LE NORME VOLONTARIE A SOSTEGNO DELLA QUALITÀ E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DAL NUOVO SVILUPPO RURALE...

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LE NORME VOLONTARIE A SOSTEGNO DELLA QUALITÀ E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DAL NUOVO SVILUPPO RURALE ROMA, 7 marzo 2006 Gabriele Canali Università Cattolica del S. Cuore, Piacenza Gruppo di lavoro ISMEA sulla qualità

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LE NORME VOLONTARIE A SOSTEGNO DELLA QUALITÀ E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DAL NUOVO SVILUPPO RURALE

ROMA, 7 marzo 2006

Gabriele CanaliUniversità Cattolica del S. Cuore, Piacenza

Gruppo di lavoro ISMEA sulla qualità

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Indice dell’intervento

1. Il nuovo scenario economico e competitivo

2. Le norme volontarie e la qualità: vantaggi e svantaggi

3. Le nuove misure a sostegno della qualità nello sviluppo rurale (e non solo)

4. Possibili indicazioni per i PSR

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Il nuovo scenario di riferimento: consumatori, cittadini e contribuenti

Nel budget dell’UE 2007-2013 il capitolo di spesa relativo alla PAC è indicato come segue:

“Preservazione e gestione delle risorse naturali

… di cui PAC… spesa connessa ai mercati e ai pagamenti diretti… sviluppo rurale”

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Il nuovo scenario a livello UE: i problemi di bilancio e il “peso” dell’agricoltura

Il confronto tra Blair e Chirac di fine giugno 2005 sul bilancio EU e l’accordo di dicembre: il brusco risveglio del mondo agricolo europeo.

Gli obiettivi della PAC sono sempre meno riferiti alle esigenze degli agricoltori ma piuttosto a quelle di: consumatori (sicurezza e qualità), contribuenti (costo-efficienza-efficacia), lavoratori (priorità allo sviluppo economico), cittadini (qualità della vita e sostenibilità).

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Condivisione degli obiettivi della PAC da parte dei cittadini europei

(Indagine Eurobarometro del settembre 2004)

Condivisione degli obiettivi della PAC da parte dei cittadini europei

1. Assicurare che i prodotti agricoli siano salutari e sicuri (90-91%)

2. Promuovere il rispetto dell’ambiente (88-89%)

… proteggere le specificità dei prodotti agricoli europei (78% nel 2003, +5% in un anno)

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Il nuovo scenario a livello OMC: verso quali accordi? Accordo di massima del 1 agosto 2004:

Tendenziale eliminazione sussidi e sostegni all’esportazione

Riduzione tariffe doganali e miglioramento dell’accesso ai mercati

Ulteriore riduzione del sostegno interno all’agricoltura

Resta aperto il tema delle Indicazioni il tema delle Indicazioni GeograficheGeografiche. Quali prospettive?

Il caso dello zucchero: Brasile, Australia e Thailandia vincono la causa contro UE. La riforma dell’OCM ne è una conseguenza.

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Alcuni effetti della riforma della PAC del 2003 La riforma della PAC approvata il 26 giugno

2003 ed entrata in vigore in Italia il 1 gennaio 2005, prefigura una NUOVA agricoltura, molto diversa dalla precedente:

meno effetti distorsivi meno protezione più difficile competizione di prezzo sempre più necessaria una competizione basata sulla

differenziazione Aumenta l’importanza

della sicurezza della qualità dell’ambiente

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VERSO UNA NUOVA AGRICOLTURA Verso un nuovo sistema produttivo sempre

meno omogeneo: diverse agricolture, diversi territori, diverse imprese con diverse strategie (diversa vitalità aziendale e territoriale)

Verso una nuova azienda agricola, anche di capitali, anche grazia alle nuove norme nazionali: possibile aumento di imprenditorialità, capitali, innovazione, giovani, nuove strategie …

… ma anche una più rapida selezione nel settore

Verso una nuovo imprenditore agricolo sempre più professionale (la redditività sarà sempre più incerta).

