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1 Le fonti musicali in Piemonte, vol. I, Torino, a cura di Annarita Colturato, Lucca, Libreria Musicale Italiana - Torino, Regione Piemonte, 2006 - XLIII, 472 p. (ill.) ; 24 cm. - (Cataloghi di fondi musicali del Piemonte, 4). - ISBN 88-7096-443-4. - Euro 50 di Annarita Colturato 997 d.C.: chi volesse ricostruire le vicende musicali di Torino dovrebbe partire da qui, dall’anno a cui secondo alcuni storici risale la prima attestazione dell’esistenza, presso una delle tre basiliche che daranno origine al Duomo, di una scuola di fanciulli cantori che accompagnano i canonici nelle salmodie al suono dell’organo. Trascorreranno oltre quattro secoli prima che il vescovo Ludovico di Romagnano trasformi la scuola in un organismo (quello che - come altrove - si chiamerà Collegio degli Innocenti) dotato di regole e statuti. L’atto di fondazione data 31 ottobre 1450; già a maggio, però, i pueri cantores hanno forse avuto modo di esibirsi dinanzi a Guillaume Dufay, di passaggio in città insieme ad alcuni monaci. Torino è entrata nel frattempo a far parte del Ducato di Savoia e nel 1563 spodesta Chambéry dal ruolo di capitale, trovandosi a ospitare una corte destinata a grandi imprese (il duca di Savoia sarà incoronato re di Sicilia nel 1713, di Sardegna nel 1720, d’Italia nel 1861) e proprietaria della più venerata tra le reliquie della cristianità, una corte che affida anche alle istituzioni e agli eventi musicali il compito di contribuire al consolidamento e alla crescita del proprio prestigio internazionale. Fondamentali si rivelano in questo senso gli stessi legami dinastici, come il matrimonio nel 1619 tra Vittorio Amedeo di Savoia e Cristina di Francia (sorella di Luigi XIII), che implica un riassetto tutto francese della Cappella Ducale, istituita da Emanuele Filiberto al momento del trasferimento della capitale sul modello di quella - già rinomata - attiva a Chambéry dal secolo precedente; gli scambi di musicisti si fanno via via più fitti e al repertorio per la camera del principe (che aveva impegnato compositori come Pietro Vecoli, Enrico Radesca, Filippo Albini e Sigismondo D’India), alle feste, alle piscatorie e ai tornei si affiancano i ballets de cour di Filippo d’Agliè, tanto sontuosi da meritare in qualche caso una ripresa parigina. Poco più di un secolo e la Cappella - Regia dal 1714 - verrà giudicata dalle personalità di passaggio a Torino una delle migliori del mondo e conterà nelle sue file virtuosi come Giovanni Battista Somis, Gaetano Pugnani e Giovanni Battista Viotti, esponenti di una tradizione violinistica che farà scuola in Europa. Il Settecento è anche l’età d’oro dei teatri: dopo aver occupato per oltre un secolo spazi più o meno effimeri, a partire dal 26 dicembre 1740 il dramma per musica (peraltro affermatosi in Piemonte con un certo ritardo) trova finalmente nel Nuovo Teatro Regio una sede adeguata non solo a ospitare le prime rappresentazioni assolute di opere di Gluck, Jommelli o Traetta ma anche a celebrare www.turindamsreview.unito.it

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Le fonti musicali in Piemonte, vol. I, Torino, a cura di Annarita Colturato, Lucca, Libreria

Musicale Italiana - Torino, Regione Piemonte, 2006 - XLIII, 472 p. (ill.) ; 24 cm. - (Cataloghi

di fondi musicali del Piemonte, 4). - ISBN 88-7096-443-4. - Euro 50

di Annarita Colturato

997 d.C.: chi volesse ricostruire le vicende musicali di Torino dovrebbe partire da qui, dall’anno a

cui secondo alcuni storici risale la prima attestazione dell’esistenza, presso una delle tre basiliche

che daranno origine al Duomo, di una scuola di fanciulli cantori che accompagnano i canonici nelle

salmodie al suono dell’organo. Trascorreranno oltre quattro secoli prima che il vescovo Ludovico di

Romagnano trasformi la scuola in un organismo (quello che - come altrove - si chiamerà Collegio

degli Innocenti) dotato di regole e statuti. L’atto di fondazione data 31 ottobre 1450; già a maggio,

però, i pueri cantores hanno forse avuto modo di esibirsi dinanzi a Guillaume Dufay, di passaggio

in città insieme ad alcuni monaci.

Torino è entrata nel frattempo a far parte del Ducato di Savoia e nel 1563 spodesta Chambéry dal

ruolo di capitale, trovandosi a ospitare una corte destinata a grandi imprese (il duca di Savoia sarà

incoronato re di Sicilia nel 1713, di Sardegna nel 1720, d’Italia nel 1861) e proprietaria della più

venerata tra le reliquie della cristianità, una corte che affida anche alle istituzioni e agli eventi

musicali il compito di contribuire al consolidamento e alla crescita del proprio prestigio

internazionale. Fondamentali si rivelano in questo senso gli stessi legami dinastici, come il

matrimonio nel 1619 tra Vittorio Amedeo di Savoia e Cristina di Francia (sorella di Luigi XIII), che

implica un riassetto tutto francese della Cappella Ducale, istituita da Emanuele Filiberto al

momento del trasferimento della capitale sul modello di quella - già rinomata - attiva a Chambéry

dal secolo precedente; gli scambi di musicisti si fanno via via più fitti e al repertorio per la camera

del principe (che aveva impegnato compositori come Pietro Vecoli, Enrico Radesca, Filippo Albini

e Sigismondo D’India), alle feste, alle piscatorie e ai tornei si affiancano i ballets de cour di Filippo

d’Agliè, tanto sontuosi da meritare in qualche caso una ripresa parigina. Poco più di un secolo e la

Cappella - Regia dal 1714 - verrà giudicata dalle personalità di passaggio a Torino una delle

migliori del mondo e conterà nelle sue file virtuosi come Giovanni Battista Somis, Gaetano Pugnani

e Giovanni Battista Viotti, esponenti di una tradizione violinistica che farà scuola in Europa.

Il Settecento è anche l’età d’oro dei teatri: dopo aver occupato per oltre un secolo spazi più o meno

effimeri, a partire dal 26 dicembre 1740 il dramma per musica (peraltro affermatosi in Piemonte con

un certo ritardo) trova finalmente nel Nuovo Teatro Regio una sede adeguata non solo a ospitare le

prime rappresentazioni assolute di opere di Gluck, Jommelli o Traetta ma anche a celebrare

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degnamente una corte sempre più ambiziosa; e se il Regio costituisce il teatro dell’ufficialità, dei

virtuosismi canori e dello sfarzo scenografico concentrati nella breve stagione di carnevale, è il

Carignano, attivo con alterne fortune dagli inizi del secolo, a ottenere la palma del teatro più

dinamico, capace di mettere in scena lungo tutto il corso dell’anno una tragedia di Racine come una

commedia di Marivaux, un dramma giocoso di Paisiello come un opéra-comique di Grétry o uno

spettacolo di marionette.

