Le belle ville di Tarcento - ictarcento.gov.it Avventurose... · Acrostico di Pasqua Pace Amore...

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1 ATTRATTIVE DEL FRIULI Le belle ville di Tarcento La nostra bella cittadina, Tarcento, è una delle più affascinanti località del Friuli. È chiamata “La Perla del Friuli” ed è attraversata dal torrente Torre che l’adorna come un nastro d’acqua spumeg- giante. Le sue bellezze non sono soltanto naturali ma anche architettoniche. Sulle colline tarcentine, infatti, ci sono tre belle ville: Villa Angeli, Villa De Rubeis Florit e Villa Moretti. Quest’ultima si trova sul pendio della collina di Coia, sulla cui sommità si ergono i ruderi dell’an- tico “Castellaccio”. È stata ideata per la famiglia Menazzi Moretti tra il 1897 e il 1900 e costruita nel 1904. È in uno stile Liberty: la sua facciata ha de- corazioni geometriche e floreali. Adesso la villa è disabitata; l’interno viene sfruttato come luogo di esposizione di opere d’arte come quadri e statue di vari artisti. Questa villa viene uti- lizzata anche per concerti e feste. Il giorno 26 settembre, le classi quinte della Scuola Primaria di Tarcento, sono andate a visitare la mo- stra delle opere esposte in quei giorni a Villa Mo- retti. Hanno ammirato diverse varietà di quadri e scul- ture create da diversi artisti: Vidoni, Dreossi, Er- macora, Anzil, Turrin, Ceschia, Lucatello, Cragno- lini, Brolese, Agosto, Vidotti e de Martin. Alcuni erano ritratti o autoritratti; altri erano disegni astratti; c’erano anche paesaggi, sia reali che inven- tati. Le sculture erano in pietra, legno, marmo o bronzo. Alla base della collina di Coia, è situata la Villa Angeli. A questa appartiene un grande giardino, in cui si trovava l’antico albero che era il più vecchio del Friuli-Venezia Giulia, conosciuto da tutti come “Nonno Albero”. Quando aveva 400 anni, durante una forte tempesta, venne colpito da un fulmine che lo indebolì. Così, i suoi proprietari l’hanno fatto sradicare perché era pericoloso in quanto sarebbe potuto cadere. Questa villa è stata costruita nel XV secolo. È stata poi modificata tra il XVII e il XVIII secolo. Il giardino è circondato da un muretto di mattoni, invece l’interno è decorato con dipinti del 1900 di Francesco Barazzutti. Probabilmente la Villa Angeli prima di essere dei nobili di Prampero era della famiglia Frangipane, i castellani. I nobili di Prampero nel 1646 donarono la proprietà alla “Fraterna dei Battuti” di Tarcento. Poi nel 1725 la acquistarono i fratelli Zai. continua a pag. 4

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ATTRATTIVE DEL FRIULI

Le belle ville di Tarcento La nostra bella cittadina, Tarcento, è una delle più affascinanti località del Friuli. È chiamata “La Perla del Friuli” ed è attraversata dal torrente Torre che l’adorna come un nastro d’acqua spumeg-giante. Le sue bellezze non sono soltanto naturali ma anche architettoniche. Sulle colline tarcentine, infatti, ci sono tre belle ville: Villa Angeli, Villa De Rubeis Florit e Villa Moretti. Quest’ultima si trova sul pendio della collina di Coia, sulla cui sommità si ergono i ruderi dell’an-tico “Castellaccio”. È stata ideata per la famiglia Menazzi Moretti tra il 1897 e il 1900 e costruita nel 1904. È in uno stile Liberty: la sua facciata ha de-corazioni geometriche e floreali. Adesso la villa è disabitata; l’interno viene sfruttato come luogo di esposizione di opere d’arte come quadri e statue di vari artisti. Questa villa viene uti-lizzata anche per concerti e feste.

Il giorno 26 settembre, le classi quinte della Scuola Primaria di Tarcento, sono andate a visitare la mo-stra delle opere esposte in quei giorni a Villa Mo-retti.

Hanno ammirato diverse varietà di quadri e scul-ture create da diversi artisti: Vidoni, Dreossi, Er-macora, Anzil, Turrin, Ceschia, Lucatello, Cragno-lini, Brolese, Agosto, Vidotti e de Martin. Alcuni erano ritratti o autoritratti; altri erano disegni astratti; c’erano anche paesaggi, sia reali che inven-tati. Le sculture erano in pietra, legno, marmo o bronzo.

Alla base della collina di Coia, è situata la Villa Angeli. A questa appartiene un grande giardino, in cui si trovava l’antico albero che era il più vecchio del Friuli-Venezia Giulia, conosciuto da tutti come “Nonno Albero”. Quando aveva 400 anni, durante una forte tempesta, venne colpito da un fulmine che lo indebolì. Così, i suoi proprietari l’hanno fatto sradicare perché era pericoloso in quanto sarebbe potuto cadere. Questa villa è stata costruita nel XV secolo. È stata poi modificata tra il XVII e il XVIII secolo. Il giardino è circondato da un muretto di mattoni, invece l’interno è decorato con dipinti del 1900 di Francesco Barazzutti. Probabilmente la Villa Angeli prima di essere dei nobili di Prampero era della famiglia Frangipane, i castellani. I nobili di Prampero nel 1646 donarono la proprietà alla “Fraterna dei Battuti” di Tarcento. Poi nel 1725 la acquistarono i fratelli Zai. continua a pag. 4

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Pasqua

La Pasqua è nuova ogni anno e anche gli adulti lo sanno. I bambini con tanta felicità

hanno uno sbalzo di creatività e colorano biglietti d’auguri per far felici i loro genitori. Ci son le uova di cioccolata

Che poi verrà mangiata. Che pace, che bellezza!

I grandi li guardano con tenerezza.

Lisa Calligaro

Viole di Primavera

Viole, violette siete belle e profumate

quando spuntano anche le erbette siete tutte colorate.

Nuvole grigie e inverno, via dalla mia finestra!

Così all’aperto puoi giocare e il freddo dimenticare.

