L'Amico del Popolo

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N. 46 - 26 Dicembre 2010 Esce il Venerdì - Euro 1,00 - www.lamicodelpopolo.net Anno 55 C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento 2 Palazzo san Domenico: presentata alla città la nuova rete idrica CITTÁ Caro Gesù a Natale ti chiedo... «Tu che cosa chiedi quest’anno a Gesù Bambino?» É la doman- da che a bruciapelo mi rivolge Alice, una bambina di 5 anni. «Io ho chiesto nella mia letterina Hello Kitty e la sua cucina e tu?» Silenzio imbarazzante... «non ho ancora pensato cosa doman- dare» è la risposta per togliermi dall’impiccio. Ma a casa quella domanda mi frulla per la testa «tu che cosa chiedi quest’anno a Gesù Bambino?» E così, ho preso carta e penna e... «Caro Gesù Bambino, sono passati parecchi anni da quando bambino ti chiedevo il mio gioco preferito come regalo di Natale mettendo la letterina sotto l’albe- ro addobbato di luci e tante stel- line. A ben pensarci oggi, come allora, ho tante cose da chiederti e se puoi ascoltami. Non ti chiedo un regalo materiale per poterci giocare ma un po’ di sollievo per chi soffre, per chi ha perso una persona cara, per chi ha scoperto di essere ammalato, per chi non ha un lavoro e nella vita ha rice- vuto solo porte sbattute in faccia, per chi si prepara all’incontro con Te... Caro Gesù Bambino, sono molte le cose che dovrei chiederti ma non sono più come i giocatto- li, sono più impegnative, quindi mi fermo qui. Anzi, no! Una cosa vorrei chiedertela con maggiore forza per la nostra società e per la Chiesa agrigentina. Liberaci in questo Natale dal conformi- smo, quella strana malattia che serpeggia un po’ dappertutto, là dove c’è un gruppo di idee diver- se, tende a comprimersi ed a ri- petersi per una instintiva difesa e un tentativo di sentirsi più forte e più sicuro. Ti chiedo questo caro Gesù Bambino, perchè mi pare di riscontrare una epidemia di con- formismo nella società attuale: partiti, associazioni, movimenti si stanno moltiplicando perchè ciascuno vuole accanto a sè la propria ombra e non sopporta la diversità, linee e prospettive divergenti dalla propria. Caro Gesù, quando sorge una conte- stazione, quando qualcuno ma- nifesta un pensiero o un giudizio nuovo che si allontana da quello già confezionato, ci si divide, non per meglio dialogare e far crescere una nuova dimensione culturale, ma soltanto per riunire attorno a sè quelli che si conformano al proprio punto di vista e così sen- tirsi coperti e sicuri. Purtroppo questa malattia, non risparmia neppure la tua Chiesa, caro Gesù, che, per tua volontà - pro- prio perchè cattolica, universale - dovrebbe essere la meno confor- mista, la meno attenta a cercarsi appoggi e sicurezze di numero e sintonie, perchè garantita da una certezza che non le viene dal suo interno. Non sei stato tu a parla- re di livito e di sale, di luce posta sul monte? Liberaci dal confor- mismo, Gesù e aiutaci ad uscire dal nostro piccolo mondo - da dove spesso condanniamo gli al- tri - per aprirci a tutti, per aprirci a quella carità che ti spinse, caro Gesù, a farti bambino impotente svestendo i panni della divinità deponendoli ai piedi della no- stra inquieta umanità. Dio è così amici, prendere o lasciare, acco- gliere o rifiutare o, peggio, mistifi- care. Buon Natale. Carmelo Petrone 3-5 Il Natale in Provincia di Agrigento SPECIALE NATALE 7 Siglato protocollo tra i Consorzi di legalità di Agrigento e Palermo PROVINCIA Q uest’anno voglio porgere a voi, cari lettori de L’Amico del Popolo, gli auguri di buon Natale con le parole di Mons. Tonino Bello. «Buon Natale, gente! Il Signore è sceso in questo mondo disperato. E all’anagrafe umana si è fat- to dichiarare con un nome incredibile: Emanuele! Che vuol dire: Dio-con-noi. Coraggio! Ai tempi di Adamo, “egli scendeva ogni meriggio nel giardino a passeggia- re con lui” (Gn 3,8). Ma ora ha deciso di starsene per sempre quaggiù, perché non si è ancora stancato di nessuno e continua a scommettere su di noi». Io aggiungo: scommettiamo un po’ di più su di Lui. Natale è la certezza di Dio presente nella nostra vita. Egli ormai sta con gli uomini. Non siamo soli, Lui è venuto a cercarci. Convinciamoci che il Signore non è venuto a meravigliarci con i Suoi miracoli, ma a proporci un progetto di vita nuovo, ad insegnarci un modo più autentico di essere uomini, a ricordarci che, insieme, possiamo realizzare un nuovo modello di umanità. Natale non è una fiaba, ma è un in- contro che obbliga a cambiare la vita. Le favole (che non cam- biano la vita) iniziano con: “C’era una volta” e fanno sgranare gli occhi per le storie ir- reali che raccontano. Anche la storia di Betlemme fa sgrana- re gli occhi, ma per le crude immagini che trasmette: è un insie- me di rifiuti, è un viag- gio difficile, è povertà, è una stalla, è poveri pastori, è Erode e bambini che muoiono. Ecco perché il voler essere buoni per un giorno, solo per una passeggera ecci- tazione di emozioni e sentimenti, stride con il vero Natale. Non è Natale se diventa l’unico giorno in cui si cerca di essere buoni o si parla di fraternità e di pace. Ho difficoltà a pensare che Dio scenda sulla terra, stu- pendoci - anzi scandalizzandoci - con il Suo modo imprevedibile di essere Dio, solo per chiederci di essere buoni per un giorno. I conti, secondo me, non torna- no. La storia di Betlemme, ricordiamo- lo, si concluderà sul Golgota e con la Pasqua. È un prezzo troppo alto, quello pa- gato da Gesù, per un solo giorno di bontà. Fa riflettere il rac- conto di Buzzati che parla di un gruppo di piccoli diavoli che, la sera di Natale tornano indietro con l’umore a pezzi. L’istruttore ne chie- de la ragione. Questi rispondono che la loro missione, in quel giorno, è stato un fal- limento, perché gli uomini sono diven- tati improvvisamente buoni e generosi. L’istruttore risponde di non preoccupar- si perché il giorno dopo tutto sarebbe tornato come prima. Natale vuole rinnovare e ampliare l’orizzonte dei nostri valori e cambiare il cuore di ognuno. Ecco perché è la festa della speranza. Il Natale di Gesù non può essere gior- no di festa per alcuni e di nostalgica tri- stezza per i più. È, e deve essere, invece, il giorno in cui tutti, sentendoci un’unica famiglia, sentiamo di metterci accanto all’altro per percorrere, ma non solo per un giorno, la strada della vita. In questi giorni di festa, per mettere in crisi i nostri criteri di saggezza umana, di finta prudenza e di equilibrio perbe- nista, riprendiamo in mano il Vangelo e rileggiamo con calma (come se fosse il Bambino a parlarci) la storia di Zaccheo, della samaritana, di Pietro, di Matteo… è un modo per entrare da protagonisti nella storia di Natale. Auguri! Un vero e buon Natale a tutti! A quanti nella vita sono più fortunati e possono decidere di trascorrere in festa i giorni natalizi. A loro l’invito di trovare il tempo per poggiare lo sguardo sul Bam- bino del presepe e di sentire cosa dice. Lui parla già e dice: “ho fame, ho sete, sono senza patria …” . Agli altri, i tanti, che guardano con tristezza al Natale perché per loro non è un giorno diverso dagli altri, di trova- re il tempo di guardare il Bambino di Betlemme e di ascoltare le Sue parole: “Non abbiate paura, non siete soli, ci sono io!” Aveva ragione Heidegger ad afferma- re: “Ormai solo un Dio ci può salvare” . Buon Natale! Vero Natale a tutti! + don Franco, Vescovo Buon Natale Con qut o numero s ospendiamo le pubblicaz ion i per il per iod o nataliz io. Ritorneremo in stamp a a gen naio. Buon Natale e F elic e An no 2011 Natale 2010 «Non è Natale se diventa l’unico giorno in cui si cerca di essere buoni o si parla di fraternità» Nella foto la natività del Presepe Popolare della Chiesa Madre di Favara

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edizione del 26 dicembre 2010

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N. 46 - 26 Dicembre 2010Esce il Venerdì - Euro 1,00 - www.lamicodelpopolo.net

Anno 55

C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento

C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento

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Palazzo san Domenico: presentata alla città la nuova rete idrica

cittÁCaro Gesù a Natale ti chiedo...«Tu che cosa chiedi quest’anno

a Gesù Bambino?» É la doman-da che a bruciapelo mi rivolge Alice, una bambina di 5 anni. «Io ho chiesto nella mia letterina Hello Kitty e la sua cucina e tu?» Silenzio imbarazzante... «non ho ancora pensato cosa doman-dare» è la risposta per togliermi dall’impiccio. Ma a casa quella domanda mi frulla per la testa «tu che cosa chiedi quest’anno a Gesù Bambino?» E così, ho preso carta e penna e...