La fuga di Carlo Emanuele IV, nel dicembre del 1798, consegna Torino ai Francesi, infliggendo alle

istituzioni musicali un colpo dal quale si riprenderanno a stento: sciolte la Regia Cappella e la

Cappella Metropolitana, la Nobile Società dei Cavalieri, che dal 1727 gestisce gli spettacoli per

conto dei sovrani, lascia l’incarico impresariale a due «cittadini»; il Teatro Regio, ridotto dapprima

a deposito di granaglie, cambia nome assumendo nell’ordine quelli di Teatro Nazionale, Grand

Théâtre des Arts e Théâtre Impérial; i Te Deum celebrano in Duomo le vittorie militari di

Napoleone; le feste escono dai luoghi deputati per raggiungere la periferia, coinvolgendo la

popolazione in balli, iniziative benefiche, competizioni sportive.

Nel 1814 Vittorio Emanuele I abroga tutte le leggi e i provvedimenti approvati dal governo

francese, restaurando la situazione, anche musicale, precedente all’occupazione della città. Il

quadro, tuttavia, è mutato notevolmente: laddove i teatri di Milano, Napoli e Venezia tengono a

battesimo i lavori degli operisti più celebri, il Regio deve accontentarsi di compositori di secondo

piano, demandando alcuni dei titoli più interessanti ai teatri che nel corso del tempo affiancano la

storica sala del Carignano (il D’Angennes, il Sutera, poi Rossini, il Gerbino, il Nazionale, il Vittorio

Emanuele), mentre la Regia Cappella e la Cappella Metropolitana restano estranee a un sistema

produttivo che finirà per decretarne la soppressione. Parallelamente a quanto avviene in altri ambiti

culturali, è invece il fenomeno dell’associazionismo ad acquisire un ruolo sempre più rilevante: nel

1814 nasce l’Accademia Filarmonica, sede di una scuola gratuita di canto che preannuncia

l’istituzione, nel 1866, del Liceo Musicale (dal 1936 Conservatorio); seguono, da metà secolo, la

Società Piofilarmonica per gli Stati Sardi, la Società Torinese del Quartetto, la Società Filarmonica,

le società di mutuo soccorso tra musicisti, l’Accademia di Canto Corale “Stefano Tempia”, tuttora

attiva.

Con l’Unità d’Italia, Torino deve affrontare il trauma del trasferimento della capitale e

dell’abbandono da parte di quella corte che per secoli ha garantito l’esistenza delle principali

istituzioni musicali cittadine. Quasi paradossalmente gli anni Settanta sono però tra i più carichi di

fermenti: nel 1872 prendono avvio i Concerti Popolari, modellati sui Concerti Pasdeloup di Parigi;

dal 1877 a fine secolo l’ex teatro di corte, ormai municipalizzato, allestisce le principali opere di

Wagner e le prime assolute delle pucciniane Manon Lescaut e La Bohème; e all’Esposizione

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Generale Italiana del 1898 Arturo Toscanini dirige l’Orchestra Municipale (primo complesso

sinfonico stabile della penisola) in quarantatré concerti durante i quali si ascoltano musiche di

Brahms, Čajkovskij, Dvořák.

Nel primo Novecento, poi, la città è un brulicare di iniziative: all’Esposizione Internazionale

dell’Industria e del Lavoro del 1911, nel cinquantenario del Regno d’Italia, sul podio della

Municipale salgono compositori come Elgar, Debussy e d’Indy; nel 1924 Schoenberg dirige il

Pierrot lunaire nelle stagioni di concerti organizzate dalla Pro Cultura Femminile, provvista dal

1919 di una Sezione Musicale Autonoma; il 1925 assiste all’istituzione della prima cattedra

universitaria italiana di storia della musica (titolare Alberto Gentili) e alla nascita, nell’edificio

dell’ex Teatro Scribe, del Teatro di Torino, che ospiterà tra l’altro i Ballets russes di Djagilev; in

campo editoriale, alla «Rivista musicale italiana», fondata da Giuseppe Bocca, seguono «Santa

Cecilia» di Capra e Rostagno e «Il pianoforte» di Guido M. Gatti (dal 1928 «La rassegna

musicale»).

Caduto il regime fascista, la città si trova a fare i conti con le macerie del Teatro Regio, distrutto da

un incendio divampato nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936, e di tanti luoghi cari al pubblico

danneggiati o rasi al suolo dai bombardamenti: il Regio, la cui programmazione prosegue (fatto

salvo il periodo bellico) in altre sedi, riaprirà solo nel 1973; ma nel frattempo l’Orchestra Sinfonica

e il Coro di Torino della RAI (che dal 1932 organizzano stagioni pubbliche di concerti) riprendono,

dopo una breve parentesi veneziana, a contribuire in modo determinante alla diffusione del

repertorio sinfonico, mentre vedono la luce iniziative come l’Unione Musicale Studentesca, il

Circolo Toscanini, la Camerata Casella, Antidogma Musica, il festival Settembre Musica. Il resto

(la nascita, nel 1994, dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, che riunisce i musicisti delle

preesistenti Orchestre RAI di Torino, Milano, Roma e Napoli; l’inaugurazione dell’Auditorium del

Lingotto, opera di Renzo Piano, ecc.) è cronaca di questi anni.

La ricerca delle fonti musicali

Ripercorrere, seppure d’un fiato, le vicende di una tradizione musicale millenaria e degli uomini che

nei secoli si sono passati idealmente il testimone consegnato da un gruppetto di pueri cantores

significa confrontarsi con le tracce e le testimonianze che quelle vicende hanno lasciato, talvolta

loro malgrado; e significa accorgersi che spesso, in quanto relative a un’arte per lungo tempo

vittima di un rapido consumo, molte di quelle testimonianze sono state oggetto di una dispersione

massiccia o, al pari del materiale giunto a Torino più o meno fortunosamente, sono ancora

trascurate e relegate in luoghi inaccessibili.

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D’altronde, se ci si sofferma in particolare sulle fonti musicali manoscritte e a stampa, non si può

non notare come, fino al secondo dopoguerra, la loro stessa segnalazione fosse sostanzialmente

limitata alla Biblioteca Nazionale Universitaria.1 La situazione mutò radicalmente a partire dal 1952

quando, per iniziativa della Société Internationale de Musicologie e dell’Association Internationale

des Bibliothèques Musicales (e sotto gli auspici dell’International Music Council dell’UNESCO),

fu istituito a Parigi il Répertoire International des Sources Musicales (RISM); al lavoro del RISM si

affiancò dal 1965 l’attività dell’Ufficio Ricerca Fondi Musicali (URFM) aperto a Milano da

Claudio Sartori, dando definitivo impulso a un settore che da allora ha assistito a un rapido e

costante incremento.