Questa storia è tutta vera perché è arrivata la primavera!

Noemi Cimbaro

Pasqua

La Pasqua è tranquillità dove i bambini sono in libertà,

in questo giorno fanno tutti la pace e su tutto il mondo la discordia giace.

Tutte le famiglie sono felici e trascorrono la Pasqua con amici.

Noemi Cimbaro

Primavera

La Primavera è una curiosità,

che ti riempie di felicità. L’inverno se n’è andato,

e l’amore è tornato. Si esce fuori a giocare,

fino al tramonto lo puoi fare. Ma ricordati questa cosa,

la primavera profuma… di rosa.

Lisa Comisso

Primavera

Il cielo si apre, vedendo le capre, ritorni bambino,

un bambino carino, i colori rivedendo, scoprili ridendo,

insieme alla primavera, riscopri un’amicizia intera.

. Kledi Memolla

Pasqua

I colori, diventano fiori.

Ora l’amore gira in tondo, attorno al mondo. Tutti sono felici,

e diventeranno amici. Ora il cuore ingrandisce,

e la guerra finisce. Finalmente l’amore regnerà, e tutto il mondo s’illuminerà.

Sara Aldea Ilie

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Pasqua

Il coniglio le uova nasconderà, e qualche bambino le scoverà. A Pasqua la sorpresa è felicità,

per ogni bambino che la troverà.

Kledi Memolla

Acrostico di Pasqua

Pace Amore

Simpatia Qualità

Umorismo Amicizia

Yasin El Msatfi

disegno di Alice Tonizzo

Poesia d’autore

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continua dalla prima pagina Infine, Villa De Rubeis Florit, la terza di cui vi par-liamo, una villa veneta del XV secolo, adesso è un albergo con un ristorante e un bar. Un tempo era una villa famosa per le sue belle sale con stucchi e per il suo magnifico giardino. a cura del comitato di redazione: Giovanni Candolini, Mirko Cattivello, Tommaso Degano, Eleonora Fabro, Samanta Flamigni, Kristina Iaremenko, Matteo Oro, Veronica Petris e Martina Petrossi

Pierino chiede al papà: ”Papà…” e il papà: ”Finisci

di mangiare prima di parlare!” E Pierino: ”Papà,

ma…” e il papà: ”Finisci di mangiare!” Pierino

finisce, e il papà: ”Adesso puoi parlare.” E

Pierino: ”Ah, è solo che avevo una mosca nella

minestra!”

Due uomini sono nel deserto e uno ha una por-

tiera sul braccio. L’altro gli chiede: ”Ma perché

ti porti una portiera nel deserto?” E l’altro: ”Così

se ho troppo caldo posso abbassare il fine-

strino!”

Un bambino dice al papà: ”Papà oggi ho preso

dieci!” E il papà: ”Bravo! In quale materia?” Il

bambino: ”4 in storia, 1 in grammatica e 5 in ma-

tematica!”

Un muto dice a un sordo: ”C’è un cieco che ci

spia!”

Se il tuo ragazzo ti lascia gridagli: “America!”,

così si ricorderà che siete STATI UNTI e che

l’amore non è “USA e getta”.

Un maiale come fa ad andare all’ estero? Col

passaPORCO!

Cosa faceva uno sputo su una scala? Saliva!

Qual è il colmo per un giardiniere? Piantare la

sua fidanzata ogni anno! a cura di Riccardo Merluzzi

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disegno di Leila Sbihi

La Pasche di tradizion friulane, e je un testemoni di identitât culturâl e storiche. Cun dumenie ulive si jentre te setemane sante, in chei timps si podeve viodi dai fruts zìrâ pai borcs cu lis scraçulis,1 par visà l'ore des funzions. Une vore sintude e je ancje la procession dal vinars sant. Sul tart de sabide sante, scampanotâ des cjampanis dal “Glorie”, che anunziavin la resurezion di Jesù Crist. Domenie tal dopomisdì si leve a”butà l'ûf”: a jerin ûfs dûrs, bulîts cun lis scussis de cevole che pituravin il scus, o vevin ancje dai narançs, si faseve a gare cui che al tirave plui adalt, cuant che l'ûf al colave in tiere si rompeve e si lu mangjave, si mangjave il salam, il formadi e altris pitancis. Une des usancis plui popolâr e je chê di regalâsi dai ûfs di pasche. Tal doman lunis che pûr al jere festîf, si lu clamave “Pascute dal agnul”, si tornave di gnûf, cheste volte lavin nome i fruts cul nono, il rest de famee a restave a cjase. Cusì e finive in “Glorie “la setemane sante. BUINE PASCHE A DUCJ!! a cura di Lara Biasizzo e Lara Tomadini La Pasqua della tradizione friulana è una testimonianza dell’identità culturale e storica. Nella domenica dell’ulivo si entrava nella settimana santa. Anticamente si potevano vedere dei bambini girare nei borghi con le “scarassole” per avvisare l’ora delle funzioni. Molto sentita è anche la processione del venerdì santo. Sul tardi del sabato santo, lo scampanio delle campane del Gloria, ci annunciava la resurrezione di Gesù Cristo. Domenica, dopo pranzo, si andava a “buttare l’uovo: erano uova dure, bollite con la buccia delle cipolle e a cui si dipingeva il guscio, avevano anche delle arance, si faceva a gara a chi lanciava più in alto, quando l’uovo cadeva a terra si rompeva e lo si mangiava, non mancavano il salame, il formaggio e altre pietanze. Una delle usanze più popolari è quella di regalarsi delle uova di Pasqua. Il giorno dopo, lunedì, che era festivo, si chiamava “Pasquetta dell’Angelo”, si usciva di nuovo, questa volta andavano via solo i bambini con il nonno e il resto della famiglia rimaneva a casa. Così finiva in “Gloria” la settimana santa. Buona Pasqua a tutti!

1 Antico strumento sonoro di legno che si faceva roteare dal manico per produrre il suono.

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Quest’anno in marzo, iniziano le vacanze di Pasqua. È una particolare festività religiosa che celebra

la Resurrezione di Cristo.