«Caro Gesù Bambino, sono passati parecchi anni da quando bambino ti chiedevo il mio gioco preferito come regalo di Natale mettendo la letterina sotto l’albe-ro addobbato di luci e tante stel-line. A ben pensarci oggi, come allora, ho tante cose da chiederti e se puoi ascoltami. Non ti chiedo un regalo materiale per poterci giocare ma un po’ di sollievo per chi soffre, per chi ha perso una persona cara, per chi ha scoperto di essere ammalato, per chi non ha un lavoro e nella vita ha rice-vuto solo porte sbattute in faccia, per chi si prepara all’incontro con Te...

Caro Gesù Bambino, sono molte le cose che dovrei chiederti ma non sono più come i giocatto-li, sono più impegnative, quindi mi fermo qui. Anzi, no! Una cosa vorrei chiedertela con maggiore forza per la nostra società e per la Chiesa agrigentina. Liberaci in questo Natale dal conformi-smo, quella strana malattia che serpeggia un po’ dappertutto, là dove c’è un gruppo di idee diver-se, tende a comprimersi ed a ri-petersi per una instintiva difesa e un tentativo di sentirsi più forte e più sicuro. Ti chiedo questo caro Gesù Bambino, perchè mi pare di riscontrare una epidemia di con-formismo nella società attuale: partiti, associazioni, movimenti si stanno moltiplicando perchè ciascuno vuole accanto a sè la propria ombra e non sopporta la diversità, linee e prospettive divergenti dalla propria. Caro Gesù, quando sorge una conte-stazione, quando qualcuno ma-nifesta un pensiero o un giudizio nuovo che si allontana da quello già confezionato, ci si divide, non per meglio dialogare e far crescere una nuova dimensione culturale, ma soltanto per riunire attorno a sè quelli che si conformano al proprio punto di vista e così sen-tirsi coperti e sicuri. Purtroppo questa malattia, non risparmia neppure la tua Chiesa, caro Gesù, che, per tua volontà - pro-prio perchè cattolica, universale - dovrebbe essere la meno confor-mista, la meno attenta a cercarsi appoggi e sicurezze di numero e sintonie, perchè garantita da una certezza che non le viene dal suo interno. Non sei stato tu a parla-re di livito e di sale, di luce posta sul monte? Liberaci dal confor-mismo, Gesù e aiutaci ad uscire dal nostro piccolo mondo - da dove spesso condanniamo gli al-tri - per aprirci a tutti, per aprirci a quella carità che ti spinse, caro Gesù, a farti bambino impotente svestendo i panni della divinità deponendoli ai piedi della no-stra inquieta umanità. Dio è così amici, prendere o lasciare, acco-gliere o rifiutare o, peggio, mistifi-care. Buon Natale.

Carmelo Petrone

3-5

Il Natale in Provincia di Agrigento

Speciale Natale

7

Siglato protocollo tra i Consorzi di legalità

di Agrigento e Palermo

proviNcia

Quest’anno voglio porgere a voi, cari lettori de L’Amico del Popolo, gli

auguri di buon Natale con le parole di Mons. Tonino Bello.

«Buon Natale, gente!Il Signore è sceso in questo mondo

disperato. E all’anagrafe umana si è fat-to dichiarare con un nome incredibile: Emanuele! Che vuol dire: Dio-con-noi. Coraggio!

Ai tempi di Adamo, “egli scendeva ogni meriggio nel giardino a passeggia-re con lui” (Gn 3,8). Ma ora ha deciso di starsene per sempre quaggiù, perché non si è ancora stancato di nessuno e continua a scommettere su di noi».

Io aggiungo: scommettiamo un po’ di più su di Lui.

Natale è la certezza di Dio presente nella nostra vita. Egli ormai sta con gli uomini. Non siamo soli, Lui è venuto a cercarci. Convinciamoci che il Signore non è venuto a meravigliarci con i Suoi miracoli, ma a proporci un progetto di vita nuovo, ad insegnarci un modo più autentico di essere uomini, a ricordarci che, insieme, possiamo realizzare un nuovo modello di umanità.

Natale non è una fiaba, ma è un in-contro che obbliga a cambiare la vita. Le

favole (che non cam-biano la vita) iniziano con: “C’era una volta” e fanno sgranare gli occhi per le storie ir-reali che raccontano.

Anche la storia di Betlemme fa sgrana-re gli occhi, ma per le crude immagini che trasmette: è un insie-me di rifiuti, è un viag-gio difficile, è povertà, è una stalla, è poveri pastori, è Erode e bambini che muoiono.

Ecco perché il voler essere buoni per un giorno, solo per una passeggera ecci-tazione di emozioni e sentimenti, stride con il vero Natale.

Non è Natale se diventa l’unico giorno in cui si cerca di essere buoni o si parla di fraternità e di pace. Ho difficoltà a pensare che Dio scenda sulla terra, stu-pendoci - anzi scandalizzandoci - con il Suo modo imprevedibile di essere Dio, solo per chiederci di essere buoni per un giorno. I conti, secondo me, non torna-no.

La storia di Betlemme, ricordiamo-lo, si concluderà sul Golgota e con la

Pasqua. È un prezzo troppo alto, quello pa-gato da Gesù, per un solo giorno di bontà.

Fa riflettere il rac-conto di Buzzati che parla di un gruppo di piccoli diavoli che, la sera di Natale tornano indietro con l’umore a pezzi.

L’istruttore ne chie-de la ragione. Questi rispondono che la loro

missione, in quel giorno, è stato un fal-limento, perché gli uomini sono diven-tati improvvisamente buoni e generosi. L’istruttore risponde di non preoccupar-si perché il giorno dopo tutto sarebbe tornato come prima.

Natale vuole rinnovare e ampliare l’orizzonte dei nostri valori e cambiare il cuore di ognuno.

Ecco perché è la festa della speranza.Il Natale di Gesù non può essere gior-

no di festa per alcuni e di nostalgica tri-stezza per i più. È, e deve essere, invece, il giorno in cui tutti, sentendoci un’unica famiglia, sentiamo di metterci accanto all’altro per percorrere, ma non solo per

un giorno, la strada della vita. In questi giorni di festa, per mettere in

crisi i nostri criteri di saggezza umana, di finta prudenza e di equilibrio perbe-nista, riprendiamo in mano il Vangelo e rileggiamo con calma (come se fosse il Bambino a parlarci) la storia di Zaccheo, della samaritana, di Pietro, di Matteo… è un modo per entrare da protagonisti nella storia di Natale.

Auguri!Un vero e buon Natale a tutti!A quanti nella vita sono più fortunati e

possono decidere di trascorrere in festa i giorni natalizi. A loro l’invito di trovare il tempo per poggiare lo sguardo sul Bam-bino del presepe e di sentire cosa dice. Lui parla già e dice: “ho fame, ho sete, sono senza patria …”.

Agli altri, i tanti, che guardano con tristezza al Natale perché per loro non è un giorno diverso dagli altri, di trova-re il tempo di guardare il Bambino di Betlemme e di ascoltare le Sue parole: “Non abbiate paura, non siete soli, ci sono io!”

Aveva ragione Heidegger ad afferma-re: “Ormai solo un Dio ci può salvare”.

Buon Natale! Vero Natale a tutti! + don Franco, Vescovo

Buon NataleCon questo numero sospendiamo le

pubblicazioni per il periodo natalizio.

Ritorneremo in stampa a gennaio.

Buon Natale e Felice Anno 2011

Natale 2010«Non è Natale se diventa l’unico giorno in cui si cerca di essere

buoni o si parla di fraternità»

Nella foto la natività del Presepe Popolare della Chiesa Madre di Favara

� L’Amico del Popolo26 Dicembre 2010Città

Dopo l’inaugurazione di un terminal dei bus incompleto, quello di piazzale Ros-

selli, adesso il Comune di Agrigento presenta, con squilli di trombe, il progetto per il rifaci-mento della rete idrica.

Non che la notizia non sia di grande rilievo. Anzi. La nostra città ha aspettato per venti-cinque anni un progetto definitivo per l’am-modernamento della propria rete di approv-vigionamento idrico solo che, ad oggi, c’è una questione irrilevante in sospeso: ovvero che manca il finanziamento dell’opera. E trentacin-que milioni di euro, tanto costerà il rifacimen-to della rete, non sono spiccioli, soprattutto in tempi di crisi.

Ci sono voluto dieci mesi perché la commis-sione regionale ai Lavori Pubblici desse il via li-bera, nel novembre scorso, al progetto. Entro fine anno, tra l’altro, si dovrà svolgere una con-ferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri ancora mancanti, e fatto questo tutto passerà

all’Ato Idrico, che dovrà, a sua volta, attendere l’approvazione dell’assem-blea dei sindaci.

Dopo un quarto di secolo, tutto sommato, qualche altro mese non dovrebbe costituire una limitazio-ne particolarmente pesante, ma, a preoccupare, sono quei 35 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per finanziare i lavori.

Zambuto, seduto durante la con-ferenza stampa accanto all’ex asses-sore regionale ai Lavori pubblici Luigi Gentile ed al dirigente del Genio civile di Agrigento Domenico Armenio, da parte sua tenta di mi-nimizzare: «I soldi ci sono, basterà la volontà politica».

Non una prova da nulla, come dimostra-to in più occasioni. Del resto, ad esempio, il

Governo, nonostante i continui viaggi della “speranza” del sindaco Zambuto a Roma per chiedere al Guardasigilli Alfano di dare un’ac-celerazione al progetto (dopo 25 anni..) ha con-tinuato a sostenere che, l’opera, non aveva il ca-rattere d’urgenza e che per la sua realizzazione si sarebbero dovute “se-guire le procedure”.