Proprio a Sartori si deve tra l’altro il primo tentativo di censimento sistematico dei fondi musicali

conservati nelle biblioteche e negli archivi italiani; pubblicata nel 1971, l’indagine riguardava 352

istituzioni, otto delle quali torinesi.2 Il censimento condotto nel frattempo a livello internazionale

dal RISM portò, l’anno successivo, alla pubblicazione di un volume dedicato alle biblioteche

spagnole, francesi, italiane e portoghesi; tra le 438 istituzioni italiane pubbliche e private presenti

figuravano dieci istituzioni torinesi.3 Da allora il patrimonio musicale italiano - uno dei più ingenti e

variegati al mondo, in ragione della complessa realtà storico-culturale della penisola - è stato

oggetto di ricerche che hanno visto e vedono decine di studiosi impegnati a setacciare biblioteche e

archivi alla ricerca di fondi non censiti; nell’ultima mappa nazionale di cui disponiamo, corredata di

un ricco apparato bibliografico, le istituzioni e le collezioni private torinesi sono ventisette su oltre

1900.4

Nel corso degli anni, a quelle nazionali si sono intrecciate importanti iniziative regionali. Risale al

1971 la costituzione a Torino, presso il Conservatorio di Musica, del Fondo “Carlo Felice Bona”,

1 Cfr. ad esempio ROBERT EITNER, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon der Musiker und Musikgelehrten der christlichen Zeitrechnung bis zur Mitte des neunzehnten Jahrhunderts, Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1900-4 (2. ed., Graz, Akademische Druck- und Verlagsanstalt, 1959-60); ALBANO SORBELLI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, opera fondata da Giuseppe Mazzatinti, vol. 28, Torino, Firenze, Olschki, 1922; ATTILIO CIMBRO, Città di Torino. R. Biblioteca Nazionale, Parma, Officina Grafica Fresching, 1928 (A. VI, serie XII del Catalogo delle opere musicali teoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni del secolo XIX, esistenti nelle biblioteche e negli archivi pubblici e privati d’Italia). 2 Cfr. CLAUDIO SARTORI, Le biblioteche italiane, in «Fontes artis musicae», vol. XVIII, n. 3, 1971, pp. 93-157: 149-51 (tra le collezioni private elencate a p. 157 compare, relativamente a Torino, solo quella dell’ing. Graglia). 3 Cfr. Répertoire International des Sources Musicales, Serie C, Directory of Music Research Libraries, vol. 3, Spain, France, Italy, Portugal, a cura di Rita Benton, Iowa City, The University of Iowa, 1972, pp. 266-70. 4 Cfr. Clavis Archivorum ac Bibliothecarum Italicarum ad Musicam Artem Pertinentium (CABIMUS). Guida alle biblioteche e agli archivi musicali italiani con la relativa bibliografia musicologica, a cura di Giancarlo Rostirolla, con la collaborazione di Luciano Luciani, Roma, IBIMUS, 2004, pp. 754-70, 993-1000 (per il dettaglio dei censimenti effettuati negli ultimi anni si veda l’introduzione di Rostirolla, Biblioteche, archivi e musei italiani che conservano manoscritti, edizioni e documenti musicali (ma a volte anche strumenti, nastri e dischi): risultati di un nuovo censimento, pp. XIX-XLI).

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che permise di avviare la pubblicazione dei Monumenti di musica piemontese e della collana di

quaderni di studi musicali Il gridelino (dal titolo del balletto di Filippo d’Agliè rappresentato alla

corte sabauda nel 1653) e promuovere attività di raccolta e catalogazione di musiche manoscritte e a

stampa di autori piemontesi o attivi in Piemonte.

Sull’onda di quanto avvenuto in altre regioni italiane, nel 1986 vide poi la luce l’Associazione

Piemontese per la Ricerca delle Fonti Musicali, che si proponeva - come si legge all’articolo 2 dello

Statuto - «di procedere alla inventariazione, schedatura e catalogazione del patrimonio bibliografico

musicale della Regione Piemonte nonché di favorire ogni attività di studio e ricerca riguardante la

cultura e la civiltà musicale del Piemonte, in adesione ai principi generali costitutivi ed alle esigenze

del RISM - Répertoire International des Sources Musicales - ed in stretta collaborazione scientifico-

musicologica sia con l’Ufficio Ricerca Fondi Musicali di Milano sia con la Società Italiana di

Musicologia».

Alla necessità di disporre di un censimento delle fonti musicali conservate nelle biblioteche e negli

archivi piemontesi, l’Associazione fece fronte promuovendo un tentativo di ricognizione

sistematica del patrimonio musicale regionale. L’esito insoddisfacente dell’iniziativa (delle 84

istituzioni interpellate, 69 non risposero e solo sette dichiararono di possedere documenti di

interesse musicale) rese tuttavia chiaro che operazioni del genere potevano avere successo solo se

condotte nell’ambito di un disegno organico e di un progetto istituzionalmente autorevole.

La svolta decisiva in tal senso avvenne il 20 gennaio 1999, quando la Regione Piemonte e l’Istituto

per i Beni Musicali in Piemonte (erede, dal 1992, dell’Associazione Piemontese per la Ricerca delle

Fonti Musicali) stipularono una convenzione (rinnovata e ampliata il 1° agosto 2002) per la

realizzazione di attività di tutela e valorizzazione del patrimonio musicale subalpino.

In base alla convenzione, la Regione Piemonte assegnava all’Istituto (riconosciuto ai sensi della

L.R. 49/84 ente di rilievo regionale) le funzioni di centro rete di un sistema bibliografico regionale,

affidandogli i seguenti compiti: la ricognizione e descrizione dei fondi musicali per aree

geografiche sino alla copertura dell’intero territorio piemontese; l’inventariazione e/o catalogazione

dei libretti, dei manoscritti e delle edizioni musicali appartenenti alle raccolte individuate;

l’attuazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione del patrimonio (pubblicazione di repertori

bibliografici, cataloghi, atti di convegni, partiture ecc.; realizzazione di incisioni discografiche di

musiche di autori piemontesi o conservate in Piemonte; organizzazione e consulenza scientifica per

mostre e convegni; partecipazione a progetti in collaborazione con enti e istituzioni internazionali;

collaborazione con istituti universitari per progetti formativi in campo musicale).

La catalogazione del patrimonio conservato nelle biblioteche e negli archivi del Piemonte aveva del

resto costituito da subito una delle attività fondamentali dell’Associazione Piemontese per la

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Ricerca delle Fonti Musicali prima e dell’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte poi,

concretizzandosi nella pubblicazione di una nutrita serie di cataloghi.5 Rifuggendo da un’«inerte e

in sé improduttiva opera di registrazione catastale e archivistica» ed estendendo i propri interessi

agli strumenti musicali, ai documenti sonori, iconografici, d’archivio e a quant’altro potesse essere

utile allo studio della musica in Piemonte, l’Istituto scelse inoltre di affiancare all’indispensabile

opera di ricognizione del patrimonio la promozione di iniziative tese a ricostruirne la storia e a

ricavarne un repertorio di conoscenze in cui i termini «cultura» e «civiltà» musicale citati nello

Statuto potessero non essere interpretati come «nature morte»:6 da qui la pubblicazione, sotto la

direzione di Alberto Basso, di collane di studi (Il gridelino, Biblioteca dell’Istituto per i Beni

Musicali in Piemonte, Le chevalier errant), musicali (Corona di delizie musicali) e discografiche

(Tesori del Piemonte, Galleria armonica del Piemonte) o il patrocinio a imprese editoriali

prestigiose.

