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LE FORME DEL SOGNO IMMAGINI E PAROLE DAL FONDO CARTOLINE DELLA BIBLIOTECA “P. ALBINO” DI CAMPOBASSO Vincenzo Lombardi Nello studio delle migrazioni italiane, e non solo, sono stati molto analizzati i vari fattori di natura economica, de- mografica, politica, molto meno quelli che potremmo defini- re di natura culturale 1 o, secondo una terminologia più pro- priamente sociologica, di natura qualitativa. In tutte le varie migrazioni, le lettere, i diari, le narrazioni in genere sono elementi di maggiore e, a volte, determinante comprensione dell’immaginario individuale e collettivo ri- spetto al “nuovo mondo” verso il quale si sta andando o nel quale si svolge la “nuova vita”. Pur con le dovute differenziazioni in ordine alle apparte- nenze sociali ed economiche degli autori di tali manifestazio- ni espressive, da tutte trasuda il vissuto emotivo, affettivo e, più ampiamente, antropologico e culturale di ognuno, del gruppo familiare, di quello amicale o sociale di appartenenza e della rete relazionale di afferenza. Da documenti come le lettere, o anche dalle minute anno- tazioni di una cartolina, emergono, spesso, modalità, strategie e dinamiche relazionali di ricostruzione o ridefinizione iden- titaria. Ma non basta. Anche tramite la sola scelta e il “sem- plice” invio della cartolina, raffigurante luoghi emblematici della nuova terra, della nuova patria, della nuova casa, si met- te in atto una sorta di processo simbolico di ricollocazione spaziale e temporale della propria identità, spesso altamente problematico e non sempre univoco. Così come sul piano 1 G. Rosoli, L’immaginario dell’America nell’emigrazione ita- liana di massa, in Le migrazioni internazionali dal medioevo all'età contemporanea: il caso italiano. Atti del seminario di studi. Roma - Istituto Alcide Cervi, 11-12 gennaio 1990, in «Bollettino di demo- grafia storica», n. 12, 1990, pp. 189-207.

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LE FORME DEL SOGNO IMMAGINI E PAROLE DAL FONDO CARTOLINE

DELLA BIBLIOTECA “P. ALBINO” DI CAMPOBASSO

Vincenzo Lombardi Nello studio delle migrazioni italiane, e non solo, sono

stati molto analizzati i vari fattori di natura economica, de-mografica, politica, molto meno quelli che potremmo defini-re di natura culturale1 o, secondo una terminologia più pro-priamente sociologica, di natura qualitativa.

In tutte le varie migrazioni, le lettere, i diari, le narrazioni in genere sono elementi di maggiore e, a volte, determinante comprensione dell’immaginario individuale e collettivo ri-spetto al “nuovo mondo” verso il quale si sta andando o nel quale si svolge la “nuova vita”.

Pur con le dovute differenziazioni in ordine alle apparte-nenze sociali ed economiche degli autori di tali manifestazio-ni espressive, da tutte trasuda il vissuto emotivo, affettivo e, più ampiamente, antropologico e culturale di ognuno, del gruppo familiare, di quello amicale o sociale di appartenenza e della rete relazionale di afferenza.

Da documenti come le lettere, o anche dalle minute anno-tazioni di una cartolina, emergono, spesso, modalità, strategie e dinamiche relazionali di ricostruzione o ridefinizione iden-titaria. Ma non basta. Anche tramite la sola scelta e il “sem-plice” invio della cartolina, raffigurante luoghi emblematici della nuova terra, della nuova patria, della nuova casa, si met-te in atto una sorta di processo simbolico di ricollocazione spaziale e temporale della propria identità, spesso altamente problematico e non sempre univoco. Così come sul piano

1 G. Rosoli, L’immaginario dell’America nell’emigrazione ita-

liana di massa, in Le migrazioni internazionali dal medioevo all'età contemporanea: il caso italiano. Atti del seminario di studi. Roma - Istituto Alcide Cervi, 11-12 gennaio 1990, in «Bollettino di demo-grafia storica», n. 12, 1990, pp. 189-207.

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linguistico, anche su quello della scelta visiva si basano mo-dalità strategiche per rideterminare il proprio vissuto e la propria esistenza rispetto a sé stessi e rispetto agli altri: fami-glia, comunità di partenza e di arrivo.

Nel caso degli italiani d’Argentina, il processo simbolico di ricostituzione dell’identità fu ancor più problematico che in altri casi, stretto fra l’opinione comune che voleva il Sud America come terra di emigrazione facile, o facilitata da una familiare latinità, opinione ampiamente diffusa in Italia, e la diffidenza e chiusura, che sfocia anche nella ostilità, degli ar-gentini, sia appartenenti al popolo sia alla classe dirigente, verso le comunità italiane troppo numerose, assai chiuse in una “italica superiorità”, non facili all’integrazione e tanto-meno all’assimilazione, convinte di essere le artefici – insie-me alle altre componenti europee, francesi in particolare ‒ quasi esclusive del miracolo argentino, sicure scaturigine del poderoso processo di modernizzazione e civilizzazione di quelle terre che al loro sguardo non apparivano molto distanti dall’essere delle vere e proprie colonie d’oltre oceano2.

Al contrario, invece, è proprio quella presunta italianità, o comunque nazionalità, tutto sommato fragile e spesso quasi inesistente – soprattutto fra fine Ottocento e inizio Novecento – che ha necessità di definirsi attraverso lo “sguardo degli al-tri”, cioè attraverso gli occhi degli argentini3.

La presenza italiana in Argentina è troppo ampia e varia per tempi di arrivo, tipologia sociale, dinamiche di inseri-mento, luoghi di insediamento, rapporti inter etnici, con altre comunità e con gli argentini stessi per essere considerata in maniera unitaria, come se fosse un “un gruppo a sé”4.

