L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio...

11
periodico del liceo enrico medi di villafranca NUMERO 16 - Febbraio 2017 L’ARTE di essere fragili

Transcript of L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio...

Page 1: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

1

p e r i o d i c o d e l l i c e o e n r i c o m e d i d i v i l l a f r a n c aN U M E R O 1 6 - F e b b r a i o 2 0 1 7

L’ARTE di essere fragili

Page 2: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

L

32

Coltivare la conoscenzae la solidarietà

pag 4

pag 6

pag 8

pag 11

pag 12

pag 15

pag 18

Solidaretà spesa bene La giornata di Lucavolontario all’Emporio della solidarietà

L’Emporio anticrisi funziona cosìUn progetto al Liceo Medi per far fronteall’emergenza alimentare dovuta alla crisi

La salute non è una moda“Senza olio di palma”. Manifesto salutistao trovata commerciale?

Comunicazione e informazioneIntervista con il giornalista Luigi Grimaldi: l’importanza di farsi un’opinione.

L’arte di essere fragili Intervista con l’avvocata Federica Panizzo

La Terza Guerra di Indipendenzaal Liceo Medi

Notizie Flash

EDITORIALE

Coordinare la redazione di un gior-

nale scolastico è una sfida culturale

interessante che ti avvicina a ragaz-

zi appassionati e curiosi. Quella del

Medi@vox è una redazione varia, con

studenti dalla prima alla quinta liceo,

provenienti dai diversi indirizzi dell’i-

stituto, ma accomunati dalla stessa

passione per il giornalismo.

Le difficoltà non sono poche: i tem-

pi sono sempre stretti e i nostri redat-

tori devono fare i conti anche con le

esigenze imposte dagli impegni scola-

stici ed extrascolastici. A sostenere il

delicato ma affascinante lavoro della

redazione, come negli anni passati, è

il giornalista Giorgio Montolli, al quale

NU

ME

RO

15

- G

iug

no

20

16

all’avvocata Federica Panizzo che

ci ha conquistati con la sua carica di

umanità, entusiasmo e professiona-

lità.

Non mancano le voci degli studenti

del Medi che giungeranno attraverso

un video e in chiusura alcuni flash su

momenti particolari della vita del no-

stro liceo.

Un grazie doveroso ai comuni di “Car-

tagiovani” che anche quest’anno ci

sostengono finanziariamente.

A tutti, una buona lettura!

Simonetta [email protected]

Vi invitiamo a collaborare,

a fornirci idee e suggerimenti.

Con il contributo di:

Periodico del Liceo Enrico Medi di Villafranca

Coordinatori Simonetta Fortuna, Ileo Riki Mirandola

Redazione Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio

Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde, Tiziani Nicole, Turrini Irene

CollaboratoriAdriana Cochior, Aziza Farooq, Giulia Gatti

Il giornale è il risultato del Corso pratico di giornalismo svolto dallo Studio Editoriale Giorgio Montolli di Verona (Tel. 320.4209663)

Numero 16 - febbraio 2017www.liceomedivr.gov.com

va il nostro grazie per la sperimenta-

ta professionalità e generosità.

In questo numero abbiamo focaliz-

zato l’attenzione su vari temi. La mo-

stra della battaglia di Custoza, alle-

stita a dicembre nei locali del nostro

liceo, ha offerto lo spunto per un ap-

profondimento di storia locale con le

interviste allo storico Carlo Saletti e

al direttore artistico della mostra Ro-berto Solieri. L’articolo sull’olio di palma propone

agli studenti una lettura critica delle

mode alimentari veicolate dalla pub-

blicità. Ampio spazio è stato riserva-

to anche alla questione dell’emanci-

pazione della donna con un’intervista

La redazione di Medi@vox

Page 3: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

5

Tanti si chiedono perché Luca faccia tutto ciò. Beh, forse non lo sa nem-meno lui. Pensa soltanto che poteva succedere a tutti di perdere il lavoro e si sente in dovere di aiutare.

Un pranzo leggero e via: il martedì po-

meriggio di Luca inizia come tutte le

settimane. Qualche auto di troppo per

la strada come al solito, ma serve per

imparare ad essere pazienti. Luca sa

già che ci sarà molta gente all’Empo-

rio della solidarietà e questo fatto gli

mette una certa fretta.

Vorrebbe essere già lì a sistemare i

suoi scaffali, a spazzare per terra: tut-

to deve essere perfetto prima dell’arri-

vo delle famiglie.

