Le etichette alimentari - WWF

32
L’etichetta alimentare I menu amici del pianeta

Transcript of Le etichette alimentari - WWF

Page 1: Le etichette alimentari - WWF

L’etichetta

alimentare

I menu amici del pianeta

Page 2: Le etichette alimentari - WWF

• Leggere l’etichetta è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per conoscere le caratteristiche di un prodotto; il suo scopo è quello di informare e tutelare l’acquirente in modo corretto e più possibile trasparente.

• In realtà alcune informazioni sono obbligatorie e regolamentate per legge, mentre altre sono facoltative o complementari.

Page 3: Le etichette alimentari - WWF

• Dal 1982 per legge l’etichetta deve riportare l’elenco degli ingredienti con nome specifico leggibile. Il governo ha poi emanato il D lgs 27/01/92 n. 109 che è il testo vigente secondo il quale devono essere riportate le seguenti indicazioni:

– Nome del prodotto

– Elenco degli ingredienti

– Quantitativo (peso netto/peso sgocciolato)

– Termini di scadenza

– Azienda produttrice

– Codice a barre

– Materiale della confezione

Page 4: Le etichette alimentari - WWF

GLI INGREDIENTI

• L‘ordine con cui appaiono gli ingredienti nell’etichetta non è casuale, ma è regolato per legge. In particolare gli ingredienti devono comparire in ordine decrescente di quantità, in altre parole il primo ingrediente è più abbondante del secondo che a sua volta è più abbondante del terzo e così via.

• Controllando l’ordine degli ingredienti tra due prodotti simili possiamo quindi farci un’idea di quale dei due è qualitativamente migliore.

nocciole (45%)

zucchero

cacao magro (9%)

latte scremato in polvere (5%)

burro di cacao

emulsionante lecitina

aromi

Page 5: Le etichette alimentari - WWF

Gli Additivi • Di solito compaiono alla fine

dell’elenco. Evitarli è quasi impossibile, essi sono presenti nella maggior parte degli alimenti che si acquistano al supermercato e sono utilizzati sia per conservare i prodotti sia per renderli più invitanti.

Page 6: Le etichette alimentari - WWF

• La legge stabilisce come e quando,

ma soprattutto quali additivi

possono essere usati.

• Gli additivi sono sostanze che sono

utilizzate dall'industria alimentare

per migliorare alcune caratteristiche

del prodotto come:

– tempo di conservazione

(conservanti)

– aspetto e colore (coloranti,

emulsionanti, ecc.)

– sapore (esaltatori di sapidità,

correttori di acidità, ecc.)

• Gli additivi non hanno alcun

valore nutrizionale e non sempre

sono innocui.

Gli Additivi

Page 7: Le etichette alimentari - WWF

In una lattina da 330 millilitri sono

presenti 35 grammi di zucchero, che

attenuano l’asprezza causata dall’acido

fosforico. A sua volta l’acido attenua la

sensazione di dolcezza. Anche l’anidride

carbonica disciolta contribuisce un poco

all’acidità della bevanda, ma possiamo

trascurare questo effetto.

Una bustina di zucchero contiene 4 o 5

g. Quindi una lattina di Coca Cola

contiene dalle sette alle nove bustine di

zucchero!

Page 8: Le etichette alimentari - WWF

• Il loro impiego è regolamentato a livello nazionale e comunitario e sulle etichette sono spesso indicati con la lettera E seguita da un numero. La lettera E indica che l’additivo in questione è permesso in tutti i paesi dell’Unione Europea, mentre il numero che segue ne definisce la categoria d’appartenenza.

– Coloranti (da E100 ad E199)

– Conservanti (da E200 ad E299) : la loro funzione e quella di rallentare il processo di deterioramento del cibo causato da muffe, batteri e lieviti.

– Antiossidanti (E300 ad E322) evitano il processo d’ossidazione dell’alimento.

– Correttori di acidità (da E325 ad E385) danno all’alimento un gusto acidulo

– Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (da E400 ad E495).

– Aromatizzanti, conferiscono agli alimenti specifici odori e sapori. La legge italiana prevede la loro indicazione in etichetta in modo generico come “aromi”. Possono essere naturali o artificiali. Alla prima categoria appartengono aceto, limone, zucchero e derivati, alcool, olio e sale.

Page 9: Le etichette alimentari - WWF

Attenzione

• Il produttore può affiancare agli additivi

registrati con la sigla europea altri additivi

scritti con il nome per esteso. In questo

caso il consumatore è tratto in inganno

poiché portato a pensare che gli additivi

impiegati siano solo quelli contrassegnati

con la sigla E….

