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Un recente lavoro [1] ha messo in evidenza la necessità diesprimere in termini di energia producibile piuttosto che dipotenza installata il contributo delle fonti rinnovabili allacopertura dei fabbisogni energetici, e la insostituibilità a fini comparativi, trattandosi di investimenti ad alta intensitàdi capitale del tipo pay now, save later, dell’uso del numerodi ore annuo h di equivalente funzionamento a pieno carico quale parametro elettivo per misurarne la producibilità. Allarma il fatto che i dati consuntivi affidabili [2] indichino che in Italia l’energia da fonti rinnovabili non idrauliche venga prodotta in relazione alle potenze installatee quindi ai relativi capitali immobilizzati in quantità inferiori alle attese suscitate dall’adozione dei metodi di dimensionamento correnti, sia nazionali [3] che comunitari[4]. Risultano infatti valori medi di producibilità h compresi orientativamente tra 500 e 1.500 ore/anno, inaccettabilmente bassi. Ciò allunga il reale tempo di ritorno degliinvestimenti e soprattutto [5] espone il Paese al rischio dinon onorare gli impegni negoziati ed assunti in ambito UE[6] nonostante forti esborsi di denaro pubblico per incentivi e agevolazioni. L’impietosità dei numeri lascia sospettare che i citati metodi di valutazione dell’energia producibile e quindi di redditività prospettica di investimenti infonti rinnovabili siano fondati su premesse quantitativamente non corrette. A titolo di esempio in Tabella 1 sono
riportati valori di elaborazione comunitaria [7] consuntivial 1995 e previsionali al 2010 e al 2020 per la intera UEdelle producibilità per tipologia di filiera. Anche a prescindere da considerazioni di realismo sulla sostenibilitàdelle accelerazioni industriali sottintese, è evidente una sistematica pregiudiziale inclinazione, all’atto della formulazione di proiezioni future, a disconoscere il dato storico.
tecnica
Prof. Angelo Spena, Coordinatore Dottorato in Ingegneria delle Fonti di Energia, Presidente Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio; Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale, Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa, Università di Roma Tor Vergata ([email protected]).
energia rinnovabile 27LA TERMOTECNICAnovembre 2009
Angelo Spena
Il contributo che l’impiego delle fonti rinnovabili è suscettibile di
fornire alla copertura dei fabbisogni energetici va espresso in
termini di producibilità. La sostenibilità di investimenti ad alta
intensità di capitale può essere infatti correttamente valutata so
lo con il rapporto h tra energia ottenuta e potenza installata. I
dati statistici disponibili, denunciando in particolare per le fon
ti eolica e solare valori medi di h in Italia dell’ordine di 500
1.500 ore su un totale di 8.760 annue, pongono un problema
di verifica selettiva delle efficienze sul campo non più a lungo
eludibile. Schemi di incentivazione il cui aprioristico indirizzo è
stato fino ad oggi sottratto a ogni verifica expost, hanno impe
dito non solo di selezionare le fonti intrinsecamente più promet
tenti, ma soprattutto di mettere a fuoco le filiere tecnologiche in
cui fondi pubblici e privati possano essere investiti con prospet
tive di utilità. Sulla base delle quantità di energia realmente ot
tenute nel contesto climatico italiano dalle filiere di conversione
attualmente incentivate, il lavoro delinea scenari la cui analisi
può consentire di individuare sia le applicazioni tuttora incapaci
di innescare un circolo virtuoso, sia nuovi indirizzi di ricerca e
sviluppo in termini di prestazioni delle apparecchiature e di ot
timizzazione integrata dei dimensionamenti di sistema.
L’energia prodotta enon la potenza installataè misura delle realistiche prospettivedi impiego delle fonti rinnovabili
PARTE PRIMA Dati consuntivi in Italia
e critica metodologica tra pessimismo
della ragione e ottimismo della volontà
Memoria presentata e discussa al 64° CongressoNazionale ATI, L’Aquila, 811 settembre 2009
I previsti ottimistici incrementi di h, compresi tra il 5% e il60%, già al 2010, ormai verificabili, risultano smentiti daifatti. Come è altresì incomprensibile la ratio sottesa allaprevisione di incrementi di producibilità eolica da 2.240 a2.467 ore passando da 75 a 180 GW installati (quindirealizzando impianti, tra il 2010 e il 2020, capaci di 2.630ore/anno!) essendo intuitivo che i siti via via futuri tendo
no ad essere, verosimilmente, di seconda scelta. Quantoalle più generali cause delle soprastime di scenario, occorre purtroppo prendere atto che i criteri di analisi adottati dai principali documenti internazionali [4] [6] [8] [9][10] [11] [12] e italiani [2] [3] [13] [14] [15] [16] [17] presentano almeno due carenze.La prima carenza è metodologica: criteri ed obiettivi trascurano importanti aspetti tecnici in qualità di variabile indipendente. Essi sono fondati sul postulato secondo cui ladisponibilità tecnicoambientale (superfici, materie prime,semilavorati, quantità di risorsa solare o eolica ecc) è illimitata, totalmente sottratta a conflitti per usi multipli o a divieti normativi, e pertanto tale da non dover essere mai soggetta a vincoli o essa stessa configurata sotto forma di vincolo (Figura 1). Illuminanti conseguenze al riguardo sonole sconcertanti pendolazioni della posizione comunitariasulle colture agricole per biocombustibili. Ma quanto detto vale anche per gli usi idrici, per le applicazioni solari (quantità di silicio), per i veicoli elettrici(quantità di litio, lantanio ecc), per la frequente sovrapposizione geografica di bacini per l’approvvigionamento dibiomassa, e altro ancora. La seconda carenza è di merito:per soprastime che si amplificano a catena, a partire daldato climatico passando poi per quello tecnologico e perquello prestazionale, le potenzialità possono apparire intaluni casi maggiori perfino di un ordine di grandezza diquelle reali. Valorizzare le fonti rinnovabili di energia è tuttavia esigenza che sale dalla collettività [18]. Nel 2007[19] un campione italiano di intervistati (Figura 2) ha giudicato il problema energetico essenzialmente causato dasprechi e consumi eccessivi, e solo secondariamente dascarsità delle fonti o da conflitti e crisi internazionali: piùche i decisori politici o il mercato, sono ritenuti credibili fattori di cambiamento i comportamenti individuali virtuosi ele tecnologie rispettose dell’ambiente. Mentre, come risulta anche da recenti sondaggi in UK [20]dove sette persone su dieci non sono disposte a sostenerespese per mitigare i cambiamenti climatici, le tasse ecologiche vengono per lo più ritenute strumentali alla quadratura dei bilanci piuttosto che a tutelare l’ambiente. Tale percezione è tuttavia alquanto lontana dal vero per l’Italia: differenti Fonti internazionali riconoscono infatti al nostro
