Lauro Centenario Premio Scrittori - geobadge Club...Lauro De Bosis L’Italia fu tra i primi Paesi...

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Lauro De Bosis L’Italia fu tra i primi Paesi ad aderire al Pen Club, fondato a Londra nel 1921. Primo presidente, Lauro De Bosis (1901-1931). Eccone la storia. Pagina 2 Gallarati Scotti Tommaso Gallarati Scotti (1978-1966) è stato il secondo presidente del Pen italiano. Amico di Cesare Angelini, ebbe rapporti con Fogazzaro, Croce, Montale. Pagina 3 Centenario di Moravia Centenario della nascita di Alberto Moravia (1907- 1990), presidente sia del Pen italiano che di quello internazionale. L’incontro con Mishima a Tokyo. Pagine 4-5 Premio Nobel Stoccolma: come funziona la macchina per l’assegnazione del premio Nobel di letteratura, e chi e quanti sono gli «immortali» dell’Accademia. Pagine 7-11 Scrittori p pe er rs se eg gu ui it ta at ti i Londra, 15 novembre 2007: «Giornata mondiale degli scrittori in prigione». Cinque casi per riflettere sugli intellettuali vittime dei regimi totalitari. Pagina 13 P.E.N. CLUB ITALIA ONLUS T Tr ri im me es st tr ra al le e, , A An nn no o I II I - - n n. . 2 2 2 20 01 12 22 2 M Mi il la an no o, , v vi ia a D Da av ve er ri io o 7 7. . T Te el l. ./ /f fa ax x: : 0 02 2/ /5 54 46 61 13 36 65 5. . e e- -m ma ai il l: : p pe en nc cl lu ub b@ @d di in ne et t. .i it t w ww ww w. .p pe en nc cl lu ub bi it ta al li ia a. .o or rg g G Ge en nn na ai io o- -m ma ar rz zo o 2 20 00 08 8 P Po os st te e i it ta al li ia an ne e s sp pa a. . S Sp pe ed di iz zi io on ne e i in n a ab bb bo on na am me en nt to o p po os st ta al le e D D. .L L. . 3 35 53 3/ /2 20 00 03 3 ( (c co on nv v. . i in n L L. . 2 27 7/ /0 02 2/ /2 20 00 04 4 n n. . 4 46 6) ) a ar rt t. . 1 1, , c co om mm ma a 1 1 d dc cb b M Mi il la an no o Il Grande Scrittore, la Spocchia e il Pen R ispetto ai Pen Club degli altri 116 Paesi, quello italiano ha uno strano destino. Lo sintetizza, in maniera esemplare, Dacia Maraini nel suo articolo su Alberto Moravia (1907-1990), presidente del sodalizio italiano (1949) e internazionale (1959). Il Pen, scrive la Maraini, «ha sempre riscosso poco successo presso gli scrittori italiani di prestigio. Magari si iscrivevano, spinti da un vago senso di colpa, ma poi ne rimanevano lontani». Motivi? «Lo scarso sentimento comunitario, l’individualismo intemperante, una forma di anarchismo intellettuale comune a tutto il Paese». Ed ancora: «Contrariamente all’Inghilterra o alla Germania dove i grandi scrittori hanno sempre partecipato con attenzione alla vita del Pen, da noi è sempre stato affidato a pochi volenterosi». C’è di più, secondo noi. La spocchia di molti. Sì, avete letto bene: la Spocchia. Il Grande Scrittore non vuole confondersi con gli altri. E poi c’è quel particolare fastidiosissimo: versare la quota annuale come tutti. Beh, questo è troppo. Sia chiaro: non è certo per quelle poche decine di euro. È solo una questione di principio. Pagare equivarrebbe a svalutare la propria personalità, il proprio prestigio, il proprio... Soluzione? «Socio onorario», magari («l’onorario» non ha obbligo di quote). Allora sì che la faccenda sarebbe diversa: il Grande Scrittore otterrebbe il riconoscimento di essere al di sopra dei comuni mortali. Diversamente entra in crisi. Comunque, la sua risposta non è mai brutale (la classe dove la mettete?): «Ah, sarei felice di farne parte; purtroppo, non ho tempo...». E alle spese? Provvedano altri. Come e quando non è un problema che lo riguardi. FOTO D’AUTORE FERDINANDO SCIANNA Bastone, libro e tabacchiera con scritte autografe di Stendhal all’interno (Milano, Fondo Bucci, Biblioteca Sormani) Poets Essayists Novelists

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L’Italia fu tra iprimi Paesi adaderire al PenClub, fondato aLondra nel 1921.Primo presidente,Lauro De Bosis(1901-1931).Eccone la storia.

Pagina 2

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Tommaso GallaratiScotti (1978-1966)è stato il secondopresidente del Penitaliano. Amico diCesare Angelini,ebbe rapporti conFogazzaro, Croce,Montale.

Pagina 3

CCeenntteennaarriiooddii MMoorraavviiaa

Centenario dellanascita di AlbertoMoravia (1907-1990), presidentesia del Pen italianoche di quellointernazionale.L’incontro conMishima a Tokyo.

Pagine 4-5

PPrreemmiiooNNoobbeell

Stoccolma: comefunziona lamacchina perl’assegnazione delpremio Nobel diletteratura, e chi equanti sono gli«immortali»dell’Accademia.

Pagine 7-11

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Londra, 15novembre 2007:«Giornata mondialedegli scrittori inprigione». Cinquecasi per rifletteresugli intellettualivittime dei regimitotalitari.

Pagina 13

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Il Grande Scrittore,la Spocchia e il Pen

Rispetto ai Pen Club degli altri116 Paesi, quello italiano ha

uno strano destino. Lo sintetizza, in maniera esemplare, DaciaMaraini nel suo articolo su AlbertoMoravia (1907-1990), presidentedel sodalizio italiano (1949) einternazionale (1959). Il Pen, scrivela Maraini, «ha sempre riscossopoco successo presso gli scrittoriitaliani di prestigio. Magari siiscrivevano, spinti da un vagosenso di colpa, ma poi nerimanevano lontani». Motivi? «Lo scarso sentimento comunitario,l’individualismo intemperante, unaforma di anarchismo intellettualecomune a tutto il Paese». Ed ancora: «Contrariamenteall’Inghilterra o alla Germania dovei grandi scrittori hanno semprepartecipato con attenzione alla vitadel Pen, da noi è sempre statoaffidato a pochi volenterosi».C’è di più, secondo noi. La spocchia di molti. Sì, avete lettobene: la Spocchia. Il GrandeScrittore non vuole confondersi congli altri. E poi c’è quel particolarefastidiosissimo: versare la quotaannuale come tutti. Beh, questo ètroppo. Sia chiaro: non è certo perquelle poche decine di euro. È solouna questione di principio. Pagareequivarrebbe a svalutare la propriapersonalità, il proprio prestigio, ilproprio... Soluzione? «Socioonorario», magari («l’onorario» nonha obbligo di quote). Allora sì chela faccenda sarebbe diversa: ilGrande Scrittore otterrebbe ilriconoscimento di essere al di sopradei comuni mortali. Diversamenteentra in crisi. Comunque, la suarisposta non è mai brutale (laclasse dove la mettete?): «Ah, sareifelice di farne parte; purtroppo, nonho tempo...». E alle spese?Provvedano altri. Come e quandonon è un problema che lo riguardi.

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I LIBRI DEL PENMarco Santagata, Il salto degliOrlandi, Sellerio, pp. 224, € 10Scontenti del finale dato da Boiardoe Ariosto alle loro imprese,l’Innamorato e il Furioso decidonodi scambiarsi i rispettivi poemi; unPetrarca ormai vecchio vive solocon la sua gloria; personaggi di notiromanzi si ribellano alla pagina-prigione delle loro trame: treracconti che diventano un giocoletterario.

NARRATIVAMaurizio de Giovanni, Il senso deldolore, Fandango, pp. 256, € 10Una Napoli misera ed opulenta fa dasfondo all’omicidio di un tenore.Chiamato a risolvere il caso, ilcommissario Ricciardi deve fare iconti con la diffidenza dei colleghi ei fantasmi della propria mente doves’affollano volti di defunti nel loroultimo istante di vita: un turbined’allucinazioni per un noir ad altopotenziale metaforico.

a cura di GIUSEPPE AMOROSOIsabella Santacroce, V. M. 18, Fazi,pp. 491, € 17,50Un universo torbido e terragno perun mancato romanzo di formazionedove figure, vicende e sfondi di unCollegio per educande sono strozzatisul nascere dal cupo, malato eonnivoro Leitmotiv di perverseeuforie sessuali: forse unaprovocazione dell’autrice control’esistenza, ma ciò che si finisce perprovocare è soltanto disgusto e noia.

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di EMANUELE BETTINI

«Partito alle 15,15, Lauroarrivò a Roma, poco dopoil tramonto, alle 20.

Discese da un’altezza di duemila metrifino a poco più di trecento. Disseminò400mila manifestini proprio sul centrodi Roma: Piazza Venezia, il Corso,intorno a Palazzo Chigi, e poisull’aeroporto. Migliaia di foglietticaddero in grembo agli spettatori diun cinematografo all’aperto. Fu unospettacolo di abilità e di coraggio cheriempì di ammirazione e trepidazionechi ne fu testimone. Le strade dellacittà in cui i manifestini cadevanofurono tutte in subbuglio. La genteleggeva e passava i fogli di mano inmano. Era come vivere in un mondonuovo, qualcosa che non si era maisentito per anni. Dopo circa mezz’oral’aeroplano sparì nella notte».È il 3 ottobre 1931. Il lancio deivolantini contro il regime di Mussoliniè come una dichiarazione di guerra,ma Lauro De Bosis non è solo unantifascista: è un intellettuale puro, unidealista. Il padre Adolfo (1863-1924),anch’egli poeta, gli ha trasmessol’amore per la letteratura e la madreamericana, Lillian Vernon, lo haaiutato nella conoscenza della linguainglese, determinante per i suoicontatti con il mondo anglosassone.Nell’Europa, ridotta alla fame daquattro anni di guerra, nasce ildesiderio di ricostruire un clima dipace e di fratellanza tra i popoli. «Maipiù guerre!», si dice e gli intellettualisi schierano in prima fila a difesadella libertà. Catherine Amy Dawson-Scott, una poetessa inglese nata nel1865, fonda un’associazione di poeti,scrittori e narratori. Nel 1921 nasce aLondra il Pen Internazionale. Nellostesso anno vienne eletto presidenteinternazionale lo scrittore JohnGalsworthy, insignito del PremioNobel nel 1932. In questo tormentatocontesto, il ventunenne Lauro DeBosis (nato a Roma nel 1901), checoltiva amicizie e intrattienecorrispondenza con gli scrittori dilingua inglese, decide di dar vita allasezione italiana del Pen assieme ad ungruppo di amici e collaboratori, fra cuiTommaso Gallarati Scotti, EnzoTorrieri, Filippo Tommaso Marinetti eCorrado Govoni. Siamo nel famigerato