Page 10: Le etichette alimentari - WWF

Rischi

• Accumulo

• Interazione

• Effetti a lungo termine

• Allergie? Intolleranze?

Page 11: Le etichette alimentari - WWF

Alcuni

esempi

• Nitrati (E249, E250)

• Nitriti ( E251, E252) – Sono conservanti utilizzati nei salumi,

insaccati e carni lavorate, impediscono lo sviluppo del batterio Clostridium botulinum, il batterio che produce una tossina mortale, il botulino. Inoltre mantengono vivace il colore della carne e ne migliorano il sapore.

– I nitrati in piccole dosi non sono pericolosi, mentre i nitriti legandosi alle ammine presenti in altri cibi formano le nitrosammine, considerate potenzialmente cancerogene.

Page 12: Le etichette alimentari - WWF

• Polifosfati (E450) – Si trovano principalmente negli insaccati

cotti, il prosciutto cotto, la spalla cotta e nei formaggi fusi, per renderli più morbidi e succosi.

– Possono dare problemi digestivi e poiché forniscono all’organismo dosi massicce di fosforo, per poter essere eliminato, questo minerale è legato agli atomi di calcio e poi eliminato insieme. In pratica, un eccesso di fosforo si traduce in una perdita di calcio, a danno di ossa e denti.

– Sarebbe bene evitarli, soprattutto nell’alimentazione dei bambini; proprio per questi aspetti le nuove norme sul prosciutto cotto vietano l’uso di questi additivi nei prosciutti cotti di alta qualità.

Page 13: Le etichette alimentari - WWF

Categoria del

prosciutto Caratteristiche merceologiche

Prosciutto cotto

*ottenuto da parti diverse della coscia di maiale

*polifosfati o proteine di soia o del latte

(per trattenere l'acqua): ammessi

*aspetto leggeremente traslucido, gelatinoso

*umidità inferiore o uguale a 81%

Prosciutto cotto

scelto

*ottenuto da cosce di maiale intere

*polifosfati o proteine di soia o del latte

(per trattenere l'acqua): ammessi

*sono visibili le fasce muscolari della coscia

*umidità inferiore o uguale a 78,5%

Prosciutto cotto alta

qualità

*ottenuto da cosce di maiale intere. Carni mature.

polifosfati o proteine di soia o del latte

(per trattenere l'acqua): NON ammessi

*fasce muscolari ben distinte. Fette facilmente

staccabili

*umidità inferiore o uguale a 75%

Page 14: Le etichette alimentari - WWF

• Solfiti (da E220 ad E228) – Evita la fermentazione della frutta secca evitandone

l’imbrunimento naturale.

– Questi additivi sono irritanti per il tubo digerente e distruggono la vit. B1 fondamentale per il sistema nervoso.

– Inoltre, possono dare reazioni allergiche e sono sospettati di essere legati all’iperattivismo infantile.

• E220 Anidride Solforosa

• E221 Sodio Solfito

• E222 Sodio Solfito Acido

• E223 Sodio disolfito

• E224 Potassio Disolfito

• E226 Calcio Solfito

• E227 Calcio Bisolfito Acido

• E228 Solfito Acido di Potassio

Page 15: Le etichette alimentari - WWF

• Glutammato (E620, E621)

– Rafforza il gusto degli alimenti, lo troviamo in quasi tutti i piatti

pronti, nel dado, nelle salse, nelle patatine e snacks, ecc.

– Oggi si ritiene che possa causare mal di testa e problemi a livello

del sistema nervoso, ma solo nelle persone predisposte.

Page 16: Le etichette alimentari - WWF

• Acido alginico e arginati (da E400 ad E405)

carragenine (E406, E407).

– Sono addensanti presenti soprattutto nelle salse e

conferiscono loro la cremosità.

– Possono provocare reazioni allergiche e, se ingerite

in grandi quantità, alterano il metabolismo.

Page 17: Le etichette alimentari - WWF

• Mono e digliceridi degli acidi grassi (E471).

– Li ritroviamo molto spesso nelle merendine e nei

biscotti. Hanno la funzione di emulsionare, addensare

e conservare. L’organismo li utilizza come grassi.

Page 18: Le etichette alimentari - WWF

• Lecitina di soia (E322), Butilidrossianisolo (E320), Acido L-ascorbico (E300-E304). – Li ritroviamo nei prodotti da forno, cereali, biscotti e merendine.

Sono antiossidanti, impediscono che i grassi si ossidino, irracidendosi.