2 L. Gallinari, Tra discriminazione e accoglienza. Gli italiani in Argentina da Luigi Barzini a “Tribuna italiana”, in «RiMe. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea», n. 4, giugno 2010, pp. 637-660.

3 F.J. Devoto, Italiani in Argentina: ieri e oggi, in «Altreitalie», n. 27, luglio-dicembre 2003, pp. 4-17.

4 Solo come primo suggerimento, cfr. F.J. Devoto, E. J. Miguez (a cura di), Asociacionismo, trabajo e identidad etnica: los italia-

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Come ben evidenzia Fernando Devoto, gli italiani che ar-rivano, almeno fino al 1930, “vivono un triplice processo in corso in Argentina” che offre loro molte opportunità. Ad e-sempio, quella dell’espansione economica e di formazione della struttura produttiva moderna; quella derivante dalla de-finizione, allora ancora in divenire, della stratificazione so-ciale; quella offerta dalla costruzione in essere della struttura burocratico-amministrativa dello stato argentino: “gli italiani sono dappertutto e sono nelle posizioni che noi possiamo de-finire di rilievo”, anche se lo sono solo in settori ben specifici come quello politico, quello del mondo degli affari e quello dell’università, quest’ultimo più strumento di mobilità socia-le che di esclusivo prestigio culturale5.

nos en America Latina en una perspectiva comparada, Buenos Ai-res, CEMLA; CSER, 1992; F.J. Devoto, Estudios sobre la emigra-cion italiana a la Argentina en la segunda mitad del siglo 19, Edi-zioni scientifiche italiane, Napoli, 1991; F.J. Devoto e G. Rosoli (a cura di), L'Italia nella società argentina: contributi sull'emigrazio-ne italiana in Argentina, Centro studi emigrazione, Roma, 1988.

5 Un caso molto studiato è quello di alcune famiglie della bor-ghesia di Agnone in Molise che, per molti aspetti, rappresentano il processo di pieno inserimento delle élites italiane in Argentina. Al fine di fornire un’idea delle attenzioni prestate alla migrazione a-gnonese, si segnalano i seguenti studi: S.L. Baily, Chain Migration of the Italians to Argentina: Case Studies of the Agnonesi and the Sirolesi, in «Studi emigrazione/Etudes migrations», Roma, XIX, n. 65, marzo 1982, pp. 73-91; W.A. Douglass, L’emigrazione in un paese dell’Italia meridionale: Agnone tra storia e antropologia, traduzione di Annamaria Iacapraro; prefazione di G.C. Castelli Gat-tinara; a cura del Centro Studi Alto Molise, Giardini, Pisa, 1990 (ed or. 1984); S. L. Baily, La cadena migratoria de los italianos a la Argentina, in F. Devoto, G. Rosoli (a cura di), La inmigración ita-liana en la Argentina, Ediciones Biblos, Buenos Aires, 1985; R. Gandolfo, Notas sobre le élite de una comunidad emigrada en ca-dena: el caso de los Agnoneses, in L’Italia nella società argentina. Contributi sull’emigrazione italiana in Argentina, a cura di F.J. Devoto e G. Rosoli, Centro studi emigrazione, Roma, 1988; Id., Notas sobre le élite de una comunidad emigrada en cadena: el caso

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È tramite queste reti relazionali e sociali molto ben tessute costruite dalla comunità italiana che essa riesce ad attivare i molteplici canali di mediazione e di relazione fra i propri e-sponenti e le élites argentine6. È in questa prospettiva, quella data dal processo di progressive transazioni identitarie, che si può rintracciare una chiave di lettura per la “tipizzata” galle-ria di immagini rappresentate all’interno del piccolo nucleo di tarjetas appartenenti al Fondo cartoline della Biblioteca provinciale P. Albino.

È probabile che la scelta da parte dei membri delle élites italiane della cartolina da spedire, da regalare, da conservare o collezionare, quella con le immagini ufficiali e di rappre-sentanza che il nuovo stato americano produce direttamente o attraverso una capillare iniziativa editoriale e propone tramite una altrettanto fitta rete di distribuzione, sia una modalità di autorappresentazione del proprio status desiderato o raggiun-to. Più che una adesione, quindi, ad una ri-trovata patria, la scelta delle immagini emblematiche della città moderna, simboleggia il percorso di ricerca individuale, psicologica ed emotiva, del migrante; percorso intrapreso sia in sé stessi,

de los Agnoneses, in «Estudios migratorios latinoamericanos», a. 3 (1988), n. 8, pp. 137-156; N. Bondone, D. Cattoni, Un gruppo di Agnone (Molise) a Bell Ville, in F. Citarella (a cura di), Emigrazio-ne e presenza italiana in Argentina: atti del congresso internazio-nale: Buenos Aires, 2-6 novembre 1989, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma, 1992; S. Baily, The village outward approach to the study of social networks: A case study of the Agnonesi diaspora abroad, 1885-1989, in «Studi emigrazione/Etudes migrations», Roma, XXIX, n. 105, marzo 1992, pp. 43-68; R. Gandolfo, Del alto Molise al centro de Buenos Aires: las mujeres agnonesas y la pri-mera emigración trasatlántica (1870-1900), in «Estudios Migrato-rios Latinoamericanos», n. 20, año VII, Buenos Aires, 1992, pp.71-98; B. E. Argiroffo e C. A. Etcharry, Inmigración, redes sociales y movilidad ocupacional: italianos de Ginestra y Ripalimosani en Rosario (1947-1958), in «Estudios migratorios latinoamericanos», 21 (1992), pp. 345-370.