La convenzione con la Regione, che peraltro aveva fornito anche in precedenza l’appoggio a molte

delle iniziative citate, non poteva che dare un nuovo, più potente impulso ai vari progetti. E mentre

le attività di catalogazione (con il software SBN Musica) e di inventariazione (con Guarini Beni

Librari) si sono concentrate in particolare sulle grandi raccolte di libretti e sui fondi musicali delle

istituzioni ecclesiastiche, che spesso conservano materiale non inventariato e bisognoso di

tempestivi interventi di tutela, il censimento ha riguardato l’intero territorio regionale, impegnando

una quarantina di musicologi, dottorandi, laureati e laureandi in discipline musicologiche, per un

totale di oltre trecento istituzioni della più varia natura attualmente censite nelle otto province

piemontesi. Per inciso vale la pena di sottolineare che, a differenza di quanto è talvolta accaduto a

5 Cfr. ISABELLA FRAGALÀ DATA - ANNARITA COLTURATO, Raccolta Mauro Foà - Raccolta Renzo Giordano, introduzione di Alberto Basso, Roma, Edizioni Torre d’Orfeo, 1987; ISABELLA FRAGALÀ DATA, L’encomio discreto. Catalogo delle musiche encomiastiche e celebrative della Biblioteca Reale di Torino, Torino, Centro Studi Piemontesi - Fondo “Carlo Felice Bona” - Associazione Piemontese per la Ricerca delle Fonti Musicali, 1991; ANNARITA COLTURATO, Le opere musicali della Biblioteca Santa Rosa. Catalogo, Torino, Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, 1993; ENRICO DEMARIA, Il fondo musicale del Castello di Racconigi. Catalogo, Torino, Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, 1993; ISABELLA DATA, Riserva musicale, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1995; BRUNO RAITERI, Il fondo musicale “Angelo Tamborini” a Trino, Trino, Città di Trino, 1995; FRANCESCA ROMANA SCARDACCIONE, Le opere musicali nelle carte del Ministero della Real Casa. Catalogo, Torino, Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, 1996; ALBERTO VIARENGO, La musica manoscritta del Civico Istituto Musicale Brera di Novara. Catalogo con introduzione storica, Torino, Centro Studi Piemontesi - Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, 1999; ANNARITA COLTURATO, La Raccolta Foà-Giordano della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Catalogo della musica a stampa, Milano, Electa, 2001. Nella collana Cataloghi di fondi musicali del Piemonte pubbicata a Lucca dalla LIM: ENRICO DEMARIA, Il fondo musicale della Cappella Regia Sabauda, introduzione di Marie-Thérèse Bouquet-Boyer, 2000; ID., Il fondo musicale della Cappella dei Cantori del Duomo di Torino, introduzione di Marie-Thérèse Bouquet-Boyer, 2001; ENRICO BOGGIO, Il fondo musiche dell’Archivio Borromeo dell’Isola Bella, introduzione di Stefano Baldi, 2004. 6 ALBERTO BASSO, Per una valorizzazione del patrimonio musicale subalpino. Le attività dell’Associazione Piemontese per la Ricerca delle Fonti Musicali e del Fondo “Carlo Felice Bona” del Conservatorio di Torino, in Miscellanea di studi 1, a cura di Alberto Basso, Torino, Centro Studi Piemontesi - Fondo “Carlo Felice Bona”, 1988, pp. 9-33: 14-5.

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livello nazionale, il progetto piemontese si è potuto avvalere della proficua collaborazione con i

Conservatori di Musica e le Università, in particolare con la Facoltà di Scienze della Formazione

(Corso di Laurea in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo - DAMS) dell’Università

degli Studi di Torino, con cui l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte ha stipulato una

convenzione.

Va da sé che, avendo stabilito di affiancare alla base di dati informatica che man mano si va

implementando una serie di volumi tali da costituire una guida alla scoperta (o alla riscoperta) del

patrimonio musicale piemontese, l’onore dell’inaugurazione toccasse a Torino, che di quel

patrimonio è la massima depositaria.7

Il nuovo censimento

Il censimento dei fondi musicali piemontesi avviato a seguito della convenzione del 1999 prevede

l’adozione del Sistema Informativo della Direzione Beni Culturali della Regione Piemonte (SIRe),

con cui vengono gestite tra l’altro le banche dati e le procedure riguardanti musei, archivi e

biblioteche.8 Il sistema fornisce una sorta di carta d’identità delle istituzioni, con cenni storici e

notizie sulle modalità di accesso e sugli strumenti di ricerca relativi alle collezioni, e una

ricognizione dei singoli fondi di ciascuna istituzione che include informazioni sulla loro

costituzione, sui materiali contenuti e una bibliografia di riferimento. Nel volume i dati immessi nel

sistema sono stati elaborati secondo il seguente schema:

Denominazione dell’istituzione

Indirizzo Telefono - Fax E-mail Sito Internet Codice Anagrafe delle Biblioteche Italiane Sigla RISM Ente di appartenenza Cenni storici Orario di apertura Accesso Periodo di chiusura annuale Servizi Adesione a SBN Bibliografia. Denominazione della raccolta o del fondo Documenti musicali o di interesse musicale

- manoscritti 7 Il secondo volume, attualmente in preparazione a cura di Diego Ponzo, riguarderà Cuneo e provincia. 8 Nato nel 1993, SIRe è stato realizzato secondo un piano che investe in particolare la sfera di attuazione della L. 241/90 sulla trasparenza dell’attività amministrativa degli enti pubblici.

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o musica (quantità, genere, datazione) o liturgico-musicali (quantità, datazione) o testi per musica (quantità, genere, datazione) o lettere (quantità, datazione)

- edizioni o musica (quantità, genere, datazione) o liturgico-musicali (quantità, datazione) o testi per musica (quantità, genere, datazione)

- iconografia musicale (quantità, tipologia) - documenti sonori e audiovisivi (quantità, tipologia) - strumenti musicali (quantità)

Inventari Cataloghi Norme di catalogazione Condizione del materiale Note Storia e descrizione della raccolta o del fondo Bibliografia.

Diversamente da quanto è perlopiù accaduto nei precedenti censimenti del patrimonio musicale

italiano, la ricognizione prende quindi in esame le singole raccolte e i singoli fondi conservati nelle

varie istituzioni, con l’ambizione - quando sia possibile - di ricostruirne le vicende, descriverne le

caratteristiche, segnalarne i documenti più rari e gli autori più ricorrenti. Nel caso di istituzioni prive

di specifici fondi o raccolte musicali, la scheda è riferita all’insieme del patrimonio musicale o di

interesse musicale.

Quanto alla tipologia dei materiali censiti, sono inclusi i libretti, i documenti sonori e audiovisivi, le

fonti iconografiche e gli strumenti musicali, questi ultimi presenti in numero consistente nelle

istituzioni torinesi a testimonianza non solo di una tradizione liutaria che vantò nomi come

Guadagnini e Pressenda ma dell’interesse per la musica popolare ed extraeuropea di singoli

collezionisti e ordini missionari. L’indagine non ha invece riguardato la letteratura secondaria

(monografie e periodici sulla musica), anche se va precisato che nella parte storico-descrittiva delle

schede relative alle singole raccolte e ai singoli fondi censiti, il volume dà conto, seppure

limitatamente ai casi più ragguardevoli, anche di questo tipo di materiali.