Prima che i Cristiani festeggiassero la resurrezione di Cristo, in questo periodo tutti i popoli

europei festeggiavano l’arrivo della primavera dopo il lungo inverno rigido e nevoso.

Quando è primavera la natura si risveglia e proprio in questa bellissima stagione anche Gesù

risorge: cosi è arrivata questa festività. Ogni Paese ha le sue tradizioni pasquali.

In Italia, all’ora di pranzo si va a mangiare invitando tutti i famigliari. Dopo pranzo si mangiano

le uova di Pasqua e le colombe pasquali che sono dolci a forma di colomba che è il simbolo della pace.

In alcuni Paesi, quelli anglosassoni, il giorno di Pasqua un coniglietto arriva saltellando a portare le

uova colorate, che però nasconde in modo che i bambini debbano cercarle.

In Francia, invece, a nascondere le uova sono… le campane! Si dice che le campane delle chiese

Francesi volino in Italia prima di Pasqua, e che al ritorno lascino cadere le uova che i bambini

andranno a cercare.

In Spagna, nella settimana di Pasqua, vedrai i balconi delle case ornati di rami di palma. Gli

spagnoli dicono che le palme proteggono dai temporali e dai fulmini.

Puoi dipingere sulle uova di Pasqua figure o disegni meravigliosi come fanno in Russia, in Polonia

e altri Paesi d’Europa. a cura di Emanuele Calicchia, Lorenzo Cossio e Mattia Giusto

Usanze Pasquali Europee

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Nel calendario gregoriano e giuliano quello bisestile è l’anno che ha 366 giorni, cioè un giorno in

più dell’anno normale. Questo giorno supplementare si aggiunge al mese di febbraio (che così ha 29

giorni anziché solo 28). L’anno bisestile cade ogni 4 anni. Sono bisestili gli anni il cui numero sia

esattamente divisibile per 4.

La parola ha origine da una superstizione dei Romani che consideravano malefico il mese di febbraio

dedicato al dio dei morti. Quando Cesare decise di introdurre l’anno di 366 giorni, non osò allungare

questo mese e così ricorse a un’astuzia.

Aggiunse un giorno a febbraio, ma quasi per ignorarlo non gli diede un nome particolare.

Lo definì “bis sextus”, cioè due volte sesto, bi-sesto.

a cura di Matteo Costanza e D. Joshua Evangelista

Ariete 21 marzo 20 aprile Ultimamente siete arrabbiati e malinconici e avete litigato con un compagno. In prima-vera farete pace e costruirete nuovi rapporti.

Toro 21 aprile 20 maggio I tuoi fratelli si aspettano molto da te, tu sei felicissimo. Giocherete sempre insieme e vi divertirete molto!

Gemelli 21 maggio 21 giugno Quando ci sarà un’eclissi, la sera stessa, farai un pigiama party con i tuoi amici! continua a pag.9

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intervista a cura di Lara Biasizzo Il nostro compagno Leonardo Vidoni ha proposto a suo padre di visitare Amsterdam. Ora ci racconterà il suo viaggio: In quale periodo dell’anno sei andato in Olanda? Ci sono andato in estate, precisamente il 21 luglio e sono ritornato il 28. In quale aeroporto italiano hai preso l’aereo? Mi sono imbarcato all’aeroporto di Venezia. Com’è stato vedere Amsterdam per la prima volta? È stato molto bello ed emozionante. Com’era il clima? Il clima era ventoso e fresco con giorni di pioggia. Che lingua parlavi? Parlavamo inglese e non era semplice. Che cosa hai fatto appena arrivato? Abbiamo raggiunto l’hotel Lloyd e, dopo aver posato i bagagli, siamo andati in giro per Amsterdam. Cosa ti è piaciuto di più? Mi è piaciuto di più il Museo della Scienza “Nemo”. Quali attrattive ci sono in quella città? Molte. Ho visitato: il Museo dell’Arte Fiamminga, il Museo di Van Gogh, il Museo delle Arti Ebraiche, il Museo di Rembrandt, il Museo di Mondrian e la casa di Anne Frank. Cosa hai fatto nei vari giorni in quella città? Siamo andati in giro per tutta la città e abbiamo provato le cose tipiche.

Hai visitato solo Amsterdam o anche altre località turistiche olandesi? Ho visitato altre città, tra cui Rotterdam: una città con molta architettura moderna vicino al Mare del Nord. Ho visto anche un altro paese attraversato da un fiume, abbastanza lontano da Amsterdam e un altro paese ancora, diventato città turistica perché si affaccia proprio sul Mare del Nord. Quali sono i piatti tipici olandesi? I piatti tipici che ho provato sono: del pane con sopra burro e cioccolata, del pane con le aringhe, una torta di mele piena di panna e, come ultima pietanza, ho mangiato del pane con formaggio e pomodori. Ti sei trovato bene? Mi sono trovato molto bene, anzi benissimo. Come ti sei spostato? Mi sono spostato in tram e qualche tratto in nave ma, a malincuore non sono riuscito ad andare in bicicletta. Perché Amsterdam è chiamata “la Venezia del Nord”? Perché è attraversata da canali ma, diversamente da Venezia, ci si può ancora muovere in auto. Gli olandesi hanno avuto idee geniali? Si, hanno avuto idee geniali: bottigliette d’acqua con dentro foglie di piante aromatiche. Se la bevevi, quell’acqua sapeva di quella pianta. Quali artisti hanno reso famosa Amsterdam?

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Beh, ad Amsterdam ci sono stati molti artisti che l’hanno resa famosa: Mondrian, Rembrandt e so-prattutto Vincent Van Gogh. Cosa hai apprezzato in particolare? In quel paese di cui, scusate, non ricordo il nome, c’era una grande piazza dove si vendeva il for-maggio.

Ci torneresti? Si, ad Amsterdam ci tornerei volentieri.

continua da pag.7

Cancro 22 giugno 22 luglio Ultimamente non siete più an-dati a fare spese con i genitori? Tra qualche giorno andrete a comprare dei vestiti per una fe-sta di compleanno in ma-schera.

