il convento,Van Schlisch corre in arcioni, Takiminisi sventola, la Bambola è caricata.(Imary torna nel suo appartamento).Larivaudière magnetico, Pitou 20giacciono di traverso. Venerdìsogna l’isole verdi e non danza più.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.III

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6Letteratura italiana Einaudi

LINDAU

La rondine vi portafili d’erba, non vuole che la vita passi.Ma tra gli argini, a notte, l’acqua mortalogora i sassi.Sotto le torce fumicose sbanda 5sempre qualche ombra sulle prode vuote.Nel cerchio della piazza una sarabandas’agita al mugghio dei battelli a ruote.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.IV

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7Letteratura italiana Einaudi

BAGNI DI LUCCA

Fra il tonfo dei marronie il gemito del torrenteche uniscono i loro suonièsita il cuore.

Precoce inverno che borea 5abbrividisce. M’affacciosul ciglio che scioglie l’alboredel giorno nel ghiaccio.

Marmi, rameggi –e ad uno scrollo giùfoglie a èlice, a freccia, 10nel fossato.

Passa l’ultima greggia nella nebbiadel suo fiato.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.V

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8Letteratura italiana Einaudi

CAVE D’AUTUNNO

su cui discende la primavera lunaree nimba di candore ogni frastaglio,schianti di pigne, abbagliodi reti stese e schegge,

ritornerà ritornerà sul gelo 5la bontà d’una mano,varcherà il cielo lontanola ciurma luminosa che ci saccheggia.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.VI

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9Letteratura italiana Einaudi

ALTRO EFFETTO DI LUNA

La trama del carrubo che si profilanuda contro l’azzurro sonnolento,il suono delle voci, la trafiladelle dita d’argento sulle soglie,

la piuma che s’invischia, un trepestìo 5sul molo che si sciogliee la feluca già ripiega il volocon le vele dimesse come spoglie.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.VII

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10Letteratura italiana Einaudi

VERSO VIENNA

Il convento baroccodi schiuma e di biscottoadombrava uno scorcio d’acque lentee tavole imbandite, qua e là sparsedi foglie e zenzero. 5

Emerse un nuotatore, sgrondò sottouna nube di moscerini,chiese del nostro viaggio,parlò a lungo del suo d’oltre confine.

Additò il ponte in faccia che si passa 10(informò) con un soldo di pedaggio.Salutò con la mano, sprofondò,fu la corrente stessa...Ed al suo posto,battistrada balzò da una rimessaun bassotto festoso che latrava, 15

fraterna unica voce dentro l’afa.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.VIII

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11Letteratura italiana Einaudi

CARNEVALE DI GERTI

Se la ruota s’impiglia nel grovigliodelle stelle filanti ed il cavallos’impenna tra la calca, se ti nevicasui capelli e le mani un lungo brividod’iridi trascorrenti o alzano i bimbi 5le flebili ocarine che salutanoil tuo viaggio ed i lievi echi si sfaldanogiù dal ponte sul fiume,se si sfolla la strada e ti conducein un mondo soffiato entro una tremula 10bolla d’aria e di luce dove il solesaluta la tua grazia – hai ritrovatoforse la strada che tentò un istanteil piombo fuso a mezzanotte quandofinì l’anno tranquillo senza spari. 15

Ed ora vuoi sostare dove un filtrofa spogli i suonie ne deriva i sorridenti ed acrifumi che ti compongono il domani:ora chiedi il paese dove gli onagri 20mordano quadri di zucchero alle tue manie i tozzi alberi spuntino germoglimiracolosi al becco dei pavoni.

(Oh il tuo Carnevale sarà più tristestanotte anche del mio, chiusa fra i doni 25tu per gli assenti: carri dalle tinte

Eugenio Montale - Le Occasioni I.IX

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Eugenio Montale - Le Occasioni I.IX

12Letteratura italiana Einaudi

di rosolio, fantocci ed archibugi,palle di gomma, arnesi da cucinalillipuziani: l’urna li segnavaa ognuno dei lontani amici l’ora 30che il Gennaio si schiuse e nel silenziosi compì il sortilegio. È Carnevaleo il Dicembre s’indugia ancora? Pensoche se tu muovi la lancetta al piccoloorologio che rechi al polso, tutto 35arretrerà dentro un disfatto prismababelico di forme e di colori...).

E il Natale verrà e il giorno dell’Annoche sfolla le caserme e ti riportagli amici spersi, e questo Carnevale 40pur esso tornerà che ora ci sfuggetra i muri che si fendono già. Chieditu di fermare il tempo sul paeseche attorno si dilata? Le grandi aliscreziate ti sfiorano, le logge 45sospingono all’aperto esili bambolebionde, vive, le pale dei mulinirotano fisse sulle pozze garrule.Chiedi di trattenere le campaned’argento sopra il borgo e il suono rauco 50delle colombe? Chiedi tu i mattinitrepidi delle tue prode lontane?

