LAUREE UNIVERSITARIE IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE …Petit Tour, per indicare di quel “gio” la...
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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)
Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma
TESI DI DIPLOMA DI
MEDIATORE LINGUISTICO
(Curriculum Interprete e Traduttore)
Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle
LAUREE UNIVERSITARIE IN
SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA
IL TEMA DEL GRAND TOUR NELLA LETTERATURA E NEL CINEMA
RELATORI: CORRELATORI:
Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.ssa Marilyn Scopes
Prof.ssa Marie-Franҫoise Vaneecke
Prof.ssa Claudia Piemonte
CANDIDATA:
Giulia Scotucci
ANNO ACCADEMICO 2015/2016
Alla mia famiglia, prima fonte di ispirazione,
Agli amici di sempre e a quelli nuovi,
A te, che hai sempre creduto in me e non mi hai mai abbandonato
Indice
PREMESSA ........................................................................................................................... 1
INTRODUZIONE ................................................................................................................... 3
CAPITOLO I : LA NASCITA DEL GRAND TOUR ...................................................................... 4
1.1. Il viaggio come rinascita .......................................................................................... 4
1.2. L’espressione “ Grand Tour ” .................................................................................. 5
CAPITOLO II : IL GRAND TOUR NELLA LETTERATURA .......................................................... 6
2.1. I grandtourists e le ragioni del viaggio .................................................................... 6
2.2. Il viaggio come strumento di formazione ............................................................... 8
2.3. L’internazionalizzazione del Grand Tour ............................................................... 11
CAPITOLO III: IL VIAGGIO DI JOHANN WOLFGANG GOETHE ............................................ 13
3.1. Viaggio in Italia ...................................................................................................... 13
3.2. Il primo viaggio in Italia ......................................................................................... 14
3.2.1. Roma ............................................................................................................. 16
3.2.2. Napoli ............................................................................................................ 20
3.2.3. Sicilia ............................................................................................................. 22
3.3. Il suo secondo viaggio in Italia .............................................................................. 24
CAPITOLO IV : IL MITO DELL’ITALIA ................................................................................... 25
4.1. Il turista odierno ................................................................................................... 25
4.2. L’Italia e i suoi costumi secondo i grandtourists .................................................. 26
CAPITOLO V : IL GRAND TOUR NEL CINEMA ..................................................................... 28
5.1. Filmografia del ‘900 .............................................................................................. 28
5.2. Filmografia contemporanea ................................................................................. 33
CAPITOLO VI : IL TURISMO CULTURALE ............................................................................ 36
6.1. Definizione di turismo culturale ........................................................................... 36
6.2. L’evoluzione del turismo culturale dopo il Grand Tour ........................................ 37
6.3. L’industria del turismo ......................................................................................... 40
CONCLUSIONE ................................................................................................................... 44
SEZIONE LINGUA INGLESE ................................................................................................. 46
SEZIONE FRANCESE ........................................................................................................... 76
PRÉFACE ............................................................................................................................ 77
INTRODUCTION ................................................................................................................. 79
CHAPITRE I : Le début du Grand Tour ............................................................................... 80
1.1. Le voyage comme une expérience de renaissance ................................................ 80
1.2. L’expression « Grand Tour » .................................................................................. 81
CHAPITRE II : LE GRAND TOUR EN LITTÉRATURE .............................................................. 82
2.1. Les grands touristes et les raisons du voyage ........................................................ 82
2.2. Le voyage comme un outil de formation linguistique ........................................... 82
2.3. L’internalisation du Grand Tour ............................................................................. 83
CHAPITRE III : LE VOYAGE DE JOHANN WOLFGANG GOETHE ........................................... 85
3.1. Voyage en Italie ...................................................................................................... 85
CHAPITRE IV : LE MYTHE DE L’ITALIE ................................................................................ 87
4.1. Le touriste d’aujourd’hui ....................................................................................... 87
CHAPITRE V : LE GRAND TOUR ET LE CINÉMA .................................................................. 89
CHAPITRE VI : LE TOURISME CULTUREL ............................................................................ 90
6.1. Définition du tourisme culturel .............................................................................. 90
6.2. L’évolution du tourisme culturel après le Grand Tour ........................................... 91
6.3. L’industrie du tourisme .......................................................................................... 93
CONCLUSION ..................................................................................................................... 94
RINGRAZIAMENTI .............................................................................................................. 95
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................... 96
FILMOGRAFIA .................................................................................................................... 98
SITOGRAFIA ....................................................................................................................... 99
SEZIONE ITALIANA
1
PREMESSA
Prima di iniziare questo percorso durato tre anni, non sapevo neppure che
cosa volesse dire “viaggiare”, o forse si, ma non così consapevolmente come ora.
Ciò che son mutate nel corso di questo periodo, sono la mia predisposizione al
viaggio e il tipo di emozione che cresce in me visitando un nuovo paese e
conoscendone ogni suo aspetto, anche quello più diverso dal mio. Ho deciso di
svolgere la mia prova finale, scegliendo come argomento proprio il Grand Tour
perché è un tema che mi ha da sempre affascinato. Non a caso, letterati, artisti,
uomini politici provenienti da tutto il mondo, sono partiti per secoli alla volta di
questo “tour” che aveva come traguardo prediletto ed irrinunciabile, il nostro
amato paese. Definirmi cittadina del mondo mi sembra eccessivo, ma
sicuramente essermi confrontata molto spesso con persone di altre culture mi ha
permesso di crescere e conoscere diverse realtà. Ho sempre viaggiato per
piacere ma anche per sapere. Sulle orme di grandi viaggiatori del passato, come il
poeta Goethe, viaggiare mi è servito a “rinascere” ogni volta in un paese diverso.
Esperienze indispensabili per il percorso di studi e di vita che ho deciso di
intraprendere. Viaggiare anche per me si configura come un percorso di crescita
intellettuale e di scoperta che ha allargato i miei orizzonti mentali. Per queste
ragioni, non potevo non scegliere di approfondire questo tema così caro, e vicino
alla mia sensibilità.
2
“Il mondo esiste ancora nella sua diversità. Ma questo ha poco a
che vedere con il caleidoscopio illusorio del turismo. Forse uno dei
nostri compiti più urgenti consiste nell’imparare di nuovo a viaggiare,
eventualmente nelle nostre vicinanze, per imparare di nuovo a
vedere”1.
1 Marc Augé, Disneyland e altri nonluoghi, Bollati Boringhieri, Torino 1999, p.11.
3
INTRODUZIONE
Il viaggio nel Bel paese2 ha radici lontanissime. Dal Medioevo, le strade
d'Italia sono state percorse da tanti pellegrini, successivamente da mercanti,
artisti, predicatori, studiosi, ma anche da banditi e avventurieri. Infatti l’Italia, tra
il 1510 e il 1511, è stata meta di pellegrinaggi con Martin Lutero ma il paese non
fu solo meta religiosa perché nel 1559, con il trattato di Cateau Cambrésis3, il
viaggio in Italia divenne laico ed erudito. Il viaggio a Roma ma anche in altre città
come Milano, Venezia, Firenze, Bologna rimase una tappa fondamentale nella
vita di molti avventurieri spinti da motivazioni religiose, estetiche, personali e
culturali ed edonistiche. A partire dal XVI secolo il viaggio acquistò un valore. Si
viaggiava in nome di una curiosità sempre più audace, per sapere e conoscere,
per puro piacere ed evasione, per divertimento e interesse intellettuale. Si era
spinti dall’amore per l’arte, da semplici questioni di moda, dall’interesse per la
cultura classica, l’economia, che sia agricoltura o industria, per lo studio dei
sistemi legislativo-politico-amministrativi, prestando al contempo attenzione
all'articolazione politica del paese (l'Italia costituiva, per Joseph Addison4, il più
eccentrico e variegato museo di forme politiche esistente al mondo). L’Italia nel
corso degli anni si configurò come luogo propizio per il collezionismo (sia artistico
sia naturalistico) e il viaggio funse sempre più da strumento per curare la propria
malinconia, autentico mal du siècle 5 cui si deve il lancio di una moda
plurisecolare.
2 Bel paese (o anche belpaese) è una classica espressione poetica per indicare l'Italia, che meritò
quest'appellativo grazie al suo clima mite, ai suoi paesaggi naturali e alla sua cultura e storia. 3 La pace di Cateau-Cambrésis (2/3 aprile 1559), fu un trattato di pace che definì gli accordi che
posero fine alle guerre d'Italia e al conflitto tra gli Asburgo e la Francia. Essa definì gli equilibri europei per tutto il secolo successivo, spostando il baricentro sull'Atlantico e ufficializzando la debolezza politica italiana, mentre riconosceva protagoniste della scena europea la Spagna e la Francia. Sancì inoltre l'inizio del predominio spagnolo in Italia. 4 Joseph Addison (Milston, 1º maggio 1672 – Kensington, 17 giugno 1719) è stato un politico,
scrittore e drammaturgo britannico. 5 Il mal du siècle è come una specie di malattia spirituale sottile, angosciosa, indistinta, che
spinge alla solitudine, al senso dell'inutilità e del vuoto che contraddistingue l’età romantica.
4
CAPITOLO I : LA NASCITA DEL GRAND TOUR
1.1. Il viaggio come rinascita
Molti letterati e artisti furono spinti dalla voglia di evadere dal proprio
paese e il viaggio si configurò come una vera e propria rigenerazione. Attilio Brilli
6nel suo libro “Il grande viaggio del racconto in Italia7” definisce il viaggio come
“rigenerazione romantica” in seguito ad una ritrovata innocenza dinnanzi allo
spettacolo della natura e dell’arte offrendoci un paesaggio che lui stesso
definisce “uno specchio nel quale scoprire aspetti inattesi di noi stessi riflessi negli
sguardi degli altri, nonché un pungolo immaginativo e uno stimolo al confronto di
cui non smettiamo di sorprenderci”. Un viaggio utile per far fronte all’usura della
quotidianità. Questa idea innovativa cominciò a diffondersi in Europa alla fine del
XVI secolo e si incarnò nella voga del “viaggio in Italia”. Il quale dunque, pur
praticato da tempo, si configura come istituzione solo alla fine del secolo
successivo, quando diventa la tappa privilegiata di un “giro” che i giovani
rampolli dell'aristocrazia europea, gli artisti, gli uomini di cultura, cominciano a
intraprendere con regolarità. Questo “giro” poteva durare alcuni mesi o svariati
anni e divenne presto una moda e ad esso venne assegnata anche una dicitura
internazionale: il Grand Tour.
6 Attilio Brilli, docente universitario e scrittore italiano.
7 Attilio Brilli, Il grande racconto del viaggio in Italia. Itinerari di ieri per viaggiatori, Il Mulino,
2014.
5
1.2. L’espressione “ Grand Tour ”
L'espressione Grand Tour, sembra aver fatto la sua comparsa sulla guida
“The Voyage of Italy” di Richard Lassels8”, del 1670. Egli adottò questo termine
che divenne universale. Ma è il successo del libro di Thomas Coryat Coryat's
Crudities9 ad essere considerato come l'inizio della mania per il Grand Tour. Il
termine tour, che sostituisce quello di travel o journey o voyage, chiarisce come
la moda di questo viaggio si specifichi in un “giro” - particolarmente lungo e
ampio e senza soluzione di continuità, con partenza e arrivo nello stesso luogo -
che poteva attraversare anche i paesi continentali ma aveva come traguardo
prediletto l'Italia. La fortuna del termine divenne tale che si coniò il neologismo
Petit Tour, per indicare di quel “giro” la versione ridotta di alcune tappe in paesi
come la Francia, quelli di lingua tedesca (Germania, Austria), la Svizzera, a volte
le Fiandre, e, culmine e scopo di tutto il viaggio, l'Italia.
8 Richard Lassels, The Voyage Of Italy, or A Compleat Journey Through Italy: In Two Parts : With
the Characters of the People, and the Description of the Chief Towns, Churches, Monasteries, Tombs, Libraries, Pallaces, Villa's, Gardens, Pictures, Statues, and Antiquities. As Also of the Interest, Government, Riches, Force, &c. of All the Princes ; With Instructions Concerning Travel, Starkey, 1670 9 Thomas Coryate, Coryats Crudities Hastily Gobled Up in Five Moneths Trauells in France,
Sauoy, etc. , London 1611.
6
CAPITOLO II : IL GRAND TOUR NELLA LETTERATURA
2.1. I grandtourists e le ragioni del viaggio
Il Grand Tour fu occasione per la pubblicazione di numerosi libri guida:
uno dei primi fu An Account of Some of the Statues, Bas-Reliefs, Drawings, and
Pictures in Italy 10, scritto dai pittori inglesi Jonathan Richardson il Vecchio (1665-
1745) e suo figlio Jonathan Richardson il Giovane (1694-1771).
La vera ragione del viaggio intrapresa dai cosiddetti grandtourists era il nostro
Bel paese. L’Italia, patrimonio degli antichi monumenti romani e greci, era come
un sogno per i suoi paesaggi, il suo folklore, l’accoglienza dei suoi cittadini, per il
suo clima radioso e solare, distante da quello uggioso dell’Inghilterra. I giovani
rampolli venivano in Italia per conoscerne i costumi, la lingua, la costituzione, il
sistema politico, l’arte, per fare giri turistici e fare acquisti. Stendhal compì il Tour
e scrisse l’opera Rome, Naples, Florence11 la quale non era altro che una critica
alla società italiana. Su Napoli scrive: "...Per un'ora e mezzo, mi sono sorbito il più
sciocco patriottismo d'anticamera, e in mezzo alla società più eletta. Il difetto
italiano sta proprio qui; le disfatte di Murat sembrano averlo accentuato. Fatto
sta che a Napoli, come in Spagna, la buona società sta ad una distanza immensa
dalle classi basse, e, diversamente dal popolo spagnolo, il popolino napoletano,
corrotto dal clima troppo mite, non si batte, dice, se ho ragione io, San Gennaro
non mancherà d'uccidere tutti i nemici...". Su Roma: "...I pedanti, che trovavano
nella Roma moderna l'occasione di sfoggiare il loro latino, ci hanno persuaso che
essa è bella: ecco il segreto della reputazione della Città Eterna... Regna per le
strade di Roma un tanfo di cavoli marci. Attraverso le belle finestre dei palazzi del
Corso si scorge la povertà degli interni...". Su Firenze: "...L'istinto musicale mi fece
10
Jonathan Richardson, An Account of Some of the Statues, Bas-reliefs, Drawings and Pictures in Italy, &c. with Remarks, J. Knapton, 1722, Oxford University. 11
Stendhal, Viaggi in Italia: Roma, Napoli e Firenze, Massimo Colesanti, Le lettere, 2002, pp. 128-129
7
vedere, sin dal giorno del mio arrivo, qualcosa di inesaltabile in tutti quei volti; e
la sera non restai affatto scandalizzato del loro modo saggio e corretto di
ascoltare il "Barbiere di Siviglia…Arrivando da Bologna, terra di passioni, come
non restare colpiti da qualcosa di ristretto e di arido in tutte quelle teste?…
L'amore-passione s'incontra di rado tra i fiorentini...". E sulle donne commenta:
"...Quello che non troverete mai, è l'aria esaltabile, ma in compenso, spirito,
fierezza, ragione, qualcosa di finemente provocante… Ma quegli occhi così vivaci
e penetranti han l'aria più disposta a giudicarvi che ad amarvi. Ci vedo sempre
l'idea del ragionevole, e mai la possibilità di fare follie per amore...". Inoltre,
l’autore in un’altra sua opera “L’ Italie en 181812” distingue due tipi di viaggiatori.
I mœurs, coloro che si interessano ai costumi, e coloro che vedono soltanto i
muri (murs). Tra i primi, lo scrittore menziona Charles de Brosses 13 ma
sicuramente avrebbe potuto aggiungere anche Montaigne 14 , pur essendo
ammiratore di facciate e curioso dei costumi e istituzioni politiche e
Montesquieu15, la cui intenzione era quella di nutrire le opere di storico e teorico
con l’obiettivo di esaminare il paese da ogni punto di vista, fisico e morale. I suoi
appunti pullulavano di nozioni sociologiche, topografiche, climatologiche e di
diritto costituzionale. Non nomina nessun grande scrittore o letterato tra il
secondo gruppo ma si limita a farne una celere identikit. Tutti erano accomunati
dall’interesse per la nostra penisola, per i suoi siti archeologici e il suo lascito del
Rinascimento.
12
Stendhal, L’Italie en 1818, in Pages d’Italie, Henri Martineau, Le Divan, Paris 1931. 13
Charles de Brosses, conte di Tournay; Digione, 7 febbraio 1709 – Parigi, 7 maggio 1777), fu un magistrato, filosofo, linguista e politico francese. 14
Michel Eyquem de Montaigne (Bordeaux, 28 febbraio 1533 – Saint-Michel-de-Montaigne, 13 settembre 1592) fu un filosofo, scrittore e politico francese noto anche come aforista. 15
Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu, meglio noto unicamente come Montesquieu (La Brède, 18 gennaio 1689 – Parigi, 10 febbraio 1755), è stato un filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese.
8
2.2. Il viaggio come strumento di formazione
I giovani aristocratici intraprendevano questi viaggi lunghi e disagevoli,
spesso accompagnati da tutors con esperienza. Essi volevano procurarsi una
formazione completa per una futura carriera, per occupare incarichi in strutture
aristocratiche e amministrative del paese. Il viaggio ebbe, quindi, una funzione
iniziatica, un mezzo per conoscere i mœurs, divenne palestra per lo spirito, per
rinnovarlo e crescere. “Lasciate dunque che colga le sensazioni via via che mi si
presentano; l’ordine verrà da sé. Non sono qui per mio semplice diletto; voglio
immergermi nello studio di questa grandezza, voglio prima di compiere i
quarant’anni, istruire e coltivare il mio spirito”, afferma Goethe16 in “Viaggio in
Italia”17, parlando di Roma. Il legame che aveva il viaggio con l'idea di istruzione
era così stretto che in Inghilterra la Corona finanziava i viaggiatori con 300
sterline annue. Il Grand Tour è sicuramente molto vicino alla cultura Baconiana e
alla filosofia sperimentale18. Il viaggio è esplorazione e ricerca dell’ignoto, è il
coronamento di una buona educazione, un mezzo disponibile a pochi per
acquisire doti fondamentali. Il viaggio divenne, nel corso del Settecento, quasi
prerogativa indispensabile dei giovani rampolli aristocratici. Laurence Sterne, 19
nel suo sermone The Prodigal Son, indica le principali motivazioni del viaggio :
“apprendere le lingue, conoscere le leggi e i costumi, gli interessi e le forme di
governo delle altre nazioni; acquisire urbanità di modi e sicurezza di
comportamento, educare lo spirito alla conversazione e ai rapporti umani”, e allo
stesso tempo “svezzarci dalla compagnia di zie e nonne, facendoci uscire 16
Johann Wolfgang von Goethe, (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco. 17
Viaggio in Italia (in tedesco Italienische Reise) è un'opera che Johann Wolfgang von Goethe scrisse tra il 1813 e il 1817 e pubblicò in due volumi, il primo dei quali uscì nel 1816 e il secondo nel 1817. I due volumi contengono il resoconto di un Grand Tour che l'autore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788. A essi se ne aggiunse un terzo, pubblicato nel 1829, ma inferiore ai primi due, sulla sua seconda visita a Roma. Il libro conta circa 700 pagine. 18
Sir Francis Bacon, italianizzato in Francesco Bacone (Londra, 22 gennaio 1561 – Londra, 9 aprile 1626), è stato un filosofo, politico, giurista e saggista inglese vissuto alla corte inglese, sotto il regno di Elisabetta I Tudor e di Giacomo I Stuart. 19
Laurence Sterne (Clonmel, 24 novembre 1713 – Londra, 18 marzo 1768) è stato uno scrittore britannico. Personaggio eccentrico, scardinò la formula del romanzo realistico borghese.
