Le nuove norme per l’acqua potabile -...
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Nell’agosto 2008 sono state pub-
blicate dall’UNI due norme relative
agli impianti per l’acqua potabile: la
UNI EN 806 (“Specifiche relative
agli impianti all’interno di edifici per
il convogliamento di acque destina-
te al consumo umano - Parti 1, 2,
3”) e la nuova versione della UNI
9182 (“Impianti di alimentazione e
distribuzione d’acqua fredda e cal-
da. Criteri di progettazione, collau-
do e gestione”). La pubblicazione
di quest’ultima è un fatto “storico”,
poiché sono passati oltre vent’anni
dalla prima e -fino a ieri- unica ver-
sione (1987): un’attesa eccezional-
mente lunga se consideriamo quali
e quanti cambiamenti tecnici e nor-
mativi sono accaduti nel frattempo
in campo impiantistico. Tale… pau-
sa è facilmente spiegabile: a livello
nazionale non è possibile emanare
nuove norme o aggiornare quelle
esistenti quando siano allo studio
norme europee sul medesimo ar-
gomento. Ebbene, proprio l’anno
dopo la pubblicazione della UNI
9182, il CEN (Comitato Europeo di
Normazione) costituì un Comitato
Tecnico con il compito di produr-
re una norma europea (EN) sugli
impianti idrici. Risultato: la norma
italiana venne di fatto “congelata”,
in attesa della norma europea che
la sostituisse. Non solo: una volta
(finalmente!) pubblicate le norme
dal CEN, l’UNI non poteva ritirare
la versione italiana senza creare un
vuoto normativo: infatti quest’ultima
toccava aspetti non coperti dalle EN
806. Allora è stato deciso di mante-
nere in vita la UNI 9182, eliminando
le sovrapposizioni con la norma eu-
ropea e di pubblicare contempora-
neamente le parti approvate della
EN 806. Chiusa questa parentesi di
carattere storico-legale, possiamo
approfondire le norme europee in
questione, focalizzando maggior-
mente gli aspetti relativi all’installa-
zione e ai materiali.
UNI EN 806 parte 1: generalitàLa norma UNI EN 806 “specifica
i requisiti e fornisce raccomanda-
zioni sulla progettazione, sull’in-
stallazione, sulla modifica, sulle
prove, sulla manutenzione e sul
funzionamento di impianti per ac-
qua potabile all’interno degli edifici”.
La parte 1 è incentrata sui termini,
le definizioni e simboli grafici; inoltre
vengono indicate le competenze e
le mansioni per la progettazione,
la costruzione e il funzionamento
dell’impianto. All’installatore viene
assegnato il lavoro di costruzione,
modifica e manutenzione dell’im-
pianto (punto 4.2).
UNI EN 806 parte 2: progettazioneLa seconda parte è incentrata sui
criteri da seguire per progettare un
impianto avente durata utile di 50
anni (punto 3.4.2): vengono presi
in considerazione materiali, com-
ponenti e apparecchiature, esami-
nando le condizioni che possono
influenzarne le prestazioni. Il pro-
gettista deve osservare criteri che
vanno dal risparmio energetico alla
protezione della salute, dalla acces-
sibilità dell’impianto al corretto ap-
provvigionamento ad ogni uscita.
Temperatura e pressioneUna particolare attenzione è posta
alla temperatura e alla pressione. I
componenti devono essere in grado
di resistere all’acqua a 95°C in con-
dizioni di guasto (punto 3.4.2); ora,
sappiamo che i materiali reagiscono
al calore in maniera diversa: mentre
non ci sono problemi per i metalli
– che, anzi, sono indicati come una
tra le precauzioni in caso di altissime
temperature (punto 10.1) - le tuba-
zioni in plastica hanno una vita utile
variabile in funzione della tempera-
tura (prospetto 2). La norma fissa
le temperature di esercizio (punto
3.6): dopo 30 secondi dall’apertura
del rubinetto, la temperatura dell’ac-
qua fredda non dovrebbe superare i
25°C mentre quella dell’acqua calda
non (si noti l’uso dei verbi al con-
dizionale) essere minore ai 60°C:
sono valori dettati dalla necessità
di contenere le proliferazioni batte-
riche. Solo successivamente viene
ricordato il dovere di minimizzare i
rischi di scottature: la regolazione
della temperatura in strutture come
ospedali, case di riposo, scuole,
ecc. andrebbe effettuata con val-
vole termostatiche con limitatori di
temperatura: la temperatura massi-
ma consigliata è 43°C.