I censimenti delle istituzioni musicali torinesi svolti negli ultimi anni fotografavano la seguente

situazione:9

Denominazione 1971 1972 1993 2004 Archivio dell’Accademia Filarmonica x x x x Archivio Capitolare del Duomo (S. Giovanni Battista) e Archivio Arcivescovile x x x x Archivio della Curia Metropolitana x

9 La seconda colonna (1971) fa riferimento a C. SARTORI, Le biblioteche italiane cit.; la terza (1972) al Répertoire International des Sources Musicales, Serie C, Directory of Music Research Libraries cit.; la quarta (1993) a Biblioteche e archivi musicali italiani: una nuova mappa, a cura di Giancarlo Rostirolla, suppl. dell’Annuario musicale italiano, 5. ed., Roma, CIDIM, 1993, pp. 693-845: 747-8, 758; la quinta (2004) a Clavis Archivorum ac Bibliothecarum Italicarum ad Musicam Artem Pertinentium (CABIMUS) cit.

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Archivio Musica della RAI - Radiotelevisione Italiana x x x x Archivio di Stato x x x x Archivio Storico della Città di Torino x x Biblioteca dell’Accademia delle Scienze x x Biblioteca e Archivio Storico del Teatro Regio x x Biblioteca dell’Associazione ARCI Nuova (Archivio del Circolo Toscanini) x Biblioteca della Basilica di Superga x x Biblioteca del Circolo degli Artisti x x Biblioteca Civica Falchera x x Biblioteca Civica Musicale Andrea Della Corte x x x x Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi x x x Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo (Università degli Studi di Torino)

x x

Biblioteca della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana x Biblioteca dell’Istituto Internazionale Don Bosco x x Biblioteca dell’Istituto Salesiano Valsalice x x x Biblioteca Nazionale Universitaria x x x x Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini x x Biblioteca della RAI - Radiotelevisione Italiana x Biblioteca Reale x x x x Biblioteca del Seminario Arcivescovile x x Biblioteca della Società Pro Cultura Femminile x x Biblioteca Storica della Provincia di Torino x x Museo Civico - Biblioteca di Storia dell’Arte (Museo Civico d’Arte Antica) x x x Biblioteca privata Giorgio Fanan x Biblioteca privata Graglia x x x Biblioteca privata eredi Massimo Mila x x Biblioteca privata Felice e Margherita Quaranta x Biblioteca privata Strona x x Biblioteca privata Mercedes Viale Ferrero x x

Compito del nuovo censimento è stato innanzitutto quello di aggiornare e verificare sul campo le

informazioni trasmesse dalle ricognizioni precedenti. Rispetto alle istituzioni citate nella tabella, ad

esempio, nel volume non si trovano: la Biblioteca dell’Istituto Salesiano Valsalice, il cui materiale

musicale è stato trasferito presso la Biblioteca Centrale Salesiana di Roma; la Biblioteca della

Società Pro Cultura Femminile, giunta alla Biblioteca Civica Centrale di Torino a seguito del

recente scioglimento del sodalizio e attualmente non consultabile; la Biblioteca privata Giorgio

Fanan, ora a Fratta Polesine (Rovigo); la Biblioteca privata Graglia, di cui si è persa traccia; la

Biblioteca privata eredi Massimo Mila, acquistata il 3 febbraio 2000 dalla Biblioteca Nazionale

Centrale di Firenze; la Biblioteca privata Felice e Margherita Quaranta, in parte donata alla

Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, in parte conservata da alcuni eredi fuori Torino;

la Biblioteca privata Strona. Avendo inoltre verificato la scarsa rilevanza del patrimonio di interesse

musicale di gran parte delle biblioteche civiche decentrate (patrimonio costituito perlopiù da dischi

di popular music, periodici correnti di carattere divulgativo, edizioni economiche di libretti) si è

scelto di non includerle nel volume; ne risulta dunque estromessa anche la Biblioteca Civica

Falchera.

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Parallelamente alle operazioni di verifica delle informazioni, si è proceduto alla ricognizione diretta

dei fondi nelle biblioteche e negli archivi già segnalati e all’indagine capillare - come altrove resa

possibile anche da una fitta rete di conoscenze personali e talvolta ostacolata dall’inagibilità dei

locali o da reticenze più o meno manifeste - delle istituzioni che, pur assenti nei censimenti

precedenti, potevano conservare materiale di qualche interesse (per tipologia, destinazione ecc. e

indipendentemente dalla quantità o dalla datazione). Il numero delle istituzioni e delle collezioni

pubbliche e private censite è così salito a 75 (per un totale di 172 tra doni, raccolte e fondi):

1 Archivio dell’Accademia di Canto Corale Stefano Tempia 2 Archivio dell’Accademia del Santo Spirito 3 Archivio di Antidogma Musica 4 Archivio Arcivescovile 5 Archivio dell’Associazione Regionale Piemontese Bande Musicali Autonome e gruppi vari associati -

A.R.B.A.G.A 6 Archivio della Confraternita del SS. Sudario 7 Archivio della Corale Universitaria di Torino 8 Archivio della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense 9 Archivio Musica della RAI - Radiotelevisione Italiana 10 Archivio Musicale dell’Accademia Filarmonica 11 Archivio dell’Orchestra Filarmonica di Torino 12 Archivio di Stato di Torino

12a Biblioteca dell’Archivio di Stato di Torino 13 Archivio Storico della Città di Torino 14 Archivio Storico-Musicale del Circolo “A. Toscanini” 15 Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici “Benvenuto e Alessandro Terracini” (Archivio Ebraico

Terracini) 16 Armeria Reale 17 Biblioteca dell’Accademia delle Scienze 18 Biblioteca, Archivi e Gabinetto Iconografico del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano 19 Biblioteca e Archivio dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea

“Giorgio Agosti” 20 Biblioteca e Archivio Storico del Teatro Regio 21 Biblioteca e Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari 22 Biblioteca dell’Associazione Cantascuola 23 Biblioteca Bonaventura-Piras dell’Ordine dei Servi di Maria presso la Basilica di Superga 24 Biblioteca Braille del Centro regionale di documentazione per non vedenti 25 Biblioteca della Casa Madre Opere Don Bosco 26 Biblioteca Centrale della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino 27 Biblioteca del Centro Europeo di Cultura Folklorica 28 Biblioteca del Centro Salesiano di Documentazione Storica e Popolare Mariana 29 Biblioteca del Centro Teologico 30 Biblioteca del Circolo degli Artisti 31 Biblioteca Civica Centrale 32 Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte” 33 Biblioteca del Collegio Sacra Famiglia 34 Biblioteca del Collegio San Giuseppe 35 Biblioteca del Cottolengo - Seminario Tommasini - Piccola Casa della Divina Provvidenza 36 Biblioteca Culture e Missione 37 Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di

Torino 38 Biblioteca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Università degli Studi di Torino39 Biblioteca della Famija Turinèisa 40 Biblioteca del Fogolar Furlan di Torino

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41 Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi 42 Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico 43 Biblioteca della Fondazione Tancredi di Barolo (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia) 44 Biblioteca Internazionale di Cinema e Fotografia “Mario Gromo” 45 Biblioteca dell’Istituto Francesco Faà di Bruno 46 Biblioteca dell’Istituto Internazionale Don Bosco 47 Biblioteca Nazionale Universitaria 48 Biblioteca della Parrocchia di San Massimo 49 Biblioteca Provinciale di Filosofia San Tommaso d’Aquino - Sezione Domenicana 50 Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini 51 Biblioteca Reale 52 Biblioteca della Scuola di Applicazione 53 Biblioteca del Seminario Arcivescovile 54 Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso” 55 Biblioteca dell’Ufficio Liturgico Diocesano 56 Centro La Salle 57 Centro Studi Vietnamiti 58 Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”

