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L’uso privato e a scopo di studio dei testi e delle immagini contenuti nel presente volumeè consentito.

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La riedizione dei “Quaderni” del Gruppo Archeologico Vercellese, informa elettronica e disponibile al pubblico, risponde all’esigenza di ricordare etramandare quanto negli anni Settanta del secolo scorso il Gruppo ha fatto, nelgenerale disinteresse al tema della tutela del patrimonio archeologico vercellese,per divulgare e proteggere tale patrimonio.

Nel caso specifico dello scavo di “strada vicinale dell’Aravecchia” itesti e le immagini proposte ripercorrono la casuale riscoperta di un’area citta-dina che è oggi tornata all’attenzione della ricerca archeologica con granderilievo dei “media” per la sua particolarità e per l’importanza che riveste per lacomprensione dello sviluppo economico della Vercellae romana. Le conclu-sioni illustrate alle pagine 24 e 25, confermate successivamente da uno scavodi emergenza della Soprintendenza Archeologica del Piemonte in area limitro-fa (Giuseppina Spagnolo Garzoli, “Vercelli, via Ara Vecchia. Struttureextraurbane di età romana”, in “Quaderni della Soprintendenza Archeologicadel Piemonte”, 10 - 1991, pag. 230-232), sottolineavano precocemente l’inte-resse “industriale” e “produttivo” della zona, nelle cui adiacenze si è rinvenutorecentemente il sito del c.d. “opificio” .

Lo scavo di una concimaia divenne quindi occasione per rilevare lepotenzialità archeologiche della zona, e, pur non essendo uno scavo scientifi-co, fu eseguito con metodo e razionalità e con risultati fondamentalmente cor-retti per la cronologia di frequentazione e l’interpretazione generale.

Va inoltre ricordato che proprio in quegli anni Settanta il Gruppo avevadenunciato il totale disinteresse delle autorità preposte, sia a livello locale checentrale, alla macroscopica e devastante attività clandestina che colpiva tuttal’area della necropoli c.d. di San Bartolomeo, come mai si era prima verificatoin Piemonte (Vedasi i “Quaderni” del GAV, n. 1 e 3).

Forse anche grazie al nostro impegno si iniziò allora un processo diriorganizzazione della tutela a Vercelli, che dopo l’ultimo ventennio di intensaattività della Soprintendenza, incomincia oggi a dare i primi frutti concreti.

In una città che troppo facilmente dimentica, ritengo che rispolverarequeste memorie archeologiche possa contribuire a ristabilire in certo modo laverità storica di quanto accaduto, prevenendo la tendenza, più volte riscontra-ta, alla deformazione e cancellazione del passato.

Vercelli giugno 2014G. Sommowww.archeovercelli.it

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RELAZIONE DI UN RECUPERO

STRADA VICINALE DELL’ARAVECCHIA. VERCELLI.

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LA PRESENTE PUBBLICAZIONE E DEDICATA ALLA FAMIGLIA BOCCHIO,ED IN PARTICOLARE AL RAGIONIER ROBERTO BOCCHIO, SENZA LA CUISENSIBILITA’ E CORTESIA NULLA, DEL CONTENUTO DI QUESTE PAGINE,

AVREBBE VISTO LA LUCE.

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Pubblichiamo qui il testo della relazione inviata alla SoprintendenzaArcheologica per il Piemonte, riguardante uno scavo che, pur avendocaratteristiche improprie rispetto ad un vero sondaggio scientifico, harappresentato per la cortesia e sensibilità dei proprietari del terreno, unavalida occasione di recupero di materiali e di notizie stratigrafiche altri-menti difficilmente rilevabili in zona.

Con il nostro intervento,un semplice lavoro di giardinaggio, hapotuto essere trasformato in fonte di informazioni di prima mano riguar-danti la zona meridionale della città, piuttosto ricca di segnalazioni risa-lenti alla fine del XIX secolo ed agli inizi del XX.

Tali segnalazioni non sono ora più facilmente controllabili,dato losviluppo urbanistico di Vercelli.

Lo scavo, risalente ai primi mesi del l978, ha permesso il recuperodi una notevole quantità di materiale archeologico ( su di un’area,peraltro,molto limitata e ad una profondità di poco superiore al metro) subitoconsegnato alla Soprintendenza che lo ha collocato nei suoi depositi diTorino.

Dato il tempo limitato in cui il materiale è rimasto in città, non ciè stato possibile eseguirne la catalogazione completa, (si tratta,infatti,diparecchie migliaia di frammenti ) né è stato possibile eseguire i disegnidel centinaio circa di frammenti catalogati in una prima selezione.

Il Gruppo ha però eseguito alcuni restauri urgenti poi giudicatibenevolmente, ed i disegni di alcuni dei pezzi più rappresentativi.

Ma ciò che più conta e che giustifica la necessità di una relazioneaccompagnatoria del materiale consegnato, è l’interesse dei rilievi ese-guiti durante i lavori, rilievi che testimoniano della giacitura dei mate-riali e della quota di rinvenimento di alcuni di essi.

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Ciò permetterà che non ne sia persa per sempre la qualità di docu-menti scientifici e stratigrafici.

Di particolare interesse il ritrovamento di alcuni frammenti di “terrasigillata”,fra cui une di “terra sigillata paleocristiana”, risalente al IVsec.d.C.

L’individuazione nel sito di ceramiche, così dette “barbariche”, hadestato il nostro interesse; interesse poi confermato da fonte autorevole.

La Dottoressa Negro Ponzi, docente di Archeologia Medioeva-le dell’Università di Torino, ha infatti confermato la nostra datazione,ponendo l’accento sull’importanza di documentare, a Vercelli,tali pre-senze.