6 F.J. Devoto, Italiani in Argentina: ieri e oggi, cit.

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dentro la propria esistenza, sia alla ricerca di una nuova col-locazione, esistenziale in primis, da rideterminare attraverso le ampie possibilità di affermazione che la nuova società of-fre, in quanto comunità sociale, concreta, fatta di relazioni interpersonali, e non – almeno a me così pare ‒ in quanto sta-to o nazione.

L’anniversario della Repubblica Argentina

Nel 1910, la Repubblica Argentina celebra il suo centesi-mo anniversario. L’occasione offre lo spunto per grandi fe-steggiamenti e per una riflessione sull’identità, già molto composita, della nazione. Progresso, cosmopolitismo, demo-crazia erano gli elementi simbolici dello stato considerato la “perla europea dell’America”.

Un’idea di ciò che fu realizzato in occasione del primo anniversario e, soprattutto, del clima euforico e pieno di spe-ranza che si respirava, oltre che dalle fonti coeve, si può ave-re ‒ forse in maniera più esaustiva ‒ attraverso l’esame delle iniziative realizzate alla fine del Novecento, in occasione del passaggio al nuovo millennio ed in prossimità del secondo centenario.

In particolare, fra le tante iniziative attivate, risulta forte-mente suggestiva l’esposizione allestita nel 1999 di cui dà conto un interessante catalogo7. Di grande impatto è la sezio-ne dedicata alle trasformazioni urbanistiche ed architettoni-che della città nei primi anni del secolo XX che, insieme agli eventi culturali e di spettacolo, fueron generosamente docu-mentados por los amateurs della S.F.A. de A., Sociedad Fo-tográfica Argentina de Aficionados. Il processo di costruzio-ne della “argentinidad” coinvolge – soprattutto fra il 1910 ed il 1930 – tutto il paese e non solo la capitale ed attiva un complesso intreccio di iniziative. In linea con quanto intra-preso da alcuni regimi dittatoriali europei, si avvale perfino

7 Buenos Aires 1910: Memoria del Porvenir. Exposición reali-

zada en Abasto de Buenos Aires Mayo - Julio de 1999, Margarita Pierini, Buenos Aires, 1999.

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di efficaci azioni sulle attività didattiche nella scuola e di in-terventi di modifica delle festività del calendario.

Tutto questo complesso intreccio trova il suo spazio idea-le, oltre che nella realtà fisica, anche in uno spazio virtuale. Trova la sua naturale messa in scena di secondo grado nelle fotografie e nelle cartoline.

Alla agguerrita pattuglia di amateurs, che dà conto – con visiva evidenza – della vitalità della capitale attraverso foto di indubbio fascino, appartiene anche la misteriosa figura di Juan Cunill, di cui quasi nulla si sa. L’artista fu fra quelli che maggiormente contribuirono, con i suoi molti scatti, alla rea-lizzazione del Registro sistemático de los principales edifi-cios, plazas y calles del centro e sue sono las sorprendentes y bellas imágenes de Buenos Aires nocturna, iluminada para los festejos de 19108. Proprio fra le foto realizzate da Cunill per la SFAdeA si può annoverare quella utilizzata per la stampa della tarjeta postal della Plaza Mayo nel Centenario [della] Revolucion de mayo 1810-1910 presente nel nostro piccolo catalogo (Cart. A1).

In questo periodo, Buenos Aires si ristruttura profonda-mente. Un acceso dibattito nel campo dell’architettura appare teso a preservare o a costruire l’idea di “argentinità”:

la discusión sobre cuál debía ser la forma de la arquitectura

que nos representara como Nación, persigue en sus orígenes una función identitaria al interior del campo técnico, cuya resolu-ción acentuaría la diferencia entre arquitectos e ingenieros, a fa-vor de los primeros9.

8 L. Priamo, Fotografía y cambio urbano, in Buenos Aires 1910,

cit., Sección 4. Construir la gran capital, pp. 262-269. 9 C. Raffa, Nacionalismo y ciudad: la utilización del espacio

público mendocino como dispositivo educador y difusor de imagi-narios, 1929-1931, in M. Adriana, La traversìa de la libertad ante el bicentenario, CD Rom, cfr. anche http://congresobicentena-rio.webuda.com/, ultima consultazione giugno 2011.

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Vengono realizzate grandi infrastrutture (ponti, palazzi, ecc.) che attraggono irresistibilmente i fotografi i quali, spes-so, si trasformano anche in grafici ed editori che producono cartoline. Una gran quantità di foto e pubblicazioni, infatti, documentano la nuova geografia, sia reale sia ideale, della città:

El objetivo explícito de los sectores dirigentes e intelectua-

les era poner a Buenos Aires ‒ espejo y vidriera del país ya in-corporado al comercio mundial ‒ a la altura de las grandes ciu-dades europeas. La idea era usar la ciudad como carta de pre-sentación ante el mundo civilizado y moderno, el europeo y e-stadounidense, encaminada hacia un promisorio porvenir. En realidad, en el aniversario de la Revolución de Mayo, la con-memoración del pasado se convirtió en una celebración de la modernidad, el progreso y el futuro de la Nación, simbolizada en su ciudad capital10. Di grande impatto fu il piano per gli edifici pubblici e di

rappresentanza, che narravano l’idea che gli argentini, o me-glio i porteñi, avevano di sé. Solo ad esempio, si possono cita-re interventi prestigiosi come la realizzazione di El desembar-cadero de pasajeros, del Monumento a la Revolución de Ma-yo, del Colegio Nacional Central, del Congreso Nacional11, i cui progetti sono conservati presso il Centro de Documenta-ción e Investigación de la Arquitectura Pública (CEDIAP) del Ministero dell’Economia argentino.

