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sportiva. Fedeli allo spirito cottolen- ghino, i laboratori restituiscono ai bimbi quel sorriso e quella gioia negli occhi spesso assenti nella vita quoti- diana. Un momento di grande gioia e orgo- glio per tutta la scuola. Il servizio è andato in onda poi all’interno della trasmissione televi- siva “Dribbling” trasmessa su RAI2 il sabato pomeriggio. Per tutti coloro che l’avessero perso, ecco come fare per vedere il servizio su internet: http://www.dribbling.rai.it/dl/ Dribbling/home_.html Bisogna poi selezionare la data 8 gen- naio e quindi il servizio La cittadella della carità. Buona visione. La Redazione LA G AZZETTA Scuola S. Giuseppe Cottolengo Primaria Paritaria e Secondaria di I grado Via Cottolengo 14 10152 Torino il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo ANNO II - N. 2 - febbraio 2011 - COPIA OMAGGIO L’ E D I T O R I A L E Cari amici e lettori de “La Gazzetta”, puntuali come preannunciato eccoci col secondo numero dell’anno scolastico 2010/2011. Si tratta di un numero dav- vero molto ricco, in cui si parla delle numerose iniziative in cui la scuola è stata coinvolta negli ultimi tempi. La notizia è ovviamente quella del servizio realizzato dalla RAI sui nostri laboratori sportivi, di cui si parla diffusamente in un altro articolo. Ma vogliamo parlare anche delle altre iniziative organizzate, dal gruppo de “I genitori alternativi” che è tornato e incontrarsi e di cui si parla in un altro articolo, alla “Castagnata” rea- lizzata con successo a fine novembre dalla Comunità dei Tipi Loschi e alla quale hanno aderito numerosi dipendenti e volontari e che ha visto la partecipazione non solo dei tanti ospiti della Piccola Casa ma anche di molte famiglie che hanno accettato l’invi- to di passare una domenica pomeriggio diversa. Nel cortile della scuola c’è stato molto divertimento: bimbi che giocava- no, famiglie che socializzavano e tante castagne calde da gustare. Insomma un’iniziativa di grande successo. Infine proprio qualche giorno fa la scuola ha organizzato il suo Open day, che ha dato la pos- sibilità a famiglie ester- ne di conoscere la nostra realtà e l’organizzazio- ne. L’impressione? Ot- tima ovviamente... stu- piti dalle numerose of- ferte didattiche e ludi- che e soprattutto dai tanti giovani che fanno parte del personale. Buona lettura e ancora una volta vi invi- tiamo a diventare redattori “part time” del giornalino mandando articoli a: [email protected] La Redazione tare giornalista. Attraverso gavetta e sacrifici è passato da una piccola e ano- nima tv locale alla RAI. E così un giorno gli è capitato di leggere l’articolo apparso sul quotidiano ‘La Stampa’ che parlava della nostra scuola. Così l’animo da cronista ha preso il soprav- vento ed è nata l’idea del servizio sulla nostra scuola. Montingelli si è stupito dell’organizzazione, della qualità e quantità dei laboratori spor- tivi organizzati; ma soprattutto del- l’opportunità di creare un laboratorio in cui bimbi disabili e normodotati sono alla pari, una rara possibilità offerta ai bimbi di confrontarsi con le difficoltà fisiche e mentali dei coetanei meno fortunati attraverso l’attività L e esperienze vissute dai ragaz- zi della nostra scuola sono così importanti da meritare un servizio in una trasmissione sportiva della RAI. Quando la notizia ha iniziato a circolare, nessuno voleva creder- ci, poi in una fredda mattinata di dicembre un volto famoso per gli amanti della cronaca sportiva e la sua troupe hanno cominciato a percorrere in lungo e in largo cor- ridoi e aule della scuola. Il giorna- lista che ha voluto a tutti i costi realizzare il servizio si chiama Saverio Montingelli. Pugliese, Saverio da giovane ha lasciato un sicuro lavoro in banca per inseguire il sogno di diven- La SCUOLA in televisione La SCUOLA in televisione Con il patrocinio di

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sportiva. Fedeli allo spirito cottolen-ghino, i laboratori restituiscono aibimbi quel sorriso e quella gioia negliocchi spesso assenti nella vita quoti-diana. Un momento di grande gioia e orgo-glio per tutta la scuola. Il servizio è andato in onda poiall’interno della trasmissione televi-siva “Dribbling” trasmessa su RAI2il sabato pomeriggio. Per tutti coloroche l’avessero perso, ecco come fareper vedere il servizio su internet:

http://www.dribbling.rai.it/dl/Dribbling/home_.html

Bisogna poi selezionare la data 8 gen-naio e quindi il servizio La cittadelladella carità. Buona visione.

