Le iniziative del Corriere - Aispt...10 9 dicembre Silvia Vegetti Finzi Il romanzo della famiglia 11...

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Corriere della Sera Giovedì 6 Ottobre 2016 CULTURA 41 Le iniziative del Corriere La Biblioteca di Psicologia In edicola domani con il quotidiano «Ricordi, sogni, riflessioni» dell’analista svizzero P er sua volontà non figu- ra nei diciannove volu- mi delle Opere. Eppure Ricordi, sogni, rifles- sioni è «il tutto Jung», un libro unico, dove scienza e biografia sono le due facce d’unica real- tà. Per non addetti ai lavori e specialisti è la porta d’accesso alle scoperte di Jung sull’in- conscio, al modo in cui lavora- va su di sé, sui sogni suoi e dei pazienti, al suo carattere («Ho offeso molta gente... non ave- vo pazienza con gli uomini»), alla sua idea di Dio, che per lui «era una delle più certe espe- rienze immediate» («tutti i miei pensieri ruotano attorno a Dio»), con una chiosa: «Nel Medioevo mi avrebbero bru- ciato come un eretico». È la storia di un’anima que- sto libro cominciato sessan- t’anni fa, nel 1956, quando Carl Gustav Jung, a 81 anni (era na- to il 26 luglio del 1875 a Kes- swil, sulla sponda elvetica del lago di Costanza), era al culmi- ne della fama. Ma guai a cer- carvi aforismi sapienziali co- me molta pubblicistica e deri- ve di tipo New Age sono solite fare; basta un giro sul web per rimanere sconcertati da equi- voci e superficialità di una psi- cologia-fai-da-te che Jung in- vece condannava: si legga il ca- pitolo «Attività psichiatrica». I Ricordi sono racconto, inten- sa, godibile, opera d’uno psi- chiatra (come egli ribadisce d’essere), di uno scienziato che per bussola ha una visione empirica del lavoro clinico e ha distanza critica e coscienza etica nei confronti di sogni, fantasie, passioni, errori. Jung mostra un’alta consi- derazione dei suoi vissuti: «Solo ciò che si è verificato nel mio intimo si è dimostrato es- senziale e determinante». Si fa prendere dal lavoro, per cin- que anni, sino alla morte. Ma- tura consapevolezza del valore della memoria: «Annotare i miei primi ricordi è diventato un bisogno, e se trascuro di farlo, anche per un solo gior- no, immediatamente ne con- seguono sintomi fisici spiace- voli». È quasi impietoso nel mettersi a nudo: «Ciò che so- no e ciò che scrivo sono una cosa sola». Sa di esporsi a fraintendimenti: «La mia vita è stata la quintessenza di ciò che ho scritto, e non vicever- sa». Teme i giudizi («Se il libro su Giobbe è stato accolto con tanta incomprensione, i miei “ricordi” avranno una sorte ancor più sfortunata»), ma li sfida, come aveva fatto nei passaggi decisivi della vita; a cominciare da quando decise che non poteva più recitare la parte dell’interprete fedele del nuovo verbo della psicoanalisi e vestire i panni di figlio-erede che Freud gli aveva cucito ad- dosso. Ruppe col più anziano collega, rinunciò al ruolo di delfino (del quale peraltro s’era tanto compiaciuto) e finì per creare terra bruciata intor- no a sé. Ci son pagine mirabili nei Ricordi in cui, dando la sua versione della separazione da Freud, Jung mette passione e dubbi circa il suo conflitto in- terno con l’autorità (Freud «rappresentava per me ancora una personalità superiore»). Sperimenta il costo dell’indi- pendenza, del «sii quello che sei», ma è conscio del valore cui la separazione porta. Sulla conquista dell’autonomia, del- l’essere se stessi, baserà il suc- cessivo cammino, facendolo poi assurgere a modello di svi- luppo psicologico generale sotto il nome di «processo d’individuazione». Nel libro Jung annuncia ciò che a noi risulta chiaro dopo la pubblicazione del suo Libro rosso, nel 2010. In tale opera, un volume di grande formato, simile a un codice medioevale, sono riprodotte immagini e descritti i sogni tremendi che invasero la mente di Jung do- po la rottura con Freud tra il 1913 e il ’14 facendogli temere una psicosi. Jung ricorda che si curò affrontando le visioni, mettendole su pagina, trascri- vendo e miniando con osses- sione i dialoghi con Anima, Spirito del Tempo e Spirito del Profondo, incontri con figure guida (Elia e Filemone), dise- gnando mandala che in colo- ratissimi quadrati e cerchi contenevano emozioni violen- te. «Scoprii che cosa è vera- mente il mandala: “Formazio- ne, trasformazione, della Mente eterna, eterna ricrea- zione”». Annotò nel ’57 a mar- gine del Libro rosso, proprio mentre era preso dal riordino dei