Leone 23 luglio 23 agosto Quando Plutone si avvicinerà alla Terra e la marea sarà alta trove-rete tante conchiglie.

Vergine 24 agosto 22 settembre A volte siete un po’ rattri-stati…ma la Pasqua vi tirerà su

d’umore, andrete in spiaggia e mangerete la pizza.

Bilancia 23 settembre 22 ottobre Chi amate ultimamente sta lon-tano da voi e vi tiene all’oscuro di tutto. Ma quando Nettuno sarà allineato alla Terra il vostro amore vi porterà a Parigi. continua a pag. 12

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Il 4 febbraio, il giorno di Carnevale, alle 14:30 siamo andati in auditorium per assistere a uno spettacolo in lingua inglese. Lo spettacolo si intitolava “Alice in Wonderland”. Era la storia di una ragazzina che, leggendo il suo libro preferito, si addormentò sotto un albero, risvegliandosi poi dentro alla storia del suo libro. Incontrò White Rabbit (il Bianconiglio) e Mad Hatter (il Cappelaio Matto). Essi la invitarono ad un tea party. A questo punto, gli attori hanno fatto salire sul palco i nostri compagni Vittoria Marzaro e Mathias Hutter, anche loro invitati al tè di Mad Hatter! Tutti erano agitati e così Alice voleva tornare a casa, ma i suoi amici l’avvertirono che la terribile Queen of Hearts (la regina di cuori) le poteva tagliare la testa. Infatti, poi Alice udì una voce che urlava: “TAGLITELE LA TESTA!!!”. Arrivò la regina e la sfidò a cricket, ma la palla era un riccio e la mazza un fenicottero! Alice cercò di sal-vare i due animaletti e scappò con il riccio e il fenicottero. Alla fine trovò sopra un tavolo dei dolcetti e una bottiglia: mangiò un pasticcino e bevve il contenuto della bottiglia e subito si addormentò. Al suo risveglio si trovò di nuovo sotto l’albero. Sarà stato un sogno o realtà? Durante la storia gli attori cantavano insieme ai bambini queste canzoni:

SONG 1 Wonderland, wonderland Where do you hide? What do you offer, as I walk on by? Wonderland, wonderland Show me the way To find my way home, to find my way home To find my way home once again. SONG 2 I’m late, I’m late For a very important date No time to talk Must run, not walk I’m late, I’m late, I’m late We’re late, We’re late

For a very important date No time to talk Must run, not walk We’re late we’re late, we’re late SONG 3 I am the queen, the queen of hearts And I like to chop off heads. Not your hands or your feet, not your arms or your legs But your head, your head, your head! Not your fingers or your toes, not your ears or your nose But your head, your head, your head! a cura di Anna Iris Adami e Chiara Contessotto

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Il giorno 26 gennaio 2016 abbiamo assistito a una fiaba musicale: “La principessa Furbetta” messa in scena dalla scuola di musica “Musica Mia.” I per-sonaggi e interpreti della fiaba sono insegnanti di musica. È un gruppo formato da nove persone che suonano strumenti diversi e recitano. Questa è la storia che hanno rappresentato. Tanto tempo fa, in un castello vivevano un re e una regina che avevano una figlia: Furbetta. Non era una principessa qualunque: era furba e agitata fin da piccola, si divertiva a fare scherzi e strafogarsi di dolci, solo per questo le piacevano le feste. Le cose non cambiarono neanche da fanciulla, non voleva sposarsi e passava ore e ore all’aria aperta con i suoi amici animali. Il re e la regina iniziarono a preoccuparsi: il padre temeva che Furbetta non avrebbe preso una buona strada, la mamma invece, volendo avere tanti nipo-tini da coccolare, si disperava. Erano preoccupati anche per le tante decine di pretendenti provenienti da tutto il mondo, venuti per chiedere la sua mano. Il padre scriveva elenchi dei pretendenti più saggi e belli. Così, i genitori organizzarono un ballo dove Fur-betta avrebbe scelto l’aspirante giusto. Furbetta accettò per i dolciumi del buffet, e alla fine della serata nessun principe era riuscito a ballare con lei. A un certo punto si sentì stanca e allora andò a dormire. La mattina seguente si svegliò e vide tutti i principi del giorno precedente. Allora disse: “Vi sottoporrò delle gare, chi vincerà avrà la mia mano!” Come

prima prova, il Barone Coltrane recitò una poesia, ma Furbetta soltanto dopo 1 minuto si annoiò e disse: “Avanti il prossimo.” La seconda prova era la velocità, Furbetta portò il Conte Rotella a fare un giro in moto, sapendo che aveva paura della velocità, e infatti egli si ritirò. Per la terza prova, Furbetta andò in cima alla torre e il Visconte Vertigo doveva salvarla, ma avendo paura dell’altezza egli non superò la prova. Alla quinta prova, Furbetta andò a fare spese con il Duca Facchinelli, ma dopo 100 negozi egli si gettò a terra con tutti i vestiti comprati dalla principessa e non superò la prova. Per la sesta prova, il nuota-tore Conte la Pinna, doveva recuperare l’anello magico nell’acqua dei pesci rossi, ma poco dopo arrivarono gli squali e tirare fuori l’anello fu un’im-presa difficile. Nessuno superò le prove, quindi i principi se ne an-darono. I genitori si arrabbiarono e cercarono di convincere i principi a rimanere regalando loro de-naro. Quando le speranze sembravano finite, arrivò il principe Bel Moro, che superò tutte le prove con astuzia e coraggio. Allora Furbetta gli diede un ba-cio e… egli si trasformò in un ranocchio! I genitori erano disperati. I principi se ne andarono via da Furbetta, che visse per sempre felice e fur-betta!! Facendo sempre scherzi a tutti! Gli artisti che hanno interpretato questi personaggi erano: Chiara Rossi (Furbetta)all’arpa, Giovanni Fabris (re, padre di Furbetta) al violoncello, continua a pag. 12

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continua dalla pagina precedente

Francesca Rossi (regina, madre di Furbetta) al violino, Davide Iuri (Barone Coltrane) al saxofono, Ric- cardo Sist (Conte Rotella) alla chitarra, Milica Iovanovic (Visconte Vertigo) al clarinetto, Paolo Cher (Duca Facchinelli) al pianoforte, Daniele Rosi (Conte La Pinna) al contrabbasso. La storia era narrata da Michele Rossi (principe Bel Moro). a cura di Emma Buttazzoni e Aurora Zanutti

continua da pag. 9

Scorpione 23 ottobre 22 novembre In questi giorni avrete una grande fortuna perché Saturno e Venere si sposteranno verso est e voi avrete nuove avventure.