La Redazione

LAGAZZETTAScuola S. Giuseppe Cottolengo

Primaria Paritaria e Secondaria di I grado

Via Cottolengo 1410152 Torino

il Giornalino della Scuola elementare e media del CottolengoANNO II - N. 2 - febbraio 2011 - COPIA OMAGGIO

L’EDITORIALE

Cari amici e lettori de “La Gazzetta”,puntuali come preannunciato eccoci colsecondo numero dell’anno scolastico2010/2011. Si tratta di un numero dav-vero molto ricco, in cui si parla dellenumerose iniziative in cui la scuola èstata coinvolta negli ultimi tempi. Lanotizia è ovviamente quella del serviziorealizzato dalla RAI sui nostri laboratorisportivi, di cui si parla diffusamente inun altro articolo. Ma vogliamo parlareanche delle altre iniziative organizzate,dal gruppo de “I genitori alternativi” cheè tornato e incontrarsi e di cui si parla inun altro articolo, alla “Castagnata” rea-

lizzata con successo a finenovembre dalla Comunitàdei Tipi Loschi e allaquale hanno aderitonumerosi dipendenti evolontari e che ha visto lapartecipazione non solodei tanti ospiti dellaPiccola Casa ma anche dimolte famiglie che hanno accettato l’invi-to di passare una domenica pomeriggiodiversa. Nel cortile della scuola c’è statomolto divertimento: bimbi che giocava-no, famiglie che socializzavano e tantecastagne calde da gustare. Insommaun’iniziativa di grande successo. Infineproprio qualche giorno fa la scuola ha

organizzato il suo Openday, che ha dato la pos-sibilità a famiglie ester-ne di conoscere la nostrarealtà e l’organizzazio-ne. L’impressione? Ot-tima ovviamente... stu-piti dalle numerose of-ferte didattiche e ludi-

che e soprattutto dai tanti giovani chefanno parte del personale. Buona lettura e ancora una volta vi invi-tiamo a diventare redattori “part time”del giornalino mandando articoli a:[email protected]

La Redazione

tare giornalista. Attraverso gavetta esacrifici è passato da una piccola e ano-nima tv locale alla RAI. E così un giorno

gli è capitato di leggere l’articoloapparso sul quotidiano ‘La Stampa’che parlava della nostra scuola. Cosìl’animo da cronista ha preso il soprav-vento ed è nata l’idea del serviziosulla nostra scuola. Montingelli si èstupito dell’organizzazione, dellaqualità e quantità dei laboratori spor-tivi organizzati; ma soprattutto del-l’opportunità di creare un laboratorioin cui bimbi disabili e normodotatisono alla pari, una rara possibilitàofferta ai bimbi di confrontarsi con ledifficoltà fisiche e mentali dei coetaneimeno fortunati attraverso l’attività

L e esperienze vissute dai ragaz-zi della nostra scuola sono cosìimportanti da meritare un servizioin una trasmissione sportiva dellaRAI. Quando la notizia ha iniziatoa circolare, nessuno voleva creder-ci, poi in una fredda mattinata didicembre un volto famoso per gliamanti della cronaca sportiva e lasua troupe hanno cominciato apercorrere in lungo e in largo cor-ridoi e aule della scuola. Il giorna-lista che ha voluto a tutti i costirealizzare il servizio si chiamaSaverio Montingelli. Pugliese, Saverioda giovane ha lasciato un sicuro lavoroin banca per inseguire il sogno di diven-

La SCUOLA

in televisione

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La novità è che le pagelle sonodiventate digitali: si potevano as-coltare i commenti dei maestri, sipotevano consultare sull’ I-phone eI-pad… insomma una vera figata!Infatti con genitori poco pratici dinuove tecnologie si poteva evitaredi far sapere i propri voti!

Toccava a me! Andai sulla pagina di matematica ela pagella mi fece una domanda“Quanto fa 2 + 2”? io risposi “6”…ma avevo sbagliato! Che sciocco!

Ora su italiano mi chiese il passatoremoto di avere e io da bravo rispo-si…” Io fui, tu fosti, egli fu, voi fuma-ste…” anche lì un pasticcione nato!Con la musica invece di sentire note diflauto dolce erano note di flauto inta-sato. Geografia: mi chiese dov’era la Lom-bardia e io risposi che era vicinoReggio Calabria… che figura, mammamia!Conoscendo i miei voti e avendo geni-tori molto competenti con le tecnolo-gie mi venne subito una gran fifa… miavrebbero fatto studiare dalla mattinaalla sera! Dovevo correre ai ripari!