9
dall’angusta stanza dei bambini”20. Il viaggio era un’esperienza indispensabile
per un giovane che ambiva ad avere un ruolo dominante nella società. Francis
Bacon nel suo saggio Of travel21, offre una serie di motivazioni e di buone norme:
consigliava infatti al giovane conoscere la lingua del paese di destinazione, di
essere accompagnato da un tutore e di avere con sé una guida cartacea e di
cambiare la propria residenza o alloggio spesso, per divenire più pratico. Questi
erano i precetti per un viaggio utile e che portasse con sé i suoi frutti ma gli
oppositori non la pensavano in ugual maniera. Difatti, l’Italia era anche la patria
di Machiavelli22 e del cattolicesimo, era un luogo in cui la libertà dei mœurs era
pericolosa ma di certo questo non influì nell’intaccare il fenomeno inarrestabile
del viaggio. Il Grand Tour non interessò solo i giovani dai 16 ai 22 anni ma anche
gli stessi tutors che ebbero la possibilità di apprendere e il viaggio si configurò
anche come scambio. Il commercio intellettuale cominciò a rispecchiarsi in
quello che è il commercio di oggetti, opere d’arte che circolarono tra i paesi
visitati. Non tutti i tutors però erano persone degne di fede, molti sperperavano i
denari messi a disposizione per il viaggio di istruzione concedendosi lussi di ogni
tipo. Non tutti i giovani, d'altra parte, erano così desiderosi di compiere il loro
apprendistato artistico ma preferivano farsi sedurre da donne promiscue e
condurre una vita irregolare e all’avventura. Anche professionisti e curiosi,
uomini politici, diplomatici, mercanti, uomini d’affari interessati al collezionismo,
desideravano conoscere l’Italia dei monumenti, dei reperti archeologici, delle
feste Romane e del Carnevale veneziano, del clima mite della Toscana, dove
molti anglosassoni malati di tisi si rifugiavano. Il desidero di viaggio in Europa era
sempre più forte soprattutto per le ricchezze che offriva l’Italia allo straniero, per
la ricerca del Bello. Tutta la società Europea era coinvolta in una sorta di gara di
emulazione. L’idea del viaggio come strumento di formazione e mezzo di
scambio nacque in Inghilterra, sicuramente per la loro predisposizione
20
http://www.marketing-turistico.com/alle-origini-del-turismo-culturale-il-fenomeno-del-grand-tour.html 21
Francis Bacon, Of Travel, London 1615. 22
Niccolò di Bernardo dei Machiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) è stato uno storico, filosofo, scrittore, politico e drammaturgo italiano.
10
all’empirismo23 per cui prediligevano un’esperienza diretta. Il XVII e XVIII, secolo
d’oro del viaggio, può dirsi esaurito all’inizio del XIX con la tempesta napoleonica.
Gli anni ‘40 del XVIII furono illuminati dalle scoperte di Pompei (1738) ed
Ercolano (1778). Roma, Venezia, Firenze, Napoli assumono il ruolo che ebbe la
città di Pericle24 e di Fidia25 per i Romani. Avere un diario di viaggio durante
questo “tour” era quasi obbligatorio. Molti scrissero guide o diari per diverse
motivazioni di viaggio, ognuno era diverso dall’altro per la differente
preparazione culturale che influì sul diverso genere, forma e valore, che sia esso
letterario o documentario. Il tema variava a seconda delle personali preferenze
tese a sottolineare un aspetto piuttosto che un altro. Molti si soffermavano più
sugli aspetti politici, economici o culturali, altri parlavano di costumi e di
questioni ambientali. Il capitolo sull’arte è sempre dominante in pressoché tutti i
diari di viaggio. Le scritture del 600-700 furono senza dubbio più obiettive, non
descrivevano habitat ma elencavano solo nomi e opere d’arte a differenza di
quelle più soggettive in età Romantica26, intrinseche di una nuova sensibilità
verso il paesaggio esterno. Altrettanto ricca fu la produzione iconografica,
circolarono numerose incisioni, stampe, acqueforti, carte topografiche,
soprattutto della capitale. Il vedutismo che si affermerà poi contribuirà al
fenomeno ottocentesco del collezionismo, con le sue ricadute sulla realtà
materiale e intellettuale dei paesi che intraprendono gli scambi. I singoli
viaggiatori erano però compatti, poche furono le variazioni personali nella scelta
delle mete da visitare. Tutti ebbero tratti comuni e duraturi, soprattutto gli
Inglesi sempre propensi a basarsi sulle esperienze dei visitatori precedenti e sul
sentito dire.
23
L'empirismo (dal greco ἐμπειρία, empeirìa), è la corrente filosofica, nata nella seconda metà del Seicento in Inghilterra, secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza. 24
Pericle, (Colargo, 495 a.C. circa – Atene, 429 a.C.) è stato un politico, oratore e militare ateniese attivo durante il periodo d'oro della città, tra le Guerre persiane e la Guerra del Peloponneso. 25
Fidia (in greco antico: Φειδίας, Pheidías; Atene, 490 a.C. circa – Atene, 430 a.C. circa) è stato uno scultore e architetto ateniese, attivo dal 470 a.C. circa ad Atene, Pellene, Platea, Tebe e Olimpia. 26
Il Romanticismo è stato un movimento artistico, musicale, culturale e letterario sviluppatosi al termine del XVIII secolo in Germania (Romantik). Si diffuse poi in tutta Europa nel XIX secolo.
11
2.3. L’internazionalizzazione del Grand Tour
Il viaggio durava mesi o addirittura anni, come nel caso di Goethe, che
rimase in Italia per ben due anni. Alla metà del Settecento si assiste, invece, a
quella che è stata chiamata la “internazionalizzazione” del Grand Tour27”.
Contestualmente la durata del viaggio comincia ad assottigliarsi, segno di una
minore disponibilità economica e mentale. Con la modernizzazione della società
l’idea del viaggio cambia, esso diviene meno personale e incarna nuovi valori.
Per citare un’altra volta Attilio brilli, il viaggio si configurava come varco
dell’immaginazione, “il percorso che il viaggiatore dovrà saper tracciare dopo
aver superato la terra di nessuno delle periferie ed essersi inoltrato fra le antiche
mura è quindi un viaggio a ritroso nel tempo, un tendere verso il ritrovamento di
una città altra da quella che appare. Alla fine riuscirà a trovare, per mano di un
astuto visitatore antico o moderno, una via d’accesso, un sentiero segreto
nell’anonimo parametro delle periferie che conduca fin dentro la città, là dove
può sopravvivere la sua anima più vera”28 . Esso non è più esperienza sensoriale
soppiantata dal turismo sempre più massificato e industrializzato a discapito di
emozioni e sensazioni. A questo proposito, sono appropriate le parole di
Giacomo Leopardi29, tratte dallo Zibaldone30: “Trista quella vita che non vede,
non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli
orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione”31. Oggi le informazioni sono
predisposte dalla “guida” che organizza il viaggio. Anche grazie alla viabilità
ferroviaria, si crea il fenomeno, ancora oggi presente, del turismo organizzato e
di massa. Esso è diretto al grande pubblico spinto da ragioni formative,
27
Cesare De Seta, L’Italia nello specchio del Grand Tour in Storia d’Italia, V, Il paesaggio, Torino, Einaudi, 1982 28
A. Brilli, op. cit., p. 302. 29
Il conte Giacomo Leopardi, (Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837), è stato un poeta, filosofo, scrittore, filologo e glottologo italiano. 30
Lo Zibaldone, o col titolo completo Zibaldone di pensieri, è un diario personale che raccoglie una grande quantità di appunti scritti tra luglio/agosto 1817 e dicembre 1832 da Giacomo Leopardi, per un totale di 4526 pagine. 31
Zib, 4418.
12
edonistiche, terapeutiche o di pura evasione che trovano la loro sintesi nell’ idea
di un viaggio come “forma di amatissimo e splendido spreco, ancorché
variamente motivato”32. E’ però vero che non tutti i viaggi sono stati lineari ma vi
sono stati imprevisti, difficoltà ed ostacoli da superare. Spesso si trovavano
vandali, barbari, ladri e si doveva far sosta nelle locande per poi proseguire in
strade alternative e più sicure. Talvolta le carrozze si rompevano per il cattivo
stato delle strade e questo non facilitava le condizioni di viaggio. Pur essendo a
conoscenza di tutte queste difficoltà, la voglia di evadere e allontanarsi dal
proprio paese era così forte che la paura era posta in secondo piano.
32
Attilio Brilli, Il viaggio in Italia. Storia di una grande tradizione culturale dal XVI al XVII secolo, Milano, Silvana Editoriale, 1987.
13
CAPITOLO III: IL VIAGGIO DI JOHANN WOLFGANG GOETHE
3.1. Viaggio in Italia
Nel caso del grande scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, il
viaggio si configurò come vera e propria fuga. Stando alle sue ripetute
confessioni, il suo soggiorno su suolo italiano segnò una autentica wiedergerburt
( rinascita ) alla ricerca della sua perfezione di intellettuale. Egli sentì la necessità
di cambiare pelle, poiché il suo lavoro da ministro a Weimar aveva soffocato la
sua creatività da scrittore e da grande artista. Egli ebbe l’esempio del padre,
Johann Caspar Goethe33, il quale tra il 1739 e il 1740, aveva viaggiato per la
penisola. L’Italia era da sempre stata il suo sogno, era il paese dove fiorivano i
limoni che assaliva il cuore del poeta sin dalle vette del Gottardo34. Mosso da un
disagio esistenziale, l’insofferenza per gli incarichi ufficiali datigli dal Duca Karl
August35, l’Italia era per lui un paese dove approdare e dove sperava di rinascere
personalmente e artisticamente, come così fu. Goethe infatti scrisse: “ Sì, io
posso dire che solamente a Roma ho sentito che cosa voglia dire essere un uomo.
Non sono mai più tornato ad uno strato d’animo così elevato, né ad una felicità
di sentire. Confrontando il mio stato d’animo di quando ero in Roma, non sono
stato, da allora, mai più felice”36 . Nessuno era a conoscenza del suo viaggio,
infatti preparò la sua fuga all’oscuro di tutti. Così si esprimeva Goethe, il 9
ottobre 1828, di 79 anni compiuti, conversando, a Weimar, con Eckermann.
33
Johann Caspar von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 luglio 1710 – Francoforte sul Meno, 25 maggio 1782) è stato un giurista e scrittore tedesco, fu il padre di Johann Wolfgang von Goethe. 34
Il passo del San Gottardo[1], in tedesco Gotthardpass, è uno dei più importanti valichi alpini, situato a 2.108 m s.l.m. nella parte centrale dell'arco alpino. 35
Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach (Weimar, 13 settembre 1757 – Graditz, 14 giugno 1828) è stato Duca di Sassonia-Weimar e di Sassonia-Eisenach (in unione personale) dal 1758, Duca di Sassonia-Weimar-Eisenach dalla creazione dello stato nel 1809, e Granduca dello stesso stato dal 1815 sino alla sua morte. 36
Johann Peter Eckermann, Colloqui con il Goethe, a cura di Giovanni Vittorio Amoretti, Utet, Torino, 1957, p. 540.
14
3.2. Il primo viaggio in Italia
Il suo viaggio iniziò il 3 Settembre 1786, all’età di 37 anni, quando partì
a bordo della sua carrozza alle tre di notte. I primi tempi, per non farsi
riconoscere , per essere trattato come un normale “tourist” e per poter godere a
pieno del suo tempo “con tranquillità e pace domestica”, viaggiò sotto il falso
nome di Jean Philippe Möller, fingendosi pittore. Il suo viaggio in Italia doveva
durare qualche mese ma in realtà rimase quasi due anni, dal 3 settembre 1786 al
18 Giugno 1788, vale a dire un anno, nove mesi e quindici giorni. Per lungo
tempo neppure sua madre e i suoi cari ebbero notizie di lui. Summa della sua
esperienza nel Bel paese, fu la sua opera “Viaggio in Italia”, pubblicata solo
ventotto anni dopo tra il 1813 e il 1817 in due volumi, il primo dei quali uscì nel
1816 e il secondo nel 1817. Si trattavano di diari e lettere destinati alla signora
von Stein, a Herder e agli amici di Weimar, si trattava quindi di materiale
destinato alla sua ristretta cerchia di intimi. Goethe distrusse quasi tutta la
documentazione originaria relativa alla seconda parte (1817) e alla terza parte
(1829) del Viaggio in Italia. I due volumi che ci sono pervenuti contengono il
resoconto di un Grand Tour che l'autore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e
il 18 giugno 1788. A essi se ne aggiunse un terzo, pubblicato nel 1829, ma
inferiore ai primi due, sulla sua seconda visita a Roma. Il libro conta circa 700
pagine. E’ un prodotto a posteriori, affascinante poiché non si limita a descrivere
semplicemente il paese ma le impressioni che riceveva da esso e dalla gente del
posto, insieme a tutte le correlate sensazioni, inserendo al suo interno riflessioni
sull’arte, sulla cultura e la letteratura. L’Italia per Goethe si configurò come
esigenza, come via di fuga dalla stretta corte di Weimar. Fu proprio in Italia,
all’età di 37 anni che conobbe il vero amore, quello carnale e fisico nonostante in
passato scrisse numerose poesie d’amore e romanzi pieni di passione. L’autore
non cercava l’Italia dei grandi artisti e dell’arte barocca; basti pensare che in
tutto il suo diario di viaggio non nominerà neppure una volta Bernini o Giotto, e
non per astio o ignoranza, nel suo diario di viaggio dirà: “ Lo scopo di questo mio
15
magnifico viaggio non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso nel
rapporto con gli oggetti; e allora devo dire con tutta sincerità che poso m’intendo
dell’arte del pittore, del suo mestiere. La mia attenzione, la mia osservazione
possono riguardare soltanto l’aspetto pratico, il soggetto e la trattazione del
soggetto stesso”37. Goethe cercava l’antichità greca-romana e quando vide a
Verona un monumento romano, per la prima volta, era felice. Non si pose
nemmeno come mete primaria lo studio delle condizioni sociopolitiche del
paese, senza escludere però una certa sensibilità per i costumi italiani, che non
sono idealizzati come da cliché. Lo stesso autore del Faust38 identifica la sua vita
prima e dopo il viaggio in Italia. Infatti, a differenza di George Gordon Lord
Byron39, il cui viaggio si configura come eterno vagare, per Goethe è completa
rigenerazione e va alla ricerca di un esito all’empasse nella quale sentiva di
essere ingolfato nel servizio al duca di Sachsen. Questo viaggiatore sui generis,
non si ferma nemmeno più di tre ore a Firenze, passa per Assisi e non guarda la
chiesa di S. Francesco e a Palermo le cattedrali arabo-normanne. Forse per la
smania di essere al più presto nella città eterna ma comunque molti criticarono
la sua opera come i presenti ad una riunione tenuta all’ambasciata di Prussia a
Roma. L’Italia descritta da Goethe era quella degli anni 1786-1788 riflettendo il
binomio “ nobile semplicità e tranquilla grandezza ” del Winckelmann 40 .
Quest’ultimo insegnerà lui il metodo storico basato sullo studio delle successioni
di stili. Scalando il Brennero arriva in Italia, prima a Trento, e poi per proseguire a
Verona, dove loda soprattutto l’arena e a Vicenza, in cui visita le opere di
Palladio. A Venezia arrivò il 28 Settembre e fu per lui la realizzazione di un sogno.
Qui vide per la prima volta il mare. “ Il Canal Grande, con le sue svolte serpentine,
non cede in bellezza ad alcuna strada del mondo, né vi è spazio che regga il
37
Johann Wolfgang von Goethe,Viaggio in Italia, E. Castellani, Oscar Mondadori, Milano 2013, p.53. 38
Faust è un poema drammatico del 1808 scritto da Johann Wolfgang von Goethe. 39
George Gordon Noel Byron, VI barone di Byron, meglio noto come Lord Byron RS (Londra, 22 gennaio 1788 – Missolungi, 19 aprile 1824), è stato un poeta e politico inglese. 40
Johann Joachim Winckelmann (Stendal, 9 dicembre 1717 – Trieste, 8 giugno 1768) è stato un bibliotecario e storico dell'arte tedesco.
16
confronto con quello antistante piazza S. Marco”41. Goethe definisce la vista
dal’alto “ frandiosa ”, tutto ciò che lo circonda è pieno di nobiltà, e rispettabile
d’una forza umana concorde ma egli affermò “ qui non vorrei vivere, così come in
nessun altro luogo dove fossi inoperoso, mentre ora tutto il nuovo che vedo mi
occupa senza sosta 42”. Lascia Venezia alla volta di Ferrara sino ad arrivare a
Roma.
3.2.1. Roma
“ Sì, finalmente mi trovo in questa capitale del mondo! ”43, cita nella sua
prima pagina di diario, dopo aver sorvolato le montagne tirolesi e visitato
Verone, Vicenza, Padova, Venezia, e di sfuggita Ferrara, Cento, Bologna e a
malapena Firenze. Per Goethe, così come per altro scrittori, venire a Roma era un
sogno che si realizzava, dice infatti “ tutti i sogni della mia gioventù li vedo ora
vivere. Non bastavano né la mente negli occhi per abbracciare tale bellezza per
intero ”. Dirà che a differenza di altri luoghi, dove bisogna andare a cercare le
cose importanti, a Roma se n’è schiacciati, riempiti a sazietà, “ si cammini o ci si
fermi, ecco che appaiono panorami d’ogni specie e genere, palazzi e ruderi,
giardini e sterpaie, vasti orizzonti e strettoie, casupole, stalle, archi trionfali e
colonne, spesso così fittamente ammucchiati da poterli disegnare su un solo
foglio. Per descriverlo ci vorrebbero mille bulini; a che può servire una sola
penna? E la sera si è stanchi e spossati dal tanto vedere e ammirare ”44. Il viaggio
in Italia per Goethe non fu solamente un piacere ma una vera rinascita: “
Soltanto a Roma ho potuto ritrovare me stesso. Per la prima volta, mi sono
sentito in armonia con me stesso, felice, ragionevole …”. Egli arrivò a Roma
quando aveva quarant’anni e visse nella capitale i momenti più significativi del
41
J.W. Goethe, Viaggio in Italia, p. 71. 42
Ivi, p. 84. 43
Ivi, p. 138. 44
Ivi, p. 144.
