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Le guerre d’Italia Le guerre d’Italia (1494-1559)

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Le guerre d’ItaliaLe guerre d’Italia(1494-1559)

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Carlo V contro Francesco I

1519-1530

1. l’elezione imperiale

2. la campagna militare di Carlo V per la

Lombardia

3. la guerra di Carlo V contro la Lega di

Cognac

4. la pace di Bologna

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L’elezione imperiale (1519)

1518 muore Massimiliano I, imperatore del Sacro Romano Impero della Nazione germanica

→ deve essere ele%o il successore all’Impero →→ l’elezione spe%a ai 7 principi ele%ori dell’Impero,

riuniti in Collegio, organo della DIETA IMPERIALE [in base al disposto della Bolla d’oro dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, 1356, in dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, 1356, in vigore fino al 1806]:

- arcivescovo di Magonza,

- arcivescovo di Treviri,- arcivescovo di Colonia,- re di Boemia,- duca di Sassonia,- margravio del Brandeburgo,- conte palatino del Reno

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Il Sacro Romano Impero della Nazione tedesca

“Das hailig römisch Reich mit sampt seinen Gelidern”

Rappresentazione araldica del Sacro Romano Impero

con i ceti imperiali

(Das heilige römische Reich mit seinen Reichsständen)

Xilografia colorata

Hans Burgkmair dem Älteren - Jost de Negker

Augsburg 1510

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Quaterionenadler_David_de_Negker.jpg

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L’elezione imperiale (1519)

Problemi:

- manca un erede designato

- gli Asburgo candidano il re di Spagna Carlo I

- Francesco I di Valois si candida- Francesco I di Valois si candida

- papa Leone X non vuole Carlo, preferisce

sostenere un terzo candidato (Federico, duca

di Sassonia),

- poiché gli elettori sono corruttibili, l’esito è

incerto

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L’elezione imperiale (1519)Esiti:

- entrambi i candidati forti, Asburgo e Valois, profondono molto denaro;

- Carlo I si appoggia finanziariamente ai potenti banchieri Fugger di Augusta;

- gli elettori approfittano di entrambi;- gli elettori approfittano di entrambi;

- PREVALE INFINE UN CRITERIO DI APPARTENENZA ETNICA: il Collegio dei principi elettori desidera un imperatore tedesco, poiché il Sacro Romano Impero, dal 1486, si qualifica anche formalmente come “DELLA NAZIONE TEDESCA”

→ il 28 giugno 1519 a Francoforte Carlo d’Asburgo è eletto imperatore con il nome e ordinale Carlo V

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Politica imperiale e italiana di Carlo V

La Lombardia diventa subito dopo l’elezione obiettivo primario della politica di Carlo come imperatore; perché?

- il Ducato di Milano è feudo imperiale, di cui Massimiliano I aveva investito Ludovico Sforza;

- tradizionalmente il Sacro Romano Impero è incardinato - tradizionalmente il Sacro Romano Impero è incardinato sull’Italia [l’Italia apparteneva all’antica Lotaringia, a cui dal IX secolo fu appoggiata la corona imperiale];

- consolidare l’Impero significa controllare l’Italia;

- Carlo V inaugura prosegue la politica di forte affermazione della giurisdizione imperiale di Massimiliano I, recuperando i valori ideologici della monarchia universalis per impulso del suo consigliere italiano Mercurino Arborio di Gattinara

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Mercurino di Gattinara e l’idea imperiale

«Sire, poiché Dio vi ha concesso la prodigiosa

grazia di elevarvi sopra tutti i re e i principi

della cristianità, ad una potenza che fino a

oggi ebbe soltanto il vostro predecessore oggi ebbe soltanto il vostro predecessore

Carlo Magno, voi siete sul cammino della

monarchia universale, della riunione della

cristianità sotto un solo pastore».