1922. Lauro De Bosis viene elettoprimo presidente del Pen Italiano. Ma l’importanza dell’avvenimento va ascontrarsi con la triste realtà italiana:Benito Mussolini attua la marcia suRoma. In nome dei principi sancitidalla Carta del Pen Internazionale, De Bosis non accetta la prevaricazionefascista e, pur consapevole delle graviconseguenze del suo gesto, vi sischiera apertamente contro, incontrapposizione agli stessi Marinettie Govoni. Mentre il Pen Internazionaleha una battuta d’arresto, dovuta anchealla forte crisi economica mondiale eagli ideali di libertà messi indiscussione dai recenti avvenimenti,De Bosis, che si sente in minoranzaall’interno dell’associazione, decide dilasciare l’Italia. Il pretesto sono lelezioni di carattere storico, letterario e

filosofico che deve tenere presso laSocietà Italia-America di New York.Lauro non perde tempo: non finisceuna conferenza senza gridare alloscandalo per quello che sta avvenendoin Italia. Mussolini ha conquistato ilpotere e il regime si rafforza. Il PenItaliano, i cui membri hanno aderito inparte al movimento futurista, siallontana sempre più dallo spiritodello statuto internazionale. La rotturadi De Bosis con il suo Paese èdefinitiva. Nel 1926 va ad insegnarelingua e letteratura italianaall’Università di Harvard, dove iniziaun’intensa attività letteraria. In queglianni pubblica le traduzioni de La vitaprivata di Elena di Troia di JohnErskine e di Il Ponte di San Luis Reydi Thornton Wilder. Alle traduzioni diopere anglosassoni alterna quelle dei

classici. È del 1927 la traduzionedell’Antigone di Sofocle. Sempre nel1927 Lauro De Bosis compone Icaro,la sola opera poetica che rimane dilui. Icaro ottiene il premio olimpico dipoesia ad Amsterdam nel 1928 eviene tradotto in inglese da RuthDraper, attrice ebrea americana chediventerà la sua compagna. Il 1928 èper lui l’anno delle grandi decisioni.Ritornato in Italia per una brevevacanza, aderisce al movimentoAlleanza Nazionale. Comincial’attività clandestina contro ladittatura. Fa stampare numerosivolantini che distribuisce in variecittà. Ormai l’attività nel Pen eraquasi un ricordo. Braccato dalregime, per sfuggire ad un probabilearresto, s’imbarca per ritornare negliUsa. Durante il viaggio gli giungenotizia dell’arresto della madre e dialcuni suoi famigliari: lapersecuzione politica eraincominciata. De Bosis nonraggiunge l’America, si ferma aParigi e da lì inizia a intrattenererapporti con alcuni autorevolipersonaggi dell’opposizioneantifascista: Gaetano Salvemini,Luigi Sturzo e Francesco LuigiFerranti. Da professore universitariosi adatta al ruolo di portiered’albergo. Intanto, traduce in ingleseThe Alleanza Nazionale – documentsof the Second Italian Risorgimento einizia la preparazione del GoldenBook of Italian Poetry, che uscirà,postumo, nel 1932. Agli inizi del1931, De Bosis raccoglie fondi perun’impresa temeraria: acquista unpiccolo aereo con cui sorvolare Romagettando manifestini contro il regimefascista. L’impresa non era certofacile. Dopo un primo tentativoandato a vuoto, il 3 ottobre decollada Marignan, vicino a Marsiglia, conun carico di volantini stampati adAnnemasse. Si sa ciò che accadde,anche se ci sono alcuni dubbi sulladinamica della sua morte. Alcuniparlarono d’imperizia nel pilotaggio,altri sostennero che De Bosis, spintodall’entusiasmo, non badò alcarburante che stava per finire e,rimasto a secco, precipitò in marevicino all’Elba. Tre anni dopo, suiniziativa di Ruth Draper,l’università americana di Harwardistituì una Cattedra a lui intitolata.

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DDaa pprrooffeessssoorree aa ppoorrttiieerree dd’’aallbbeerrggooL’avventura di un intellettuale-pilota caduto nel mare dell’Elba

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SAGGISTICAMaria Olga Bonacossa, Senza doteAlzani, pp 561, € 25Aristocratica, senza dote, siinnamora dell’uomo sbagliato etenta di infrangere le regole dellasocietà piemontese, in piena belleépoque. Non ci riesce e si suicida.Non è il testo di un melodramma,ma la storia vera ricostruita daRosellina Piano e Maurizio Lanzaattraverso le lettere d’amore dellairruente e disperata nobildonna.

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LL’’aammiiccoo ddii ddoonn CCeessaarree AAnnggeelliinniiI rapporti con Fogazzaro, Croce, Montale, Ojetti e Papini

«Ci siamo incontrati la primavolta nel maggio del 1918,al fronte, tra lo Stelvio e il

passo del Gavia. Modesto consumatoredi letteratura, io non avevo certodimenticato che quell’alto e sottiletenente degli alpini era stato grandeamico del Fogazzaro e, al tempomedesimo, aveva fondato e diretto Il Rinnovamento» con AlessandroCasati». Così don Cesare Angelini,finissimo letterato, studioso delManzoni, e rettore del seminarioBorromeo di Pavia, amico di donOrione e di papa Achille Ratti (Pio XI), ricordava Tommaso GallaratiScotti. L’amicizia con don Cesare saràmolto importante nella vita diGallarati Scotti perché significavaavere contatti con alcuni dei piùautorevoli letterati italiani del primo’900: da Vittorio Beonio Brocchieri aUgo Bernasconi, da Benedetto Croce aEugenio Montale, per non parlaredella conoscenza con Ada Negri, Ugo Ojetti, Giovanni Papini, GiuseppePrezzolini e Giuseppe Ungaretti. Natoa Milano nel 1978, da Gian Carlo,principe di Molfetta, e da Maria LuisaMelzi d’Eril dei duchi di Lodi, a 21anni, Tommaso conosce AntonioFogazzaro. Entrambi sono convinti chela Chiesa vada riformata,modernizzata. Il loro sodalizio dà vitaad un intenso epistolario. Le sue ideemoderniste lo portano a polemizzarecon papa Ratti, cui segue, però, unatto di sottomissione. Ma la svoltalaica avviene nel 1907, quandoGallarati Scotti con gli amici AchilleAlfieri, Alessandro Casati e StefanoJacini fonda la rivista Il Rinnovamento.Successivamente vi aderisce ancheErnesto Buonaiuti. La rivista tenta una conciliazione fra cattolicesimo escienza moderna, ma viene condannatadalla Chiesa. Tommaso si dimette dadirettore per impegnarsi con la Legademocratica nazionale per l’autonomiapolitica dei cattolici. Lo stessoFogazzaro gli scriverà in data 2 agosto1910, riferendosi a Pio XI: «Il Papami rimprovera di essere amico tuo edice che sono contro i preti». Nel frattempo Gallarati Scotti scriveun libro di successo: Storie dell’amorsacro e dell’amore profano (1911), chela Chiesa mette all’indice. Come pureverrà messa all’indice, nel 1920, labiografia di Fogazzaro. Sono i giorni

della grande tragedia europea. Lo scrittore ha compiuto 36 anni, siarruola volontario e viene nominatoufficiale di ordinanza del generaleLuigi Cadorna. Gli ideali di patria elibertà lo coinvolgono totalmente.Viene decorato con la medagliad’argento al valor militare. Finita laguerra, l’Italia si trova a doverfronteggiare il fascismo. GallaratiScotti capisce subito che non puòseguire Mussolini e diventaantifascista, come Lauro De Bosis,fondatore del Pen Italiano. I duestringono amicizia. Mentre Laurosceglie di andare negli Stati Uniti perfare propaganda antifascista, Tommasorimane in Italia e, nel 1925, subentraa De Bosis alla presidenza del Pen.Anche lui entrerà in conflitto conMarinetti e Govoni, più inclini ad

accettare la nuova realtà politica.Benedetto Croce, anch’egli membrodel Pen e suo presidenteinternazionale dal 1949 al 1952,raccoglie un gruppo d’intellettualiantifascisti e stila un Manifesto alquale aderisce anche Gallarati Scotti.Il documento è pubblicato il 1maggio 1925, in occasione dellagiornata dei lavoratori. Tra le firmeautorevoli ci sono anche quelle delfilosofo Guido De Ruggiero, di SibillaAleramo, Corrado Alvaro, PieroCalamandrei, Eugenio Montale eGaetano Salvemini. Il Manifesto èpubblicato in contrapposizione aquello emesso il 21 aprile 1925(anniversario della fondazione diRoma) dagli intellettuali fascisti efirmato da Giovanni Gentile, LuigiPirandello, Ugo Ojetti, Curzio

Malaparte, Giuseppe Ungaretti,Guido da Verona, Luigi Barzini edaltri. Il mondo letterario italiano èspaccato. Mentre il Paese si dividesotto il profilo ideologico, GallaratiScotti collabora a Il Caffè e Il Popolo,continuando nella produzioneletteraria con grande impegno.Nascono così: La vita di Dante, Cosìsia, Miraluna, Storie di noi mortali,La confessione di Flavio Dossi.Rielabora la Vita di AntonioFogazzaro, pubblicata nel 1934. Nel1927 gli viene ritirato il passaporto:prigioniero in patria. L’annosuccessivo rientra in Italia Lauro DeBosis. La sua attività si concluderànel 1931, tragicamente dopo il volosu Roma. Gallarati Scotti nondemorde. Mantiene contatti letterari epolitici, che lo portano a stringereamicizia con Giovanni Amendola eZanotti Bianco, mentre rifiuta unaproposta di collaborazione rivoltaglida Giovanni Gentile. Il Manifestofirmato nel 1925, quando egli èpresidente del Pen Italiano, collocal’Associazione nella sferademocratica, che vede il sostegnodegli intellettuali stranieri. Le paroledel Manifesto sono chiare einequivocabili: «Contaminare politicae letteratura, politica e scienza è unerrore, che, quando poi si faccia,come in questo caso, per patrocinaredeplorevoli violenze e prepotenze e lasoppressione della libertà di stampa,non può dirsi nemmeno un erroregeneroso». Gli sforzi di Tommasovengono vanificati dagli eventi.Mussolini prende il potere. Nel 1928Tommaso viene eletto presidente delPen Italiano e la svolta a favore dellenuove idee diviene inevitabile.Purtroppo nel 1931 scompare Lauro DeBosis, fondatore del Pen e, con lui,quello spirito di libertà che hacaratterizzato nel nostro Paese lo spiraredi un vento nuovo. La guerra civile,scoppiata in Italia dopo l’occupazionetedesca del 1943, vedrà TommasoGallarati Scotti esule in Svizzera, dallaquale rientrerà dopo la caduta delnazifascismo. Importante diplomaticonon di carriera egli fu ancoraprotagonista della vita italiana, tanto datrovarsi candidato alla presidenza dellaRepubblica in sostituzione di LuigiEinaudi. Morirà a Bellagio nel 1966.

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I LIBRI DEL PENAlberto e Carlotta Guareschi,Guareschi e la radio, Milano, 1947-1949, Rizzoli, pp. 480, € 49Una volta, alle Roncole, Guareschimi disse. «Non puoi neppureimmaginare le ore di lavoro che hosulla schiena», e fece il gesto dicurvarsi. Mi viene in mente questafrase di fronte a questa corposaantologia. Un Guareschi oggisconosciuto e straordinariamentegodibile.

a cura di LUCIO LAMIMassimo Raffaeli, Il più bel giocodel mondo, Rizzoli, pagg 474, € 12Quando veniva al Giornale diMontanelli e si fermava achiacchierare con me e Arpino,Gianni Brera dichiarava la suadelusione per «non essere statoaccettato, dal mondo letterario,come romanziere». Eppure, anchele sue cronache di calcio, che oraabbiamo occasione di rileggere,meritavano di più.