Eurostat 1995 Proiezione al 2010 Proiezione al 2020
Impianti P0 [GW] E0 [GWh] h0= E0/P0 P1 [GW] E1 [GWh] h1= E1/P1 h1h0/h0 P2 [GW] E2 [GWh] h2= x 100x 100 E2/P2 h2h0/h0
Eolici 2,50 4.000 1.600 75 168.000 2.240 +40,0% 180 444.000 2.467 +54,2%
Idroelettrici 87,10 290.200 3.332 100 355.400 3.554 +6,7% 109 384.000 3.523 +5,7%
Fotovoltaici 0,04 30 750 3 3.600 1.200 +60,0% 35 42.000 1.200 +60,0%
A biomassa 6,10 22.500 3.689 27 141,000 5.222 +41,6% 54 282.000 5.222 +41,6%
Geotermoelettrici 0,50 3.5007.000 1 7.000 0,0% 2 14.000 7.000 0,0%
TABELLA 1 Fonte: 7
tecnicaenergia rinnovabile28
LA TERMOTECNICAnovembre 2009
Fonte: IEA, 2008
Fonte: 19
tecnica
Paese grandi progressi nell’intensità energetica e nella impronta ecologica (Figura 3) oggi le più basse tra gli ex dodici fondatori della UE, mentre il rendimento medio di conversione termoelettrica è il più alto d’Europa (45%) [8]. Piùrealistico e netto è il risultato di una recente [21] indaginecirca la opportunità di approfondire la ricerca: le fonti rinnovabili tendono in tal caso a consolidarsi nella opinionepubblica come la prima assoluta priorità (Figura 4).È a questo punto legittimo chiedersi quanto le precedentipercezioni, cornice sociologica delle attese circa le fontirinnovabili, siano influenzate dai media.Uno studio [22] semantico dei testi di articoli di informazione energetica e ambientale da carta stampata, reti televisive e internet (Figura 5), mentre individua nelle fontirinnovabili (31%) la classe di argomenti più frequentemente trattati (cui seguono bilanci, fusioni e alleanze deglioperatori del settore al 20%, strategie di crescita aziendali al 19%, scenari futuri in termini di prezzi e tecnologie al12%, normativa al 10%), rileva che i temi più trascurati sono l’ambiente e Kyoto (8%).Nei paragrafi seguenti saranno affrontati gli aspetti oggettivi del problema. È questa ormai una necessità imprescindibile per il fatto che di fronte ad atteggiamenti e aspettative individuali forti e diffuse, ma connotate da tante divergenze tra realtà, percezione e informazione, solo unaonesta e trasparente comunicazione può scongiurare disillusioni da reiterazione di promesse non mantenute, puòacquisire consenso informato (la cui mancanza rende vulnerabile e ad alto rischio ogni progetto energetico di lungo termine) e soprattutto può confutare la prospettazionedi rischiose nuove opportunità industriali cui potrebbe pericolosamente conseguire in particolare in Italia la creazione di posti di lavoro effimeri.
Bilanci consuntivi e stato dell’arte
Su ogni grande risorsa naturale si affacciano infatti interessi antagonisti [23] per i quali è necessario trovare unpunto di equilibrio e di minimo conflitto, in un quadro complesso di intersettorialità metodologiche e culturali, intersecate da interterritorialità geografiche e giurisdizionali, enei casi più impegnativi anche soggette a priorità aventiragioni etiche [24]. Affinché gli impieghi delle fonti rinnovabili superino l’etàinfantile, occorre tuttavia anche acquisire knowhow mirato a supportare corrette decisioni di investimento, conferire oggettività alle procedure usate per formulare i businessplan, e aggiornarne continuamente i dati di ingresso. Oggetto di dogmatismi intellettuali, ancora oggi invece sia inItalia che nella UE incentivazioni e sostegni non sono vincolati né a criteri né e verifiche di efficienza. Contraddicendo il basilare assunto che essi debbano contribuire ainstaurare circoli virtuosi atti a superare le barriereall’ingresso dei nuovi mercati, ciò ha finora impedito di se
energia rinnovabile 29LA TERMOTECNICAnovembre 2009
Fonte: 1
Fonte: 21
Fonte: 22
lezionare, nel contesto climatico e territoriale nazionale, lefiliere tecnologiche in cui fondi pubblici e privati possanoessere spesi con qualche prospettiva di utilità e redditività.
La fonte idraulica
La fonte idraulica rappresenta il 90% della produzionemondiale di energia elettrica da fonti rinnovabili e costituisce nella sua tendenza alla saturazione un limpidoesempio di attingimento limitato, vincolato e conflittuale.(Non si capisce tra l’altro perché simmetriche limitazioninon debbano essere riconosciute ed accettate per le altrerinnovabili). In termini di progresso tecnologico e progettuale, ulteriori affinamenti sono tuttavia ancora possibili,soprattutto in termini di approccio sistemico alla governance dei bacini idrografici. Pur in presenza di enti trasversali e mirati (autorità di bacino, ato ecc), spesso manca in Italia una funzione di raccordo dei diversi piani, e di sintesi. Per quanto possa sembrare scontato, solo ad un approccio di sistema sarebbeapparso evidente (con conseguenti possibilità di più tempestivi allarmi) che, con un coefficiente di deflusso quasidoppio (Figura 6), l’Aniene piuttosto che il Tevere avrebbeprovocato nel Lazio, nel dicembre 2008, danni relativamente più repentini e ingenti. A scopo ricognitivo del grado di saturazione relativa della risorsa idraulica sotto il profilo energetico, è stata recentemente proposta una mappatura del territorio italiano[1] su scala più ampia di quella relativa a singole curveidrodinamiche, e cioè per regioni, da effettuare in terminidi rapporto IS tra energia idroelettrica prodotta E(kWh/anno) e piovosità media ragguagliata d’area pm(mm/anno) corretta dal coefficiente di deflusso C e moltiplicata per i km2 d’area S e per il dislivello orografico logaritmico medio dolm (m) della macroarea considerata.Con i fattori di ragguaglio si ha in termini omogenei (g èl’accelerazione di gravità):
IS = E/pm · C· S · dolm · (g· 103/3.600)
Siffatto rapporto, più che in valore assoluto, ha utilità in termini relativi quale indicatore di massima della attuale intensità d’uso, risultandone immediatamente il complementare indice di residualità energetica
IR = 1 IS
un espressivo indicatore della residua potenzialità produttiva dei bacini imbriferi della macroarea. I risultati sono riportati in Figura 7. Appare evidente la buona saturazionedelle regioni alpine e dell’Umbria, mentre Puglia e Siciliaconfermano l’assenza di una vocazione energetica idraulica. Anche Liguria, Marche, Toscana e Lazio appaiono suscettibili di apprezzabili residue potenzialità. Considerato
Fonte Giorno medio annuo Scarto rispetto alla
kWh/m2 giorno Norma UNI 10349
Milano UNI 10349 3.582 0Atlante Solare Europeo 3.339 6,8%ENEA 19941989 3.788 +5,8%
Roma UNI 10349 4.416 0Atlante Solare Europeo 4.188 5,2%ENEA 19941989 4.140 6,2%
Trapani UNI 10349 5.115 0Atlante Solare Europeo 4.772 6,7%ENEA 19941989 4.521 11,6%
TABELLA 2 Fonte: 27
tecnicaenergia rinnovabile30
LA TERMOTECNICAnovembre 2009
FIGURA 6 Italia.