Ricordi: «Gli anni più im- portanti della mia vita furono quelli in cui inseguivo le mie immagini interiori. Ad esse va da vecchio alle energie creati- ve del puer. Vedeva lontano. Negli anni dei Ricordi, sulla scia della di- sposizione di Jung a «curarsi col gioco», Dora Kalff, sua al- lieva, ideò un modo di fare analisi, la Terapia del Gioco con la Sabbia, oggi diffusa in tutto il mondo. «Il demone della creatività è stato con me spietato», con- clude Jung. A renderlo attuale è questo daimon, come lui lo chiamava. È il fascino del- l’energia psichica tra fantasie e coscienza, la libertà verso se stesso e gli altri, la scommessa sull’uomo che nel realizzare sé non dimentica la visione ge- nerale del mondo e il ruolo dello Spirito. Sulla porta di ca- sa a Küsnacht, Jung fece scol- pire: Vocatus atque non voca- tus deus aderit: chiamato o meno, il divino sarà presente. L’antico oracolo di Delfi ripre- so attraverso Erasmo, confes- serà Jung. La tradizione uma- nistica è il rizoma dello psi- chiatra di Zurigo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il secondo volume L’allievo (ribelle) di Freud che divenne maestro Il viaggio di Jung dentro di sé Le sue scoperte, l’anima, i demoni Lo psichiatra si ritirò sul lago di Zurigo e si immerse nell’autobiografia «Se fossi vissuto nel Medioevo mi avrebbero bruciato come eretico» di Marco Garzonio P adri fondatori della psicoanalisi, i cui testi fondamentali hanno annunciato la nascita o l’evoluzione di concetti come inconscio, complesso, archetipo, pulsione, oppure il concepimento di una nuova idea dell’uomo e della cura, o un nuovo modo di leggere la mente e le relazioni. E, accanto ai maestri, ecco gli studiosi contemporanei che hanno sviluppato visioni nuove eppure radicate nella storia della disciplina. Da domani, per la Biblioteca di psicologia, sarà in edicola il secondo volume della collana, un’iniziativa editoriale di 30 uscite: classici come Freud, che la settimana scorsa ha inaugurato l’opera con Introduzione alla psicoanalisi, o Lacan, ma anche innovatori come Bettelheim e Basaglia, e autori contemporanei. Il secondo volume (al costo di e 8,90 più il prezzo del quotidiano) è un altro titolo celeberrimo, Ricordi, sogni, riflessioni dello zurighese Carl Gustav Jung (1875-1961). Si tratta di un testo dal tono autobiografico in cui lo psicoanalista racconta se stesso sullo sfondo della propria visione dell’inconscio e del «mito individuale», rievocando inoltre il proprio rapporto, e la rottura, con l’antico maestro, Freud. La terza uscita della collana, il 14 ottobre, presenta un altro classico, Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, uno dei più celebri seminari di Jaques Lacan, in cui lo psichiatra affrontò temi come la funzione dello sguardo e quella delle attività percettive. © RIPRODUZIONE RISERVATA Certezze «Solo quello che si è verificato nel mio intimo si è dimostrato determinante» Piano dell’opera Le prime 15 uscite Corriere della Sera 30 settembre Sigmund Freud Introduzione alla psicoanalisi 1 21 ottobre Massimo Recalcati Il complesso di Telemaco 4 11 novembre Umberto Galimberti Psichiatria e Fenomenologia 7 28 ottobre Daniel Goleman Intelligenza emotiva 5 4 novembre Gregory Bateson Verso un'ecologia della mente 6 18 novembre Cesare Musatti Sulla psicoanalisi 8 25 novembre Lev Vygotskij Pensiero e linguaggio 9 2 dicembre Bruno Bettelheim Il mondo incantato 10 9 dicembre Silvia Vegetti Finzi Il romanzo della famiglia 11 16 dicembre Franco Basaglia L'utopia della realtà 12 23 dicembre Noam Chomsky Il linguaggio e la mente 13 30 dicembre Vittorino Andreoli L'uomo folle 14 6 gennaio Burrhus F. Skinner Il comportamento verbale 15 DOMANI Carl Gustav Jung Ricordi, sogni, riflessioni 2 14 ottobre Jacques Lacan Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi 3 La copertina del secondo libro fatto risalire tutto il resto». Passaggio decisivo fu l’in- contro con la pietra, materia concreta e di alto valore sim- bolico. Confessò: «La pietra scartata dai costruttori è di- ventata testata d’angolo». Pa- gine suggestive descrivono la Torre di pietra da Jung costrui- ta a Bollingen, sul lago di Zuri- go, dove si ritirava, scriveva, scolpiva, dipingeva, giocava con sassi e sabbia sulla riva, senza vergognarsi di tornare Jung a Bollingen, sul lago di Zurigo Particolare di una tavola realizzata dallo stesso Carl Gustav Jung, tratta dal manoscritto uscito postumo il Libro rosso