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CCEENNTTEENNAARRIIOO DDEELLLLAA NNAASSCCIITTAA 11 Dal 1949 alla morte, Alberto è stato sempre un socio combattivo

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I LIBRI DEL PENEugenio Lo Surdo, Il cosmo degliantichi, Donzelli, pp. 195, € 18Gli occhi dell’uomo, ingenui osmaliziati a seconda delle epoche,hanno costantemente guardato inalto. Ciò che hanno letto nel cielo hasempre avuto a che fare col destinodegli osservatori. Le risposte date aqueste interrogazioni percorrono uncammino tra mito, religione e scienza.Poesia, pittura e speculazione nehanno conservate nel tempo le trame.

SAGGISTICAKarl Loewith, Da Hegel a Nietzsche,Einaudi, pp. 590, € 26L’insicurezza contemporanea haradici lontane, delle quali sonotestimoni e attori, poeti, filosofi,politici e teologi dai nomiinsospettabili. Questo libro ci conducedalla serenità di Goethe, il più paganodei cristiani, al nikilismo di Nietzsche,Alla fine ci si accorge che il pensieroe le parole che l’accompagnanomuovono la storia come cataclismi.

a cura di GIORGIO MANNACIOUmberto Galimberti, L’ospite inquietante,Feltrinelli 2007, pp. 180, €12Alle domande dell’ospite inquietante(il nikilismo) è difficile dare risposte.Se il disagio che comunica il desertoche segue la morte di Dio e delleideologie è culturale, tale dev’esserela strategia diretta a colmarlo: nonl’utopistica estirpazione di ogniinsicurezza ma la capacità direalizzare sé stessi in un riconquistatorapporto affettivo con gli altri.

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MMoorraavviiaa:: ««OOccccoorrrree aanncchhee eesssseerree pprraattiiccii»»Lo scrittore presidente del Pen italiano e internazionale

di RENATO MINORE

Il Pen Club? Inevitabilmente è«appesantito dal letargo dellaguerra» con il ricordo ancora vicino

delle sue tante devastazioni. Ma svolgeun’opera essenziale per il «rispetto delleopere di pensiero al di sopra dellepassioni politiche e nazionale, congrande influenza in favore dellacomprensione e del mutuo rispetto deipopoli». Parola di Alberto Moraviaaffidata a una pagina quasi intera sulMondo del primo ottobre 1949. Accantoal suo articolo, una famosa vignetta diBartoli divertita e irridente su certeritualità letterarie: un gruppo di reducida un convegno si scambia opinioni, manon sulle questioni alte e nobili discussepoco prima in sala, ma su quelle piùlievi di carattere culinario. «Ho trovatoun localetto dove si mangia benissimo esi spende poco», è il borbottio checircola dall’uno all’altro. Lo spunto vienedall’articolo stesso di Moravia chesottolinea gli aspetti turistici e divagatoriche si possono cogliere in similioccasioni con la «prevalenzadell’elemento pratico su quellopuramente intellettuale». Reduce dalconvegno di Venezia che ha avuto cometema la critica e la sua funzione, ilquarantatreenne scrittore romano ragionasui fini di una associazione come il Penche (ricorda) ha difeso, con il convegnodel ’34, la libertà d’espressione e conquello del ’37 l’indipendenza dai governie dai partiti politici. Un’associazione cheper lui è stata senz’altro utile con la suastoria per far incontrare scrittori di ognilingua, ma che deve trasformarsi «in unaspecie di internazionale letteraria»valida come quella operaia perl’intellettuale il quale «è il solo capacedi comunicare oltre le frontiere politichee linguistiche in un linguaggio comune».Moravia crede in quelle ragioni innalzatesulla bandiera del Pen Club in difesadella letteratura e della libertà dell’intellettuale, un vero e proprio «profetadisarmato», deriso chissà perché dagliuomini politici, spesso ignorato dallemasse e incompreso anche dalle éliteborghesi. E dall’anno del congresso diVenezia sarà sempre (fino alla suascomparsa) un socio attivo e combattivodel Club di scrittori fondato a Londra nel1921, come è assai raro nella tradizionedei chierici italiani, molto restii adimpegni di questo tipo. Fino a diventare

presidente del Pen italiano (assieme aMaria Bellonci) e di quellointernazionale, dal 1959 al 1963.Partecipa ai suoi convegni fin da quelloveneziano dell’immediato dopoguerra e aquegli degli anni successivi. Comequello di Tokio del 1957, il primo tenutoin Asia, dove sostituisce Ignazio Silone,delegato italiano ufficiale, impossibilitoa partire. Gli sono accanto numerosepersonalità letterarie di primo pianocome Stephen Spender e Angus Wilsonper l’Inghilterra, Chamson e Gueheennoper la Francia, Dos Passos e Steinbeckper gli Stati Uniti. Il tema dell’incontroasiatico è il rapporto tra l’Occidente el’Oriente. Forse avrebbe preferito (come scrive sul Corriere della Seradell’1 ottobre 1957) qualcosa di menogenerico, ma segue con moltocoinvolgimento l’intera discussione,analizza gli interventi nella sala di unodei tanti palazzi di vetro e cemento delcentro di Tokio e conclude (riassumendonell’articolo le sue idee esposte neldibattito) che «ciò che divide (ma ancheaccomuna) il cosiddetto Occidente e ilcosiddetto Oriente non sono le diversitàetniche e di civiltà, le quali esistonoanche tra Paesi dello stesso grupporazziale, bensì le rivoluzioni industrialicon tutte le conseguenze psicologiche esociali e culturali: quella rivoluzione cheha portato a termine da più di un secoloe che in Oriente, con l’eccezione delGiappone si sta appena adesso avviandoverso un fatidico inizio». Nel 1959, infine, arriva la presidenzainternazionale del Pen Club che dureràquattro anni. Al congresso di Francofortedel luglio pronunzia una vibrante difesadel valore «immaginativo» della scritturaletteraria. Un ragionamento che porta auna dichiarazione di autonomiaculturale, già annunziata dai tempi delprimo convegno veneziano quandoscriveva che «gli intellettuali severamente tali, non hanno a che fare,soprattutto nel mondo modernissimo, coipartiti e coi governi» e tutti i lororapporti coi partiti e coi governi sono«falsi e dettati dall’interesse o dallapaura o dalla malafede ideologica». Per lui la funzione del Pen dovrà semprepiù allargarsi nel creare «quei rapportiinternazionali per intellettuali che, nelladifficoltà di relazioni fra i popoli sirendono sempre più necessari». Un impegno che sarà costante in tutti gli anni del suo incarico.

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CCEENNTTEENNAARRIIOO DDEELLLLAA NNAASSCCIITTAA 22

AA TTookkyyoo ccoonn lloo ssccrriittttoorree--ssaammuurraaii MMiisshhiimmaaE con l’«imbronciato» Butor e l’«elegantissimo» Robbe-Grillet

di DACIA MARAINI

Il Pen Club, lo sappiamo, hasempre riscosso poco successopresso gli scrittori italiani di

prestigio. Magari si iscrivevano, spintida un vago senso di colpa, ma poi nerimanevano lontani. Lo scarso sentimento comunitario,l’individualismo intemperante, unaforma di anarchismo intellettualecomune a tutto il Paese, ha impeditoche questo civile organismo letterariosvolgesse in maniera degna il suocompito. Moravia – possotestimoniarlo – aveva molto interesseper il Pen, tanto è vero che è statopresidente del Club italiano nel ’49 edel Pen internazionale nel ’59. Ma lofrequentava poco perché questo eral’andazzo di tutto il popolo letterarioitaliano. Contrariamente all’Inghilterrao alla Germania, dove i grandi scrittorihanno sempre partecipato conattenzione alla vita del Pen, da noi èsempre stato affidato a pochivolonterosi. Ricordo però una voltache siamo stati invitati dal PenInternational in un incontro moltoprestigioso che si svolgeva a Tokionegli anni Settanta. In quell’occasioneAlberto decise di andare e io miaccodai. Per me era una occasione perrivedere il Paese dove avevo vissutootto anni; per lui era la curiosità diconfrontarsi con grandi scrittori epensatori come Yukio Mishima, comeRoland Barthes. Ricordo un incontromolto affollato in un grande albergo diTokyo. Le sale erano zeppe di scrittoridi tutto il mondo che discutevanoaccanitamente di scrittura e impegno,di lavoro artigianale e prodottoindustriale, di responsabilità politichee sociali, di questioni editoriali, diaiuti agli scrittori imprigionati,eccetera. In quel momento i piùpopolari fra gli scrittori di tutto ilmondo erano quelli della NouvelleVague francese. Ricordo un MichelButor frettoloso e imbronciato.Ricordo un Alain Robbe-Grilletelegantissimo e compiaciuto cheraccontava soprattutto di sé. Alberto ha parlato, come al solito, congenerosità e passione, rammentando ilruolo di testimone dello scrittore, chelo porta ad avere un occhio attento ecritico sulla società di cui fa parte. Ricordo che Mishima ci invitò a casa

sua dopo le discussioni. Era un uomopiccolo e bello, dai capelli corviniincollati accuratamente alla cute.Aveva gli occhi profondi, dolci evulcanici. Sua moglie era altrettantopiccola, aveva un viso tondo e bello e fabbricava borsette incrostate diperline. Ma la cosa più sorprendente è stata scoprire che possedevano unacasa perfettamente divisa in due metà:una parte giapponese, con i pavimentidi paglia intrecciata, gli altari shinto,la cucina a base di riso e pesce, ungiardinetto dalla sabbia pettinata, inmezzo a cui stavano piantati due sassisplendidi che sembravano duemontagne in miniatura immerse in unmare sabbioso. L’altra parte era inveceperfettamente occidentale: pavimentidi marmo, mobili stile Settecentofrancese – ricordo delle sedie doratemolto scomode su cui ci ha invitato a sedere – un boschetto ben tenutocosparso di statue greche, non so severe o di imitazione. La sera che cihanno invitati, Mishima e sua moglieerano vestiti all’occidentale, lui in bluscuro e lei in lilla. Ma ci hannoconfessato, indicandoci la partegiapponese della casa, che quandotornavano da fuori, di solito entravanoda quella parte, si spogliavano deivestiti occidentali, si infilavano, lei il chimono e lui un giacchettino allasamurai. Avrei voluto assistere aquesta metamorfosi quotidiana, masarebbe stato indiscreto chiederlo. Ci siamo limitati ai saluti giapponesi,fatto di inchini su inchini prima diriprendere la strada dell’albergo.Ripensandoci, negli occhi di Mishimac’era una disperazione struggente e leggermente folle, di cui ho capito il significato solo dopo, quando hosaputo del suo terribile suicidio:l’harakiri, il taglio del ventre, seguitodalla decapitazione compiuta da unamano amica, come nell’uso dei verisamurai di un tempo. Un’altra volta ho partecipato a un incontrointernazionale del Pen a Londra.Alberto era già morto. Per una stranacoincidenza gli scrittori inglesiavevano scelto me come possibileaspirante al ruolo di presidenteinternazionale. Ho accettato quasi per gioco. Non mi sentivo preparata. In effetti la maggioranza ha votato perun messicano. E sono contenta che siaandata così.

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Il viaggio in Giappone di Moravia, su invito dell’International Pen

I LIBRI DEL PENMario Santagostini, Versi delmalanimo, Mondadori, pp. 78, € 12Mario Santagostini scrive il suolibro più crudo e più lancinante,prende l’esperienza della realtà e le torce il collo in una serie di scatti impietosi, di immaginisincopate, di domande e rispostesulla vanità della vita («E haisempre meno / bisogno di vivere»).Una disillusione tragica sadiventare poesia.