– La lecitina di soia non è considerata tossica, ma favorisce la metabolizzazione e il trasporto degli acidi grassi dal fegato alla periferia. In dosi elevate può influire sull’assorbimento intestinale.

– Per quanto riguarda l’E320, secondo alcuni, potrebbe distruggere la vitamina D, aumentare i livelli di colesterolo e causare allergia.

– L’acido L-ascorbico altro non è che la vit. C, è innocuo anche se in forti dosi può avere un effetto lassativo.

Page 19: Le etichette alimentari - WWF

• Sorbitolo (E420), Mannitolo (E421)

– Sono dolcificanti che possono causare problemi allo

stomaco.

• Coloranti gialli (da E101 ad E110)

– E102 ed E110 sono controindicati per chi è allergico

all’acido acetilsalicilico e per gli asmatici.

Page 20: Le etichette alimentari - WWF

• Per legge italiana ci sono prodotti che non possono contenere additivi: – acqua minerale;

– burro;

– caffè;

– latte;

– miele,

– olio di oliva;

– pasta secca;

– the in foglie;

– yogurt bianco;

– legumi e verdura fresca.

Page 21: Le etichette alimentari - WWF

QUANTITATIVO

• Molte volte appare il termine “peso

sgocciolato”, ciò indica che il prodotto è

immerso in un liquido, quindi deve esserne

indicata la quantità “peso sgocciolato” oltre

al peso netto.

• Attenzione a non farsi trarre in inganno dal

prezzo, comparare sempre il peso dei due

prodotti.

Page 22: Le etichette alimentari - WWF

TERMINE DI SCADENZA

•“da consumarsi preferibilmente entro….” = fino a quella data il prodotto garantisce le sue proprietà, ma può essere consumato anche per un breve periodo successivo alla data indicata (pasta e riso).

•“da consumarsi entro…” = va consumato entro quella data e non oltre (yogurt, latte, formaggi freschi).

•La data può essere indicata:

–gg/mese = per i prodotti che si conservano per meno di tre mesi (latte,formaggi freschi, yogurt)

–mese/anno = per i prodotti che si conservano più di tre mesi ma meno di 18 mesi (pasta all’uovo, biscotti, merendine, salse).

–Anno = per prodotti che si conservano per almeno 18 mesi (scatolame).

Molto spesso il consumatore è portato a scegliere un prodotto anziché un altro per il periodo di conservazione più lungo. In realtà un periodo di conservazione minore può indicare un minor utilizzo di conservanti o la presenza d’ingredienti più pregiati.

Page 23: Le etichette alimentari - WWF

• CODICE A BARRE – Il codice a barre, composto di un insieme di barre e

numeri, permette di risalire alla provenienza nazionale. Ad esempio: 80 Italia, 30 Francia, 400 Germania, 57 Danimarca, 45/49 Giappone….

• MATERIALE DELLA CONFEZIONE – Sulle confezioni troviamo infine indicazioni sul

materiale utilizzato per le confezioni:

– CA = cartone; AL = alluminio, PVC = polivinilcloruro, ACC = banda stagnata.

– Tutte queste indicazioni sono utili per il corretto differenziamento e smaltimento dei rifiuti.

in Italia si consumano ogni anno: 7 miliardi di bottiglie di vetro, 3 miliardi di bottiglie di plastica, 4 miliardi di sacchetti di plastica e 2

miliardi di contenitori metallici

Page 24: Le etichette alimentari - WWF

Attenzione agli slogan “

Senza……”

• “Senza zucchero”, se nell’etichetta troviamo riportato le seguenti

diciture “ sciroppo di glucosio”, “sciroppo di fruttosio”, “maltosio, “amido di mais”, “sciroppo di vegetali” vuol dire che l’alimento contiene indirettamente dello zucchero; queste sostanze hanno, infatti, un indice glicemico simile al saccarosio.

• Preferire prodotti dolcificati con succo di uva o succo di mela o fruttosio puro.

• “Senza grassi”, se nell’etichetta troviamo la dicitura “mono e digliceridi degli acidi grassi” essi sono metabolizzati dall’organismo come grassi. Preferire gli alimenti contenenti grassi mono- polinsaturi.

• “Senza calorie” o “Dietetico”, molte volte in questi prodotti troviamo come dolcificante l’aspartame.

• Evitare questi prodotti perché l’aspartame, è stato scientificamente provato, è un composto potenzialmente cancerogeno.