Esse testimoniano di un particolare periodo,di cui ben poco si co-nosce, ricordato da S. Gerolamo con un quadro di Vercelli semidistruttae spopolata.

I materiali recuperati vanno, comunque, dal I al V sec. d.C., e lapercentuale di ceramica di quest’ultimo periodo è assai ridotta.

Per questo riteniamo non inutile la pubblicazione, a Vercelli, dellapresente Relazione, affinchè rimanga treccia di questa stimolante docu-mentazione, nella futura prospettiva di una auspicabile rielaborazionecritica della massa di notizie archeologiche riguardanti la nostra città.

G. SOMMODirettore Gruppo Archeologico

Vercellese

Vercelli 10 Giugno 1978

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SEGNALAZIONI PRECEDENTI RIGUARDANTI LA ZONA

La zona cittadina in oggetto, risulta particolarmente ricca disegnalazioni archeologiche riferite dal Bruzza, dal Viale e dagli Autoridi “Vecchia Vercelli”.

Anche il G.A.V. ha, in questi anni, raccolto notizie di ritrovamentida fonti attendibili, che, per essere costituite da cantieri edili, non hannoavuto seguito reale.

Interessante ed emblematico il fatto che, alcuni anni or sono, apochi metri dal sito in esame, l’ ENEL costruì una cabina seminterrata,senza che della inevitabile scoperta di materiali archeologici si avessenotizia alcuna.

Che tale trovamento sia avvenuto testimoniano i frammenti super-ficiali riscontrati nell’area interessata dai lavori.

l - Luigi Bruzza,“Iscrizioni Antiche Vercellesi”, Roma, 1874.Pag. 203 “Presso alla città nello scavo dei fondamenti delle case chesono intorno alla chiesa di S. Vittore, e quando si spiano il terreno perfare il viale che le sta innanzi, fu trovato un gran numerodi vasi di varia forma e grandezza...”.

2 - Idem.Pag. 203 “Lo stesso è da dire di un grande deposito di anfore e vasiscoperto soltanto in parte quando si rispianò il terreno che sta in bassoalla destra del canale che scorre fra la detta chiesa di S. Vittore e il boscodei platani sotto al quale anche al presente giace un gran numero d’anforee vasi...”(Per “bosco dei platani” leggasi Piazza Cesare Battisti)

3 - Idem.Pag. l85 “..Scavandosi nel 1842 le fondamenta della Cavallerizza furono ritro-vate sei anfore di fondo piano, alte m. 0,74 e nella maggior ampiezza del

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diametro di m. 0,22. Per ordine del sindaco furono portate nell’ar-chivio della città dove ancora si conservano.”(Per “Cavallerizza” leggasi Palazzo FIAT).

A corollario delle segnalazioni riferite da Padre Bruzza,valecitare il ritrovamento di due forme,di vaso e di lucerna,che lospingono a scrivere: “ ora che in Vercelli vi fosse alcuna di cotesteofficine si conosce dalle forme che furono trovate presso allachiesa di S. Vittore, dove in mezzo a molti vasi interi e frammen-tati era questa del fondo di un vaso nella quale entro una piantadi p iede leggevasi : H. . . INI . . ” (pag.25l - 252 op.c i t .“Figuline”.)...“ Nessun vaso ritrovossi fino ad ora con questa im-pronta...” [...]“..Vicino al medesimo luogo si rinvenne una formadi lucerna nella quale si legge MUTINI” […] “ del quale non siha altro esempio né in Piemonte né in Vercelli...”

Il fatto che esistesse a Vercelli una figulina e probabile, nondimostrato che i due marchi siano stati usati da un’officina loca-le, data la loro totale assenza dai ritrovamenti cittadini.

4 - Segnalazione del G.A.V.Già nel l974 era stata segnalata alla Soprintendenza la pre-

senza, nell’allora Piazza Camana, (di fronte alla “ cavallerizza”,di possibili reperti di epoca romana.

La segnalazione non ebbe seguito ed i lavori compiuti perla realizzazione del Parco, portarono in luce molti frammenti diceramica forse insieme con altri reperti di cui non ci è dato sape-re. La prova ci è stata fornita da un docente cittadino, che virecuperò un collarino d’anfora con bollo, ora a Casale.

5 - Autori Vari “Vecchia Vercelli” Vol. II Tip. ed.“ La Sesia” l967.pag. 653:“Durante i lavori di sterramento per la sistemazione delcampo, (il campo sportivo) venne alla luce una fornace romanacon notevoli depositi di anfore.” (sic!)

6 - Segnalazione del G.A.V.Il Gruppo ebbe notizia nel 1975 di ritrovamenti d’anfore nellazona dell’Aravecchia, presso l’imbocco del

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viale che porta all’ingresso militare dell’Aeroporto, (Piazza Medaglied’Oro).

7 - Vittorio Viale “Vercelli e il Vercellese nell’antichità“Cassa di Rispar-mio di Vercelli, l97l pag. 42: “ Nel l939,nella costruzione della Piscinadel Dopolavoro, fra Via Petrarca e Piazza Battisti, alla profondità di m.3,50, si trovò una tomba formata da un pavimento e soffitto di tavelle epareti in mattoni, contenente un’urnetta cilindrica di pietra (alt.cm.35,diam.cm. 38) che racchiudeva i resti di una giovinetta, molti filamentid’oro del suo vestito, ed un unguentario in vetro.

A lato della fossa si raccolsero una lucerna con il bollo CERINTHI,altri unguentari, un ago crinale in osso, il manico di uno specchio,unamoneta illeggibile, ma forse del I secolo, e pezzi di chiodi.Urna ed oggetti si conservano al Museo Leone.