Rappresentazioni

Al contrario di quanto avvenne alla fine del secolo XIX, quando la preferenza era per immagini con caratteristiche e-

10 M. Gutman, Una ciudad en obra, in Buenos Aires 1910, cit.,

Sección 4. Construir la gran capital, pp. 241-242. 11 A. Cantarella, S. Castillo, L. Guarrera, Los grandes planos de

la arquitectura pública, in Buenos Aires 1910, cit., Sección 4. Con-struir la gran capital, pp. 290-295.

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sotiche12, agli inizi del secolo l’attenzione si sposta progres-sivamente verso la natura ed i paesaggi, ed in particolare, la sensibilità culturale dei fotografi è sempre più attenta a do-cumentare i “progressi” delle grandi città continentali.

È all’interno di tale sensibilità modernista, connotata an-cora da una sorta di positivismo sociale, che, ad esempio, il senatore francese Geoges Clemenceau, nella sua visita uffi-ciale a Río de Janeiro, Montevideo e Buenos Aires, al fine di rimarcare una differenza fra l’America anglosassone e quella di origine latina “basada en una cultura que valoraba los la-zos afectivos y espirituales”13, definisce Buenos Aires una “grande città europea”14, esempio di tutte las bondades de este nuevo emporio del nuevo mundo15.

Ad inizio del secolo XX è in corso una sorta di ridefini-zione di rapporti culturali, da un punto di vista antropologico si potrebbe dire “transazioni identitarie”, fra nuovo e vecchio mondo, fra l’anima latina e l’anima anglosassone del sud America. Da una parte, l’Argentina, che stava emergendo come una superpotenza simile agli Stati Uniti, mostra la pro-

12 M. J. Ivars, Una aproximación al uso de la imagen de los pueblos originarios. itinerarios de fotos y postales, in «Tefros», vol. 7, n° 1-2, diciembre 2009, pp. 1-9, cfr. anche http://www.un-rc.edu.ar/publicar/tefros/revista/v7n12d09/paquetes/ivars.pdf, ulti-ma consultazione giugno 2011. Si veda anche A. Reyero, Fotogra-fías etnográficas en espacios de arte. Notas a partir de las colec-ciones de Guido Boggiani y Grete Stern sobre el Gran Chaco, in M. Adriana, La traversìa de la libertad ante el bicentenario, CD Rom, cfr. anche http://congresobicentenario.webuda.com/, ultima consultazione giugno 2011.

13 M. Pimenta Velloso, Las Ciudades de los sentidos: Paris, Rio de Janeiro y Buenos Aires, in «Nuevo Mundo Mundos Nuevos», Coloquios, 2008, on line dal 2 gennaio 2008, http://nuevomun-do.revues.org/15022, ultima consultazione 17 maggio 2011.

14 G. Clemenceau, Notes de voyage sur Amérique du Sud (1910), UNESCO, Paris, 1991.

15 R. Gutiérrez, Las postales y la imagen de Buenos Aires, in Buenos Aires 1910, cit., Sección 5 / La euforia del Centenario y el futuro de la metrópolis, pp. 362-369.

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pria magnificenza e prosperità; dall’altro, la stessa nazione, non riesce a nascondere e ingabbiare le fortissime tensioni sociali – con scioperi e sommosse ‒ che, proprio durante i fe-steggiamenti del centenario, porteranno ad un drammatico attentato al Teatro Colon. Si tratta della faticosa costruzione di una identità complessa, non scontata. Radici comuni por-tano frutti spesso di vario sapore: assopiti, “sazi”, quelli più propriamente europei; dinamici, vitalmente esplosivi quelli sud americani.

Nel caso delle relazioni con la cultura francese, si può dire che:

De modo general, el imaginario del americanismo y el sen-

timiento de pertenencia a un nuevo orden no entran en conflicto con la filiación francesa. El gusto por la danza, el entusiasmo de estar corporalmente presente en el espacio público y sobre todo, la capacidad de mezclar las diferentes clases sociales aparece como el eslabón de identidad entre Francia y los países sudame-ricanos16. Di maggiore complessità appaiono e furono i rapporti con

la cultura e con gli immigrati italiani, nonostante l’idea, allo-ra ‒ ed in parte ancor oggi ‒ diffusa, che l’Argentina fosse la “destinazione ideale” per gli emigranti italiani. Nel 1910, il senatore Ferdinando Martini è incaricato di rappresentare l’Italia durante i festeggiamenti del Primo Centenario svolto-si dal 25 maggio al 9 luglio. Restò in Argentina dal 20 mag-gio a fine giugno inviando una relazione riservata ad Antonio Paternò-Castello, marchese di Sangiuliano17. La sua presen-za, non a caso, fu immortalata da una foto stampata su una Tarjeta postal che lo rappresenta, durante le celebrazioni, mentre sta presenciando desde su residencia el desfile de las

16 M. Pimenta Velloso, Las Ciudades de los sentidos, cit. 17 P. Paolini, Un’ambasceria straordinaria di Ferdinando Mar-

tini in Argentina, in «Rassegna storica toscana», XV (1969), n.1, pp. 93-94.

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sociedades italianas18. Dalla sua relazione emerge come gli argentini – “innesto di spagnola altezzosità sul tronco selvati-co del gauchio” – non amino gli italiani e come la loro avver-sione origini dagli “stessi benefici che a lui largiscono la mente ed il braccio italiani”. In altre fonti coeve, come ne La Repubblica argentina nel primo centenario della sua indi-pendenza pubblicata da Galileo Massei19 o nelle cronache di Cesarina Lupati20, così come negli scritti degli anni venti di Franco Ciarlantini21, sono presenti punti di vista diversificati che, comunque, non modificano la connotazione problemati-ca del rapporto della comunità italiana con gli argentini e con la classe dirigente di quel paese a cavallo fra XIX e XX seco-lo22.