Coefficienti di
deflusso (Fonte: 23)
FIGURA 7 Italia.
Indici IS e Ir di
residualità
energetica idraulica
per Regione
tecnica
che la producibilità degli impianti idroelettrici esistenti, media tra le varie tipologie, è stata nel 2007 in Italia pari a1.880 h/anno (Figura 8), è pertanto presumibile che le potenzialità residue possano essere ancora apprezzabili.
La fonte eolica
In Italia la fonte eolica risulta dai dati storici poco utilizzabile in quanto velocità significativamente al di sopra dellasoglia di inserzione degli aerogeneratori (circa 3,5 m/s) siverificano molto raramente in pochi siti (Sardegna, Basilicata, Puglia, Molise) e mai sulla stragrande maggioranzadel territorio nazionale.Installazioni offshore potrebbero marginalmente migliorare tale situazione [25]. In Figura 9 sono riportati i valori, regione per regione, del numero di ore annuo h di equivalente funzionamento a pieno carico degli impianti censiti dal GSE [2]. Anche tenendo conto di un fermo fin del12% per indisponibilità di rete conseguente a problemi dibilanciamento come lamentato da ANEV e riconosciuto daTerna [26], il valore consuntivo medio italiano di h non supererebbe al più le 1.6001.700 h/anno.
La fonte solare
Vanno preliminarmente precisati due aspetti. Anzitutto, idati climatici quale che sia la fonte statistica, nazionale ointernazionale risultano sempre [27], in maggiore o minore misura, soprastimati (Tabella 2). Inoltre, le superficiutilizzabili all’atto pratico sono sempre inferiori fin di unordine di grandezza a quelle ufficialmente prospettate[10], non tanto perché stimate lorde e quasi sempre calcolate due volte, per usi concorrenti cioè sia termici che fotovoltaici, ma soprattutto perchè a rendimenti inferiori quali quelli che di fatto si verificano come si vedrà più avanti corrispondono aree inversamente maggiori.Gli usi termici, pur presentando sul campo valori medi delle efficienze istantanee anche tripli rispetto a quelli fotovoltaici, risultano caratterizzati da bassi valori di h,dell’ordine di 500 h/anno (Figura 10), peraltro non dissimili da quanto accade nel resto della UE. Va peraltro considerato che le statistiche sui collettori termici, sia perché generalmente finanziati in c/capitale e nonin c/energia, sia perché non operanti su rete, sia perché costituiti da una pletora di impianti piccoli, spesso artigianalie inadeguatamente condotti e mantenuti, sono da ritenereintrinsecamente meno precise di altre, seppure ancora significative. Quanto agli usi fotovoltaici, le producibilità sulcampo degli attuali pannelli, per ragioni intrinseche agevolmente dimostrabili [28] ma poco divulgate, risultano inferiori alle attese. Il valore medio di h calcolato sui dati statistici globali del GSE (Figura 11) rilevati su oltre 20.000 impianti convenzionati e relativi al 2008, primo anno di vigenza piena del nuovo conto energia, sarebbe di 870
energia rinnovabile 31LA TERMOTECNICAnovembre 2009
FIGURA 9 Italia, anno solare 2007. Ore di equivalente
funzionamento a pieno carico degli impianti eolici Fonte: GSE, 2008
FIGURA 10 Italia, anno solare 2007.
Producibilità h di impianti solari termici Fonte: GSE, 2008
FIGURA 8 Italia. Producibilità per Regione Fonte: GSE, 2008
tecnica
h/anno per il 2008 [29]. Anche considerando la carenzadi varie informazioni accessorie agenti con effetti di segnoopposto ritardi nelle concessioni, impianti a inseguimentoe altro appare sostanzialmente confermato l’ordine digrandezza di 1.000 ore/anno risultante dai bilanci deglianni precedenti, ad esempio del 2007 valutato proquota.È preoccupante osservare come ancora le più recenti indicazioni ENEACNES [16] del 2008, sia pure già ridimensionate rispetto alle precedenti ENEAISES [17] del 2002,prevedano mediamente 1.100 h per il Nord d’Italia, 1250h per il Centro (erano 1.350 nel documento del 2002), fino a 1.450 h per il Sud (1.500 nel documento del 2002).Se confermati nel 2009, i dati consuntivi 2007 e 2008 comporterebbero l’esigenza di una ulteriore revisione al ribasso delle mappe predittive istituzionali.
Biomassa e biocarburanti
La biomassa è fonte energetica millenaria, largamente impiegata nel mondo sia pure con transazioni private chesfuggono alla grande contabilità energetica ufficiale, ed èeconomicamente competitiva similmente all’energia delvento, anche grazie allo sconto virtuale riconoscibile in corrispondenza dei costi evitati per la manutenzione boschiva. Sotto il profilo quantitativo, la biomassa è tuttavia relativamente poco abbondante: unico caso nella storiadell’uomo di avvicendamento energetico per ragioni diquantità invece che di costo (cioè di impatto ambientale ante litteram da estinzione), il suo contributo integrativo èquantitativamente modesto. Sotto il profilo qualitativo, la producibilità di impianti a biomassa, in quanto svincolata da intermittenze e casualità climatiche, è invece elevata, unica confrontabile con quelladelle centrali fossili; per l’Italia [11] il dato IEA nel 2005 èdi 4.250 h/anno (corrispondente ad un coefficiente di uti
lizzazione del 48,5 %) e il dato IEFE nel 2007 [13] è di5.200 h/anno (59,4%). Quanto ai biocarburanti, ancheconsiderato l’impiego finora pressoché esclusivo nei trasporti, una rappresentazione delle problematiche che siaomogenea alle precedenti non è possibile. Molteplici sonoi conflitti che il loro impiego innesca sull’uso della terra,dell’acqua, e soprattutto per gli aspetti etico e ambientale:i biocarburanti emettono tra l’altro più inquinanti in termini non solo di CO2 (biodiesel) ma soprattutto [24] di altricomposti (N2O ecc), e coinvolgono il sistema idrico in unadelicata questione etica circa la priorità per usi irrigui: proclamata solennemente per l’alimen tazione umana e animale (in Italia ex Lege 183 del 1989), tale priorità dovrebbevalere anche per l’ali mentazione … motoristica?
Bibliografia
[1] A. Spena, L’energia prodotta e non la potenza installata misurano le realistiche prospettive delle fontirinnovabili. Dati consuntivi in Italia e critica metodologica tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà, Atti 3° Congresso Nazionale AIGE, Parma, Giugno 2009.
[2] GSE, Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia, anno2007, Roma, 2008.
[3] ENEA, Rapporto energia e ambiente 2007 Analisie scenari, Roma, Luglio 2008.
[4] DGTREN, EU Energy Security and Solidarity ActionPlan: Second Strategic Energy Review, Bruxelles, November 2008.