58a Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” 59 Convento di S. Antonio da Padova 60 Istituto Arti e Mestieri 61 Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare 62 Museo delle Antichità Egizie 63 Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Biologia Animale e

dell’Uomo 64 Museo di Arti Decorative - Fondazione Pietro Accorsi 65 Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama 66 Museo Etnografico e di Scienze Naturali dell’Istituto Missioni Consolata 67 Museo Storico Nazionale d’Artiglieria 68 Teatro Gianduja - Compagnia marionette Lupi - Museo della Marionetta Collezioni e raccolte private 69 Biblioteca Mercedes Viale Ferrero 70 Collezione Edoardo Capirone (già Collezione Ravasenga) 71 Collezione Dora Filippone 72 Collezione Lorenzo Girodo 73 Collezione di strumenti a pizzico 74 Collezione di strumenti a tastiera 75 Raccolta Francesco Malaguzzi

Per quanto non sia stato sempre possibile computare precisamente il materiale (basti pensare alla

difficoltà di censire singolarmente i libri liturgico-musicali disseminati nei fondi non musicali di

una biblioteca come la Nazionale Universitaria o di individuare le miniature, le incisioni, i disegni

di interesse musicale in biblioteche come la stessa Nazionale o la Reale), il patrimonio

“fotografato” ammonta a circa 20.000 manoscritti musicali, 150 tra codici e frammenti liturgico-

musicali, una cinquantina di libretti manoscritti, oltre 8.000 lettere di interesse musicale; la musica a

stampa supera le 205.000 unità bibliografiche, i libri liturgico-musicali sfiorano quota 1.200, i

libretti a stampa sono più di 22.000, le fonti iconografiche circa 6.000, i documenti sonori e

audiovisivi 40.000, gli strumenti musicali di interesse storico o etnomusicologico alcune centinaia.

E si tratta di numeri che, considerata la natura di questo come degli analoghi progetti che hanno

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visto e stanno vedendo la luce in Italia negli ultimi anni, non potranno che essere ulteriormente

incrementati.

È un patrimonio che annovera materiali notissimi (gli autografi vivaldiani, i codici bobbiesi, le

scenografie di Juvarra ecc.) o ignoti ai repertori (tra gli altri, un esemplare del De institutione

musica di Boezio stampato a Venezia nel 1499, rinvenuto alla Biblioteca della Scuola di

Applicazione) e abbraccia decine di secoli, comprendendo gli strumenti musicali dell’antico Egitto,

i codici vergati a partire dall’XI secolo, gli incunaboli, le cinquecentine musicali, le lettere di Bach

o Beethoven come i primi libri di fiabe per bambini con i dischi in allegato, le raccolte di brani usati

per accompagnare i film muti, gli strumenti musicali africani e orientali: un patrimonio che questo

volume (corredato di 32 tavole a colori, una bibliografia di quasi 1.200 titoli e sei indici10)

contribuirà - secondo l’auspicio delle istituzioni promotrici - a far conoscere e a valorizzare.

La Biblioteca del DAMS

Vista la sede, forse non è inutile proporre qui, a titolo di esempio, la scheda redatta da Letizia Di

Bari relativamente alla Biblioteca del DAMS:11

37 Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo dell’Università degli Studi

di Torino Via Sant’Ottavio 20 - 10124 Torino Telefono: + 39 011/6703527, 6703353 - Fax: + 39 011/8122802 E-mail: [email protected], [email protected] Sito Internet: <http://hal9000.cisi.unito.it/wf/BIBLIOTECH/Umanistica/Biblioteca11/index.htm> Codice Anagrafe Biblioteche Italiane: TO 0643 Sigla RISM: I-Tdams Ente di appartenenza: Università degli Studi di Torino. Cenni storici Il Dipartimento venne istituito nel 1985. Vi confluirono le biblioteche degli ex Istituti di Storia dell’Arte della Facoltà di Lettere e Filosofia (1908), di Storia dell’Arte medievale e moderna (1963) e di Storia del Cinema e dello Spettacolo della Facoltà di Magistero (oggi Facoltà di Scienze della Formazione).12 10 Per compositori, dedicatari ecc.; editori e stampatori; costruttori di strumenti; manoscritti; edizioni musicali non segnalate nel RISM; libretti non segnalati in Sartori. 11 Gli altri firmatari delle schede del volume sono, in ordine alfabetico: Stefano Baldi, Claudio Brosio, Silvia Caratti, Paolo Cascio, Alfonso Cipolla, Annarita Colturato, Laura Corà, Andrea Donnini, Francesca Fraire, Simona Galetto, Gabriele Gamba, Laura Gandellini, Cristina Ghirardini, Lorenzo Girodo, Linda Govi, Flavia Ingrosso, Vincenzo Laterza, Benedetta Macario, Andrea Maggiora, Rosy Moffa, Francesca Odling, Clelia Parvopassu, Ugo Piovano, Diego Ponzo, Paolo Ricolfi, Cristina Santarelli, Maria Letizia Sebastiani, Elena Timossi, Massimo Torta, Frédéric Zigante, Ilaria Zuccaro. 12 Nella Sala Lauree di questa Facoltà è esposto un dipinto settecentesco (68,5x86 cm), acquistato nel 1998 sul mercato antiquario e privo di firma, che ritrae un anonimo fagottista. Sottoposto a pesanti interventi restaurativi, il dipinto parrebbe di scuola bolognese. In attesa che esso sia fatto oggetto di uno studio accurato, ci si limita qui a segnalare che tra i principali virtuosi dello strumento nel XVIII secolo figura Girolamo Besozzi (Parma, 17-IV-1704 - Torino, 9-V-1775), fagottista della Regia Cappella di Torino dal 1731, e che nel carteggio tra il compositore Quirino Gasparini e Giovanni Battista Martini, com’è noto anche collezionista di ritratti di musicisti, compaiono vari accenni a un suo ritratto di cui si è persa traccia (si veda ad esempio la lettera di Gasparini a Martini datata Torino 30 luglio 1777 e conservata al Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna con la segnatura I.21.78: «[…] spedisco final.te a V. P.

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Orario di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18. Accesso: aperta a tutti. Periodo di chiusura annuale: tutto il mese di agosto. Servizi: informazioni bibliografiche; prestito: locale e interbibliotecario; riproduzioni: fotocopie. Sezioni speciali: laboratorio audiovisivi (orario di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16); fonoteca. Adesione a SBN: dal 1993. Bibliografia: Guida alle biblioteche dell’Università e del Politecnico di Torino, Torino, Regione Piemonte, 1979, p. 104; Annuario delle biblioteche italiane, Roma, Palombi, 1969-81, vol. 5, 1981, p. 56; Biblioteche in Piemonte, Torino, Regione Piemonte, 1992, p. 88; Biblioteche e archivi musicali italiani: una nuova mappa, a cura di Giancarlo Rostirolla, suppl. dell’Annuario musicale italiano, 5. ed., Roma, CIDIM, 1993, p. 748; Catalogo delle biblioteche d’Italia. Piemonte, a cura del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e della Regione Piemonte, Roma, ICCU - Milano, Editrice Bibliografica, c1993 (stampa 1994), vol. 2, pp. 604-5; AMEDEO BENEDETTI, Gli archivi sonori. Fonoteche, nastroteche e biblioteche musicali in Italia, Genova, Erga Edizioni, 2002, pp. 38-9; Clavis Archivorum ac Bibliothecarum Italicarum ad Musicam Artem Pertinentium (CABIMUS). Guida alle biblioteche e agli archivi musicali italiani con la relativa bibliografia musicologica, a cura di Giancarlo Rostirolla, con la collaborazione di Luciano Luciani, Roma, IBIMUS, 2004, p. 769, n. 1511. Documenti musicali o di interesse musicale esclusi da fondi singoli