Sagittario 23 novembre 21 dicembre Quando vincerete un gratta e vinci andrete a vivere in una villa e avrete un cavallo.

Capricorno

22 dicembre 20 gennaio Quando Giove e Marte si incon-treranno vincerete la lotteria e andrete con una crociera di lusso in Grecia per andare a trovare una cugina.

Acquario 21 gennaio 19 febbraio Farete nuove amicizie, la vostra famiglia sarà molto più legata di prima! Incontrerai dei vostri

compagni e non sarete mai giù d’umore.

Pesci 20 febbraio 20 marzo A Pasqua riceverete talmente tante uova che tutto il ciocco-lato rimanente lo userete per fare una torta!

Felice Pasqua, le stelle ve lo augurano!

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IL MARE MAGICO DEI CARAIBI C’erano una volta, qualche tempo fa, tre sorelle che abitavano ai Caraibi. La più grande era Valentina, di diciassette anni, la media era Eleonora, di quindici anni, e la piccola, che aveva dodici anni, si chiamava Anna. Valentina, il 18 gennaio di quell’anno, avrebbe compiuto diciotto anni. Le ragazze sapevano dal padre che la loro mamma abitava in un luogo lontano e irraggiungibile. La loro mamma, Flora, ai loro compleanni regalava sempre cose magiche e che avevano a che fare con il mare. Questo le incuriosiva. Il giorno del diciottesimo compleanno di Valentina, la mamma regalò alle ragazze delle collane con le perle e un biglietto con scritto: Indossate queste collane, andate in riva al mare e dite questa frase: “sirena io sarò e così mi trasformerò”. Le ragazze fecero come era scritto, e come per magia si trasformarono… in sirene! Le ragazze erano meravi-gliate, Valentina aveva la coda azzurra, Eleonora verde acqua e Anna indaco.

Dopo essersi trasformate, Valentina vide una delfina rosa, intrappolata nella cabina di un vecchio relitto. Preoccupate, le ragazze nuotarono velocemente da lei per salvarla. Con qualche colpo di coda riuscirono a rompere un oblò di quella cabina. continua a ‘pag. 15

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Albert Schweitzer

Dopo Ghandi e Madre Teresa di Calcutta non po-

tevamo non raccontare del Premio Nobel per la

pace Albert Schweitzer.

Albert Schweitzer nacque nel 1875 nell’ Alta Alsa-

zia, in una famiglia di religione protestante. La sua

passione per la musica nacque ascoltando l’organo

in una chiesa protestante. Divenne un ottimo mu-

sicista, infatti, a soli sette anni compose il suo

primo inno e l’anno dopo imparò a suonare l’or-

gano della chiesa.

Da grande studiò a Mulhouse e poi a Strasburgo

dove si laureò in teologia e in filosofia.

Ordinato curato della Chiesa di San Nicola nel

1900, l’anno seguente divenne direttore dell’isti-

tuto teologico.

Fu famoso nel mondo musicale come organista.

Alcuni anni dopo, lesse su un giornale che a Lam-

barènè, nell’ Africa equatoriale francese (attuale

Gabon), c’era molta povertà e con questa molte

malattie, e c’erano molte persone che avevano bi-

sogno di cure. Mancavano i medici. Così decise di

diventarlo.

Nel 1911 si laurea anche in medicina, per il suo in-

teresse per l’umanità sofferente, e a Parigi si spe-

cializza in malattie tropicali.

Si sposò con una donna che divenne infermiera per

aiutarlo, e tenne conferenze in tutta Europa per

sensibilizzare e raccogliere fondi per i malati e i po-

veri dell’Africa. Le attività che amava di

più erano: musica, teologia e medicina, esse si fu-

sero insieme e grazie a queste conoscenze fondò

una scuola nella quale, oltre a insegnare, riparava

gli oppressi e gli animali.

Nel 1952, per le sue imprese umanitarie, gli viene

assegnato il premio Nobel per la pace. Con il de-

naro del premio, Schweitzer portò a termine il vil-

laggio dei lebbrosi, che venne inaugurato nel 1954

con il nome di “VILLAGE DELLA LUMIERE” (VILLAG-

GIO DELLA LUCE).

Albert Schweitzer si spense il 4 settembre 1965

nell’ “suo villaggio” africano. Venne poi sepolto vi-

cino alla moglie, morta nel 1957 a Zurigo.

Fu un filosofo che lasciò ai posteri l’esempio della

sua vita donata ai più bisognosi. Fu anche un arti-

sta che con la sua musica, oltre che con la sua me-

dicina, riuscì a curare la tristezza della povertà.

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Tra le sue opere si ricordano: “Il regno di Dio e la

cristianità delle origini” (1967) e l’autobiografia “La

mia vita e il mio pensiero”.

