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L’analisi di regressione lineare ed i passaggi logici 1. Si ipotizza ipotizza e verifica tramite ispezione grafica una relazione funzionale una relazione funzionale lineare tra una variabile dipendente ed una o più variabili esplicative (indipendenti) 2. Si stimano i parametri stimano i parametri di tale relazione funzionale sulla base dei dati disponibili dati disponibili 3. L’analisi viene statisticamente verificata ricorrendo a diversi strumenti quali: i test statistici di significatività; costruendo intervalli di confidenza; ricorrendo al p- value (probabilità di commettere un errore di I specie). 4. Nel contempo si verifica che le ipotesi di base per l’utilizzo degli stimatori OLS siano rispettate. 5. 5. Infine si considera se il modello è Infine si considera se il modello è anche anche economicamente significativo economicamente significativo

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L’analisi di regressione lineare ed i passaggi logici

1. Si ipotizzaipotizza e verifica tramite ispezione grafica una una relazione funzionalerelazione funzionale lineare tra una variabile dipendente ed una o più variabili esplicative (indipendenti)

2. Si stimano i parametristimano i parametri di tale relazione funzionale sulla base dei dati disponibilidati disponibili

3. L’analisi viene statisticamente verificata ricorrendo a diversi strumenti quali: i test statistici di significatività; costruendo intervalli di confidenza; ricorrendo al p-value (probabilità di commettere un errore di I specie).

4. Nel contempo si verifica che le ipotesi di base per l’utilizzo degli stimatori OLS siano rispettate.

5.5. Infine si considera se il modello è Infine si considera se il modello è ancheanche economicamente significativoeconomicamente significativo

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La scelta del legame funzionale

• Il concetto di regressione è indipendente dalla linearità del modello utilizzato

• Viene utilizzato il modello lineare perché è più facile da interpretare

• Quando i dati disponibili, dovessero seguire un andamento diverso rispetto a quello lineare – laddove possibile – si interviene sulle variabili per “linearizzarle” (anamorfosi lineare)

• Nella regressione semplice il primo strumento per fare un’analisi preventiva della linearità è il diagramma a dispersione

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La regressione e la natura dei dati

• I dati che possono essere utilizzati nella regressione possono essere quantitativi e qualitativi;

• I dati qualitativi, se riguardanti variabili indipendenti, possono essere utilizzati attraverso l’uso delle dummy (ad.esempio maschio =1 e femmina = 0; si veda come esempio la matrice dei dati in Verbeek bwages)

• Se invece l’utilizzo delle variabili dummy riguarda le variabili dipendenti, noi ci troviamo innanzi ai modelli: A) LPM (Linear Probability Model); B) LOGIT model; C) PROBIT model;

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….e i dati di conteggio

• Occorre anche fare attenzione che la variabile dipendente non utilizzi dati di conteggio (ad esempio il numero di brevetti).

• Ed infatti in questo caso, nonostante le risposte siano discrete ed ordinate è possibile evidenziare due differenze importanti rispetto al caso di risposte discrete ed ordinate:

- il valore osservato può avere un significato cardinale e non semplicemente ordinale;

- Non esiste un limite superiore naturale per il risultato La classe dei modelli in questo caso sono i modelli di

Poisson e la binomiale negativa

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La regressione lineare semplice

Su n unità statistiche sono stati osservati i valori relativi a due due distinte variabili:distinte variabili:

Y variabile dipendente o variabile risposta

X variabile indipendente o variabile esplicativa

Sulla base dei dati osservati, effettuata una rappresentazione grafica delle osservazioni, può essere formulata la seguente relazione lineare

i i iY X u

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I parametri della retta di regressione

Dove:

- α e ββ sono i parametriparametri del modello di regressione- α è chiamata intercetta; ββ coefficiente di regressione

Occorre inoltre ricordare che mentre il termine di errore è una variabile casuale, la xi è “solitamente” considerata una variabile matematica.

i i iY X u

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Il modello matematico e il modello statistico

• Il termine ui, indica il passaggio da una relazione certa ad una incerta.

• Nel modello matematico la 1] viene riscritta senza il termine di errore; ad ogni valore di xi corrisponde un valore esatto di yi

• Nel modello statisticomodello statistico la relazione non è certa perché esiste il termine di errore.