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Corriere della Sera Giovedì 6 Ottobre 2016 CULTURA 41

Le iniziative del Corriere

La Biblioteca di Psicologia In edicola domani con il quotidiano «Ricordi, sogni, riflessioni» dell’analista svizzero

P er sua volontà non figu-ra nei diciannove volu-mi delle Opere. EppureRicordi, sogni, rifles-

sioni è «il tutto Jung», un librounico, dove scienza e biografiasono le due facce d’unica real-tà. Per non addetti ai lavori especialisti è la porta d’accessoalle scoperte di Jung sull’in-conscio, al modo in cui lavora-va su di sé, sui sogni suoi e deipazienti, al suo carattere («Hooffeso molta gente... non ave-vo pazienza con gli uomini»),alla sua idea di Dio, che per lui«era una delle più certe espe-rienze immediate» («tutti imiei pensieri ruotano attornoa Dio»), con una chiosa: «NelMedioevo mi avrebbero bru-ciato come un eretico».

È la storia di un’anima que-sto libro cominciato sessan-t’anni fa, nel 1956, quando CarlGustav Jung, a 81 anni (era na-to il 26 luglio del 1875 a Kes-swil, sulla sponda elvetica dellago di Costanza), era al culmi-

ne della fama. Ma guai a cer-carvi aforismi sapienziali co-me molta pubblicistica e deri-ve di tipo New Age sono solitefare; basta un giro sul web perrimanere sconcertati da equi-voci e superficialità di una psi-cologia-fai-da-te che Jung in-vece condannava: si legga il ca-pitolo «Attività psichiatrica». IRicordi sono racconto, inten-sa, godibile, opera d’uno psi-chiatra (come egli ribadisced’essere), di uno scienziatoche per bussola ha una visioneempirica del lavoro clinico eha distanza critica e coscienzaetica nei confronti di sogni,fantasie, passioni, errori.