Insomma, il progetto per l’ammodernamento, anzi, per la normalizza-zione della rete idrica di Agrigento, almeno sulla carta c’è. Ma cosa pre-vede?

Il progetto ricalca quello realizzato 25 anni

fa dal professore Curto per conto del Comune, almeno nelle linee di massima, ed è finalizzato ad ottimizzare la distribuzione evitando per-dite e sprechi.

Ad ogni serbatoio verrà asservito un tratto di rete. Questi saranno poi collegati tra di loro in modo tale che, in ogni zona della città, vi sia una portata idrica sufficiente a garantire il servizio. Si supereranno insomma i problemi di pressione che spesso provocano i lunghissi-mi turni a cui gli agrigentini sono tristemente abituati.

Per ottimizzare la fornitura sarà rifatta ex novo la rete idrica nel centro urbano e nel centro storico e verrà potenziata nelle zone periferiche, con nuove condotte realizzate in parallelo. Verranno realizzati, inoltre, nuovi allacci e rinnovati i contatori.

Altra novità interessante è la realizzazione di un sistema di telecontrollo per verificare le perdite ed apportare le manovre di chiusura alle condotte, monitorare in tempo reale i dati di portata e di pressione, necessari per i bilan-ci idrici ed il controllo delle perdite, che fino ad oggi hanno fatto sprecare tanto prezioso liquido.

Per fare tutto questo ci vorranno due anni. E per trovare i 35 milioni di euro?

Attendiamo che si trovi la “volontà politica”.Gioacchino Schicchi

In Breve palazzo san domenico Presentata alla città la nuova rete idrica

c’è tutto tranne i 35 milioni esercizi commerciali Deroga chiusura infrasettimanale e festivi

Gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio posso-no derogare all’obbligo della chiusura infrasettimanale (mezza giornata) e domenicale e festiva fino al 9 gen-naio 2011. Lo ha deciso il sindaco Marco Zambuto con un’apposita ordinanza sindacale. Tale decisione, posi-tivamente accolta dalle organizzazioni maggiormente rappresentative dei consumatori, delle imprese e del commercio e dei lavoratori dipendenti, vuole favorire una politica di incentivazione delle attività commerciali nonché una riqualificazione socio-economica del terri-torio a supporto dell’offerta di beni e servizi al turismo.

verDe pubblico ville cittadine aperte solo la mattina

L’Amministrazione comunale informa, tramite l’as-sessorato alle politiche relative al verde pubblico retto dall’assessore Olimpia Campo, che in occasione della ricorrenza delle feste di Natale, nei giorni 25 e 26 di-cembre, le ville comunali cittadine osserveranno l’ora-rio di ingresso ai visitatori dalle ore 7.00 alle ore 13.00. Appositi cartelli, indicanti detto orario, saranno apposti all’ingresso delle ville comunali.

piscina comunale chiusa dal 20 dicembre al 2 gennaio 2011

L’Amministrazione comunale, tramite l’assessore alle politiche per lo sport Roberto Campagna, informa che la piscina comunale di Villaseta, a partire da lunedì 20 dicembre e fino a domenica 2 gennaio 2011, in con-comitanza con le festività di fine anno, resterà chiusa all’utenza e alle attività agonistiche. Tale decisione è motivata dall’ordinaria manutenzione degli impianti, che era stata programmata da partire da giovedì 23, ma improvvisi inconvenienti tecnici hanno costretto ad an-ticipare la chiusura di qualche giorno. La piscina comu-nale riaprirà, osservando i normali orari di apertura al pubblico, lunedì 3 gennaio 2011.

inquinamento atmosferico incontro il 4 gennaio 2011

Riunione sulla qualità dell’aria il prossimo quattro gennaio indetta dall’assessore alla Salute Rosalda Passa-rello. L’incontro, che vedrà la partecipazione degli enti e delle associazioni ambientaliste sarà finalizzato a creare un osservatorio permanente in modo da porre in essere atti concreti per migliorare la qualità dell’aria delle zone interessate dagli sforamenti. In caso di miasmi, tra l’altro, è in funzione il numero operativo 320 2704426 concor-dato con l’Arpa, per segnalare eventuali anomalie.

valle Dei templi nuova illuminazione notturna

Nuova illuminazione notturna al Parco archeologico di Agrigento. Il percorso notturno accompagnerà i vi-sitatori dall’area del Quartiere ellenistico – romano al-l’area del tempio di Zeus fino alle 19 dal 27 dicembre prossimo. Novità assoluta è la collocazione nel piazzale Hardcastle dell’ “Angelo della Valle”, opera di Ernesto Lamagna già esposta nel corso della mostra di arte con-temporanea per il Tempio di Zeus, promossa dall’Une-sco e dalla casa editrice “Il Cigno”.

Primo premio un forno a micronde LG

Secondo premioun minipimmer Mr320

Terzo premio una caraffa filtrante

della Laica

N.B. Il sorteggio dei premi sotto indicati è riservato a tutti gli abbonati che, entro il 31 dicem-bre 2010, saranno in regola con la quota dell’abbonamento (controlla l’etichetta indirizzo sul tuo giornale dove è indicata la scadenza del tuo abbonamento).

Il sorteggio avverrà appena Poste Italiane avrà fatto pervenire tutti i versamenti effettuati entro il 31/12/2010.

Rinnova il tuo abbonamentoentro il 31 dicembre 2010e partecipa al sorteggio riservato a tutti gli abbonati al settimanale

in visita agli anzianiscuole SMS Luigi Pirandello

Da sempre il Na-tale è una ricorrenza molto attesa e sentita, che ci sorprende per il suo fascino carico di emozioni, di allegria, di generosità e bontà.

La calda e avvol-gente atmosfera trasmette serenità e armonia, un senso di dolcezza che ci invita ad essere più solidali a coloro che sono più soli o che atten-dono un gesto, una piccola at-tenzione in più, per non essere dimenticati.

Così, anche quest’anno, è stato desiderio degli alunni di due classi della scuola media Pirandello trascorrere una mat-tinata con gli anziani della Casa di riposo RSA (Residenza Sa-nitaria Assistenziale) del Viale della Vittoria, per festeggiare con loro il Santo Natale.

I ragazzi, accompagnati dai docenti Rosadea Sardini, Adriana Lopez e Pietro Conte hanno raggiunto la sede del-l’istituto, dove sono stati accolti, in modo affettuoso e cordiale,

dai responsabili Linda Zaccaria Fontana, Giuseppe Tamburello e da tutto il personale.

Gli alunni, guidati amorevol-mente da Adriana Lopez, han-no suonato ed eseguito canti natalizi, ninne nanne e nenie tradizionali, in un crescendo di allegria che presto si è trasfor-mato in una danza gioiosa e in vivaci girotondi tra alunni e anziani.

I ragazzi hanno poi offerto il loro piccolo dono: un plaid che i nonnini hanno apprezzato e subito utilizzato. Non poteva mancare, alla fine, la condivi-sione del panettone e dei dolci tradizionali.

P.C.

Inaugurato dal sindaco Zam-buto e dal direttore organizza-tivo Nino Amato, assieme a pa-dre Sardella e don Mario Sorce, la terza edizione de “Il presepe vivente” nella frazione di Mon-taperto

I visitatori potranno visitare il presepe anche il 26-30 dicem-bre e 2-5-6 gennaio con ingresso dalle ore 18.00. Durante il per-

corso degustazioni di prodotti tipici come il pane con olio, vino, carrube, minestra di ceci, fave, ricotta e formaggi, dolci e sfin-gi. Inoltre c’è un’area dedicata ai bambini (ccà si ioca, questo il ti-tolo dell’area), un mangiafuoco, giochi antichi e un carretto con un asinello. Inoltre è presente lo zoo e nei cortili delle rassegne teatrali e musicali.

III Edizione Presepe Vivente di Montaperto

Speciale Natale �L’Amico del Popolo26 Dicembre 2010

Gloria a Dio

nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama

Speciale NataleSiciliaNitÁ

Presepe, povertà ed educazione

“La Madunnuzza, a lu suli cusiva; / li robbi a San Giuseppi arripizzava, / pizzuddri novi e vec-chi ci mittiva, / cu tantu amuri ci l’arrizzittava. / Lu Bambineddru chiangiva, chiangiva, / la Ma-dunnuzza, duci, ci diciva: / ‘Zittuti, Figliu, ca ora ti pigliu, / panuzzu ‘un ci nnè, / ti dugnu ‘a nennè’”.

Che i Siciliani si esprimano, spesso, con eccessiva “ingenua” confidenza, col Buon Dio, è risaputo (non ci riferiamo alle bestemmie), e lo fanno, specialmen-te, riferendosi al Padreterno – nei confronti del Divin Figlio e lo Spirito Santo, sono più cauti.

Ma, è con la Madonna ed i Santi che la familiari-tà riguarda ogni espressione e azione della giornata - anche se concernono gli atti più umili - pur di sen-tirseli accanto, e quindi possibili interlocutori, e ma-gari a servizio, 24 ore su 24, di missive le più urgenti e pretenziose.