Fu un filantropo che insegno ad amare il prossimo

e ad aiutare le persone malate o povere e, secondo

noi, uno come lui non poteva fare altro che ricevere

il premio Nobel.

a cura di Samuele Riillo e Leonardo Vidoni

continua da pag.13

La delfina Didì ringraziò le ragazze per averla sal-vata. Didì chiese alle sirene dove stavano andando e, scoprendo che erano nuove arrivate, parlò loro di Mermadia, la capitale del mondo delle sirene. Le ragazze decisero di andarci. Durante il tragitto Didì raccontò molte cose sulle sirene e sull’arco magico: - Per entrare a Mermadia bisogna far vedere la col-lana di perle che ogni sirena possiede. Finalmente si trovavano davanti all’arco, dove bi-sogna far vedere la collana di perle, simbolo di Mermadia. L’incantesimo per entrare a Mermadia funzionò a meraviglia, l’arco si aprì e si trovarono a… Mer-madia! Mermadia era favolosa, era come una nostra città: negozi, parchi, case, musei, solo che erano fatti di cristallo e pietre preziose e, al posto di noi umani, c’erano sirene e tritoni. Quel giorno era speciale perché era il compleanno della regina: Ariel. Stava per iniziare la parata, e le sirene decisero di andarla a vedere. Durante la parata sfilavano sirene ballerine, clown, carri addobbati e…la regina nel suo carro. Appena videro la regina… la riconob-bero… era la loro madre! Alla fine della parata se-guirono la regina, di nascosto, fino al castello, dove entrarono e le chiesero: - Scusaci, ma… tu chi sei? La regina rispose: - Sono vostra madre. Le ragazze le nuotarono incontro e l’abbraccia-rono. Le sirene, felici e confuse le domandarono alcune cose: - Siamo principesse? Perché vivi qua giù? Ecco il perché dei regali che avevano a che fare con il mare… La regina rispose: - Voi siete le principesse di Mer-madia, io vi ho fatto nascere sulla Terra perché, vi-sto che mio padre era il re, io dovevo diventare re-gina alla sua morte. Allora sono dovuta tornare a Mermadia. Non potevo portarvi giù, siete nate

umane. Allora a malincuore vi ho lasciato con vo-stro padre che si è preso cura di voi. Adesso hanno trovato una formula per far diventare un umano si-rena: la collana di perle. I vostri veri nomi sono Onda, Azzurra e Perla. Il mio Ariel. Voi potete ve-nire qua giù quando volete, però dovete tornare sulla Terra dopo otto ore, sennò diventate umane definitivamente. Le ragazze parlarono con la mamma e visitarono con una guida tutta Mermadia, Poi dovettero tor-nare dal papà, e raccontargli tutto! Le sirene vissero felici e contente a Mermadia con la mamma e ai Caraibi con il papà. Aurora Zanutti, Qiohua Chen, Nicoletta Cargnello, Erijona Uka

POESIA IN RIMA SULLA PASQUA

Un pulcino birichino

Spunta fuori dall’ ovino

Salta, salta di tutta fretta

E non vuole tornare nella sua casetta

Cerca qua cerca là,

il pulcino chi troverà?

Troverà un coniglietto

Che si chiama Marietto,

troverà una gallina

che si chiama Beppina.

Tutti insieme se ne vanno

A festeggiare la Pasqua come ogni anno!

Eleonora Mansutti, Ginevra Dionisio E Massimiliano Polito

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ATLETICA!

Il 16 marzo 2016 le classi quinte hanno partecipato alle gare di atletica al Polisportivo Toffoletti di Tar-cento. Ci siamo preparati per queste gare grazie al maestro Giancarlo Dal Molin che, in ottobre, ci ha aiutato ad allenarci con diversi esercizi: LANCIO DELLA PALLA FRONTALE consiste nel lanciare una palla da 1kg, dal basso con tutte e due le mani; le maestre prendevano nota delle misure e il maestro ci insegnava come tirare la palla correttamente. SALTO IN LUNGO per farlo bisogna prendere la rincorsa, poi saltare e, portando una gamba in alto, atterrare in piedi sulla sabbia a gambe aperte. Bisogna saltare il più lon-tano possibile. LANCIO DELLA PALLA DORSALE come il lancio della palla frontale, bisogna tirare una palla da 1kg; viene lanciata all’indietro. PERCORSO MISTO consiste nel correre nei cerchi e superare gli osta-coli. VORTEX nel vortex bisogna lanciare con un braccio una spe-cie di missile di gomma il più lontano possibile. VELOCITÀ bisogna correre più veloce del tuo avversario per poi vincere e andare alle semifinali e finali. Durante la preparazione ci siamo allenati molto per queste gare di atletica e, come abbiamo visto, ci sono alcuni di noi che sono molto bravi e difatti hanno vinto. Il giorno in cui siamo andati a fare atletica c’era un bel sole. Alla gara di atletica partecipavano tutte le quinte di Tarcento, la quinta di Magnano e quella di Ve-dronza.

VELOCITA’ categoria maschile: 1° Yasin El Msatfi della 5°C di Tarcento. 2° Elia Dosmo della 5° di Vedronza. 3° Lorenzo Cossio della 5°B di Tarcento. categoria femminile: 1° Ginevra Dionisio della 5°C di Tarcento. 2° Ilaria Cosenza della 5° di Vedronza. 3° Nicol Da Rin Puppel della 5° di Magnano. SALTO IN LUNGO categoria maschile: 1° Kledi Memolla della 5°A di Tarcento. 2° Leonardo Vidoni della 5°B di Tarcento. 3° Matteo Madotto della 5° di Vedronza. categoria femminile: 1° Ilaria Cosenza della 5° di Vedronza. 2° Ginevra Dionisio della 5°C di Tarcento. 3° Nicoletta Cargnello della 5°B di Tarcento. VORTEX categoria maschile: 1° Daniel Clocchiatti della 5° di Magnano. 2° Matteo Madotto della 5°di Vedronza. 3°Elia Dosmo della 5° di Vedronza. categoria femminile: 1°Tatjana Cruder della 5°B di Tarcento. 2°Kristina IaremenKo della 5°A di Tarcento. 3°Ginevra Dionisio della 5°C di Tarcento. W L’ATLETICA!!! a cura di: Anna Coradazzi e Giulia Orlandi

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LA GARA DI VELOCITÀ

illustrazione di Nadir Nouaji

INGREDIENTI: - 350 gr di bieta - 150gr di ricotta - 50 gr di parmigiano - 20 gr di pecorino - 2 confezioni di pasta sfoglia - 5 uova - sale, pepe continua a pag. 24

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Che cosa sono i magneti?

Il magnetismo è la proprietà che alcuni corpi possiedono: attirare oggetti in natura ferrosa.

I corpi con questa proprietà sono detti calamite o magneti. La magnetite, un minerale di ferro, è un

esempio di magnete naturale.