- edizioni o musica: ca 2.000 (Datazione: sec. XIX-XX) o testi per musica: ca 200 (Datazione: sec. XX)

- documenti sonori e audiovisivi: ca 100 audiocassette; 3.500 LP; 3.100 CD; 230 videocassette; 30 DVD. Inventari: cronologico d’ingresso. Cataloghi: autore a schede; titoli a schede; informatico. Norme di catalogazione: RICA; ISBD (M); ISBD (PM); GUIDA ALLA CATALOGAZIONE IN SBN. PUBBLICAZIONI MONOGRAFICHE, PUBBLICAZIONI IN SERIE. Condizione del materiale: buona. Storia e descrizione La biblioteca annovera attualmente circa 60.000 volumi, ma il suo patrimonio viene continuamente incrementato da acquisti e doni. Trattandosi di una biblioteca universitaria, la maggior parte del patrimonio è rappresentata da studi scientifici, opere di consultazione, periodici, collezioni di testi di cinema, teatro, arte e musica. La sezione musicale comprende dizionari ed enciclopedie, repertori bibliografici, partiture, libretti d’opera, letteratura musicologica, un centinaio di testate periodiche, metà delle quali correnti. La discoteca, che include le incisioni delle più significative opere musicali dal Medioevo ai giorni nostri, offre la possibilità di ascoltare o visionare documenti sonori e audiovisivi in loco. Fondo Guido M. Gatti

- manoscritti o musica: 4 (Genere: 2 vocale profana; 2 strumentale. Datazione: 1 sec. XVIII; 3 sec. XIX)

- testi per musica: 2 (Genere: 2 opera. Datazione: 2 sec. XX) - edizioni

o musica: 5 (Genere: 1 vocale sacra; 1 vocale profana; 3 strumentale. Datazione: 1 sec. XVIII; 2 sec. XIX; 2 sec. XX)

o testi per musica: 361 (Genere: 347 opera; 3 oratorio; 11 altro. Datazione: 30 sec. XIX; 331 sec. XX). Cataloghi: autore a schede.

M.to R.da li ritratti de Sig.ri [Alessandro e Girolamo] Besozzi, e quello del fù [Andrea Stefano] Fiorè. Siccome il 2.do frattello Besozzi Sig. Girolamo del fagotto morì anni sono, così non ho potuto aver ritratti di questi 2 frattelli, che di quelli fatti in lor gioventù, onde questi gli furon fatti in Bologna del 29 in occasione che in S. Gio. in Monte suonarono il concerto nella musica dell’Accademia, da un giovin pittore Torelli»; trascritta in MARINO ANESA, La celeste armonia. Vita musicale a Gandino dal XVIII al XIX secolo, Gandino (BG), Comune di Gandino, 2001, p. 295. Va aggiunto tuttavia che il fagottista ritratto nel dipinto esposto nella Sala Lauree della Facoltà di Scienze della Formazione dimostra più di venticinque anni e che non si ravvisano somiglianze con il disegno di Charles Van Loo che ritrarrebbe il celebre fratello oboista Alessandro, già conservato a Novara nella Collezione Trecate e riprodotto in MARIE-THÉRÈSE BOUQUET, Il Teatro di corte dalle origini al 1788, vol. 1 della Storia del Teatro Regio di Torino, a cura di Alberto Basso, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1976 (tav. XXIV). Sui Besozzi e sul ritratto cfr. DAVIDE VERGA, Alessandro e Girolamo Besozzi: la storia e il mito. Una famiglia di musicisti nel XVIII secolo, diss. di laurea, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2004-5.