Nella poesia che abbiamo riportato, vanno sottoli-neati, tuttavia, sentimenti e bisogni fondamentali nel-l’espressione di una religiosità, popolare sì, ma anche carica di una necessità sostanziale di una compagnia e una condivisione del povero vivere quotidiano del-l’attività domestica, da parte delle nostre donne di un tempo, che portavano il peso di famiglie numerose e umili e faticosi lavori, che impegnavano, senza sosta, ogni ora del giorno. Si tratta della descrizione di una scena tipica, che poteva apparire di tutto riposo per le nostre donne, durante le ore del meriggio, quando il sole, anche d’inverno, riscaldava le viuzze e i cortili, invitando a sedere per rammentare giacche, panta-loni e biancheria, nonché confezionare e rattoppare calze e pedalini.

La nenia, veniva modulata quasi sottovoce, e si pensava alla Nascita del Bambino, il Figlio e Fratello di tutti. Non c’erano alberi di Natale e neanche da preparare il Presepe nelle case, mancava financo lo spazio. E poi, dove trovare le statuine e le immagini? Ci si preoccupava, tuttavia, di adornare “‘a Figured-dra” (Cappellina), che, almeno una, lungo la via, non poteva mancare.

Oh! La Novena di Natale! Si impazziva di gioia, noi fanciulli! Si andava in giro per le vie e viuzze del quartiere, agitando freneticamente “le fanare” (fiac-cole di paglia intrecciata), espressione della gioia di vivere che cantava dentro. Freddo o non freddo, piedi nudi o scarpe rotte, non era un problema; i fanciulli sgambettavano piroettando, mentre si attendeva che la gente si raccogliesse attorno alla Cappellina, ornata di verde e di splendenti mandarini, su cui si posavano gli avidi occhi dei più piccoli. Arrivava, infine, il cieco che suonava il violino e intonava la Litania “Tu scendi dalle stelle”.

Come potesse esplodere ed essere espressa tanta gioia da piccoli e adulti, in un ambiente di povertà ge-neralizzata, me lo chiedo ancora oggi, e me lo spiego solo persuaso che, allora, l’umile gente sentiva vera-mente accanto la Presenza di Maria e di Giuseppe, e anelava al meglio nella convinzione che solo nella Ve-nuta del Bambino di Tutti era la Pienezza, ed a nessu-no sarebbe mancato il necessario.

La povera gente, non pensava certo ad arricchire, era solo contenta che non mancasse il necessario, che si riduceva, spesso, a un tozzo di pane, qualche oliva e un po’ d’olio. Si poteva stare tranquilli, anche se il tozzo di pane mancava nel cassetto dell’unico tavolo della casetta, lo si chiedeva alla dirimpettaia, che era sollecita a soddisfare il bisogno, inviando uno dei più piccoli.

I fanciulli imparavano così il dovere della condivi-sione, ed a rendersi conto dei bisogni altrui, specie dei più anziani e ammalati. La mamma o la nonna, se a pranzo o a cena si poteva sottrarre un po’ di cibo per una famiglia più bisognosa, preparavano un piat-to ben colmo da farlo arrivare, con tanti saluti, ai de-stinatari.

Era, quella, la povertà evangelica? Noi fanciulli, si cresceva con la persuasione che patire la fame fosse una delle più gravi ingiustizie; pertanto, quel poco che la famiglia poteva dare come colazione, da consumare a scuola o nell’ambiente di lavoro, lo si condivideva, o barattava, a seconda del gusto, e nessuno consumava del tutto quello che portava, senza offrirne agli altri o senza darne se veniva richiesto. Condivisione e soli-darietà, non solo del cibo, ma anche di altri utensili od oggetti di prima necessità, che venivano messi a disposizione con naturalezza e generosità.

E c’era anche di più: la convinzione di commettere un sacrilegio, a sprecare cibo, indumenti o quant’al-tro. Tutto quanto poteva essere utilizzato, era grazia di Dio: se, dalla mensa o dalle mani, cadeva a terra un pezzetto di pane, lo si raccoglieva, lo si baciava e lo si metteva in bocca, mentre gli adulti ricordavano ai piccoli: “Stai attento, è grazia di Dio, e non va spreca-ta!” Anni difficili, certo, ma anche anni in cui i fanciul-li maturavano alla luce ed al caldo di princìpi chiari e forti, che avrebbero dato energia lungo gli anni, e non sarebbero stati mai dimenticati, anche se la ricchezza avesse varcato la soglia di casa.

Piresse

“Veniva nel mondo la luce vera, (…) A quanti l’hanno ac-colto, ha dato potere di diventa-re figli di Dio...”. (Gv 1,1-18).

Queste le parole dell’evangeli-sta Giovanni che hanno ispirato i collaboratori parrocchiali della Chiesa Maria SS.ma delle Set-te Spade di Licata a realizzare, come segno per la celebrazione della novena del santo Natale il simbolo che rappresenta la città “il Faro”.

Realizzato con tanto lavoro e ingegno il faro S. Giacomo di Licata riprodotto, s’innalza alto e bianchissimo a segnare

la via ai naviganti. A segnare una mèta o una tappa a quanti alzano lo sguardo per lasciarsi guidare dalla sua luce. Grande rilevanza ha avuto nei secoli, poiché l’economia licatese è prevalentemente basata su agri-coltura e pesca.

Questa “mangiatoia” che, quest’anno accoglierà la nasci-ta di Gesù, vuole rappresen-tare la nostra realtà, la vita del popolo licatese lacerata da re-centi fatti di cronaca nera che l’hanno vista protagonista. La natività rappresentata ai piedi del simbolo che ci rappresenta,

è un’occasione per risvegliare l’attenzione al Signore che vie-ne, manifestare che Gesù è la vera luce che vince le tenebre e il male. La luce della Sapienza di Dio, attraverso il Bambino di Betlemme, entra nella tormen-tata, e spesso, oscura storia del-l’uomo per rischiararla, darle un senso, e risanarla.

Solo Lui può restituire ai no-stri cuori rigogli di speranza, lasciamolo entrare. Guardiamo alla nuova realtà che sta per fiorire, a Cristo già presente in mezzo a noi.

Davide Trizzino

licata Parrocchia Maria SS.ma delle Sette Spade

il Presepe sotto il Faro

Per il terzo anno con-secutivo, il parroco don Luigi Mattina e il responsa-bile dell’ora-torio Nicolò Mac a lu s o , che ricopre anche la ca-rica di coor-dinatore della Consulta di Pastorale giovanile di Racalmuto ripropon-gono l’iniziativa del Borgo antico e Presepe Vivente. Quest’anno la manifestazione annovera oltre alla stori-ca collaborazione dell’Associazione “Cento mani per la comunità”, anche quella dell’amministrazione comunale e del Centro Studi Socio Culturale Regalpetra.

Grazie all’aiuto di alcuni sponsor tecnici la manife-stazione ha avuto inizio il 16 dicembre con il consueto corteo storico che partendo dalla chiesa Madre ha rag-giunto la Parrocchia Madonna della Rocca.

Altri appuntamenti il 26 e 30 dicembre ed il 2 e 6 gennaio, nei quali sono previsti anche momenti di de-gustazione di prodotti tipici.

racalmuto� Madonna della Rocca

il Borgo anticoSciacca Parrocchia San Pietro

la luce di Betlemme arde davanti al presepe

La parrocchia San Pietro di Sciacca, nel quartiere della Marina, rivive le sue più ge-nuine tradizioni natalizie, particolarmente sentite nella dinamica comunità parroc-chiale guidata da don Giuseppe Marciante.

Tutti i gruppi della pastorale parroc-chiale (scout, famiglie, corale, catechismo) partecipano attivamente alla preparazio-ne, realizzazione e celebrazione dei diversi momenti di Avvento e di Natale, illuminati dalla Luce della Pace di Betlemme che da questa parrocchia si irradia a tutta la città di Sciacca.

Il 19 dicembre è, infatti, arrivata la Luce di Betlemme, proveniente dalla grotta della natività ed è stata messa ad ardere davanti al presepe con i personaggi in ceramica sac-cense donati dal prof. Vincenzo Raso (il pre-

sepe è stato realizzato da Enzo Ciancimino e Luigi Gulino).

I ragazzi e le ragazze del noviziato scout durante il periodo della Novena hanno de-dicato ogni giorno un po’ del proprio tempo ai 15 ospiti della Casa di Riposo “ Suore del-la Carità del Preziosissimo Sangue” di Por-ta Palermo, animando la novena con i canti natalizi e riscaldando il cuore degli anziani ospiti della Casa di Riposo con la propria sorridente presenza ed il gruppo Famiglie ha organizzato una cena per i poveri.

La notte di Natale tutta la comunità di San Pietro, riunita attorno alla Luce della Pace, celebra la nascita con la mistagogia della “nascita vivente” e con le melodie na-talizie della sua corale.