Ciao cari lettori, vivorrei parlare di unfatto molto strano:oggi ho preso la miapagella, ho guardato ivoti e mi sono detto:“Bè quest’anno non hodato del mio meglio”ma proprio in quelmomento ho sentitouna voce provenientedalla pagella; all’inizio mi sono spa-ventato ma dopo qualche minutosiamo diventati amici, ma il megliodoveva ancora arrivare, infatti appe-na ho detto: “Ciao” tutte le materie sisono messe a parlarmi, allora ho chie-sto come ero andato e loro: “nonmolto bene”, ho iniziato allora ainterrogarle tutte una per una ini-ziando con la Religione che mi hasubito detto: “Prega Gesù che vadatutto bene”, poi è stato il turno del-l’Italiano che mi ha detto: “Kristi,Kristi, Kristi il dettato è andato moltomale e ricordati che l’“ha” si scrive

LA PAGELLA DIGITALEdi Gianfranco Trad

LA PAGELLA VISTA DA UN INSEGNANTE

Si è concluso il primo quadrimestre edeccoci al momento tanto temuto da moltialunni: le pagelle. Tutto quello che unalunno ha prodotto in quattro mesi discuola deve essere sintetizzato in un aridonumero, quando invece ce ne sarebberodi parole da dire!Qualche giorno prima della distribuzionedelle pagelle gli insegnanti si riunisconoper gli scrutini, durante i quali vengonocompilate le pagelle e si discute dei singo-li alunni. A quel punto il lavoro è già fatto,bisogna presentarsi con i voti già decisi. Ecosì, nei giorni che precedono gli scrutini,mentre si fanno aride medie matematichetra verifiche e interrogazioni, spunta unvoto col ‘mezzo’ e si deve decidere comearrotondare. E così la memoria viaggia, aripercorrere le lunghe ore passate nellevarie classi, si visualizza nella mentel’alunno, la posizione del banco all’internodell’aula, il volto… annoiato o interessato.Tutto serve a stabilire il voto da assegna-re, mentre si attende con ansia il giornodel pagella day, immaginando genitorisorridenti orgogliosi del voto alto asse-gnato al proprio figliolo… mentre arrive-ranno volti scuri e corrucciati, pronti acontestare il 5 o 6, a criticare la scelta del-l’insegnante ma mai a mettere in dubbio lecapacità e l’impegno del proprio pupillo.Che compito ingrato quello delle pagelle!

Un insegnante della scuola Primaria

con l’acca capito?”. Poi èarrivato il turno dellaMatematica che mi hadetto: “1 + 1 fa 2 e non 3”,dopo un po’ di pausa èarrivato il turno dellaGeografia che mi ha detto:siamo in Italia e non inGermania”, poi la Storia,la materia che mi piace dipiù, e anche lei mi ha

detto: “l’America fu scoperta daCristoforo Colombo e non da LeonardoDa Vinci”. Poi è toccata all’Arte, ma leinon mi ha sgridato ma ha pitturato…Sono arrivate le due Lingue StraniereFrancese e Inglese che mi hanno chiestoqual’era la più bella, L’inglese mi hadetto: “Hello! I’m very elegant” e alFrancese “Bonjour comme ça va” e iocome sempre ho fatto la figura dell’asi-no. Per finire è toccato a Scienze edEducazione Fisica che mi hanno detto:“Devi studiare l’apparato muscolare peressere bravo in tutte le materie”.Mamma mia che figura da somaro!!!

UNA PAGELLA PARLANTEUNA PAGELLA PARLANTE diKristiBimaj

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IL MIOTEMPO

LIBEROCiao a tutti, sono un bimbo delle ele-mentari. Ho sentito da un mio compa-gno che al giornalino stavano cercandoarticoli sul tempo libero dei bambini. Si parlava di televisione e computer evideogiochi. Io di queste cose sono esperto, perchéil mio tempo libero lo passo a casa agiocare alla play, o guardare la tele. Mi piacerebbe tantissimo scendere algiardino o per strada con gli altri bimbi.Ma la mamma diche che in giro vanno

solo i bambini cattivi. E così io mi affaccio alla finestra e coninvidia guardo i bimbi cattivi ridere edivertirsi, giocare a pallone o andare inbicicletta. Io ho solo la tele a farmi compagnia, e avolte convinco la mamma a invitare qual-che compagno. Ma la mamma non sempre è d’accordo,dice che facciamo disordine e poi biso-gna accompagnare i compagni a casa elei che lavora di tempo non ne ha. Così sono costretto a starmene a casa ealla domenica andiamo dai nonni. Io sono contento perché gli voglio benee mi fanno i regali. Ma sono solo anche lì.