Introdotte le generalità sulla tempe-
ratura dell’acqua, la norma passa ad
elencare i materiali accettabili per il
sistema idrico (allegato A, non esau-
stivo). Il rame e le sue leghe sono
impiegabili per i tubi, ma anche per
raccordi, valvole e rubinetti, curve
e altri elementi prefabbricati. Si av-
verte di non usare ottoni soggetti
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idraulicatecnica impiantistica
di Marco Crespi
Le nuove norme per l’acqua potabile
La scelta del materiale
Per la scelta del materiale da utilizzare
nell’impianto (punto 5.1), bisogna tenere
conto dei seguenti fattori:
vibrazioni e sollecitazioni;
pressione dell’acqua;
temperatura interna ed esterna;
corrosione interna ed esterna;
compatibilità tra i materiali;
invecchiamento, fatica, durabilità e altri
fattori meccanici;
permeazione;
effetto sulla qualità dell’acqua.
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La versatilità del rame
I sistemi di giunzione permessi per ciascun
materiale sono indicati nei prospetti 3, 4 e 5:
si noti che il rame è quello che ha il maggior
numero di sistemi - ben nove!- a conferma
della sua versatilità. Essi sono:
brasatura dolce di raccordi capillari a
saldare
brasatura forte;
saldatura;
giunto filettato,
raccordi a compressione;
raccordi a pressare;
raccordi a innesto rapido;
flange;
bocchettoni smontabili.
Volendo stilare una ipotetica classifica delle
giunzioni, l’acciaio inossidabile vanta 8
tecniche, mentre gli altri arrivano a 5 o 6.
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I PUNTI DI PRELIEVO.
Blocco-installazione di un lavabo
(Ospedale San Raffaele, Milano;
direzione lavori PolisEngineering Srl - Milano). Col
metodo delle unità di carico si determina il
dimensionamento dei tubi, partendo
dalle portate ai punti di prelievo.
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a dezincificazione quando c’è un
rischio di questo tipo (ma le norme
di prodotto prevedono leghe resi-
stenti, specificatamente studiate e
marcate). Tra i tubi e i raccordi in
materiale ferroso vengono citati la
ghisa malleabile, l’acciaio zincato,
l’acciaio inossidabile e la ghisa sfe-
roidale. Le plastiche vengono divi-
se per i sistemi per acqua fredda e
quelli per acqua fredda e calda: nel
secondo gruppo troviamo il PE-X, il
polibutilene, i polipropileni, il PVC-C
e i tubi multistrato.
Le tubazioni Ogni tubazione che fornisce un lo-
cale o un’utenza deve poter essere
chiusa con una valvola d’arresto
senza interrompere l’approvvigio-
namento agli altri locali (punto 7.1).
Le tubazioni non devono essere in-
cassate in pareti o pavimenti pieni,
né all’interno o al di sotto del piano
terra dell’edificio, a meno che non
possano essere facilmente rimosse
o che siano installate in manicotti,
condotti, involucri, o in altri casi an-
cora previsti da regolamenti nazio-
nali. Non possono essere neppure
installati nei condotti di ventilazione,
passaggio fumi, pozzi domestici
per rifiuti o vani ascensori.
Inoltre, nel caso che i tubi dell’acqua
calda e fredda siano posti l’uno so-
pra l’altro, bisogna collocare quello
dell’acqua calda sopra: oltre ad evi-
tare un indesiderato riscaldamento
dell’acqua fredda, si evita che que-
st’ultima entri nei range critici di
temperatura alle quali si sviluppa il
batterio della legionella. Si noti che
in tutta la parte 2 gli aspetti proget-
tuali per contrastare la proliferazio-
ne della legionella non sono neppure
accennati; ci si limita a richiamare le
applicazioni di regolamenti nazionali
o locali. Bisogna però aggiungere
che il CEN sta elaborando un docu-
mento tecnico da associare alla EN
806, riguardante proprio le strate-
gie anti-legionella. Restando in argo-
mento, le tubazioni di rame sono le
uniche nell’idrosanitaria che hanno
un potere antibatterico, come han-
no dimostrato le ricerche negli ultimi
anni, in particolare quelle condotte
dal KIWA Water Research.
Un altro elemento da sottolineare
è la raccomandazione di installare
tutte le tubazioni a vista, o anche in
cassetta (punto 7.3); questo rien-
tra nella “filosofia” generale della
norma, che prevede la massima
accessibilità possibile per facilitare
eventuali interventi di manutenzione.