Vuole arrivare in anticipo, ha tante

cose da fare: deve registrare sul com-

puter gli ultimi alimenti ricevuti e si-

stemare il magazzino anche se, alla

fine, le donazioni sono quelle che

sono e nel magazzino di alimenti da si-

stemare non ce ne sono poi così tanti.

Finalmente arriva all’Emporio e con

un sonoro giro di chiave apre la por-

ta. La sua giornata sarà faticosa, 35

famiglie da sostenere non sono po-

che, ma alla fine il tempo passerà in

fretta, tra un pacco di pasta e l’altro.

In una realtà non facile come quel-

la dell’Emporio, c’è qualcosa in fon-

do di veramente speciale: un signo-

re che ogni settimana porta della frut-

ta, un ragazzo che decide di fare il vo-

lontario e la consapevolezza di es-

sere al servizio degli altri sono tut-

te cose che ti danno la possibilità di

poter donare ciò che di buono hai a

chi in quel momento ne ha bisogno.

Tanti si chiedono perché Luca faccia

tutto ciò. Beh, forse non lo sa nemme-

no lui. Pensa soltanto che poteva suc-

cedere a tutti di perdere il lavoro e si

sente in dovere di aiutare. D’altronde

questa è la sua realtà e la cosa vera-

mente speciale che Luca ha fatto è sta-

ta quella di credere in se stesso e negli

altri, pensando che ognuno di noi po-

tesse dare il proprio contributo e po-

tesse essere in grado di cambiare le

cose.

Non è semplice avere fiducia, né in se

stessi né tantomeno negli altri, ma po-

trebbe essere la chiave per poter fare

qualcosa di grande.

Una volta un volontario disse a Luca:

«Fa bene far del bene». Ecco, lui e tut-

ti gli altri volontari ci hanno creduto: e

hanno fatto una cosa bellissima.

Un Emporio, perché insieme ce la possiamo fare

SOLIDARIETà SPESA BENE

La giornata di Luca

Al Liceo Medi si sta cercando di far

partire un progetto che prevede una

raccolta di alimenti. Un’assemblea di

istituto servirà a spiegare cosa significa essere

volontario

Page 4: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

76

Nel 2009 viene costituita dalla Caritas

di Verona la Rete Talenti, ovvero il co-

ordinamento per gli aiuti alimentari,

con l’obiettivo di unire il contributo di

più realtà come associazioni, scuole,

parrocchie.

Il risultato di questa nuova istituzio-

ne è la nascita nel 2015 dei primi due

Empori della solidarietà: uno a Vero-

na e uno alla stazione di Villafranca.

L’Emporio della Solidarietà aiuta le

famiglie in cui non c’è nessuno che

lavora. Per poter aiutare quante più

persone è possibile, si sono voluti cre-

are luoghi d’incontro più accessibili

delle parrocchie o delle associazioni.

Oggi per fortuna tutto questo c’è e

deve essere solo potenziato e valoriz-

zato tramite il coinvolgimento di tutta

la comunità.

Al Liceo Medi si sta cercando di far

partire un progetto che prevede una

raccolta di alimenti e un’assemblea

di istituto in cui si spiegherà a tutti gli

studenti cosa significa essere volon-

tario e perché farlo.

Non è comunque necessario diven-

tare un volontario per aiutare, tutti

noi possiamo dare una mano. Basta

donare anche solo un pacco di pasta.

L’Emporio della solidarietà è un pro-

getto a cui hanno partecipato 6 di-

versi enti che hanno voluto offrire

assistenza alla persona con un con-

I DATI CARITAS SULLA POvERTà

IL PROGETTO

L’Emporio anticrisi funziona così

Dal rapporto sulla povertà presentato dalla Cari-tas nel 2016 è emerso che dal 2007 al 2015 la po-polazione italiana in condizione di povertà asso-luta è aumentata dal 3,1% al 7,6% e che in Veneto le persone a rischio povertà o disagio economico sono il 16,9%. Dall’indagine effettuata risulta an-

che che a Villafranca il numero di italiani tra gli utenti dei CdA (Centri di Ascolto) nel 2016 fosse pari al 42,9%.Sono attualmente più di 3 milioni i disoccupati in Italia, ma il dato allarmante è la disoccupazione giovanile: ha raggiunto il 37,9%.

L’Emporio della solidarietà è un

progetto a cui hanno partecipato 6 diversi

enti che hanno voluto offrire assistenza

alla persona con un contributo alimentare

tributo alimentare, ma soprattutto

assicurando un accompagnamen-

to qualificato che possa permettere

l’acquisizione da parte delle famiglie

di stili di vita migliori, evitando così

che una situazione di povertà tem-

poranea possa trasformarsi in situa-

zioni croniche o di esclusione sociale.