• Per poter sviluppare una teoria econometricateoria econometrica è però importante fare delle ipotesi sugli erroriipotesi sugli errori.

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…..cosa troviamo nell’errore

- Nell’errore troviamo tutte le variabili non esplicitate nel modello

- Nell’errore troviamo anche gli errori di misurazione;

- Analizzare il comportamento dell’errore (le ipotesi) è importante per comprendere lo stesso significato della regressione

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Ma cosa rappresenta una regressione?• Regredire una variabile sull’altra, significa spiegare il

comportamento di una variabile mediante il comportamento di un’altra

• La retta di regressione esprime una tendenzatendenza; questo vuol dire che mediamentemediamente al variare della xi la yi assumerà certi valori (ricorda che c’è sempre un termine di errore!)

• Possiamo fare una considerazione di ordine generale: -la regressione rappresenta lo stesso concetto studiato con la

media aritmetica; -l’errore standard (media dei quadrati degli errori) della retta

di regressione equivale allo scarto quadratico medio. • Il modello di regressione quindi esprime una misura di

tendenza, alla quale viene associata una misura della variabilità (errore standard della regressione)(errore standard della regressione)

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…quale ipotesi sugli errori

1] La media degli errori deve essere uguale a zero: E(u) = 0

2] La varianza degli errori deve essere costante (omoschedasticità): E(u2) = σ2

u

3] Gli errori devono essere tra loro incorrelati: Cov(ui,uj) = 0

Dalla 1 e 2 segue – importante per fare inferenza statistica su parametri della retta di regressione:

4] Gli errori devono distribuirsi normalmente.

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…ancora sulle ipotesi di regressione

• Tra la 1 e la 2 è possibile inserire un’ ulteriore ipotesi che in molti casi viene implicitamente contenuta nella 1 e 2, ovvero:

2a) Gli errori sono indipendenti da Xi.

Le condizioni appena elencate possono essere così riassunte:

I termini di errore uI termini di errore uii sono estrazioni indipendenti da una sono estrazioni indipendenti da una

distribuzione normale (n.i.d) di media nulla e varianza distribuzione normale (n.i.d) di media nulla e varianza costantecostante

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Sul metodo di stima

• Il metodo di stima utilizzato per la specificazione dei parametri nel modello di regressione lineare è il metodo dei minimi quadrati;

• Esso impone che la distanza tra i valori osservati ed i valori teorici al quadrato sia un minimo considerando che l’errore o residuo è 5]:

ˆi i i i ie Y Y Y a bX

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….dalla popolazione alla retta di regressione campionaria e viceversa

• Il termine errore utilizzato nella vera retta di regressione della popolazione, diventa il residuo nella retta di regressione campionaria

• I coefficienti a e b, rappresentati nella 5] sono degli stimatori di α e β

• Cosa permette di utilizzare a e b come stimatori di α e β ?

• Il rispetto delle ipotesi 1] e 3], ci permette di affermare che lo stimatore OLS b, è il migliore stimatore corretto e lineare di β.

• Si dice così che b è lo stimatore BLUE (Best Linear Unbiased Estimator)

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…ancora sulla stima dei parametri

• Applicando il metodo dei minimi quadrati, a e b, sono scelti in modo da minimizzare la somma dei quadrati dei residui campionari 6]:

22

1 1

( , )n n

i i ii i

f a b e Y a bX

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….e sul procedimento matematico

Le condizioni necessarie per un punto stazionario sono date da

7]:

applicando queste condizioni, si ottiene il seguente sistema di equazioni nelle incognite a e b, da cui si ricava:

8]:

( , ) ( , )0

f a b f a ba b

1 1

n n

i ii i

Y na b X

2

1 1 1

n n n

i i i ii i i

X Y a X b X

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….ancora sul procedimento matematico

• Da cui si ottengono le seguenti 8] e 9] stime dei parametri considerando xi e yi come scarti dalla media:

a Y bX 2

1 1

n n

i i ii i

b x y x

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Ancora qualche riflessione • Ricorda che:Ricorda che: - I dati campionari sono solo una delle possibili

determinazioni, ovvero quella che è stata “estratta”- Che yi e ui, sono variabili casuali- Al variare del campione e, quindi, dei dati disponibili, si

modificherà anche la retta di regressione stimata;- ci muoviamo nell’ambito del campionamento casuale; la

distribuzione dei campioni, come ricorderai ha, sotto specifiche ipotesi, un andamento normale;

- Questo vuol dire che la possibilità di avere “cattivi campioni” è minore rispetto a quella di avere “buoni” campioni;

- Gli stimatori hanno anch’essi una distribuzione normale, e, quindi, la possibilità di commettere grandi errori è bassa.