Come tutto si fa strano e difficile,come tutto è impossibile, tu dici.La tua vita è quaggiù dove rimbombano 55le ruote dei carriaggi senza posae nulla torna se non forse in questidisguidi del possibile. Ritornalà fra i morti balocchi ove è negatopur morire; e col tempo che ti batte 60al polso e all’esistenza ti ridona,

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13Letteratura italiana Einaudi

tra le mura pesanti che non s’apronoal gorgo degli umani affaticato,torna alla via dove con te intristisco,quella che additò un piombo raggelato 65alle mie, alle tue sere:torna alle primavere che non fioriscono.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.IX

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14Letteratura italiana Einaudi

VERSO CAPUA

... rotto il colmo sull’ansa, con un salto,il Volturno calò, giallo, la suapiena tra gli scopeti, la dispersenelle crete. Laggiù si profilavamobile sulle siepi un postiglione, 5e apparì su cavalli,in una scia di polvere e sonagli.Si arrestò pochi istanti, l’equipaggiodava scosse, d’attorno volitavanofarfalle minutissime. Un furtivo 10raggio incendiò di colpo il sugheretoscotennato, a fatica ripartivala vettura: e tu in fondo che agitavilungamente una sciarpa, la bandierastellata!, e il fiume ingordo s’insabbiava. 15

Eugenio Montale - Le Occasioni I.X

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15Letteratura italiana Einaudi

A LIUBA CHE PARTE

Non il grillo ma il gattodel focolareor ti consiglia, splendidolare della dispersa tua famiglia.La casa che tu rechi 5con te ravvolta, gabbia o cappelliera?,sovrasta i ciechi tempi come il fluttoarca leggera – e basta al tuo riscatto.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XI

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16Letteratura italiana Einaudi

BIBE A PONTE ALL’ASSE

Bibe, ospite lieve, la bruna tua reginetta di Sabamesce sorrisi e Rùfina di quattordici gradi.

Si vede in basso rilucere la terra fra gli àceri radie un bimbo curva la canna sul gomito della Greve.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XII

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17Letteratura italiana Einaudi

DORA MARKUS

I.

Fu dove il ponte di legnomette a Porto Corsini sul mare altoe rari uomini, quasi immoti, affondanoo salpano le reti. Con un segnodella mano additavi all’altra sponda 5invisibile la tua patria vera.Poi seguimmo il canale fino alla darsenadella città, lucida di fuliggine,nella bassura dove s’affondavauna primavera inerte, senza memoria. 10

E qui dove un’antica vitasi screzia in una dolceansietà d’Oriente,le tue parole iridavano come le scagliedella triglia moribonda. 15

La tua irrequietudine mi fa pensareagli uccelli di passo che urtano ai farinelle sere tempestose:è una tempesta anche la tua dolcezza,turbina e non appare, 20e i suoi riposi sono anche più rari.Non so come stremata tu resistiin questo lagod’indifferenza ch’è il tuo cuore; forse

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XIII

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18Letteratura italiana Einaudi

ti salva un amuleto che tu tieni 25vicino alla matita delle labbra,al piumino, alla lima: un topo bianco,d’avorio; e così esisti!

II.

Ormai nella tua Carinziadi mirti fioriti e di stagni,china sul bordo sorveglila carpa che timida abboccao segui sui tigli, tra gl’irti 5pinnacoli le accensionidel vespro e nell’acque un avvampodi tende da scali e pensioni.

La sera che si protendesull’umida conca non porta 10col palpito dei motoriche gemiti d’oche e un internodi nivee maioliche diceallo specchio annerito che ti vidediversa una storia di errori 15imperturbati e la incidedove la spugna non giunge.

La tua leggenda, Dora!Ma è scritta già in quegli sguardidi uomini che hanno fedine 20altere e deboli in grandiritratti d’oro e ritornaad ogni accordo che esprimel’armonica guasta nell’orache abbuia, sempre più tardi. 25

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XIII

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19Letteratura italiana Einaudi

È scritta là. Il sempreverdealloro per la cucinaresiste, la voce non muta,Ravenna è lontana, distillaveleno una fede feroce. 30Che vuole da te? Non si cedevoce, leggenda o destino...Ma è tardi, sempre più tardi.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XIII

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20Letteratura italiana Einaudi

ALLA MANIERA DI FILIPPO DE PISISNELL’INVIARGLI QUESTO LIBRO

... l’Arno balsamo finoLAPO GIANNI

Una botta di stocco nel zig zagdel beccaccino –e si librano piume su uno scrìmolo.

(Poi discendono là, fra sgorbiaturedi rami, al freddo balsamo del fiume). 5

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XIV

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21Letteratura italiana Einaudi

NEL PARCO DI CASERTA

Dove il cigno crudelesi liscia e si contorce,sul pelo dello stagno, tra il fogliame,si risveglia una sfera, dieci sfere,una torcia dal fondo, dieci torce, 5

– e un sole si bilanciaa stento nella prim’aria,su domi verdicupi e globi a sghembod’araucaria,

che scioglie come liane 10braccia di pietra, allacciasenza tregua chi passae ne sfila dal punto più remotoradici e stame.

Le nòcche delle Madri s’inaspriscono, 15cercano il vuoto.

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XV

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22Letteratura italiana Einaudi

ACCELERATO

Fu così, com’è il brividopungente che trascorrei sobborghi e sollevaalle aste delle torrila cenere del giorno, 5com’è il soffiopiovorno che ripetetra le sbarre l’assaltoai salici reclini –fu così e fu tumulto nella dura 10oscurità che rompequalche foro d’azzurro finché lentaappaia la ninfaleEntella che sommessarifluisce dai cieli dell’infanzia 15oltre il futuro –poi vennero altri liti, mutò il vento,crebbe il bucato ai fili, uomini ancorauscirono all’aperto, nuovi niditurbarono le gronde – 20fu così,rispondi?

Eugenio Montale - Le Occasioni I.XVI

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23Letteratura italiana Einaudi

II. MOTTETTI

Sobre el volcán la flor.G.A. BÉCQUER

Lo sai: debbo riperderti e non posso.Come un tiro aggiustato mi sommuoveogni opera, ogni grido e anche lo spirosalino che straripadai moli e fa l’oscura primavera 5di Sottoripa.