Grazie allo spazio dato dal Comune,

oggi l’Emporio è un piccolo supermer-

cato in cui è possibile fare la spesa

senza spendere soldi. Infatti ’Emporio

ha una lista nella quale il Comune, te-

nendo conto dell’ISEE, ha inserito gli

utenti che possono accedere a questo

servizio.

Ma come si fa a fare la spesa senza

spendere soldi? Funziona così: tutti

gli alimenti vengono registrati e, in

seguito, viene dato loro un valore in

punti. Tutte le famiglie, in base al nu-

mero e all’età dei componenti, hanno

a disposizione una certa quantità di

punti al mese. L’utente che vuole fare

la spesa deve presentare il tesserino

sanitario che permette ai volontari di

trovare la scheda utente sul compu-

ter. Dopo aver finito di fare la spesa,

i volontari rilasciano all’utente una

ricevuta in cui sono segnati i punti

spesi e quelli che ancora si possono

spendere.

Elena Fecchio

Lo scaffale dell’Emporio della

Solidarietà nell’atrio del Liceo Medi

Page 5: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

98

Quante volte ci è capitato di leggere

sulle etichette di un prodotto alimen-

tare la frase “Senza olio di palma”?

Oppure di sentir pronunciare queste

parole in spot pubblicitari?

Siccome l’olio di palma è stato addita-

to e condannato non da molto tempo,

verrebbe da chiedersi se questo acca-

nimento nei suoi confronti sia derivato

da studi che ne hanno dimostrato gli

effetti negativi sul nostro organismo o

se sia l’ennesima trovata commerciale.

Nonostante questo prodotto goda di

numerose proprietà, si è diffusa l’idea

che non sia idoneo dal punto di vista

salutista.

Anna villarini, biologa nutrizionista

presso l’Istituto nazionale dei tumori

di Milano afferma: «Una raccolta di stu-

di condotta dai ricercatori e nutrizio-

nisti italiani evidenzia che il consumo

abituale di olio di palma fa aumentare

in modo significativo la concentrazio-

ne di grassi nel sangue, dal colestero-

lo ai trigliceridi, provocando stati di

infiammazione cronica che favori-

scono lo sviluppo di patologie come

arteriosclerosi, problemi cardiovasco-

lari, diabete e anche alcuni tumori».

Altri invece difendono l’olio di palma,

definendo la sempre più diffusa con-

vinzione della pericolosità di questo

prodotto come un “tranello mediatico

internazionale”.

Piercamillo Falasca, direttore di Stra-

de afferma con decisione: «In un’Italia

che da qualche anno si sta ammalan-

do di complottismo, adesso è necessa-

ria una battaglia di razionalità».

Ricerche scientifiche portate avanti

dall’AIRC (Associazione Italiana per

la Ricerca sul Cancro) hanno infatti

dimostrato che l’olio di palma non è il

grasso più salubre che esista, ma nem-

meno il peggiore. Prima di bandirlo è

necessario verificare con cosa lo si so-

stituirebbe: molti prodotti che mostra-

no sulla confezione la scritta “Senza

olio di palma” contengono infatti olio

di cocco o burro di cacao, sui quali i pa-

reri degli esperti si dividono.

La salutenon è una moda“Senza olio di palma”. Manifesto salutista o trovata commerciale?

La parola all’espertaPerchè ci aiuti a capire, abbiamo intervistato la professoressa Alessia Caprini, docente di Scienze nel nostro liceo

‒ Professoressa Caprini, da quali sostanze è composto l’olio di pal-ma?«L’olio di palma come tutti i grassi e gli

oli alimentari contiene, in percentuali

diverse, gli stessi acidi grassi, normali

costituenti della frazione grassa degli

alimenti, sotto forma di trigliceridi.

L’olio di palma presenta un contenu-

to di acidi grassi saturi superiore alla

maggior parte degli altri grassi usati

in alimentazione ma molto simile a

quello del burro».

‒ Quali sono le proprietà che ne hanno permesso un così largo uso in campo alimentare?«Ha un sapore neutro, consistenza

solida a temperatura ambiente, re-

siste all’ossidazione, all’idrolisi, alle

alte temperature, ha un alto punto di

fumo e permette di conservare meglio

il prodotto alimentare senza alterarne

le caratteristiche organolettiche, anzi

esalta i sapori e mantiene la struttura

dei cibi. Il basso costo di produzione ha deter-

minato un ulteriore aumento del suo

utilizzo, dal momento che la resa per

ettaro è da 5 a 10 volte superiore agli

altri oli vegetali».