17
suo viaggio. “ La casa di Goethe ” era di un pittore tedesco J.H. Tischbein45, in un
palazzo in Via del Corso 18 che ospitava altri artisti provenienti dalla Germania.
Oggi è diventata un vero e proprio museo ed è nota meta turistica. La scalinata di
piazza di Spagna46 lo portava a raggiungere la chiesa di Trinità dei Monti dove
poteva ammirare lo splendido panorama sottostante. Goethe amava passeggiare
da Piazza di Spagna al Caffè Greco47, da Fontana di Trevi48 ( sulla quale non si
soffermò molto dato il suo scarso interesse per l’arte barocca) al Quirinale49 (
dove fece visita al pontefice ), sino ad arrivare a Villa Medici50. La sua ostilità per
l’arte barocca si percepisce dai suoi scritti: “ È una dura e contrastante fatica
quella di scovare pezzetto per pezzetto, nella nuova Roma, l’antica, eppur
bisogna farlo, fidando in una soddisfazione finale impareggiabile. Si trovano
vestigia di una magnificenza e di uno sfacelo che superano la nostra
immaginazione. Ciò che hanno rispettato i barbari, l’hanno devastato i costruttori
della nuova Roma ”51, (Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini)52 . Goethe
dopo solo sette giorni riesce a farsi un idea generale della città: “Non faccio altro
che andare in giro senza riposo; studio la topografia della Roma antica e della
moderna, guardo le ruine e i palazzi, visito una villa e l'altra e le cose più
meravigliose mi cominciano a diventar familiari; apro solamente gli occhi,
guardo, vado e ritorno, poiché solo in Roma è possibile prepararsi a godere
45
Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, detto Wilhelm Tischbein o il Tischbein di Goethe (Haina, 15 febbraio 1751 – Eutin, 26 febbraio 1829), è stato un pittore tedesco. 46
Piazza di Spagna (nel Seicento piazza di Francia), con la scalinata di Trinità dei Monti, è una delle più famose piazze di Roma. Deve il suo nome al palazzo di Spagna, sede dell'ambasciata dello stato iberico presso la Santa Sede. 47
L'Antico Caffè Greco si trova a Roma in via dei Condotti. È un caffè storico della città, fondato nel 1760. 48
La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note fontane di Roma; è considerata infatti una delle più celebri fontane del mondo. 49
Il Palazzo del Quirinale è un palazzo storico di Roma che sorge sull'omonimo colle e si affaccia sull'omonima piazza. 50
La Villa Medici è un complesso architettonico situato sulla collina del Pincio accanto a Trinità dei Monti a Roma. Ospita dal 1803 l'Accademia di Francia a Roma. 51
Goethe, op. cit., p. 163. 52
“Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini” è una locuzione latina, che tradotta letteralmente, significa «quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini!» Il popolo romano sfogava tramite Pasquino, la più famosa statua "parlante" di Roma, il proprio disappunto denunciando ingiustizie e prepotenze sia della curia romana sia delle famiglie patrizie.
18
Roma”.53 Goethe, passando per la piazza venne colpito dall'obelisco54 che vide a
terra, e che fu eretto solo molto più tardi nel 1792, per volere di Pio VI° Braschi.
A testimoniarlo è quanto si legge tra le pagine di Viaggio in Italia: "Questo
antichissimo e bellissimo fra i monumenti giace ora infranto e sfigurato su alcune
facce..., eppure è ancora lì. Voglio far prendere l'impronta d'una sfinge situata
sulla cima ... , tanto più che corre voce che il papa voglia rimetterlo in piedi, e
allora i geroglifici diventeranno inaccessibili."55 Goethe,amava molto venire qui a
passeggiare in compagnia del suo amico Tischbein che immortalerà in un famoso
ritratto.
All'epoca il sontuoso Palazzo del Quirinale era residenza papale, solo
successivamente divenne residenza ufficiale del presidente della Repubblica. "La
piazza davanti al palazzo ha qualcosa di affatto inconfondibile, irregolare com'è,
eppure grandiosa e armonica. Ed eccomi finalmente davanti ai due Colossi!56”.
Come emerge da Viaggio in Italia, Goethe non solo amava la capitale: "C'è una
sola Roma al mondo, e io mi ci trovo bene come un pesce dentro l'acqua"57 , ma
53
Goethe, op. cit., p. 143. 54
J.W.Goethe si riferisce all’obelisco collocato da Pio VI° Braschi sul colle Quirinale. 55
Ivi, p. 149. 56
J.W.Goethe si riferisce alle statue di Castore e Polluce. 57
Goethe, op. cit., p. 175.
19
anche le gite fuori porta nel verde della campagna romana. "Sui colli, ad Albano,
a Castelgandolfo, a Frascati, dove la scorsa settimana trascorsi tre giorni, l'aria è
costantemente pura e limpida. Là si può studiare una natura differente"58. Il
Belpaese e in particolar modo Roma significa per lui la bellezza serena e solare
del mondo classico. Ciò che amava Goethe del nostro Paese era la leggerezza,
l’allegria che da sempre la contraddistingueva e la spontaneità dei suoi cittadini.
Via del Corso e il Campidoglio59 erano tra le mete preferite di Goethe e amava
passeggiarci. L’autore descrive le sensazioni provate durante il viaggio,
mettendole su carta. Di Roma, egli colse i lati più belli e suggestivi, e riuscì a
trovare in essa qualcosa che calmasse la sua inquietudine e il suo male di vivere,
per dirla con Baudelaire. Roma era la sua città, sembrava che la conoscesse da
sempre. Definì Piazza S. Pietro60 e la Cappella Sistina61 “uno spettacolo sontuoso
e grandioso”, e vi tornò una seconda volta per vedere da vicino il soffitto. “ Ma
queste cose magnifiche mi fanno sempre ancora l’effetto di nuove conoscenze ….
Alcune ci rapiscono con tale violenza che per un certo tempo restiamo
indifferenti, se non ingiusti, verso altre. Così ad esempio il Pantheon, l’Apollo del
Belvedere, certe teste colossali, e di recente la Capella Sistina, si sono
impossessati del mio spirito al punto che vicino a loro non vedo quasi
nient’altro”62. Citerà più volte Winckelmann, rileggendo alcune lettere che
scrisse dall’Italia trentun anni prima, soprattutto una frase “ diede piacere ”
all’autore del Werther63: “ A Roma ogni cosa va ricercata con una certa flemma,
altrimenti vi pigliano per un francese. Io credo che a Roma si trovi l’alta scuola di
tutto il mondo, e anch’io ne sono stato purificato e temprato.”64. Goethe
rinascerà totalmente e ritenette che per accogliere in sé l’idea più alta di ciò che
58
Ivi, p. 170. 59
Il Campidoglio, detto anche Monte Capitolino (Mons Capitolinus), è uno dei sette colli su cui venne fondata Roma. 60
Piazza San Pietro è la piazza antistante la basilica di San Pietro. La piazza fa parte della Città del Vaticano ed è delimitata dal confine con lo Stato italiano. 61
La Cappella Sistina, è uno dei più famosi tesori culturali e artistici della Città del Vaticano, inserita nel percorso dei Musei Vaticani. Fu costruita tra il 1475 e il 1481. 62
Goethe, op. cit., p. 162. 63
idem 64
Ivi, pp. 164-165.
20
gli uomini hanno prodotto, l’animo deve aver prima raggiunto la completa
libertà. Ecco che il viaggio si configura come un mezzo per trovare la propria
libertà anche se di Roma alcune cose proprio non le sopportava come il
carnevale Romano ad esempio: “Bisogna averlo visto per perdere del tutto la
voglia di rivederlo. Descrivere questa baldoria è tempo sprecato!...” 65 .
Nonostante ciò, il momento della partenza fu per l’autore difficile e triste, infatti
nelle sue ultime pagine dedicate al viaggio a Roma dirà: “Il dolore della partenza
fu molto grande. Lasciare, senza speranza di mai più rivederla, questa capitale
del mondo, della quale per tanto tempo ero stato cittadino, mi fece
un'impressione che è impossibile esprimere. Nessuno può comprendere questo
sentimento se non l'ha provato. Io ripetevo continuamente nella mente quei versi
dell'elegia che Ovidio compose trovandosi nelle stesse condizioni in cui mi trovavo
io”66.
3.2.2. Napoli
Dopo Roma, si reca a Napoli e fu pieno di ammirazione anche per questa
città: “ Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero
pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso."67 Le sue descrizioni dei
luoghi e del popolo napoletano sono inevitabilmente intrise del sentimentalismo
tipico dei viaggiatori nordici della sua epoca restituendoci però l’immagine vivida
di luoghi di eterna bellezza e il carattere di un popolo. “ Il napoletano è convinto
d’avere per sé il paradiso e si fa un’idea ben triste delle terre del settentrione:
sempre neve, case di legno, gran ignoranza ma danari assai”68. La città di Napoli
viene presentata piena di allegria e di libertà di vita, e l’ autore citerà il motto dei
suoi stessi cittadini : “ Vedi Napoli e poi muori 69” . Goethe ritiene che Napoli non
ha nulla da rimpiangere a Roma, anzi, se confrontata con questa grande apertura
65
Ivi, p. 185. 66
Goethe, op. cit., p. 206. 67
Ivi, p. 208. 68
ivi, p. 204. 69
ivi, p. 209.
21
di cielo la capitale del mondo della bassura del Tevere appare come un vecchio
convento in posizione sfavorevole. Non mancheranno numerosi paragoni tra le
due città: “Così come a Roma tutto è estremamente serio, qui tutto invece è
improntato ad allegria e a buon umore. Anche la scuola di pittura napoletana è
qualcosa che si capisce solo a Napoli”. 70 Si può dire che nella città di
Parthenope71, l’autore vivrà una vera e propria esperienza extra-sensoriale: “ la
riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le
passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!”72.
Loderà molteplici volte i napoletani per la loro intelligenza, industriosità,
laboriosità e soprattutto vivacità. Questa città resta sempre viva e in fermento,
soprattutto grazie ai suoi cittadini che ne riempiono e popolano le strade e le vie
più nascoste. A Napoli è possibile vedere il tesoro il più prezioso al mondo, quello
di S.Gennaro73 e vi è l’opportunità di visitare decine di musei e siti artistici.
Goethe non perde tempo e troverà il modo di visitare anche Pompei con la sua
guida Tischbein. La città si rivelò una vera sorpresa grazie alle sue strade strette
ma dritte e alle sue casette senza finestre. Poi visita Torre Annunziata, Ercolano
completamente sepolta dalla lava e gli scavi di Portici. Si reca in seguito a Caserta
e a Sorrento. Visiterà Paestum con Tischbein che eseguirà molti disegni che
accompagneranno Goethe in Sicilia. L’autore del Werther dirà “preferirei
attardarmi ancora per un po’ di tempo in questa scuola della vita facile e lieta e
giovarmene più a lungo. E’ piacevole star qui, purché ci si possa assicurare un
minimo d’agio. La posizione della città, la dolcezza del clima non saranno mai
abbastanza lodate; questo però è quasi tutto ciò su cui può far conto lo
straniero”74. Infatti Goethe, come tutti i nordici, ama il clima mite del Bel paese.
Basti pensare al caso di Hamilton “che s’è fatto qui un gran bel nido e ne gode sul
declinare dei suoi giorni” amando inesorabilmente l’Italia. Il panorama di Napoli
70
Goethe, op. cit., p. 211. 71
Il mito della sirena Parthenope (in lingua greca Παρθενόπη) nasce dalla tradizione del popolo, di origine greca, dei Cumani. 72
Ivi, p. 213. 73
Oggi il tesoro è esposto nel Museo del tesoro di San Gennaro di Napoli. 74
Goethe, op. cit., p. 242.
22
nella sua magnificenza, case affacciate per miglia e miglia sulla riva pianeggiante
del golfo, promontori, lingue di terra, rocce a picco, e poi le isole e il mare nello
sfondo era una vista incantevole. Definì la città bella, bellissima in ogni suo
punto tanto bella da rasserenarlo.
3.2.3. Sicilia
Da Napoli partì per la Sicilia, che era per lui un annuncio dell’Asia e
dell’Africa insieme al suo amico Kniep75. “ L’Italia senza la Sicilia non lascia
immagine alcuna allo spirito. Qui è la chiave di ogni cosa ”76, questa fu la
riflessione che fece l’autore quando approdò in Sicilia: “Non saprei descrivere con
parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo
a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei contorni, la soavità
dell'insieme, il degradare dei toni, l'armonia del cielo, del mare, della terra… chi li
ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita”77. L’autore affermerà anche: “
Nostra prima cura fu quella di studiare bene la città, assai facile da osservarsi
superficialmente ma difficile da conoscere; facile perché una strada lunga alcune
miglia l'attraversa dalla porta inferiore a quella superiore, ossia dalla marina sino
al monte, ed è a sua volta incrociata da un'altra pressappoco a metà, dimodoché
ciò che si trova su queste due linee è comodamente visibile; la città interna, al
contrario, disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l'aiuto
d'una guida. Com'essa ci abbia accolti, non ho parole bastanti a dirlo: con fresche
verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni, ecc. In un giardino
pubblico c'erano grandi aiuole di ranuncoli e di anemoni. L'aria era mite, tiepida,
profumata, il vento molle. Dietro un promontorio si vedeva sorgere la luna che si
specchiava nel mare”78. Rimase affascinato dal giardino pubblico vicino al porto
di Palermo, definendolo “il posto più stupendo al mondo”. I giorni successivi
75
Christoph Heinrich Kniep (Hildesheim, 1755 – Napoli, 1825) è stato un disegnatore e pittore tedesco. Accompagnò Wolfgang Goethe nel suo viaggio in Italia a Napoli, Paestum e in Sicilia. 76
Ivi, p. 251. 77
Goethe, op. cit., p. 254. 78
ivi, pp.255-256.
23
cederà al fascino di Segesta, grazie alle sue rovine antiche, ma anche alla
botanica e ai minerali. Grazie all’autore, riscopriamo le bellezze di Caltanisetta,
Catania, Taormina, Messina, rallegrandoci alla vista delle bellezze femminili
dell’isola. La Sicilia sarà elogiata grazie ai suoi vulcani, ai suoi tesori greci e
barocchi anche da Maximilian Hessemener79 nelle sue “Lettere dalla Sicilia”,
all’inizio dell’800. Goethe in Italia rinacque, come artista e come uomo, visse il
paese in una maniera tutta sua tanto che quando tornò in Germania fu colpito da
una sorta di nostalgia ( sehnsucht ) e scrisse questi versi:
Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunklen Laub die Goldorangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht,
Kennst du es wohl?
Dahin! Dahin
Möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn!
Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d'oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l'alloro
Lo conosci tu bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!
79
Friedrich Maximilian Hessemer (24 Febbraio 1800 Darmstadt – 1 Dicembre 1860 Frankfurt am Main) fu un architetto e un autore tedesco.
24
3.3. Il suo secondo viaggio in Italia
Nel 1790, durante il suo secondo viaggio in Italia, il mondo era minacciato
dalla Rivoluzione Francese e scrisse “ L’Italia è ancora come la lasciai, ancora
polvere sulle strade, / ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. /Onestà
tedesca ovunque cercherai invano, / c’è vita e animazione qui, ma non ordine e
disciplina; / ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida, / e i capi dello stato,
pure loro pensano solo per sé”.80 Nonostante ciò, Goethe amava il nostro Paese
come lo amano tutt’ora oggi i suoi connazionali.
80
Goethe, op. cit., p.399.
25
CAPITOLO IV : IL MITO DELL’ITALIA
4.1. Il turista odierno
E’ interessante scoprire come i turisti nordici si sentano camminando nelle
nostre strade d’Italia. Sicuramente il turismo è cambiato oggi ma ciò che è
rimasto immutato è il modo in cui le bellezze italiane e i suoi tesori accolgono gli
stranieri. Forse ciò che è mutato è il modo in cui il viaggiatore guarda l’Italia: ai
tempi di Goethe vi era ancora la variabile dell’ignoto, della scoperta. Il turista
odierno è frettoloso, non più attento ai particolari, preso dalla brama di
conoscere e vedere, tendendo a generalizzare. Oggigiorno gli spostamenti
avvengono con più facilità e la lentezza nei trasporti non costituisce più un
ostacolo, a differenza del passato quando le incursioni piratesche nelle navi o gli
atti vandalici lungo la strada erano all’ordine del giorno. Il viaggiatore, oggi, non
bada alle sensazioni suscitategli dal paese e della gente, a differenza di quanto
faceva l’autore del Werther, però poco attento agli aspetti artisti e architettonici.
Il turista contemporaneo non dedica abbastanza tempo all’esplorazione e alle
proprie emozioni, a “respirare l’odore dei limoni” facendosi accarezzare “dal
vento lieve che spira nel cielo azzurro”, vivendo l’Italia in una maniera del tutto
“goethiana”. Solo l’Italia, terra di artisti e meraviglie classiche può far vivere
un’esperienza unica, stimolando e provocando persino la felicità! L’Italia ha la
capacità di far sentire a casa grazie ai suoi colori e odori. Il mito dell'Italia era ciò
che i primi viaggiatori andavano ad omaggiare, il mito di un museo all'aperto
dove la vasta quantità delle opere d'arte, l'articolazione della vita politica, il clima
radioso e solare così straordinario per i continentali che vivevano spesso sotto
cieli grigi, le vestigia del più autorevole passato del mondo, il lascito ancora
palpitante del Rinascimento raccolto nelle biblioteche e nei musei, erano
altrettanti richiami potentissimi e inattaccabili.
26
4.2. L’Italia e i suoi costumi secondo i grandtourists
Come quello di Goethe, anche quello di Montesquieu è un viaggio
egocentrico poiché implica il completamento della propria formazione
intellettuale, lo sviluppo delle proprio idee al confronto dei fatti. Tutti gli autori di
“viaggi in Italia” avevano un punto in comune, erano osservatori di politica e di
mœurs. L’obiettivo principale di Montesquieu era definire città e governi e i suoi
cittadini. Egli apprezzò l’Italia benché la trovò ben poco politicamente stimabile.