Nino Porrello

Agrigento parr. san Gerlando: Il Natale dei vicoliAnche quest’anno si svolgerà “Il Natale dei vico-

li”. La manifestazione, tenutasi il 23 dicembre è stata ideata dalla comunità parrocchiale san Gerlando, gui-data dal parroco don Salvatore Russotto e da Gabrie-le Terrasi ed ha lo scopo di valorizzare e rivitalizzare quel cuore del centro storico di Agrigento dimenti-cato da tutti. L’iniziativa è stata caratterizzata da un percorso che dalla Cattedrale porta a Santa Maria dei Greci passando attraverso i vicoli che sono sconosciu-ti ed abbandonati (vicolo Arco di Spoto, vicolo San Martino, via De Castro, Cortile Garufo) dove, oltre a visitare i presepi artistici realizzati in Cattedrale e Santa Maria dei Greci e presso l’oratorio si sono potu-ti degustare prodotti tipici locali quali ‘u ministruni, a ricotta, ‘u pani cu l’oglio, ‘u pani ca sosizza, i formaggi, ‘u vinu e l’ova duri.

agrigeNto� Parrocchia San Giacomo

Presepe dolce presepeAnche quest’anno,

nella Parrocchia San Giacomo di Agrigento, verrà allestito il “Dolce Presepe”, giunto alla sua 29ª edizione. Dai primi di novembre, le mamme dei bambini dell’“Oratorio Insieme”, gestito dall’Uni-tà pastorale S. Giuseppe–S. Giacomo e dalle Suore Salesiane, hanno iniziato con pazienza a lavorare il cioccolato per realizzare casette, carretti, bancarelle, pastori, mulini, palme e pozzi, da deporre sulla scenografia, che sarà sistemata a giorni, dai papà nella chiesa di S. Giacomo.

Il presepe, che sarà inaugurato il 31 di-

cembre alle 18,30 dopo il Te Deum, oltre ai soggetti consueti, ospiterà una miniatura della Chiesa San Giacomo, il tempio dei Dioscuri, un mondo con i colori dei cinque continenti, alcune crea-zioni che riguardano il tema dell’immigrazione e della disabilità. Il Presepe

potrà essere ammirato tutti i giorni feriali dalle 16.30 alle 19.30, i festivi (1 e 2 gennaio ) dalle 10.00 (celebrazione liturgica) alle 12.15. Sarà distribuito ai presenti il giorno dell’Epi-fania, 6 gennaio 2011, dopo la celebrazione dell’Arcivescovo Montenegro alle 10.30.

Francesca Palumbo

foto Pitrone

� L’Amico del Popolo26 Dicembre 2010Speciale Natale

Natale a favara

Un presepe così...

parrocchia saN calogero

tante iniziative per ‘U Natali a s. calò

Natale è... e saràfavara Chiesa Madre

Un mese e mezzo di preparazione, 25 le persone al lavoro, 35 i personaggi

collocati. Sono queste le cifre del Presepe Popolare realizzato dai giovani del gruppo Giovanni Paolo II di Favara.

Scorci della Sicilia dell’800, fedelmente riprodotti rappresentanti, nei particolari, scene di vita quotidiana, del borgo cittadi-no e della campagna. Un suggestivo effetto scenografico riproduce le fasi dell’alba, del giorno, del tramonto e della notte in soli 4 minuti con una sorprendente riproduzione, in scala (nella fase notturna) delle costella-zioni visibili dal nostro emisfero nel mese di dicembre.

Numerosi i particolari da scoprire: la legna che arde nel forno ed il fumo che ne fuoriesce, la piccola novena, le sedie di pa-glia intrecciata fedelmente riprodotte e tan-te altre minuzioserie che il visitatore potrà cercare personalmente.

Quest’anno, come di consuetudine, il presepe si arricchisce di nuovi per-sonaggi. La scena della raccolta delle olive con l’asino caduto che perde il suo carico, rappresentano un singolare mo-tivo di attrazione, non tralasciando la splendida natività che, con la sua qua-lità artistica, può essere l’unico motivo di attrazione.

Un mix di personaggi che, con i loro mestieri ed i loro gesti raccontano un mondo lontano da noi e dal nostro quotidiano.

Ogni personaggio è una storia che ci vie-ne raccontata.

Persone realmente esistite, con i loro pensieri, le loro faccende, stanno a dirci che Cristo, non è solo nella grotta, ma è anche e soprattutto, nei gesti e nelle azioni di ognu-no di noi, in ogni tempo.

L’obiettivo del presepe popolare è infat-ti proprio quello di rappresentare scorci di vita passata, ormai scomparsi, ma non necessariamente legati al periodo storico di Gesù, Cristo vive, infatti, in ogni tempo della storia dell’uomo.

La scelta di realizzare un presepe po-polare, anziché uno storico, risiede nella tradizione siciliana (che ha la stessa radice della napoletana) di dare vita con la terra-cotta ai pastori dell’800. Grazie all’artista calatino Vincenzo Velardita, che ha rea-lizzato minuziosamente i personaggi in terracotta, i ragazzi del Gruppo Giovanni

Paolo II hanno potuto sbizzarrirsi nel co-struire intorno ad essi scenari autentici con realismo scenico, utilizzando polistirolo e cartapesta. Manca all’appello un ultima pa-storella rimasta a Caltagirone per questioni logistiche.. ci raggiungerà presto!

I giovani del Giovanni Paolo II peraltro si ritrovano collateralmente a sostenere un’ini-ziativa di solidarietà parrocchiale, ovvero quella di raccogliere fondi per i bambini di Betlemme e della missione di Ismani in Tanzania. Oltre a sostenere queste inizia-tive coloro che offrono almeno due euro, potranno vincere una splendida natività in terracotta di Caltagirone.

Tutti invitati allora a sostenere, vedere e scoprire personalmente i curiosi particolari!

Un grazie di cuore va a tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione del presepe popolare di Favara.

Calò Cassaro

Educare insieme: una “novena speciale” Come una “novena” ha preso il via, ideal-

mente, dal 16 dicembre la serie di Labora-tori che, la Comunità Ecclesiale, in collabo-razione con i dirigenti scolastici, realizzerà nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2011. Docenti, genitori, operatori pastorali ed esponenti delle istituzioni si ritroveranno settimanalmente per quattro incontri per riflettere e discernere. Tutor dei Laboratori i docenti universitari Roberta Di Rosa, Gaetano Gucciardo e la psicoterapeuta Angela Patti.

Per l’Immacolata festa dei fidanzati La festa dell’Immacolata ha visto

concludersi i primi due itinerari-corsi di fede in preparazione al matrimonio dei fidanzati che sposeranno nel 2011. Questi hanno dialogato e comunicato non solo fra loro ma anche con i coniu-gi appartenenti ai gruppi famiglia e con le giovani coppie che, meno di un anno

fa, avevano frequentato il corso prematrimoniale. L’8 dicembre i fidanzati hanno acceso l’albero di Natale della Matrice e le coppie del corso della parrocchia del Carmine si sono scambiati i regali natalizi. Da padre Totò Zammito hanno ricevuto parole intense e forti, d’affetto e di sprone.

Piazza dei Vespri certo non è piazza S. Pietro, però…Copiando da Roma anche a Fa-

vara, in occasione dell’Immacolata i bambini sono stati invitati a porta-re l’immagine di Gesù Bambino da mettere nel presepe casalingo. Ave-vano già acceso “la corona dell’av-vento”, ma il presepe è un’altra cosa!

Erano oltre 80 i bambini che, con la benedizione, hanno assistito alla inaugurazione del “presepe popolare” della Matrice. Anche nelle piazze antistanti le par-rocchie Ss. Pietro e Paolo, Itria, Carmine, capanne e striscioni, luminarie e festoni ricordano le novene che si celebrano alle cinque del mattino e alle ventuno.

Sostegno ai progetti di solidarietàOltre alla storica iniziativa del Gruppo Missionario della Par-

rocchia San Calogero, ad imitazione di questa, si sono sviluppate altre forme di partecipazione a progetti solidali.

Il Gruppo Famiglie della Matri-ce e il Gruppo Giovani “Giovanni Paolo II” delle parrocchie Matrice e Transito, promuovono le iniziative

della Custodia francescana di Terra santa a favore dei bambini di Betlemme e quelle della Diocesi di Agrigento a favore dei bambini di Ismani. Senza dimenticare la presenza e il sostegno all’Avodic, promettente associazione, fra le tante realtà di volontariato. Al contributo frutto della sobrietà, alla quale sono stati invitati per celebrare in verità il Natale di Gesù, uniranno i proventi della Ban-carella di Solidarietà e le elemosine di una raccolta volontaria di contributi mediante biglietti. Fra quanti contribuiranno sarà sor-teggiato una immagine in terracotta di Caltagirone, pezzi unici dell’artista calatino Vincenzo Velardita, offerta dalla Parrocchia.

Seconda giornata cittadina della S. VincenzoIl 2 gennaio in tutte le Ss. Messe della Comunità Ecclesiale di

Favara sarà celebrata la II giornata della S. Vincenzo. Per tre volte l’anno le parrocchie comunitariamente sostengono con giornata di preghiera e di raccolta la benemerita associazione.

Una novena di Natale davvero speciale quella organizzata que-st’anno dalla parrocchia San Calogero di Favara. Intense celebra-zioni e riflessioni saranno accompagnate da moltissimi momenti di aggregazione e festa che faranno rivivere la migliore tradizione. Davvero ricchissimo il programma di “U Natali a San Calò”.

Non mancherà davvero niente: dalla solidarietà alle degusta-zioni, dalla musica agli spettacoli. Il parroco don Pietro Profeta spiega che «sono iniziative che rafforzano fede e devozione. Ma – aggiunge don Profeta – è anche un modo per vivere bene in co-munione».

Il parroco ringrazia i tanti collaboratori e gruppi parrocchiali che «si sono prodigati senza risparmiare energie». Giovanni Gi-glia, uno dei promotori dell’iniziativa, evidenzia «il grande lavoro di sinergia tra i gruppi parrocchiali e invita a unirsi alla preghiera ed ai momenti di aggregazione tutti i rappresentanti delle novene di Favara e l’intera cittadinanza».