‒ Quali sono invece le sostanze che potrebbero risultare nocive per il nostro organismo?«La letteratura scientifica non riporta

l’esistenza di componenti specifiche

L’olio di palma presenta un contenuto di acidi grassi saturi

superiore alla maggior parte degli altri grassi usati in alimentazione ma molto simile a quello del burro

Page 6: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

1110

dell’olio di palma capaci di determi-

nare effetti negativi sulla salute, ma

riconduce questi ultimi all’elevato

contenuto di acidi grassi saturi.

Il problema è nel consumo abituale

ed eccessivo dell’olio di palma, che

viene sommato a tutti gli altri grassi

saturi normalmente introdotti con

la dieta. Inoltre, recentemente L’EF-

SA (European Food Safety Authority

– Autorità europee per la sicurezza

alimentare) ha valutato i rischi per la

salute pubblica causati dalle sostan-

ze prodotte durante le lavorazioni ali-

mentari, in particolare quando gli oli

vegetali (tutti i tipi) vengono raffinati

ad alte temperature».

‒ Le suddette sostanze sono pre-senti anche negli altri oli vegetali?«Tutti gli oli vegetali contengono gli

stessi acidi grassi saturi e insaturi, ma

in quantità diversa. Per esempio l’olio

extra-vergine d’oliva ha l’80% di acido

oleico, mentre i grassi vegetali come

olio di palma, cocco, colza hanno un

contenuto estremamente elevato di

acidi grassi saturi pari ai grassi ani-

mali».

Elisa Poletti, Clara Caceffo

Comunicazione e infomarzioneIntervista con il giornalista Luigi Grimaldi

Abbiamo intervistato il giornalista Lui-gi Grimaldi, che ha chiarito il ruolo dei

mezzi di informazione nella diffusione

dell’opinione comune negativa sull’o-

lio di palma.

‒ Il “senza olio di palma” sta diven-tando sempre più una delle tante mode alimentari. Che ruolo ricopro-no i media nella diffusione di queste mode?«È necessario distinguere fra “comu-

nicazione” e “informazione”. La prima

è condotta da industrie private, asso-

ciazioni ambientaliste che diffondono

notizie che poi devono essere verifica-

te dalle testate giornalistiche che si oc-

cupano di “informazione”. Nonostante

le pressioni degli azionisti, che pos-

sono insistere affinché venga diffusa

una determinata notizia, il giornalista

dovrebbe lottare per il diritto all’infor-

mazione ».

‒ La campagna contro l’olio di palma viene portata avanti anche per moti-vi speculativi?«Sicuramente. Una campagna pubbli-

citaria nasce nel momento in cui i po-

tentati, muniti di strumenti finanziari

importanti, hanno degli interessi. Ciò

è accaduto con i noti fenomeni, ecces-

sivamente pubblicizzati, della “mucca

pazza” e dell’ “aviaria”, che hanno de-

stato scalpore e paura portando a un

arricchimento dei colossi farmaceutici

attraverso la vendita di vaccini e medi-

cinali. Allo stesso modo la campagna

contro l’olio di palma ha come fine

maggiori introiti per le aziende che uti-

lizzano altri tipi di oli».

‒ La diffusione di queste mode ali-mentari deriva anche dalla tenden-za delle persone a “credere a tutto”? Il problema è anche una scarsa in-formazione personale?«Certo, in un contesto favorevole

alla diffusione di notizie come quello

odierno è molto facile che una persona

consideri delle pillole di informazione

come certezze. Un lettore ha il diritto

di essere informato ma anche il dovere

di verificare che questo genere di dati

sia veritiero. Sempre più le persone

per mancanza di tempo e per pigrizia

recepiscono passivamente le notizie

e per questo poi le loro idee vengono

“manipolate” dai potentati.

Quindi in una società dove il consu-

mismo fa da padrone e la speculazio-

ne è all’ordine del giorno, abbiamo la

responsabilità di informarci per farci

un’idea che nasca da una base critica.

Quindi non dobbiamo soffermarci, per

inerzia, all’apparenza».