L’Italia e specialmente Roma apparve a Montesquieu un paese incantevole, privo
di conversazioni utili, l’autore descrive un paese senza virtù, con molti pregi ma
non quelli più nobili, cioè intellettuali e politici. Egli si contraddirà più volte nel
corso del suo diario ma a Roma lo incantò tutto, musiche, quadri, statue, amori
licenziosi: la città eterna, “metropoli di gran parte dell’universo”, “un tesoro
immenso messo insieme”, patria di tutti, la più bella città del mondo. La capitale
era la sola con così tante opere d’arte; inoltre, considererà il gotico di cattivo
gusto, a differenza dell’antico e il barocco non estremista. Raffaello fu per lui il
più alto vertice dell’arte “pittore di una eccellenza suprema perché è il solo che
non sia manierato”. “Non è pittura, è la natura stessa. Non sono colori artificiali,
ricavati dalla tavolozza; sono proprio i colori della natura”. Considererà Milano
l’unica città che oggi definiremo europea; Torino, ben costruita ma piccola, “il più
bel villaggio del mondo”; Genova, città avara; Firenze “Nessun caminetto, e nel
cuore dell’inverno, niente riscaldamento. Dicono che il fuoco è malsano”. Dirà che
la parsimonia dei fiorentini non ha niente a che vedere con l’avarizia dei
genovesi. Napoli, una ricchezza italiana che non ha utilità pubblica. “ C’è molta
differenza fra la ricchezza degli italiani accumulata con l’avarizia di cinque o sei
generazioni, e la ricchezza dei grandi paesi, che si fa in un giorno, e che viene
consumata; (); lo stesso spirito che porta ad accumulare, porta a conservare”. “Le
repubbliche italiane non sono che miserabili aristocrazie, che si reggono solo per
la pietà che si ha per loro, e in cui i nobili, senza alcuni senso di grandezza e di
27
gloria, ambiscono soltanto a conservare il loro ozio e i loro privilegi”81. Agli inizi
dell’800, George Gordon Noel Byron, meglio noto come Lord Byron, poeta e
politico inglese, visitò l’Italia soggiornando a lungo a Venezia dove troverà
alloggio nei pressi di Piazza San Marco, ma anche a Genova e Pisa. Anche George
Gissing82, nel 1901, con titolo originale: By the Ionian Sea : Notes of a Ramble in
Southern Italy83 tradotto con il titolo di “ Sulla riva dello Ionio ” ci narra di un
viaggio nell’Italia Meridionale avvenuto nel 1897. Questo libro ispirò Federico
Fellini84 ed Ennio Flaiano85 per il cognome ( Paparazzo ) del fotoreporter de La
dolce vita86. Difatti, Paparazzo era il cognome del proprietario dell’Albergo
Concordia di Catanzaro in cui l’autore inglese venne ospitato. L’autore si imbarca
a Napoli, fa tappa a Cosenza, poi a Taranto. Ritorna in Calabria, poi Catanzaro,
Squillace proseguendo per il Reggio Calabria. Si distingue dagli altri autori del
Gran Tour poiché quest’ultimi, commentando le bellezze paesaggistiche
dell’Italia meridionale, spesso aggiungono giudizi non positivi sugli abitanti.
Gissing, invece, mostra simpatia ammirando la dignità e la gentilezza dei
Calabresi più poveri.
81
http://www.informagiovani-italia.com/viaggio_in_italia_montesquieu.htm 82
George Robert Gissing (Wakefield, 22 novembre 1857 – Ispoure, 28 dicembre 1903) è stato uno scrittore inglese. 83
Gissing G., By the Ionian sea : notes of a ramble in Southern Italy, London, Chapman and Hall, 1901. 84
Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 – Roma, 31 ottobre 1993) è stato un regista, sceneggiatore, scrittore e fumettista italiano. 85
Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972) è stato uno sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico. 86
La dolce vita è un film del 1960 diretto da Federico Fellini.
28
CAPITOLO V : IL GRAND TOUR NEL CINEMA
5.1. Filmografia del ‘900
Come si può ben vedere, il tema del viaggio ha da sempre affascinato il
mondo dell’arte, della letteratura ma dagli anni Sessanta diventa anche tema e
mito culturale del cinema. Infatti, numerosi sono stati i film ispiratisi al Grand
Tour e l’Italia è stata vera e propria protagonista di molte pellicole.
In Vacanze Romane, un film di William Wyler87 del 1953, l’Italia mostra al
mondo il lato più positivo di sé configurandosi come un mondo uscito dal
dopoguerra e non più pieno di macerie. Non a caso, Roma, per i personaggi del
film è un occasione di fuga, di libertà poiché da sempre il Bel Paese fu
considerato una terra priva da ogni obbligo.
Viaggio in Italia, è un film del 1954 diretto da Roberto Rossellini.88 Il tempo
sembra fermarsi durante la visione del film grazie al meraviglioso paesaggio
italiano. Rossellini ci guida attraverso i luoghi maggiormente carichi di tradizione
del mondo napoletano, dal cimitero delle Fontanelle89 all’antro della Sibilla
Cumana90, dalle rovine di Pompei alle solfatare di Pozzuoli.
Con La dolce vita, un film del 1960, diretto da Federico Fellini, vincitore
dell’Oscar per costumi, il registra immortalerà Roma scegliendo diverse visioni
della grande capitale: vista dall’alto, ma anche nelle sue stradine più nascoste.
Fellini sceglierà quel mito eterno che è Roma come protagonista delle sue
pellicole. La Roma Felliniana è quella de La dolce vita e dei riti mondani ma anche
87
William Wyler, all'anagrafe Wilhelm Weiller (Mulhouse, 1º luglio 1902 – Los Angeles, 27 luglio 1981), è stato un regista statunitense di origine tedesca 88
Roberto Gastone Zeffiro Rossellini[1] (Roma, 8 maggio 1906 – Roma, 3 giugno 1977) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. 89
Il cimitero delle Fontanelle è un antico cimitero della città di Napoli, situato in via Fontanelle. 90
L'Antro della Sibilla è una galleria artificiale di epoca greco-romana che si trova a Pozzuoli, rivenuta a seguito degli scavi archeologici dell'antica città di Cuma.
29
quella delle trattorie di quartiere. Il regista immortalerà la capitale in ogni sua
veste, di notte e di giorno, la Roma che sembra danzare all’interno di Fontana di
Trevi come fa Anita Ekberg nel film La dolce Vita. Il regista, nel suo film “ Fare un
Film” del 1980 dirà: “Per trecentosessantaquattro giorni all’anno puoi restare
completamente estraneo a Roma come città, viverci senza vederla, o peggio,
sopportarla con fastidio. Ma poi, ecco, sprofondato nei tuoi malumori dentro un
taxi fermo a un semaforo, all’improvviso una strada che certamente conoscevi ti
appare in una luce e di un colore come mai avevi visto; a volte invece è una
brezza delicata che ti fa alzare gli occhi e scopri altissimi cornicioni e terrazze
contro un cielo di un azzurro da toglierti il fiato. Oppure è un’atmosfera sonora,
una eco quasi musicale che ti vibra attorno magicamente in vasti spazi polverosi,
disadorni, e tu avverti che si è d’incanto creato un contatto profondo, un
sentimento di quiete che cancella ogni tensione; come in Africa, dove l’immobilità
e la pace di tutto quello che ti è attorno non ti spegne nel sonno ma ti tiene lucido
e indifferente; è come un altro senso del tempo, della vita, di te stesso, e della
fine della vita; non hai più ansia né angoscia”.
Morte a Venezia di Luchino Visconti91, 1971, tratto dal romanzo La morte a
Venezia dello scrittore tedesco Thomas Mann ha come protagonista il
compositore Gustav von Aschenbach. Quest’ultimo si reca al Lido, all'Hotel des
Bains, per un periodo di riposo al fine di riprendersi da una crisi cardiaca di cui
aveva sofferto qualche tempo prima. Il racconto si svolge in una Venezia di fine
estiva, ammorbata da un’epidemia di colera: “Questa era Venezia, la bella
lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola, nella cui atmosfera
corrotta l’arte un tempo si sviluppò rigogliosa, e suggerì ai musicisti melodie che
cullano in sonni voluttuosi”. Il protagonista è colpito dalla bellezza di un giovane
polacco e cercherà di reprimere i suoi sentimenti pur non riuscendoci la maggior
parte delle volte. Il Gustav von Aschenbach mannaniano è uno scrittore di
successo, spesso colpito da crisi che gli procurano il bisogno impellente di
91
Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo, è stato un regista e sceneggiatore italiano
30
«scoprire cose nuove». Come un giovane Goethe ai tempi del Grand Tour, il
protagonista di Morte a Venezia, da gelido uomo nordico, va alla ricerca di una
nuova linfa vitale muovendosi verso il meridione d’Europa. Da sempre l’Europa
per i tedeschi rappresenta il mondo classico dell’arte. Mann lo aveva
sperimentato a Roma e a Venezia, dove aveva soggiornato con la consorte, e si
porterà dietro quelle sensazioni anche a Venezia, aggiungendo un elemento in
più: la morte, che lo segue per le calli, lungo i canali e sulle gondole. Venezia è
per l’autore lo sfondo ideale per un viaggio alla ricerca dell’arte e della
perfezione. Quindi, il viaggio si configura ancora una volta come ricerca del
nuovo, del Bello, come via di fuga e come mezzo di rinascita.
Camera con vista (A Room with a View) è un film del 1986 diretto da James
Ivory92, tratto dall'omonimo romanzo di E. M. Forster93. E’ interessantissimo
poiché mostra l’Italia d’inizio Novecento vista dagli occhi di un inglese, sia pur
anticonformista come Forster. Secondo la mia modesta opinione, questo film
riflette esattamente ciò che era il Gran Tour. Infatti, il film ha inizio con il viaggio
di Lucy Honeychurch, una giovane di famiglia benestante, accompagnata dalla
nubile e bigotta cugina Charlotte. Al loro arrivo a Firenze, alla pensione Bartolini,
non sono molto entusiaste della loro modesta sistemazione. La padrona aveva
promesso loro una camera con vista sull’ Arno94. Gli Emerson, altri ospiti della
pensione offrono alle due donne le loro stanze con vista e questo all’epoca
veniva considerato uno scambio moralmente sconveniente. Camera con vista,
esalta il nostro paese, mettendone in luce i paesaggi e le incredibili viste,
identificandolo come luogo di passioni e di libera espressione, così lontano dalle
imposizioni e dalla rigidità del mondo inglese. Lucy appare prima scioccata e poi
conquistata dalla spontaneità degli italiani, ed è proprio il viaggio in Italia che
causa in lei dei cambiamenti tali da poter cogliere i limiti dell’Inghilterra e,
92
James Francis Ivory è un regista statunitense. 93
Edward Morgan Forster (Londra, 1º gennaio 1879 – Coventry, 7 giugno 1970) è stato uno scrittore britannico, autore di brevi racconti, di romanzi e saggi letterari. 94
L'Arno è il maggior fiume dell'Italia peninsulare dopo il Tevere e il principale corso d'acqua della Toscana.
31
soprattutto, tali da poter comprendere e amare il giovane George Emerson.
Forster denuncia così le ipocrisie sociali dell’Inghilterra edoardiana. Camera con
vista è la dimostrazione di come all’epoca giovani rampolli, come nel caso di
Lucy, venivano accompagnati da tutori più anziani, precettori viaggianti, di
maggiore esperienza e fama per visitare il Bel Paese. Gli inglesi non si sarebbero
mai degnati di visitare nessun luogo di cui non avessero già sentito parlare. Molti
autori scrissero su Firenze: "Firenze...è bella al limite del possibile e possiede
tutto ciò che può incantare gli occhi" così scrive Thomas Gray. E anche
Spence sostiene che "Firenze è davvero un luogo piacevolissimo dove abitare: la
valle dell'Arno è una delle più belle del mondo, e la città stessa, per palazzi,
statue e dipinti, è tra le prime in Italia". Questi viaggiatori trovano che a Firenze
vi sia qualcosa di speciale rispetto al resto della penisola. Ad esempio, Lady Mary
Wortley Montagu, scrittrice aristocratica inglese, riterrà la città gigliata
incantevole: "Non potete immaginarvi una posizione più incantevole di quella di
Firenze. E' adagiata in una fertile e ridente valle, irrorata dall'Arno, che scorre
attraverso la città, e nulla può sorpassare la bellezza e magnificenza dei suoi
edifici pubblici, specialmente della cattedrale, la cui imponenza mi riempie di
meraviglia. I palazzi, le piazze, le fontane, le statue, i ponti, non soltanto sono
pieni di eleganza e di nobiltà, ma dimostrano un gusto tutto diverso da quello che
regna negli edifici pubblici di altri paesi.95"
95
http://letturesenzatempo.blogspot.it/2012/11/il-grand-tour-ecco-perche-camera-con.html
32
E’ proprio a Firenze che la bella Lucy cambia visione della vita. Al suo
ritorno in Inghilterra, la giovane non è più la stessa e aprirà gli occhi su un
mondo al di fuori della sua vita protetta a Windy Corner. Il viaggio ha avuto un
valore introspettivo e uno scopo pedagogico. Camera con vista racconta molto
della percezione del Belpaese all'epoca della stesura del romanzo: Italia, terra
splendida, ricca di opere d'arte, Firenze con le colline di Fiesole, Piazza della
signoria ed il Lungarno. Forster ha voluto mettere in scena un contrasto tra
l’Italia e l’Inghilterra, idealizzando la prima come un luogo di libertà, terra di
passione che aveva spinto molti inglesi dell’epoca a fuggire dalle convenzioni e
costrizioni sociali del loro paese.
33
5.2. Filmografia contemporanea
Ritratto di signora (The Portrait of a Lady) è un film del 1996 diretto da
Jane Campion96, tratto piuttosto fedelmente dall'omonimo romanzo di Henry
James97. Come in Camera con vista, assisteremo al viaggio di una giovane
americana a Firenze. Isabel, dopo aver rinunciato a due proposte di matrimonio,
decide di partire, scegliendo di non rinunciare alla sua libertà per non
rinchiudersi in una vita scontata, prevedibile e piena di costrizioni. Ella sceglie
l’Italia come luogo per salvaguardare la sua libertà e per poter esplorare il
mondo. Ancora una volta, sullo schermo, giovani aristocratici o figli di famiglie
benestanti che decidono di partire verso il Belpaese per fuggire da un mondo e
da una società che li opprimono e li fanno vivere infelicemente. L’Italia, quindi, si
configura nuovamente come luogo dove cercare la propria felicità e il proprio
equilibrio, grazie al suo lascito classico e rinascimentale e alla sua atmosfera
molto distante da quella inglese o americana. Camera con vista e Ritratto di
signora possono essere considerati dei veri omaggi alla città gigliata. Firenze era
una delle mete privilegiate del Grand Tour ottocentesco, e a metà del XIX secolo,
nella città era presente una nutrita comunità anglosassone fatta di scrittori,
poeti, pittori e amanti dell'arte. La galleria degli Uffizi, il Ponte Vecchio, Piazza
della Signoria, il Duomo e la sua campagna da cartolina sono state scenario
naturale per questi film d’autore.
Il mio viaggio in Italia è un film documentario del 1999 diretto da Martin
Scorsese98 sul cinema italiano. Il titolo ricorda Viaggio in Italia di Rossellini, uno
dei suoi film preferiti. E’ costituito da spezzoni di film che commentano il cinema
italiano e Martin Scorsese dà un giudizio sul neo-realismo italiano dicendo “Che
96
Dame Jane Campion è una regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e attrice neozelandese. 97
Henry James (New York, 15 aprile 1843 – Londra, 28 febbraio 1916) è stato uno scrittore e critico letterario statunitense naturalizzato inglese. 98
Martin Charles Scorsese è un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense. Esponente della New Hollywood, è considerato uno dei maggiori e più importanti registi della storia del cinema.
34
cos’era di fatto il neorealismo? … Era soprattutto una risposta eroica ad un
momento terribile della storia italiana. I neorealisti dovevano comunicare al
mondo quello che aveva affrontato il loro paese, dovevano dissolvere la barriera
tra documentaristica e finzione, e nel farlo cambiare le regole della
cinematografia. I loro film rappresentano una preghiera, il desiderio che il mondo
osservi il popolo italiano e scopra la sua essenziale umanità, per questo dovevano
filmare la verità, non avevano scelta. … per la prima volta l’illusione lasciò lo
spazio alla realtà.”
Lettere dalla Sicilia è un film del 2005 di Manuel Giliberti. Esso vede
protagonista un gruppo di viaggiatori aristocratici inglesi sbarcato sull’isola e
diretto a Segesta per un tour alla scoperta di quella che fu la Magna Grecia. Un
viaggio d’istruzione che si trasformerà in una vera e propria esperienza interiore.
Vittoria, una delle nipoti, è il personaggio più forte, chiusa in una relazione
amorosa mossa solamente da accondiscendenza e simpatia e di certo, non stima
reciproca. Ella è convinta della sua superiorità intellettuale nei confronti del suo
ragazzo Morgan e il loro rapporto sarà messo in gioco dall’ influenza degli antichi
luoghi siciliani. Evidente è il contrasto tra l’Inghilterra vittoriana99 e l’antichità di
una Sicilia che cerca di farsi spazio nella società moderna. Anche vent’anni dopo,
in cui il film è ambientato a Londra, la Sicilia rimarrà sullo sfondo come emblema
dell’età classica.
Un altro film che mostra ed omaggia il Belpaese sino ad i giorni oggi è La
grande bellezza, un film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. Le vicende si
svolgono nella capitale che a mio parere è la vera protagonista. Sorrentino ci
mostra la città eterna come non l’avevamo mai vista, immortalando l’Anfiteatro
Flavi100, Piazza Navona, i Musei capitolini, Palazzo Barberini 101, Villa Medici, il
99
Per epoca vittoriana (o età vittoriana) si intende comunemente il periodo della storia inglese compreso nel lungo regno della Regina Vittoria, cioè dal 1837 al 1901. Durante questo periodo l'Inghilterra attraversa un periodo di stabilità, floridità economica ed espansione commerciale e coloniale, ma vede altresì l'emergere di importanti problemi sociali. 100
Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium o semplicemente come Amphitheatrum, è il più grande anfiteatro del mondo, situato nel centro della città di Roma.
35
Giardino degli aranci102, Via Veneto, il Gianicolo103 , S. Pietro in Montorio104 e il
Tempietto del Bramante105. Il regista, ha catturato nell’obiettivo una Roma
deserta, assopita nelle prime ore di sole del giorno ma anche una Roma
notturna, quella sfavillante e delle feste mondane. La grande bellezza sta proprio
nella città eterna, la si trova nella bellezza dei palazzi romani, nelle chiese
barocche, una bellezza che si può contemplare durante le passeggiate lungo il
Tevere.
101
Palazzo Barberini è un palazzo di Roma che ospita parte dell'importante Galleria Nazionale d'Arte Antica e l'Istituto Italiano di Numismatica. Si trova in via Quattro Fontane, nel centro storico, a circa 200 metri da Piazza Barberini. 102
Il giardino degli Aranci è il nome con cui si indica parco Savello, un parco di Roma di circa 7.800 m², posto sul colle Aventino, nel rione Ripa, da cui si gode un'ottima visuale della città. 103
Il Gianicolo è un colle romano, prospiciente la riva destra del Tevere e la cui altezza massima è 88 metri. Non fa parte del novero dei sette colli tradizionali. 104
San Pietro in Montorio è una chiesa di Roma sul Gianicolo, nel rione di Trastevere. 105
Il Tempietto del Bramante, è una piccola costruzione a pianta circolare posta al centro di uno dei cortili del convento di San Pietro in Montorio a Roma, sul colle Gianicolo.