[5] Presidenza del Consiglio dei Ministri, Energia: temi esfide per l’Europa e per l’Italia, Position Paper del Governo Italiano, 10 settembre 2007.
[6] EU Council and Parliament, Directive on the Promotion of the Use of Energy from Renewable Sources,Bruxelles, 17 December 2008.
[7] EREC, Renewable Energy Target for Europe20% By2020, Bruxelles, 2006.
[8] IEA, Deploying Renewables Principles for EffectivePolicies, Annex I and Annex II, 2008.
[9] IEA, Scientific Breakthroughs for a Clean Energy Future, Paris, 67 may 2008.
[10] G. Resch, R. Haas, T. Faber, The Future Potential forRenewable Energies Assessment of Their MidTermRealisable Potential up to 2020 at Global Scale, Energy Economics Group, IPSEE, Wien, 2008.
[11] IEA, World Energy Outlook 2007, OECD/IEA, Paris, 2007.
[12] WEC, 2007 Survey of Energy Resources,London, 2007.[13] GSEIEFE, Prospettive di sviluppo delle tecnologie rin
novabili per la produzione di energia elettrica, Roma, 14 maggio 2009.
[14] C. Manna, L’Italia e il SETPlan: scenari ed effetti,Workshop ENEA, Roma, 18 marzo 2008.
energia rinnovabile32LA TERMOTECNICA
novembre 2009
FIGURA 11 Italia. Ore di equivalente funzionamento a pieno carico
di impianti solari fotovoltaici. Nuovo Conto Energia, anno 2008
Il contributo che l’impiego delle fonti rinnovabili è suscettibile di fornire alla copertura dei fabbisogni energetici vaespresso in termini di producibilità. La sostenibilità di investimenti ad alta intensità di capitale può essere infatti correttamente valutata solo con il rapporto h tra energia ottenuta e potenza installata. I dati statistici disponibili, denunciando in particolare per le fonti eolica e solare valorimedi di h in Italia dell’ordine di 5001.500 ore su un totale di 8760 annue, pongono un problema di verifica selettiva delle efficienze sul campo non più a lungo eludibile.Schemi di incentivazione il cui aprioristico indirizzo è stato fino ad oggi sottratto a ogni verifica expost, hanno impedito non solo di selezionare le fonti intrinsecamente piùpromettenti, ma soprattutto di mettere a fuoco le filiere tecnologiche in cui fondi pubblici e privati possano essere investiti con prospettive di utilità. Sulla base delle quantità dienergia realmente ottenute nel contesto climatico italianodalle filiere di conversione attualmente incentivate, il lavoro delinea scenari la cui analisi può consentire di individuare sia le applicazioni tuttora incapaci di innescare uncircolo virtuoso, sia nuovi indirizzi di ricerca e sviluppo intermini di prestazioni delle apparecchiature e di ottimizzazione integrata dei dimensionamenti di sistema.
Prospettive tecnologiche
La fonte idraulica
Circa la fonte idraulica emerge l’utilità di approfondimenti di sistema che consentano di guidare la pianificazione ela gestione di bacini interagenti, di individuarne le principali criticità e di intuirne le residuali potenzialità produttive: le quali appaiono dai risultati ottenuti appartenere in
buona misura alla generazione distribuita e in particolarealla piccola generazione (minidraulica), quest’ultima caratterizzata da producibilità elevate (sfiorano in Italia [30]le 3.250 ore/anno) e pertanto da attraente redditività. Siffatte informazioni possono tra l’altro utilmente concorrere,in paesi emergenti o extra UE, a calibrare la finalizzazione di politiche globali di Emission Trading.
La fonte eolica
Quanto alla fonte eolica, non può sorprendere il fatto che,con velocità del vento sempre inferiori a quelle di pieno carico [31] degli aerogeneratori (intorno a 1516 m/s, Figura 12), il coefficiente di utilizzazione medio non superiin Italia il 1819%. E trattasi d’altra parte dei siti più favorevoli, quelli ovviamente per primi sperimentati: ciò è confermato dal confronto tra le producibilità prevedibili sullabase dei dati del CESI [32] e le producibilità consuntive peril 2007 del GSE (Figura 13). I valori medi per regione sostanzialmente coincidono, risultando anzi proprio per la selettività che ha finora caratterizzato le scelte dei primi siti in molti casi queste ultime addirittura più elevate. Una recente elaborazione GSEconferma che ancora nel 2008 solo il 20% degli impiantiha generato per più di 2.200 h/anno, e che addirittura il10% dei siti è rimasto del tutto improduttivo (Figura 14). Alfine di enucleare correlando consuntivi coefficienti di utilizzazione di macroarea (regione) con le potenziali dispo
tecnica
Prof. Angelo Spena, Coordinatore Dottorato in Ingegneria delle Fonti di Energia, Presidente Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio; Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale, Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa, Università di Roma Tor Vergata ([email protected]).
energia rinnovabile 53LA TERMOTECNICAdicembre 2009
Angelo Spena
L’energia prodotta e nonla potenza installataè misura delle realistiche prospettivedi impiego delle fonti rinnovabili
PARTE SECONDA Considerazioni sugli incentivi e sullefiliere tecnologiche sostenibili dal sistema industriale
Memoria presentata e discussa al 64° Congresso Nazionale ATI,L’Aquila, 811 settembre 2009
La PARTE PRIMAè stata pubblicatasul numerodi novembre.
nibilità anemologiche emergenti cause di inefficienza sistemiche (di rete elettrica, territoriali, da accettazione sociale), talune delle quali altrimenti non immediatamente distinguibili, è stata anche per la fonte eolica effettuata unamappatura del territorio sostanzialmente analoga a quella svolta per la fonte idraulica. Dai risultati riportati in Figura 15, la cui valenza conoscitiva è peraltro di natura essenzialmente comparativa, emerge una tendenziale soprastima di sistema. Tale soprastima, più marcata per i siti meno favoriti dal vento (e verosimilmente anche dovutaalla caduta in difetto dei metodi previsionali basati sullecurve di Weibull, cui la gran parte delle distribuzioni statistiche italiane appare difficilmente riconducibile), mostraessere rischiose soprattutto le valutazioni effettuate in condizioni limite di convenienza. Sulla base di quanto constatato, le possibili vie di progresso tecnologico appaiono essenzialmente di carattere progettuale, e tra queste ogni utile approfondimento riguardante: studi delle possibili opzioni fluidodinamiche migliorati
ve delle macchine, in particolare per l’ottenimento dimaggiore ripidità della rampa di potenza (riduzioni della velocità di inserzione sono viceversa povere di contributo energetico);
mappature anemometriche di siti offshore; messa a punto e validazione di procedure per l’estra po
lazione, da campagne di breve durata, di dati finalizzati a scegliere e dimensionare i generatori eolici per ilmediolungo periodo.