Evitare il glutine è dannoso

se non siete celiaciUn’altra sostanza evitata dagli allergici è il glutine, unica scelta possi-

bile per i celiaci, diventata negli ultimi anni sempre più una moda ali-

mentare anche per chi non è intollerante. Infatti il mercato dei prodotti

senza glutine è cresciuto a dismisura negli ultimi anni e la maggior par-

te dei consumatori sono persone perfettamente sane che scelgono di

comprare questi prodotti perché presumono siano più genuini e per la

loro ipotetica sostenibilità ambientale. Ma in realtà gli studiosi indicano

che in molti casi l’uso di prodotti senza glutine potrebbe rappresentare

un rischio, dal momento che il glutine è una sostanza necessaria all’or-

ganismo.

Chi si informa dovrebbe distinguere tra ciò che viene pubblicato a scopi pubblicitari e ciò che invece aiuta a farsi un’opinione

Page 7: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

Stiamo cercando il nome di Federi-ca Panizzo sui campanelli dello stu-

dio legale, quando lo sguardo cade

su una targa diversa dalle altre. Ci

guardiamo e, con un sorriso, capiamo

che è proprio quello della persona

da intervistare. Una certa curiosità

e sorpresa nasce in noi, tanto che,

dopo esserci sedute, non esitiamo a

chiederle: «Perché preferisce essere

chiamata avvocata?» E lei risponde:

«“Avvocato” toglierebbe respiro alla

mia femminilità e alla femminilità

che desidero portare nella mia pro-

fessione. Avvocatessa invece sarebbe

13

la rappresentazione sminuita di una

professione prettamente maschile».

Ma è stata veramente raggiunta l’e-

mancipazione femminile nel ventu-

nesimo secolo? Perché da un lato si

riscontrano sempre più casi di donne

emancipate, dall’altro le discrimina-

zioni nei loro confronti sembrano non

aver fine. Infatti, la cronaca nera non

ci dà pace: aggressioni, stupri, mob-

bing, stalking sembrano essere all’or-

dine del giorno per poi sfociare nei

casi più gravi nel femminicidio.

Secondo l’avvocata Panizzo «i casi di

femminicidio nascono da un retag-

gio patriarcale presente ancora nel-

la cultura e nella società italiana: la

vittima viene colpita perché non si

è adeguata, col suo comportamento,

al modello sociale androgino pensato

per lei, in cui si deve dedicare esclusi-

vamente alla cura dei genitori anzia-

ni, ai figli piccoli o a fare la casalinga

ecc... In una coppia eterosessuale, o

omosessuale, c’è sempre un soggetto

che fa da fulcro, dominando quindi

sull’altro. I casi di violenza si genera-

no anche da relazioni malate in cui la

donna è costretta per necessità, o da

una scelta sbagliata di partner che si

rivela un narcisista perverso».

Riguardo alle discriminazioni di ge-

nere, un esempio non molto lontano

da noi è quello della Svizzera, dove

le disparità salariali sono in continuo

aumento perché, nonostante l’artico-

lo 8 della Costituzione di quel Paese

sancisca l’uguaglianza fra uomini e

donne, queste ultime percepiscono in

media il 30 per cento in meno di sti-

pendio. «Le leggi in Italia ovviamente

ci sono – spiega l’avvocata Panizzo –

ma riflettono una miopia nella loro

applicazione. Infatti, in un codice penale dell’epoca fascista ancora in vigore (Codice Rocco del 1930) si

trova l’espressione “chiunque cagio-

na la morte di un uomo”, ora però an-

drebbe corretta in “chiunque cagiona

la morte di una persona”. La mentalità

sembra faccia fatica ad evolversi, ma

può cambiare attraverso la sensibi-

lizzazione, l’educazione nelle scuole

e una discussione più matura e con-

sapevole, indirizzata ad un approccio

culturale».

Anche lo sport è sempre stato carat-

terizzato dalla predominanza degli

L’arte diESSERE FRAGILI

Ma è stata veramente raggiunta

l’emancipazione femminile nel

ventunesimo secolo? Perché da un lato si riscontrano sempre

più casi di donne emancipate, dall’altro

le discriminazioni nei loro confronti

sembrano non aver fine

12

Page 8: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

1514

LA TERzA GUERRADI INDIpENDENzA

al Liceo Medi

uomini e questo segna profonde dif-

ferenze di genere. Anche oggi, infatti,

gli sport maschili sono più rilevanti

sia economicamente che socialmen-

te. Ciò deriva da concezioni basate

sulle caratteristiche fisiche dei sessi:

l’uomo risulta forte, competitivo, at-

tivo e quindi sportivo, la donna invece

più esile e debole, remissiva, passiva

e quindi più sedentaria.