Paese di ferrame e alberaturea selva nella polvere del vespro.Un ronzìo lungo viene dall’aperto,strazia com’unghia ai vetri. Cerco il segno 10smarrito, il pegno solo ch’ebbi in graziada te.E l’inferno è certo.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.II

24Letteratura italiana Einaudi

II.II

Molti anni, e uno più duro sopra il lagostraniero su cui ardono i tramonti.Poi scendesti dai monti a riportarmiSan Giorgio e il Drago.Imprimerli potessi sul palvese 5che s’agita alla frusta del grecalein cuore... E per te scendere in un gorgodi fedeltà, immortale.

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25Letteratura italiana Einaudi

II.III

Brina sui vetri; unitisempre e sempre in dispartegl’infermi; e sopra i tavolii lunghi soliloqui sulle carte.

Fu il tuo esilio. Ripenso 5anche al mio, alla mattinaquando udii tra gli scogli crepitarela bomba ballerina.

E durarono a lungo i notturni giuochidi Bengala: come in una festa. 10

È scorsa un’ala rude, t’ha sfiorato le mani,ma invano: la tua carta non è questa.

Eugenio Montale - Le Occasioni II.III

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.IV

26Letteratura italiana Einaudi

II.IV

Lontano, ero con te quando tuo padreentrò nell’ombra e ti lasciò il suo addio.Che seppi fino allora? Il logorìodi prima mi salvò solo per questo:

che t’ignoravo e non dovevo: ai colpi 5d’oggi lo so, se di laggiù s’infletteun’ora e mi riporta Cumerlottio Anghébeni – tra scoppi di spolettee i lamenti e l’accorrer delle squadre.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.V

27Letteratura italiana Einaudi

II.V

Addii, fischi nel buio, cenni, tossee sportelli abbassati. È l’ora. Forsegli automi hanno ragione. Come appaionodai corridoi, murati!

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

– Presti anche tu alla fioca 5litania del tuo rapido quest’orridae fedele cadenza di carioca? –

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.VI

28Letteratura italiana Einaudi

II.VI

La speranza di pure rivedertim’abbandonava;

e mi chiesi se questo che mi chiudeogni senso di te, schermo d’immagini,ha i segni della morte o dal passato 5è in esso, ma distorto e fatto labile,un tuo barbaglio:(a Modena, tra i portici,un servo gallonato trascinavadue sciacalli al guinzaglio).

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.VII

29Letteratura italiana Einaudi

II.VII

Il saliscendi bianco e nero deibalestrucci dal palodel telegrafo al marenon conforta i tuoi crucci su lo scaloné ti riporta dove più non sei. 5

Già profuma il sambuco fitto sulo sterrato; il piovasco si dilegua.Se il chiarore è una tregua,la tua cara minaccia la consuma.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.VIII

30Letteratura italiana Einaudi

II.VIII

Ecco il segno; s’innervasul muro che s’indora:un frastaglio di palmabruciato dai barbagli dell’aurora.

Il passo che proviene 5dalla serra sì lieve,non è felpato dalla neve, è ancoratua vita, sangue tuo nelle mie vene.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.IX

31Letteratura italiana Einaudi

II.IX

Il ramarro, se scoccasotto la grande fersadalle stoppie –

la vela, quando fiottae s’inabissa al salto 5della rocca –

il cannone di mezzodìpiù fioco del tuo cuoree il cronometro sescatta senza rumore – 10

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

e poi? Luce di lampoinvano può mutarvi in alcunchédi ricco e strano. Altro era il tuo stampo.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.X

32Letteratura italiana Einaudi

II.X

Perché tardi? Nel pino lo scoiattolobatte la coda a torcia sulla scorza.La mezzaluna scende col suo picconel sole che la smorza. È giorno fatto.

A un soffio il pigro fumo trasalisce, 5si difende nel punto che ti chiude.Nulla finisce, o tutto, se tu fólgorelasci la nube.

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33Letteratura italiana Einaudi

II.XI

L’anima che dispensafurlana e rigodone ad ogni nuovastagione della strada, s’alimentadella chiusa passione, la ritrovaa ogni angolo più intensa. 5

La tua voce è quest’anima diffusa.Su fili, su ali, al vento, a caso, colfavore della musa o d’un ordegno,ritorna lieta o triste. Parlo d’altro,ad altri che t’ignora e il suo disegno 10è là che insiste do re la sol sol...

Eugenio Montale - Le Occasioni II.XI

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XII

34Letteratura italiana Einaudi

II.XII

Ti libero la fronte dai ghiaccioliche raccogliesti traversando l’altenebulose; hai le penne laceratedai cicloni, ti desti a soprassalti.

Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo 5l’ombra nera, s’ostina in cielo un solefreddoloso; e l’altre ombre che scantonanonel vicolo non sanno che sei qui.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XIII

35Letteratura italiana Einaudi

II.XIII

La gondola che scivola in un fortebagliore di catrame e di papaveri,la subdola canzone che s’alzavada masse di cordame, l’alte porterinchiuse su di te e risa di maschere 5che fuggivano a frotte –

una sera tra mille e la mia notteè più profonda! S’agita laggiùuno smorto groviglio che m’avvivaa stratti e mi fa eguale a quell’assorto 10pescatore d’anguille dalla riva.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XIV

36Letteratura italiana Einaudi

II.XIV

Infuria sale o grandine? Fa stragedi campanule, svelle la cedrina.Un rintocco subacqueo s’avvicina,quale tu lo destavi, e s’allontana.

La pianola degl’inferi da sé 5accelera i registri, sale nellesfere del gelo... – brilla come tequando fingevi col tuo trillo d’ariaLakmé nell’Aria delle Campanelle.