Bisogna dire che nel nord Europa
c’è una maggiore tradizione sulle
tubazioni a vista, contrariamente
alle nostre latitudini dove invece
si tende a “nascondere” l’impianto
sottotraccia.
UNI EN 806 parte 3: dimensionamentoLa parte 3 descrive il metodo di cal-
colo semplificato per dimensionare
gli impianti “normalizzati”, cioè aven-
ti portate di prelievo inferiori a quelle
mostrate nella tabella 1, portate di
progetto non superiori a determinati
valori, e che non prevedono un im-
piego continuo di acqua sopra i 15
minuti (punto 4.2).
Il metodo definisce le “unità di ca-
rico” (1 unità di carico equivale ad
una portata di 0,1 l/s) e si può appli-
care alla maggior parte degli edifici;
il progettista è libero di utilizzare altri
metodi approvati a livello nazionale.
Per esempio nella UNI 9182 è con-
tenuto un metodo più dettagliato,
che per questa ragione è mantenu-
to nella edizione 2008.
E’ valido per il circuito dell’acqua cal-
da e fredda ma non per il ricircolo.
prEN 806 parti 4 e 5In futuro verranno pubblicate anche
le parti 4 (“Installazione”) e 5 (“Ope-
razioni e manutenzione”). La pubbli-
cazione della parte 4 è prevista per
la seconda metà del 2009, mentre
la parte 5 è ancora all’esame del
TC. La parte 4 è piuttosto lunga e
prende in esame i materiali, le giun-
zioni, i fissaggi, le connessioni tra i
diversi elementi dell’impianto e altri
aspetti generali dell’installazione.
La parte 5 fissa le procedure di con-
trollo, ispezione e manutenzione.
ConclusioniLa UNI 9182 del 2008 e la UNI EN
806 sono entrambe valide e non
hanno nessuna sovrapposizione.
La norma “guida” è l’europea, e
per gli aspetti non trattati da que-
sta si dovrà fare ricorso alla quella
nazionale.
L’adozione delle norme sull’acqua
potabile è stata preceduta dalla
pubblicazione del DM 37/2008
(definito “la nuova 46/90”), dall’ag-
giornamento della UNI TS 11147
(di cui si è discusso nel numero di
settembre di GT) e verrà seguita
dalla imminente uscita della nuova
UNI 7129, divisa in quattro parti:
possiamo proprio affermare che il
2008 è un anno decisamente ricco
di importanti novità per i progettisti
e gli installatori.
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Tabella 1: portate di prelievo QA, portate minime ai punti di prelievo Q
min
e unità di carico per punti di prelievo
I punti di prelievo QA Q
min Unità di caricol/s l/s
Lavello, lavabo, bidè, cassetta WC 0,1 0,1 1
Lavello cucina, lavatrice domestica. Lavastoviglie, lavabo, doccetta 0,2 0,15 2
Orinatoio 0,3 0,15 3
Vasca da bagno domestica 0,4 0,3 4
Rubinetti giardino/garage 0,5 0,4 5
Lavello cucina non domestica DN20, vasca da bagno non domestica 0,8 0,8 8
Scarico DN20 1,5 1,0 15
I progetti di norma
Oltre alle parti 4 e 5 della EN 806, ci sono altri
progetti di norma riguardanti l’installazione degli
impianti e il tubo di rame. Eccone alcuni:
prEN 14905 (“Plumbing fittings-
Recommended practice for the installation of
copper and copper alloy plumbing fittings”):
descrive come si installano le varie tipologie
di raccordi sul tubo di rame. Non ci sono
sostanziali differenze rispetto a quello scritto in
testi tecnici e articoli su stampa specializzata.
prEN 12735: la nuova versione della norma
sui tubi per condizionamento e refrigerazione è
attesa per il 2010.
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Il progetto di norma sui tubi di rame compositi,
cioè i tubi di rame a spessore sottile ricoperti da
plastica estrusa.
Si differenziano dai tubi UNI EN 1057 per lo
spessore e il diametro esterno.
prUNI 7129: la norma sugli impianti a gas
sarà divisa in quattro parti. Per il tubo di rame
verranno permessi spessori inferiori, a conferma
della sua affidabilità.
prEN 1254: sono attese le nuove versioni delle
parti 1, 2 e 5 e la pubblicazione delle nuove
parti 6 e 7, che tratteranno rispettivamente dei
raccordi ad innesto e a pressare.
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GLI IMPIANTI. Circuiti dell’acqua potabile calda, fredda e del ricircolo nel policlinico del Campus Biomedico di Roma-Trigoria.