8 - Nella carta archeologica schematica di Vercelli, visibile al MuseoLeone, è segnalato il ritrovamento di monete presso il terreno riguar-dante la presente relazione, allo sbocco della Strada Vicinale dell’Aravecchia nella Via Massaua.

Non esistono altri, più precisi riferimenti.9 - Va aggiunta alle precedenti una laconica segnalazione riferita dalViale (op. cit. pag. 43) e non facilmente localizzabile, se non a grandilinee, presso la Bassa (zona meridionale di via XX Settembre).“ In lette-ra e disegni del Leone al Bruzza si dà notizia del ritrovamento, a portaTorino, nel1e fondazioni della casa già Delmastro, nei bassi fondi delMulino della Bassa (vecchia Officina elettrica), di tre anfore (MuseoLeone n.747, 750, 755) e di due collarini di anfore con bolli (uno alMuseo Leone, n. 794)”.

NOTALa numerazione assegnata alle sopracitata segnalazioni, trova riferimentoalla Tavola n. l (pag. 27) dove esse sono collocate sul “ Piano Regolatoredi Vercelli”. “ VB” è la sigla del sito in esame.

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Analizzando caratteristiche e posizione delle segnalazioniriportate,appare chiara la massiccia presenza di frammenti fittili, soprat-tutto d’anfora.

L’ipotesi avanzata dal Bruzza sull’esistenza di una officina di figoliè assai inconsistente se si tien conto della totale assenza, in Vercelli, deibolli riscontrati sulla due forme, l’una di vaso, l’altra di lucerna, rinve-nute presso S.Vittore.

Comunque è notevole la quantità di materiale reperito nelle varieepoche, tanto da indicare questa zona della città, tra quelle, esterne allemura, più densamente occupate in epoca romana.

Sull’ ipotesi che le anfora rinvenute presso il campo sportivo ap-partengano ad una fornace, gli autori di “Vecchia Vercelli” nulla aggiun-gono.

È da ritenersi di un certo interesse l’insieme di questa massa dimateriali concentrata in poche migliaia di metri quadrati, anche alla lucedel fatto che la zona è attraversata da quel “ Roggione di Vercelli”, filoconduttore della logica necropolare di Via Asiago,via Testi, Cascina S.Bartolomeo.

L’analisi dei materiali recuperati nel sito “ VEVB”, oggetto dellapresente relazione, della loro giacitura, della loro qualità, appare utile sevista nell‘ottica di insieme costituita dai precedenti sopra citati.

NOTAin Carlo Dionisotti “ Studi di Storia Patria Subalpina” Torino l896,pag.l92, nota (l) (Il Roggione di Vercelli) fu aperto Fra il l554 e 84; neassunserol’impresa il Conte Alfonso della Motta, il collaterale Aiazza, eFiliberto Gattinara”. Ciò non esclude che l’estrazione delle acquedell’Elvo, nel percorso cittadino, seguisse una via già resa comoda dal-l’esistenza di un percorso antico. Tale supposizione sarebbe confortatada quanto sopra esposto.

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ESTREMI CATASTALIIl sondaggio riguarda le particelle n. 68 e n. 233 dal foglio 93 del Cata-sto di Vercelli.Il terreno è situato alla destra della Strada Vicinale dell’Aravecchia, apoche decine di metri dal suo sbocco in Via Massaua. (Si vedano leTavole 1,2,3)Presenze superficiali sono costituite da frammenti di ceramica, speciepresso la costruzione elettrica sotterranea.La coltura è ad orto e vite.L’area interessata dal sondaggio misura m.3.00 per m.2,50 circa. L’orien-tamento del lato minore è parallelo al muro di cinta (NE), da cui dista m.l,70. (Vedasi Tavola 3)

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DESCRIZIONE DEL SONDAGGIO

I FASE (da quota 0 a quota -40 cm.)

Viene asportato il cotico erboso su tutta l’area,per una profondità di cm.20.Lo strato sottostante appare composto da terriccio misto a frammenti diceramica, nella zona Sud appaiono alcuni ciottoli legati con malta e re-sidui di combustione misti a materiali recenti.A quota -35 cm. appare netta la struttura in ciottoli e malta(larghezzacm. 80,sporgenza dal margine dello scavo cm.40). Fra le quote -35 e -40vengono rilevati i frammenti n. l, l7,descritti in catalogo.Due considerevoli ammassi di frammenti minuti, probabilmente d’an-fora, emergono, fra le suddette quote, verso il lato orientale dell’area.(Vedasi Pianta A)

II FASE (da quota -40 cm. a quota -60 cm.)

Prosegue in profondità e si evidenzia maggiormente la struttura in ciot-toli e malta, in essa si riscontrano, solidamente inglobati alla struttura,frammenti di laterizio romano e di anfora. Ad Est di questa, a circa 40cm.emerge una pavimentazione di malta mista a cocci d’anfora, contornatada frammenti di laterizio romano riutilizzati. Ai piedi di questa secondastruttura si evidenziano numerosi frammenti di laterizio (tavelloni),mistiad un notevole ammasso di cocci d’anfora. (Già rilevato a -40 cm.) Unanalogo ammasso di frammenti appare al margine Nord dello scavo,dove i frammenti di laterizio sono assenti. Sono rilevate le posizioni, aquota -80 cm., dei frammenti n. 2, l0, 22, descritti in catalogo. (VedasiPianta B)

III FASE (da quota -60 cm. a quota -80 cm.}

Si avverte un mutamento di strato a quota -70 cm. Il terriccio misto aframmenti è più scuro e contiene materiali meno incoerenti.