Karl Brandi, Carlo V, Einaudi 1961, p. 100

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Il papa supera la sua avversione all’Asburgo e cambia

schieramento →

1521 – alleanza antifrancese fra Carlo V e Leone X

1. Carlo vuole recuperare la Lombardia; non può

però annetterla ai propri domini per un veto

papale → la res@tuirà agli Sforza, come vassalli;papale → la res@tuirà agli Sforza, come vassalli;

2. il papa vuole espandere lo Stato in Emilia:

A. acquisire Ferrara, cacciando gli Este, alleati della

Francia;

B. acquisire Parma e Piacenza, ancora lombarde

3. entrambi vogliono contrastare il dilagare

dell’eresia luterana

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Campagna militare 1521-1525

• I francesi sono superiori numericamente; tuttavia sottovalutano i rischi e non preparano difesa adeguata;

• Le truppe spagnole messe in campo da Carlo V adottano una nuova tattica e tecnica di combattimento: USO MASSICCIO DELLE ARMI DA combattimento: USO MASSICCIO DELLE ARMI DA FUOCO PORTATILI (archibugio) → riescono a baDere le cariche di cavalleria pesante e l’offensiva della fanteria svizzera;

• Nelle città italiane le fazioni ghibelline collaborano con lo schieramento antifrancese;

• Asburgo e Valois si scontrano su più fronti: Lombardia, Fiandre, Navarra, Provenza

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Campagne militari italiane 1521-1525

• novembre 1521 - Le truppe ispano – imperiali - pontificie occupano Milano;

• aprile 1522 – battaglia della Bicocca (Milano) → vi%oria spagnola → francesi espulsi da Lombardia → Sforza reinstauratinel Ducato di Milano (Francesco II Sforza, figlio del Moro)

Nel frattempo Genova obbligata a lealtà verso l’Impero

• autunno 1524 – Francesco I penetra nuovamente in pianura • autunno 1524 – Francesco I penetra nuovamente in pianura padana

• febbraio 1525 - francesi tornati in Lombardia in forze riprendono Milano sostenuti dai guelfi locali; imperiali si chiudono a Pavia, ghibellina battaglia di Pavia → vi%oria imperiale → ca%urato Francesco I

→ TRATTATO DI MADRID (1526): Francesco I liberato, ma rinuncia a Lombardia e Borgogna

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Nuova alleanza anti-imperiale: la Lega di

Cognac (maggio 1526)

• Sul soglio pontificio si sono nel frattempo avvicendati un candidato asburgico (Adriano di Utrecht → Adriano VI, 1522-23), e un altro esponente della famiglia Medici (Giulio de’ Medici → Clemente VII);

• Con Clemente VII prospettive di rilancio del progetto egemonico mediceo; papa avverso all’idea di monarchia universale propugnata da Carlo; vuole sollevare la questione della dispensa papale per Napoli;papale per Napoli;

• Venezia preoccupata della crescita della presenza imperiale in Italia, sollecita una coalizione contro Carlo V;

• Lo Sforza a Milano insofferente del protettorato asburgico, trama contro Carlo;

• Francesco I di Francia, tornato libero, decide di recuperare qualche posizione in Italia;

→ LEGA DI COGNAC (Francia, papato, Venezia, Milano, Firenze, appoggio esterno turco e dal 1528 inglese): sostiene la causa della “libertà d’Italia” contro Carlo V.

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Campagna militare italiana 1527-1529

• Le forze della lega di Cognac sono numericamente superiori;

• Tuttavia l’apporto francese è tardivo; le truppe italiane sono divise e il comando delle operazioni è debole; l’unico comandante valente, Giovanni de’ Medici, detto “dalle Bande Nere”, muore per una ferita di proiettile vicino a Mantova nel mezzo della campagna (nov. ‘27);

• Gli Este e i Gonzaga passano al partito di Carlo V;

• L’esercito imperiale, rinforzato da contingenti spagnoli sbarcati a • L’esercito imperiale, rinforzato da contingenti spagnoli sbarcati a Genova, occupa rapidamente Milano, dove lo Sforza si era ribellato al giogo feudale, poi si dirige verso sud sullo Stato pontificio, che invano cerca la tregua;

• Giunte nel Lazio le fanterie imperiali (30.000 uomini), in maggioranza composte di lanzichenecchi luterani, da tempo non pagati, puntano su Roma; nell’assalto al territorio circostante la capitale perdono i loro comandanti.

→ SACCO DI ROMA (6 maggio 1527)

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Il sacco di Roma secondo Francesco Guicciardini

Storia d’Italia [manoscritto 1540], Libro 18

Cap.1

“Sarà l'anno mille cinquecento ventisette pieno di atrocissimi e già per piú secoli non uditi di atrocissimi e già per piú secoli non uditi accidenti: mutazioni di stati, cattività di príncipi, sacchi spaventosissimi di città, carestia grande di vettovaglie, peste quasi per tutta Italia grandissima; pieno ogni cosa di morte di fuga e di rapine”.