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37Letteratura italiana Einaudi

II.XV

Al primo chiaro, quandosubitaneo un rumoredi ferrovia mi parladi chiusi uomini in corsanel traforo del sasso 5illuminato a taglida cieli ed acque misti;

al primo buio, quandoil bulino che tarlala scrivanìa rafforza 10il suo fervore e il passodel guardiano s’accosta:al chiaro e al buio, soste ancora umanese tu a intrecciarle col tuo refe insisti.

Eugenio Montale - Le Occasioni II.XV

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XVI

38Letteratura italiana Einaudi

II.XVI

Il fiore che ripetedall’orlo del burratonon scordarti di me,non ha tinte più liete né più chiaredello spazio gettato tra me e te. 5

Un cigolìo si sferra, ci discosta,l’azzurro pervicace non ricompare.Nell’afa quasi visibile mi riporta all’oppostatappa, già buia, la funicolare.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XVII

39Letteratura italiana Einaudi

II.XVII

La rana, prima a ritentar la cordadallo stagno che affossagiunchi e nubi, stormire dei carrubiconserti dove spenge le sue fiaccoleun sole senza caldo, tardo ai fiori 5ronzìo di coleotteri che suggonoancora linfe, ultimi suoni, avaravita della campagna. Con un soffiol’ora s’estingue: un cielo di lavagnasi prepara a un irrompere di scarni 10cavalli, alle scintille degli zoccoli.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XVIII

40Letteratura italiana Einaudi

II.XVIII

Non recidere, forbice, quel volto,solo nella memoria che si sfolla,non far del grande suo viso in ascoltola mia nebbia di sempre.

Un freddo cala... Duro il colpo svetta. 5E l’acacia ferita da sé scrollail guscio di cicalanella prima belletta di Novembre.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XIX

41Letteratura italiana Einaudi

II.XIX

La canna che dispiumamollemente il suo rossoflabello a primavera;la rèdola nel fosso, su la neracorrentìa sorvolata di libellule; 5e il cane trafelato che rincasacol suo fardello in bocca,

oggi qui non mi tocca riconoscere;ma là dove il riverbero più cuocee il nuvolo s’abbassa, oltre le sue 10pupille ormai remote, solo duefasci di luce in croce.E il tempo passa.

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Eugenio Montale - Le Occasioni II.XX

42Letteratura italiana Einaudi

II.XX

... ma così sia. Un suono di cornettadialoga con gli sciami del querceto.Nella valva che il vespero rifletteun vulcano dipinto fuma lieto.

La moneta incassata nella lava 5brilla anch’essa sul tavolo e trattienepochi fogli. La vita che sembravavasta è più breve del tuo fazzoletto.

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43Letteratura italiana Einaudi

III. TEMPI DI BELLOSGUARDO

I.

Oh come là nella coruscadistesa che s’inarca verso i colli,il brusìo della sera s’assottigliae gli alberi discorrono col tritomormorio della rena; come limpida 5s’inalvea là in decorodi colonne e di salci ai lati e grandi saltidi lupi nei giardini, tra le vasche ricolmeche traboccano,questa vita di tutti non più posseduta 10del nostro respiro;e come si ricrea una luce di zàffiroper gli uominiche vivono laggiù: è troppo tristeche tanta pace illumini a spiragli 15e tutto ruoti poi con rari guizzisu l’anse vaporanti, con incrocidi camini, con grida dai giardinipensili, con sgomenti e lunghe risasui tetti ritagliati, tra le quinte 20dei frondami ammassati ed una codafulgida che trascorra in cielo primache il desiderio trovi le parole!

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Eugenio Montale - Le Occasioni III.II

44Letteratura italiana Einaudi

II.

Derelitte sul poggiofronde della magnoliaverdibrune se il ventoporta dai frigidaridei pianterreni un travolto 5concitamento d’accordied ogni foglia che oscillao rilampeggia nel foltoin ogni fibra s’imbevedi quel saluto, e più ancora 10derelitte le frondedei vivi che si smarriscononel prisma del minuto,le membra di febbre votateal moto che si ripete 15in circolo breve: sudoreche pulsa, sudore di morte,atti minuti specchiati,sempre gli stessi, rifrantiechi del batter che in alto 20sfaccetta il sole e la pioggia,fugace altalena tra vitache passa e vita che sta,quassù non c’è scampo: si muoresapendo o si sceglie la vita 25che muta ed ignora: altra morte.E scende la cuna tra loggeed erme: l’accordo commuove

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45Letteratura italiana Einaudi

le lapidi che hanno vedutole immagini grandi, l’onore, 30l’amore inflessibile, il giuoco,la fedeltà che non muta.E il gesto rimane: misurail vuoto, ne sonda il confine:il gesto ignoto che esprime 35se stesso e non altro: passionedi sempre in un sangue e un cervelloirripetuti; e fors’entranel chiuso e lo forza con l’esilesua punta di grimaldello. 40

Eugenio Montale - Le Occasioni III.II

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Eugenio Montale - Le Occasioni III.III

46Letteratura italiana Einaudi

III.

Il rumore degli émbrici distruttidalla buferanell’aria dilatata che non s’incrina,l’inclinarsi del pioppodel Canadà, tricuspide, che vibra 5nel giardino a ogni strappo –e il segno di una vita che assecondiil marmo a ogni scalino come l’ederadiffida dello slancio solitariodei ponti che discopro da quest’altura; 10d’una clessidra che non sabbia ma operemisuri e volti umani, piante umane;d’acque composte sotto padiglionie non più irose a ritentar fondalidi pomice, è sparito? Un suono lungo 15dànno le terrecotte, i pali appenadifendono le ellissi dei convolvoli,e le locuste arrancano piovutesui libri dalle pergole; dura opera,tessitrici celesti, ch’è interrotta 20sul telaio degli uomini. E domani...