Appare, ai piedi delle due strutture già descritte, la partesuperiore di un’anfora frammentata accanto a grossi pezzi di la-terizio. Nell’angolo NE dell’area, si rinvengono due collarini d’anforain posizione verticale, resti di combustione, frammenti ossei, denti di er-

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bivori. Nella zona NO appaiono frammenti di laterizio e piccoli ammas-si di frammenti d’anforaincoerenti,

Sono rilevate le posizioni, a quota -80, dei frammenti n. ll, l4, l6,41,descritti in catalogo.(Vedasi Pianta C)

IV FASE (da quota -80cm. a quota -110 cm.)

La struttura in ciottol i e malta prosegue in profondità, lapavimentazione accanto si fonda su terreno argilloso, con un assisedi laterizi a quota -110. Ai piedi della struttura in ciottoli, nella stes-sa posizione della prima, ma fra le quote -90, -110, appare un altrocollarino d’anfora frammentato.Vengono rilevate le posizioni, a quota -110, dei frammenti n.2l, 29, 26,34, 44, 43, 36, 37, 40, descritti in catalogo. (Vedasi Pianta D)

V FASE (da quota -110 a quota -150cm,)

Anche se la qualità del terreno non muta, per alcune decine di centimetriesso appare povero di materiali (da quota -110 a quota -130),chericompaiono all’improvviso, fra le quote -140,-150. A differenza dei pre-cedenti rinvenimenti, essi appaiono perfettamente in sito e in buono sta-to di conservazione; in terreno umido, alcuni conservano incrostazionifangose molto resistenti. Al centro dell’area appaiono tre collarini d’an-fora sovrapposti ed accanto un fondo di patera rovesciato.

Tutt’intorno vengono rinvenuti i pezzi meglio conservati. Sonorilevate le posizioni,oltre che dei tre collarini, dei pezzi n.28, 52, 3l, 32,65, 61, 5, 77, 78, 57, 58, 59, descritti in catalogo. (Vedasi Pianta E)

VI FASE (da quota -150 a quota -170 cm.)

Al terriccio umido si sostituisce a varie quote, fino a -l70, uno strato com-patto di arenaria giallastra, sigillato da una sottile patina calcarea. Fram-menti di tale arenaria sono stati rilevati, erratici, nelle prime fasi dello scavo(circa -100 cm.). La struttura in ciottoli si fonda su di un’assise imperfetta-mente geometrica, ad una quota leggermente inferiore, nell’arenaria. Aipiedi della struttura emergono i frammenti di un olletta (n.56), subitoricomposta e restaurata. Su tutta l’area del sondaggio lo strato appare costi-

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tuito da arenaria giallastra vergine. (Vedasi Pianta F)

RILIEVO DELLE PARETI DELLO SCAVO E STRATIGRAEIA

Riepilogo schematico della stratigrafia. (dal basso)

b-Arenarla giallastra ed incrostazioni calcaree. (-l70)Assenza di materiali, assise della costruzione in ciottoli.I-Terreno argilloso umido.(-l70,-80}In profondità materiali in sito, in buono stato di conservazione. A quotesuperiori materiali scarsi edincoerenti.II-Terreno argilloso misto a frammenti minuti.(-80,-20}Presenta materiali frammentari ed incoerenti, frammenti di arenaria pro-venienti dal sottostantestrato.II-Humus e cotico erboso (-20,00)

SEZIONI .

Vengono qui omesse le sezioni riguardanti i lati Nord,Ovest, Est. La sezione del lato Sud è sufficiente alla comprensione dellastratigrafia. (Vedi Tavola)a-a’ Lato Nordc-c’ “ Ovestb-b’ “ Sudd-d’ “ EstÈ stata aggiunta una “ Proiezione Verticale” dei dati afferenti materiali estratigrafia. (Vedi Tavola)

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LATO NORD (a-a’)

Questa sezione del terreno presenta in modo chiaro la successione :b, I,II, III. Il letto di arenaria ha qui tendenza a sollevarsi, frammenti diarenaria si vedono inglobati negli strati superiori. Nello strato I, a quota-ll0 cm., si notano tracce di residui carboniosi e di frammenti ossei. Lostrato II ha tendenza ad assottigliarsi.In questa direzione si dovrebbe trovare, sulla stessa linea del primo, unsecondo pilastro in ciottoloni.

LATO OVEST (c-c’)

Molto netta, in questa zona dello scavo, la differenziazione fra strati I eII. Qui solo lo strato II ingloba frammenti di arenaria; nello strato I,molto regolare, non si è trovata traccia di manomissioni. Il materiale, inquesta zona, è stato rinvenuto nelle migliori condizioni.

LATO SUD (b-b’) (Tavola)

Questa sezione presenta maggiore complessità. Lo strato III a sinistra,presenta residui carboniosi recenti, in corrispondenza della struttura inciottoli esso poggia su di un sottile strato intermedio, che si è rivelatosolo per pochi centimetri.Questo sottile deposito, formato da detriti fini, conteneva pochi fram-menti dì ceramica recente. Esso si è probabilmente formato quando an-cora la struttura in ciottoli emergeva dal terreno. Tale struttura dovrebbeessere,quindi, piuttosto recente: l600-l700. Che essa sia stata fondataquando già si erano configurati gli stra ti I e II, lo dimostra il fatto che frai ciottoli e la malta sono solidamente inglobati frammenti di laterizi e dianfora appartenenti agli strati preesistenti.