Las tarjetas postales argentinas

Le rappresentazioni fotografiche dimostrano quanto la re-altà apparente delle immagini sia anche frutto della realtà mentale ed emotiva; raccontano di quanto la fotografia non è uno strumento per registrare la verità che sta fuori, bensì la verità di ciò che sta dentro: nella mente del fotografo23:

18 Edición Carmelo Ibarra 1910. 19 G. Massei, La Repubblica argentina nel primo centenario

della sua indipendenza. Il Brasile e l’Uruguay, Armando De Mohr editore, Milano, 1910.

20 C. Lupati, Argentini e italiani al Plata osservati da una don-na italiana, Treves, Milano, 1910.

21 F. Ciarlantini, Viaggio in Argentina, Edizioni Alpes, Milano, 1929.

22 L. Gallinari, L’Italia e gli italiani in Argentina tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Prospettive di ricerca ad un anno dal Bicentenario dell’indipendenza (2010), in «RiMe. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea», n. 2, giugno 2009, pp. 143-171, cfr. anche http://rime.to.cnr.it/index.php, ultima con-sultazione maggio 2011.

23 M. Mead, L’antropologia visiva in una disciplina di parole, in «La Ricerca Folklorica», n. 2 (1980), pp. 95-98.

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una hipótesis de partida es que las abundantes fotografías de la ciudad no se reprodujeron como espejo de lo real, sino que se erigieron en convención y construcción significativa. Plantearon modos de registrar que pueden traducir modos de pensar la ciu-dad, espacio de validación cultural que estos registros permiten volver a ver, ver diferentemente, re-conocer24. In Argentina, i primi esemplari di cartoline postali con fo-

to sono state stampate nella seconda metà del XIX secolo, a partire dal 187825. In tale attività furono impegnati grandi editori che vi trovarono una nuova fonte di reddito e di entra-te, ma fu attiva anche la stessa Direzione delle Poste e Tele-grafi argentina. Il momento di maggior splendore della carto-lina si può individuare nel periodo tra il 1890 e il 1930, con un momento particolare durante la commemorazione del cen-tenario del maggio 191026. Fra i maggiori editori ad impe-gnarsi nel settore si può ricordare Roberto Rosauer, ad inizio secolo, e León Rosauer, durante gli anni venti. Infatti, l’edi-tore Rosauer, con sede alla Calle Rivadavia:

emitía series en blanco y negro numeradas habiendo algunas

en colores. Los temas de la ciudad de Buenos Aires abarcan la Avenida de Mayo, el Parque 3 de Febrero, La Recoleta, el Puer-

24 M. Mirás, Imágenes del espacio público. Buenos Aires 1900,

in «Seminarios de critica», n. 120, setiembre de 2001, p. 3, cfr. http://www.iaa.fadu.uba.ar/publicaciones/critica/0120.pdf, sito dell’Instituto de Arte Americano e Investigaciones Estéticas “Mario J. Buschiazzo”, ultima consultazione maggio 2011.

25 Per una bibliografia dedicata alle cartoline cfr. il sito del CEITPA (Centro de Estudio e investigacionde la tarjeta postalen Argentina), all’indirizzo: http://www.geocities.ws/ceitpa/index.html, ultima consultazione maggio 2011.

26 Nel 1905 fu pubblicato un catalogo l’Anuario Cartófilo Ar-gentino, a cura della Sociedad de Cartófilos. Cfr. E. José Rocca, Tarjetas postales argentinas, Buenos Aires, Peña del libro “Trenti Rocamora”, 2010, http://www.marechal.org.ar/Rocca.pdf; per le cartoline del Centenario, cfr. anche http://postalesdelcente-nario1910.blogspot.com/.

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to, Plaza de Mayo, Plaza Libertad, el primitivo Banco de la Na-ción Argentina, edificio del diario La Prensa, actual Casa de la Cultura, Departamento Central de Policía, Casa de Gobierno, vendedores ambulantes, Barrancas de Belgrano, interior del Jo-ckey Club de la calle Florida, Estación Once del F. C. Oeste, el desaparecido Pabellón Argentino muchos años Museo de Bellas Artes en Retiro, que brilló en la Exposición de París que habla-mos anteriormente, el Palacio del Congreso, el Teatro Odeón y Hotel Royal, de Corrientes y Esmeralda, demolidos, los Talleres del Arsenal de Guerra, sitio donde se encuentra el Hospital Gar-rahan. Del interior, emitió de Mar del Plata, Rosario, Entre Rí-os, Mendoza, Chaco, Chubut, Córdoba, Catamarca, entre otras. También de carrera de gauchos, almuerzo en el campo, tejedor en la Sierra de Córdoba, costumbres campestres, regatas del Ti-gre, Convento San Mauricio cerca de Morón27. I veri artefici del fenomeno, ossia i fotografi, spesso erano

completamente ignorati e dimenticati. Fra i fotografi più im-pegnati e di cui si hanno notizie si possono citare: Abel Ale-xander, Clemente Onelli, Eusebio H. Milani, Alejandro S. Witcomb, Juan Pi, Enrique C. Moodi, Eugenio Avanzi, Harry Grand Olds, Artur W. Booté, Samuel Rimathé, Jacobo Peu-ser, Segundo Finizzola e tutti i fotografi anonimi aderenti alla Sociedad Fotográfica Argentina de Aficionados, fra cui il ri-cordato Juan Cunill. Merita di essere citata, non solo per le molte cartoline messe in commercio, l’etichetta editoriale di M. Glucktadt y Munden de Hamburgo Alemania che, per pri-ma, indicò il nome del fotografo autore della lastra.

La Raccolta della Biblioteca

La piccola raccolta della Biblioteca Albino selezionata per l’occasione e composta di 14 cartoline, contiene in gran parte fotografie di luoghi di rappresentanza della capitale argentina.