Riguardo alla scuola, nel nostro li-

ceo il livello di presenza femminile è

molto alto. Infatti, dei 1020 studenti

presenti, 627 sono ragazze e solo 393

sono maschi. Nonostante questi dati

sorprendenti – a favore dell’emanci-

pazione femminile visto che un tempo

frequentare il liceo era una prerogati-

va maschile – a volte si percepisce il

fenomeno del “maschilismo striscian-

te” che si insinua nella società e an-

che nella scuola. Succede infatti che

in presenza di ragazze, alcuni ragazzi

facciano affermazioni o “frecciatine”

maschiliste e alcune volte offensive,

talvolta per scherzare, ma altre vol-

te credendo veramente a quello che

dicono. Quando alla domanda «Cosa

vuoi fare all’università?» una ragazza

risponde: «ingegneria!», piovono su-

bito su di lei commenti del tipo «Una

donna ingegnere? Di solito lo fanno i

maschi!». Si può dedurre che una par-

te della società è ancora convinta che

le donne non debbano essere prota-

goniste della propria vita e allo stesso

tempo ha paura che riescano a realiz-

zare i propri sogni e quindi affermarsi.

Ma allora come vivere l’emancipazio-

ne femminile oggi? Secondo l’avvo-

cata Panizzo «una donna sceglie di

essere emancipata decidendo per se

stessa a livello sentimentale, lavora-

tivo e relazionale e dicendo “io sono

solo mia”». E conclude: «Una donna

emancipata, secondo me, è una don-

na potente, non nel senso che ha tan-

to successo, ma resiliente, ovvero ca-

pace di resistere agli urti della vita. Io,

nonostante sembri una donna eman-

cipata esteriormente, mi sento inte-

riormente molto fragile, in quanto ho

dovuto, devo e dovrò combattere con

tanti pregiudizi. Bisognerebbe colti-

vare più umanità in questo mondo».

Francesca Anselmi e Nicole Tiziani

Federica Panizzo, avvocata penalista del

Foro di Verona.

È lo storico Cesare Farinelli che ci spiega in sintesi la battaglia che diede inizio alla Terza Guerra di Indipendenza. All’alba del 23 giugno 1866, i primi reparti militari, appartenenti al Regio Esercito Italiano valicarono il Mincio per dare inizio alla guerra per la liberazione del Veneto. Il conflitto vedeva contrapposte le forze italo - prussiane contro quelle austriache. La disastrosa sconfitta di Custoza maturò nel pomeriggio del 24

giugno 1866, quando i reparti italiani, mal diretti dai propri comandanti, cedettero di fronte agli attacchi degli austriaci e si ritirarono precipitosamente verso le rive del Mincio. Tutto sembrava perduto. Seguirono giorni di profondo sconforto e d’incertezza anche a causa della sconfitta italiana nella battaglia navale di Lissa. Grazie però alla vittoria dell’esercito prussiano, l’Austria alla fine cedette il Veneto al Regno d’Italia.

Matteo Chiaramonte

Page 9: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

16 17

La storia di Luigina SartoriEra domenica 24 giugno del 1866 e le campane del borgo di Custoza, che avevano il compito di segnalare alla popolazione l’inizio dello scontro, suonavano furiosamente. Con questa battaglia cominciava la Terza Guerra d’Indipendenza con le truppe austriache da una parte e l’esercito del

neonato Regno d’Italia dall’altra.Tra le persone che cercavano di ripararsi dall’imminente combattimento c’era anche Luigina

Sartori, una ragazza che di lì a qualche giorno avrebbe compiuto 13 anni. Possiamo imma-ginare che provasse paura, ansia, tensione e angoscia. Sentiva i rumori, le grida, i fucili

che sparavano. I due eserciti, italiano ed austriaco, combattevano in condizioni critiche, spossati dal caldo e dalla mancanza d’acqua. I soldati italiani dovettero affrontare gli scontri più accesi, che li videro protagonisti fra Oliosi, nel comune di Castelnuovo, e

Villafranca, dove nonostante lo zelo e il sacrificio uscirono sconfitti. Quando il generale italiano Alfonso Della Mormora ordinò la ritirata la battaglia

finì, portandosi via le storie, i nomi e i volti dei soldati e della gente comune. Anche Luigina oggi sarebbe una “senza nome” se il parroco del borgo, Luigi

Pigozzi, non avesse registrato il suo decesso proprio quella domenica del 24 giugno 1866. Perché, come ha detto il filosofo Walter Benjamin, «è più faticoso onorare la memoria di chi non ha nome che non di chi è conosciuto».