La fonte solare
Anche relativamente alla fonte solare non può destare sincera meraviglia il fatto che le prestazioni sul campo di sistemi alimentati da collettori e pannelli risultino così insoddisfacenti. Purtroppo la comunità scientifica, anche internazionale, si concentra su approfondimenti di dettaglio etrascura la complessità dei sistemi ingegnerizzati reali. Èprivo di senso prevedere prestazioni costantemente pari aivalori di targa di un componente, se questo si trova di fatto sempre, sia pure in diversa misura, lontano dalle condizioni di prova in laboratorio.Questo fatto è maggiormente evidente (ed altrettanto sistematicamente sottaciuto) nel caso dei pannelli fotovoltaici,omologati in condizioni particolarmente vantaggiose (STC)ma altamente improbabili sul campo. È accaduto così alGSE nell’ambito di un interessante approccio con reti neurali [33] di effettuare previsioni di resa eccessive non tanto in termini di potenza massima raggiunta, quantodell’integrale energia cumulata nel tempo (area sottesadalle curve blu e gialla in Figura 16). La successiva Figura17 illustra come ciò possa accadere [34] in impianti fissi.Via via che la radiazione collimata si allontana dalla normale al pannello si verificano infatti progressive perdite diradiazione per riflessione e per minore densità energetica
tecnicaenergia rinnovabile54
LA TERMOTECNICAdicembre 2009
FIGURA 12 Distribuzione pluriennale difrequenza delle velocità semiorarie del vento vscurva di resa di un generatore eolico. Laboratoridi Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata,anni 20042007 (Fonte: 31)
FIGURA 13 Producibilità previsionali su base CESI, e consuntive2007 degli impianti eolici in esercizio, per Regione
FIGURA 14 Curve complementari deidiagrammi di durata della produzione degliimpianti eolici in Italia. (Fonte: GSE, 2009)
tecnica
superficiale, oltre ad attenuazioni e distorsioni dello spettro incidente. Trattasi di cause tutte, concorrenti e simultanee, di riduzione della potenza acquisita, solo lievementetalora contrastate, nelle ore estremali e meno importantidella giornata, da opposti effetti di temperatura. Se benapprofondita e calibrata, una buona simulazione [35] puòconsentire di replicare (Figura 17) e di conseguenza dipredire in modo soddisfacente la reale prestazione delcomponente (Figura 18). Se si aggiunge che, a valle dellacaptazione, un sistema impiantistico complesso intermediario tra il pannello e la rete elettrica introduce ulterioriinefficienze (con rendimento in cascata, detto di Balanceof System BOS, dell’ordine del 75%), è evidente quanto siairrealistico e fuorviante assumere il rendimento in STC delpannello quale parametro moltiplicativo per il calcolodell’energia acquisibile dall’intero sistema, appena correggendolo con i soli effetti di temperatura. È verosimile infatti che, sull’arco di un anno e alle nostre latitudini, il rendimento medio globale di sistema non superi di molto il60% di quello nominale del pannello.
La terna cde
Purtroppo, molte superficiali convenzioni del genere appena illustrato costituiscono, nelle correnti applicazionidelle fonti rinnovabili, la regola piuttosto che l’eccezione;e concorrono tutte consapevolmente o no a sovrastimare le previsioni di energia producibile.La competitività di una fonte rinnovabile è invero inscindibilmente fondata [28], una volta accertata l’esistenza delprerequisito quantitativo di cui alle premesse delpresente lavoro, sulla simultanea bontà della terna cdedi parametri: costo unitario, durata, efficienza.Con le attuali filiere fotovoltaiche, la cosiddetta parità direte tende pertanto a risultare un ossimoro: è infatti difficile concepire quasi una fatica di Sisifo un incrocio tra duecurve monotone, delle quali quella decrescente sia dipendente per via della notevole incidenza (tra il 10% e il 40%)del costo dell’energia necessaria per la fabbricazione deipannelli da quella crescente. Nelle Figure 19 e 20 sonorappresentati i costi totali specifici annui della disponibilitàed uso della potenza installata per impianti sia a combustibile fossile che fotovoltaici rispettivamente in assenza ein presenza di incentivi, al variare del prezzo del petrolio.Di fatto la grid parity (in cui si dovrebbe tenere oltretuttoanche conto della influenza del prezzo del petrolio sui costi fissi fotovoltaici) non solo appare traguardo precluso inassenza di incentivi, ma rischia di esserlo anche in pre
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FIGURA 15 Producibilità teorica e misurata degliimpianti eolici censiti dal GSE nel 2007, in funzionedella velocità statistica media del vento
FIGURA 17 Rendimento rispettivamente misuratoe simulato di un pannello fotovoltaico sul campo.
Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata, Giugno 2008. (Fonte: 34)
FIGURA 16 Scostamento tra gli andamenti della curva di carico prevista (in blu) econsuntiva da telelettura (in giallo) nel SudItalia. (Fonte: GSE, 2008)
senza dei medesimi ai valori attuali (2009) qualora la producibilità non compia un radicale salto di qualità (Figura21). Mentre le attuali tecnologie di captazione solare termica sono giudicabili mature e unica prospettiva di sviluppo sia pure modesto si delinea [36] nella integrazione nelle strutture edilizie, purtroppo i futuri materiali fo
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FIGURA 18 Andamento dei fattori correttivi del rendimento per unpannello fotovoltaico sul campo: ηt = effetto della temperatura, ηr =effetto del coefficiente di rinvio del vetro, ηλm = effetto della massad’aria e della risposta spettrale. Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata, Giugno 2008. (Fonte: 35)
FIGURA 19
FIGURA 20
tovoltaici, a fronte di costi unitari c minori, avranno siaefficienze e che durate d inferiori a quelle dei pannelli alSilicio [28], destinati per questi aspetti a rimanere di fattoinsuperati. A titolo d’esempio, in Figura 22 sono riportatiandamenti misurati del rendimento sul campo di singolecelle sperimentali DSC. Anche per le tecnologie solari si delineano pertanto residue vie di progresso di carattere piùche altro progettuale di sistema, in particolare fondate sulla simulazione, quali ad esempio: rivalutazioni aggiornate dei maggiori benefici ottenibi
li con sistemi ad inseguimento mono e biassiale, considerato che sono oggi meglio quantificabili le cause diinefficienza in assenza di tali dispositivi;
calibrazione della scelta della filiera termica (collettoripiani, selettivi o meno, o sotto vuoto) o fotovoltaica (Silicio mono o policristallino, amorfo, CIS ecc) sulle peculiarità climatiche locali per un accoppiamento ottimo tracaptatore e sito.
Biomassa e biocarburanti
Come per l’energia solare, la pianificazione dell’impiegodella biomassa richiede attente verifiche e riscontri circa le superfici dei bacini di approvvigionamento, affinchépiù impianti non prevedano di insistere sullo stesso bacino, contandolo più volte. Ciò vale anche in caso di ricorsoal mercato internazionale del cippato, il quale incontra, siapure su più ampia scala, il medesimo problema. Quantoinfine ai biocarburanti, appare quanto meno inopportuno sotto il profilo etico anche solo prendere in considerazione quelli di prima generazione (essenzialmente bioetanolo e biodiesel) nella misura in cui entrano in conflittocon l’alimentazione umana e animale [24]. In ogni casoanche per quelli di seconda generazione peraltro allo stadio iniziale della ricerca si porrà il problema tipico dellebiomasse, l’irrisorietà cioè dei contributi energetici ottenibili (dell’ordine dell’1%) una volta che sia stata scrupolosamente verificata la effettiva disponibilità di suolo.