Page 25: Le etichette alimentari - WWF

MARCHI DI QUALITA’

I marchi di qualità sono certificazioni di prodotto riconosciute agli alimenti dalla Comunità

Europea che può riguardare la fase agricola della filiera agro-alimentare e/o le

successive fasi di lavorazione e trasformazione. Esse garantiscono al consumatore la

provenienza originale del prodotto e/o che il processo di produzione avvenga

secondo modalità legate a una tipicità territoriale.

Le certificazioni di prodotti vengono elaborate da Istituti o Enti di Certificazione che,

avendo ottenuto l’autorizzazione dal Ministero delle Politiche Agricole, si occupano di

garantire il rispetto del disciplinare che regola il marchio di qualità.

I marchi che riguardano i prodotti alimentari sono:

• DOP (Denominazione di Origine Protetta): possono fregiarsi del marchio DOP solo i

prodotti la cui produzione e la cui trasformazione ed elaborazione avviene in un'area

geografica delimitata e definita e le cui qualità e caratteristiche sono dovute

essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo di fattori

naturali ed umani.

• IGP (Indicazione Geografica Protetta): possono fregiarsi del marchio IGP solo i

prodotti la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione (anche uno solo)

avviene in un'area geografica determinata e definita e la cui qualità, reputazione o

altra caratteristica, possono essere attribuite all'origine geografica.

• SGT (Specialità Tradizionale Garantita): possono fregiarsi del marchio STG i prodotti

la cui specificità non è legata ad un'area geografica delimitata ma alla tradizione e

quindi all'utilizzo di materie prime tradizionali o ad una composizione tradizionale o ad

un metodo di produzione e/o trasformazione tradizionali.

Page 26: Le etichette alimentari - WWF

OGM Gli Organismi Geneticamente Modificati sono batteri, virus, piante, funghi e animali che

sono stati modificati in laboratorio in modo da determinare un cambiamento delle loro

caratteristiche genetiche. Questo cambiamento avviene trasferendo geni da un

organismo all’altro, in modo che vengano scambiate alcune delle loro caratteristiche

(es. il gene di un pesce viene inserito nelle fragole per conferire a queste ultime una

maggiore resistenza al freddo).

Principalmente queste modificazioni hanno lo scopo di conferire a organismi vegetali una

migliore resistenza a condizioni meteorologiche avverse, all’attacco di parassiti che li

infestano o a disinfestanti, per ottenere una maggiore produzione.

I rischi che si temono per il consumatore sono la possibile tossicità di questi organismi, la

possibile insorgenza di fenomeni di resistenza ad antibiotici (utilizzati per selezionare

l’organismo modificato) o lo sviluppo di allergie. Inoltre gli ambientalisti temono che

l’uso di OGM possa influire negativamente sull’ambiente, cancellando tutte le specie

con caratteristiche che le rendono inadatte al commercio (perdita della biodiversità) e

stimolando l’uso indiscriminato di disinfestanti e antiparassitari. In ultimo, si pensa

che saranno svantaggiati dall’introduzione degli OGM anche i coltivatori, poiché i

semi di varietà OGM sono molto costosi e richiedono trattamenti appositi.

L’informazione al consumatore è garantita dell’obbligo di indicare in etichetta la

presenza di OGM se questi superano lo 0,9%.

Page 27: Le etichette alimentari - WWF

AGRICOLTURA BIOLOGICA

E’ a coltivazione che avviene impiegando esclusivamente prodotti d’origine vegetale o

minerale per i trattamenti alle piante e ai frutti (quindi il non impiego di prodotti chimici).

Per garantire il rispetto delle norme che regolano l’agricoltura biologica esistono degli Enti

Certificatori privati a loro volta accreditati da istituzioni nazionali ed europee.

Sull’etichetta di un prodotto si possono trovare le diciture:

• DA AGRICOLTURA BIOLOGICA: presente nella denominazione di vendita prodotti

ad ingrediente unico e di prodotti trasformati se almeno il 95% degli ingredienti è di

origine biologica.

• IN CONVERSIONE ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA: presente in etichetta quando

un solo ingrediente è coltivato da almeno 12 mesi in regime di agricoltura biologica.

Esiste una terza possibilità, ovvero quando abbiamo un prodotto in cui dal 70% al 95%

degli ingredienti è di origine biologica. In questo caso la parola “biologico” non compare

nella denominazione di vendita, ma solo nell’elenco degli ingredienti e nella frase “XX%

degli ingredienti di origine agricola è stato ottenuto conformemente alle norme della

produzione biologica”.

Se gli ingredienti di origine biologica sono meno del 70%, non può esserci nessun

riferimento al biologico in etichetta.