I responsabili del consiglio parrocchiale, Calogero Alessi e Sal-vatore Fazio sottolineano che «è un momento di comunione che impegna in maniera sana e mette insieme tutte le forze della co-munità, dai giovani alle famiglie, e le avvicina ai sani valori del Vangelo. Bisogna ringraziare e sottolineare il fervore creato da tutti i collaboratori parrocchiali che si impegnano con fede e de-vozione».

Il vasto cartellone ha avuto inizio il 7 dicembre con l’inaugura-

zione della XIV edizione della mostra missionaria “Un tuo gesto d’amore dona il sorriso a chi soffre”. Esposti i lavori realizzati arti-gianalmente dai volontari parrocchiali. Le offerte saranno devolu-te alle missioni dove c’è davvero bisogno: attraverso missionari fa-varesi, infatti da 12 anni la parrocchia sostiene bambini negli studi e li aiuta nella costruzione di strutture sanitarie. La mostra sarà aperta nel periodo natalizio dopo le Messe prefestive e domeni-cali. L’8 dicembre sono stati benedetti il presepe e il grande albero di Natale in piazza San Calogero. A seguire canti a cura dei ragazzi del Catechismo e del gruppo Giovani parrocchiale e degustazione dei muffuletti.

Ogni giorno dal 16 al 23 dicembre alle 19 la Santa Messa e la Novena animata dai ragazzi di San Calò con il suggestivo presepe vivente.

Tutte le sere poi alle 20,30 un particolare evento. Il 23 dicem-bre degustazioni e serata canora di beneficenza “Noi con Gesù, per loro” col gruppo giovani parrocchiale. Il 24 dopo la messa di Mezzanotte “Grandi auguri, degustazioni e brindisi”. Il 26 concer-to natalizio del Gruppo Armonico Incontri diretto dalla prof.ssa Graziella Fazzi. Il 6 gennaio l’arrivo a cavallo dei Magi.

Un ricchissimo cartellone quello del “Natali a San Calò” per pre-pararsi bene al Santo Natale ma anche per vivere insieme momen-ti di sana aggregazione nel rispetto delle migliori e antiche tradi-zioni popolari.

Nella foto il Presepe Popolare della Chiesa Madre di Favara

�L’Amico del Popolo26 Dicembre 2010 Speciale Natale

saNta margherita belice

betlemme giardino dei profumi

agrigeNto Parrocchia s. Giuseppe

Un presepe che racconta una storiaIl presepe può essere artistico o può esse-

re artigianale, può essere di fine porcellana, ceramica, legno o cioccolato. Conosciamo bene il presepe vivente che rappresenta le tradizioni popolari nostrane ed è ancora più famoso il presepe napoletano con le sue figu-re allegoriche.

Senza dubbio, il presepe, occupa uno spa-zio importante nelle chiese e nelle case dei cattolici di tutto il mondo. Spesso è anche espressione artistica della cultura della so-cietà dove nasce e così ammiriamo i colori e le forme che assume nei lontani angoli del mondo attraverso i mercatini solidali e le mostre delle missioni.

Spesso viene, però, dimenticato che il pre-sepe è una rappresentazione della storia della natività di nostro Signore. É la storia che ci viene raccontata dalla Liturgia, settimana dopo settimana, per tutto il periodo natalizio dall’inizio dell’avvento all’Epifania.

Così nasce l’idea, all’interno della comunità parrocchiale di S. Giuseppe, di creare un pre-sepe che racconta una storia: “La Storia”. Con l’idea nasce anche una fattiva collaborazione spontanea tra i vari membri della comunità parrocchiale: nell’arco di qualche settimana nascono i primi personaggi. Tutte le figure vengono realizzate in stoffa e lana, create e cucite dai membri dei vari gruppi della par-rocchia (catechesi, gruppo liturgico, gruppo ricamo e tante mamme e nonne volontarie). Per la realizzazione della struttura portante naturalmente è stata indispensabile la colla-borazione dei ragazzi del gruppo scout.

Un’attenta lettura della liturgia ci indica la strada: La Storia viene introdotta dall’annun-zio del profeta Isaia ed i protagonisti sono Maria, Giuseppe e l’angelo Gabriele. Poi ci vogliono i Magi e naturalmente alcuni pasto-

ri con le pecore e gli angeli. Decidiamo di aggiungere anche alcuni personag-gi simbolici che fanno riferimento al mondo delle persone con disabilità, dando seguito così ad un’idea della Caritas diocesana. Abbiamo voluto rappresentare visivamente le quattro parole chiave che ci indica la Liturgia del periodo d’avvento: camminare (I), accogliere (II), vedere (III) e non teme-re (IV).

Naturalmente, le prime puntate della nostra storia sono ambientate a Nazaret, nelle vicinanze della falegnameria di Giuseppe. Negli episodi successivi, i per-sonaggi si spostano verso il lato opposto del presepe, dove si trova Betlemme. Così il no-stro presepe cambia aspetto ogni domenica, rendendo visibili i temi principali della Litur-gia attraverso l’inserimento di nuove figure significative.

La storia inizia la I domenica di Avvento. Il presepe si presenta piuttosto spoglio, con solo poche figure. La figura centrale è del profeta Isaia, vestito di lino bianco, che an-nunzia l’arrivo del Messia. “In quel giorno un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” (Is 11,1). Simbolica è una figura con le stampelle che personifica la parola chiave della I dome-nica di Avvento: “camminare”. Intorno a loro, nelle campagne di Nazaret, si trovano vari personaggi pastorali.

La II domenica di Avvento si introduce la figura di S. Giuseppe. In mano porta il suo bastone con un piccolo germoglio, simbo-lo della profezia di Isaia che annunciò che il Messia sarebbe nato figlio della stirpe di Da-vide. Presentiamo anche una figura che accu-disce un bambino ammalato che personifica

la parola chiave della II domenica: “accoglie-re”. “Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi” (Rm 15,7).

Per la festa dell’Immacolata troviamo la figura della vergine Maria seduta nelle vici-nanze della falegnameria del suo promesso sposo Giuseppe. Con lei c’è l’arcangelo Ga-briele, una figura luminosa vestita di bianco con un giglio in mano che le dice: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te. Concepi-rai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo … e il suo regno non avrà fine” (Lc 1,28-33). Nella lontananza, si intravede una stalla con una mangiatoia che ospita un bue e un pastore con il suo gregge di pecore.

Sappiamo come finisce la storia e non è quindi difficile immaginare il quadro fi-nale, con l’arrivo dei Magi alla capanna di Betlemme il giorno dell’Epifania. E così si completa il nostro presepe: un presepe che racconta una storia, appunto. Semplice ed essenziale ma ricco di simbologia. Ma forse ancora più significativo è che viene costruito da noi tutti, che unisce la nostra comunità parrocchiale e che ci fa riflettere.

A. Maria van der Poel e Elena Rizzo

Il Giardino del Gattopardo di S. Margherita di Belice, citato nei Racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa come un paradiso di profumi, è stato il sito che la Co-munità ecclesiale di S. Margherita di Belìce ha scelto per attendere l’arrivo del Bambinello Gesù in questo Natale 2010.

Dopo il grande successo della I edizione del presepe vivente, questa II edizione, organizzata dall’Associazione “Il Sale della terra” in collaborazione con l’amministra-zione comunale, ha come titolo “Betlemme, Giardino dei Profumi”.

Il neo parroco don Filippo Barbera con gioia annuncia che la comunità ha scelto, per l’arrivo del Bambinello, il luogo più bello, suggestivo e pregnante di storia che il paese del Gattopardo possieda. Bello e biblico è il tema del profumo, fino ad arrivare a dire come l’apostolo Pao-lo: “Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo”.

Motivo di gioia ancora più grande è l’inaugurazione del presepe, giorno 25 dicembre, alla presenza del nostro ar-civescovo Mons. Francesco Montenegro.

F.B.

a cura di Gino FaragoneSANTA FAMIGLIA

Il Salvatore va salvato la Parola

Oggi, festa della Santa Famiglia, la liturgia ci propone l’episodio della fuga in Egitto ed il rientro nel villag-gio di Nazaret da parte della famiglia di Gesù (Mt 2,13-15.19-23).

Quella di Gesù è una famiglia nor-male, che deve affrontare i problemi quotidiani di tutte le famiglie, assi-curare protezione, sostentamento, serenità. Dio decide di farsi uomo e vivere come tutti gli uomini. Ma Gesù nasce e da subito la sua vita è in pericolo: la sua venuta nel mon-do preoccupa seriamente Erode che sente vacillare il trono. Alcuni coe-tanei di Gesù pagano con la vita la follia di questo re, e Gesù stesso è costretto a rifugiarsi in Egitto. Un angelo del Signore appare a Giusep-pe e gli dice: «Alzati, prendi con te il

bambino e sua madre, fuggi in Egit-to e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambi-no per ucciderlo». Il lettore attento ha colto già dei segnali per acco-stare l’evento della nascita di Gesù a quello di Mosè. Infatti secondo la tradizione rabbinica alla nascita di Mosè, annunciata mediante visioni, si verificano dei massacri di bambini neonati ad opera del faraone.