Una calamita attrae corpi ferrosi in corrispondenza delle sue estremità, che sono chiamate poli

magnetici. Questi due poli non sono uguali e si distinguono in polo nord (N) e polo sud (S).

Una importante invenzione: la bussola. Prendendo due calamite è facile accorgersi che poli dello

stesso tipo (n-n e s-s) si respingono e di tipo opposto (n-s e s-n) si attraggono.

COME COSTRUIRE UN MAGNETE ELETTRICO!

Occorrente:

-1 chiodo da 11,5 cm.

-1 filo di rame isolato dallo spessore di 1mm

reperibile in motorini elettrici.

-1 pila da 4,5 volt.

-1 pulsante (elettrico).

-2 fili di rame da 3 cm.

-Nastro isolante (da elettricista).

Procedimento:

1)Arrotola il filo di rame sul chiodo formando

una spirale.

2)Con un coltello gratta leggermente le

estremità del filo di rame.

3)Togli l’isolamento di plastica per 5 mm alle

estremità dei due fili di rame (quelli da 3 cm).

4)Arrotola un filo di rame al filo unico della

bobina (del chiodo) e lo stesso con l’altro, e

isolali con il nastro, taglia un filo a metà e

collega il pulsante.

5) Collegali alla batteria (i fili).

6)Tieni premuto il pulsante.

7)Avvicinalo a un oggetto metallico e…

l'oggetto metallico si solleva, molla il pulsante

l'oggetto cade.

SPIEGAZIONE:

Il campo elettro magnetico generato dal filo di

rame viene trasmesso al chiodo e così si

possono sollevare gli oggetti metallici,

NON TENERE PREMUTO IL PULSANTE PIU' DI

UN MINUTO!

esperimento di Manuel Gervasutti collaboratore: Mathias Hutter

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un racconto fantasy di Tatjana Cruder

con le illustrazioni di Leila Sbihi

Tanto tempo fa c’era un mondo fatto di cioccolato, anche le persone che ci abitavano erano fatte di cioccolato! Ogni persona aveva un compito da svolgere.

C’era chi lavorava in fabbrica dove si producevano circa 200 kg di cioccolato al giorno, chi lavorava

nei campi e coltivava piante di cioccolato,

chi lavorava al supermercato e vendeva barrette, pomodori, patatine e pasta al cioccolato.

C’era anche chi lavorava a casa e si occupava dei bambini dando loro da mangiare sempre latte di cioccolato.

In questo mondo viveva una bambina di nome Minù. Passava le sue giornate a scrivere sul suo diario segreto. La sua unica amica era la sua gattina Duchessa, molto calma e coccolona che seguiva Minù ovunque.

Minù, in un giorno in cui si sentiva molto triste, decise di andare a fare una camminata.

continua a pag. 20

Il Mondo Di Cioccolato

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Si incamminò insieme a Duchessa per una strada viola dove, poco dopo, incontrò un cagnolino che stava piangendo. Lo coccolò e lo chiamò Briciola, prendendolo con sé. Tutti e tre proseguirono il cammino e, a un certo punto, si accorse che il paesaggio era diventato tutto bianco.

Erano entrati in un altro mondo! Qui, tutto era bianco e morbido! Tutto era fatto di panna! All’improvviso, tanti bimbi fecero un girotondo attorno ai nuovi arrivati per fare amicizia! Minù d’ allora sorride sempre!

Il basket è uno sport di squadra in cui tutti i componenti devono passarsi la palla quando attaccano il canestro avversario e quando difendono il proprio, tutti insieme. In questo sport ci sono due categorie: mini basket e basket. Nel mini basket giocano i pulcini, bambini di 5/6 anni; diventano scoiattoli a 7/8 anni, e sono aquilotti i bambini di 8/9/10 anni. Gli esordienti sono i ragazzi di 10/11 anni. In questo sport possono giocare anche le ragazze. Negli scoiattoli si gioca le partite 3 contro 3, negli aquilotti si gioca 4 contro 4 e dagli esordienti in su, under 13, under 15, under17, under 19 e prima squadra si gioca 5 contro 5. L' obbiettivo del gioco è fare canestro: il canestro realizzato in un'azione vale 2 punti, il canestro realizzato nel tiro libero vale 1 punto e il canestro realizzato da fuori area vale 3 punti solo dall'under 13 in poi. I canestri sono alti 2, 60 m e dagli esordienti in su l'altezza del canestro è di 3,05 m. continua a pag. 21

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Il pallone con cui si gioca a basket pesa da 400g a 500 g. Nel basket è fallo se il giocatore con la palla inizia di nuovo a palleggiare quando ha già fermato la palla tra le mani, perché è “doppio”. Un giocatore fermo sul posto, in possesso della palla, può, però, compiere uno o più giri su sé stesso, mantenendo un piede fermo, appoggiato al terreno, e l'altro piede lo può spostare in diverse direzioni. Questa è la regola del “piede perno”. Un giocatore che ha commesso 5 falli non può continuare a giocare, ma al suo posto può entrare in campo un sostituto. I cinque ruoli della pallacanestro sono: playmaker, guardia tiratrice, ala piccola, ala grande e centro. Il playmaker è detto anche “l'uno”. Normalmente si tratta del giocatore che ha il compito di guidare l'attacco della squadra, portando avanti il pallone, controllandolo e assicurandosi di fare partire l'attacco e lo schema al momento giusto. È colui che è in possesso della palla per la maggior parte del tempo. La guardia tiratrice è chiamata anche “il due”. Si tratta solitamente del miglior tiratore della squadra che però dev’essere anche in grado di penetrare verso il canestro quando serve. L' ala piccola o “tre”, è quasi una guardia aggiunta con un'ottima capacità sia di penetrazione, sia di tiro. L' ala grande o “ala forte” viene chiamata anche “quattro”. Gioca solitamente vicino a canestro per aiutare il centro nella conquista dei rimbalzi. Il centro è soprannominato “cinque” o “perno” della squadra. Solitamente al centro si chiede di saper sfruttare la sua grande massa. All' interno dell'area dei tre punti deve saper segnare, difendere e “stoppare” i tiri degli avversari. Secondo noi il basket è uno sport bellissimo che è importante per mantenersi in forma. Noi ci divertiamo moltissimo, anche perché conosciamo bene i nostri compagni e il nostro allenatore, Alessio è veramente simpatico e ha una gran passione per questo sport!!!