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Il sacco di Roma secondo Francesco Guicciardini

Storia d’Italia, Libro 18

Cap.8

“Partí adunque il duca di Borbone con tuttol'esercito, il dí vigesimo [sesto] di aprile, spedito,senza artiglierie senza carriaggi; e camminandosenza artiglierie senza carriaggi; e camminandocon incredibile prestezza, non lo ritardando né lepioggie, le quali in quegli dí furono smisurate, néil mancamento delle vettovaglie, si appropinquò aRoma in tempo che appena il pontefice avessecerta la sua venuta, non trovato ostacolo alcunoné in Viterbo, dove il papa non era stato a tempoa mandare gente, né in altro luogo”.

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Il sacco di Roma secondo Francesco Guicciardini

Storia d’Italia, Libro 18

Cap.8

“… fu cominciata la battaglia. Nel principio della qualeBorbone, spintosi innanzi a tutta la gente per ultimadisperazione, non solo perché non ottenendo lavittoria non gli restava piú refugio alcuno ma perchévittoria non gli restava piú refugio alcuno ma perchévedeva i fanti tedeschi procedere con freddezza grandea dare l'assalto, ferito, nel principio dello assalto, diuno archibuso, cadde in terra morto. E nondimeno lamorte sua non raffreddò l'ardore de' soldati, anzicombattendo con grandissimo vigore, per spazio di dueore, entrorno finalmente nel Borgo; giovando loro nonsolamente la debolezza grandissima de' ripari maeziandio la mala resistenza che fu fatta dalla gente.”.

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Il sacco di Roma secondo Francesco Guicciardini

Storia d’Italia, Libro 18, Cap.8

“… Però il giorno medesimo gli spagnuoli, non avendo trovato néordine né consiglio di difendere il Trastevere, non avuta resistenzaalcuna, v'entrorono dentro; donde non trovando piú difficoltà, lasera medesima a ore ventitré, entrorono per ponte Sisto nella cittàdi Roma: dove, da quegli in fuora che si confidavano nel nomedella fazione, e da alcuni cardinali che per avere nome di avereseguitato le parti di Cesare credevano essere piú sicuri che gli altri,seguitato le parti di Cesare credevano essere piú sicuri che gli altri,tutto il resto della corte e della città, come si fa ne' casi tantospaventosi, era in fuga e in confusione. Entrati dentro, cominciòciascuno a discorrere tumultuosamente alla preda, non avendorispetto non solo al nome degli amici né all'autorità e degnità de'prelati, ma eziandio a' templi a' monasteri alle reliquie onorate dalconcorso di tutto il mondo, e alle cose sagre. Però sarebbeimpossibile non solo narrare ma quasi immaginarsi le calamità diquella città, destinata per ordine de' cieli a somma grandezza maeziandio a spesse direzioni; perché era l'anno......... che era statasaccheggiata da' goti..”.

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Il sacco di Roma secondo Francesco Guicciardini

Storia d’Italia, Libro 18, Cap.8

“…Impossibile a narrare la grandezza della preda, essendovi accumulate tantericchezze e tante cose preziose e rare, di cortigiani e di mercatanti; ma lafece ancora maggiore la qualità e numero grande de' prigioni che siebbeno a ricomperare con grossissime taglie: accumulando ancora lamiseria e la infamia, che molti prelati presi da' soldati, massime da' fantitedeschi, che per odio del nome della Chiesa romana erano crudeli einsolenti, erano in su bestie vili, con gli abiti e con le insegne delle lorodignità, menati a torno con grandissimo vilipendio per tutta Roma; molti,dignità, menati a torno con grandissimo vilipendio per tutta Roma; molti,tormentati crudelissimamente, o morirono ne' tormenti o trattati di sorteche, pagata che ebbono la taglia, finirono fra pochi dí la vita. Morirono, tranella battaglia e nello impeto del sacco, circa quattromila uomini. Furonosaccheggiati i palazzi di tutti i cardinali (eziandio del cardinale Colonna chenon era con l'esercito), eccetto quegli palazzi che, per salvare i mercatantiche vi erano rifuggiti con le robe loro e cosí le persone e le robe di moltialtri, feciono grossissima imposizione in denari: e alcuni di quegli checomposeno con gli spagnuoli furono poi o saccheggiati dai tedeschi o siebbeno a ricomporre con loro… I prelati e cortigiani spagnuoli e tedeschi,riputandosi sicuri dalla ingiuria delle loro nazioni, furono presi e trattatinon manco acerbamente che gli altri. ..”.