Ciao a tutti.

Lettera al mio compagnoEmanuele

di Alessia Caputo

Il mio nuovo compagno di classe della 1a B si chiama Emanuele. È un bambino bravo ma molto particolare… lui vive in un altro mondo e

vede tutto a modo suo. In classe è tranquillo, gioca con i giochi che ha a dispo-sizione sempre assistito dalle sue insegnanti Jessica e Silvia… io quando vogliodistrarmi dalla noia delle lezioni lo guardo e sorrido un poco.

Con l’aiuto delle sue insegnanti abbiamo costruito tutti insieme un cartel-lone con le nostre foto e sotto i nostri nomi, per aiutarlo a riconoscerci. Ci sonoanche delle altre foto che gli indi-cano i momenti della giornata, lematerie e le aule che ha a dispo-sizione durante la giornata, comela biblioteca, la palestra e la no-stra classe.

Anche se comunica poco dalui si può imparare tanto anchesolo osservandolo.

Rapporti con i genitori:

“non sempreè facile”

I contrasti non mancano ma la maggiorparte di noi sta bene con la famiglia.A volte però ci amareggia la scarsa fiducia che hanno nei nostri confronti e la poca libertà che ci viene data.

GG eneralmente tutti noi stiamo moltobene con la nostra famiglia anche se alcu-ni lamentano che i genitori hanno pocotempo per loro. Abbiamo tutti un buondialogo tranne qualche eccezione: alcunidi noi non hanno molti argomenti incomune con i genitori oppure non riesco-no a comunicare con loro. Ad alcuni geni-tori non interessa parlare o discutere deiproblemi che abbiamo noi ragazzi a que-st’età. Alcuni di noi affermano che i genitorilasciano loro poca libertà. È proprio lapoca libertà che a volte fa nascere fra noi ei nostri genitori dei litigi o degli scontri.Ad esempio S. si era “rotta” dei suoi geni-tori e aveva deciso di andarsene di casama: «Fuori faceva freddo, così ho deciso didormire sull’armadio per due sere». E achi si pensa quando si progetta la fuga e siè magari preparata la valigia? Ai nonni...naturalmente! Però, quasi sempre, la fugarientra e non si arriva neanche a usciredalla porta di casa. In fondo, quindi, non va così male con igenitori, infatti su diciassette, dieci di noi,non vorrebbero cambiare i propri genitoricon altri perché vanno bene così comesono; gli altri sette vorrebbero cambiarecerti aspetti del loro carattere e soprattut-to la scarsa fiducia che hanno nei confron-ti dei propri figli.

La Redazione

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Il musical è durato un’ora e mezza, hovisto molti momenti della vita di John

Lennon, dalla nascita, allapoca presenza dellamadre Julia come genito-re, dalla zia Mimì chevoleva un futuro adegua-to per il nipote, dalla for-mazione del gruppo deiBeatles , al matrimonio diJohn e Cynthia, alla na-scita del primogenito Ju-lian, al grande successodella band, alla morte del

La mia esperienza alLaboratorio di Teatro

che ha fondato il gruppo, è stata ca-pace di togliermi tutta la fifa cheavevo all’inizio e di farmi padroneg-giare sul palco.

Se devo darle un voto è,di certo, dieci e lode(scusate non ho trovatoun voto più alto).

Stefano Ambrosini

Venerdì 19 novembre ioe la mia classe siamoandati a vedere il musicaldei beatles! Il musical era nel teatro diVia Sassari , è iniziato alle8:30 ed è stato bellissimo!Il musical inizia dalla fine,con John Lennon cheviene assassinato da MarkDavid Chapman, la seradell’8 dicembre 1980 aNew York. Da quel momento inizia vera-mente il musical!

poi con tantisforzi abbia-mo fatto unospet tacolobellissimo, epoi siamostati ancheinvitati a unconcorso acui non hopurtroppo

potuto partecipare. Siamo tutti ungruppo forte e affiatato: Gaia che ècomicissima, Anna perfetta nel ruolodell’ingenua, Jasmine,Giada a suo agio nelruolo della vanitosa.Infine la più impor-tante: Simona Massera,