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….è importante ricordare

• Lo stimatore bb ha anch’esso una distribuzione normale, esso inoltre è corretto, ovvero mediamente è pari al vero valore β della popolazione

• Per la correttezza dello stimatore OLS è sufficiente che i termini di errore abbiano media nulla e siano indipendenti da tutte le variabili esplicative, anche in presenza di autocorrelazione e eteroschedasticità.

• In presenza di autocorrelazione ed eteroschedasticitàautocorrelazione ed eteroschedasticità lo stimatore OLS può essere comunque corretto e consistente, ma solo relativamente efficientesolo relativamente efficiente (non è più BLUES)

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…come intervenire

• In questi casi lo stimatore OLS, sebbene corretto, non è il miglioremigliore

• A questo punto si aprono due possibilità:

1] Si può derivare un nuovo stimatorenuovo stimatore (GLS o minimi quadrati ponderati) che è BLUE

2] Si può continuare ad utilizzare lo stimatore stimatore OLSOLS, correggendo gli standard error per ammettere la possibilità di eteroschedasticitàeteroschedasticità e/o autocorrelazioneautocorrelazione

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….esiste però una terza possibilità

• Si ricordi infine che in molti casi la presenza di eteroschedasticità e/o autocorrelazione, indica una non corretta specificazione del modello.

• Si può quindi intervenire in un altro modo, ovvero riconsiderare il modello. riconsiderare il modello.

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La regressione lineare multipla

• Il modello statistico di riferimento può essere così stilizzato:

Quanto detto per la regressione semplice sulle iotesi di base, può essere riproposto per la regressione multipla

1 2 ... k 1 2 ky x x x u

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…la multicollinearità come ipotesi aggiuntiva

• Consiste nella dipendenza linearedipendenza lineare o quasi dipendenza linearequasi dipendenza lineare (un legame molto intenso anche se non perfetto) di due o più variabili esplicative, sebbene in letteratura non sia stata individuata una precisa “soglia”

• In presenza di una forte combinazione lineare delle variabili esplicative, si ha una perdita di efficienza degli stimatori;

• Si registra infatti un aumento della variabilità delle stime che quindi diventano meno precise

• Da un punto di vista concettuale, se una variabile è “collineare” con un’altra, vuol dire che è “ridondante” per spiegare la variabile dipendente (principio della parsimonia)

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….può essere misurata?

• Può anche essere computato il VIFVIF ( (Variance Inflation Variance Inflation FactorFactor)), basato sul coefficiente di determinazione multiplo R2

j relativo alla regressione della j-sima variabile esplicativa

• Valori superiori a 4-5 possono iniziare ad essere considerati sospetti

• L’inverso del VIF è il TOL = (1-R2)• TOL= 0 perfetta collinearità tra i regressori; TOL = 1 non

c’è collinearità tra i regresssori

2

11

j

VIFR

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…i rimedi possibili

• I rimedi possono essere diversi:

• A) eliminare la variabile collineare;

• B) trasformare le variabili iniziali, ad esempio inserendo una nuova variabile combinazione di quelle correlate.

• Se i dati sono in serie storica, può essere utile una trasformazione logaritmica, oppure una differenziazione

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Il modello si adatta bene ai dati?..L’R2

• Il coefficiente di determinazione “R2”, misura la quota di variabilità della Y spiegata dal modello, utilizzando quelle variabili.

• La devianza totale può essere scomposta nella devianza di regressione (devianza spiegata) e nella devianza residua (devianza non spiegata).