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47Letteratura italiana Einaudi

IV.

Sap check’d with frost, and lusty leaves quite gone,Beauty o’ersnow’d and bareness every where.

SHAKESPEARE, Sonnets, V

LA CASA DEI DOGANIERI

Tu non ricordi la casa dei doganierisul rialzo a strapiombo sulla scogliera:desolata t’attende dalla serain cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensierie vi sostò irrequieto. 5

Libeccio sferza da anni le vecchie murae il suono del tuo riso non è più lieto:la bussola va impazzita all’avventurae il calcolo dei dadi più non torna.Tu non ricordi; altro tempo frastorna 10la tua memoria; un filo s’addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s’allontanala casa e in cima al tetto la banderuolaaffumicata gira senza pietà.Ne tengo un capo; ma tu resti sola 15né qui respiri nell’oscurità.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.I

48Letteratura italiana Einaudi

Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accenderara la luce della petroliera!Il varco è qui? (Ripullula il frangenteancora sulla balza che scoscende...). 20Tu non ricordi la casa di questamia sera. Ed io non so chi va e chi resta.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.II

49Letteratura italiana Einaudi

BASSA MAREA

Sere di gridi, quando l’altalenaoscilla nella pergola d’allorae un oscuro vapore vela appenala fissità del mare.

Non più quel tempo. Varcano ora il muro 5rapidi voli obliqui, la discesadi tutto non s’arresta e si confondesulla proda scoscesa anche lo scoglioche ti portò primo sull’onde.

Viene col soffio della primavera 10un lugubre risucchiod’assorbite esistenze; e nella sera,negro vilucchio, solo il tuo ricordos’attorce e si difende.

S’alza sulle spallette, sul tunnel più lunge 15dove il treno lentissimo s’imbuca.Una mandria lunare sopraggiungepoi sui colli, invisibile, e li bruca.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.III

50Letteratura italiana Einaudi

STANZE

Ricerco invano il punto onde si mosseil sangue che ti nutre, interminatorespingersi di cerchi oltre lo spaziobreve dei giorni umani,che ti rese presente in uno strazio 5d’agonie che non sai, viva in un putrepadule d’astro inabissato; ed oraè linfa che disegna le tue mani,ti batte ai polsi inavvertita e il voltot’infiamma o discolora. 10

Pur la rete minuta dei tuoi nervirammenta un poco questo suo viaggioe se gli occhi ti scopro li consumaun fervore coperto da un passaggioturbinoso di spuma ch’or s’infitta 15ora si frange, e tu lo senti ai rombidelle tempie vanir nella tua vitacome si rompe a volte nel silenziod’una piazza assopitaun volo strepitoso di colombi. 20

In te converge, ignara, una raggèradi fili; e certo alcuno d’essi apparvead altri: e fu chi abbrividì la serapercosso da una candida ala in fuga,e fu chi vide vagabonde larve 25dove altri scorse fanciullette a sciami,

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.III

51Letteratura italiana Einaudi

o scoperse, qual lampo che dirami,nel sereno una ruga e l’urto delleleve del mondo apparse da uno strappodell’azzurro l’avvolse, lamentoso. 30

In te m’appare un’ultima corolladi cenere leggera che non durama sfioccata precipita. Voluta,disvoluta è così la tua natura.Tocchi il segno, travàlichi. Oh il ronzìo 35dell’arco ch’è scoccato, il solco che arail flutto e si rinchiude! Ed ora salel’ultima bolla in su. La dannazioneè forse questa vaneggiante amaraoscurità che scende su chi resta. 40

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.IV

52Letteratura italiana Einaudi

SOTTO LA PIOGGIA

Un murmure; e la tua casa s’appannacome nella bruma del ricordo –e lacrima la palma ora che sordopreme il disfacimento che ritienenell’afa delle serre anche le nude 5speranze ed il pensiero che rimorde.

‘Por amor de la fiebre’... mi conduceun vortice con te. Raggia vermigliauna tenda, una finestra si rinchiude.Sulla rampa materna ora cammina, 10guscio d’uovo che va tra la fanghiglia,poca vita tra sbatter d’ombra e luce.

Strideva Adiós muchachos, compañerosde mi vida, il tuo disco dalla corte:e m’è cara la maschera se ancora 15di là dal mulinello della sortemi rimane il sobbalzo che riportaal tuo sentiero.

Seguo i lucidi strosci e in fondo, a nembi,il fumo strascicato d’una nave. 20Si punteggia uno squarcio...Per te intendociò che osa la cicogna quando alzatoil volo dalla cuspide nebbiosarèmiga verso la Città del Capo.

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53Letteratura italiana Einaudi

PUNTA DEL MESCO

Nel cielo della cava rigatoall’alba dal volo dritto delle perniciil fumo delle mine s’inteneriva,saliva lento le pendici a piombo.

Dal rostro del palabotto si capovolsero 5le ondine trombettiere silenziosee affondarono rapide tra le spumeche il tuo passo sfiorava.

Vedo il sentiero che percorsi un giornocome un cane inquieto; lambe il fiotto, 10s’inerpica tra i massi e rado stramea tratti lo scancella. E tutto è uguale.

Nella ghiaia bagnata s’arrovellaun’eco degli scrosci. Umido brillail sole sulle membra affaticate 15dei curvi spaccapietre che martellano.

Polene che risalgono e mi portanoqualche cosa di te. Un tràpano incideil cuore sulla roccia – schianta attornopiù forte un rombo. Brancolo nel fumo, 20ma rivedo: ritornano i tuoi rarigesti e il viso che aggiorna al davanzale, –mi torna la tua infanzia dilaniatadagli spari!