POESIATomaso Kemeny, La morte è un’altracosa, Ets, pp. 31, € 8L’incontro in treno con unaragazza, matricola universitaria e Padova, scatena in TomasoKemeny, poeta rimasto fedele alla propria matrice surrealista,una grandiosa tempesta visionaria,in cui si odono echi lirici e civili di Breton e di Pound, con unaviolenza malinconica ma nonrassegnata.

a cura di GIUSEPPE CONTEGregorio Scalise, Opera-opera,poesie scelte 1968-2007, Sossella,pp. 197, € 12Il libro mostra il percorso quasiquarantennale di un poeta che ha seguito una sua strada appartata e ha cercato di coniugare lirismo e razionalità.Molto bello il poemetto «Segni», a suo tempo ampiamente lodato, e gli ultimi testi, con momenti liricipiù accesi e illuminanti.

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di ENRICO TIOZZO

Il Nobel per la letteratura 2007 aDoris Lessing, anche se ritenutoincontrovertibile da osservatori e

studiosi di varie nazionalità, ha inrealtà riaperto la discussione sui metri di giudizio e, in questo caso,soprattutto sui tempi adottatidall’Accademia di Svezia perl’assegnazione del premio. Non ha certo contribuito a chiarire il quadro la dichiarazione sibillinadella stessa Lessing, che haraccontato ai giornalisti, subito corsiad intervistarla, di essere stataavvicinata, una decina di anni fa, da «uno dei lacchè dell’Accademia»,appositamente inviatole a Londra perdirle che il Nobel non le sarebbe maistato dato. La frase è rimbalzata anchein Svezia, dove ci si è chiesti chi mai

potesse essere stato il misterioso«lacchè» e per quale motivol’Accademia, riservatissima in ognisua azione relativa all’assegnazionedel Nobel, avrebbe dovuto esporsi agliinutili rischi di una dichiarazionetanto offensiva quanto peraltrodestinata a essere poi smentita daifatti. Il giorno prima un altro premioNobel, Dario Fo, intervistato a Milanoda Luciano Minerva per Rai news 24ore, alla domanda se, nel 1997, avesseavuto qualche indiscrezione dallaSvezia prima di ricevere il premio harisposto: «Assolutamente nessuna.Anzi, devo dire che ero già in corsa evicinissimo al premio dieci anni primama, in quell’occasione, un gruppo diintellettuali svedesi rese noto che eronella cinquina finale ed alloral’Accademia mi eliminòimmediatamente dal gruppo dei

concorrenti giunti alla votazionefinale». Le sorprendenti dichiarazionidella Lessing e di Fo dimostrano chenemmeno chi ha vinto l’ambìto eprestigioso premio, si rende veramenteconto dei meccanismi in base ai qualiesso viene assegnato e delle regole,scritte o meno, seguite dall’Accademiadi Svezia. Per quanto riguarda infattila convinzione di Fo di essere statoeliminato dalla cinquina finale peruna maldestra indiscrezione altrui, lacosa non solo è categoricamenteesclusa dagli statuti dell’Accademia,ma è anche smentita dalle vicende,note a tutti, relative ai Nobel degliultimi decenni e disseminate diindiscrezioni piú o meno fondate suicomponenti della cinquina finale. Tra icasi piú clamorosi quello del premiodel 1989 a Camilo José Cela, cheaveva lo champagne in tavola e i

giornalisti svedesi già a casa sua, inSpagna, pronti ad intervistarlo quandoalle 13, a Stoccolma, il segretariopermanente dell’Accademia, secondola prassi, comunicò che lo spagnoloaveva vinto il Nobel. Cela, come èavvenuto per numerosi altri scrittoriinsigniti del premio, era appoggiato dauno degli accademici, suo studioso,traduttore, estimatore ed amico, ed eracosa nota anche alla stampa che ilpremio di quell’anno gli sarebbetoccato. Ovviamente fughe di notiziedi questo tipo non sono graditeall’Accademia che, nel tempo, hamodificato piú di una volta la routinelegata all’ufficializzazione del nomedel laureato. In passato il vincitoreveniva avvertito con qualche giorno dianticipo e pregato di mantenere ilsegreto, ma a mettere in dubbio labontà di quella procedura contribuì

I LIBRI DEL PENElias Khuri, Facce bianche,Einaudi, pp. 278, € 13,80Scritto nel 1981, è stato definito daTahar Ben Jelloun il romanzo sullaguerra civile libanese. Accompagnandoun’indagine privata per scoprirel’omicida di un uomo qualunque,Khuri (Beirut, 1948) inaugura il suopersonalissimo stile, inserendo lasintassi del parlato nella linguascritta e passando con agilità dallaterza alla prima persona.

LETTERATURA ARABASahar Khalifah, Una primavera difuoco, Giunti, pp. 345, € 8,50In un riuscito intreccio di purafiction e realtà, il romanzo di SaharKhalifah (Nablus, 1941) narra didue giovani palestinesi diCisgiordania che, nel 2002-2003,vivono in prima persona la forzataprigionia di Yasser Arafat nel suoquartier generale a Ramallah,l’assedio di Nablus e la morte dellapacifista americana Rachel Corrie.

a cura di ELISABETTA BARTULINajwa Barakat, Ya Salam!,Epoché, pp. 170, € 13,50Con una prosa volutamente scarna,tra il caustico e il kitsch, l’autricedipinge un affresco accorato di comesia difficile vivere in tempo di pacedopo essere cresciuti nellaquotidiana violenza della guerra.Ambientato negli anni 2000 in unaBeirut mai nominata ma semprepresente, è l’ottimo esordiotraduttivo di Stefania Lo Sardo.

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l’incapacità dei premiati di osservare,sia pure per qualche giorno, il silenziosu un evento tanto importante. Uno deicasi citati è quello del nostro SalvatoreQuasimodo che, nel 1959, fece sapere,prima dell’annuncio ufficiale, che ilNobel per la letteratura sarebbe statosuo. Ad informarlo aveva provvedutoquasi sicuramente il presidente dellacommissione Nobel di allora, AndersÖsterling, che aveva tradotto le poesiedel nostro scrittore ed intratteneva conlui rapporti amichevoli. Per evitaresituazioni di questo tipo, chepriverebbero l’Accademiadell’attenzione mondiale di cui vuoleassolutamente godere il giornodell’annuncio ufficiale, si è stabilitoche il nome del vincitore vengaannunciato dal segretario permanentesolo immediatamente dopo lavotazione finale che sancisce il nomedel premiato. La votazione avviene inautunno, nel corso di una delleriunioni dell’Accademia che sisvolgono tutti i giovedí dell’annofuorché in estate. Da qui la prassivigente di far sapere alla stampamondiale un lunedí di ottobre che dalí a tre giorni, a votazione conclusa,verrà ufficialmente reso noto, alle 13,il nome del nuovo premio Nobel per laletteratura. Come si arriva a questavotazione finale? Chi sceglie i nomidella cinquina? Quali sono i metri digiudizio seguiti dagli accademici? Chiha il diritto di avanzare candidature?A queste domande rispondono glistatuti dell’Accademia di Svezia,rielaborati ed aggiornati nel corsodegli oltre cento anni durante i quali idiciotto soci dell’istituzione culturalepiú importante del Paese hannoeseguito l’incarico di Alfred Nobel.L’Accademia, creata nel ’700 dal reGustavo III sul modellodell’Accademia di Francia, è compostada diciotto soci (gli «immortali») elettia vita per cooptazione dai soci incarica dell’Accademia stessa. Il loro compito è soprattutto quello distudiare, proteggere e diffondere lalingua e la letteratura svedese ed è aquesto che gli accademici si dedicanoprincipalmente ancora oggi, anche sequalcuno crede che si occupino solodei premi Nobel. Il Nobel, in effetti, èsoltanto uno dei numerosissimi premiper la lingua e la letteratura(soprattutto svedese) che vengonoassegnati dagli accademici ed il cuiimporto complessivo in denaro superaampiamente il milione di euro dellostesso Nobel letterario. Il lavoro discrematura è stato delegatodall’Accademia, fin dal 1901, ad unristretto gruppo formato da 4-5 dei

suoi soci, la cosiddetta «commissioneNobel», eletta, sempre dalla stessaAccademia (attualmente per unperiodo di tre anni rinnovabile). È questa commissione che, con unlavoro di spoglio della durata di ottomesi e dopo i dovuti riscontri conl’Accademia nel suo plenum,stabilisce la cinquina finale sullaquale poi i diciotto socidell’Accademia votano per la sceltadel vincitore. Chi ha il diritto dicandidare uno scrittore al premioNobel per la letteratura? I soci stessidell’Accademia di Svezia e quellidelle Accademie straniereparagonabili per la loro composizioneed i loro compiti all’Accademia diSvezia (in Italia, l’Accademia deiLincei), i docenti universitarî ordinaridi lingue e letterature straniere, ivincitori del Nobel per la letteratura, i presidenti delle associazioni discrittori rappresentative dellaproduzione letteraria dei loro Paesi (inItalia, il Pen Club Italiano). Qualsiasicandidatura, anche autorevolissima,avanzata da persone o gruppi diversida quelli appena elencati, vienecestinata. Cestinate anche leautocandidature o le proposte cheriguardino persone chiaramente nonappartenenti al mondo letterario. In questo senso, non si riesce a capirecome autorevoli organi di stampa etelegiornali abbiano potuto diffondere,nell’ottobre scorso, la notizia dellacandidatura di Roberto Benigni,essendo inesistente la sua operaletteraria. È probabile che all’originedel clamoroso abbaglio preso dallastampa italiana vi sia stato proprio ilNobel del ’97 assegnato a Dario Fo,che lo stesso premiato – nell’intervistagià citata con Minerva – ha definitocome «un gesto politico» e come unalancia spezzata a favore del teatro edei suoi autori piú iconoclasti. In effetti il premio a Fo rimane unodei passi piú arditi – se non il piùardito in senso assoluto – compiutidall’Accademia di Svezia in tutto il’900 ed appare perciò difficilmenteripetibile, anche se nel caso delloscrittore di Mistero buffo, esistevaun’abbondante produzione teatralepubblicata in volume, tale dagiustificare formalmente candidatura e premio. È noto, del resto, comel’insistenza per un premio a Fo siavenuta da un altro uomo di teatro(allora autorevolissimo componentedella commissione Nobel), anche luiiconoclasta, anche lui pittore, anchelui fustigatore del potere, LarsForssell, che in Fo vedeva realizzatoquel successo sulla scena che a lui era

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HHOORRAACCEE EENNGGDDAAHHLL ((sseeddiiaa nn.. 1177)).. NNaattoo aaKKaarrllsskkrroonnaa nneell 11994488,, èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaaddii SSvveezziiaa nneell 11999977 ee ddaall 11999999 nnee èè iillSSeeggrreettaarriioo ppeerrmmaanneennttee.. ÈÈ pprrooffeessssoorree ddiilleetttteerraattuurree ssccaannddiinnaavvee aallll’’UUnniivveerrssiittàà ddii ÅÅrrhhuussiinn DDaanniimmaarrccaa.. AAlllliieevvoo ddii KKjjeellll EEssppmmaarrkk,,EEnnggddaahhll ssii èè aaffffeerrmmaattoo ccoommee ccrriittiiccoo lleetttteerraarriiooggiiàà nneeggllii aannnnii ’’8800 ssccrriivveennddoo ssuullllaa rriivviissttaa KKrriiss((CCrriissii)) ee iinnddaaggaannddoo uunn tteerrrriittoorriioo ffiinnoo aalllloorraaiinneesspplloorraattoo nneellllaa zzoonnaa ddii ccoonnffiinnee ttrraalleetttteerraattuurraa,, ffiilloossooffiiaa eedd aarrttii ffiigguurraattiivvee.. NNeell11999922 EEnnggddaahhll hhaa ppuubbbblliiccaattoo uunnaa rraaccccoollttaa ddiissaaggggii ccoonn iill ttiittoolloo SSttiilleenn oocchh llyycckkaann ((LLoo ssttiillee eellaa ffeelliicciittàà)).. VVii vveennggoonnoo aannaalliizzzzaattee,, ccoonn ggrraannddeeffiinneezzzzaa,, ooppeerree ddii MMoonnttaallee,, BBaarrtthheess,, PPooee,,CCaallvviinnoo,, MMaallllaarrmméé ee aallttrrii mmaaeessttrrii ddeellllaalleetttteerraattuurraa aannttiiccaa ee mmooddeerrnnaa.. DDeell 11999999 èè llaarraaccccoollttaa ddii ssaaggggii bbrreevvii MMeetteeoorreerr..