Il teatro è quasicome uno sport.Se ci pensate cisono gli stessi“elementi”: c’èsquadra, c’è ten-sione, c’è fatica(non ci credete?Provate voi acambiarvi diabito ogni dieciminuti), e c’è anche divertimento. Io ormai sono già al secondo anno diteatro. Il laboratorio è nato per caso, duranteuna specie di esperimento effettuatoal campo grigio… poi abbiamo volutoavere uno spazio tutto nostro. Inizialmente eravamo tutti penosi, ma

di Ilaria Ravizza TThhee BBeeaattlleess!!TThhee BBeeaattlleess!!manager Bryan, al divorzio dalla mogliedi John per via della droga, alla ma-trimonio con la giapponese Yoko Ono,allo scioglimento dei Beatles, alle canzo-ni di pace e infine alla morte per causa diMark Chapman. Dopo il bellissimo musi-cal gli attori sono scesi in “platea“ e noi“spettatori“ abbiamo iniziato a faredelle domande (in lingua perchè gli atto-ri non parlavano italiano siccome era laprima volta che venivano in Italia!).Io avrei voluto fare una domanda soloche mi ero dimenticata di prepararla!!!

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Per non dimenticare…Il 27 gennaio ogni anno si cele-bra la giornata della memoria,per ricordare i milioni di ebreiuccisi nei campi di concentra-mento durante la seconda guer-ra mondiale. Quel giorno, nel 1945 venneliberato il campo di Auschwitz-Birkenau in Polonia, la più grandee terrificante fabbrica della mortecostruita dal regime nazista.In tanti dubitano dell’esistenza

Quando ho iniziato aleggere questo libro, miè subito piaciuto e miha appassionato unsacco, se devo dire laverità, ho dovuto leg-gere questo libro per lascuola e non ne avevomolta voglia, però co-me ho detto prima do-po aver letto, solo po-che righe mi sono subi-to appassionata!Questo libro ha comeprotagonista Bruno, unbambino di 9 anni nato a Berlino il 15aprile 1934 ed è il figlio di un coman-dante dell’esercito tedesco, un gior-no Bruno torna a casa e scopre unabrutta cosa, Maria la cameriera stra-

della Shoah, come viene chiamato sto-ricamente quel terribile episodio.Purtroppo questi sono fatti storici chesono accaduti veramente! Sappiamoche sono accaduti veramente perchéabbiamo delle prove concrete anchein letteratura come “Il diario di AnnaFrank” di Anna Frank, e “Se questo èun uomo” di Primo Levi.Il fatto è che secondo me la giornatadella memoria non dovrebbero pro-prio farla! Capiamoci bene, non perché non mipiacciono gli ebrei (che oltretuttosono persone NORMALISSIME ed

esplorazioni e, arrivato in soffitta,trova una finestrella, si affaccia evede tanti piccoli puntini in lontanan-za allora decide di andare a vederedi cosa si tratta, arrivato a destina-zione incontra Shmuel un bambinocon il pigiama a righe…

Bruno e Shmuel fannoamicizia… Bruno curioso di sape-re che cosa fa Shmueldurante la giornata inquel campo chiede diandare a visitarlo epurtroppo la curiositàlo porterà in un luogoche spero non incon-trerete MAI!!!

Ilaria Ravizza

pagata (così definita dalpadre!) stava tirandofuori dall’armadio tuttele sue cose, perfinoquelle nascoste sul fon-do, che erano di sua es-clusiva proprietà e nondovevano inte-ressare a nes-sun altro, le sta-va mettendo in 4grandi casse dilegno, lo stavafacendo perchéda lì a poche

settimane lui e tutta la sua fami-glia si sarebbero trasferiti moltolontano… in Polonia!Arrivati in quella nuova casaBruno per non annoiarsi fa delle

di Ilaria RavizzaUGUALI A TUTTI), anzi, tut-to il contrario, non bisognereb-be farla perché non bisognaproprio sterminare migliaia emigliaia di ebrei, e di tante altreminoranze, poi non capisco ilperché di questo sterminioebreo!!! Bhà che stranezza,non riesco proprio a capire! D’altronde credo che questadomanda se la facciano un sac-co di persone come me! No?

IIll bbaammbbiinnoo ccoonn iill ppiiggiiaammaa aa rriigghhee!!IIll bbaammbbiinnoo ccoonn iill ppiiggiiaammaa aa rriigghhee!!