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Le norme volontarie e la qualità: vantaggi e svantaggi DOP e IGP, in particolare, ma anche DOC e DOCG, NON

SONO una garanzia di successo di per sé, ma restano ancora, quasi sempre, una delle poche modalità per tentare di differenziare prodotti con marchi collettivi finalizzati a:

valorizzare prodotto alimentare e insieme anche il prodotto agricolo;

legare prodotto e origine (e quindi mantenere sul territorio un eventuale maggiore valore aggiunto).

I marchi industriali soffrono, quasi sempre, dei problemi di nanismo delle imprese agro-alimentari nazionali sui mercati globali.

Per il biologico esiste comunque un forte problema di concorrenza (con il bio di altre aree di produzione).

Le STG non danno nessun vantaggio particolare, invece, alle produzioni nazionali; forse solo qualche elemento di chiarezza in più per i consumatori.

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Le nuove misure a sostegno della qualità nello sviluppo rurale

1. Adeguamento agli standards2. Miglioramento del benessere degli animali

oltre i minimi di legge3. Sostegno ai produttori che passano a

produzioni con marchi di qualità “europei”4. Sostegno alle attività di informazione,

promozione e pubblicità per i prodotti con “marchi europei”

5. Possibile applicazione dei punti 3 e 4 anche a prodotti con “marchi di qualità nazionali”

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1. Adeguamento agli standards OBIETTIVO: aiutare gli agricoltori ad

adattarsi agli standards dell’UE in tema di ambiente, salute pubblica, degli animali e delle piante, benessere degli animali, sicurezza sul lavoro (importanza per il pacchetto igiene, ad esempio)

AIUTO MASSIMO PARI A 10.000 €/AZIENDA, pagabile in quote annue, su base forfettaria e decrescente; l’entità deve essere proporzionale agli impegni che l’adozione dello standard impone all’azienda.

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1. (continua) … STANDARDS

SOSTEGNO TEMPORANEO: 5 ANNI dalla data nella quale lo standard diventa obbligatorio

Applicabile per 5 anni, anche quando è lo Stato Membro a non aver correttamente implementato la normativa

NON APPLICABILE, se la non applicazione dello standard è dovuta alla responsabilità dell’agricoltore (ma lo Stato Membro ha già recepito le norme)

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2. Miglioramento del benessere degli animali oltre i minimi di legge

Aiuto massimo pari a 500 €/capo per investimenti destinati a migliorare il benessere degli animali OLTRE i livelli previsti dalla norme in vigore.

Durata degli impegni: minimo 5 anni.

Possibilità di un aiuto pari a 200€/capo per la conservazione di razze locali a rischio di estinzione; tale valore può essere aumentato se giustificato adeguatamente nei PSR.

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3. Sostegno ai produttori che passano a produzioni con marchi di qualità “europei”

Sono considerati alimenti di qualità, ai fini del regolamento, quelli che godono delle seguenti certificazioni UE:

DOP-IGP STG o attestazioni di specificità Biologico VQPRD (DOC-DOCG)

AIUTO massimo di 3000 euro/azienda per anno può essere corrisposto per un massimo di 5 anni alle aziende che passano da produzioni non certificate a produzioni certificate (come sopra)

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4. Sostegno alle attività di informazione, promozione e pubblicità per i prodotti con “marchi europei”

Applicabile per gli alimenti di qualità come definiti ai fini del regolamento: DOP, IGP, STG, BIO, DOC, DOCG.

Contributo fino ad un massimo del 70% delle spese ammissibili per attività di INFORMAZIONE dei consumatori, PROMOZIONE E PUBBLICITA’

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5. Sostegno di cui ai punti 3 e 4 anche per i prodotti di qualità con “marchio nazionale”

Un sostegno ai metodi di produzione intesi a migliorare la qualità dei prodotti agricoli (1) e a promuoverli (2), può essere riconosciuto agli agricoltori “che partecipano volontariamente ai sistemi qualità comunitari o nazionali”

Condizioni per l’applicabilità del sistema di qualità nazionale

La specificità del prodotto deve essere riconducibile agli obblighi precisi relativi ai metodi di produzione che garantiscano o caratteristiche specifiche (1) o una qualità del prodotto superiore alle norme commerciali correnti (2)

Specifiche di produzione vincolanti e controllo da parte di organismi indipendenti

Sistemi aperti a tutti i produttori Sistemi trasparenti e che assicurano tracciabilità

completa Coerenza con gli sbocchi di mercato reali o potenziali

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Un sistema di qualità nazionale per un sistema di produzione integrata?