36
CAPITOLO VI : IL TURISMO CULTURALE
6.1. Definizione di turismo culturale
Ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora possiamo chiamarlo turismo
culturale: il concetto è difficile da definire poiché la stessa definizione di cultura è
articolata e complessa. Secondo la definizione dell’UNWTO (United Nations
World Tourism Organization), il turismo culturale “rappresenta tutti quei
movimenti di persone motivati da scopi culturali come le vacanze studio, la
partecipazione a spettacoli dal vivo, festival, eventi culturali, le visite a siti
archeologici e monumenti, i pellegrinaggi. Il turismo culturale riguarda anche il
piacere di immergersi nello stile di vita locale e in tutto ciò che ne costituisce
l’identità e il carattere”. Le radici del turismo culturale odierno si collegano
proprio al Gran Tour che ne è l’archetipo. Sin da quell’epoca, la conoscenza dal
vivo delle informazioni studiate sui libri era la ragione principale dello
spostamento.
37
6.2. L’evoluzione del turismo culturale dopo il Grand Tour
Se prima il turismo era riservato solamente a un’élite, oggi è aperto anche
ai ceti meno abbienti. Dunque, anche le caratteristiche culturali dei nuovi
viaggiatori ( impiegati, tecnici, insegnati ) sono diverse da quelle degli antichi
viaggiatori. Da fenomeno di élite, diviene un fenomeno di massa di dimensioni
quasi industriali. Oggigiorno, molti, indipendentemente dal loro ceto sociale,
sono interessati a venire a contatto con abitudini, tradizioni, folklore, costumi dei
luoghi che visitano. Il turismo culturale cambia i suoi connotati, si modifica, ma
ne rimangono vivi i valori e non si esaurisce, non muore ma assume una
dimensione diversa, nuova. Conclusa la fase del turismo selezionato in base al
censo, negli ultimi decenni, si è sviluppato il turismo di massa; quest’etichetta
deriva dalla diffusione della pratica turistica nelle società industrializzate, ma
anche dalle connotazioni passive che la caratterizzano. La possibilità che avevano
gli aristocratici ora è rivolta a tutte le classi sociali grazie al miglioramento della
qualità della vita. I turisti, oggigiorno, si muovono con più facilità ( la nascita della
ferrovia permise lo sviluppo di forme di turismo popolare ) ma hanno tempi più
ridotti ( soprattutto per motivi legati al lavoro). La forma del viaggio oggi è molto
più breve, esso può durare due giorni, un week end, una o massimo due
settimane nei casi più fortunati. In passato la forma più breve di viaggio durava
mesi, questo per la diversa disponibilità economica, per il maggior tempo libero
che si aveva a disposizione e per la mancanza di efficienti mezzi di trasporto.
Infatti, gli studi condotti sull’evoluzione del turismo sono strettamente collegati a
quelli sugli sviluppi del tempo libero. Solamente nel 1848 è stato proclamato il
diritto al lavoro e è stato riconosciuto nel 20° secolo il diritto al riposo
settimanale, al congedo per malattia o per maternità, alle ferie annuali, e, infine,
il diritto alla pensione. L’accezione di loisir è più indicata al termine italiano
tempo libero perché essa rievoca l’idea di divertimento e ricreazione sociale, ma
anche attività in cui l’individuo ricerca la propria gratificazione attraverso
specifici comportamenti liberamente scelti. Al contrario del passato, oggigiorno
38
fare turismo culturale significa anche visitare la chiesetta del piccolo paese vicino
e non solo la famosa basilica della grande città e può essere fonte di reddito per
molte realtà più piccole e periferiche. Prima si visitavano solamente le “grandi”
destinazioni, oggi si è interessati anche a “patrimoni” poco valorizzati. I costi del
viaggio si abbassano poiché si adattano al diverso tipo di viaggiatore, che però
non muta le motivazioni che lo spingono a viaggiare. Egli è mosso dalla curiosità
di visitare l’Italia, di entrare a contatto con l’arte e i suoi costumi; quindi, tutt’ora
oggi vige quell’ammirazione per le bellezze classiche. “Il concetto stesso di
lettura della cultura del territorio è cambiato, non ci si accontenta più di godere
della visione dei semplici “prodotti del passato”, ma sono le più recondite tracce
delle impronte umane che il turista postmoderno vuole cogliere ed è la stessa
anima che ogni luogo detiene che l’esigente viaggiatore tende di afferrare. E’
fuori dal tempo, oramai, il museo che si limita ad esporre i propri reperti e a
presentarli con semplici cartellini descrittivi; il turista vuole conoscere più a fondo
il contesto storico, gli aspetti culturali, gli elementi antropici, vuole essere più
attivo, desidera essere coinvolto, interagire anche attraverso strumenti
multimediali. E’ l’ecomuseo, oggi, che riesce a farsi interprete della domanda del
turista che intende capire la cultura e l’identità del luogo, quella moderna
formula della museologia che basa la sua originalità sul territorio, inteso come
palcoscenico sul quale si intrecciano le relazioni umane, sulla popolazione quale
protagonista fondamentale che imprime segni unici e riconoscibili, e sul
patrimonio dei beni culturali che riflette l’identità della comunità stessa”106.
Il turismo in passato era appannaggio di ricchi, le famiglie contadine o
operaie non avevano reddito sufficiente a pagarsi dei periodi di villeggiatura o di
viaggio fuori casa e non avevano tempo da dedicare a questa attività. Inoltre, essi
erano mentalmente più conservatori e avevano una minor propensione a
viaggiare. Il turismo era un vero e proprio modo per distinguersi da chi era meno
ricco, si andava sempre alla ricerca dell’esclusività e la vacanza era un indicatore
106
Andrea Giansanti, Turismo, ambiente e territorio: Sinergie per uno sviluppo economico sostenibile, Lampi di Stampa 2014, p. 59.
39
che simboleggiava il proprio status sociale. Il turismo aristocratico si interrompe
però con la prima guerra mondiale ma fu proprio in quegli anni che esso pose le
basi per un turismo più ampio che coinvolgesse gli strati più bassi della
popolazione. Precisamente, l’Italia è una delle mete principali per quanto
riguarda il turismo culturale, grazie alla ricchezza del suo patrimonio naturale,
paesaggistico, culturale, artistico che la rendono ogni anno meta di vacanza di
milioni di individui. Attualmente il Belpaese possiede il maggior numero di siti
inclusi nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità stilata dall’UNESCO107
ricoprendo un ruolo di importanza primaria a livello internazionale. Gli arrivi
sono cresciuti del 3.8 % dal 2004 con un’incidenza maggiore dei flussi turistici
stranieri a conferma del gradimento che il nostro paese suscita oltre confine. E’
però vero che, negli anni novanta, il turismo ha assunto una dimensione globale,
in cui ogni località è, potenzialmente, una destinazione turistica. Nel corso del
tempo, si è assistito ad una crescita della domanda ed oggi è difficile identificare
un turista tipo a differenza di quanto avveniva in passato.
107
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l'acronimo UNESCO) è un agenzia specializzata creata con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra nazioni.
40
6.3. L’industria del turismo
Anch’oggi, come prima, il turista ha bisogno di partire per evadere dalla
quotidianità e dallo stress che ne consegue, servendosi della cultura e delle
bellezze antiche come mezzo per vivere un’esperienza quasi autentica. Dico,
“quasi autentica” poiché oggi il viaggio è standardizzato e predisposto dalle
organizzazioni turistiche, dalle agenzie viaggio e dai tour operators. Sono
profondamente mutate le forme e le modalità del turismo: a partire dal secondo
dopoguerra, l’esperienza turistica subisce un processo di standardizzazione. Le
bellezze naturali e il patrimonio artistico di una determinata località, diventano
parte di un itinerario preconfezionato che il turista odierno può “consumare”
durante la sua limitata vacanza a prezzi modici: per questo il “grandtourist” di
ieri, diviene “consumatore” oggi; questa è la caratteristica dei viaggi organizzati
nella società dei consumi. Tutto è artificiale, ricostruito e non autentico, a partire
da una sovrabbondanza organizzativa che rende questi luoghi simulati a
differenza di quanto avveniva in passato. Prima il turista era privo di comfort e
persino le famiglie aristocratiche dovevano affrontare lunghi e faticosi viaggi in
carrozza, oggi qualsiasi cosa è facilitata rivolgendosi ai cosiddetti tour operators ,
i “fabbricanti di vacanze”. Il turismo culturale, e più in generale il turismo in sé, è
divenuto una delle voci più importanti del settore terziario e il problema della
congestione turistica ha fatto nascere il bisogno di cercare strumenti per
contenere i flussi turistici in modo tale da non azzerarne i vantaggi economic.
Questo problema non vi era in passato dato il numero ristretto di presenze
turistiche, da turismo di qualità si è passati a turismo di quantità. Il secolo d’oro
del Grand Tour segna il passaggio da una società in cui gli spostamenti erano
dovuti a motivi culturali ed educativi, ad una società in cui si afferma il turismo di
massa, portatore di nuovi ideali. Il turista odierno è un viaggiatore che guarda le
antiche ruine o le bellezze rinascimentali con uno sguardo più superficiale e
disinteressato ma è un viaggiatore al contempo attento alla parte
enogastronomica che il viaggio stesso racchiude in sé. Il turista straniero parte
41
anche in nome di ragioni culinarie per entrare in contatto con la famosa cultura
gastronomica italiana. Rousseau 108 nelle Confessioni 109 scriveva: “non ho
viaggiato a piedi che nei bei giorni della mia gioventù con delizia, ben presto i
doveri, gli affanni, il bagaglio, mi hanno costretto a prendere la carrozza, le
preoccupazioni i fastidi, sono montati in mia compagnia. Mentre nei miei viaggi
di allora non gustavo che il piacere di andare, dopo non ho sofferto che del
bisogno di arrivare”. Questa è una metafora che sta a indicare come il viaggio
cambia nelle varie fasi della vita ma soprattutto nella storia dell’uomo. All’epoca
del Gran Tour viaggiare era un’arte, ora l’industria del turismo è arrivata
ovunque e si fa turismo senza voler esser prima di tutto turista. Per far fronte a
tutto ciò, sono state inventate molteplici offerte di viaggio e si ricorre a cataloghi
dei viaggi, strumenti come i voucher, traveller cheques e pacchetti turistici che
snaturano la vera essenza del turismo. Il turista odierno si stancherà
dell’eccessiva commercializzazione del settore e rischierà di non poter godere
della bellezza di una piazza perché schiacciato da altri milioni di turisti. In passato
viaggiare significava cambiare prospettiva, modo di vivere, serviva per tornare
cambiati, oggi le destinazioni turistiche rischiano di essere intaccate dal settore
turistico invece che beneficiarne. Oggi, si bada più ad andare in vacanza piuttosto
che pensare a dove o a cosa si visita. Il turista di massa, oggi, è un turista
disattento e con poca esperienza a differenza del passato in cui i giovani rampolli
partivano alla scoperta di nuove culture, dopo anni ed anni di studio, istruiti da
tutor. In passato esistevano le guide di viaggio, che fornivano un minimo di
sicurezza ai primi viaggi di aristocratici, oggi possiamo acquistare direttamente
una vacanza preconfezionata priva di autenticità e che non stimola curiosità.
Mentre in passato il viaggio era una prova, un’esperienza, un rischio, oggi il
viaggio diventa quasi banale. I turisti sono delle frettolose “orde dorate”110 che
108
Jean-Jacques Rousseau, pron, è stato un filosofo, scrittore e musicista svizzero di lingua francese. 109
Le confessioni (o Confessioni) è il titolo di un'opera autobiografica di Jean-Jacques Rousseau. Oggi incluse negli Scritti autobiografici, uscirono a stampa solo postume (la prima parte nel 1782 e la seconda nel 1789). Esse raccontano i primi 53 anni di vita dell'autore in 12 libri. 110
Turner L. , Ash J., The Golden Hordes: International Tourism and the Pleasure Periphery. Constable, London 1975.
42
pensano di visitare le cose attraverso il sightseeing ( vedere le cose da vedere ).
"Fino a tutti gli anni sessanta - scrive Savelli - la considerazione degli intellettuali
per il turismo si presentava assai omogenea e giungeva alle medesime
conclusioni pur riferendosi a paesi e contesti diversi e distanti. Le opere di
Boorstin, di Morin, di Enzensberger, di Knebel, di Turner e Ash, riflettono un
atteggiamento assai critico della cultura del tempo nei confronti dell'esperienza
turistica e delle sue valenze culturali"111. Oggi l’esperienza turistica è alterata
poiché preconfezionata, per questo è cambiato il turismo rispetto a ieri. Il turista
odierno non vedrebbe il mondo così come è ma solo la minima parte selezionata
per lui dall’organizzazione turistica o dalla comunità stessa. "Nella fase in cui il
turismo diventa un fenomeno di massa - scrive Savelli - l'elemento che serve di
norma al viaggio è la sight, la cosa da vedere, classificata con una, due o tre
stelle, secondo il suo valore. Il turista conosce l'oggetto come sight, vale a dire
come elemento normalizzato, degno di essere assunto come obiettivo di
un'esperienza turistica. La dominanza della sight, la traduzione in immagini delle
cose e la loro normalizzazione reagiscono sulle cose stesse, riducendole alla
condizione di museo, di orto botanico, di giardino zoologico. Messe in vetrina, le
cose da vedere subiscono una trasformazione capitale: sono distaccate dal loro
contesto, private del loro spessore, del rapporto con le condizioni che le hanno
determinate e che possono, esse sole, spiegarle"112. E’ però a partire dalle
riflessioni di Burgelin e Morin113 che al turismo di massa vengono dati dei
connotati positivi e la sua valutazione negativa viene totalmente capovolta dalle
teorie di MacCannel e di Cohen. Per Morin, ad esempio, l’esperienza turistica
vista dalla sight non risulta di per sé un male poiché anche la sua irrealtà
permetterebbe di evadere dalla quotidianità. Burglin, ritiene che anche in
presenza della sight il turista può vivere un’esperienza autentica. MacCannel
ribalta totalmente la tesi del sightseeing: la ricerca dell’autenticità da parte del
turista richiede anche la conoscenza di tutto ciò che è dietro il manufatto
111
Asterio Savelli, Stabilità, innovazione e trasgressione nell'esperienza turistica, in P. Guidicini e A. Savelli, (a cura di), Il turismo in una società che cambia, Milano 1988, p. 38. 112
Savelli, op. cit., p. 39. 113
Edgar Nahoum detto Edgar Morin (Parigi, 8 luglio 1921) è un filosofo e sociologo francese.
43
turistico e di scoprire il mondo delle comunità ospitanti che organizzano l’offerta
turistica. “Egli assume la ricerca dell'autenticità - osserva Savelli - come una
dimensione costante della vita sociale, che si manifesta in ogni suo aspetto, e
asserisce anzi che, sotto questo profilo, il turismo viene ad assorbire alcune delle
funzioni sociali già coperte dalla religione. Secondo lui la sopravvivenza della
dimensione individuale nella società moderna è legata all'affermazione di un
nuovo interesse per l'autenticità delle sue esperienze sociali. Così, lo stesso
fenomeno del sight seeing viene considerato come una forma di rispetto rituale
per la società"114. Per MacCannel, il turismo, ha quindi uno scopo pedagogico e
formativo. Scrive Costa, commentando il contributo di MacCannell: "Tanto il
pellegrino quanto il turista hanno in comune l'esperienza dell'unicità di un luogo:
entrambi credono che solo in un determinato territorio si verifichi l'apparizione
irripetibile di un'immagine attraente in modo peculiare, singolare ed eccezionale.
Come il pellegrino, il sightseer segue un itinerario standard, vaga da una città
all'altra o da un museo a un parco naturale, fermandosi dentro i drammi umani,
antichi e moderni. I popoli e i paesaggi formano un set pluralistico di attrazioni
che è equivalente ai temi delle religioni politeistiche e alla proliferazione dei
luoghi in cui sono apparsi i santi del cattolicesimo. Le fasi del viaggio sono una
variante moderna delle devozioni popolari nei santuari" 115.
114
Asterio Savelli, Sociologia del turismo, Milano 1989, p.46. 115
Nicolò Costa, Sociologia del turismo, Milano 1989, pp. 91-92.
44
CONCLUSIONE
“Sicuramente il turismo odierno è cambiato rispetto a quello di ieri e vi è
stato uno scarto qualitativo che ha attirato l’attenzione di molti studiosi. Il
contrasto tra le esperienze privilegiate dei viaggiatori romantici dell'Ottocento e i
percorsi standardizzati e ripetitivi del turismo di massa era, in altri termini,
troppo forte perché non si cogliessero le differenze e, soprattutto, perché non se
ne evidenziassero le profonde implicazioni qualitative”116. Dopo aver svolto degli
studi approfonditi sul tema del Grand Tour, ritengo che il turista “autentico”
dovrebbe essere un consumatore “pensante”, spinto dalla curiosità, dalla
scoperta e dalla brama di conoscenza. Tuttavia, il turista di oggi, purtroppo,
spesso smarrisce in parte queste caratteristiche. È pur vero però che il
viaggiatore ha anche il “diritto di mentire”, di manipolare le apparenze, di
sembrare quello che non è e non sembrare quello che è. Per questa ragione, il
viaggio contemporaneo è stato accusato di superficialità, perché ne sono
cambiati i connotati rispetto al passato ma ne rimangono vivi i valori, riproposti
sotto forme diverse. A conclusione di questa ricerca, posso affermare che il
turismo culturale sopravvive tuttora anche se adattato alle nuove caratteristiche
dei viaggiatori odierni, molto distanti da quelle del passato.
116
Giorgio Triani, Pelle di luna, pelle di sole. Nascita e storia della civiltà balneare, Venezia 1988.
45
46
SEZIONE LINGUA INGLESE
47
PREAMBLE
Before starting this degree course three years ago, I did not know what
travelling meant or maybe I did but I was not as aware of it as I am now. In this
period, the things that have changed the most are my propensity to travel and
the feeling I get when I go to new countries, even the most different from mine,
and I get to know them and all the aspects related to them. I decided to choose
the Grand Tour as the topic for my graduation thesis because it has always
fascinated me. Not by chance, men of letters, artists, and politicians from all over
the world, undertook this “tour” for many centuries, and Italy was their favourite
destination and a must. Defining myself as a citizen of the world may seem
exaggerated but undoubtedly, encountering people from other cultures has
helped me mature and allowed me to discover different realities. I have always
travelled for enjoyment but also for educational purposes, and following in the
footsteps of many travellers from the past, like Goethe, travelling for me has
acted as a “rebirth” every time I arrived in a different country. It was also an
essential experience for the course of studies I chose. For me, travelling is a
question of intellectual growth and discovery, which has broadened my horizons.
For these reasons, I have chosen to study this topic in depth, as it is so important
and close to my sensitivity.
48
“The world still exists in its diversity. But this has little to do with
the illusory kaleidoscope of tourism. Maybe one of our most urgent
tasks is to learn to travel anew, eventually closer to home, in order to
learn how to see again”117.
117
Marc Augé, Disneyland e altri non luoghi, Sylvie Blum-Reid’s translation, Traveling in French Cinema, Palgrave Macmillan, 2016.