Jung mostra un’alta consi-derazione dei suoi vissuti:«Solo ciò che si è verificato nelmio intimo si è dimostrato es-senziale e determinante». Si faprendere dal lavoro, per cin-que anni, sino alla morte. Ma-tura consapevolezza del valoredella memoria: «Annotare i miei primi ricordi è diventatoun bisogno, e se trascuro difarlo, anche per un solo gior-no, immediatamente ne con-seguono sintomi fisici spiace-voli». È quasi impietoso nelmettersi a nudo: «Ciò che so-no e ciò che scrivo sono unacosa sola». Sa di esporsi afraintendimenti: «La mia vitaè stata la quintessenza di ciòche ho scritto, e non vicever-sa». Teme i giudizi («Se il librosu Giobbe è stato accolto contanta incomprensione, i miei“ricordi” avranno una sorteancor più sfortunata»), ma lisfida, come aveva fatto neipassaggi decisivi della vita; a

cominciare da quando deciseche non poteva più recitare laparte dell’interprete fedele delnuovo verbo della psicoanalisie vestire i panni di figlio-eredeche Freud gli aveva cucito ad-dosso. Ruppe col più anzianocollega, rinunciò al ruolo didelfino (del quale peraltros’era tanto compiaciuto) e finìper creare terra bruciata intor-no a sé.

Ci son pagine mirabili neiRicordi in cui, dando la suaversione della separazione daFreud, Jung mette passione edubbi circa il suo conflitto in-terno con l’autorità (Freud«rappresentava per me ancorauna personalità superiore»).Sperimenta il costo dell’indi-pendenza, del «sii quello chesei», ma è conscio del valore cui la separazione porta. Sullaconquista dell’autonomia, del-l’essere se stessi, baserà il suc-cessivo cammino, facendolopoi assurgere a modello di svi-luppo psicologico generalesotto il nome di «processod’individuazione».

Nel libro Jung annuncia ciò

che a noi risulta chiaro dopo lapubblicazione del suo Librorosso, nel 2010. In tale opera,un volume di grande formato,simile a un codice medioevale,sono riprodotte immagini edescritti i sogni tremendi che invasero la mente di Jung do-po la rottura con Freud tra il1913 e il ’14 facendogli temereuna psicosi. Jung ricorda chesi curò affrontando le visioni,mettendole su pagina, trascri-vendo e miniando con osses-sione i dialoghi con Anima,Spirito del Tempo e Spirito delProfondo, incontri con figureguida (Elia e Filemone), dise-gnando mandala che in colo-ratissimi quadrati e cerchicontenevano emozioni violen-te. «Scoprii che cosa è vera-mente il mandala: “Formazio-ne, trasformazione, dellaMente eterna, eterna ricrea-zione”». Annotò nel ’57 a mar-gine del Libro rosso, propriomentre era preso dal riordinodei Ricordi: «Gli anni più im-portanti della mia vita furonoquelli in cui inseguivo le mieimmagini interiori. Ad esse va

da vecchio alle energie creati-ve del puer.

Vedeva lontano. Negli annidei Ricordi, sulla scia della di-sposizione di Jung a «curarsicol gioco», Dora Kalff, sua al-lieva, ideò un modo di fareanalisi, la Terapia del Giococon la Sabbia, oggi diffusa intutto il mondo.