Di esse 7 sono cartoline “viaggiate”, di cui 5 di Buenos Aires; le altre 7, tutte della capitale, non sono mai state spedi-

27 E. José Rocca, Tarjetas postales argentinas, cit., p. 11.

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te, forse consegnate direttamente dallo scrivente o recapitate da viaggiatori occasionali di ritorno in Italia.

Fra le immagini, ricorrono i luoghi centrali della città: A-venida de Mayo¸ Plaza Lavalle, Teatro Colon, Avenida 9 de Julio e, maggiormente, l’immagine di Plaza de Mayo o di strade e luoghi ad essa vicini. Sono presenti con una sola immagine le città, o i dintorni, di Cordoba, di Rafaela, capo-luogo della provincia di Santa Fe, e due immagini di Rosario.

L’arco cronologico coperto dalle cartoline è ampio, va dai primi anni del Novecento fino agli anni sessanta. Fra le più antiche del nucleo argentino la tarjeta della Sierras de Cor-doba – Dique Molet di Zaverio Fumagalli (Cart. 9), che ave-va la propria sede commerciale in calle Tacuarí 148 a Buenos Aires. La cartolina è stampata sicuramente prima dell’11 ot-tobre 1909, data di spedizione all’indirizzo romano di Fran-cesco Gentili da parte di Ermenegilda Violmni Minneri [?].

Pressocché coeva, ma di particolare valore documentario, è la rappresentazione della Plaza de Mayo in occasione del Centenario Revolucion mayo 1810-1910 (Cart. 1) su foto di Juan Cunill, verosimilmente impressa nel 1910, e realizzata, come detto, nell’ambito delle attività di documentazione fo-tografica dell’evento da parte della SFAdeA28. La tarjeta ha una lunga vita commerciale, forse anche grazie alle quantità stampate, tanto da essere ancora presente sul mercato dieci anni dopo. Infatti, datata 2 maggio, fu spedita da Buenos Ai-res il 13 maggio 1920 da “Sandrino” che, con asciuttezza non distaccata, annota: ricordandoti, e la invia alla sig.ra Emma Sagretti di Roma.

Realizzata da uno degli editori maggiormente impegnati nella produzione di cartoline è l’Avenida de Mayo di Buenos Aires (Cart. 2). La pubblicazione è delle Edition Carmelo I-barra e la foto è di J. de L&H Hbgo, e riporta il n. 504 della collezione. La sua pubblicazione è non più tarda del 1912,

28 M. Menacho, Un viaje a la Argentina. Impresiones de un via-

je a Buenos Aires. El porvenir de los pueblos iberoamericanos, Imp. Lit. Vda. de J. Cunill, Barcelona, 1911.

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ultimo anno di attività, almeno per la produzione di tarjetas, dell’editore29. La sua spedizione è avvenuta un 9 agosto non oltre l’anno 1918. Infatti, la cartolina è indirizzata, dal “cugi-no Menotti”, Al signor Vittorio Sechig Via Istitutto 10 pp di Trieste (Austria); città che torna italiana solo fra il 3 ed il 4 novembre 191830.

Al periodo a cavallo fra gli anni dieci e venti, comunque spedita nel settembre del 1921, è la tarjeta postal di Plaza La-valle (Cart. 3) con il Palacio de Justicia di Buenos Aires pub-blicata dall’editore G. Visalli. Il breve testo annuncia al solda-to Antonio Bellezza, di stanza presso l’Aeroporto Francesco Baracca di Centocelle a Roma, il prossimo rientro in Italia di un firmatario indecifrabile, con partenza a fine mese di ottobre e sbarco a Napoli, dopo un viaggio con il piroscafo Re d’Italia31.

Agli anni Trenta appartiene un gruppo di 4 cartoline: una Plaza de Mayo (Cart. 4), notturna e illuminata, stampata pri-ma del 1930 da una foto di F. Riudavets, inviata il 28 luglio 1930 da Buenos Aires a S. Paulo in Brasile; una tarjeta del Teatro Colon (Cart. 5) inviata nel maggio del 1930 dal bari-tono o basso Enrico Contieri [?] che informa Dante Minard di Parma di aver cantato nella Manon di Massenet ed [nella parte di] Alberigo [!] nel Crepuscolo degli dei; una bella im-magine del Frucht – Markt (Cart. 6) visto dal porto di Bue-nos Aires, cartolina pubblicitaria della Transatlantica italia-na di “Genua”, non spedita e redatta il 3 settembre 1930 a

29 Cfr. http://www.metropostcard.com/publishersi.html, ultima

consultazione giugno 2011. 30 Benché, da un punto di vista formale, la ricongiunzione

all’Italia di Trieste avvenne fra il 1920 ed il 1921, appare improba-bile l’indicazione di appartenenza austriaca, dopo le vicende belli-che della Prima guerra mondiale.

31 Il piroscafo Re d'Italia fu costruito nel 1906 nei cantieri di Sir James Laing & Sons Ltd. a Sunderland, Inghilterra, per conto del Lloyd Sabaudo. Fu utilizzato sulla rotta Mediterraneo - New York sino al 1922 [?] quando fu trasferito sulle rotte del Sud America. Fu demolito nel 1928.

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Genova da Ele per il suo Tonino. Infine, una bella immagine in b/n della Jefatura de Policia y Avenida Mitre di Rafaela, capoluogo della provincia di Santa Fe (Cart. 10), pubblicata dalle Edición Libreria Coeli, cartolina “non viaggiata”, datata 5 dicembre 1931.

Agli anni Cinquanta risale la stesura del testo di una carto-lina, anch’essa “non viaggiata”, del Parque Belgrano di Ro-sario (Cart. 11) tratta da pellicola del famoso fotografo edito-re, di origine austriaca, Federico Kohlmann che riuscì a rea-lizzare una importante collezione di immagini dell’intera Ar-gentina, distribuendole principalmente in forma di cartolina e prestando grande attenzione alla tutela dei diritti.