Prospettive industriali
Al di là delle citazioni di incrementi percentuali di potenzainstallata e dei relativi volumi di vendite pur sempre di nicchia [15] [16], vuote di significato ai fini di valutazionienergetiche, si va comunque diffondendo la convinzioneche le energie rinnovabili possano costituire forti opportunità di investimento sia nella produzione di tecnologie chenella progettazione, realizzazione e gestione di impianti.E si va del pari ponendo [13] la seria questione se per l’Italiapossano così costituirsi valide e solide prospettive industriali e occupazionali. Sarebbe anzitutto opportuno separare le valutazioni tra parti alta e bassa della filiera. In quest’ultima, pertinente al terzo settore e delle costruzioni, tipicamente snella, trasversale e riconvertibile, già oggi si
tecnica
vanno consolidando significative presenze sul territorio nazionale. Per non svilirne le prospettive, il relativo knowhowmeriterebbe, sulla base delle evidenziate carenze progettuali, di essere potenziato e reso esperto dal monitoraggiodegli impianti via via realizzati.Molto più problematica appare la questione industriale.Circa la parte alta della filiera infatti recenti documenti comunitari [7] [37] stimano tra 500 e 1.000 miliardi di eurogli investimenti necessari in Europa per la implementazione del pacchetto ClimaEnergia 2020, con un potenzialeoccupazionale complessivo fin di 2,02,5 milioni di unità.Un più recente studio GSE del 2009 [13], le cui conclusioni sono sintetizzate in Figura 23, stima nell’ordine del 10%del totale (100 miliardi di euro in 12 anni gli investimentie 250.000 gli occupati complessivi) la quota relativaall’Italia, e prospetta scenari differenziati per percentualidi impegno della industria nazionale. Lo scenario di maggiore sforzo industriale porterebbe nel 2020 ad una produzione incrementale di energia da fonti rinnovabili rispetto al 2008 di 95,9 TWh/anno con un investimento cumulato in 12 anni di 163,2 miliardi di euro Lo scenario meno impegnativo porterebbe invece a 41,9 TWh/anno afronte di 118,8 miliardi di euro. I soli costi fissi di produzione del kWh, ripartiti su 20 anni, oscillerebbero pertanto entro una forbice di 814 cent/kWh. Trattasi di valorialti ma non proibitivi, anche considerato che le attualizzazioni sui precedenti 12 e sui successivi 20 anni, pur tendendo a compensarsi, agirebbero lievemente al ribasso.Ciò che preoccupa maggiormente è però la divaricazioneprestazionale del mix di filiere rispetto alla situazione attuale. Elaborando i dati (Figura 24) risulta infatti che in assenza di incentivi come è sano attendersi oltre il 2020 pertecnologie già oggi mature per spuntare costi medi dellapotenza ad esempio inferiori a 4 keuro/kW installato occorreranno in media, tra le diverse filiere, da un minimo di1.500 h/anno di funzionamento a pieno carico nella migliore (e industrialmente più invasiva) ipotesi, a un massimo di 3.000 h/anno nella più conservativa; e proporzionalmente di più, al diminuire della soglia di costo specifico della potenza. Poiché oggi la media pesata dei valoridi h è inferiore a 1.830 h/anno se si escludono gli impiantia biomassa, è inevitabile che qualora non si dovesseromigliorare sensibilmente nel prossimo decennio i valori medi di producibilità di ciascuna filiera si debba agire sulpeso relativo delle filiere, puntando decisamente sulla biomassa, e solo marginalmente su impianti eolici offshore;in tale scenario nessun concreto futuro si prospetterebbe invece per la conversione fotovoltaica.È d’altra parte curiosamente sottaciuto il fatto chel’industria fotovoltaica abbia tratto la sua ragion d’essereessenzialmente quale sbocco pilotato alla crisi del comparto dei semiconduttori presso i tre principali produttorimondiali (Germania, Giappone, California) scaricandosulla verticalizzazione del ciclo del silicio diseconomie e
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FIGURA 21 Producibilità minima per lacompetitività degli impianti fotovoltaici in presenzae in assenza di incentivi, al variare del prezzo delpetrolio ma senza tener conto della sua influenzasui costi fissi fotovoltaici
FIGURA 23 Ipotesi di copertura dei fabbisognienergetici italiani al 2020. Costi cumulativi in Mld dieuro. Bau, 40,8; Tecno1, 118,8; Tecno2, 163,2; Vinco1,127,2; Vinco12, 91,2. (Fonte: GSEIEFE, 2009)
FIGURA 22 Andamento del rendimento di una cellafotovoltaica sperimentale DSC sul campo. Laboratori di FisicaTecnica Ambientale Roma Tor Vergata, Settembre 2009
crescenti costi di smaltimento, con l’inevitabile corollario diincentivi atti a sorreggere un mercato a valle costruito adhoc. Nulla di più lontano dallo scenario industriale italiano. Sotto il profilo occupazionale è altresì evidente che oltre il 2020 (o comunque nel lungo termine anche considerato che ripensamenti sono nella UE la regola piuttosto chel’eccezione), risultando ormai l’impiego delle rinnovabiliprossimo a saturazione quantitativa (territori per la biomassa, siti eolici vantaggiosi ecc.), a meno di improbabiliprospettive su mercati extra UE si porrà il problema dellariconversione industriale e della riqualificazione professionale delle risorse attivate (il solo mercato di sostituzione, perla intrinseca necessità di lunga durata delle apparecchiature, si delinea comunque di volumi relativi modesti). Anche sotto tale aspetto i settori termotecnico (biomassa) edelettromeccanico (eolico) appaiono meno rischiosi edestemporanei, robusti e radicati nel tessuto industriale nazionale. Non è difficile intuire che, essendo tra l’altro la citata migliore opzione anche la più industrialmente invasiva, a seconda dei punti di vista la questione possa assumere le caratteristiche di una sfida, o di un azzardo.