Tali frammenti sono venuti a costituire parte integrante dellastruttura, grazie alla colata, direttamente contro le pareti dello scavodi fondazione, della malta e dei ciottoli. La presenza di questa strut-tura condiziona, a nostro parere, tutta l’area dello scavo, provocandoin vasta superficie, il prelevamento, dallo strato I, di materiali primaomogenei. Il fatto che la fondazione della struttura avvenga nel

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letto di arenaria va messo in relazione con la presenza di frammentidi tale natura in strati superiori.A sinistra della struttura in ciottoli, a pochi centimetri al di sotto dello stratoIII, si configura una struttura in laterizio e malta contenente frammenti d’an-fora. Tale struttura si fonda su terriccio argilloso contenente frammenti ana-loghi a quelli rinvenuti nello strato I.Sopra, lo straterello riguardante la struttura in ciottoli, appare intatto, datan-do la pavimentazione di malta ad epoca anteriore alla struttura in ciottoli.Frammenti derivanti dalla demolizione della struttura in laterizio sirinvengono presso di essa nello strato II. In questa zona dello scavo(Sud), si può tentare di ricostruire una cronologia dei fenomeni che hannoportato a questo tipo di stratigrafia, aperta, naturalmente a successive, piùpuntuali,verifiche; tale ricostruzione si può così sintetizzare:

a - Esistenza di un fondale lacustre sabbioso

b - Riempimento databile, per i materiali più tardi contenuti, al IV, Vsecolo d. C.

c - Fondazione della struttura, in questo riempimento, in laterizio dirisulta, che per il contenuto della pavimentazione di malta,di fram-menti d’anfora, può essere datato dal V secolo in poi.

d - Fondazione della struttura in ciottoli, distruzione della strutturain laterizio, sollevamento del terreno (strato II), testimoniato da fram-menti di arenaria e da materiali provenienti dallo strato preesistente.

e - Formazione dello straterello al piede della struttura in ciottoli.

f - Demolizione del pilastro.

g - Apporto di terreno humifero nella recente sistemazione del giar-dino. (strato III)Tale ipotesi concorderebbe con tutti i particolari rilevati nellastratigrafia, l’accertamento della reale cronologia, richiederebbe, però,una conferma sperimentale, con l’analisi accurata di un’area finitimadi piccola dimensione.

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Altra verifica consisterebbe in una ricerca di documenti catastali anti-chi, per stabilire la presenza nel terreno di una struttura risalente al 1600-l700.

LATO EST (d-d’)

In questa sezione si osserva chiaramente la presenza di un avvallamentousato per la preparazione dei letticciati, di natura recente. Fra gli strati Ie II si configura la presenza di una traccia di residui di combustione.Chiara, anche in questa zona dello scavo, la rarefazione dei materialicontenuti negli strati I e II.

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SITO “VEVB” CATALOGO PARZIALE DEL MATERIALE

VEVB 1 Moneta imperiale in bronzo2 id.3 id.4 id.5 Peso in pietra serpentinosa verde, elissoidale,

cm.1l xl0 x 3.56 Dischetto in pietra bianca. Diam. mm. 5.7 Frammento di punta in bronzo.8 Frammento di bordo d’olpe in vetro, diam.cm. 4

h.cm. 4,59 Frammento di vasetto unguentario in terracotta con

invetriatura giallastra. Diam. 2,7 cm.10 Ago da rete in osso. Cruna frammentata, lungh. cm.

12.11 Ago crinale in osso. Lungh. cm.7.12 Due frammenti di ago crinale in osso. Lungh.cm. 4,5.13 Frammento di utensile in osso. Lungh.cm.6.14 Frammento di pettine d’osso, presenta decorazione in

cisa :dischetti e losanghe. Lungh. cm. 8.15 Numero due frammenti di coppa in terra sigillata con

decorazione :ovuli, palmetta, putto e colonna.16 Frammento di coppa in terra sigillata con

decorazioni: ovuli,figure umane, festoni.17 Frammento di terra sigillata con decorazione.18 Frammento di coppa in terra sigi1lata,con decorazio

ne floreale a tre petali sul bordo.19 Frammento di coppa in terra sigillata con decorazio

ne.*20 Frammento di fondo di patera. Presenta bollo in “planta

pedis”: SFVFR . (Severi ?)*21 Frammento di fondo di patera,presenta bollo in “planta

pedis”: CERE . (C. Erennius ?)*22 Frammento di fondo di patera. Presenta bollo in

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“planta pedis“:YM..”23 Frammento di patera in terra sigillata. Presenta deco-

razione fitomorfa.*24 Frammenti di coppetta in terra sigillata.Diam. fondo

cm. 4,2. Presenta bollo in “ planta pedis” pressoché illeggibile: M...

25 Frammento di bordo di coppa a vernice rossa.26 Frammento di coppa in terra sigillata “ paleocristiana”

arancio. Presenta decorazione a roselle stampigliateed incisioni verticali.

27 Frammenti di coppa in terre cinerognola a pareti sottili. Presenta decorazioni incise.

28 Coppa frammentata in terra cinerognola e pareti sottili, presenta decorazione fitomorfa “ a la barbotine”.Altezza cm. 9,5.

29 Frammenti in terra a pareti sottili di impasto biancastro,30 Frammento di patera di impasto. Presenta invetriatura

dorata a fondo marrone.31 Anforetta di impasto. Altezza cm.l2.32 Frammenti di piccolo dolio di impasto. Altezza cm. 9.33 Frammenti di coppetta di impasto a vernice rosso bru-

na.34 Frammenti di piatto a bordo rileveto, di impasto.35 id.36 Frammento di coperchio in terracotta con presa verti-

cale.37 Frammenti vari di sigilli per anfore.38 Frammento di bordo di coppa di impasto, con doppio

bordo rilevato e decorazioni a rilievo.39 Frammento di bordo di piatto di impasto con doppio

bordo rilevato e decorazioni incise.40 Frammento di bordo di coppetta,con doppio bordo ri-

levato e decorazioni orizzontali incise.41 Frammenti vari di olla di impasto con decorazioni a

“ pettine” incise.