I LIBRI DEL PENYukio Mishima, La dimora dellebambole, SE, pp. 141, € 17,50Ristampata una delle raccolte diracconti più belli di Yukio Mishima,pubblicata nel 2002 ed esaurita datempo. Presenti tutti i grandi temidella sua poetica: l’ossessione per labellezza assoluta, il culto per ilcorpo, l’amore e il rimpianto per latradizione giapponese, il disagioesistenziale e sociale verso un mondosempre più industrializzato.

LETTERATURA GIAPPONESENitori Nakano, Train Man, Isbnedizioni, pp. 224, € 14,50Un ragazzo che si firma «Train Man»lancia un appello su un sito perconquistare una ragazza vista sullametropolitana. Dalle centinaia dimessaggi scambiati prende vita unasorta di storia d’amore collettiva.Tratto da una storia vera, nata in unforum internet giapponese, questolibro si occupa di una generazionesempre più vicina al virtuale.

a cura di ANNA SISMONDINIYasunari Kawabata, La Banda diAsakusa, Einaudi, pp. 190, € 16Il vero protagonista di questo libro è Asakusa, quartiere di Tokyo, agliinizi degli anni Venti. In questocentro di divertimenti, ritrovo digheishe, yakuza e artisti di strada, le razze si mescolano. Un ineditoKawabata introduce il lettore in unmondo pieno di ritmo e di misteroriuscendo a coinvolgerlo sino a farloidentificare coi protagonisti.

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mancato nonostante ripetuti tentativinel mondo dello spettacolo (teatro,cabaret, musica leggera). Forssell loaveva dichiarato già all’inizio deglianni Novanta e non molto tempo dopoera riuscito nel suo intento.Le candidature al premio (spedite perposta normale e non per e-mail)devono pervenire all’indirizzodell’Accademia entro il 31 gennaio. Le proposte, oltre al nominativo delcandidato, possono essereaccompagnate da una motivazione.Questo materiale, come ogni altrodocumento relativo al Nobel, vienesecretato per un periodo di 50 anni. Il numero delle proposte valide (cheall’inizio del ’900 si aggirava sullatrentina) è oggi di circa 350 all’anno.Molte riguardano scrittori giàcandidati. La commissione Nobel,dopo avere sottoposto la listaall’Accademia nel suo plenum, prendein considerazione circa duecentoscrittori. Da febbraio ad aprile un’altrascrematura li riduce ad una ventina. I criteri per l’eliminazione del novantaper cento dei nomi di partenza sonoqualitativi e si basano sul giudiziodella commissione, coadiuvata nel suolavoro di spoglio da esperti di fiduciaincaricati anche di effettuaretraduzioni di opere ritenute importanti,ma scritte in una lingua ignota aimembri del quintetto. È evidente che,nel corso di questa delicata fase,possono essere commessi errori ancheclamorosi. Cinque persone, impegnatecontemporaneamente nel loro lavoroaccademico e nella loro attivitàletteraria, si trovano a giudicare, insoli tre mesi, le opere di duecentoscrittori, vale a dire (anche rimanendosolo alle loro opere piúrappresentative) almeno un migliaio dilibri. Parliamo della necessità, perogni componente della commissione,di leggerne almeno due libri al giorno,operazione quasi impossibile. Ancheobiettando che alcune delle opere deiduecento scrittori siano già note allacommissione e anche dando perscontata una sconfinata culturaletteraria dei cinque giudici, bisognatuttavia ammettere che l’operazione discrematura si presenta molto ardua.Elemento, questo, del quale sidovrebbe tenere maggiormente contoquando si analizzano alcune infeliciscelte dell’Accademia. Le difficoltàconnesse allo spoglio spiegano ancheperché vi sia una tendenza apriorizzare gli scrittori di linguainglese (l’unico idioma stranieroaccessibile a tutti i membri dellacommissione) e perché un poeta abbiaqualche vantaggio rispetto ad un

romanziere nel momento in cui la suaopera (meno corposa) deveeffettivamente essere letta da uno deicinque giudici. Del resto i componentidella commissione (che svolgono moltoseriamente e con encomiabile impegnoil loro lavoro) sono i primi adammettere sia la loro fallibilità che illimite delle loro conoscenze letterarie,mentre continua invece a sorprenderela considerazione illimitata di cuiall’estero – e soprattutto in Italia –gode il Nobel per la letteratura, quasiche ad assegnare «la patente di genio»(altra espressione usata da Fonell’intervista a Minerva) fosse Dio inpersona e non un gruppetto di scrittorie professori svedesi chiamati aconfrontarsi, nel giro di pochi mesi,con migliaia di opere provenienti daogni parte del mondo ed appartenentitalora a lingue e a letterature a lorocompletamente sconosciute. Dopo unanuova riunione del plenumdell’Accademia, la commissioneNobel, tra aprile e fine-maggio, riducela lista dei candidati da venti acinque. A questo punto l’Accademiaha il diritto di modificare la lista,sostituendo qualche nominativo.Comunque, prima della pausa estiva èprevista la chiusura definitiva sucinque nomi. Sui loro libri, neisuccessivi tre mesi, si concentreràl’attenzione di tutti gli accademici inattesa del voto autunnale. Ma il lavorodella commissione Nobel non è finito:ognuno dei suoi componenti, durantel’estate e separatamente, ha il compitodi stilare una graduatoria motivata deicinque scrittori finalisti, da sottoporreal resto dell’Accademia alla ripresa deilavori. È ragionevole ritenere chequeste graduatorie abbiano un valoredecisivo al momento delle votazioniche iniziano a settembre. Discussioniaccese, talora veri e propri alterchi fragli «immortali». È evidente che, oltreall’aspetto letterario, entrano in giocoanche fattori legati alle simpatie e alleantipatie personali dei membridell’Accademia, alle loro amicizie edinimicizie, ai loro rapporti con gliscrittori candidati e con i loro editori inSvezia e all’estero, al gioco di do ut desall’interno della stessa Accademia, percui volendo prima o poi far prevalereun proprio candidato è giocoforzaintanto appoggiare quello di un altro.Da qui, illazioni e speculazioni, più omeno fondate, di ogni genere. E non acaso l’Accademia, per statuto, hadecretato di segretare, per 50 anni, tuttociò che concerne il Nobel per laletteratura. La documentazione finorasvincolata, che riguarda gli anni dal1901 al 1956 – che abbiamo potuto

SSTTEENN RRUUDDHHOOLLMM ((sseeddiiaa nn.. 11)).. NNaattoo aaKKaarrllssttaadd nneell 11991188 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaaddii SSvveezziiaa nneell 11997777.. MMaaggiissttrraattoo,, RRuuddhhoollmm èè ssttaattoo aanncchhee pprreessiiddeennttee ddeellllaa CCoorrtteedd’’aappppeelllloo eedd èè ccoonnssiiddeerraattoo uunnoo ddeeii ppiiúú iilllluussttrrii ggiiuurriissttii ssvveeddeessii..

BBOO RRAALLPPHH ((sseeddiiaa nn.. 22)).. NNaattoo aa GGöötteebboorrgg nneell11994455 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaa nneell 11999999.. OOrrddiinnaarriioo ddii lleetttteerraattuurree ssccaannddiinnaavvee aaGGöötteebboorrgg,, lliinngguuiissttaa ee rriicceerrccaattoorree,, RRaallpphh èèaanncchhee mmeemmbbrroo ddeellll’’aaccccaaddeemmiiaa ddii sscciieennzzeeddeellllaa NNoorrvveeggiiaa..

SSTTUURREE AALLLLÉÉNN ((sseeddiiaa nn.. 33)).. NNaattoo aa GGöötteebboorrggnneell 11992288 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaa nneell 11998800ee nnee èè ssttaattoo sseeggrreettaarriioo ppeerrmmaanneennttee ((11888866--11999999)).. PPrrooffeessssoorree eemmeerriittoo,, rriicceerrccaattoorreeee ddoocceennttee uunniivveerrssiittaarriioo ddii eellaabboorraazziioonneeiinnffoorrmmaattiiccaa ddii sscciieennzzee lliinngguuiissttiicchhee..

GGÖÖRRAANN MMAALLMMQQVVIISSTT ((sseeddiiaa nn.. 55)).. NNaattoo aaJJoonnkkööppiinngg nneell 11992244 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaanneell 11998855.. PPrrooffeessssoorree eemmeerriittoo ddii ssiinnoollooggiiaa eeaauuttoorree ddii iimmppoorrttaannttii llaavvoorrii ssuullllaa lleetttteerraattuurraacciinneessee,, ddaa lluuii ssccooppeerrttaa aattttrraavveerrssoo ««LL’’aarrttee ddiiggooddeerrssii llaa vviittaa»» ddii LLiinn YYuuttaannggss..

BBIIRRGGIITTTTAA TTRROOTTZZIIGG ((sseeddiiaa nn.. 66)).. NNaattaa aaGGöötteebboorrgg nneell 11992299 èè eennttrraattaa nneellll’’AAccccaaddeemmiiaanneell 11999933.. PPooeetteessssaa ddii ffaammaa eedd aauuttrriiccee ddiipprroossee lliirriicchhee eevvooccaattiivvee hhaa iinnddaaggaattoopprreeffeerriibbiillmmeennttee tteemmii rreelliiggiioossii ee ffaannttaassttiiccii.. DDaall 11995555 aall 11997722 hhaa vviissssuuttoo iinn FFrraanncciiaa..

JJEESSPPEERR SSVVEENNBBRROO ((sseeddiiaa nn.. 88)).. NNaattoo aaLLaannddsskkrroonnaa nneell 11994444 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaanneell 22000066.. PPooeettaa,, ssaaggggiissttaa ee ssttuuddiioossoo ddeellllaalleetttteerraattuurraa ggrreeccaa aannttiiccaa ddii nnootteevvoollee rriissoonnaannzzaa,,rriissiieeddee iinn FFrraanncciiaa ddoovvee llaavvoorraa aall CCnnrrss ((CCeennttrroonnaazziioonnaallee ddii rriicceerrccaa sscciieennttiiffiiccaa))..

SSttooccccoollmmaa:: ii ssiiggnnoorrii ddeell NNoobbeellLLee sseeddiiee nnuummeerroo 11,, 22,, 33,, 55,, 66 ee 88

I LIBRI DEL PENJin Yong, Volpe volante della Montagnainnevata, Pisani, pp. 393, € 18,50Per chi ama l’arte marziale cinese eha visto i films di Bruce Lee,leggere questo romanzo di fantasiasul kung fu, può colmare il vuotolasciato dai films, cioè il senso eroicodi chi pratica l’arte marziale. JinYong è l’autore più amato di questogenere di scritti. I suoi lettori? Dairagazzini di scuola media fino aiprofessori universitari.