Eugenio Montale - Le Occasioni IV.V

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.VI

54Letteratura italiana Einaudi

COSTA SAN GIORGIO

Un fuoco fatuo impolvera la strada.Il gasista si cala giù e pedalarapido con la scala su la spalla.Risponde un’altra luce e l’ombra attornosfarfalla, poi ricade. 5

Lo so, non s’apre il cerchioe tutto scende o rapido s’inerpicatra gli archi. I lunghi mesison fuggiti così: ci resta un gelofosforico d’insetto nei cunicoli 10e un velo scialbo sulla luna.Un dìbrillava sui cammini del prodigioEl Dorado, e fu lutto fra i tuoi padri.Ora l’Idolo è qui, sbarrato. Tendele sue braccia fra i càrpini: l’oscuro 15ne scancella lo sguardo. Senza voce,disfatto dall’arsura, quasi esanime,l’Idolo è in croce.

La sua presenza si diffonde grave.Nulla ritorna, tutto non veduto 20si riforma nel magico falò.Non c’è respiro; nulla vale: piùnon distacca per noi dall’architravedella stalla il suo lume, Maritornes.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.VI

55Letteratura italiana Einaudi

Tutto è uguale; non ridere: lo so, 25lo stridere degli anni fin dal primo,lamentoso, sui cardini, il mattinoun limbo sulla stupida discesa –e in fondo il torchio del nemico mutoche preme...Se una pendola rintocca 30dal chiuso porta il tonfo del fantoccioch’è abbattuto.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.VII

56Letteratura italiana Einaudi

L’ESTATE

L’ombra crociata del gheppio pare ignotaai giovinetti arbusti quando rade fugace.E la nube che vede? Ha tante faccela polla schiusa.

Forse nel guizzo argenteo della trota 5controcorrentetorni anche tu al mio piede fanciulla mortaAretusa.

Ecco l’òmero acceso, la pepitatravolta al sole, 10la cavolaia folle, il filo tesodel ragno su la spuma che ribolle –

e qualcosa che va e tropp’altro chenon passerà la cruna...

Occorrono troppe vite per farne una. 15

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57Letteratura italiana Einaudi

EASTBOURNE

‘Dio salvi il Re’ intonano le trombeda un padiglione erto su palafitteche aprono il varco al mare quando salea distruggere pesteumide di cavalli nella sabbia 5del litorale.

Freddo un vento m’investema un guizzo accende i vetrie il candore di mica delle rupine risplende. 10

Bank Holiday... Riporta l’onda lungadella mia vitaa striscio, troppo dolce sulla china.Si fa tardi. I fragori si distendono,si chiudono in sordina. 15

Vanno su sedie a ruote i mutilati,li accompagnano cani dagli orecchilunghi, bimbi in silenzio o vecchi. (Forsedomani tutto parrà un sogno).E vienitu pure voce prigioniera, sciolta 20anima ch’è smarrita,voce di sangue, persa e restituitaalla mia sera.

Eugenio Montale - Le Occasioni IV.VIII

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.VIII

58Letteratura italiana Einaudi

Come lucente muove sui suoi spicchila porta di un albergo 25– risponde un’altra e le rivolge un raggio –m’agita un carosello che travolgetutto dentro il suo giro; ed io in ascolto(‘mia patria!’) riconosco il tuo respiro,anch’io mi levo e il giorno è troppo folto. 30

Tutto apparirà vano: anche la forzache nella sua tenace ganga aggregai vivi e i morti, gli alberi e gli scoglie si svolge da te, per te. La festanon ha pietà. Rimanda 35il suo scroscio la banda, si dispieganel primo buio una bontà senz’armi.

Vince il male... La ruota non s’arresta.

Anche tu lo sapevi, luce-in-tenebra.

Nella plaga che brucia, dove sei 40scomparsa al primo tocco delle campane, solorimane l’acre tizzo che già fuBank Holiday.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.IX

59Letteratura italiana Einaudi

CORRISPONDENZE

Or che in fondo un miraggiodi vapori vacilla e si disperde,altro annunzia, tra gli alberi, la squilladel picchio verde.

La mano che raggiunge il sottobosco 5e trapunge la tramadel cuore con le punte dello strame,è quella che matura incubi d’oroa specchio delle gorequando il carro sonoro 10di Bassareo riporta folli mùgolidi arieti sulle toppe arse dei colli.

Torni anche tu, pastora senza greggi,e siedi sul mio sasso?Ti riconosco; ma non so che leggi 15oltre i voli che svariano sul passo.Lo chiedo invano al piano dove una brumaèsita tra baleni e spari su sparsi tetti,alla febbre nascosta dei direttinella costa che fuma. 20

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.X

60Letteratura italiana Einaudi

BARCHE SULLA MARNA

Felicità del sùghero abbandonatoalla correnteche stempra attorno i ponti rovesciatie il plenilunio pallido nel sole:barche sul fiume, agili nell’estate 5e un murmure stagnante di città.Segui coi remi il prato se il cacciatoredi farfalle vi giunge con la sua rete,l’alberaia sul muro dove il sanguedel drago si ripete nel cinabro. 10

Voci sul fiume, scoppi dalle rive,o ritmico scandire di piroghenel vespero che colatra le chiome dei noci, ma dov’èla lenta processione di stagioni 15che fu un’alba infinita e senza strade,dov’è la lunga attesa e qual è il nomedel vuoto che ci invade.