In contrasto con i Magi che, in Gesù, hanno saputo riconoscere il Messia e davanti a lui si prostrano per adorarlo, accogliendolo come il Salvatore che salva gli altri sottomet-tendosi alla sofferenza ed alla morte, Erode, il faraone del tempo, reagisce con timore alla notizia della nascita del Re dei Giudei. Va notato anche

qui che l’evangelista non tiene conto solo delle storie passate, ma sta an-ticipando le dure prove a cui andrà incontro Gesù durante il suo mini-stero, in modo particolare le tensio-ni con le autorità religiose e civili. Erode diventa il prototipo di quanti ostacoleranno l’esercizio del mini-stero di Gesù, specificamente Pilato e le autorità religiose. Gesù, presen-tato come Re dei Giudei, per Erode rappresenta una seria minaccia per il suo trono. Dal punto di vista di Erode, Gesù è un ribelle. Successiva-mente anche Pilato penserà di Gesù alla stessa maniera, uno cioè che avanza pretese politiche alla con-quista del trono d’Israele. Dunque anche per Pilato Gesù è un ribelle e questo determina la condanna a

morte. Dobbiamo aggiungere che anche i capi religiosi si comporte-ranno allo stesso modo, rifiutandosi di accettare la visita di Dio. Per Mat-teo, Erode rappresenta il precursore dei capi religiosi e la sua reazione a Gesù fa presagire la loro.

«Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto». Risalta subito l’obbedienza di Giuseppe all’ordine divino, che gli era stato comunicato in sogno: fede e docilità al Signore sono i cardini della sua esistenza. Aveva già pre-so Maria (1,24), ora prende anche il bambino per affrontare un nuovo percorso e garantire una certa si-curezza alla sua famiglia, in Egitto. Sorprende davvero questa disponi-bilità di Giuseppe: non parla mai,

ma è sempre disposto ad agire se-condo il progetto di Dio. La “notte” non è soltanto una indicazione cro-nologica per indicare le circostanze della fuga, ma è un preciso rinvio al significato più profondo che riveste nei testi biblici. Storia di una fami-glia, ma anche storia di un popolo. Come Israele anche Gesù dovrà co-noscere la sofferenza della schiavitù in Egitto, deve sperimentare la pre-carietà, l’abbandono della propria terra, l’esilio.

E qui non possiamo non intrave-dere problematiche attuali come il dramma degli sfollati, la solitudine di chi fugge clandestinamente in un altro paese, la miseria degli stranieri, dei senza tetto, che a volte troviamo morti a causa del freddo.

� L’Amico del Popolo26 Dicembre 2010Speciale Università di Agrigento L’Amico Promo

Una scommmessa sulla quale pochi avrebbero

puntanto ma che, oggi, si è rive-lata essere vincente.

Il Polo Universitario di Agri-gento, con l’arrivo del nuovo presidente, il prof. Joseph Mi-fsud ha avuto nuova linfa ma

soprattutto una visione inter-nazionale ed aperta all’area del Mediterraneo che ha permesso, in questi mesi, ad alcuni stu-denti di confrontarsi con colle-ghi dei paesi del Mediterraneo, quale ad esempio il Libano o di quelli emergenti, dell’Est Euro-pa come la Polonia.

Abbiamo incontrato il presi-dente del Polo, prof. Mifsud per fare una chiacchierata sul fu-turo del Polo e quali saranno i prossimi traguardi da raggiun-gere.

Prof. Mifsud la sua nomi-na come presidente del Polo Universitario di Agrigento non è stata esente da critiche da parte degli altri enti inte-ressati, Comune di Agrigen-to e Camera di Commercio, come sono oggi, dopo più di un anno i rapporti tra Polo ed i suddetti enti?

Credo sia normale guardare con attenzione tutto ciò che è “nuovo” e che arriva da un con-testo che è diverso da quello al quale siamo ordinariamente abituati.

É quindi, in questa ottica, che ritengo la mia nomina, due anni fa al vertice del Polo Uni-versitario di Agrigento, abbia destato qualche curiosità: ero un “soggetto” nuovo, provenivo da un contesto e da una nazio-ne diversa, anche se da sempre ho operato in Italia ed in Sici-lia. Credo quindi che qualche “curiosità” sia stata normale.

A distanza di due anni, ho avuto modo di conoscere e far-mi conoscere. Credo che que-

sto primo impatto ormai sia soltanto un lontano ricordo.

Ho ottimi rapporti di operosa collaborazione con tutti, compresi Comune e Camera di Commercio: questo non significa che non ci siano confronti e scambi

di idee.Dialettica significa espri-

mere ciascuno la propria opinione: occorre poi sinte-tizzare e trovare la soluzione migliore.

Tra le sue priorità rende-re il Polo di Agrigento un Università del Mediterra-neo, con scambi ad hoc con i paesi di quel bacino, come sta andando?

Far diventare Agrigento un polo universitario di eccel-lenza è da sempre stato il mio obiettivo.

Dopo due anni devo dire che siamo ormai a buon pun-

to. Abbiamo rapporti di scam-bio culturale con le principali Università del Mediterraneo, stiamo lavorando per attivare anche uno sportello Erasmus, periodicamente riceviamo in-viti per scambi culturali, invia-mo i nostri studenti all’estero per stages formativi.

Si tratta di traguardi rag-giunti, ma anche di punti di partenza.

Il nostro vero obiettivo è far diventare l’Ateneo agrigentino punto di riferimento delle Uni-versità del Mediterraneo.

É un obiettivo ambizioso, ma noi abbiamo tenacia.

Lingue straniere, master di specializzazione, scambi cul-turali con i paesi emergenti, in che direzione va il Polo di Agrigento?

Il Polo Universitario va in direzione di una internaziona-lizzazione della propria offerta formativa. In questo contesto abbiamo sempre ritenuto che l’insegnamento delle lingue straniere costituisca un pre-supposto indispensabile.

Abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi in direzione di un più incisivo insegnamento delle lingue straniere: abbiamo intensificato i corsi, i master, le relazioni internazionali con al-tri atenei del Mediterraneo.

Ormai il Polo Agrigentino è una realtà conosciuta non solo in Sicilia, ma principalmente nel Bacino del Mediterraneo: i nostri interlocutori sono prin-cipalmente gli atenei dei paesi rivieraschi del Mediterraneo

che chiedono di avviare inizia-tive di collaborazione con noi.

Quali i Corsi di laure a che ritiene non proprio adatti per il Polo di Agrigento e quali invece vorrebbe venissero at-tivati?

Credo che debba essere il mercato del lavoro a stabilire quali siano o meno i corsi adat-ti per la realtà agrigentina.

Una cosa è certa: Agrigento ha una vocazione spiccata-mente Turistica in ragione del proprio patrimonio culturale, e spiccatamente internaziona-le in considerazione della sua posizione strategica sul Medi-terraneo.

Quindi ritengo che le pros-sime scommesse, sulle quali dobbiamo puntare i nostri sforzi, siano i corsi di lingua, di beni culturali e di relazioni in-ternazionali.

Soltanto così potremo usci-re dalle secche della crisi, della marginalità e proiettarci in una dimensione europea.

La riforma dell’Università del ministro Gelmini sta al-zando un gran polverone in merito alla sua reale o meno utilità, lei, come presidente del Polo di Agrigento cosa pensa verrà fuori da questa riforma ed Agrigento come ne beneficerà?

Come tutte le riforme e le novità in genere, occorre sicu-ramente un periodo di assesta-mento prima di vedere se essa costituisca realmente un fatto positivo o negativo. Secondo me tutto ciò che è finalizzato a migliorare costituisce una novità positiva. Nel dettaglio aspettiamo di vedere quali sa-ranno le reali applicazioni.

Non è neanche detto che se ci dovessero essere degli aspet-ti negativi non si possa ricorre-re a dei correttivi.

Come sono i rapporti con l’Università degli Studi di Palermo e con il rettore La Galla?

I rapporti con l’Università di Palermo ed in particolare

con il suo Rettore prof. Rober-to La Galla sono sempre stati improntati al massimo rispetto reciproco ed alla massima sti-ma.

La Galla è stato un grande presidente di questo Polo, ed è tuttora un validissimo Rettore dell’Università di Palermo.

In più occasioni il Rettore La Galla mi ha sostenuto ed ha sostenuto gli interessi del Polo Agrigentino, in termini di risorse e di sviluppo dandomi concreta prova della sua sensi-bilità ed attenzione.

Come immagina il Polo di Agrigento nei prossimi cin-que anni?

Lo immagino come un Polo di eccellenza al quale le Uni-versità del Mediterraneo pos-sano fare riferimento per corsi di alta specializzazione e di perfezionamento.

Non possiano competere con i “colossi universitari” che hanno storia e tradizioni con-solidati da secoli.

Ma possiamo sicuramente ritagliarci il nostro spazio in-dividuando alcuni corsi di “ec-cellenza”, sui quali concentrare tutti i nostri sforzi.

Parlavo poco fa di Turismo, di beni culturali, di relazioni in-ternazionali, di alcune branche di ingegneria o di architettura.

La nostra è una società in continua evoluzione: tutto ciò che è gnerico è da scartare. Occorre specializzazione ed alta professionalità.

Noi che la metteremo tutta.

In breve Polo corsi di lingue per stranieri a breve la stipula della convenzione

Il Presidente del Polo Universitario della Provincia di Agrigento, Joseph Mifusud ha presentato nell’aula “Cre-scente” dell’Università agrigentina il progetto per la rea-lizzazione nella città dei templi di corsi di lingua italiana destinati agli estracomunitari di lungo soggiorno.