22 2

1 1 1

ˆn n n

i i ii i i

Y Y Y Y e

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ancora sulla valutazione del modelloancora sulla valutazione del modello

• Il coefficiente di determinazione R2=Devianza di regressione/Devianza Totale e varia tra 0 (indica che il modello non si adatta per niente ai dati) e 1 (il modello si adatta perfettamente ai dati).

• Può anche essere espresso come il complemento a 1 del rapporto tra la Devianza Residua/Devianza Totale

• Per valutare la bontà di una regressione è importante però guardare sempre gli errori standarderrori standard

• Inoltre se si vuole confrontare l’RInoltre se si vuole confrontare l’R2 2 di due regressioni di due regressioni diverse sarà bene considerare la numerosità delle diverse sarà bene considerare la numerosità delle osservazioni e il numero delle variabili esplicative inserite osservazioni e il numero delle variabili esplicative inserite nel modellonel modello

• Si perviene così all’RSi perviene così all’R2 2 correttocorretto

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…continua

• Si perviene così all’RSi perviene così all’R2 2 correttocorretto

• Se l’RR22 è alto, ma le tt hanno un basso livello di significatività statistica, questo è un segnale di multicollinearità

• Anche la matrice di correlazionematrice di correlazione è uno strumento diagnostico utile.

2 2( ) 11 1 1

( 1)RSS n k n

R RTSS n n k

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Significatività statistica dei parametri nel loro complesso

• Si può analizzare la significatività statistica dei parametri nel loro complesso

• La statistica statistica FF della tavola ANOVA può essere impiegata per effettuare un test di significatività per l’intero modellotest di significatività per l’intero modello utilizzando come ipotesi nulla e alternativa:

H0: β2 = β3 = … = βk = 0

H1: almeno un βj ≠ 0 j=2, …, k

• Ipotesi nulla (H0): le variabili esplicative non influiscono su variabili esplicative non influiscono su YY

• Ipotesi alternativa (H1):almeno una delle variabili esplicative almeno una delle variabili esplicative influisce su Y influisce su Y

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Il Test FIl Test F

• Sotto H0 il rapporto delle due quantità ESS (devianza spiegata) e RSS (devianza residua) - divise per i rispettivi gradi di libertà - si distribuisce come una variabile F di Fisher con (k-1) e (n-k) gradi di libertà

• Per sottoporre a verifica l’ipotesi nulla si procede come precedentemente fatto per la t;t;

• Si confronta - ad un determinato livello di significatività α - il valore F calcolato con il corrispondente valore della distribuzione F di Fisher teorico

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…ancora sulla F

• Se vale la seguente relazione (così come accadeva per la t), si rifiuta l’ipotesi nulla e quindi la regressione è nel complesso statisticamente significativa

• Ricorda infine che tra la statistica TT e la F esiste una precisa relazione

• Si può utilizzare anche il p-value che per rifiutare l’ipotesi nulla dovrà essere inferiore al livello di significatività prescelto

, 1 ,

/( 1)/( ) k n k

ESS kF F

RSS n k

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L’analisi dei residuiL’analisi dei residui

• Sia nella regressione lineare semplice, sia in quella multipla, l’analisi dei residui consente di diagnosticare il rispetto delle condizioni di base.

• Si ricordi che la violazione delle ipotesi di base, produce stime non efficienti e, comunque, possono portare a risultati fuorvianti.

• L’analisi dei residui è quindi determinante e può essere condotta mediante

A) ispezione grafica;

B) utilizzo di test statistici;

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L’Ispezione Grafica

Il grafico utilizzato è il diagramma a dispersionediagramma a dispersione che riporta i residui eeisis in ordinata in ordinata mentre, in ascissa è possibile riportare:

- i valori stimativalori stimati della variabile dipendentevariabile dipendente Ŷi (si evince la linearità del modello)

- i valorivalori osservatiosservati di una delle variabilivariabili indipendentiindipendenti Xj (questo è il diagramma più corretto per evidenziare l’eteroschedasticità)

Se le assunzioni sono verificate,assunzioni sono verificate, i residui danno luogo ad una nuvola di punti, e quindi nonnon esiste una particolare particolare struttura (andamento)struttura (andamento)

I punti del diagramma tendono a disporsi casualmente intorno allo 0

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……il grafico a dispersione….se le cose vanno beneil grafico a dispersione….se le cose vanno bene

-2

-1,5

-1

-0,5

0

0,5

1

1,5

2

2,5

0 50 100 150 200 250

Ŷ i

esi

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Il ricorso ai test..