LETTERATURA CINESEA Cheng, Re degli Scacchi,Bompiani, pp. 128, € 6,20È uno dei tre piccoli capolavori di questo giovane autore (nato a Pechino nel 1960), scrittodopo la strage di piazza Tien AnMen (gli altri due sono: Re degliAlberi, Re dei Bambini). Partendodalla passione per gli scacchi,spiega i concetti del Taoismo in una chiave di lettura dellasocietà moderna.

a cura di STELLA KU PANJiang Rong, Totem del Lupo,Mondatori, pp. 653, € 12Un romanzo poetico che narra il legame tra uomini e lupi inMongolia. L’autore, durante gli anni della rivoluzione culturale,ha vissuto per undici anni nellaMongolia interna, con gli animali ecosì ha capito come mai il popolo diGengiskan pur avendo conquistatomezzo mondo sul cavallo, ha cometotem il lupo.

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I LIBRI DEL PENTahar Ben Jelloun, Partire,Bompiani, pp. 268, € 17In questo libro denso e sofferto, Ben Jelloun affronta il problemadell’immigrazione attraversol’esperienza di Azel, un giovanemarocchino, che, dopo la laurea,rifiuta la povertà e la corruzione del proprio Paese e sogna la fuga inEuropa. Per realizzare il suo sogno di libertà è pronto a tutto, anche asacrificare la propria dignità di uomo.

LETTERATURA FRANCESEJean-Marie Gustave Le Clézio,L’Africano, Instar Libri, pp. 100, € 10Nel 1948, a otto anni, Le Cléziolascia la natale Nizza per raggiungere,con madre e fratello, il padremedico in Nigeria. Il libro è la storiadell’incontro del bambino con unpadre mai conosciuto e con l’Africa,una terra misteriosa, densa diemozioni. Alla scoperta di unterritorio vergine e insolitofotografato dal padre.

a cura di ROBERTA TRICEJonathan Littell, Le benevole,Einaudi, pp. 903, € 24Parrebbe il caso editorialedell’anno. Il libro che ha ricevuto ilmaggior numero di recensioni, chela critica francese considera uncapolavoro. Il progetto ambiziosodi questo romanzo fiume sullacasualità e gratuità del male nonconvince né da un punto di vistaformale, né da un punto di vistastorico.

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consultare negli archivi dell’Accademia– offre un materiale vasto ericchissimo, nel quale s’incrocianofattori assai spesso piú storico-politiciche letterari che, per ovvi motivi dispazio, non possono essere esaminatiin questo articolo. Da quel materiale(e da quanto è dato conoscere sulcinquantennio successivo e dunquefino ad oggi) appare comunqueevidente come, nel tempo, le diversecommissioni Nobel e i diversi socidell’Accademia abbiano seguito lineee criteri di giudizio legati al quadrostorico-politico nazionale edinternazionale escludendo, di volta involta, correnti letterarie e scrittoriestranei alla loro visione dellasocietà. Si spiegano cosí, sulla basedei documenti e solo per rimanere alprimo decennio del Nobel, leclamorose esclusioni di scrittori comeTolstoj, Ibsen e Strindberg che,allora, un’Accademia e unacommissione Nobel fortementeconservatrici consideravanosovversivi e potenziali distruttoridella società borghese. Una comunevisione storico-politica della societàed una comune speranza sulladirezione «ideale» verso cui l’umanitàdovrebbe incamminarsi, rimangono inogni caso, oggi come ieri, gli uniciveri elementi comuni di giudizio fra ivari membri dell’Accademia nelmomento in cui essi decidonol’assegnazione del Nobel per laletteratura. Né va dimenticato – aproposito di questa visione unitaria –come i nuovi membri vengano sceltiper cooptazione dai soci già esistentie come, dunque, sia facile escluderea priori, dall’associazione culturalepiú importante della Svezia, chi,benché meritevole di essere cooptato,sia noto per idee che non si accordinocon quelle dei membri già in carica.Quando infatti si verificaimprevedibilmente uno scontro o undissidio insanabile, il socio coinvoltoè piú o meno costretto a lasciarel’Accademia. Se ovviamente ognunodegli accademici (e soprattutto chi faparte della commissione Nobel) può edeve far sentire la propria personalitàletteraria, sarebbe profondamentefuorviante ritenere – come qualcunoha recentemente sostenuto parlandodei Nobel italiani – che la sceltadegli insigniti con il Nobel dipendasoprattutto dai gusti letterari deisingoli Accademici. Se in qualcheparticolare occasione ciò è avvenuto(abbiamo citato il caso del Nobel a Fofortemente appoggiato da Forssell) èdipeso da fatto che la visione storico-politica del premiato (in questo caso

quella di Fo, uomo in lotta contro unaforma di potere da lui ritenutamalvagia e identificabile con ilcapitalismo) si accordava in pienocon la linea storico-politica di tutta lacommissione Nobel. Nel ’97 e anchenegli anno successivi, Forssell nonsarebbe mai riuscito a far assegnare ilNobel ad un teatrante altrettantogeniale che avesse propugnato ideeconservatrici e avesse messo inridicolo le idee della sinistra. L’attofinale del Nobel è la votazione che,annualmente, comincia a settembre. I cinque candidati vengonocontrapposti l’uno all’altro con il votouninominale e segreto degliAccademici. In questo momento, isoci votanti dell’Accademia (gli stessiche hanno insignito la Lessing delNobel) sono quindici anziché diciotto.Mancano Lars Forssell (che era ancheuno dei cinque membri dellacommissione Nobel), scomparso dopouna lunga malattia la scorsa estate, e idue soci dissidenti Kerstin Ekman eKnut Ahnlund, che non partecipanopiú ai lavori dell’Accademia ma chenon possono uscirne, per disposizionestatutaria, fino alla loro morte. La Ekman si è dissociatadall’Accademia molti anni fa perprotesta contro la decisione dellamaggioranza degli «immortali» di nonfare una dichiarazione ufficiale adifesa di Salman Rushdie, anche se, a motivare il suo gesto, nel quale fuaccompagnata da Lars Gyllensten (un altro accademico assai prestigioso,e già presidente della commissioneNobel, poi deceduto), furonocertamente anche ragioni di protestanei confronti di alcune decisioniprese, nel tempo, dall’Accademia.Quanto ad Ahnlund, ispanista divaglia, a farlo uscire dall’Accademiasono stati un lungo conflitto con l’exsegretario permanente Sture Allén e il dissenso nei confronti di alcuneiniziative prese dal suo potentecollega. Per vincere il Nobel occorrela maggioranza semplice: metà deivoti, più uno dei votanti, fermorestando un certo quorum. Di regolavotano tutti, dal momento che èpossibile farlo anche non essendopresenti alla riunione. Nel 2007 sivinceva, dunque, con almeno 8 voti su 15. Lo stesso quest’anno, se lasituazione non cambierà per quantoriguarda i due dissidenti. Lars Forssell, infatti, verrà certamentesostituito da un nuovo socio cooptatonell’Accademia, ma non potràesercitare le nuove funzioni prima del20 dicembre. Quindi, dopo che verràassegnato il Nobel per il 2008.

TTOORRGGNNYY LLIINNDDGGRREENN ((sseeddiiaa nn.. 99)).. NNaattoo aaRRaaggggssjjöö nneell 11993388 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaanneell 11999911.. ÈÈ ttrraa ii ppiiùù nnoottii ssccrriittttoorrii ssvveeddeessii eedd ii ssuuooii rroommaannzzii ee rraaccccoonnttii ssoonnoo ttrraaddoottttii iinn ttuuttttoo iill mmoonnddoo.. NNeeggllii aannnnii OOttttaannttaa ssii èèccoonnvveerrttiittoo aall ccaattttoolliicceessiimmoo..

PPEETTEERR EENNGGLLUUNNDD ((sseeddiiaa nn.. 1100)).. NNaattoo aaBBooddeenn nneell 11995577 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaa nneell22000022.. SSccrriittttoorree,, rriicceerrccaattoorree ee pprrooffeessssoorree ddiissttoorriiaa aallll’’IIssttiittuuttoo DDrraammmmaattiiccoo ddii SSttooccccoollmmaaddaall 22000011.. AAuuttoorree aanncchhee ddii aallccuunnii lliibbrriisscciieennttiiffiiccoo--ppooppoollaarrii ssuullllaa SSvveezziiaa..

UULLFF LLIINNDDEE ((sseeddiiaa nn.. 1111)).. NNaattoo aa SSttooccccoollmmaanneell 11992299 èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaa nneell 11997777..CCrriittiiccoo dd’’aarrttee,, ssccrriittttoorree,, mmuussiicciissttaa jjaazzzz eepprrooffeessssoorree eemmeerriittoo ddii TTeeoorriiaa ddeellll’’aarrtteemmooddeerrnnaa.. DDaall 11997733 aall 11997788 hhaa ddiirreettttoo llaaGGaalllleerriiaa dd’’aarrttee mmooddeerrnnaa ddii SSttooccccoollmmaa..

GGUUNNNNEELL VVAALLLLQQUUIISSTT ((sseeddiiaa nn.. 1133)).. NNaattaa aaSSttooccccoollmmaa nneell 11991188 èè eennttrraattaa nneellll’’AAccccaaddeemmiiaanneell 11998822.. SSccrriittttrriiccee ee ttrraadduuttttrriiccee,, ccaattttoolliiccaa,, èèaanncchhee aauuttrriiccee ddii uunnaa bbiiooggrraaffiiaa ssuu GGiioorrggiioo LLaaPPiirraa,, iill ««ssiinnddaaccoo--ssaannttoo»» ddii FFiirreennzzee.. HHaa ttrraaddoottttoo««AAllllaa rriicceerrccaa ddeell tteemmppoo ppeerrdduuttoo»» ddii PPrroouusstt..

KKRRIISSTTIINNAA LLUUGGNN ((sseeddiiaa nn.. 1144)).. NNaattaa aa TTiieerrppnneell 11994488 èè eennttrraattaa nneellll’’AAccccaaddeemmiiaa nneell 22000066..PPooeetteessssaa ee ddrraammmmaattuurrggaa èè aauuttrriiccee ddii nnuummeerroosseeppiièècceess ccaarraatttteerriizzzzaattee ddaa mmoonnoolloogghhii ppaarraalllleellii..TTeemmii ddeeii ssuuooii ssccrriittttii:: llaa mmoorrttee,, llaa ssoolliittuuddiinnee eeuunnaa sseemmpprree ddeessiiddeerraattaa nnoorrmmaalliittàà..

KKNNUUTT AAHHNNLLUUNNDD ((sseeddiiaa nn.. 77)).. NNaattoo aaSSttooccccoollmmaa nneell 11992233,, èè eennttrraattoo nneellll’’AAccccaaddeemmiiaanneell 11998833,, ddaa ccuuii ssii èè aauuttoossoossppeessoo nneell 11999966ppeerr ccoonnttrraassttii iinntteerrnnii.. NNeell 22000044,, ppeerr iill NNoobbeellddaattoo aallllaa YYeelliinneekk,, hhaa cceerrccaattoo ddii ddiimmeetttteerrssiiddaallll’’AAccccaaddeemmiiaa.. IImmppoossssiibbiillee ppeerr ssttaattuuttoo..