Conclusioni
Se i dati meteoclimatici di disponibilità possono risultaresoprastimati del 1020% e se le prestazioni attribuite alleapparecchiature non tengono conto delle differenze tra ilmodo di comportarsi sul campo piuttosto che in condizioni standard di prova; se l’insieme di questi scostamenti puòportare a producibilità inferiori fin anche del 3040% rispetto alle previsioni; se sono in Italia rarissimi i luoghi sufficientemente ventosi e se i generatori eolici, pur installatinei siti ovviamente migliori, sono operativi mediamente perpoco più di 1.600 ore/anno, non raggiungono mai il pieno carico e uno su dieci è inoperoso tutto l’anno; se collettori e pannelli solari funzionano da 500 a 1.500 ore/annoper ragioni sistemiche intrinsecamente non sovvertibili; setutto questo è vero è allora improcrastinabile una presad’atto. Essa dovrà consentire una seria e realistica riflessione sui limiti e sulla frustrazione delle aspettative che talune politiche, palesemente irrealizzabili, sono suscettibilidi ingenerare. Purtroppo, carenze metodologiche cheignorano vincoli e interazioni sistemiche, amplificano nellungo termine le conseguenze di estrapolazioni di situazioni iniziali di nicchia non sostenibili su scala globale. Sela grande comunicazione si sofferma sulla crescita dellapotenza installata ma non c’è informazione sull’energiaprodotta (eppure ogni incremento di potenza installata nonassociato a crescenti producibilità, invece di un successoprefigura uno spreco); e se la comunità scientifica ancheinternazionale si concentra su approfondimenti di dettaglio e non coglie tutte queste verità peraltro in palese controtendenza sotto più aspetti non è allora infondato il timore che anche nel settore delle fonti rinnovabili, in assenza di chiarezza sul nodo delle priorità tra i settori industriali da incentivare nella green economy, possa maturare una bolla speculativa.E poiché i dati consuntivi veri delle producibilità monitorate mostrano che in Italia, all’atto pratico, per ottenere 1kWh dal vento o dal sole occorre installare una potenza dacinque a sette volte più grande di quella di una centrale tradizionale, gli impianti fino ad oggi incentivati sono da considerare sostanzialmente dimostrativi ma ben pococontributivi alla copertura dei fabbisogni energetici. Irrinunciabile risorsa le fonti rinnovabili, ma non con le filiere attuali. Gran parte di queste tecnologie non appaiono meritevoli di incentivazione né commerciale né industriale, per la evidente ragione che, tal quali, non sono ingrado di innescare alcun circolo virtuoso. Una totale revisione dei criteri, delle strategie e dei settori oggetto di incentivazioni, non più indiscriminatamente elargibili a pioggia, è ineludibile. È altresì urgente trasferire gran parte degli investimenti dalla incentivazione di tecnologie odiernepoco produttive, alla ricerca di rinnovabili di nuova generazione. È di fatto curioso che [20] “contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il Protocollo di Kyoto non ha
EN
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Energy Output rather than Available Power is Measureof the Potential for RenewablesPart I: Methodology Criticism and Survey of Performances in Italy
Part II: Incentives, Technologies and Related Industrial Affordability
The affordability of industrial investments of the pay nowsave later type is, in the fieldof energy, based on the estimate of the producibility, namely of the ratio between output energy and available power. A survey of the Italian plants supported by governmental incentives shows this ratio ranging in the field of 5001500 h per year for windand solar devices. This means that to obtain 1 kWh from renewables a power from 5to 7 times the power of a current technology station should be available. This requiring a pressing reassessment of all the policy on renewables, the paper deals with criteria and considerations for a severe screening of the virtuous technologies.
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FIGURA 24 Soglie di costo medio della potenza specifica del mixdi rinnovabili al variare di h per lo scenario Business as usual(BBau) e per due scenari estremali (ATecno1; CTecno2)
abstract
stimolato questo genere di ricerche anzi gli investimenti inricerca sono precipitati dagli anni Ottanta”. Esistono fortunatamente oggi potenti mezzi conoscitivi per non ripetere gli errori del passato. Condizione irrinunciabile è che diciascuna filiera sia accertata l’esistenza del prerequisito quantitativo riguardante le disponibilità primarie(materie prime, superfici lorde ecc.), e che essa posseggachiaramente già in nuce valori promettenti, cioè superioria congrue rispettive soglie, della terna di parametricde costodurataefficienza. Nell’ambito delle tecnologie attuali, meritevoli di residuosostegno appaiono tuttavia quelle attività di cui nella presente trattazione si è denunciata l’incompletezza, quali studi di sistema e simulazioni del clima e delle prestazioni diimpianti e componenti, nella misura in cui basati sulle piùrecenti e avanzate conoscenze possano costituire un solido corpo metodologico. Allo scopo di valorizzare almeno sotto questo aspetto investimenti già effettuati, potrebbe rivelarsi utile tesaurizzare l’esperienza acquisibile sulcampo, costituendo, con il monitoraggio degli impianti ormai in esercizio, banche di dati prelevati in forma finalizzata al perfezionamento dei modelli di cui sopra.
Bibliografia
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[10] G. Resch, R. Haas, T. Faber, The Future Potential forRenewable Energies Assessment of Their MidTermRealisable Potential up to 2020 at Global Scale, Energy Economics Group, IPSEE, Wien, 2008.
[11] IEA, World Energy Outlook 2007, OECD/IEA, Pa ris, 2007.
[12] WEC, 2007 Survey of Energy Resources, London, 2007.[13] GSEIEFE, Prospettive di sviluppo delle tecnologie rin
novabili per la produzione di energia elettrica, Roma, 14 maggio 2009.
[14] C. Manna, L’Italia e il SETPlan: scenari ed effetti,Workshop ENEA, Roma, 18 marzo 2008.
[15] CNES, Rapporto preliminare sullo stato attuale del solare termico nazionale, Ministero dell’Ambiente, Roma, Gennaio 2008.
[16] CNES, Rapporto preliminare sullo stato attuale del solare fotovoltaico nazionale, Ministero dell’Ambiente,Roma, Gennaio 2008.
[17] ENEAISES, L’energia fotovoltaica, Sviluppo sostenibile n. 22, Roma, 2002.
[18] A. Spena et Al, Scientific and Technological Aspectsof Sustainable Energy Systems, Expert Group Meeting Draft Report, UN, Geneva, October 1996.
[19] Observa, Osservatorio Scienza e Società, Il Sole24ore, 15 marzo 2007.
[20] B. Lomborg, Attenti a non replicare Kyoto, Il Sole24ore, 17 maggio 2009.
[21] Observa, Science in Society, Il Sole24ore, 6 agosto 2009.
1. Sono altamente rischiosi gli investimenti non supportati da realistici studi di fattibilità ca
librati sulle specificità dei siti e sulle reali prestazioni delle apparecchiature, e non giu
stificati da approfondite analisi predittive diverse da quelle correnti.
2. Investimenti in capacità produttive italiane di macchine e impianti per le fonti rinnova
bili, mirati a costituire “massa critica” industriale, vanno soppesati con grande pruden
za poiché rischiano alla prova dei fatti di creare nuovi posti di lavoro effimeri, se non
tempestivamente riconvertibili o quanto meno proiettabili sullo scenario internazionale.
3. Realistiche valutazioni di indici di complessità sistemica (e delle correlate possibilità di go
vernance) unite ad analisi di rischio per differenti schemi regolatori, quali ad esempio cer
tificati verdi, Recs e altro, soprattutto se mirate a scenari energetici di paesi emergenti, po
trebbero sostenere e motivare il rilancio di un approccio globale alle politiche di Emission
Trading, in tal caso con ricadute positive e soprattutto non effimere sull’industria italiana.