• A) Esiste il Test di Linearità (Test Reset_Regression Equation specification Error Test)

• B) Esiste il Test per la verifica della Normalità degli errori/residui

• C) Esiste il Test per la verifica dell’Eteroschedasticità degli errori/residui

• D) Esiste il Test per la verifica dell’Autocorrelazione dei errori/residui

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Violazione dell’ipotesi di linearità

Si può diagnosticarediagnosticare principalmente in due modi:

1. osservando una certa strutturacerta struttura nei residui mediante ispezione grafica

2. Ricorrendo al Test Reset

-2

-1,5

-1

-0,5

0

0,5

1

1,5

2

-50 0 50 100 150 200

Vendite (valori stimati)

Res

idui

stu

d.

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Come intervenire…

Laviolazione delle ipotesi possono essere risolte trasformando le variabili:

1) Per la normalizzazione dei Residui

2) Per stabilizzare la Varianza errori

3-4) Per linearizzare le relazione

1)

2) log

3) log

4) log log log

Y X u

Y X u

Y X u

Y X u

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Ancora ispezione grafica

Per avvalorare l’ipotesi che la relazione stimata sia lineare nella trasformata, si esaminano i residui della nuova residui della nuova regressioneregressione e si verifica che non ci sia nessunanessuna particolare strutturastruttura

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Violazione dell’ipotesi di omoschedasticità

-3

-2,5

-2

-1,5

-1

-0,5

0

0,5

1

1,5

2

2,5

Variabile X

Res

idui

stu

dent

izzat

i

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…ancora sull’omoschedasticità

-2

-1,5

-1

-0,5

0

0,5

1

1,5

2

Variabile X

Res

idui

stu

dent

izzat

i

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I test dell’eteroschedasticità…

• Sono diversi ma noi considereremo solamente il Test di Breusch-Pagan (BP) e il test di White

• Il metodo di White è estremamente generale e la potenza del test è estremamente bassa se il numero di osservazioni è modesto

• Il test di (BP) è, spesso, anche per la facilità di calcolo il più utilizzato.

• Si ricorre ad una regressione ausiliara degli errori rispetto alle variabili esplicative, testando l’ipotesi nulla Eteroschedasticità non presenteEteroschedasticità non presente

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…la soluzione per l’eteroschedasticità

• Le soluzione consiste, come precedentemente illustrato:

• A) Nel trasformare le variabili in logaritmi;

B) Oppure, applicare stimatori diversi agli OLS, ad esempio il metodo GLS come il metodo dei minimi metodo dei minimi quadrati ponderatiquadrati ponderati (WLS)(WLS)

• Gretl esempio Price-Sqrm

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La regressione in serie storicaLa regressione in serie storica

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…le ipotesi di base sono sempre valide

• Queste ipotesi però vanno rispettate tenuto conto che esse si manifestano in serie storica.

• Formalmente le ipotesi di base così come formulate nella regressione cross-section, sostituisconi a i, t

• Lo stesso avviene per la stilizzazione della regressione lineare semplice

1] ytα0+β1xt+εt (vedremo che il modello presenta alcune particolarità)

esempio: • inflazione = α0 + β1 disoccupazionet+ εt (vedremo che il

modello presenta delle particolarità)

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…però ci sono anche i modelli dinamici

• I modelli 1] sono anche definiti modelli statistici;

mentre

2] ytα0+β0xt+ β2xt-1+εt

• Sono detti anche modelli dinamici e pur non mutando il significato del coefficiente di regressione essi presentano alcune particolarità

• Ad esempio nei modelli dinamici, come la 2] la somma dei coefficienti descrive l’effetto cumulato sulla y (long-run propensity)

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…cross-sectional e time series…

• Dal punto di vista metodologico il Pil nei diversi anni, il valore in ciascun anno rappresenta una variabile casuale, come particolare realizzazione;

• La distinzione tra processo stocastico e la sua realizzazione è la stessa distinzione che abbiamo fatto tra la popolazione ed il campione nei dati crss-sectional.