49
INTRODUCTION
People have been coming to Italy for many centuries. Since the Middle
Ages, Italian roads have been travelled by pilgrims and subsequently by
merchants, artists, preachers, and eminent scholars but also by brigands and
adventurers. Italy was a religious destination, especially in 1510 and 1511 with
Martin Luther but in 1559, with the Treaty of Cateau Cambrésis118, journeys to
Italy were not solely for religious purposes and people started travelling also for
education and knowledge. Rome, Milan, Venice, Florence and Bologna were the
main destinations for many adventurers driven by religious, aesthetic, personal,
cultural and hedonistic reasons. People became more and more curious about
Italy and wanted to travel there to discover everything about it. On one hand,
they were induced by a desire for knowledge, and on the other, by the wish to
enjoy themselves and escape from the reality of their country. They were driven
by an intellectual interest dictated by modern sciences, by the desire to learn
about the classical culture and to study the legislative, political, and
administrative systems; they were interested in the economy ( agriculture or
manufacturing ), and in politics. Italy was the ideal place for both art and
naturalist collectors; and along with the thaumaturgic power of travelling, it was
also the perfect place to treat people’s melancholy or "mal du siècle" as it was
called at the time. Italy was the preferred destination of Grand Tourists thanks to
its cultural heritage – visual arts, music and theatre – and its fashion.
118
With the Treaty of Cateau-Cambrésis in 1559, Spain and France agreed to stop fighting each other and join forces against their common Protestant threat, particularly Calvinism, which was considered more of a threat than Lutheranism.
50
CHAPTER I: The Idea of the Grand Tour
1.1. The journey as a “rebirth”
Many men of letters and artists were driven by an uncontrollable
desire to escape from their country and this is why the journey to Italy was
perceived as a real “rebirth”. It was a useful way to cope with the strain of daily
life. This idea began to spread in Europe at the end of the XVI century and the
“journey to Italy” became increasingly more popular. Although people had been
coming to Italy for centuries, it was only in the XVII century that the country
became the favourite destination of many scions of European aristocracy, artists
and intellectuals. The “tour“ could last from a few months to several years and
from being simply a widespread custom it gradually turned into a real fashion.
1.2. The term “ Grand Tour ”
The expression "Grand tour" appeared for the first time in 1670, in The
Voyage of Italy119, a guidebook written by Richard Lassels, and soon became a
universal expression. Afterwards, the book Coryat’s Crudities120, written by
Thomas Coryat, was considered the beginning of the Grand Tour as a vogue. The
term “tour” goes beyond the meaning of TRAVEL or JOURNEY or VOYAGE and
clarifies the essence of this experience. It was a particularly long and wide-
ranging journey that started and ended in the same place - Italy. People travelled
through many countries on the continent but the only final destination was Italy.
119
Richard Lassels, The Voyage of Italy, or A Compleat Journey Through Italy: In Two Parts : With the Characters of the People, and the Description of the Chief Towns, Churches, Monasteries, Tombs, Libraries, Pallaces, Villa's, Gardens, Pictures, Statues, and Antiquities. As Also of the Interest, Government, Riches, Force, &c. of All the Princes; With Instructions Concerning Travel, Starkey, 1670. 120
Thomas Coryate, Coryats Crudities Hastily Gobled up in Five Moneths Trauells in France, Sauoy, etc. , London 1611.
51
The term “Grand Tour” became so popular that the neologism “Petit Tour” was
coined to indicate the short version, which included only a few stopovers in
some countries such as France, Germany, Austria, Switzerland and sometimes
Flanders before reaching Italy, which was the primary destination.
52
CHAPTER II: The Grand Tour in literature
2.1. The Grand Tourists and their reasons for travelling
The Grand Tour was one of the main topics of several guidebooks: one of
the first to be published was “An Account of Some of the Statues, Bas-Reliefs,
Drawings, and Pictures in Italy”121written by the English painter Jonathan
Richardson the Elder and Jonathan Richardson the Younger (1694-1771). The
main reason why the so-called “Grand Tourists” decided to travel was our
country. Italy, with its artistic heritage of Roman and Greek monuments, its
landscapes, its folklore, the warm welcome from its citizens, and its bright and
warm climate so different from the gloomy weather in their own country, was
like a dream for them. The young scions travelled to Italy to learn about its
traditions, customs, language, constitution, political system, and art, and for
sightseeing and shopping. Stendhal undertook the “Grand Tour” and wrote his
literary work Rome, Naples, Florence in which he criticized Italian society.
Moreover, the author, in another work, Pages d’Italie, distinguished between
two kinds of travellers: “Mœurs” interested in customs and “murs” those who
only wanted to visit ruins. Among the former the writer mentioned Charles de
Brosses122 but he could have added Montaigne who mainly admired facades but
who was also interested in customs and political institutions. He could have
mentioned the name of Montesquieu, whose aim was to analyse the country
from a physical and ethical point of view. His notes referred to topics linked to
sociology, topography, climate and constitutional law. He did not mention any
particular writer or men of letters in the second group but simply outlined a
general profile. All the travellers had one thing in common - their passion for our
peninsula, for its archaeological sites and its legacy from the Renaissance. 121
Jonathan Richardson, An Account of Some of the Statues, Bas-reliefs, Drawings and Pictures in Italy, &c. with Remarks, J. Knapton, 1722, Oxford University. 122
Charles de Brosses, comte de Tournay, baron de Montfalcon, seigneur de Vezins et de Prevessin (7 February 1709 – 7 May 1777), was a French writer of the 18th century.
53
2.2. The journey for educational purposes
The young aristocrats usually set out on these long and often
uncomfortable journeys accompanied by experienced tutors. They wanted to
acquire a complete education especially to prepare them for a career in court
administration or as a diplomat. Therefore, travelling acquired a new meaning; it
was a way of learning about new customs, of renewing the spirit and developing
as a person. Travelling and education were so interconnected that England
financed travellers with 300 pounds annually. Certainly, the Grand Tour is widely
linked with the Baconian method and with experimental philosophy, considering
that travelling meant exploring and was a quest for the unknown. It also meant
gaining experience, acquiring knowledge, values, beliefs and habits and it was an
opportunity offered to just a few people. In the eighteenth century, travelling
became an essential prerogative for young scions whose ambition was to have a
dominant role in society. Laurence Sterne123, in his The Prodigal Son sermon,
indicates the fundamental reasons for traveling: “To learn languages, the laws
and customs, and understand the government and interest of other nations ; --to
acquire an urbanity and confidence of behaviour, and fit the mind more easily for
conversation and discourse ;-- to take us out of the company of our aunts and
grandmothers, and from the track of nursery mistakes ; and by showing us new
objects, or old ones in new lights, to reform our judgments: --by tasting
perpetually the varieties of Nature, to know what is good ; -- by observing the
address and arts of man, to conceive what is sincere ; --and, by seeing the
difference of so many various humours and manners, --to look into ourselves, and
form our own”. Francis Bacon124 in his essay Of Travel (1625) listed a number of
reasons and rules to follow. He suggested that young men should know the
foreign language of the country they were going to visit, go with a tutor, have a
123
Laurence Sterne (24 November 1713 – 18 March 1768) was an Irish novelist and an Anglican clergyman. 124
Francis Bacon, 1st Viscount St Alban[a] PC KC (22 January 1561 – 9 April 1626) was an English philosopher, statesman, scientist, jurist, orator, and author.
54
guidebook and frequently change their residence or accommodation to become
more experienced and familiar with the place. These were all good tips to get the
most out of the journey but his critics disagreed. Indeed, Italy was Machiavelli’s
native country, the cradle of Catholicism and a place where the liberty of the
“Mœurs” was dangerous but this did not compromise the phenomenon of the
Grand Tour. It did not only concern young people between 16-22 years of age
but their tutors too who could broaden their own knowledge. Travelling also
meant “transferring”: intellectual exchange also began to concern objects and
works of art. Not every tutor was a trustworthy person; many of them spent
most of the money they had for the journey on luxury goods. However, not all
the young men were anxious to serve their artistic apprenticeship and they
preferred to be seduced by women and lead a disorderly and adventurous life.
Professional people, the curious, politicians, diplomats, merchants, and
entrepreneurs interested in collecting also wanted to come to Italy to discover its
monuments, its archaeological finds, its Roman festivals and the Venice Carnival.
They wanted to enjoy the mild climate of Tuscany where English people suffering
from tuberculosis went. Foreigners were more and more attracted to the Italian
treasures and the sights Italy offered. The idea of travelling as an educational
tool and as a means of exchange started with the English because of their
inclination to empiricisms125 that inspired a preference for a direct experience.
Many authors wrote guidebooks or diaries based on their different reasons
for travelling. Each diary was different as the content depended on the author’s
cultural education that naturally influenced the kind, form and value whether
literary or documentary. The topic differed according to personal preferences
that accentuated one aspect or another. Some writers paid more attention to
political, cultural or economic aspects, others to customs and environmental
issues, however, in all travel diaries, there was always an important chapter
regarding art. The seventeenth and eighteenth century writings were no doubt
more objective; they did not describe habitats but they listed just names and
125
Empiricism is a theory that states that knowledge comes from sensory experience.
55
works of art unlike the more subjective ones from the Romantic age, which had a
new sensibility towards the landscape. The iconographic production as well was
predominant in these centuries and etchings, engravings, prints and maps
circulated especially in the capital. The emergence of landscape painting as a
specific genre contributed towards the collecting phenomenon of the nineteenth
century, which influenced the material and intellectual reality of the countries in
question. Nevertheless, individual travellers were unanimous on one thing, apart
from slight differences, and that was their choice of destination. Above all, the
English were inclined to base their journeys on the previous experiences of
others and on “hearsay”.
2.3. The internationalization of the Grand Tour
The tour could last from a few months to several years. Goethe126, for
example, remained in Italy for two years. Around the mid-eighteenth century,
there occurred what has been called the “internationalization of the Grand Tour”
(De Seta, 1982). The journey began to shorten, an indication that people had less
money to spend and were less willing to travel for long periods. At the same
time, the concept of the journey changed along with the modernization of
society; it became less personal and started to incorporate new values.
Nevertheless, it is important to remember that not every journey was easy and
often the traveller had to face difficulties. Along the way, it was possible to find
brigands and highway robbers and at times, it was necessary to stop overnight at
an inn then continue the journey on safer roads. Even if all these difficulties were
common knowledge, the need to escape from their countries was so pressing
that travellers did not care about these possible unforeseen events. Over time,
tourism and the travel experience became standardized to the detriment of
feelings and emotions. Nowadays, the “guide” who organizes the journey
126
Johann Wolfgang von Goethe, (28 August 1749 – 22 March 1832) was a German writer and statesman.
56
provides the information. In addition, the advent of railways gave rise to the
phenomenon of organized and mass tourism. Especially today, there is this kind
of tourism, which however allows millions of people to travel and to enjoy the
benefits of leisure time.
57
CAPITOLO III: JOHANN WOLFGANG GOETHE’S JOURNEY
3.1. Italian Journey
For Johann Wolfgang von Goethe, the author of Italian Journey, travelling
meant escaping from his country. As he revealed in his book, his stay in Italy
marked a veritable wiedergerburt (rebirth) to find his intellectual perfection. He
needed to change because his job as a minister in Weimar stifled his creativity as
a writer and artist. He followed the example of his father, Johann Casper Goethe
who, between 1739 and 1740, had travelled all over Italy. Visiting the peninsula,
the country where lemon trees grew, had always been his dream. He was
persuaded by an existential crisis and by the tediousness of the official tasks the
Grand Duke Karl August127 had entrusted him with, and he saw in Italy a country
where he could have landed in the hope of being reborn as a person and an
artist, and so it was. Nobody was aware he intended to set off on a journey, and
he fled his country without talking with anybody.
3.2. His first journey in Italy
His journey started on September 3th 1786 when he was 37 and left
Germany in his coach at 3 a.m. Initially, he travelled under an assumed name to
hide his identity so no one would recognize him, and he would be treated as a
normal “tourist” so he could enjoy the peace and quiet of his surroundings. His
stay in Italy should have lasted just a few months but in the end, it lasted almost
two years, from September 3th 1786 to June 18th 1788, that is one year, nine
months and fifteen days. For a long time, neither his mother nor his family had
127
Karl August, Grand Duke of Saxe-Weimar-Eisenach (3 September 1757 – 14 June 1828) was a Duke of Saxe-Weimar and of Saxe-Eisenach (in personal union) from 1758, Duke of Saxe-Weimar-Eisenach from its creation (as a political union) in 1809, and grand duke from 1815 until his death. He is noted for the intellectual brilliance of his court.
58
any news from him. Italian Journey is a detailed account of his journey in Italy,
published twenty-eight years later between 1813 and 1817 in two volumes. It
took the form of a diary in which Goethe voiced his feelings for Italy. In reality,
the author does not describe just the country but expresses also the impressions
drawn from it and the local people along with his sensations and emotions. He
also includes notes on art, culture and literature. For Goethe Italy was a real
need, an “escape route” from the Weimar court. It was in Italy that Goethe first
knew real love, carnal physical love, despite the fact that in the past he had
written several love poems and passionate novels. The author did not travel to
Italy to discover the masterpieces of its famous artists; suffice it to think that in
his travel diary not once does he mention Bernini or Giotto. This was not because
of ignorance but because as he said himself he knew little about art and a
painter’s job and in his own words “My purpose in making this wonderful journey is
not to delude myself but to discover myself in the objects I see”. Goethe’s objective
was not to study the socio-political conditions of the country but he did pay great
attention to Italian customs. The author himself identified his life before and
after his journey in Italy; while for George Gordon Lord Byron128 travelling simply
meant roaming around the world, Goethe considered his journey a total
regeneration and a way to break away from the daily life in the Weimar court.
This particular traveller did not stop for more than three hours in Florence; he
went to Assisi and did not even cast a glance at the Papal Basilica of St. Francis of
Assisi, and he went to Palermo and did not look at the Norman-Arab cathedrals.
All this maybe because of the yen to get to Rome, the eternal city.
3.2.1. Rome
In the first pages of his diary, Goethe expressed his happiness at arriving in
Rome after having visited Verona, Vicenza, Padua, Venice, Ferrara, Cento,
128
George Gordon Byron (later Noel), 6th Baron Byron, FRS (22 January 1788 – 19 April 1824), commonly known simply as Lord Byron, was an English poet and a leading figure in the Romantic movement.
59
Bologna and, albeit briefly, Florence. For Goethe and other authors, coming to
Rome meant achieving a dream which they had nurtured since they were young.
While in other cities it was necessary to look for sights and beauties, in Rome
they were everywhere. In the capital he experienced the most significant
moments of his journey, he loved walking around Piazza di Spagna129 up to the
church of the Santissima Trinità dei Monti130 from where he could admire the
wonderful panorama below. In Rome, he lived in Via del Corso 18, in the house
of the painter J.H. Tischbein131 who hosted other artists from Germany. Today it
is a museum and a famous tourist destination. In Rome, he found something that
placated his anxiety and his existential crisis. As we can understand from his
notes, not only did the writer love the capital but also the nearby towns like
Albano, Castelgandolfo, Frascati where the air was so fresh and clear. Italy, and
particularly Rome, represented for him the beauties of the classical world and
displayed the aspects he loved the most about our country: the spontaneity and
the cheerfulness of its citizens. For him the journey was a way to find freedom,
although he could not stand some things about Rome, like the Roman Carnival, a
spectacle he defined as a waste of time. Despite this, the author suffered a lot
when he left Rome because he considered himself as its citizen and feared he
would never see the city again.
129
Piazza di Spagna, at the bottom of the Spanish Steps, is one of the most famous squares in Rome (Italy). It owes its name to the Palazzo di Spagna, seat of the Embassy of Spain among the Holy See. 130
The church of the Santissima Trinità dei Monti, often called merely the Trinità dei Monti is a Roman Catholic late Renaissance titular church in Rome, central Italy. 131
Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, known as the Goethe Tischbein (15 February 1751, Haina – 26 February 1828, Eutin), was a German painter from the Tischbein family of artists.
60
3.2.2. Naples
After Rome, he went to Naples and felt great admiration for this city too,
indeed, so much that he seemed to be another person. From his notes, we
cannomt help but notice how his descriptions are very sentimental, typical of the
northern travellers of his time. He described Naples as a cheerful and free city
and mentioned the traditional saying, “See Naples and die”. Goethe believed
that Naples was in no way inferior to Rome; in fact, when he compared the
capital to the beautiful city of Naples it seemed like an old monastery in an
unfavourable position. He made many comparisons between the two cities and
described Rome as extremely serious while to him Naples was very cheerful and
always “in a good mood”. He praised the Neapolitans for their intelligence, their
industriousness, the fact they were hard working and especially their
vivaciousness. Actually, it is thanks to its citizens crowding the streets that the
city is always so lively. In Naples, it is possible to admire the treasure of Saint
Januarius132 and to visit dozens of museums and artistic sites; Goethe did not
waste his time and he managed to visit Pompeii accompanied by his guide
Tischbein. This site was an incredible surprise with its straight narrow streets and
tiny windowless houses. Afterwards he visited Torre Annunziata, Herculaneum
completely buried by the lava and the excavations of Portici. Later on, he went to
Caserta and Sorrento, he visited Paestum with his friend Tischbein who did many
drawings that the author took to Sicily with him. Goethe said that he would have
liked to stay longer in Naples, especially for its climate that was able to make a
foreigner happy. The city of Naples was so lovely that it made him feel serene
and unperturbed. Moreover, Goethe, as every northerner, liked Italy’s mild
climate, its gulfs, promontories, rocks, islands and its crystalline sea.
132
The Treasure of Saint Januarius is composed of art works and donations collected over seven centuries by Popes, Kings, Emperors, and famous and ordinary people, conserved in a museum in Naples, Italy.
61
3.2.3. Sicily
From Naples, Goethe went to Sicily and was fascinated by the public
garden in Palermo that he described as the most beautiful spot in the world. The
following days he visited Segesta and he was enchanted by its ancient ruins, the
flora and the minerals. Thanks to the author we can discover the beauties of
Caltanissetta, Catania, Taormina and Messina; Sicily was praised thanks to its
volcanoes, and its Greek and baroque treasures by Maximilian Hessemer133 in his
book Letters from Sicily published at the beginning of the nineteenth century.
Goethe was “reborn” in Italy as an artist and as a person; he was so happy in Italy
that when he returned to Germany he suffered from a sort of homesickness
(sehnsucht) from which he drew inspiration for a poem:
Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunklen Laub die Goldorangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht?
Kennst du es wohl?
Dahin, dahin
Möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn!
Do you know the land where the lemon-trees grow,
In darkened leaves the gold-oranges glow,
A soft wind blows from the pure blue sky,
133
Friedrich Maximilian Hessemer (24 February 1800 in Darmstadt – 1 December 1860 in Frankfurt am Main) was a German architect and author.
62
The myrtle stands mute, and the bay-tree high?
Do you know it well?
It’s there I’d be gone,
To be there with you, O, my beloved one!