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LA TELEVISIONE

di Gabriele Izzi

Cari amici e lettori, in questo articolo vorrei parlarvi dellatelevisione. La tv può essere amica deibambini ma può anche trasformarsi ingrande nemica. La tv trasmette cartonianimati, film, soap opera, talk show eprogrammi sportivi. Per far sapere se unprogramma è adatto a noi bambini all’ini-zio del programma compare sullo scher-mo un simbolo che assume un colorediverso a seconda che il contenuto tra-smesso sia adatto o no ai bimbi. Il verdeindica “via libera”, mentre col rosso sidovrebbe cambiare canale.

Ho scelto di scrivere questo argomentoproprio perché i videogiochi sono la miapassione. Nei negozi specializzati troviamoi videogiochi divisi per fasce di età, proprioperché ognuno dovrebbe comprare quelloadatto, altrimenti si rischia di prende-re un gioco troppo facile, oppure conenormi difficoltà o peggio ancora vio-lento. Alcuni sono talmente belli conle grafiche perfette che ci si immede-

sima nel personaggio con cui si sceglie digiocare. Esistono diverse “console” da uti-lizzare per i proprio giochi preferiti: Play-station, Wii, Game Cube, X-Box. Alcuni diquesti dispongono di una memoria internache salva i progressi di gioco, mentre altrinecessitano di una memoria aggiuntiva pernon perdere i dati salvati. I videogiochi sono molto belli, stimolantiper i riflessi ma non bisognerebbe abusarneperché come dicono in tv mandano in“pappa“ il cervello e sarebbe più sano gio-care ogni tanto alla vecchia maniera coi

compagni all’aperto o con giochimanuali che ci aiutano a scaricare latensione in modo positivo e ci man-tengono attiva la fantasia.

Gabriele Izzi

I VIDEOGIOCHI

Se la televisione è una nostra amicadipende molto da noi, perché vengonotrsmessi dei programmi diseducativi, ma

sta a noi cercare di non guardarli, di scegliere il linguaggio appropriato cercando di

restare poco tempo davanti alla tv.

Per fortuna la televisione non è solo violenza, vol-

garità e programmi leggeri: vengono trasmessi anche pro- grammi di approfondimento

culturale, come i documentari che allargano la nostra conoscenza

e ci fanno imparare cose nuove. Quindista a noi sapere e dovere scegliere!

I VIDEOGIOCHI

UNA DOMENICAPOMERIGGIO

AL… CINEMA!Domenica 23

gennaio la scuola ela comunità dei Ti-pi Loschi ha orga-nizzato un’iniziati-va davvero origi-nale e piacevole…un pomeriggio tra-scorso a guardare un film tutti insieme.C’erano tante persone nel salone del cine-ma sotto la scuola: suore, tanti ospiti dellaPiccola Casa e molte famiglie di bambiniiscritti a scuola, che si sono goduti unpomeriggio diverso. È stato proiettato un divertente film inti-tolato “Cool runnings”. Si sono spente leluci e… il divertimento è iniziato. Il filmracconta di un gruppo di ragazzi chedalla calda Giamaica decide di partecipa-re ai giochi olimpici invernali ospitatinella città canadese di Calgary, nel 1988.Attraverso mille difficoltà e peripezie,sono riusciti a realizzare il sogno di parte-cipare, riscuotendo la simpatia di tutti.Un esempio di quanto sia importante cre-dere in un sogno per riuscire a realizzar-lo. Durante la proiezione del film, all’im-provviso le luci si sono accese e… sorpre-sa! Alcuni operatori della scuola, assisten-ti e insegnati stavano passando a offrircida mangiare come in un vero cinema.C’erano pop corn, patatine, merendine ecaramelle. E poi aranciata e bibite a volontà.Insomma meglio che al cinema vero, esenza nemmeno pagare il biglietto! Allafine del film c’è stato un applauso ed era-vamo tutti contenti, soprattutto gli ospitientusiasti di aver trascorso un pomerig-gio differente. La sera precedente c’era stato un altrofilm riservato soprattutto ai religiosi:Anna dei Miracoli. Un film bellissimo ed emozionante pre-miato con diversi Oscar che racconta deldifficile rapporto tra una bimba sordo-cieca e la sua istitutrice, che appuntocrede nel miracolo di instaurare un lega-me di comunicazione con lei.