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42 Frammento di olla di impasto con decorazionestampigliata a reticolo rettangolare.

*43 Frammenti vari di lucerna, fra cui un fondo con bollorilevato a grandi lettere: APRIO-F.

44 Grosso frammento di bacile di impasto con decora-zioni semicircolari a “pettine“.

45 Frammento di coppa in terra sigillata a verniceargentea.

46 Moneta imperiale in bronzo.47 Frammento di modanatura in marmo. Altezza cm.548 Frammento di pietra verde lavorata.49 Frammento di cannicciato in argilla cruda.50 Frammento di vasetto unguentario in vetro.5l Frammento di ansa in vetro.52 Spatola in osso. Presenta cinque punte smussate. Per

forazioni con trapano ad arco.53 Ago in osso.54 Punta d’ago in osso.55 Zanna in avorio.56 Olla in terracotta frammentata. Presenta grossolane de-

corazioni incise.57 Piatto in vernice rossa. In tre frammenti.58 Lucerna figurata anepigrafe. Tripode.59 id. Vaso con ghirlande.60 Frammento superiore di peso da telaio trapezoidale.

In terracotta.61 Frammento di statuetta in terracotta. Collo e panneggio.62 Frammenti di calice (incensiere) di impasto con deco-

razioni a quadri rotellati.63 Frammento di olla di impasto con decorazione a “pet

tine” incisa.64 Frammenti di olla decorata a stampigliature.65 Frammento di patera in terra sigillata con bollo. Illeg-

gibile.66 Frammento dì fondo di patera in terra sigillata. ?67 id.

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68 Frammento di bordo di tazza in terra a vernice rossa.69 Frammento di coppa in terra sigillata con decorazione

ispirata alla corsa dei carri.70 Frammento di coppa in terra sigillata. Presenta deco

razione costituita da figure umane.71 Numero due frammenti di terra sigillata con decora

zioni di animali e fiori.72 Frammento di bordo di tazza in terra a vernice rossa.73 Frammento di bordo di tazza o piatto in terra a vernice

rossa.74 Frammento di bordo di piatto in terra a vernice rossa.75 Frammento di collarino d’anfora con bollo illeggibile.76 Frammento di tappo in terracotta, per anfora.77 Numero due frammenti di coppa con decorazioni a ri-

lievo.78 Numero due frammenti di coppa simile alla preceden-

te.79 Frammento di bordo di “poculo” in terra chiara.80 id. in terra bruna.81 Frammento di tazza a vernice bruna.82 Frammento di tazza in terra chiara.83 Frammento di disco di lucerna.84 id. con decorazioni graffite.*85 Frammenti di lucerna con bollo a grandi lettere rileva

te: TH(A)..*86 Frammenti di lucerna con bollo simile al precedente

F...87 Frammento di olla di impasto.88 Frammento di lucerna.89 Frammento di coperchio di impasto.90 Frammento di bordo di coppa.91 Frammento di piatto di impasto.92 Frammenti di “ scodellone”.

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93 Frammento di patera in terra sigillata.94 id.95 Corno bovino.96 Numero due frammenti di fendo d’olla.97 Tappo in terracotta.98 Bordo di coppa in impasto nerastro.99 id.100 Frammento d’olla.101 Bordo di piatto a sezione verticale.102 Bordo di piatto di impasto.103 id.104 id.105 Numero due frammenti d’olla106 Numero due frammenti di bordo di piccola olla.107 Frammento di fendo in terracotta con decorazioni im

presse.108 Frammento di bordo di piatto.109 Frammento di bordo di piccola olla.110 Frammento decorato ad incisioni.111 Frammento di piccolo recipiente in cotto.112 Frammento di collo d’o1pe.113 Tappo d’anfora in terracotta.114 id.115 Numero due frammenti di bordo d’olla.116 Frammento di bordo di piatto.117 Frammento di olla di impasto.118 Frammenti di anfora.119 Frammento di fondo di patera.120 Frammento di fondo di piatto.121 Frammento di fondo.122 Frammenti di piatto di impasto fine.123 Frammento di fondo.124 Frammenti di piatto in terracotta.125 Frammento di corno bovino.126 Frammento di bordo con decorazioni “a la barbotine”.127 Frammento di fondo.128 Frammento di bordo di piatto.

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129 Frammento in terra cinerognola a pareti sottili constampigliatura.

130 Frammento di terra cinerognola a pareti sottili con attacco d’ansa.

131 Frammenti di olla di impasto.132 Frammento di fondo con decorazioni “pizzicate”.133 Frammento di fondo.134 Piccolo tappo d’anfora con presa verticale.135 Tappo d’anfora in cotto.136 Frammenti a pareti sottili con decorazioni.137 Tappo per anfora ricavato da coccio.138 Zanna di cinghiale.139 Frammento di bordo d’olla.140 Frammento di bordo.141 Frammento di tappo per anfora.142 id.143 Frammento di piccola ansa.144 Frammento di fondo d’olla di impasto grossolano.145 Frammento di rivestimento in marmo.146 Frammento di ansa d’olpe a quattro costolature.*147 Frammento di collarino d’anfora con bollo stampigliato

incomp1eto: IMPHA..148 Frammento di ansa d’anfora.149 Frammento di fondo.150 Frammento di bordo di patera in terra sigillata.151 Frammento di ansa decorato a graffito.152 Frammento di tappo per anfora.153 Frammento di impasto fine.154 Frammento di ansa.155 Frammento di impasto decorato ad incisioni.156 Frammento di bordo.157 Fondo d’anfora.158 Frammento di olla con decorazioni159 Frammento di piccolo recipiente in terra sigillata.160 Frammento di anforetta.161 Frammento di terra cinerognola a pareti sottili con de-

corazione a tratti incisi.