Il sogno è questo: un vasto,interminato giorno che rifonde 20tra gli argini, quasi immobile, il suo baglioree ad ogni svolta il buon lavoro dell’uomo,il domani velato che non fa orrore.E altro ancora era il sogno, ma il suo riflessofermo sull’acqua in fuga, sotto il nido 25del pendolino, aereo e inaccessibile,

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.X

61Letteratura italiana Einaudi

era silenzio altissimo nel gridoconcorde del meriggio ed un mattinopiù lungo era la sera, il gran fermentoera grande riposo.Qui... il colore 30che resiste è del topo che ha saltatotra i giunchi o col suo spruzzo di metallovelenoso, lo storno che spariscetra i fumi della riva.Un altro giorno,ripeti – o che ripeti? E dove porta 35questa bocca che brùlica in un gettosolo?La sera è questa. Ora possiamoscendere fino a che s’accenda l’Orsa.(Barche sulla Marna, domenicali, in corsanel dì della tua festa). 40

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XI

62Letteratura italiana Einaudi

ELEGIA DI PICO FARNESE

Le pellegrine in sosta che hanno duratotutta la notte la loro litanias’aggiustano gli zendadi sulla testa,spengono i fuochi, risalgono sui carri.Nell’alba triste s’affacciano dai loro 5sportelli tagliati negli usci i molli sorianie un cane lionato s’allunga nell’umido ortotra i frutti caduti all’ombra del melangolo.Ieri tutto pareva un macero ma stamanepietre di spugna ritornano alla vita 10e il cupo sonno si desta nella cucina,dal grande camino giungono lieti rumori.Torna la salmodia appena in volute più lievi,vento e distanza ne rompono le voci, le ricompongono.

‘Isole del santuario, 15viaggi di vascelli sospesi,alza il sudario,numera i giorni e i mesiche restano per finire’.

Strade e scale che salgono a piramide, fitte 20d’intagli, ragnateli di sasso dove s’apronooscurità animate dagli occhi confidentidei maiali, archivolti tinti di verderame,si svolge a stento il canto dalle ombrelle dei pini,e indugia affievolito nell’indaco che stilla 25su anfratti, tagli, spicchi di muraglie.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XI

63Letteratura italiana Einaudi

‘Grotte dove scalfitoluccica il Pesce, chi saquale altro segno si perde,perché non tutta la vita 30è in questo sepolcro verde’.

Oh la pigra illusione. Perché attardarsi quia questo amore di donne barbute, a un vano farneticoche il ferraio picano quando batte l’incudinecurvo sul calor bianco da sé scaccia? Ben altro 35è l’Amore – e fra gli alberi balena col tuo cruccioe la tua frangia d’ali, messaggera accigliata!Se urgi fino al midollo i diòsperi e nell’acquespecchi il piumaggio della tua fronte senza erroreo distruggi le nere cantafavole e vegli 40al trapasso dei pochi tra orde d’uomini-capre,

(‘collane di nocciuole,zucchero filato a manosullo spacco del massomiracolato che porta 45le preci in basso, paroledi cera che stilla, paroleche il seme del girasolese brilla disperde’)

il tuo splendore è aperto. Ma più discreto allora 50che dall’androne gelido, il teatro dell’infanziada anni abbandonato, dalla soffitta tetradi vetri e di astrolabi, dopo una lunga attesaai balconi dell’edera, un segno ci conducealla radura brulla dove per noi qualcuno 55tenta una festa di spari. E qui, se appare inudibileil tuo soccorso, nell’aria prilla il piattello, si rompeai nostri colpi! Il giorno non chiede più di una chiave.È mite il tempo. Il lampo delle tue vesti è scioltoentro l’umore dell’occhio che rifrange nel suo 60

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XI

64Letteratura italiana Einaudi

cristallo altri colori. Dietro di noi, calmo, ignarodel mutamento, da lemure ormai rifatto celeste,il fanciulletto Anacleto ricarica i fucili.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XII

65Letteratura italiana Einaudi

NUOVE STANZE

Poi che gli ultimi fili di tabaccoal tuo gesto si spengono nel piattodi cristallo, al soffitto lenta salela spirale del fumoche gli alfieri e i cavalli degli scacchiguardano stupefatti; e nuovi anellila seguono, più mobili di quellidelle tue dita.

La morgana che in cielo liberavatorri e ponti è sparita 10al primo soffio; s’apre la finestranon vista e il fumo s’agita. Là in fondo,altro stormo si muove: una tregendad’uomini che non sa questo tuo incenso,nella scacchiera di cui puoi tu sola 15comporre il senso.

Il mio dubbio d’un tempo era se forsetu stessa ignori il giuoco che si svolgesul quadrato e ora è nembo alle tue porte:follìa di morte non si placa a poco 20prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo,ma domanda altri fuochi, oltre le fittecortine che per te fomenta il diodel caso, quando assiste.

Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco 25

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XII

66Letteratura italiana Einaudi

tocco la Martinella ed impaurale sagome d’avorio in una lucespettrale di nevaio. Ma resistee vince il premio della solitariaveglia chi può con te allo specchio ustorio 30che accieca le pedine opporre i tuoiocchi d’acciaio.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XIII

67Letteratura italiana Einaudi

IL RITORNO

Bocca di Magra

Ecco bruma e libeccio sulle dunesabbiose che lingueggianoe là celato dall’incerto lemboo alzato dal va-e-vieni delle spumeil barcaiolo Duilio che traversa 5in lotta sui suoi remi; ecco il pimentodei pini che più tersosi dilata tra pioppi e saliceti,e pompe a vento battere le palee il viottolo che segue l’onde dentro 10la fiumana terrosafunghire velenoso d’ovuli; eccoancora quelle scalea chiocciola, slabbrate, che s’avvitanofin oltre la veranda 15in un gelo policromo d’ogive,eccole che t’ascoltano, le nostre vecchie scale,e vibrano al ronzìoallora che dal cofano tu ridésti leggeravoce di sarabanda 20o quando Erinni fredde ventano anguid’inferno e sulle rive una buferadi strida s’allontana; ed ecco il soleche chiude la sua corsa, che s’offuscaai margini del canto – ecco il tuo morso 25oscuro di tarantola: son pronto.