È stata davvero unabella iniziativa chesperiamo possa ri-petersi subito…

La redazione

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Il 24 novembre scorso siamo stati aSuperga, una visita fatta nell’ambito diun giro alla scoperta dei luoghi storicidella città. Arrivati alla stazione di Sassi, abbiamopreso la cremagliera, chiamato daivecchi piemontesi “dentera”. Si trattadi un mezzo vecchio e lento, che peròci ha consentito di godere di una vistastraordinaria: le case di Torino e sullosfondo le montagne innevate. Appena arrivati a Superga abbiamovisto la basilica in tutta la sua impo-nenza, in seguito abbiamo reso omag-

gio alla lapide del “Grande Torino” lapiù forte squadra di calcio europeadel dopoguerra, scomparsa a causadi una tragedia aerea. Poi siamo entrati in chiesa e abbia-mo visto la “cappella del voto” doveVittorio Amedeo II e il Principe Eu-

di Gabriele Izzie Gianfranco Trad

genio hanno fatto un voto alla Ma-donna. In caso di vittoria avrebberocostruito una grande chiesa, e così fu.

Al termine della mattinata siamo tor-nati a scuola tutti felici. È stata una bellissima gita in compa-gnia di tanti amici e speriamo si ripetapresto.

Nel dicembre del 2010, il giorno successivoalla festa dell’Immacolata, era un giovedì, ildirettore della scuola Giuco, alcuni genitori,insegnanti, bambini ed animatori si sono in-contrati in un salone al piano terra dellascuola.Un grande tavolo era ricoperto di ogni ben diDio! Torte dolci e salate, pizze e pizzette,biscotti secchi e ripieni fattiin casa, frittelle, frutta, panet-tone, vini e bibite. In unangolino, su di un fornellettoda campo, sobbolliva unapentola di coccio stracolmadi fagioli cotti a puntino conil loro denso brodo ed i mal-tagliati. Lì accanto, in un’al-tra pignattona, si teneva cal-duccio uno spezzatino da...leccarsi i baffi. Naturalmenteil tempo dedicato alla cena,che doveva essere veloce, è

diventato più lungo e questo ha con-sentito a tutti di fare un po’ amicizia.Tante storie, tanti volti... I bambini ed i ragazzini, ma anchealcuni adulti, hanno molto graditol’ampio canestro stracolmo di ognisorta di dolcetti avvolti nelle loro belle cartecolorate. Particolarmente apprezzati dai piùpiccini alcuni lecca lecca che regalavano al

loro interno anche una pic-cola collezione di tatuaggi. Icuccioli si sono poi allonta-nati, forse con don Lele,forse a vedere un film. Nonlo so, il mio ragazzino erarimasto a casa... I grandi si sono dati alla let-tura ed all’approfondimentodi un testo di non facilecomprensione, stracolmo dispunti di riflessione sui temidell’educazione propria, deifigli e degli allievi. Il diretto-

re della scuola ha letto con voce ben imposta-ta alcune pagine dell’introduzione. Taluno haun po’ commentato, talaltro è stato interroga-to. Una mamma ha portato i suoi dubbi,un’altra la sua speranza (che il Cottolengoaiuta ad alimentare), un giovane insegnante èstato preciso (sono eccellenti questi insegnan-ti della Giuco!) nel legare alcune sue riflessio-ni al testo letto. Si è affacciato il Padre Generale don Sarotto,che ha poi concluso con un breve pensiero ela sua benedizione il bellissimo incontro.Nessuno voleva andarsene. Si stava troppobene! E soprattutto c’erano ancora un saccodi cose buone sul tavolo!

MammaDo

Una mattinata a SupergaUna mattinata a Superga

Incontro del Gruppo dei “Genitori Alternativi”Riportiamo di seguito un articolo pervenuto in redazione via e-mail, scritto da una mamma che ha partecipato all’incontro de ‘I genitori alternativi’.

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COMITATO DI REDAZIONEDirettore: don Andrea Bonsignori Collaboratori: Salvatore Acquas, Daniele Del Carmine

REDATTORI

Michele Truijllo

Kristi Bimaj

Gianfranco Trad

Gabriele Izzi

Ilaria Ravizza

Alessia Caputo

Soffiè Barrionuevo

Ciao caro maestro! Ti scrivo questa lettera per parlarti delle im-pressioni che ho su di te. La prima volta che ti ho visto ho pensato chefossi un giocatore di calcio, data la tua somi-glianza con un famoso “campione”. Con me e con tutti gli altri miei compagni seistato subito molto gentile edivertente e noi ti abbiamosubito preso in simpatia. Iprimi giorni ci siamo studia-ti a vicenda ma poi, quandoabbiamo iniziato a fartiarrabbiare, abbiamo capitoche non dovevamo fare ifurbi ed approfittarci dellatua gentilezza.