63
CHAPTER IV: THE MYTH OF ITALY
4.1. Tourism today
It is interesting to discover how northern tourists feel today as they walk
along our Italian streets. Certainly, over the years, tourism has changed but the
only thing that has not altered is the way Italy welcomes foreigners. Maybe, the
way a traveller looks at Italy is different. In Goethe’s time, travellers left their
country and ventured into the unknown to discover scrupulously all the aspects
of a new place. Today tourists are inattentive, they do not care about details and
tend to generalize, they move around with ease and transport is faster; there is
no risk of piracy on the seas nor robberies along the roads, differently from the
past. Nowadays, travellers do not pay attention to the feelings generated by the
sight of a monument or by the people themselves unlike the author of “The
Sorrows of Young Werther”, although he was not very attentive towards the
artistic and the architectonic aspects. Tourists today do not dedicate enough
time to exploring places nor do they give enough space to their feelings. For
Goethe, Italy could elicit happiness through its colourful sights and its
outstanding Renaissance heritage.
64
4.2. Italy and its customs according to the Grand Tourists
Like Goethe’s journey, Montesquieu’s134 tour of Italy was egocentric
because the purpose of it was the achievement of his intellectual education and
the development of his ideas. All the authors of the various “journeys to Italy”
examined politics and mœurs, and although Montesquieu appreciated Italy, he
did not find it creditable from a political viewpoint. The author described Italy as
a place without qualities but with many virtues (albeit not those of an
intellectual and political nature). He considered Rome as the capital of the world,
the city with the largest number of works of art; Milan was the only city he
defined as “European”; Turin, he described as well constructed but small, and
Genoa, a miserly city. He also affirmed that the frugality of the Florentines had
nothing to do with the miserliness of the Genoese; he considered Naples an
Italian treasure without public utility.
In the early nineteenth century, George Gordon Noel Byron, known as Lord
Byron, English poet and politician, visited Italy and spent a long time in Pisa,
Genoa and Venice where he found lodgings near St Mark’s Square. In 1901, the
writer George Gissing135, in his book “By the Ionian Sea: Notes of a Ramble in
Southern Italy”136 wrote about his journey in Southern Italy in 1897. Actually, it
was from this book that Federico Fellini137 and Ennio Flaiano138 drew inspiration
for the surname of the press photographer in La dolce vita. In fact, “Paparazzo”
was the surname of the owner of Hotel Concordia in Catanzaro where the
English author stayed. He sailed from Naples and stopped first in Cosenza and
134
Charles-Louis de Secondat, Baron de La Brède et de Montesquieu (18 January 1689 – 10 February 1755), generally referred to as simply Montesquieu, was a French lawyer, man of letters, and political philosopher who lived during the Age of Enlightenment. 135
George Robert Gissing (22 November 1857 – 28 December 1903) was an English novelist who published 23 novels between 1880 and 1903. Gissing also worked as a teacher and tutor throughout his life. 136
George Gissing, By the Ionian Sea: Notes of a Ramble in Southern Italy, London, Chapman and Hall, 1901. 137
Federico Fellini (20 January 1920 – 31 October 1993) was an Italian film director and screenwriter. 138
Ennio Flaiano (5 March 1910 – 20 November 1972), was an Italian screenwriter, playwright, novelist, journalist and drama critic.
65
then in Taranto. He returned to Calabria, and then went to Catanzaro and
Squillace before going to Reggio Calabria. This author distinguished himself from
the other authors of the Grand Tour because unlike them when he wrote about
the magnificent scenery and nature in these places he did not add criticism about
the citizens. On the contrary, Gissing had a liking for them and he admired the
dignity and the courtesy of the poorest Calabrians.
66
CHAPTER V: THE GRAND TOUR IN FILMS
5.1. Twentieth-century films
Undoubtedly, the Grand Tour had always concerned the world of art and
literature but from the 1960s, it became a main theme and symbol of wealth and
freedom also in the world of cinema. Many films were inspired by the Grand
Tour and Italy played the leading role in several of them.
In Roman Holiday, a 1953 comedy directed by William Wyler, Italy was
shown in a positive light as a country that had survived the post-war period well.
It is no coincidence that for the characters, Rome offered the ideal opportunity
to escape and to be free because the country was considered a land free from
obligations. Over the years, films became a good way to promote Italy. For
example, in Journey to Italy (also known as Voyage to Italy), a 1954 Italian
dramatic film, Roberto Rossellini led us through the marvellous Italian landscape,
especially in the more traditional places in and around Naples like the Fontanelle
cemetery139, the Sibyl’s cave140, the ruins of Pompeii and the hot springs at
Pozzuoli. Federico Fellini in La dolce vita, a 1960 Italian film, presented Rome in
all its aspects, both during the day and at night; the capital is shown from both its
social and cultural viewpoint. One of the main scenes is set in the Trevi
Fountain141 that seems one of the main characters of the movie. Ten years later
in his film Death in Venice, based on the novella of the same name by Thomas
Mann, Luchino Visconti told us about a Venice in the grip of a cholera epidemic
in summer. The main character is Gustav von Aschenbach, a successful writer
who, like Goethe during the Grand Tour, is looking for a new life while travelling
139
The Fontanelle cemetery in Naples is a charnel house, an ossuary, located in a cave in the tuff hillside in the Materdei section of the city. It is associated with a chapter in the folklore of the city 140
The Cumaean Sibyl was the priestess presiding over the Apollonian oracle at Cumae, a Greek colony located near Naples, Italy. The word sibyl comes (via Latin) from the ancient Greek word sibylla, meaning prophetess 141
The Trevi Fountain (Italian: Fontana di Trevi) is a fountain in the Trevi district in Rome, Italy, designed by Italian architect Nicola Salvi and completed by Pietro Bracci.
67
through southern Europe. For the Germans, Europe has always represented the
art of the classical world. Venice, for the author is the ideal setting for a journey
in search of art and perfection. Therefore, once again, travelling meant escaping
and feeling revived. Another film that not only publicizes an Italian city but also
reflects perfectly what the Grand Tour meant is A Room with a View based on
E.M. Forster’s 1908 novel142. It talks about Miss Lucy Honeychurch, a young girl
from an English village in Surrey, on holiday in Florence with her cousin and
chaperon Charlotte Bartlett. The film, apart from showing us the natural
Florentine beauties like the hills of Fiesole and the river Arno143 that crosses and
divides Florence in two parts, identifies Italy as a place where freedom of speech
and sexual expression are normal so unlike the restrained conformist society of
England at the time. It is in Italy that Lucy changes and starts to doubt the
restricting social boundaries of England. She changes so much that she can even
love and understand the nonconformist George Emerson. Forster, in his novel
openly criticized the social hypocrisies of England in the Edwardian era144.
Moreover, A Room with a View is the evidence of how young scions came to Italy
with older tutors and changed their life vision as Lucy did. After her journey to
Italy, she is not the same person anymore because her experience has had an
introspective value and a pedagogic aim. The author contrasts the differences
between Italy and England by idealizing the first one as a place of freedom, a
land that attracted many English people and persuaded them to flee their
country and its social conventions and restrictions.
142
Edward Morgan Forster (1 January 1879 – 7 June 1970) was an English novelist, short story writer, essayist and librettist. He is best known for his ironic and well-plotted novels examining class difference and hypocrisy in early 20th-century British society. 143
The Arno is a river in the Tuscany region of Italy. It is the most important river of central Italy after the Tiber. 144
The Edwardian era or Edwardian period in Great Britain is the period covering the reign of King Edward VII, 1901 to 1910, and is sometimes extended beyond Edward's death to include the four years leading up to World War I.
68
5.2. Contemporary films
As in A Room with a View, in The Portrait of a Lady, a 1996 film directed by
Jane Campion, we see a young girl travelling to Florence. This is a film adaptation
of Henry James’s novel of 1881. The main character, Isabel, an American girl,
after having refused two proposals of marriage, decides to leave Albany, New
York so as not to sacrifice her freedom and passively accept a predictable life full
of constrictions. She chooses Italy as the right place to safeguard her freedom
and explore the world. Once again, a film showing young aristocrats or children
belonging to well-off families deciding to visit Italy from end to end to escape
from a world and a society which make them unhappy. Both in A Room with a
View and in A Portrait of a Lady, Florence is the main setting because it was one
of the favourite destinations of Grand Tourists and moreover, in the mid-XIX
century, the town was home to a large English community composed of writers,
poets, painters and art lovers. More recent is the 2005 film Letters from Sicily by
Manuel Giliberti. In this film, a group of aristocratic English travellers land in
Segesta for a tour to discover the glorious past of Magna Graecia, and a simple
educational journey turns into an inner experience of soul-searching. Here the
strong contrast between Victorian England and the ancient times of a region,
Sicily, which is trying to modernize itself, is more than evident. Even if twenty
years later the film is set in London, Sicily that emblemizes the classical age will
be still in the background.
69
CHAPTER VI: CULTURAL TOURISM
6.1. Defining the term “Cultural Tourism”
So far, we have talked about “cultural tourism” but its concept is complex
and there has been a long-standing debate about its definition. The United
Nations World Tourism Organization provides us with two definitions of cultural
tourism:
“All movements of persons might be included in the definition because
they satisfy the human need for diversity, tending to raise the cultural level of the
individual and giving rise to new knowledge, experience and encounters (broad
definition).
Movements of persons for essentially cultural motivations such as study
tours, performing arts and cultural tours, travel to festivals and other cultural
events, visits to sites and monuments (narrow definition).”
The origins of cultural tourism are linked to the Grand Tour that is its
archetype. Ever since then, discovering first-hand what they had read in books
has been the reason why people travel.
70
6.2. How has cultural tourism changed since the Grand Tour?
Nowadays, the cultural characteristics of the new travellers (employees,
teachers, technicians) are different compared to the past. Although travelling
was once a pastime for the wealthy, today it is affordable even for the less well-
off classes. From a privilege for the élite, it has become a mass phenomenon;
today many people, regardless of their social class, are interested in discovering
the habits, folklore, traditions, and customs of the places they are going to visit.
The characteristics of Cultural Tourism have changed, they have been modified,
but the values are still the same. The end of the period of élite travel, marked the
beginning of the era of mass tourism – a term coined when people in
industrialized countries started to travel in masses. The opportunity aristocrats
had had in the past was now offered to all social classes thanks to a general
improvement in the standard of living. Nowadays, the mobility of people is
greatly facilitated, and it was improved transport networks that led to the
development of mass tourism some decades ago although people had less spare
time (especially for reasons linked to work). Vacations nowadays are shorter;
they may last just two days, a long weekend, and one, or at the most two weeks.
On the contrary, in the past, even the shorter trips lasted months because the
travellers had more money to spend and more free time, and the means of
transport were inefficient. In fact, studies conducted on changes in tourism
trends are closely related to research on the development of the concept of free
time. It was only in 1848 that the principle of the right to work was established,
but it was not until the twentieth century that employees were entitled to a
weekly rest, to sick or maternity leave, the right to paid annual holidays and the
right to a pension upon retirement. Moreover, unlike in the past, nowadays
enjoying cultural tourism also means visiting an unknown church in a small
village and not only a famous basilica in a large city and this can be a source of
income for many marginal and isolated realities. In the past, people travelled to
visit the most important and well-known cities, while today they also visit less
71
publicized artistic, cultural and natural heritages. The cost of travelling has
dropped to satisfy the needs and means of different kinds of travellers who,
however, as in the past, are driven by curiosity to visit Italy and its beauties.
Aristocratic tourism stopped during the First World War to become a global
phenomenon and now any place on earth is potentially a tourist destination.
According to UNESCO data, Italy is one of the main tourist destinations and it has
the largest number of sites included in the World Heritage list. The arrival of
foreign tourists in our country has increased by 3.8% since 2004 and the tourism
demand has been constantly increasing over the last few years. Today there is no
such thing as a typical tourist as there was in the past as people from all walks of
life travel.
72
6.3. The tourist industry
Today, as in the past, people need to leave their country to escape their
daily routine and use culture and ancient beauties as a means to enjoy an almost
“authentic” experience. It is almost authentic because usually the journey is
standardized by tourist organizations, travel agencies or tour operators. The way
of practising tourism has greatly changed, and today the natural and landscape
beauties, and the artistic and cultural heritage of a destination are part of a pre-
defined package tour. Today’s tourists “consume” their pre-packaged holiday, in
fact, nowadays tourists are called “consumers”, a definition which bears a very
different connotation from the definition of Grand Tourists used for travellers in
the past. Dynamic packaging is a method that is increasingly being used in
package holiday booking procedures that enables consumers to build their own
package of flights, accommodation, and car rental instead of a pre-defined
package, often in order to save money. Usually, everything is artificial due to the
actions of tourist organizations that create fabricated places, differently from the
past. Previously, tourists had few comforts and even the aristocratic families had
to face long and tiring journeys in horse-drawn carriages, while nowadays the
tour operators who “build” our holiday make everything easier for us. Travel
offers, vouchers, traveller’s cheques, and tourist packages are increasingly
altering the nature of tourism. Current tourism is likely to become more and
more commercialized and in the not too distant future tourists may not be able
to admire a square calmly because of the other millions of tourists in it. Cultural
tourism and indeed tourism in general, has begun to have a main role in the
tertiary sector and the problem of tourist congestion has made it necessary to
find alternative solutions in order to benefit from the economic advantages
without the burden of environmental costs. This was not a problem in the past
given the limited number of tourists; then quality tourism turned into quantity
tourism and the Grand Tour marked the passage from a society in which people
moved for cultural and educational reasons, to a society in which mass tourism
73
and its principles are ruling the sector. While in the past, travelling meant
changing one's perspective on life and going back home as a changed person,
today tourist destinations are likely to be damaged by the tourist sector instead
of benefiting from it. Today’s tourist is a traveller who looks at ancient ruins or
renaissance beauties more superficially and disinterestedly, whereas, in the past,
travellers had a good cultural background thanks to their tutors and used to
undertake their tours only after years of studying. Nowadays, people who travel
to Italy are more attracted by the gastronomic aspect of the journey and are
mainly interested in trying the culinary delights of Italy’s renowned gastronomic
tradition. Compared to the past, tourism has changed because today the tourist
experience is packaged and contemporary tourists just see selected "sights" (as
defined by the sociologist Asterio Savelli) included in the package by tourism
organizations. On the other hand, for Morin145, the tourist experience seen from
the “sight” is not completely artificial because even its unreality enables tourists
to escape from their daily life. Burgelin, for example states that even from the
“sight” perspective tourists can enjoy an authentic experience. Differently,
MacCannel believes that the search for the authentic experience also requires
knowledge besides “staged authenticity in tourist settings “, and a willingness to
discover the reality of the hosting communities that organize the tourist offer.
145
Edgar Morin (born Edgar Nahoum in Paris on 8 July 1921) is a French philosopher and sociologist who has been internationally recognized for his work on complexity and "complex thought.
74
CONCLUSION
After having carried out an in-depth study of the Grand Tour, I think that
the “authentic” tourist is a “thinking” consumer driven by curiosity and a thirst
for knowledge and discovery but nowadays, unfortunately, tourists have slightly
changed their characteristics. It is true that travellers have the right to delude
themselves and others, to manipulate reality, to pretend to be what they are
not. For this reason, the contemporary journey has been accused of being
superficial because its characteristics have changed compared with the past, but
its values are still valid even if in different forms. Therefore, I can affirm that
cultural tourism has survived until today even if it has adapted itself to the new
characteristics of contemporary travellers, so very different from those of the
past.
75
76
SEZIONE FRANCESE
77
PRÉFACE
Avant de commencer ce parcours d’études de la durée de trois ans, je ne
savais pas encore exactement ce que « voyager » voulait dire comme j’en suis
consciente aujourd’hui. Dans cette période ma prédisposition au voyage et le
type d’émotions que l’on éprouve m’ont beaucoup changées. J’ai décidé de
choisir le thème du Grand Tour pour mon travail final parce que j’ai toujours été
fascinée par ce sujet. En effet, des hommes de lettres, des artistes et des
hommes politiques en provenance du monde entier sont partis pendant des
siècles pour faire ce « tour », dont l’objectif était notre Pays tant aimé. Je ne me
définis pas comme une citoyenne du monde entier, cela me semble excessif mais
sûrement le fait d’avoir connu beaucoup de personnes de différentes cultures
m’a permis de grandir et de connaître de nouvelles réalités. En suivant les traces
de grands voyageurs du passé, comme le poète Goethe, voyager m’a servi pour
naître nouvellement, chaque fois dans un pays différent. Ces sont des
expériences indispensables pour les études que j’ai décidé de suivre. Voyager,
selon mon opinion, se configure comme un parcours de développement
intellectuel et de découverte qui a élargi mes horizons mentaux. Pour ces
raisons, je ne pouvais que choisir d’approfondir ce thème qui me tient
énormément à cœur et qui touche beaucoup ma sensibilité.
78
“Le monde existe encore dans sa diversité. Mais celle-ci a peu à
voir avec le kaléidoscope illusoire du tourisme. Peut-être une de nos
tâches les plus urgentes est-elle de réapprendre à voyager,
éventuellement au plus proche de chez nous, pour réapprendre à
voir.”146
146
Sylvie Blum-Reid, Traveling in French Cinema, Palgrave Macmillan, 2016.
79
INTRODUCTION
Le voyage en Italie existe depuis plusieurs siècles. Dès le Moyen-âge, les
routes italiennes ont été franchies par des pèlerins et après par des marchands,
des artistes, des prédicateurs, des experts mais aussi par des bandits et des
aventuriers. En effet, l’Italie, entre 1510 et 1511 a été un lieu de pèlerinages avec
Martin Luther mais le pays n’a pas été seulement une destination religieuse
parce qu’ en 1590, avec le traité du Cateau-Cambrésis147, le voyage en Italie est
devenu aussi laïc. Le voyage à Rome mais aussi dans d’ autres villes comme
Milan, Venise, Florence, Bologne, resta une étape fondamentale dans la vie de
nombreux aventuriers animés par des motivations religieuses, esthétiques,
personnelles, culturelles et hédonistes. À partir du XVI siècle, le voyage a acquis
une valeur. Les personnes voyageaient au nom d’une curiosité de plus en plus
grande, pour savoir et connaître, simplement pour le plaisir et l’évasion et pour
un intérêt intellectuel. Ils étaient motivés par l’amour pour l’art, par de simples
raisons liées à la mode, par l’intérêt pour la culture classique, l’économie, tant
l’agriculture que l’industrie, pour l’étude des systèmes législatifs, politiques et
administratifs, en faisant attention aussi à l’articulation politique du Pays. Au fils
des ans, l’Italie est devenue un lieu favorable pour le collectionnisme, et le
voyage a été un outil pour soigner sa propre mélancolie, un authentique mal du
siècle.
147
La paix du Cateau-Cambrésis désigne les traités de paix signés les 2 et 3 avril 1559. Ils mirent un terme au conflit entre la France d'un côté, l'Espagne et le Saint-Empire romain germanique de l'autre.
80
CHAPITRE I : Le début du Grand Tour
1.1. Le voyage comme une expérience de renaissance
Plusieurs hommes de lettres et artistes étaient animés par l’envie de fuir
leur Pays et le voyage était une véritable renaissance. Le voyage fut de plus en
plus utile pour faire face à la quotidienneté, cette idée innovatrice a commencé à
se propager en Europe à la fin du XVI siècle et il s’incarna dans la mode du
« voyage en Italie ». Même s’il avait existé depuis longtemps, il devint une
institution seulement à la fin du siècle suivant quand il commença à être l’étape
privilégiée d’ un « tour » que les jeunes de l’aristocratie européenne, les artistes,
les hommes de culture allèrent entreprendre avec régularité. Ce « tour » pouvait
durer des mois ou plusieurs années et devint bientôt une mode à laquelle a été
attribuée une mention internationale, celle du « Grand Tour ».