Una delle possibilità più interessanti è rappresentata dalla possibile adozione di un sistema di qualità nazionale basato su un sistema di produzione integrata.

La situazione attuale, in questo campo, è particolarmente difficile, onerosa e irrazionale.

In particolare, esistono numerose definizioni di produzione integrata, diverse per regione, per catena della GDO, per paese di destinazione, per catena della GDO nei diversi paesi, …

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I costi e i problemi della produzione integrata nella sua attuale applicazione

Aumento significativo dei costi di produzione e di commercializzazione dovuto alla necessità di seguire disciplinari diversi;

creazione di barriere tecniche di accesso al mercato; aumento dei costi per gli agrofarmaci dovuti a

limitazione di principi attivi ammessi nei disciplinari e riduzione “artificiale” della concorrenza;

importanti ripercussioni negative sui consumi (dovute ai costi più alti);

aumento dei costi di transazione nell’intero sistema; incertezza in termini di protezione dell’ambiente.

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I limiti della produzione integratanella sua attuale applicazione (2) Non solo per questa, ma anche per questa ragione,

il sistema produttivo e commerciali nazionale non appare certo particolarmente efficiente

Ciò limita anche le possibilità di miglioramento delle performance commerciali dell’Italia, sia direttamente (costi, barriere) che indirettamente (mancato o insufficiente adeguamento alla domanda finale).

Esiste una sostanziale impossibilità di comunicazione adeguata degli sforzi fatti per la produzione integrata ai consumatori (non si può comunicare una riduzione percentuale dei residui, ad esempio).

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Verso una “nuova” produzione integrata: alcuni requisiti Deve permettere di ridare efficienza al sistema

produttivo e commerciale: riduzione dei costi dovuti ai diversi standard; finalizzazione degli sforzi al migliore adeguamento

alla domanda finale in termini di prezzo, ma soprattutto di qualità.

Deve essere chiara nelle sue finalità: un sistema finalizzato a ridurre i costi, massimizzare la qualità dei prodotti, razionalizzando l’uso di agrofarmaci anche mediante la loro sostituzione e/o integrazione, quando possibile, con metodi di lotta biologica.

Deve essere facilmente ed utilmente comunicabile Deve portare, in prospettiva, ad un sistema

standardizzato e sensato europeo e/o internazionale

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Possibili indicazioni per i PSR: strategie territoriali e concentrazione delle risorse

Sarà sempre più importante, ANZI DECISIVO, CONCENTRARE le risorse sulle misure più utili, piuttosto che su quelle di più facile applicazione (e spesa), cioè su quelle che favoriscono la crescita delle imprese e del sistema piuttosto che la semplice redistribuzione di risorse.

E’ probabilmente necessario anche concentrare le risorse sulle aziende vere

In vista dell’applicazione delle nuove misure dello sviluppo rurale è necessario, anzitutto, definire le strategie più appropriate per lo sviluppo di un dato territorio, dei diversi territori

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Possibili indicazioni per i PSR: selezione e coordinamento

E’ necessario fare delle scelte, selezionare le misure più importanti (e i possibili beneficiari).

E’ soprattutto necessario coordinare le diverse misure tra loro in sede di applicazione: formazione, sviluppo sistemi di qualità, investimenti in azienda, commercializzazione dei prodotti, informazione e promozione, …

E’ utile coordinare gli interventi di sostegno alla promozione tra livello nazionale (per i prodotti di importanza maggiore) e regionale (per quelli relativamente minori o “nuovi”.