«Il demone della creatività èstato con me spietato», con-clude Jung. A renderlo attualeè questo daimon, come lui lochiamava. È il fascino del-l’energia psichica tra fantasie ecoscienza, la libertà verso sestesso e gli altri, la scommessasull’uomo che nel realizzare sénon dimentica la visione ge-nerale del mondo e il ruolodello Spirito. Sulla porta di ca-sa a Küsnacht, Jung fece scol-pire: Vocatus atque non voca-tus deus aderit: chiamato omeno, il divino sarà presente.L’antico oracolo di Delfi ripre-so attraverso Erasmo, confes-serà Jung. La tradizione uma-nistica è il rizoma dello psi-chiatra di Zurigo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il secondo volume

L’allievo (ribelle) di Freud che divenne maestro

Il viaggio di Jung dentro di sé Le sue scoperte, l’anima, i demoniLo psichiatra si ritirò sul lago di Zurigo e si immerse nell’autobiografia«Se fossi vissuto nel Medioevo mi avrebbero bruciato come eretico»

di Marco Garzonio

P adri fondatori della psicoanalisi, i cui testifondamentali hanno annunciato la nascitao l’evoluzione di concetti come inconscio,

complesso, archetipo, pulsione, oppure il concepimento di una nuova idea dell’uomo e della cura, o un nuovo modo di leggere la mente e le relazioni. E, accanto ai maestri, ecco gli studiosi contemporanei che hanno sviluppato visioni nuove eppure radicate nella storia della disciplina. Da domani, per la Biblioteca di psicologia, sarà in edicola il secondo volume della collana, un’iniziativa editoriale di 30 uscite: classici come Freud, che la settimana scorsa ha inaugurato l’opera con Introduzione alla psicoanalisi, o Lacan, ma anche innovatori come Bettelheim e Basaglia, e autori contemporanei. Il

secondo volume (al costo di e 8,90 più il prezzo del quotidiano) è un altro titolo celeberrimo, Ricordi, sogni, riflessioni dello zurighese Carl Gustav Jung (1875-1961). Si tratta di un testo dal tono autobiografico in cui lo psicoanalista racconta se stesso sullo sfondo della propria visione dell’inconscio e del «mito individuale», rievocando inoltre il proprio rapporto, e la rottura, con l’antico maestro, Freud. La terza uscita della collana, il 14 ottobre, presenta un altro classico, Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, uno dei più celebri seminari di Jaques Lacan, in cui lo psichiatra affrontò temi come la funzione dello sguardo e quella delle attività percettive.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Certezze«Solo quello che si è verificato nel mio intimo si è dimostrato determinante»

Piano dell’operaLe prime 15 uscite

Corriere della Sera

30 settembreSigmund FreudIntroduzione alla psicoanalisi

1

21 ottobreMassimo RecalcatiIl complesso di Telemaco

4

11 novembreUmberto GalimbertiPsichiatria e Fenomenologia

7

28 ottobreDaniel GolemanIntelligenza emotiva

5

4 novembreGregory BatesonVerso un'ecologia della mente

6

18 novembreCesare MusattiSulla psicoanalisi

8

25 novembreLev Vygotskij Pensiero e linguaggio

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2 dicembreBruno BettelheimIl mondo incantato

10

9 dicembreSilvia Vegetti FinziIl romanzo della famiglia

11

16 dicembreFranco BasagliaL'utopia della realtà

12

23 dicembreNoam ChomskyIl linguaggio e la mente

13

30 dicembreVittorino AndreoliL'uomo folle

14

6 gennaioBurrhus F. SkinnerIl comportamento verbale

15

DOMANICarl Gustav JungRicordi, sogni, riflessioni

2

14 ottobreJacques LacanIl seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi

3

La copertina del secondo libro

fatto risalire tutto il resto». Passaggio decisivo fu l’in-

contro con la pietra, materiaconcreta e di alto valore sim-bolico. Confessò: «La pietrascartata dai costruttori è di-ventata testata d’angolo». Pa-gine suggestive descrivono laTorre di pietra da Jung costrui-ta a Bollingen, sul lago di Zuri-go, dove si ritirava, scriveva,scolpiva, dipingeva, giocavacon sassi e sabbia sulla riva,senza vergognarsi di tornare

Jung a Bollingen, sul lago di Zurigo

Particolare di una tavola realizzata dallo stesso Carl Gustav Jung, tratta dal manoscritto uscito postumo il Libro rosso