• Così come accadeva nel ragionamento cross-sectional, che utilizzavamo i dati campionari per fare inferenza sulla popolazione, nelle serie storiche noi utilizziamo i dati per fare inferenza sul processo stocastico sottostante che li ha generati.

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…anche nella regressione in serie storica

• Valgono le ipotesi di base che abbiamo già visto per l’utilizzo degli stimatori OLS nella regressione cros-section (teorema Gauss-Markov)

• Si ricordi che però l’ipotesi di errori non correlati, acquista maggiore rilevanza

• Le considerazioni fatte in merito alla forma funzionale, valgono anche nella regressione in time-series.

• Spesso nei lavori applicati, viene utilizzata la trasformazione logaritmica delle variabili;

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…variabili e “tempo”

• Spesso le variabili dummy possono essere utilizzate per isolare certi periodi che possono essere sistematicamente differenti da altri periodi.

• Molte serie storiche hanno una tendenza comune a crescere nel tempo e questo è il principale problema.

• Se le serie storiche contengono un trend nella stessa/opposta direzione, possiamo concludere in maniera sbagliata che un cambiamento in una delle variabili, causa un cambiamento nell’altra.

• Questo fenomeno è noto come regressione spuria

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…la stazionarietà…ovvero non c’è l’influenza del tempo

• Un particolare processo stocastico utilizzato nelle analisi di serie storiche è il processo stocastico stazionario;

• Un processo stocastico è un insieme di variabili ordinate rispetto al tempo;

• La stazionarietà di un processo si ha quando la sua media e la sua varianza sono costanti nel tempo e la sua covarianza dipende solamente dalla distanza legata ai due periodi

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…in sintesi si ha

Per la media

E(Yt) = μ

Per la varianza

Var (Yt) = E(Yt-μ)2=σ2

Per la Covarianza

γk =E[(Yt-μ)(Yt+K-μ)

Sono quindi invariati rispetto al tempo

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…un particolare tipo di processo stazionario

• Se il processo stocastico ha media 0, varianza costante ed è serialmente incorrelato allora siamo davanti ad un processo white noise

• Molte serie storiche economiche non sono stazionarie, il più chiaro esempio è il modello random walk

1] yt= yt-1+μt

Si può dimostrare che Var(yt) = tσ2

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…la radice unitaria e i trend stocastici

1] yt= ρyt-1+μt

Se nella 1, ρ=1 siamo in presenza di una radice unitaria che indica una non stazionarietà del processo;

Il termine non stazionarietà, passeggiata aleatoria (random walk), radice unitaria, trend stocastico possono essere utilizzati con lo stesso significato

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…ma le differenze prime sono stazionarie

• Ma è interessante notare che :

(Yt-Yt-1) = ΔYt= ut

• Quindi se Yt non è stazionario, la sua differenza prima è invece stazionaria

• Se dalla 1 passiamo alla 2 si ha:

2] yt=α+yt-1+μt

• Si ottiene un random walk with drift

• Il modello random walk è un esempio di quello che chiamiamo un processo a radice unitaria

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…il trend deterministico ed il trend stocastico

• Se il trend di una serie storica è una funzione deterministica del tempo, lineare quadrata, ecc.. Si dice che il trend è deterministico

• Il trend detrministico è quindi prevedibile infatti la 3]

3] yt= β1+ β2t+μt

È chiamata anche trend stazionario. Questo vuol dire che mentre la media di yt è β1+ β2t, e quindi non è costante, lo è la sua varianza.

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… in una serie storica possono coesistere trend deterministici e trend stocastici

4] yt= β1+β2 t+ β3yt-1+ μt

Se β1e β2 sono diversi da 0, ma β3<1Indica un trend stazionario intorno ad un trend deterministico

Si ricordi che un processo è integrato di ordine p, I(d),se viene differenziato d volte

Se viene utilizzata la differenza prima diciamo che la serie è differenziata di ordine 1, I(1)

La serie differenziata è uno strumento che può rendere la serie stazionaria, eliminando il problema relativo al trend stocastico o radice unitaria

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…per evidenziare la stazionarietà..

• Abbiamo l’ispezione grafica dei dati originari.

• Il correlogramma

• I test di stazionarietà (Dickey-Fuller test)