Intervista al direttore artistico della mostra Roberto Solieri

Il curatore della mostraLo storico Carlo Saletti– Cosa è stato il 1866 per l’Italia?«Il 1866 per l’Italia è l’anno della terza

campagna militare condotta contro gli

austriaci. Custoza è la prima battaglia

in cui si misura il nuovo esercito del

Regno d’Italia, perchè le campagne

precedenti erano state condotte sotto

il Regno Sardo-Piemontese, e quindi a

misurarsi sul campo era stato l’eserci-

to sabaudo».

Con lo scopo di informare gli studenti sullo scontro avvenuto nel nostro terri-torio nel 1866, è stata allestita al Liceo Medi la mostra “Il giorno della grande battaglia” dove, assieme alle informa-zioni di carattere storico, sono stati in-seriti pannelli che raccontano le vicen-de dei personaggi che hanno vissuto in prima persona lo scontro, sia soldati sia civili. Roberto Solieri, direttore artistico della mostra, ci ha illustrato come è strutturata.– Come è raccontata la battaglia di Custoza?«La battaglia di Custoza sostanzial-mente è raccontata attraverso un grande pannello che ripercorre le ore salienti della giornata. Il 24 giugno 1866 è stato teatro di combattimenti in due settori: quello occidentale e quello orientale, da Monzambano e Oliosi fino a Custoza e Villafranca. La battaglia è

raccontata attraverso le ore che van-no dalle ore 1 del mattino fino alle 23. Questo pannello permette di avere una visione d’insieme di tutta la giornata e di capire quali sono stati gli scontri o le offensive di entrambi gli schieramen-ti».– Quali sono i punti focali della mo-stra?«I punti focali sono innanzitutto uno sguardo sul campo di battaglia che ci fa

capire il dislocamento dei personaggi e delle forze militari nelle zone di com-battimento ed è molto significativo perché si entra a diretto contatto con gli ufficiali artefici della battaglia. Un altro punto molto importante è sicura-mente una vista attraverso gli oggetti parlanti che raccontano la storia delle battaglie. Ogni oggetto è un racconto a se stante e ripercorre varie tematiche della giornata. Un ultimo aspetto è un parallelo tra i luoghi della battaglia del 1866 e gli stessi scorci oggi. Abbiamo messo in relazione i disegni di Quinto Cenni, illustratore militare dell’epoca, e le foto di Fernando Zanetti che è riuscito a ricostruire gli stessi punti di vista».

Poletti Elisa, Fecchio Elena

– Come si sono svolti gli scontri più importanti?«Gli scontri della battaglia di Custoza

si sono svolti sostanzialmente dalle 5

del mattino fino alle 6 di sera, per cui

i soldati alla fine erano sfiancati. È sta-

ta complessivamente una somma di

scontri isolati, poco coordinati da par-

te italiana, soprattutto perché il nostro

esercito riteneva che gli austriaci non

fossero lì ma da tutt’altra parte. Scon-

tri molto violenti si sono accesi tra

Oliosi, nel comune di Castelnuovo, e a

Villafranca».

– Com’era l’equipaggiamento milita-re degli italiani e degli austriaci?«Gli armamenti individuali erano pres-

soché identici. Custoza è considerata

l’ultima grande battaglia combattuta

con i fucili, seppur a canna rigata, con

Il video / Interviste

Interviste di Alberto Freddo e Matteo Chiaramonte

un sistema di caricamento ad avanca-

rica. Questo spiega la famosa bacchet-

ta che doveva comprimere il proiettile

nella sua canna di lancio rallentando

la cadenza di tiro. E spiega anche il nu-

mero non eccessivamente elevato di

morti e feriti sul campo di battaglia».

– Quale fu l’esito della battaglia per l’esercito italiano? «La battaglia finì con una ritirata ita-

liana che avrebbe potuto essere tran-

quillamente recuperata se il generale

Alfonso Della Marmora, Capo di stato

maggiore, non avesse perso la testa.

Gli italiani avevano ancora 40 mila uo-

mini a disposizione e avrebbero quin-

di potuto muovere battaglia il giorno

successivo. Quando qualche settima-

na dopo la flotta italiana fu battuta a

Lissa dalla flotta austriaca la somma

di queste due sconfitte fu un disastro».

– E la popolazione come visse questo momento?«La popolazione all’epoca non era di-

rettamente coinvolta. La battaglia fu

combattuta di domenica, quindi im-

maginiamo che le campane di tutti i

paesini e villaggi suonassero mentre la

popolazione trovava rifugio nelle case

che non avevano cantine per nascon-

dersi.