Visto che come ognigiovane sei appassiona-to di musica vorrei chie-dere il tuo parere sulleultime hit del momentoe visto che sei un tiposportivo, vorrei chieder-ti cosa ne pensi del tuo

sport e ancora, sapendo che sei un appassionatodi calcio vorrei parlare con te di squadre italia-ne, di giocatori, di allenatori, anche se la nostra“fede” ci divide. Volevo dirti che per me sei pro-prio portato per fare il maestro perché insegnibenissimo e col tuo modo di fare sai rendere lelezioni più interessanti e divertenti. Inoltre saiessere severo al punto giusto ma anche uno deinostri quando ti cimenti nei nostri giochi.Concludo questa lettera dicendoti che l’annoprossimo mi mancherai molto ma che dentrome porterò sempre il ricordo della mia classe,maestro compreso. Saluti da ......?

Un tuo alunno.

Lettera al mioMaestro

MARCELLO:MAESTRO AGGIUNTO!Ciao a tutti cari lettori,

in questo articolo vole-vo parlarvi di un assi-stente un po’ particola-re: si chiama Marcello. La prima volta che èentrato in classe l’ab-biamo accolto moltocalorosamente anche perché abbiamo sco-perto all’ultimo che si sarebbe aggiunto allaschiera dei nostri maestri. È particolare (in senso buono) perché segueun bambino che ha qualche difficoltà: ilmio amico Giuseppe. Marcy è molto bravocon noi bambini, ci fa divertire e quando adesempio manca un maestro, lui lo sostitui-sce facendoci fare, a volte, anche cose fuoridal programma come la radice quadrata e il

teorema di Pitagora o altrimenti ci fa legge-re dei temi che invece sono scelti da lui edalla nostra maestra. Marcello è sempre presente a tutte le gite e

a volte spiega cose che nè noi nèi maestri sappiamo. Inoltre ci haraccontato che viene dalla Sar-degna e che ogni anno, anche sesi diverte con noi (almeno speroche non bluffi), ha una vogliaincredibile di tornare nella suaterra: pensate che solo quest’an-no l’avrà detto trecentomila

volte! A volte, si immedesima anche neinostri giochi durante l‘intervallo e noi cidivertiamo sempre molto. Con questo concludo il mio articolo dicen-do che Marcello è molto simpatico e siamostati fortunati ad averlo con noi e perchéno… si potrebbe sperare in un suo coinvol-gimento anche quando farò le medie!

Gabriele Izzi

Questo giornalino è ad uso interno della Scuola Primaria e Secondaria del Cottolengo

Prove digitali: LEM - Torino

Stampa: Tipografia Gravinese - Torino

L’allegria

Secondo mel’allegria è un mezzo per fare ami- cizia, e persostenere un compagno depresso. Senza l’allegria uno sisente immerso in un mare di nebbia e di soli-tudine.Per me l’allegria nasce spontanea dal cuore,anche se l’ambiente ha la sua parte: si è piùallegri quando si è in compagnia e ci si diver-te. Essendo allegri, la vita sembra più legge-ra e le fatiche meno opprimenti. Quando sono allegro vorrei che tutti lo fos-sero intorno a me. L’allegria è un bel modo distare con gli altri: chi è allegro tiene su ilmorale agli altri, mantiene la pace e fa cono-scere nuove amicizie. L’allegria non è soloridere: molte volte si è allegri ma si piangeper l’emozione: solo le lacrime di gioia che ciricorderanno momenti importanti per la vita.L’allegria è la gioia dell’anima. A volte quello che fa ridere sono delle stupi-daggini e gli errori, ma la vera felicità non èmai esagerata. Secondo me la vera allegrianasce dalle proprie azioni e non provienedagli altri. Io sono allegro soprattutto in com-pagnia degli amici e quando non ho nulla darimproverarmi. Per me l’allegria è essenziale alla vita comel’amore e l’amicizia.

L’ ALLEGRIA PIÙ GRANDE È QUELLA CHE

NASCE DAL CUORE QUANDO SI AIUTA

E SI DONA AL PROSSIMO.

Ogni tanto mi capita di essere a casa da soloe di sentirmi triste. Così telefono a un amicoe mi basta sentire la sua voce per sentirmimeglio. Io sono molto allegro, specialmente inmezzo alla confusione e alle risate contagio-se della mia classe.