4. Quanto infine al giudizio expost sulla utilità degli incentivi già erogati si propone qui
in ossequio al terzo principio fondamentale enunciato dalla IEA nel 2008 secondo il
quale [8] gli incentivi devono essere “transitori, decrescenti nel tempo” di calcolarne un
indicativo Valore di Virtuosità VV = V1 x V2, in cui:
V1 sia il reciproco del costo unitario annuo della potenza installata, con riferimento ad
una grandezza dimensionale (ad esempio mq di pannello, ettari di suolo, area del ro
tore ecc): V1 = m2/C’. È indicatore delle economie di scala possibili nella produzione in
dustriale dei dispositivi (aerogeneratori, pannelli ecc) e nel relativo impatto territoriale;
V2 sia la resa in energia della grandezza estensiva caratteristica, ad esempio kWh an
nui/m2. È indicatore della maggiore efficienza ottenibile con l’innovazione tecnologica.
Il valore VV = (m2 x anno/C’) x (kWh/m2 x anno) = kWh/C’ dovrebbe essere risultato cre
scente nel periodo (almeno un triennio) in cui sono stati applicati gli incentivi, e così anche en
trambi e separatamente sia V1 che V2). Diversamente, se cioè gli incentivi non riescono con
evidenza ad innescare il necessario circolo virtuoso, la filiera dimostra di non avere futuro.
I dati sono disponibili. Non resta che fare i conti.
IN CONCLUSIONE
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tecnica
[22] Osservatorio di Pavia ed eXtrapola, Il Sole24ore, 12 luglio 2007.
[23] A. Spena, Fondamenti di Energetica, CEDAM, Padova, 1996.
[24] A. Spena, G. D’Angiolini, R. Rota, Primevalutazioni parametriche sulle prospettivedi impiego dei biocarburanti sullo scenarioenergetico, normativo e territoriale europeo, Atti 3°Congresso Nazionale AIGE,Parma, Giugno 2009.
[25] G. Gaudiosi, Problematiche e prospettivedell’eolico offshore in Italia, Il sole a 360gradi, n. 4, aprile 2009.
[26] F. Rendina, Eolico penalizzato dalle dispersioni, Il Sole24ore, 10 maggio 2009.
[27] F. Groppi, C. Zuccaro, Impianti solari fotovoltaici, Delfino Ed., Agosto 2007.
[28] A. Spena, Le fonti rinnovabili di energia,Aracne, Roma, 2009.
[29] GSE, Il fotovoltaico Risultati del ContoEnergia al 31 dicembre 2008, Roma, aprile 2009.
[30] AEEG, Monitoraggio dello sviluppo degliimpianti di Generazione Distribuita perl’anno 2006, Roma, Marzo 2009.
[31] A. Spena, C. Di Tivoli, Valutazione dellapotenza specifica ottenibile in condizionireali da un generatore eolico: una analisi di lungo termine in tre siti italiani, Atti63° Congresso Nazionale ATI, Palermo,Settembre 2008.
[32] CESI, Atlante Eolico, Milano, 2008.[33] G. Niglio, G. Scorsoni, Previsioni a breve
della produzione da fonti rinnovabili intermittenti: l’esperienza del GSE, Atti 2°Congresso Nazionale AIGE, Pisa, Sett. 2008.
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[35] A. Spena, V. Annoscia, Evaluation of Spectral Response and Reflectivity Effects on TheOutdoor Performance of PV Modules, Atti63° Congresso Nazionale ATI, Palermo,Settembre 2008.
[36] A. Spena, S. Bartocci, C. Di Tivoli, Stimadelle realistiche possibilità di copertura deifabbisogni termici dell’edilizia con energiasolare sulla base delle prospettive tecnologiche, Atti 64° Congresso Nazionale ATI,L’Aquila, Settembre 2009.
[37] EU Commission, Advanced RenewableStrategy, Bruxelles, 2008.
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di Paola Mezzalira60606060 news news
La NürnbergMesse è una delle 20 maggiori società fieristiche del mondo e, in Europa, fa parte dei top ten. Il portafoglio comprende oltre 100 saloni e congressi internazionali nel sito di Norimberga e nel resto del mondo. Alle manifestazionidel NürnbergMesse Group (organizzate in proprio, in cooperazione con vari partner oospitate nelle sue strutture) partecipano ogni anno oltre 27.000 espositori (internazionalità: 37%), 895.000 visitatori professionali (internazionalità: 20%) e 365.000 consumatori. Il NürnbergMesse Group è presente con società affiliate in Paesi come, ad esempio, la Cina, il Nordamerica, il Brasile e, novità, l’Italia. Esso dispone inoltre di una rete di circa 50 rappresentanze attive in 73 Paesi.La NürnbergMesse Italia, l’ultima società affiliata della NürnbergMesse ufficialmentepresentata al pubblico lo scorso 19 novembre a Milano, è affidata all’amministrazionedi Stefania Calcaterra e dal suo team giovane e dinamico. La filiale supporta le imprese italiane che partecipano a saloni all’estero, sia come espositori sia come visitatori.Nel contempo assiste clienti vecchi e nuovi nelle rispettive attività di mercato. Conun’azione di consulenza individuale fa conoscere alle ditte italiane il portafoglio di manifestazioni della NürnbergMesse nel mondo e le aiuta ad aprirsi nuovi mercati all’estero.
Il servizio prestato dalla NürnbergMesse Italia comincia ben prima dell’organizzazionedi una fiera: il team tiene aggiornati i suoi clienti sul portafoglio di manifestazioni delNürnbergMesse Group nel mondo per mezzo di email e depliant, in colloqui personali illustra l’importanza delle fiere come strumento di marketing a clienti acquisiti e futuri,richiama l’attenzione delle aziende sui saloni specializzati, i seminari e le conferenzedel NürnbergMesse Group come piattaforma per lo scambio internazionale di conoscenze e, oltre a ciò, consiglia clienti vecchi e nuovi nell’impostazione concettuale dellarispettiva partecipazione fieristica. Al fine di supportare le aziende italiane nella penetrazione di nuove piazze, la NürnbergMesse Italia ha pronta un’ampia proposta informativa sui mercati settoriali dei paesi più disparati. Non di rado, infatti, le imprese nondispongono dei dati e fatti rilevanti in merito. Ne consegue che valutano in modo scorretto il comportamento consumistico dei potenziali clienti stranieri e, nelle loro attività dimarketing, si limitano a mercati già sperimentati. Così facendo non riconoscono le chance offerte da nuove regioni emergenti. Inoltre, i saloni specializzati che si tengono in Paesi lontani come, ad esempio, la Cina e la Russia, sono in parte ancora sconosciuti in Italia. La NürnbergMesse Italia aiuta gli espositori interessati nella scelta fornendo informazioni sulla struttura del pubblico e i temi chiave.
NÜRNBERGMESSE ITALIA SRL [email protected] ww.nmitalia.it
nasce NürnbergMesse Italiaa supporto delle imprese italiane