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68Letteratura italiana Einaudi

PALIO

La tua fuga non s’è dunque perdutain un giro di trottolaal margine della strada:la corsa che diradale sue spire fin qui, 5nella purpurea bucadove un tumulto d’anime salutale insegne di Liocorno e di Tartuca.

Il lancio dei vessilli non ti mutanel volto; troppa vampa ha consumati 10gl’indizi che scorgesti; ultimi annunziquest’odore di ragia e di tempestaimminente e quel tiepido stillaredelle nubi strappate,tardo saluto in gloria di una sorte 15che sfugge anche al destino. Dalla torrecade un suono di bronzo: la sfilataprosegue fra tamburi che ribattonoa gloria di contrade.È strano: tuche guardi la sommossa vastità, 20i mattoni incupiti, la malcertamongolfiera di carta che si spiccadai fantasmi animati sul quadrantedell’immenso orologio, l’arpeggiantevolteggio degli sciami e lo stupore 25che invade la conchiglia

Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XIV

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XIV

69Letteratura italiana Einaudi

del Campo, tu ritienitra le dita il sigillo imperiosoch’io credevo smarritoe la luce di prima si diffonde 30sulle teste e le sbianca dei suoi gigli.

Torna un’eco di là: ‘c’era una volta...’(rammenta la preghiera che dal buioti giunse una mattina)

‘non un reame, ma l’esile 35traccia di filigranache senza lasciarvi segnoi nostri passi sfioravano.

Sotto la volta diacciagrava ora un sonno di sasso, 40la voce dalla cantinanessuno ascolta, o sei te.

La sbarra in croce non scandela luce per chi s’è smarrito,la morte non ha altra voce 45di quella che spande la vita’,

ma un’altra voce qui fuga l’orroredel prigione e per lei quel ritornellonon vale il ghirigoro d’aste avvolte(Oca e Giraffa) che s’incrociano alte 50e ricadono in fiamme. Geme il palcoal passaggio dei brocchi salutatida un urlo solo. È un volo! E tu dimentica!Dimentica la mortetoto coelo raggiunta e l’ergotante 55balbuzie dei dannati! C’era il giornodei viventi, lo vedi, e pare immobilenell’acqua del rubino che si popola

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XIV

70Letteratura italiana Einaudi

di immagini. Il presente s’allontanaed il traguardo è là: fuor della selva 60dei gonfaloni, su lo scampanìodel cielo irrefrenato, oltre lo sguardodell’uomo – e tu lo fissi. Così alzati,finché spunti la trottola il suo pernoma il solco resti inciso. Poi, nient’altro. 65

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XV

71Letteratura italiana Einaudi

NOTIZIE DALL’AMIATA

I.

Il fuoco d’artifizio del maltemposarà murmure d’arnie a tarda sera.La stanza ha travaturetarlate ed un sentore di melonipenetra dall’assito. Le fumate 5morbide che risalgono una valled’elfi e di funghi fino al cono diafanodella cima m’intorbidano i vetri,e ti scrivo di qui, da questo tavoloremoto, dalla cellula di miele 10di una sfera lanciata nello spazio –e le gabbie coperte, il focolaredove i marroni esplodono, le venedi salnitro e di muffa sono il quadrodove tra poco romperai. La vita 15che t’affàbula è ancora troppo brevese ti contiene! Schiude la tua iconail fondo luminoso. Fuori piove.

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XV

72Letteratura italiana Einaudi

II.

E tu seguissi le fragili architettureannerite dal tempo e dal carbone,i cortili quadrati che hanno nel mezzoil pozzo profondissimo; tu seguissiil volo infagottato degli uccelli 5notturni e in fondo al borro l’allucciolìodella Galassia, la fascia d’ogni tormento.Ma il passo che risuona a lungo nell’oscuroè di chi va solitario e altro non vedeche questo cadere di archi, di ombre e di pieghe. 10Le stelle hanno trapunti troppo sottili,l’occhio del campanile è fermo sulle due ore,i rampicanti anch’essi sono un’ascesadi tenebre ed il loro profumo duole amaro.Ritorna domani più freddo, vento del nord, 15spezza le antiche mani dell’arenaria,sconvolgi i libri d’ore nei solai,e tutto sia lente tranquilla, dominio, prigionedel senso che non dispera! Ritorna più fortevento di settentrione che rendi care 20le catene e suggelli le spore del possibile!Son troppo strette le strade, gli asini neriche zoccolano in fila dànno scintille,dal picco nascosto rispondono vampate di magnesio.Oh il gocciolìo che scende a rilento 25dalle casipole buie, il tempo fatto acqua,il lungo colloquio coi poveri morti, la cenere, il vento,il vento che tarda, la morte, la morte che vive!

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Eugenio Montale - Le Occasioni IV.XV

73Letteratura italiana Einaudi

III.

Questa rissa cristiana che non hase non parole d’ombra e di lamentoche ti porta di me? Meno di quantot’ha rapito la gora che s’interradolce nella sua chiusa di cemento. 5Una ruota di mola, un vecchio tronco,confini ultimi al mondo. Si disfàun cumulo di strame: e tardi uscitia unire la mia veglia al tuo profondosonno che li riceve, i porcospini 10s’abbeverano a un filo di pietà.