Animali… che passione!!!

Il panda gigante e un animale che vive nelle

foreste di bambù in Cina, infatti lui mangia

fino a 38kg di cibo composto per il 95% da

germogli e foglie di bambù. Il suo nome scien-

tifico è Ailuropoda Menoleuca.

Questo panda pesa circa 200-250 kg; il suo

pelo è nero e bianco, sugli occhi ha una stri-

scia nera. Purtroppo ancora oggi l'uomo sta

rasando al suolo il loro habitat naturale e sono

rimaste solo 20 aree per queste specie. Il

WWF salva molti animali, tra questi anche i

panda giganti. Secondo l'ultimo censimento

sono rimasti solo 1864 panda giganti. Il panda

gigante è stato scoperto nel mondo occiden-

tale dal francese Padre Armando David.

Il panda gigante è: affettuoso, intelligente e

unico al mondo, perché la coppia protegge a

vita e a vicenda i suoi cuccioli. Se si distrag-

gono un solo momento, gli animali più grandi

potrebbero rubarglieli. I cuccioli più piccini si

divertono a rotolarsi e giocare fra loro.

a cura di Vittoria Marzaro, Giulia Lodolo e Leonardo Valerio illustrazione di Enkel Hasani e Lara Tomadini

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Il delfino Magic viveva con la sua famiglia e i suoi amici nel mare cristallino. Sopra il mare c’era

un’isola, un’isola molto speciale, aveva la sabbia dorata e per questo si chiamava Isola Dorata.

Un giorno Magic andò a fare una nuotata e per caso trovò un indovinello che diceva: “Cerca

sull’isola e in fondo al mare, qualcosa che se sei in difficoltà ti potrà aiutare. “Magic sapeva

dove trovare l’alga speciale, l’aveva già vista al parco acquatico. Magic, aveva un nemico: Oscar

lo squalo malvagio. Oscar provava molta invidia per Magic, perché il delfino era amato da tutti

e per questo Oscar lo odiava. Magic vicino a un mucchietto di sabbia trovò l’alga viola, vicino

all’alga c’era un bigliettino con scritto: “Devi cercare due perle: una sull’ isola vicino alla palma

più grande e l’altra in fondo al mare vicino alla barriera corallina, stando attento a non pungerti.”

Cercò la perla in mezzo ai coralli dopo un po’ la trovò, la prese e la mise sull’ estremità dell’alga.

Poi per prendere l’altra perla si trasformò in umano e andò sull’ isola Dorata. Cercò di vedere la

palma più alta e dopo un po’ la trovò. La perla era situata sulla cima della palma, la prese e tornò

giù. Subito dopo tornò ad essere un delfino. Magic si tuffò e corse a dare l’alga a Oscar. Oscar

la prese e i poteri magici della perla fecero diventare Magic e Oscar i migliori amici. Così Magic

scoprì che era l’alga dell’amicizia!

di Sara Pividori e Rebecca Rinaldi

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intervista a cura di Anna Coradazzi

Lorena Marcu e Massimiliano Polito sono andati a visitare la Sardegna. Lorena è andata a visitare Olbia e Massimi-

liano è andato a Tortolì.

Lorena, in che periodo dell’anno sei stata in Sarde-

gna?

Sono partita il nove settembre 2015 e sono ritornata il

diciannove settembre 2015.

Come ti è sembrato il mare sardo?

La sabbia della Sardegna non aveva un unico colore

infatti la sabbia era rosa, bianca e gialla con diverse

pietre. Il mare aveva un colore cristallino ed era molto

limpido.

Che tipo di vegetazione c’era?

In Sardegna c’erano molti cactus e tanti alberi di vario

tipo.

Secondo te qual’ è una cosa della Sardegna che la

rappresenta?

Secondo me la cosa che rappresenta la Sardegna è il

mare un mare color verde acqua con dei riflessi az-

zurri, l’acqua era calda e piena di piccoli pesci.

Massimiliano quando sei andato in Sardegna?

Sono andato in Sardegna nel dicembre 2013 a trovare,

con tutta la mia famiglia, la nonna materna e i miei due

cugini, per trascorre con loro le vacanze di Natale.

Cosa ti piace in generale della Sardegna?

In estate mi piace tantissimo il suo mare, pieno di co-

lori e trasparente, e adoro il cibo sardo.

Il mio piatto preferito sono le sardine e i calamari fritti.

Purtroppo in inverno non ho potuto tuffarmi in acqua

perché faceva troppo freddo!

Ti piace di più il Friuli o la Sardegna?

Mi piace molto di più la Sardegna perché è circondata

dal mare, anche se devo dire che il Friuli ha tutto,

montagne, colline e anche mare!

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disegno di Martina Pilotto

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continua da pag. 17 La torta è tradizionale della Liguria è una torta rustica, è anche buona fredda così è ideale anche per le scampagnate di Pasquetta. Lessate la bieta in una pentola con un coperchio per 5 minuti in acqua salata. Scolatela e strizzatela molto bene, preparate il ripieno, amalgamandolo bene, con la ricotta, 1 uovo, il parmigiano e il pecorino. Aggiungete sale e pepe. Quando il composto e ben amalgamato aggiungete la bieta lessata, prendete uno stampo circolare in alluminio e foderatelo con la pasta sfoglia, riempite lo stampo con il ripieno di ricotta e bieta. Prima di chiudere fare 3 piccoli incavi nel ripieno equidistante l'uno dal altro e rompeteci dentro l’uovo in modo che, con la cottura, diventerà sodo. Chiudete la torta con un disco di pasta sfoglia spennellate la superficie con un uovo, magari decorandola con un disegno o una scritta pasquale. A 200 gradi per 50 minuti Ecco qua, la torta Pasqualina è fatta.

BUON APPETITO!!! E BUONA PASQUA!!! LEGGETECI ANCHE SUL SITO www.ictarcento.com