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162 Frammento di terra cinerognola a pareti sottili con de-corazioni “ a la barbotine ”.

163 Frammento di bordo di piatto.164 Frammento di ansa in terracotta.166 Frammento di ceramica con decorazioni.166 Frammento di fondo di terra a pareti sottili.167 Fondo d’olla.168 Frammenti di anfora.*169 Frammento con incisione graffita: IK170 Tessera di mosaico in pasta vitrea azzurra.

NOTAL’asterisco accanto al numero distingue i reperti di interesse epigrafico.

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CONCLUSIONI

Lungi dal voler trarre conclusioni ad ogni costo, dato anche ilcarattere non strettamente scientifico dello scavo, si possono pro-spettare alcune possibili interpretazioni ed ipotesi che potranno ,inuna migliore occasione,essere verificate.

L’analisi della stratigrafia ha fornito una cronologia basata sul-le due strutture emerse, che per caratteristiche proprie e per giacitura,appartengono a due diversi periodi costruttivi.

La presenza delle due strutture, ed in particolare di quella piùprofondamente fondata, ha condizionato, nell’area riguardante il son-daggio, la conformazione della stratigrafia.

Lo strato di arenaria con incrostazione calcarea può, con buonmargine di sicurezza, appartenere ad un preesistente fondale d’ac-qua, forse legato alla presenza nella zona di quel “Roggione” chedivise, fino alla fine dell’800, le terre alte dalla “Bassa“.

Certa pure, a nostro avviso, la caratteristica di colmata dellostrato immediatamente superiore.

L’analisi del contenuto dello strato,costituito da materiali gros-so modo databili al I-V sec.d.C., evidenzia la presenza accanto a fram-menti di vasi della cosi detta “terra sigillata”, lucerne,vasi d’uso, ossolavorato, pietra,frammenti di statuette fittili, rivestimenti in marmo,cannicciato, monete, vetro, anfore, in condizioni di giacitura che nontengono conto della diversa qualità e datazione dei materiali stessi.

La presenza, inoltre, dei materiali meglio conservati ed an-cora in sito, coperti da una spessa incrostazione fangosa, nellequote inferiori dello scavo, fa pensare anche a prima vista, ad unacolmata. I tre collarini d’anfora ed il fondo di patera, evidenziati nellaloro posizione di rinvenimento, a quota -1,50, sovrapposti come sono,senza che, cadendo l’uno sull’altro, abbiano provocato frantu-

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mazioni, avvalorano l’ipotesi che siano stati gettati a casaccio inun fondale fangoso, e che non abbiano subito ulteriori fratture acausa dell’azione frenante dell’acqua.

L’insieme dei materiali presenta la totale assenza di intru-sioni di frammenti posteriori al V sec.; ciò fa ritenere possibileuna datazione del riempimento basata sui pezzi più recenti con-tenuti nella massa. (IV-V secolo d.C.).

Potremo quindi ritenere che la colmata sia avvenuta dopo ilV secolo, ma non molto oltre; data la completa assenza del piùpiccolo frammento con datazione posteriore.

A questo punto intervengono i due fatti costruttivi, il piùantico dei quali non sappiamo quanto possa essere legato al sol-levamento artificiale del terreno.

Delle due fasi, comunque, possiamo dire che la prima si fon-derà direttamente sulla colmata, la seconda, distruggendo la pri-ma e fondandosi in profondità, provocherà il sollevamento ulte-riore di materiali e terriccio, dallo strato sottostante, con la for-mazione di uno strato di materiale molto frammentario e con con-tenuti di arenaria a quota superiore e con generale sollevamentodel piano di calpestio.

A ciò si aggiunge un apporto humifero nella sistemazionedel giardino, provocando un nuovo sollevamento fino al livelloattuale.

L’ inser imento del r i t rovamento nel la log ica del lesegnalazioni precedenti, va fatto, a nostro avviso, su due possi-bili direttrici.

L’una porterebbe a pensare l’insieme dei ritrovamenti comeil residuo di stanziamenti di carattere commerciale o industrialenella zona esterna della città, l’altra all’esistenza di notevoli quan-tità di materiali di risulta, utilizzati, in varie epoche, per la siste-mazione dei terreni bassi o acquitrinosi.

Entrambe le ipotesi si basano sul fatto che, in questa partemeridionale della città , per molti secoli esistette una notevoleattività ed una densità di presenze stanziali o industriali non piùraggiunta in epoca tarda e medievale.

Se come pare, la datazione della colmata può essere indica-

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ta dalla presenza di frammenti, in percentuale ridotta, riferibili al IV-Vsecolo, ci troveremmo in presenza di un’attività di sistemazione erisanamento in un’epoca molto poco nota della storia di Vercelli.In questo senso riteniamo utile l’approfondimento dei dati riguardantiquesta zona della città, a mezza via fra le necropoli di recente scopertaed il ricco quartiere dell’ anfiteatro, tanto lontana dalle mura romanesupposte dal Faccio da rimettere in discussione molte delle cognizionipreconcette che abbiamo sulla Vercellae romana.

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RILIEVI

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VB è il sito dello scavo

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TAVOLE DEL MATERIALE

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NOTE SUL MATERIALE

Tenuto conto del fatto che i centosettanta pezzi in catalogo offro-no solo una minima parte del quadro generale emerso dallo scavo, e chequindi percentualmente, ad esempio, i frammenti d’anfora costituisco-no circa l’ottanta % sul totale di alcune migliaia di frammenti, si puòtentare, sui pezzi catalogati (in sostanza rappresentativi), un prospettostatistico .