I prodotti di origine biologica devono inoltre indicare in etichetta:

• il nome, il codice e il marchio dell’organismo di controllo

• il codice del produttore

• il numero di autorizzazione

• la dicitura “organismo di controllo autorizzato con D.M.Mi.P.A.A.F. n ... del ... in

applicazione del reg. CEE n. 2092/91.

Page 28: Le etichette alimentari - WWF

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

I prodotti del Commercio Equo e Solidale (identificati dalla scritta Fair Trade-Transfair)

sono prodotti generalmente provenienti dai Paesi in Via di Sviluppo i cui produttori

sono riuniti in cooperative e ai quali viene corrisposto un prezzo che gli permette una

vita dignitosa, cosa che non avviene ai quei contadini che vendono i loro prodotti alle

multinazionali. Attraverso questo canale di commercializzazione si trovano prodotti

alimentari quali caffè, zucchero di canna, cioccolato, banane, the, ananas, ...

Questi prodotti hanno infatti un prezzo maggiore degli analoghi commercializzati dalle

multinazionali, ma se li acquistiamo abbiamo la garanzia che venga pagato un prezzo

equo ai produttori, che venga favorito le opportunità di sviluppo, soprattutto delle

donne e delle popolazioni indigene e che non siano stati ottenuti attraverso lo

sfruttamento del lavoro minorile.

Anche se ultimamente sono presenti in qualche supermercato, i prodotti del Commercio

Equo e Solidale sono solitamente venduti nelle cosiddette Botteghe del Mondo, dove

troviamo non solo prodotti alimentari, ma anche artigianato e articoli tessili;

acquistare in una bottega piuttosto che in un supermercato vuol dire avere una

maggiore possibilità di scelta e avere informazioni sui prodotti e sui progetti che

vengono portati avanti attraverso il Commercio Equo e Solidale.

Page 29: Le etichette alimentari - WWF

PESCE E PRODOTTI ITTICI

L’etichetta del pesce deve riportare obbligatoriamente:

• Denominazione commerciale e scientifica della specie

• Metodo di produzione: “prodotto della pesca” se proviene dal mare aperto, “prodotto della pesca in acqua dolce” se proviene da fiumi o laghi o “prodotto da acquacoltura” se proviene da allevamenti;

• Provenienza: indicata come zona di cattura per i pesci pescati in mare aperto e come Paese di produzione per i pesci allevati; le zone di provenienza per il pesce pescato sono:

21 Atlantico nord-occidentale

27 Atlantico nord-orientale

27 III d Mar Baltico

31 Atlantico centro-occidentale

34 Atlantico centro-orientale

41 Atlantico sud-orientale

37.1 37.2 37.3 Mar Mediterraneo

37.4 Mar Nero

51 57 Oceano Indiano

61 67 71 77 81 87 Oceano Pacifico

Page 30: Le etichette alimentari - WWF
Page 31: Le etichette alimentari - WWF

CARNE

Carni bovine

L’etichetta della carne bovina deve presentare obbligatoriamente le seguenti indicazioni:

• Paese di nascita del bovino

• Paese d’ingrasso (cioè dove l’animale è stato allevato)

• Paese di macellazione e numero di riconoscimento dello stabilimento di macellazione

• Paese di sezionamento e numero di riconoscimento dello/degli stabilimento/i di

sezionamento

• Codice di tracciabilità (numero di identificazione di ogni singolo capo)

Sono facoltative invece le indicazioni relative a:

• Razza e categoria

• Sistema di allevamento

• Data di nascita dell’animale

Carni avicole

Per le carni avicole, come per le uova, è obbligatoria la sigla relativa al Paese (ad

esempio IT), il numero identificativo di registrazione, la data e il numero di lotto di

macellazione, la date di sezionamento o numero di lotto di sezionamento.

Se i volatili provengono da altri Stati, occorre specificare, in chiaro, il Paese di

provenienza e la data di introduzione nel territorio italiano.

Page 32: Le etichette alimentari - WWF

Per concludere….

• E’ una buona regola acquistare prodotti confezionati il meno possibile. Impariamo a servirci dei prodotti di stagione, freschi, evitando i cibi precotti e confezionati nei quali l’uso di additivi è spesso importante.

• Riscopriamo la cucina tradizionale, utilizzando ingredienti naturali di prima qualità, cucinati in modo semplice e leggero.

• Quando si fa la spesa è preferibile acquistare di meno ma prodotti di qualità invece di riempire la dispensa di prodotti scadenti.