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Il sacco di Roma secondo Francesco Guicciardini

Storia d’Italia, Libro 18, Cap.8

“…Sentivansi i gridi e urla miserabili delle donne romane edelle monache, condotte a torme da' soldati per saziare laloro libidine: non potendo se non dirsi essere oscuri a'mortali i giudizi di Dio, che comportasse che la castitàfamosa delle donne romane cadesse per forza in tantabruttezza e miseria. Udivansi per tutto infiniti lamenti dibruttezza e miseria. Udivansi per tutto infiniti lamenti diquegli che erano miserabilmente tormentati, parte perastrignergli a fare la taglia parte per manifestare le robeascoste. Tutte le cose sacre, i sacramenti e le reliquie de'santi, delle quali erano piene tutte le chiese, spogliate de'loro ornamenti, erano gittate per terra; aggiugnendovi labarbarie tedesca infiniti vilipendi. E quello che avanzò allapreda de' soldati (che furno le cose piú vili) tolseno poi ivillani de' Colonnesi, che venneno dentro… ”

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Il sacco di Roma e la fine dell’armonia classica nell’arte italiana rinascimentale

Cfr. André Chastel, Le sac

de Rome, Gallimard 1984

Michelangelo

Giudizio universale(Cappella Sistina)1536-1541

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Campagna militare italiana 1527-1529

• La notizia del sacco ha un impatto violentissimo su tutta la

cristianità;

• Roma resta assediata per tutto il 1527; alla fine gli occupanti e

la popolazione sono decimati dalla peste; l’assedio è

definitivamente levato dai francesi (gen 1528);

• 1527 – Firenze si è ribellata ai Medici e restaura la repubblica;• 1527 – Firenze si è ribellata ai Medici e restaura la repubblica;

• 1528 - A Genova le lotte di fazione terminano con il prevalere

del partito dell’ammiraglio Andrea Doria, filoimperiale → da ora

in poi la Repubblica di S. Giorgio sarà stabilmente filo-asburgica;

• L’esercito francese si muove alla conquista di Napoli, ma è

decimato da una pestilenza

→ 1529 PACI DI BARCELLONA E DI CAMBRAI

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1529 PACI DI BARCELLONA E DI CAMBRAI

• Pace di Barcellona: Carlo V/Clemente VII

• Pace di Cambrai: Carlo V/Francesco I - Francesco I rinuncia all’Italia, conserva la Borgogna (conquistata prima del 1526 e mai consegnata all’imperatore); la Lombardia, riconfermata allo Sforza, alla morte di questi passerà a Carlo V

• 1530 Incontro a Bologna di Clemente VII e Carlo V:

- incoronazione di Carlo a imperatore del Sacro Romano Impero nella cattedrale di San Petronio (24/02/1530);

- alleanza anti-protestante e impegno del pontefice a convocare un concilio;

- impegno di Carlo a riportare i Medici a Firenze (onorato agosto 1530)

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La fine delle guerre d’Italia: 1559

1535 - Trasferimento della Lombardia all’Asburgo per morte dello Sforza →

1535-1537 - Nuova campagna militare di Francesco I in Italia, con occupazione della Savoia

→ termina con la RICONFERMA DELLA SITUAZIONE PRECEDENTE

1536- Solenne passaggio in Italia e a Roma di Carlo V, vittorioso contro gli infedeli a Tunisi;

1542-1544 Nuovi episodi militari, senza esito;1542-1544 Nuovi episodi militari, senza esito;

1545 – Il papa Paolo IV (Farnese) occupa Parma e Piacenza e ne fa un ducato per il figlio

1555 – I domini italiani di Carlo V passano al figlio Filippo II, re di Spagna dopo l’abdicazione del padre

1557 – Le forze ispano-imperiali sconfiggono i francesi a San Quintino (Piccardia, sul confine con le Fiandre)

→ Pace di Cateau-Cambresis (1559) fra Filippo II di Spagna e Enrico II di Francia mette fine alla lunga guerra franco-imperiale e alle guerre d’Italia, confermando l’egemonia spagnola sulla penisola

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L’età dell’egemonia spagnola in Italia

(1559-1707)