Agli anni 1960 e 1961, infine, risale la spedizione delle immagini di due delle più importanti strade di Buenos Aires. La Diagonal Norte - Presidente Roque Saenz Pena (Cart. 7), esempio tangibile del potere economico che un tempo ha con-notato l’Argentina, con importanti edifici di società, banche e finanziarie e l’Avenida 9 de Julio con il suo obelisco (Cart. 8) – il cui nome è dedicato al giorno dell’Indipendenza dell’Ar-gentina - situata nel centro della capitale che, con le 18 corsie e i 127 metri, è una delle strade più larghe del mondo. Quest’ultima, insieme alla Estación Terminal de Omnibus di Rosario (Cart. 12), cartolina non viaggiata prodotta dalla Cro-mocart G.W., appartiene alla prestigiosa serie di Vistas de ciu-dades Argentinas.

Cart. 1r. Plaza Mayo. Centenario Revolucion mayo 1810-1910 Buenos Aires, [s.n., 1910?], foto Juan Cunill [1910?] Spedita 13 maggio 1920

BPA, Fondo cartoline. Cart. 1v

162 Vincenzo Lombardi

Cart. 2r. Buenos Aires, Avenida de Mayo Buenos Aires, Edition Carmelo Ibarra, [prima del 1912] (n. 504) Foto J. de L&H Hbgo [Spedita prima del 1918, 9 agosto]

BPA, Fondo cartoline.

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Cart. 2v

164 Vincenzo Lombardi

Cart. 3r. Plaza Lavalle. Palacio de Justicia. B. Aires (R. A.) [Buenos Aires], Ed. G. Visalli, [prima del 1921] Spedita settembre 1921

BPA, Fondo cartoline. Cart. 3v

Le forme del sogno: immagini e parole 165

Cart. 4r. Buenos Aires, Plaza de Mayo Buenos Aires, [s.n., prima del 1930], foto F. Riudavets

BPA, Fondo cartoline. Cart. 4v

166 Vincenzo Lombardi

Cart. 5r. Teatro Colon- Buenos Aires [Buenos Aires, s.n., prima del 1930] (num. 41) Spedita maggio 1930

BPA, Fondo cartoline. Cart. 5v

Le forme del sogno: immagini e parole 167

Cart. 6r. Buenos Aires (Frucht - Markt) Genua, Transatlantica italiana, [prima del 1930] Datata 3 settembre 1930

BPA, Fondo cartoline. Cart. 6v

168 Vincenzo Lombardi

Cart. 7r. Buenos Aires, Diagonal Norte Buenos Aires, [s.n., prima del 1960] (Misiones 135), foto Editorial Royal Spedita il 5/12/60

BPA, Fondo cartoline.

Le forme del sogno: immagini e parole 169

Cart. 7v

170 Vincenzo Lombardi

Cart. 8r - Buenos Aires, obelisco, Avenida 9 de Julio [Buenos Aires, s.n., prima del 1961] (Vistas de ciudades Argenti-nas, n. 17) Spedita 10 novembre 1961

BPA, Fondo cartoline. Cart. 8v

Le forme del sogno: immagini e parole 171

Cart. 9r. Sierras de Cordoba - Dique Molet Buenos Aires, Edicion Z[averio] Fumagalli, [prima del 1909] (n. 190) Spedita 1909, datata 11-10-09

BPA, Fondo cartoline. Cart. 9v

172 Vincenzo Lombardi

Cart. 10r. Rafaela - Jefatura de Policia y Avenida Mitre [S.l.], Edición Libreria Coeli, [prima del 1931] Datata 5-12-931 (non viaggiata)

BPA, Fondo cartoline. Cart. 10v

Le forme del sogno: immagini e parole 173

Cart. 11r. Rosario. Parque Belgrano Buenos Aires, Editorial Kohlmann, [prima del 1951], foto K3481 Datata: Rosario 13/3/51 (non viaggiata)

BPA, Fondo cartoline. Cart. 11v

174 Vincenzo Lombardi

Cart. 12r. Rosario. Estación Terminal de Omnibus [S.l.], Cromocart G.W., [prima del 1961] (Vistas de Ciudades Ar-gentinas C.R. n. 21) Datata: Rosario 10-11-1961 (non viaggiata)

BPA, Fondo cartoline. Cart. 12v

Plaza de Mayo, Entrada al Subterranéo, Buenos Aires

BPA, Fondo cartoline.

176 Vincenzo Lombardi

Casa de Gobierno, Buenos Aires

BPA, Fondo cartoline. La Recoleta y Monumento Alyear, Buenos Aires

BPA, Fondo cartoline.

Trascrizione Fondo cartoline Cart. 1r. Plaza Mayo. Centenario Revolucion mayo 1810-1910 Buenos Aires, [s.n., 1910?], foto Juan Cunill [1910?] Spedita 13 maggio 1920

Sig.ra Emma Sagretti Corso Umberto 43 Roma (Italia)

Ricordandoti Sandrino Buenos Aires 2/5-20 Cart. 2r. Buenos Aires, Avenida de Mayo Buenos Aires, Edition Carmelo Ibarra, [prima del 1912] (n. 504) Foto J. de L&H Hbgo [Spedita prima del 1918, 9 agosto]

Al signor Vittorio Sechig Via Istitutto 10 pp – Trieste (Austria)

Salva le [?]riche, che quando arrivo ti dirò perché cordiali saluti da tuo cugino Menotti Cart. 3r. Plaza Lavalle. Palacio de Justicia. B. Aires (R. A.) [Buenos Aires], Ed. G. Visalli, [prima del 1921] Spedita settembre 1921