Sono stati comunque accertati casi di

civili uccisi, come la piccola Luigina Sartori, tredicenne all’epoca, colpita

da un colpo di fucile». – Perché è importante ricordare queste date e questi episodi?«Determinati avvenimenti storici pos-

sono far capire tante cose anche sul

presente. Io faccio lo storico e quindi

naturalmente mi nutro di date e al-

cune di esse sono importanti e vanno

ricordate».

Page 10: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

1918

Il giorno 19 gennaio anche il Liceo Medi ha avuto il piacere di ospitare e intervistare l’autore del libro Mio fratello rincorre i disonosauri. Gia-como ha sottolineato che «la diver-sità è bellezza» e la bellezza si può cogliere in tutte le cose della vita, anche in quelle che capitano e che non si possono controllare.

«Gio era tutto, ma più di ogni altra

cosa era libertà. Lui era libero in tutti

i modi in cui avrei voluto esserlo io».

È così che Giacomo Mazzariol, un

ragazzo ventenne di Castelfranco Ve-

neto, descrive suo fratello Giovanni, un bambino con un cromosoma in

più, dai mitici poteri speciali. All’inizio

quando i suoi genitori gli annunciano

la bella notizia dell’arrivo di un nuovo

fratellino, Giacomo, tutto contento,

immagina la sua nuova vita con lui.

Col passare del tempo però scopre

che i poteri di Giovanni non sono spe-

Venerdì 25 novembre 2016 noi, ragaz-

zi delle classi quinte del liceo Medi,

abbiamo partecipato all’incontro

sull’educazione alla sicurezza stra-

dale tenuto dai Poliziotti della Stra-

dale, dagli infermieri del SUEM 118

Servizio Urgenza Emergenza Medica)

e dai Vigili del Fuoco. Grazie alle te-

stimonianze di alcune persone, tra

Una carellata tra gli studenti del Li-ceo Medi per capire cosa piace della scuola. Una cosa sembra condivisa dalla maggior parte degli intervi-stati: tutti si danno un gran da fare per rendere l’Istituto attivo e inte-ressante. Non è il posto per chi non ha voglia di impegnarsi. Gli altri certo non si annoiano, anche grazie alle molteplici attività extrascola-stiche che accorciano le distanze tra scuola e società.

Il video / Interviste

Interviste di Nicole Tiziani, Gaia Lazareviċ, Agata Tebaldi

Solo un cromosoma in più

Accendi il cervello, poi il motore

Cosa penso io del Medi?

ciali come credeva. Ha così inizio un

lungo percorso che vede Giacomo alle

prese con il mondo della sindrome

di Down. Nonostante l’iniziale diso-

rientamento causato dalla “stranez-

za” di Giovanni, Giacomo alla fine

scopre che quello del fratello è un

mondo semplice e libero che rapi-

sce tutti quelli che, anche se per

poco, ne fanno parte.

«Giacomo ha catturato l’attenzio-

ne degli studenti come raramen-

te è capitato in altre assemblee

– spiega la professoressa Giulia

Ottoboni – e non solo perchè

è giovane e ha parlato nella

lingua dei ragazzi. Ha comu-

nicato messaggi profondi e

autentici, nati dalla potenza

dell’esperienza e non dagli

artifici del pensiero. E questo

è arrivato dritto al cuore!».

Aziza Farooq

Adriana Cochior

cui gli atleti del GSC Giambenini e i fa-

miliari di alcune vittime della strada,

è emerso non solo l’aspetto tecnico

ma anche quello umano. Le parole

delle persone che hanno voluto rac-

contare la loro storia ci hanno toccato

interiormente tanto che in noi è nato

un desiderio forte di non rassegnazio-

ne e di non silenzio di fronte a queste

tragedie. Spesso oltre a dare la colpa

all’alcol, alla droga, a una distrazione

o a un colpo di sonno, non scaviamo

veramente nel profondo per cercare

la vera causa del problema: la manca-

ta educazione alla sicurezza stradale.

Bisogna partire proprio da lì!

Anselmi Francesca

NOTIZIEflash

Page 11: L’ARTE - liceomedivr.gov.it · Anselmi Francesca, Caceffo Clara, Chiaramonte Matteo, Fecchio Elena, Freddo Alberto, Lazareviċ Gaia, Polettti Elisa, Tebaldi Agata, Tebaldi Matilde,

20

w w w. l i ce o m e d i v r. g o v. i t