81
1.2. L’expression « Grand Tour »
L’expression « Grand Tour » semble avoir fait son apparition sur le guide
« The Voyage of Italy » de Richard Lassels, de 1670. Il adopta ce terme qui devint
universel. Mais le succès du livre de Thomas Coryat, Coryat’s Crudities fut
considéré comme le début de la « manie » pour le Grand Tour. Le terme « tour »
qui substitue ceux de « travel » ou « journey » ou « voyage », montre comment
la mode de ce voyage n’ était qu’un « tour », particulièrement long et ample, par
lequel ils pouvaient traverser les pays continentaux mais dont l’objectif été
exclusivement l’Italie.
82
CHAPITRE II : LE GRAND TOUR EN LITTÉRATURE
2.1. Les grands touristes et les raisons du voyage
Le Grand Tour fut une occasion pour la publication de nombreux guides de
voyage : parmi les premiers, il y eut An Account of Some of the Statues, Bas-
Reliefs, Drawings, and Pictures in Italy, écrit par les peintres anglais Jonathan
Richardson le Vieux et son fils Jonathan Richardson le Jeune. La raison pour
laquelle les grands touristes voyageaient était notre Pays : le patrimoine des
anciens monuments romains et grecs avait été toujours un rêve pour ses
paysages, son folklore, l’accueil de ses citoyens, son climat doux même en hiver,
très différent du climat pluvieux de l’Angleterre. Les jeunes de l’aristocratie
venaient en Italie pour en connaître les coutumes, la langue, la constitution, le
système politique, l’art, pour des circuits touristiques et pour effectuer des
achats.
2.2. Le voyage comme un outil de formation linguistique
Le jeunes de l’aristocratie entreprenaient ces voyages longs et
particulièrement difficiles accompagnés de leurs tuteurs ayant l’expérience
nécessaire. Ils voulaient se former pour une carrière future, pour occuper des
charges au sein de l’aristocratie et des institutions administratives de leur Pays.
Le voyage devint un outil pour connaître les mœurs, pour développer les esprits
et pour les moderniser. La liaison entre le voyage et l’éducation était si forte qu’
en Angleterre, la Couronne finançait les voyageurs en leur donnant 300 livres
sterling annuellement. Tous ne pouvaient pas se permettre de voyager, mais au
cours du XVIIIe siècle, cela devint une prérogative indispensable pour l’élite
aristocratique afin d’ acquérir des compétences fondamentales. Laurence Sterne,
83
dans son sermon, The Prodigal Son, indique les principales motivations du
voyage, parmi lesquelles celles d’apprendre les langues, de connaître les formes
de gouvernements du Pays mais surtout de devenir indépendants. Francis
Bacon148 aussi, dans son essai Of Travel, offre des motivations et de bonnes
normes : en effet, il conseille aux jeunes de connaître la langue du Pays de
destination et d’être accompagné d’un tuteur, d’avoir un guide et de changer
souvent de logement pour devenir plus pratique. L’idée du voyage comme outil
pour l’éducation naquit en Angleterre, pour la prédisposition des Anglais envers
l’empirisme149, pour lequel ils préféraient une expérience directe. Avoir un
journal de voyage durant ce tour était presque obligatoire et plusieurs auteurs
écrivirent des guides ou des journaux selon plusieurs motivations de voyage, une
différente de l’autre pour la diverse préparation cultuelle qui influença le genre,
la forme ou la valeur. Toutefois les destinations choisies n’étaient pas très
variées et tous les voyageurs, surtout les Anglais, avaient la tendance à se baser
sur les expériences des visiteurs précédents ou sur le ouï-dire.
2.3. L’internalisation du Grand Tour
Le voyage avait la durée de quelques mois ou des années, il suffit de
penser à l’ écrivain Johann Wolfgang Goethe qui resta en Italie deux années. À la
moitié du XVIII siècle on assista à ce qui a été appelé « l’internalisation du Grand
Tour » dans lequel la durée du voyage commença à se réduire, comme signal
d’une diminution des ressources économiques et d’une mineure prédisposition
mentale. À la différence du passé, avec la modernisation de la société, l’idée du
voyage changea, il devint moins personnel et adopta de nouvelles valeurs. Il
n’était plus une expérience sensorielle parce qu’il avait été remplacé par le
148
Francis Bacon, né le 22 janvier 1561 à Londres, était un scientifique et philosophe anglais. 149
L'empirisme désigne un ensemble de théories philosophiques qui font de l'expérience sensible l'origine de toute connaissance valide et de tout plaisir esthétique.
84
tourisme de plus en plus industrialisé et « massifié ». Aujourd’hui, les
informations sont préparées par le « guide » qui organise le voyage. Aussi grâce à
la circulation des trains, le phénomène du tourisme organisé et de masse s'est
beaucoup développé. Il vise le grand public animé par des raisons formatives,
hédonistiques, thérapeutiques ou d’évasion.
85
CHAPITRE III : LE VOYAGE DE JOHANN WOLFGANG GOETHE
3.1. Voyage en Italie
Dans le cas de Johann Wolfgang Goethe, le voyage s’assimila à une
véritable fuite. Son séjour sur le territoire italien fut une réelle wiedergerburt
(renaissance) à la recherche de sa perfection intellectuelle. En effet, il eut la
nécessité de changer, de partir, aussi à cause de son travail comme ministre à
Weimar qui avait étouffé sa créativité d’écrivain et d’artiste. Animé par un
malaise existentiel, pour lui l’Italie était un lieu où il avait l’espoir de renaître, et
seulement à Rome il pouvait se dire heureux. Personne n'était à connaissance de
son voyage, en effet il prépara sa fuite dans l’obscurité. Voyage en Italie est le
souvenir du récit de son voyage en Italie de 1786 à 1787 et publié en 1816-1817.
Il se déroule selon un axe nord-sud depuis le Brenner jusqu’en Sicile. Quand il
arriva à Rome il rencontra de nombreux artistes allemands, parmi lesquels
Wilhelm Tischbin150 avec lequel il alla à Naples et d’où il reçut plusieurs
portraits. Ce livre est très intéressant parce qu’il ne se limite pas à décrire
simplement le Pays mais Goethe nous expose les émotions qu'il reçut des
citoyens en insérant des réflexions sur l’art, la culture et la littérature. Goethe
était à la recherche de l’art gréco-romain et quand à Vérone, il vit un monument
romain, il fut content. L’auteur du Werther identifia sa vie avant et après son
voyage en Italie. À la différence de George Gordon Lord Byron, pour lequel le
voyage fut un éternel vagabondage, pour Goethe, il fut une complète
« renaissance ». Rome fut pour lui le rêve de sa jeunesse, il aimait faire des
promenades de la Place d’Espagne au Café Greco, de la Fontaine de Trevi au
Palais du Quirinal, jusqu’à arriver à Villa Médicis. Il réussit à trouver quelque
chose à Rome qui changea son mal de vivre et son anxiété. Ce que Goethe aimait
150
Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, alias Goethe-Tischbein, est un peintre allemand né le 15 février 1751 à Haina, mort le 26 février 1829 à Eutin.
86
de l’Italie était la spontanéité de ses citoyens, leur bonheur et leur insouciance.
Après Rome, il s'en alla à Naples et montra beaucoup d’admiration aussi en
rendant hommage aux Napolitains pour leur praticité, intelligence et laboriosité,
il vécut une véritable expérience extra sensorielle dans cette ville toujours en
effervescence grâce à ses citoyens. Il ne perdit pas l’occasion d’aller à Pompeï,
Torre Annunziata, Herculanum, Caserte, Sorrente et aussi à Paestum avec son
ami Tischbein. De Naples il partit pour la Sicile que l’auteur considéra comme la
clé de l’Italie, comme le lieu le plus merveilleux au monde. Pour toutes ces
raisons, en Italie Goethe naquit nouvellement comme artiste et comme
personne tant et si bien que, en quittant le pays, il souffrit d’une forte nostalgie
(sehnsucht).
87
CHAPITRE IV : LE MYTHE DE L’ITALIE
4.1. Le touriste d’aujourd’hui
Il est intéressant de découvrir comment les touristes du nord de l’Europe
se sentent quand ils se promènent sur les routes Italiennes. Sûrement le
tourisme aujourd’hui a changé mais ce qui est resté immuable est la manière
dont les beautés italiennes accueillent les étrangers. Au temps du Grand Tour il y
avait la variable de l’inconnu, de la découverte. Le touriste maintenant est plus
hâtif et ne prête pas attentions aux détails ; se déplacer d’un endroit à un autre
est de plus en plus facile et les transports ne sont pas un problème à la
différence du passé où les incursions des pirates sur les bateaux étaient très
fréquentes ainsi que les actes de vandalisme. Aujourd’hui, au contraire du passé,
le voyageur ne tient pas compte des sensations générées par le Pays ou les
citoyens, il ne consacre pas son temps à l'exploration et aux émotions. La seule
Italie, terre des artistes et des merveilles classiques pouvait faire vivre une
expérience unique capable même de susciter le bonheur. Le mythe de l’Italie
était ce que les voyageurs allaient honorer, le mythe d’un musée en plein air où
les œuvres d’art, le climat si chaud pour les continentaux habitués aux ciels gris,
l’héritage de la Renaissance, étaient d’ autres objets de fascination formidables.
Goethe ne fut pas le seul à raconter son voyage en Italie : en effet, Montesquieu
aussi décrivit l’Italie à l’époque et comme celui de Goethe, son voyage aussi fut
égoïste parce qu'il impliqua la réalisation de sa formation intellectuelle et le
développement de ses idées. Tous les auteurs de « voyage en Italie » avaient des
similarités : tous étaient des observateurs de politique et des mœurs et tous
admiraient Rome, la capitale de l’art. Au début du XIX siècle, George Noel Byron,
connu sous le nom de Lord Byron, un poète et politique anglais, visita l’Italie en
séjournant longtemps à Venise et après à Pise et Gênes. George Gissing, en
1901, avec le titre de By the Ionian Sea : Notes of a Ramble in Southern
88
Italy raconta un voyage en Italie méridionale de 1897. Il montra beaucoup de
sympathie en admirant la bonté et la dignité des Calabrais les plus pauvres. Ce
livre fut source d’inspiration pour les réalisateurs de cinéma Federico Fellini et
Ennio Flaiano dans le film La dolce vita.
89
CHAPITRE V : LE GRAND TOUR ET LE CINÉMA
Compte tenu de ce qui a déjà été dit, le thème du voyage a toujours fasciné
le monde de l’art et de la littérature mais depuis les années 1960, il est devenu
un sujet du mythe culturel du cinéma. En effet, Le Grand Tour a inspiré plusieurs
réalisateurs de cinéma et l’Italie a été le véritable protagoniste de beaucoup de
films d’auteurs. Par exemple, Chambre avec vue ( A Room with a View ) est un
film britannique de 1986, réalisé par James Ivory et adapté du roman d’Edward
Morgan Forster qui explique véritablement ce qu’était le Grand Tour. La
protagoniste est Lucy Honeychurch, une jeune fille de famille aisée qui voyage en
Italie accompagné de la cousine moralisatrice Charlotte qui incarne les valeurs de
la société anglaise de l’époque. Lucy au cours du film évoluera beaucoup et après
son retour en Angleterre ne sera plus la même. Ce film montre comment les
jeunes de l’aristocratie voyageaient en Italie avec des tuteurs plus âgés et avec
de l’expérience. En Italie, plus précisément à Florence, elle change sa vision de la
vie grâce à la connaissance d’un garçon très éloigné de ceux avec lesquels elle
avait l’habitude de sortir et grâce à un Pays comme l’Italie, un lieu de liberté
d’expression, un territoire de passions, très distant des contraintes sociales de
son Pays. Pour toutes ces raisons, le voyage a eu une valeur introspective et un
but pédagogique en changeant complètement la protagoniste.
Également dans Portrait de femme ( The Portait of a Lady ), un film américano-
britannique de 1996 réalisé par Jane Campion et adapté du roman de Henry
James, le réalisateur qui met en scène Le Grand Tour. Comme dans Chambre
avec vue il y a une jeune fille qui voyage à Florence afin d’ explorer le monde, de
pas renoncer à sa liberté et de pas conduire une vie contrainte par la stricte
société anglaise. Une fois encore l’Italie a été choisie comme un lieu pour
sauvegarder sa propre liberté, pour fuir une société qui rend tristes et comme un
Pays qui permet de se développer intellectuellement grâce à son art et sa
culture classique.
90
CHAPITRE VI : LE TOURISME CULTUREL
6.1. Définition du tourisme culturel
Tous ce dont il a été question jusqu’ici a été défini comme « Tourisme
Culturel ». L'Organisation mondiale du tourisme le définit au sens strict en tant
que : « mouvements de personnes obéissant à des motivations essentiellement
culturelles telles que les voyages d'études, les tournées artistiques et les voyages
culturels, les déplacements effectués pour assister à des festivals ou autres
manifestations culturelles, la visite de sites et de monuments, les voyages ayant
pour objet la découverte de la nature, l'étude du folklore ou de l'art, et les
pèlerinages ». La force du lien entre culture et tourisme trouve son explication
dans l'acte de loisir (temps libre), « Celles-ci se concrétisent dans un choix de
destination et de forme de voyage et séjour qui renvoient tous deux à des
paramètres de l'ordre de l'identitaire, de l'imaginaire et de la représentation ».
Le tourisme culturel est lié strictement à ce qu’était le Grand Tour, qui en est
l’archétype. Depuis cette époque, la connaissance en vrai des informations
étudiées sur les livres était la raison principale du déplacement.
91
6.2. L’évolution du tourisme culturel après le Grand Tour
À la différence du passé, où le tourisme était réservé seulement à une élite,
aujourd’hui il est abordable également aux classes moyennes. Par conséquent,
même les caractéristiques culturelles des nouveaux voyageurs ( employés,
techniciens, professeurs ) sont différentes de celles des voyageurs d’hier. De
phénomène d’élite il est devenu un phénomène de masse de grande ampleur.
De nos jours, les touristes indépendamment de leur classe sociale, sont
intéressés à connaître les habitudes, les traditions, le folklore et les coutumes
locales d’un Pays. Le tourisme culturel a changé ses connotations, s’est modifié
mais en même temps a gardé ses valeurs en prenant une nouvelle dimension.
L’opportunité de voyager qui avant était seulement réservée aux aristocrates,
aujourd’hui est permise à toutes les classes sociales grâce à l’amélioration de la
qualité de la vie et grâce aux chemins de fer. En effet, maintenant les touristes se
déplacent plus facilement et ceci a été favorisé depuis les dernières décennies
par la naissance du tourisme de masse qui reflète parfaitement la pratique
touristique dans les sociétés industrialisées et les connotations passives qui la
caractérisent. La forme du voyage aujourd’hui est plus brève et peut durer deux
jours, une fin de semaine ou deux semaines au maximum dans le meilleur des
cas. À l’époque du Grand Tour, la durée du voyage était de quelques mois ou
quelques années selon la situation économique, les loisirs et l’absence de
moyens de transports efficaces qui rendait le voyage plus long. Au contraire du
passé, aujourd’hui faire du tourisme culturel signifie également visiter une église
dans un village et pas seulement la cathédrale de la grande ville, cela peut être
source de revenu pour beaucoup de réalités périphériques qui ne sont pas
valorisées. Les coûts du voyage sont plus bas parce qu’ ils sont adaptés aux
différents types de voyageurs qui, cependant, ne changent pas leurs motivations
de voyage. Faire du tourisme était une véritable manière pour se distinguer et le
voyage était un vrai indicateur qui symbolisait son propre statut social. Selon
l’Organisation des Nations Unies pour l'éducation, la science et la culture (en
92
anglais United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization,
UNESCO) , l’Italie possède le plus grande nombre de sites touristiques ayant un
rôle de première importance à l’ échelle internationale et l’augmentation des
présences étrangères confirme combien notre pays est aimé aussi par delà les
frontières.
93
6.3. L’industrie du tourisme
Même aujourd’hui, comme dans le passé, le touriste voit le voyage comme
un moyens d’évasion en se servant de la culture et des beautés antiques afin de
vivre une expérience presque authentique. Presque authentique parce que,
aujourd’hui, la pratique touristique est standardisée et établie par les
organisations touristiques, les agences de voyage et les tour-opérateurs. À partir
de la deuxième guerre mondiale, l’expérience touristique a évolué en subissant
un processus de standardisation. Les paysages et les héritages font partie d’un
itinéraire commercialisé, les gens font du tourisme sans être touristes en prêtant
attention à partir en vacances plutôt que de penser à la destination ou aux
attractions à visiter. Aujourd’hui le touriste est plus inattentif et il n’a pas
d’expérience différemment des jeunes du passé qui partaient pour découvrir de
nouvelles cultures après plusieurs années de formation.
94
CONCLUSION
Après avoir mené des enquêtes sur le thème du Grand Tour, je considère
que le touriste « authentique » est un consommateur « pensant », animé par la
curiosité, la découverte et le désir de connaissance. Toutefois, le touriste de
aujourd’hui, malheureusement, est en train de perdre en partie ces
caractéristiques. Il est vrai que le voyageur a également le droit de manipuler les
apparences, de se montrer, lors d’un voyage, tel qu’il n’est pas . Pour cette
raison, le voyage à l’époque contemporaine a été blâmé d’être superficiel, parce
que ses connotations ont changé par rapport au passé mais il est encore attaché
à ses valeurs, reposées sous différentes formes. En conclusion de cette étude, je
peux affirmer que le tourisme culturel survit encore malgré le fait qu’il se soit
adapté aux nouvelles caractéristiques des voyageurs d’aujourd’hui, très loin de
celles du passé.
95
RINGRAZIAMENTI
Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutata nella stesura della
tesi con suggerimenti e critiche costruttive. Ringrazio in modo particolare la
Professoressa Adriana Bisirri che ha accolto e approvato con entusiasmo il mio
progetto.
Ringrazio i miei correlatori di lingua inglese e francese, rispettivamente la
Prof.ssa Marilyn Scopes e la Prof.ssa Marie-Françoise Vaneecke per aver
impiegato parte del loro tempo a correggere le parti in lingua straniera. Inoltre,
ringrazio la Prof.ssa Claudia Piemonte per il supporto fornitomi nella parte
informatica, nella stesura e nell’impaginazione del mio elaborato.
Ringrazio infinitamente la mia famiglia per avermi sempre supportata in
questo cammino durato tre anni. Ringrazio i miei amici e le persone a me care
per avermi sempre incoraggiata con un sorriso o una parola di conforto. Un
grazie va anche a me stessa, che non la mia testardaggine e la mia
determinazione son riuscita a raggiungere questo importante traguardo
rivelatosi un vero e proprio trampolino di lancio alla vita.
Grazie a tutti.
96
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