SSttooccccoollmmaa:: ii ssiiggnnoorrii ddeell NNoobbeellLLee sseeddiiee nnuummeerroo 99,, 1100,, 1111,, 1133,, 1144 ee 77

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I LIBRI DEL PENPedro Salinas, La bomba incredibile,Le Lettere, pp. 185, € 18. Intr. diAngela Bianchini, trad. di Lia OgnoPoeta, saggista e drammaturgo,Salinas ha lasciato questa brillanteprova di narrativa, scritta nel 1951. Si racconta il rinvenimento in unmuseo di un misterioso oggetto,scambiato per una possibile bombaatomica, che scatena panico e terroretra la gente in una società dominatadalla tecnologia e dalla scienza.

LETTERATURA SPAGNOLARoberto Bolaño, 2666, Adelphi, pp.433, € 19. Trad. di Elide CarmignaniTre racconti in cui, accanto apersonaggi reali o immaginari, chiusinella propria solitudine oppure finitinel girone dantesco della follia,dialogano quattro professori, interessatia studiare l’opera di un enigmaticoscrittore tedesco di nome Benno vonArcimboldi. La narrazione poggia suuna scrittura in cui s’intersecano variregistri e piani temporali.

a cura di GABRIELE MORELLILuis Cernuda, Poesia e letteratura,Medusa, pp. 157, € 16,50 A cura di Renata Londero Cernuda, una delle voci piùrappresentative della Generazione del’27, ripercorre in questi saggi, redattifra gli anni 40 e 60, le sue letture neiconfronti della letteratura spagnola(Cervantes) e dei maggiori interpretieuropei (Baudelaire, Nerval, Gide,Hölderlin, Eliot, Yeats), accompagnateda riflessioni sulla poesia.

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FFaannttaassmmii ppeerr QQuuaassiimmooddooMMoonnttaallee:: ««SSii ppaaggaannoo ttaassssee??»»

LLeessssiinngg:: ««IIddeeoollooggiiee ee ffeeddiiffaannnnoo mmaallee aalllloo ssccrriittttoorree»»

di SERGIO PEROSA

Alla fine, Doris Lessing ha avutoil suo Nobel. E i giornali –soprattutto nei titoli – giù a

esaltarne l’impegno politico,comunista e femminista, la sua lotta(sacrosanta) all’apartheid, lemanifestazioni contro Bush. E lei aprecisare, pacatamente, che ideologiee fedi sono praticabili solo comeimpegno esistenziale, che ladefinizione «femminista» è riduttiva.Magris ha spiegato come la letteraturasia «un’educazione all’umano»,efficace «solo se lo fa d’istinto», e noncome programma, benché ideologia eimpegno possano sostenere la tensionemorale e creativa dello scrittore.

Strano doverlo ribadire. Doris Lessing,allora, è scrittrice abbastanzacostruita, più che d’istinto, massiccianelle trame e nelle storie, non, perriconoscimento comune, una grandestilista, ma invece continuasperimentatrice di varie forme diromanzo. Prolifica e irrequieta, le haprovate tutte. La fama e il successo li ha conquistati con un romanzosperimentale, Il taccuino d’oro,diventato però una bibbia, oltre che un grido, del femminismoproblematico. Quali i libri, fra oltreuna quarantina, che la qualificano per il Nobel e assicurano una buonalettura? Non tanto quelli su cui, datele premesse, hanno battuto i giornali:piuttosto i due volumi di memorieautobiografiche da giovane, Sotto lapelle, che arriva al 1947 e registra ilsuo abbandono della colonia africanae della famiglia, l’approdo a Londra e

alla letteratura, e Camminandonell’ombra, che si arresta al 1962, allasua prima maturità turbolenta e, allorasì, dell’impegno esplicito. Parlando disé ha più freschezza, come nelromanzo d’esordio, L’erba canta, che siispira al paesaggio dell’Africa e a queldistacco doloroso e doveroso per lafutura romanziera. Della Lessingmatura, più commendevoli i racconti,raggruppati in africani, londinesi, o divario tipo. È formidabile nel sondare i contrasti generazionali e familiari tramadri e figlie, quei rapporti diopposizione e persino d’odio, checredevamo tipicamente maschili, mache al femminile mostrano ancor piùvirulenza (esemplare al riguardo unbreve testo come Mia madre). E anchelei, al femminile – come Philip Roth,che magari avrà il suo meritatissimoNobel a cent’anni – è magistralenell’incontro con lo spettro, i terrori e le furie anche passionali dellavecchiaia, che caparbiamente (com’èstato anche per Lalla Romano) non sinega all’amore. I diari di Jane Somers,Amare ancora, Le nonne sonotormentati confronti con quel tema: lelacerazioni, ma anche le esaltazioni el’ostinata volontà di vivere vanno inprofondo, la presa sulla realtàcontinua oltre gli acciacchi o lepresunte limitazioni dell’età. In ambitodiverso, c’è un breve romanzo che amoparticolarmente: Il quinto figlio, sullanascita di un bambino-mostro, quasiun alieno, inumano e forzuto,ingovernabile, che sconvolge ognirapporto di normalità in una famigliafelice. È l’insorgere del perturbantenel quotidiano, che lacera senza peròdistruggere, circonfonde di mistero la vita d’ogni giorno, ma egualmentecondiziona e costringe al mestiere divivere. Forse c’è un sottofondoautobiografico, ma è tipico dellaLessing, e segno della sua proteiformeirrequietezza, che poi ne scriva unséguito, quasi un romanzo d’avventuree d’appendice: Ben nel mondo. La sofferenza si tramuta in tumultuosapartecipazione alla vita, porta allaconsapevolezza dell’infinita varietàdell’essere umano. Più che amore ecompassione, la Lessing sfoggia qui ealtrove riluttante sgomento, rabbia,recriminazione, sdegno, ribellione efuria: le passioni forti in cui eccelle. E talora eccede.

di F. SAVERIO ALONZO

Nella storia del Nobel è avvenutosolo una volta che un’autoritàsvedese si sia recata nella casa

di un «laureato» per consegnargli ilpremio. È successo nel 1906:l’ambasciatore in Italia mise nella manidi un Carducci morente diploma,medaglia e assegno, per conto delproprio re. Cerimonia analoga a Londraper l’ottantanovenne Doris Lessing. Altriillustri assenti, alla cerimonia del 10dicembre? Basta citare Boris Pasternak,Alexander Solgenitsyn, Jean-Paul Sartree i più recenti Harold Pinter ed HelfrideJelinek. Solitamente gli scrittoripremiati accorrono con entusiasmo.Qualcuno rimane abbagliato, davanti auna Stoccolmacandida efiabesca, tantoda esclamare,come SalvatoreQuasimodo:«Vorrei vivere inquesta cittàincantata». A convincerel’autore di Ed èsubito sera alasciare laSvezia contribuìin mododeterminantel’apparizione,all’alba del 13dicembre 1957,di una Lucia diSvezia, che,indossando uncandidocamicione e avendo sulla chioma lacorona di candele accese, entrò nellasua camera da letto per servirgli il caffècon le tradizionali brioches allozafferano. Convinto di avere visto unfantasma, il povero Quasimodo sinascose sotto le coperte. Lo stessopomeriggio fece i bagagli per l’Italia.Altre paure ossessionavano EugenioMontale. Innanzi tutto, l’obbligo didover salire sul palco e di muoversi, con le sue gambe tremolanti che loreggevano a fatica, verso il re. Poi il timore di non essere un autore«popolare». Ricordo che, durante la prima conferenza-stampa al GrandHôtel di Stoccolma, un collega glidomandò se fosse contento del grande

interesse per la poesia che c’era inItalia. Montale rispose con sarcasmo:«Sono informato da lei di questointeresse degli italiani per la poesia; io non me ne sono mai accorto. Ma saràcome per le voci che giurano sul miopassato di cantante lirico. Da qualcheparte, ho letto addirittura che avreilasciato le scene nell’anno... Ebbene io non mi sono mai esibito in pubblicocome cantante; al massimo, per unacerchia ristretta di amici moltocomprensivi». C’era, però, una domandache Montale avrebbe voluto fare, che glirodeva dentro. Così, quando i giornalistise ne furono andati, mi chiese,sottovoce. «Ma quante tasse si paganosul premio?». Gli risposi chesull’assegno del Nobel non gravava

alcuna imposta:il sorriso gliilluminò il volto.Dario Foincantò glisvedesi con lasua disinvoltura.Il mattino in cuisi presentò laLucia di Sveziacon ledamigelle, per il solito caffè,cantando Sulmare luccica…,Dario Fo no silasciòspaventare.Balzò giù dalletto e si unì alcoro dellefanciulle,cantando il testo

in italiano e svegliando mezzo albergo.Una mattina lo incontrai a colazione,nella veranda del Grand Hôtel.Passando davanti al sontuoso buffetimbandito, mi domandò che cosafossero quelle uova minutissime colorarancione esposte su un vassoio.«Caviale svedese – risposi -. Si estraeda un pesce piccolissimo, lungo pochicentimetri. Tanto piccolo che dal suonome löja è derivato l’aggettivo löjligche vuol dire «ridicolo»,«insignificante». E pensare che è più caro del caviale russo».Fo ne prese una cucchiaiata, lo soppesòe, quasi parlando a se stesso, disse:«Sfruttato e anche deriso. Allora noncapita solo agli essere umani».

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IINNTTEERRNNAATTIIOONNAALL PPEENN LLoonnddrraa,, 1155 nnoovveemmbbrree 22000077:: ««GGiioorrnnaattaa mmoonnddiiaallee ddeeggllii ssccrriittttoorrii iinn pprriiggiioonnee»»

CCiinnqquuee ccaassii ppeerr rriifflleetttteerreeIntellettuali vittimedei regimi totalitari

Idati delle organizzazioni internazionali sonomolto eloquenti. Il Caselist – libro dei casi ditutti gli scrittori perseguitati negli ultimi sei

mesi, presentato durante l’ultimo congresso delPen tenutosi a Dakar nel luglio scorso – parla di781 intellettuali colpiti di cui 42 uccisi, 31scomparsi, 152 incarcerati, 142 sotto processo,100 indagati e 70 vittime di attentati oaggressioni. Gli episodi sono concentrati nellearee teatro di conflitti (vedi Medio Oriente),tuttavia ci sono anche altre zone in cui la libertàd’espressione è perseguita dalla legge. Si trattadi Cuba, Cina, Vietnam, Birmania e tutta lafascia dell’Africa Centrale. In circa un annosono stati assassinate 51 persone fra scrittori egiornalisti, di cui 22 solo in Irak. Ogni 15novembre, l’International Pen celebra la«Giornata degli scrittori in prigione». Per il 2007 sono stati indicati cinque casiemblematici sui quali l’opinione pubblica èinvitata a riflettere.

E. B.

Birmania: «Satira politica»Commediografo in carcere

Zargana (pseudonimodi Maung Thura) è

nato nel 1962.Commediografo, maoppositore al regime diRangoon, è statoarrestato il 25settembre 2007.Attualmente è detenutosenza un’accusaprecisa, solo perché ècontrario all’autoritàmilitare. Le suecommedie, di satira politica, non sono gradite algoverno. Fu arrestato la prima volta nel1988, poi nel1990, 1994 e 1996 per i suoi interventi contro lacensura. In una recente intervista, rilasciata al giornaleweb Mizzima News, Zargana afferma: «Mi hannoarrestato verso le 12,20 di notte... Sono stato torturato...Soffro di enfisema e sono stato messo in una cellad’isolamento priva di ventilazione d’aria... Non potevovedere il cielo... Pensavo di morire».