Con la pace di Cateau-Cambresis si apre in Italia una nuovaepoca, caratterizzata da:

- salda egemonia politica spagnola;

- riconsolidamento della Chiesa, con Concilio di Trento, riformainterna della Chiesa, rafforzamento del controllo sul laicato;

- evoluzione in senso oligarchico dei governi regionali emunicipali: nell’Italia centro-settentrionale a tessuto urbanomunicipali: nell’Italia centro-settentrionale a tessuto urbanoformazione dei PATRIZIATI, nel meridione e isole forte poteredell’aristocrazia feudale sul territorio;

- ristagno demografico nel XVII secolo, con profondo calointorno al 1630;

- ripresa economica nel secondo ‘500, fino ai primi decenni del‘600; poi declino delle economie manifatturiere urbane eprofonde trasformazioni nelle campagne (latifondo; aree acultura intensiva; protoindustria)

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L’età dell’egemonia spagnola in Italia

(1559-1707)

- La storiografia illuminista nel 700, la risorgimentale e liberale nell’800,quella gramsciana nel secondo 900 hanno qualificato questo periodocome:

a. “epoca della dominazione straniera”

b. “epoca della “decadenza italiana”, sotto tutti i profili, economico,politico e culturale;

- La storiografia recente ha enfatizzato gli elementi positivi:- La storiografia recente ha enfatizzato gli elementi positivi:

a. Pace e stabilità politica derivante dall’egemonia spagnola;

b. Ampia delega di poteri di governo da parte della Monarchia spagnolaalle oligarchie italiane;

c. Stabilità e ordine sociale assicurato dagli assetti di potere oligarchicidelle città e delle province di penisola e isole;

d. Identità culturale data dall’uniformità religiosa e dalla capillareinfluenza della Chiesa cattolica;

e. Ricchezza dell’arte barocca;

f. Capacità dell’economia rurale di reagire al cambiamento

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Orientamenti storiografici sull’età dell’egemonia spagnola in Italia

Gaetano Greco, Mario Rosa (a cura di), Storia degli antichi Stati italiani, Laterza, Roma-Bari 2006 [con ampia bibliografia aggiornata al 1996]

Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Morano, Napoli, 1870-1871

Benedetto Croce, Storia dell’età barocca in Italia: pensiero, poesia e letteratura, vita

morale, Laterza, Bari 1929

Hubert Jedin, Riforma cattolica o controriforma?, Morcelliana, Brescia, 1957

Fernand Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Einaudi, Torino,Fernand Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Einaudi, Torino,

1965

Cesare Mozzarelli e Pierangelo Schiera (a cura di), Patriziati e aristocrazie nobiliari.

Ceti dominanti e organizzazione del potere nell’Italia centro-settentrionale dal XVI al

XVIII secolo, Trento 1978

Elena Fasano Guarini (a cura di), Potere e società negli Stati regionali italiani fra ‘500 e

‘600, il Mulino, Bologna, 1978

Giuseppe Galasso, L'Italia come problema storiografico, in Storia d'Italia, a cura di G.

Galasso, volume introduttivo, Torino, UTET, 1979

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Orientamenti storiografici sull’età dell’egemonia spagnola in Italia

Domenico Sella, L’economia lombarda durante la dominazione spagnola, il Mulino,Bologna, 1982

Claudio Donati, L’idea di nobiltà in Italia. Secoli XIV-XVIII, Laterza, Roma-Bari 1988

Gianvittorio Signorotto, L’Italia degli Austrias: monarchia cattolica e domini italiani nei

secoli XVI e XVII, Brescia 1993

Adriano Prosperi, Tribunali della coscienza: inquisitori, confessori, missionari, Einaudi,Torino, 1996

Gigliola Fragnito, La Bibbia al rogo: la censura ecclesiastica e i volgarizzamenti della

Scrittura, 1471-1605, il Mulino, Bologna 1997

Elena Brambilla e Giovanni Muto, La Lombardia spagnola: nuovi indirizzi di ricerca,

UNICOPLI, Milano 1997

Paolo Malanima, La fine del primato: crisi e riconversione nell’Italia del Seicento, Bruno

Mondadori, Milano 1998

Francesco Benigno, Specchi della rivoluzione: conflitto e identità politica nell’Europa

del Seicento, Donzelli, Roma, 1999

Maria Antonietta Visceglia, La città rituale: Roma e le sue cerimonie in età moderna,

Viella, Roma, 2002