TERRA SIGILLATA 22SIGILLATA TARDA lIMITAZIONI SIGILLATA 18ANFORE E SIGILLI D’ANFORA 20TERRA CINEROGNOLA A PARETI SOTTILI 10LUCERNE 8CERAMICA TARDA INVETRIATA 2OSSO LAVORATO 8OSSO NON LAVORATO 4VETRO 4PIETRA LAVORATA 5METALLO 1MONETE IMPERIALI 5PESO DA TELAIO lCANNICCIATO 1STATUETTA IN TERRACOTTA lCERAMICA D’USO DI EPOCA ROMANA 59

Totale 170

Dal prospetto appare chiaramente il contenuto minimo di cerami-ca tarda rispetto alla massa di ceramica romana, pregiata e d’uso, databileal I-III sec.d.C.

Altro dato interessante la presenza, di un certo peso, di terra sigillataassegnabile al I-II secolo, forse proveniente da fabbriche della Gallia.Un commento particolare meritano alcuni dei pezzi recuperati:

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oltre al già citate frammento di “terra sigillata paleocristiana” di notevo-le interesse (n.cat.26), citeremo la spatola in osso ricurva a cinque pun-te, che, per quanto riguarda l’impiego come “instrumentum”, si adatte-rebbe ai solchi incisi orizzontalmente sul borde di frammenti d’olla.

L’ipotesi di una spatola da vasaio è, quindi, più che possibile, dataanche la forma generale, curva, dello strumento. (n.cat.52)

Ben conservata e restaurata da molti frammenti, la coppa in terracinerognola a pareti settili con una delicata decorazione alla “barbotine”.Essa fa parte di quel particolare tipo di ceramica, molto diffusa in Pie-monte e di probabile fabbricazione locale. (n.cat.28)

I pezzi 3l e 32, anforetta e dolio in miniatura, presentano un certointeresse per il loro carattere di piccola dimensione. Le lucerne 58 e 59,non comprese fra i disegni in quanto note le loro figurazioni, sono staterecuperate in perfetto stato di conservazione.

Interessante, infine, il peso in pietra verde, il quale è senz’altroriferibile ad attività commerciale.

Ma se il materiale non ha in sé nulla di eccezionale, fatta eccezioneper la spatola e per i frammenti “barbarici” esso ha dato una buona messe dibolli e segni.

In tutte nove, quattro su terra sigillata, tre su lucerna, due su anfo-ra, alcuni sono inediti a Vercelli.

TERRA SIGILLATA (in “ planta pedis” )

SFVFH (Severi ?)CERE (C. Erennius ?)YM...M...

LUCERNE

TH(A)F... (Fortis ?)APRIO.F.

ANFORE

IMPHA..IK.. (graffito)

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Va ricordata, anche perché non ne esistono, che si sappia, a Vercelli,la presenza di un frammento di panneggio appartenente ad una di quellestatuette votive in terracotta che furono trovate in gran numero nelloscavo della necropoli di Via Cavour a Biella (I-II sec.d.C.) ed ora con-servate nel locale Museo.

La produzione di queste figurette, ottenute su stampi e in un se-condo tempo ritoccate dall’artigiano, è senz’altro locale; e dato l’altonumero di quelle rinvenute fra i corredi delle tombe biellesi, potrebberoessere state fabbricate nell’Alto Vercellese.

A Vercelli questo frammento, il primo documentato, è particolareanche perché rinvenuto al di fuori dell’ambito funerario.

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DISEGNIN° 28,131,114,113,52,21,15,31,32,11,12,10,54,53,14,13, 55DELLAVALLEN° 43,169,86,147,85 ACCIUN° 98,61,9 SOMMON° 56,57 MAIANDIN° 26,62 BERARDISCALE1/1: : 114,43,86,169,113,56,57,9,61,26,147,85,52,21,15,11,12,10,54,53,14,13,551/2 : 28,98,31,32,621/3 : 131

LE SCALE RIGUARDANTI I RILIEVI SONO INDICATE GRAFICAMENTE

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HANNO COLLABORATO AL PRESENTE LAVORO:ACCIUANSALDIBOCCHIOBOTTINOCROSIODELLAVALLEMAIANDIMIRABELLIREINASANPIETROBRUNELLO

TESTI E IMPAGINAZIONEG. SOMMO

DISEGNIV. ACCIUP. DELLAVALLEL. BERARDIF. MAIANDIG. SOMMO

RESTAURIG. BRUNELLO

RILIEVIV. ACCIUG. BOCCHIO

G. SOMMO

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INDICE

Premessa pag. 3Estremi catastali 9Descrizione del sondaggio 10Stratigrafia l2Catalogo parziale del materiale l6Conclusioni 23

INDICE DELLE TAVOLE

Tavole dei rilievi 26Segnalazioni precedenti 27Estremi catastali. Localizzazione 28Pianta A. Fase I 29Pianta B. Fase Il 30Pianta C. Faee III 3lPianta D. Fase IV 32Pianta E. Fase V 33Pianta F. Fase VI 34Sezione bb’. Sud. 35Proiezione verticale 36Tavole del materiale 37Note sul materiale 38

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Pubblicazione “ pro manuscripto ”, destineta ai Soci ed egli Amici delGruppo Archeologico Vercellese.

STAMPA Tip. BESSO M. VERCELLI 1978

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Le foto, eseguite di gran cor-sa incombendo la consegnadel materiale alla Soprinten-denza (e purtroppo di pessi-ma qualità) rappresentanotutta la documentazione re-peribile.

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