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Norme di catalogazione: RICA. Condizione del materiale: buona. Note: vi si accede su richiesta, con autorizzazione di un docente. Storia e descrizione Il Fondo Gatti venne donato all’Università degli Studi di Torino da Clelia Aldrovandi, vedova del musicologo Guido Maggiorino Gatti (Chieti, 30-V-1892 - Grottaferrata, Roma, 10-V-1973), e dalla figlia Vanna in analogia con quanto avevano fatto nel 1961 gli eredi del critico d’arte Lionello Venturi, amico di Gatti fin dai tempi del Teatro di Torino. Si trattava in realtà solo di una parte dell’originaria biblioteca del critico, e precisamente di quella costituita perlopiù dalla saggistica musicologica: i periodici furono infatti donati alla Biblioteca del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, la musica a stampa e alcuni libretti alla Biblioteca della Società Aquilana dei Concerti “Bonaventura Barattelli”, le monografie di francesistica e di argomento cinematografico alla Biblioteca di Grottaferrata (dove dal 1959 Gatti trascorreva l’estate con la famiglia e dove si trasferì definitivamente nel 1965); le lettere ricevute da Gatti nel periodo 1914-73 furono invece vendute dalla vedova al collezionista Giorgio Fanan insieme a numerose partiture autografate di alcuni dei principali compositori italiani del Novecento. Inaugurato il 12 ottobre 1974 e inizialmente ubicato al sesto piano del palazzo dell’Università di Torino, in una stanza dell’Istituto di Storia della Musica della Facoltà di Lettere e Filosofia, il fondo è oggi situato al secondo piano dello stesso, vicino alla Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo. Direttore del Teatro di Torino (1925-31), segretario del Maggio Musicale Fiorentino (1933, 1935, 1936), fondatore della Compagnia del Teatro di Roma (1944) e della società Anfiparnaso (1950), autore di libri e saggi, critico musicale di varie testate periodiche nonché fondatore e direttore della rivista «Il pianoforte» (1920-27), trasformata nel 1928 ne «La rassegna musicale», Gatti fu tra l’altro amministratore delegato della Lux Film (1934-66), presidente della Filarmonica Romana (1953-55) e vicepresidente dell’Accademia di Santa Cecilia (1966-72) e giocò un ruolo importante nel rinnovamento della vita musicale italiana. Costituito complessivamente da circa 5.400 volumi, il fondo donato all’Università di Torino rispecchia i suoi interessi e le sue ricerche e comprende all’incirca 3.500 volumi di letteratura musicologica del Novecento (opere di storiografia e saggistica sulla storia della musica e della danza) nonché un gruppo di volumi settecenteschi (C. Burney, The Present State of Music in France and Italy…, London, Becket, 1771; J. Le Rond d’Alembert, Élémens de musique théorique et pratique, suivant les principes de M. Rameau, nuova ed., Lyon, Bruysset, 1772; A. Planelli, Dell’opera in musica, Napoli, Donato Campo, 1772; S. Arteaga, Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente, Bologna, Trenti, 1783-88; B.-G.-É.-M. de la Ville sur-Illon, conte di Lacépède, La poétique de la musique, Paris, Imprimerie de Monsieur, 1785) e ottocenteschi (Ch. F. D. Schubart, Ideen zu einer Ästhetik der Tonkunst, Wien, Degen, 1806; G. Carpani, Le Haydine, Milano, Buccinelli, 1812; Id., Le Rossiniane, Padova, Tipografia della Minerva, 1824; A. Majer, Discorso sulla origine, progressi e stato attuale della musica italiana, Padova, Tipografia della Minerva, 1821; G.-M.-M.-F. Blangini, Souvenirs de F. Blangini, Paris, Allardin, 1834; B. Marcello, Il teatro alla moda… con aggiunta una canzone bolognese in lode della Malibran, Firenze, Piatti, 1841; P. Breggi, Serie degli spettacoli rappresentati al Teatro Regio di Torino dal 1688 al presente. Coi nomi dei poeti, dei maestri compositori, dei coreografi e degli artisti, Torino, Derossi, 1872). Per quanto riguarda le edizioni musicali, si segnalano i quartetti K 493, K 478, K 452 di Mozart (Paris, Pleyel, 1806; esempl. non cit. in RISM M 7463; presente la sola parte di vl 1); i primi due volumi delle VI Sinfonies or Overtures in Eight Parts di J. V. A. Stamic (London, Walsh, ca 1765; presenti le sole parti di vl 1 e vl 2); sonate per pianoforte di J. B. Cramer (s.n.t., n.l. 535); l’esempl. n. 10 de La lauda e i primordi della melodia italiana, a cura di Fernando Liuzzi (Roma, La Libreria dello Stato, 1935). Molto interessante la raccolta di testi per musica, a sua volta strettamente legata alle attività di Gatti, come dimostrano le frequenti note e dediche manoscritte. Numerosi i libretti relativi a prime rappresentazioni assolute di Casella (La donna serpente, Roma, Teatro dell’Opera, 17-III-1932), Dallapiccola (Volo di notte, Firenze, Teatro della Pergola, 18-V-1940; Il ritorno di Ulisse in patria, ivi, 23-V-1942), Ghedini (Maria d’Alessandria, Bergamo, Teatro Donizetti, 9-IX-1937; La pulce d’oro, Genova, Teatro Carlo Felice, 15-II-1940; Re Hassan, Venezia, La Fenice, 26-I-1939; Billy Budd, ivi, 8-IX-1949), Pizzetti (Fra Gherardo, Milano, Teatro alla Scala, 16-V-1928; Lo straniero, Roma, Teatro dell’Opera, 29-IV-1930; La rappresentazione di Santa Uliva, Firenze, Chiostro Grande di Santa Croce, 5-VI-1933; Orseolo, Firenze, Teatro Comunale, 4-V-1935; Vanna Lupa, Firenze, ivi, 4-V-1949), Pratella (L’aviatore Dro, Lugo di Romagna, Teatro Comunale “Rossini”, 4-IX-1920), Respighi (La fiamma, Roma, Teatro dell’Opera, 23-I-1934; Lucrezia, Milano, Scala, 24-II-1937), fino alle più recenti La sentenza di Giacomo Manzoni (Bergamo, Teatro Donizetti, 13-X-1960) e L’albergo dei poveri di Flavio Testi (Milano, Piccola Scala, 21-III-1966). Si segnala inoltre la presenza del libretto de Il barbiere di Siviglia di Rossini andato in scena al Teatro Contavalli di Bologna il 10 agosto 1816 e dei libretti di molti adattamenti e riprese moderne di opere sette-ottocentesche tra cui Le astuzie femminili di Cimarosa (rielaborazione e strumentazione di Ottorino Respighi; Firenze, Teatro della Pergola, 20-V-1939), le pergolesiane Il Flaminio (rid. scenica ed elab. di Virgilio Mortari; Siena, Teatro dei Rozzi, 16-IX-1942) e Guglielmo d’Aquitania (rev. e adattamento di Corrado Pavolini ed elab. di Riccardo Nielsen; Siena, Teatro dei Rozzi, 19-IX-1942), Gli astrologi immaginari di Paisiello (Siena, Teatro dei Rinnovati, 6 e 8-IX-1966), Il trionfo dell’onore ovvero Il dissoluto punito di Alessandro Scarlatti (rid. scenica e rev. di Virgilio Mortari; Siena, Teatro dei Rozzi, 18-IX-1940), le rossiniane L’equivoco stravagante (Siena, Teatro dei Rinnovati, 7 e 9-IX-1965) e La donna del lago (Firenze, 9-V-1958), Pia de’ Tolomei di Donizetti (Siena, 3 e 5-IX-1967). Numerosi i libretti di opere di composizioni stranieri come Britten, De Falla, Hindemith, Henze, Honegger, Ibert, Janáček, Křenek, Milhaud, Prokof’ev, Ravel, R. Strauss,

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Roussel, Weill, Zemlinsky. Sono infine presenti quattro manoscritti, uno dei quali risalente al Settecento (Aria da Batello, 1742), tre all’Ottocento (F. J. Haydn, Sei sonate per cembalo Hob. XVI:21-26 e Variazioni per cembalo Hob. XVII:A3; B. Asioli, Partenza, su testo di Metastasio). Bibliografia: Répertoire International des Sources Musicales, Serie B/VI, Écrits imprimés concernant la musique, sotto la direzione di François Lesure, München - Duisburg, Henle, 1971; Répertoire International des Sources Musicales, Serie A/I, Einzeldrucke vor 1800, Kassel, Bärenreiter, 1971-2003; MARZIANO BERNARDI, Guido M. Gatti rivive nella sua biblioteca, in «La Stampa», 13 ottobre 1974; AURORA BLARDONE, Altre canzoni da battello. Descrizione di un manoscritto di recente recupero, in «Rassegna veneta di studi musicali», n. 2-3, 1986-87, pp. 373-7; Drammaturgia rossiniana. Bibliografia dei libretti d’opera, di oratori, cantate ecc. posti in musica da Gioachino Rossini, a cura di Giorgio Fanan, Roma, IBIMUS, 1997. Su Gatti si vedano tra l’altro ALBERTO BASSO, Guido Maggiorino Gatti (1892-1973), in «Studi musicali», A. II, 1973, n. 1, pp. 3-14; GIORGIO PESTELLI, Ricordo di Guido M. Gatti, in «Studi piemontesi», vol. II, fasc. 2, novembre 1973, pp. 199-200; Testimonianze, studi e ricerche in onore di Guido M. Gatti (1892-1973), a cura di Giuseppe Vecchi, Bologna, A.M.I.S., 1973; MASSIMO MILA, L’opera di Guido M. Gatti nella cultura musicale italiana, in «Studi piemontesi», vol. III, fasc. 1, marzo 1974, pp. 121-7; Torino: i luoghi della musica, a cura di Emilio Pozzi, Torino, Daniela Piazza Editore, 1986; STEFANO BALDI, Scrittori di musica. Guido Maggiorino Gatti e la vita musicale torinese (1911-1940), tesi di laurea, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1996-97; Guido M. Gatti nel Novecento musicale italiano, atti del convegno internazionale (Chieti, 26-28 marzo 2004), a cura di Alberto Mammarella e Giancarlo Rostirolla, in «Rivista di studi medievali e moderni», edita dal Dipartimento di studi medievali e moderni della Facoltà di Lettere dell’Università di Chieti, in preparazione.

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