Al soldato Antonio Bellezza Aeroporto Francesco Baracca Centocelle (Roma) Italia

Voglio sperare che metterai la testa a posto una buona volta. Baci [P.S.] Partiremo nella fine di ottobre col “Re d’Italia” e sbarche-remo a Napoli. B.A. 19 settembre 921

178 Vincenzo Lombardi

Cart. 4r. Buenos Aires, Plaza de Mayo Buenos Aires, [s.n., prima del 1930], foto F. Riudavets

Sig Vittorio Lustri – Sara Brasil Rua Octaviano Gomez 5 S. Paulo, Brasil

BAires 28/7/30 [?] Cart. 5r. Teatro Colon - Buenos Aires [Buenos Aires, s.n., prima del 1930] (num. 41) Spedita maggio 1930

Egregio Sig. Minard Dante di Modesto Conserve alimentari Parma – Italia

Buenos Aires Teatro Colon Egregio signor Minard, avendo smarrito suo indirizzo non ho potu-to inviarle miei saluti. Della lettera che ella ha scritto all’amico ercolini[?] ricevi i di lei graditi saluti. Brevi sono le mie notizie: ho cantato nella Manon di Massenet ed Alberigo [!] nel Crepuscolo degli dei. Sono piaciuto. Spero presto darle altre notizie di maggiore importanza. Ricambio con piacere i saluti della gentilissima famiglia Conti. Ringraziandola riceva infi-niti saluti dall’amico, Contieri Enrico [?] Cart. 6r. Buenos Aires (Frucht - Markt) Genua, Transatlantica italiana, [prima del 1930] Datata 3 settembre 1930

Genova, 3 settembre 1930 Mio Tonino carissimo, come hai viaggiato la notte scorsa? Hai a-vuto sempre solo un posto? Povero il mio omino, chissà come sarai arrivato stanco! Spero che sarai potuto riporare un po’ quest’oggi. E la tua gamba come va? Non sarà più calda vero? Noi ieri sera siamo arrivati a casa che erano quasi l’una e questa mattina prima delle 6 ero già sveglia e non mi sentivo niente sonno così mi sono alzata e sono andata ai bagni. Ho fatto un bagno bellissimo, c’era

Le forme del sogno: immagini e parole 179

un mare splendido, l’acqua era così limpida che invitata proprio a bagnarsi. Siamo ritornate a casa che erano quasi le 10 e pensare che a quell’ota tu eri da poco arrivato e certamente stanco, questo mi dispiace molto. Ti ho sempre pensato e avrei voluto che tu fossi stato con me. Sono tanto contenta di rivederti domenica, ma quello che mi dispiace seriamente sono i chilometri che devi fare. Se potessi farli io qual-che volta per risparmiarti una fatica! Ti auguro una buona notte e tante cose care e ti mando un milione di baci affettuosissimi, tua Ele [!] Cart. 7r. Buenos Aires, Diagonal Norte Buenos Aires, [s.n., prima del 1960] (Misiones 135), foto Editorial Royal Spedita il 5/12/60

Egr. sig. Alcide Bartolucci Viale Lombardia 8, Milano (Italia)

A lei ed alla sua famiglia i migliori saluti e auguri di buon Natale Gianni De… Cart. 8r. Buenos Aires, obelisco, Avenida 9 de Julio [Buenos Aires, s.n., prima del 1961] (Vistas de ciudades Argenti-nas, n. 17) Spedita 10 novembre 1961

Ai cari Paolo e Gualtiero Catania Via Latina 33 Roma (Italia)

Tanto baci da Buenos Aires datata 5-11-1961

180 Vincenzo Lombardi

Cart. 9r. Sierras de Cordoba – Dique Molet Buenos Aires, Edicion Z[averio] Fumagalli, [prima del 1909] (n. 190) Spedita 1909, datata 11-10-09

Gentilissima famiglia Sig. Francesco Gentili Via Alessandrina, n. 107 Roma (Italia)

Gentilissima signora, anzitutto la ringrazio vivamente, lei ottima signora e la simpatica di lei famiglia delle gentilezze usate a mio figlio e sua famiglia. Mio marito, figlia, genero e bimbi ci ricor-diamo sempre di loro, e le belle ore trascorse in compagnia delle loro ottime figliuole col genio allegro del sig.r Francesco e del ve-ro cavaliere suo figlio, nonché teniamo sacro ricordo di Monsigno-re come ci prodigò tanti favori. Poveretto pregherà per loro tutti. Si abbia pertanto, carissima si-gnora, da tutti i miei e per loro tutti carissimi saluti e mi creda con tutta stima e amicizia di Lei oblig.a Ermenegilda Violmni Minneri [?] Cart. 10r. Rafaela - Jefatura de Policia y Avenida Mitre [S.l.], Edición Libreria Coeli, [prima del 1931] Datata 5-12-931 (non viaggiata) Con gli auguri più fervidi d’ogni bene per le prossime feste si abbia il ricordo ed i migliori cordiali saluti da Milda. Cart. 11r. Rosario. Parque Belgrano Buenos Aires, Editorial Kohlmann, [prima del 1951], foto K3481 Datata: Rosario 13/3/51 (non viaggiata)

Alberto, Marcella, Carlo, Gabriella e Franca

Ricordandovi sempre con maggior affetto, unito costantemente … a voi nel pensiero, vi abbraccio affettuosamente. Vittorio

Le forme del sogno: immagini e parole 181

Saludos amigos (però detto fra noi, senza che lo sappia la postina, quando mi scri-vete?) Cart. 12r. Rosario. Estación Terminal de Omnibus [S.l.], Cromocart G.W., [prima del 1961] (Vistas de Ciudades Ar-gentinas C.R. n. 21) Datata: Rosario 10-11-1961 (non viaggiata)

Alla sig.ra Francesca Verga, via Latina 33 Roma (Italia) Tanti baci Nino