Cuba: attentato allo StatoGiornalista imprigionato

Direttore del CollegioCamargüey dei

Giornalisti Indipendenti,Normando HernándezGonzáles (nato nel 1959)è collaboratore diCubanet e Radio Marti.Arrestato nel 2003, èstato con dannato a 25anni di reclusione per«attentato alla sicurezzae integrità dello Stato». A seguito degli abusisubiti in carcere, nel 2007 le sue condizioni di salutesi sono deteriorate. Egli soffre di tubercolosi,problemi intestinali, artrite ed è malnutrito. È stato ricoverato nell’ospedale militare dell’Avana.La Commissione per i Diritti umani ha rilevato chenei confronti di Hernández sono state violate lenorme più elementari relative alla tutela dei Dirittiumani. Il giornalista è in condizioni di salutedisastrose e necessita di assistenza immediata.

Gambia: «Diffamazione»Ha criticato il presidente

Giornalista escrittrice,

collaboratrice diallgambian.net e delquotidiano DailyObserver, Fatou JawManneh (nata nel1968) è stata arrestatail 28 marzo 2007all’aeroporto diBanjul. È accusata diaver scritto articolicritici nei confronti delpresidente della Repubblica. Spostata da untribunale all’altro, il 4 aprile è apparsa davanti allacorte di Kanifing, che l’ha ritenuta colpevole didiffamazione e attentato alla sicurezza dello Stato.Chiesto il massimo della pena. Nei suoi articoli sonoevidenziati la povertà endemica del Gambia e ilsistema di corruzione che regna nel Paese.

Iran: licenziato dalla tv«per insulti al Governo»

Yaghoub Yadali ènato nel 1970.

È direttore del settoreculturale di unatelevisione.Appartenente allaminoranza etnica Lor,è stato arrestato il 15marzo 2007 conl’accusa di averinsultato il Governodi Teheran. Il corpodel reato sono seiracconti, pubblicati negli scorsi anni, in cui Yadaliparla della sua etnia. Nel frattempo egli ha scrittoarticoli ritenuti ingiuriosi nei confronti delleautorità locali. La condanna richiesta è di dueanni, ma il processo è ancora tutto da discutere. È stato licenziato e attualmente si trova in fortidifficoltà economiche.

Uzbekistan: a Samarcandain manicomio per un anno

Giornalista di unatestata web, Jamshid

Karimov (nato nel 1967)ha scritto alcuni articolicritici nei confronti delpresidente dellaRepubblica. Dichiaratoinfermo di mente, è statoricoverato in unmanicomio per oltre unanno. I suoi problemisono nati dopo averedenunciato nel 2005l’uccisione di manifestanti da parte dell’esercito. Da quel momento è stata monitorata tutta la suaattività. Dopo aver partecipato ad un seminario digiornalisti in Kirghisistan, gli è stato ritirato ilpassaporto. Gli è stato chiesto di ritrattare i propri scritti, ma essendosi rifiutato è finito nelmanicomio di Samarcanda.

Trimestrale italianodell’International Pen

20122 Milano, via Daverio 7Tel./fax: 02/5461365

www. penclubitalia.orge-mail: [email protected]

Questo numero è stato curato daSebastiano Grasso

(direttore responsabile)e Carlo Montaleone

Registrazione Tribunale di Milano n. 26 del 10 gennaio 2008

Comitato direttivo PenPresidente onorario: Lucio Lami

Presidente: Sebastiano Grasso([email protected])

Vice-presidente: Carlo Montaleone([email protected])

Segretario: Emanuele Bettini([email protected])Tesoriere: Laurana Berra Palombi

Anna Economu Gribaudo, Paola Lucarini, Renato Minore,

Sergio Perosa, Anna SantoliquidoSegreteria: Camilla Marini

Impaginazione: Officina d’arte grafica Lucini, Milano

www.lucinisrl.comStampa: La Tipografica Varese S.p.A.

21100 Varese, via Cherso, 2Tel.0332/330444

Tiratura: 20.000 copie

Pen Club ItalianoOnlus

I LIBRI DEL PENIuli Zeh, Gioco da ragazzi, Fazi, pp. 493, € 19,50Traduzione di Madeira GiacciRomanzo un po’ triviale. Un po’insolito. Un po’ spregiudicato. Un po’volgare. Un po’ scontato. Un po’inutile. Due adolescenti, lei haquattordici anni, lui oriundo d’Egitto,ne ha due in più. I due si divertono aprovocare un educatore. Protagonistaè la «disinvoltura» con cui questiragazzi tentano la loro impresa.

LETTERATURA TEDESCAPeter Handke, Don Giovanni (raccontato da lui stesso),Garzanti, pp. 107, € 12Traduzione di Claudio GroffChi vuole conoscere un Don Giovanni«rovesciato», scritto senza gag e bluffanche se ambientato fra la Georgia ePort Royal, trova nella creazione diHandke una sorpresa affascinante chetravolge ogni pregiudizio non ultimoper il contrasto tra il ritmo atteso equello adottato.

a cura di KARL LUBOMIRSKISasa Stanisic, La storia del soldatoche riparò il grammofono,Frassinelli, pp. 309, € 17,50Traduzione di Lisa ScarpaL’autore è un «bosniaco» di 29 annitrapiantato in Germania. SasaStanisic sostituisce le finzioni e glipseudodrammi degli scrittori alriparo da tutto e da sempre con untagliente racconto che esce dallarealtà per diventare fantasia, favola,consolazione, comicità.

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I LIBRI DEL PENLjudmila Ulickaja, Sinceramente vostroSurik, Frassinelli, pp. 425, € 18Con il personaggio di Surik,beniamino delle donne e«filantropo sessuale» la cui svagataleggerezza esistenziale è ormaiinsidiata dalla routine dell’eros, la scrittrice rende omaggio allatradizione dei dandy e dongiovannirussi (da Onegin a Pecorin) einsieme capovolge quella delleeroine femminili del passato.

LETTERATURA RUSSAMikhail Shishkin, Capelvenere,Voland, pp. 473, € 18In un ufficio svizzero di accoglienzaun interprete russo interroga gliemigrati clandestini dall'Est cheaspirano a un permesso di soggiorno.Raccontano inauditi soprusi eviolenze, le atrocità della guerracecena: un’attualità sanguinosa etremenda protocollata da un essereconscio, come noi lettori, che nontutte quelle storie sono vere.

a cura di SERENA VITALERène Némirovsky, Come le mosched’autunno, Adelphi, pp. 99, € 9È l’opera più «russa» della grandescrittrice ebrea nata a Kiev, emigratain Francia, morta ad Auschwitz. La tragedia della guerra civile e delladiaspora, dopo il 1917, attraversogli occhi umili e materni della njanjadi una famiglia russa altoborgheseche salva i padroni portando inCrimea i gioielli con cui possonoimbarcarsi alla volta dell’Europa.

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NNoottiizziiee ddeell PPeenn IIttaalliiaa LLiibbrrii ddeeii ssoocciiAAsssseemmbblleeaa ggeenneerraallee ssoocciiVenerdì 28 marzo 2008 si terrà aMilano l’annuale assemblea generaleper deliberare su bilancio conclusivo2007, bilancio preventivo 2008,rinnovo cariche sociali e varie.

NNuuoovvii ssooccii ddeell PPeennLa famiglia del Pen Club Italia siallarga. Nuovi soci ordinari (direttivodel 9 gennaio 2008): Gabriella Adamo,Stefano Agosti, Giuseppe Amoroso,Pablo Luis Ávila, Massimo Bacigalupo,Camilla Baresani, Riccardo Barletta,Elisabetta Bartuli, Maurizio Bastianoni,Filippo Maria Battaglia, Pierluigi

Battista, BeppeBenvenuto,MargheritaBernard,Marina Bianchi,LoredanaBolzan, LucianaBorsetto, MariaRita Bozzetti,Marzio Breda,PietrangeloButtafuoco,MassimoCacciari,

Domenico Cacopardo, Rino Camilleri,Domizia Carafòli, Luciano Caramel,Andrea Carraro, Maria Grazia Caruso,Renata Codello, Leonardo Colombati,Giuseppe Contarino, Giuseppe Conte,Giorgio Cortenova, Costanzo Costantini,Duilio Courir, Maurizio Cucchi,Rolando Damiani, Giancarlo Depretis,Mario Desiati, Gillo Dorfles, GiovanniDotoli, Umberto Eco, Egidio Fiorin,Sergio Gaddi, Enrica Galazzi, FeliceGambin, Gianni Gaspari, AldoGerbino, Maria Teresa Giaveri, MariaAntonietta Grignani, FlaminioGualdoni, Ella Imbalzano, Gabriele LaPorta, Luigi La Spina, Emanuele Lisi,Lucrezia Lorenzini, Karl Lubomirski,Giuseppe Lupo, Giorgio Mannacio,Alastair McEwen, Renato Minore,Ettore Mo, Lorenzo Morandotti,Gabriele Morelli, Paolo Mosca, RobertoMosi, Sarah Muscarà Zappulla,Giovanni Occhipinti, Pierluigi Panza,Francesca Patriarca, Elio Pecora,Luciano Pollifrone, Lucio Pozzi,Stefano Prandi, Giuseppe Purificato,Giuseppe Rando, Gianvito Resta, PaolaRicci, Vito Riviello, Fabio RodriguezAmaya, Vanni Ronsisvalle, TizianoRossi, Patrizia Salvatore, FerdinandoScianna, Roberta Scorranese, VittorioSgarbi, Laura Silvestri, Caterina Soffici,Antonino Sole, Nino Sunseri, AngeloTajani, Silvana Tamiozzo, Bianca

Tarozzi, Enrico Tiozzo, LorenzoTomasin, Armando Torno, StefanoVerdino, Maurizio Vitale, Serena Vitale,Valentino Zeichen, Adachiara Zevi,Emanuele Zinato.

RReessppoonnssaabbiillee ssiittoo wweebbEmanuele Bettini, segretario generaledel Pen, è il nuovo responsabile del sito web.

RRoommaa:: ccoommmmeemmoorraattoo MMoorraavviiaaPresentato, il 12 dicembre scorso, inCampidoglio I due amici (Bompiani),libro postumo di Alberto Moravia, giàpresidente del Pen italiano e del Peninternazionale. Interventi di DaciaMaraini e Simone Casini, presentatida Antonio Masia (già responsabiledella sezione Lazio del Pen).

NNuuoovvoo rreessppoonnssaabbiillee LLaazziiooA seguito delle dimissioni di Masia daresponsabile della sezione Lazio delPen, il direttivo (art. 23 dello Statuto),ha nominato responsabile il nuovosocio Renato Minore, che entra a farparte del comitato direttivo.

LLuuttttii:: MMaarriiaa BBrruunneelllliiIl 31 dicembre scorso, Maria Brunelli ci ha lasciato. La scrittrice e giornalista, vedova del filosofoRemo Cantoni, avrebbe compiuto 74 anni il 28 giugno prossimo.Segretaria generale e, poi, vice-presidente del Pen Italia, MariaBrunelli era nata a Milano nel 1934.Laureatasi in Filosofia all’università

di Pavia, si eraanchediplomata inpianoforte alconservatorioGiuseppe Verdidi Milano. Nel 1962, a 28anni, avevapubblicato ilsuo primoromanzo, Ilcavallo balla il valzer, cui

erano seguiti un libro di versi, Quasisilenzio (1962), Due corpi, un’animasola (Rizzoli, 1988), Nemici difamiglia (Marsilio, 1994, premioComisso), L’ultimo concerto(Marsilio, 1997), Passo d’addio(Aragno, 2004). L’ultimo libro, Lapianista di Sambor (Edizioni Cartescoperte), è uscito una decina digiorni dopo la sua morte.

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