La frequenza dei corsi ed il possesso del relativo at-testato, sono stati resi obbligatori dall’entrata in vigore del “Decreto Maroni” per tutti i soggetti non apparte-nenti alla Comunità Europea che chiederanno il rilascio di un permesso di lungo soggiorno. Il progetto prevede la stipula di una convenzione tra il Polo Universitario di Agrigento e l’Università per stranieri di Siena, e quindi l’affidamento della realizzazione materiale dei corsi ad un “ente certificatore” riconosciuto dal Ministero degli Interni. La bozza di convenzione prevede anche l’inter-vento della Prefettura di Agrigento, che nel corso della cerimonia di presentazione era rappresentata dal Vice Prefetto Caruso e dal Capo di Gabinetto del Prefetto dott. Carnabuci. L’Università di Siena è una delle quat-tro Università Italiane ad avere riconosciuto dal Mini-stero degli interni l’accreditamento per il rilascio degli attestati di conoscenza della lingua per i soggiornanti di lungo periodo.

“Con la realizzazione di questi corsi per i soggiornanti di lungo periodo – dice il Presidente del Polo Universi-tario Joseph Mifsud – l’insediamento universitario agri-gentino si candida a conquistare il primato di unico polo dell’Isola abilitato al rilascio di attestati idonei a conse-guire gli attestati dei conoscenza presupposti per l’otte-nimento dei permessi di lungo soggiorno”. Per la ma-teriale realizzazione dei corsi di lingua italiana, il Polo a propria volta, potrà coinvolgere altri enti o strutture, anche di natura privata, dotati di idonea qualificazione accreditati presso le strutture riconosciute dal Ministero degli Interni.

sport concluso il torneo di calcetto

Si è concluso il torneo di calcetto a sei squadre organiz-zato dal Polo Universitario della Provincia di Agrigento e che ha visto ben sei rappresentative di studenti, apparte-nenti alle diverse facoltà dell’ateneo agrigentino contendersi il trofeo messo in palio dal Polo della città dei Templi. Con questa iniziativa il Polo Universitario ha voluto realizzare un momento di confronto agonistico e di aggregazione tra gli studenti. A tutti i giocatori che compongono le sei squa-dre che hanno disputato gli incontri sono state consegnate medaglie di partecipazione. “ Si è trattato di un’occasione di sano confronto tra gli studenti – dice il Presidente Joseph Mifsud – che ha stimolato la crescita e la conoscenza dei valori del rispetto delle regole e del sapere stare insieme ”

Mifsud ha auspicato che questo torneo di calcetto possa essere il primo di una lunga serie di attività agonistiche che coinvolgano gli studenti del polo agrigentino.

stages all’estero incontro con gli stagisti di ritorno dall’esperienza

Il Presidente del Polo Universitario Joseph Misud, ha incontrato al loro ritorno ad Agrigento i due neo laureati del Polo Universitario vincitori delle borse di studio messe a disposizione dall’Unione Industriale e dalla Confidi e che hanno da poco concluso gli stages di formazione - lavoro all’estero. Si tratta di Giuseppe Vullo e Anna Errore ambe-due laureati in ingegneria gestionale .

Giuseppe Vullo ha svolto uno stage di tre settimane pres-so la “Beirut Arab University” e presso la Banque MISR Li-ban, nonchè un corso di master alla Facoltà di Business ad Commerce Administration. Durante il periodo di soggior-no all’estero ha particolarmente approfondito gli aspetti di studio riguardanti la Organizzazione degli istituti di credi-to, il management e la leadership.

Anna Errore, invece, ha seguito uno stage formativo presso l’Università di Stettino, in Polonia e presso la Facoltà di Economia e Commercio e gestione dei servizi di quella città. Durante questo periodo ha seguito anche delle ri-cerche con la docente Malgoprzata Rochon sulle piccole e medie imprese e le aziende italiane che operano in Polonia.

Lo stage seguito dalla Anna Errore, inoltre è proseguito per altre due settimane presso una industria Italiana di ar-redamento che ha delocalizzato nella città di Stettino al-cuni propri insediamenti produttivi e nella città di Postim presso un’altra azienda italiana che opera nel settore dei trasporti marittimi. La realizzazione di queste due stages formativi all’estero è stata resa possibile grazie alle borse di studio messe a disposizione dall’Unione Industriale di Agrigento e dal Confidi. Il Presidente Mifusud durante l’in-contro ha ringraziato i rappresentati dell’Unione Industriali dott. Minino e del Confidi dott.ssa Marchia, sottolineando che questa esperienza rappresenta un esempio di fattiva e proficua collaborazione tra mondo accademico e mondo del lavoro.

safenav il wi-fi arriva al polo

É già attivo da ottobre con ottimi risultati, il nuovo siste-ma di sicurezza, filtraggio e archiviazione dei log per il con-trollo dell’accesso pubblico ad internet “SafeNAV HotSpot”. Grazie al protocollo d’intesa firmato nei mesi scorsi tra Il Polo Universitario della Provincia di Agrigento e l’azienda Essetech Srl, tutti gli studenti stanno usufruendo di questo servizio gratuito che permette di accedere alle risorse della “grande rete” nelle aree della struttura universitaria.

«Il futuro? Un Polo di eccellenza nell’alta specialità»

Polo UnIversItarIo dI agrIgento Intervista con il presidente prof. Joseph Mifsud

7 L’Amico del Popolo27 Dicembre 2009Provincia

I Consorzi per lo Sviluppo e la Legalità di Agrigento e Paler-

mo hanno firmato un accordo in Prefettura ad Agrigento con l’intento di avviare un confronto per rendere più efficace l’azione dello Stato nel contrasto al cri-mine organizzato e nel recupe-

ro dei beni confiscati alla mafia da destinare a finalità sociali ed occupazionali. Alla presenza del Prefetto di Agrigento, Fran-cesca Ferrandino, il presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio Sviluppo e Legalità, Giuseppe Siviglia, il vice sinda-

co di Agrigento, Massimo Muglia, in rappresentanza del sindaco Zam-buto, presidente dell’assemblea dei sindaci del Con-sorzio Agrigenti-no per la Legalità e lo Sviluppo, e il presidente del consiglio di am-ministrazione del Consorzio Sviluppo e Legalità, Orietta Mongiovì, hanno for-malizzato un’intesa per avvalersi reciprocamente delle rispettive competenze, professionalità ed esperienze, in modo da rendere ancora più efficace l’azione dello Stato volta a contrastare il crimi-ne organizzato e al recupero per finalità sociali e occupazionali dei beni confiscati alla mafia.

A tal fine hanno ritenuto opportuno creare un tavolo permanente composto da rap-presentanti dei Consorzi con il compito di coordinare le ini-ziative reciproche in materia di utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata nei ri-spettivi territori, monitorarne i processi ed i risultati, determina-re sinergie operative tra le parti.

L’accordo consentirà di svi-luppare un’azione di coordina-

mento per dare un indirizzo unitario alle azioni avviate sui di-versi territori provin-ciali, in coerenza con

il Protocollo nazionale sui beni confiscati che, traendo spunto dai tanti strumenti d’intesa sot-toscritti, ha cercato di ricondur-re ad unità le attività positive previste in ciascuno di essi, riu-nendo in un solo documento le azioni di tutti i soggetti che dal sequestro giudiziario conduco-no alla destinazione ed al mate-riale utilizzo del bene che viene così restituito e reso redditizio a favore della società civile.

Nell’impegno dei sottoscrit-tori non può mancare un am-pio spazio da dedicare alla sfida educativa come ad un grande segno di speranza, per promuo-vere, con il sostegno della scuola e dell’università, in territori ad altissima densità mafiosa, cultu-ra imprenditoriale tra i giovani e i disoccupati.

Solo così sarà possibile coin-volgere anche coloro che fino a qualche tempo fa mai avrebbero osato occuparsi dei beni confi-scati ai padrini di Cosa nostra.

Salvatore Pezzino

Brevi provinciaCollaborare per la legalitàpalazzo del governo Siglato accordo tra i Consorzi di Agrigento e Palermo

Il presepe nella villarIbera Villa comunale

provincia regionale nuovo azzeramento della giunta

Il presidente Eugenio D’Orsi ha proceduto all’azze-ramento della Giunta provinciale. Un’accelerazione im-provvisa dettata pare dall’out-out imposto dal governa-tore Raffaele Lombardo di cacciare dalle giunte guidate dal Mpa, gli esponenti del Pdl e del Pid e di creare lo stesso scacchiere politico in atto alla Regione con Mpa, Pd, Udc e Fli. Richiesta che D’Orsi ha sempre respinto e smentito.

aeroporto la Kpmg predisporrà il business plan

Lo scorso settembre, come è noto, la Kpmg Advisor di Roma si é aggiudicata la gara per la predisposizione del bu-siness plan per la realizzazione dell’aeroporto di Agrigento. L’affidamento è ufficialmente avvenuto lo scorso 14 dicem-bre: adesso i tecnici della società dovranno predisporre una relazione preliminare nella quale spiegheranno la procedu-ra per l’elaborazione del piano, dal quale dovrà evincersi la convenienza nella costruzione e nella gestione della scalo aeroportuale agrigentino. Dal momento in cui la relazione sarà consegnata, la Kpmg Advisor avrà 90 giorni di tempo per consegnare gli elaborati richiesti.

associazionismo congresso provinciale Uciim

Si è tenuto nei giorni scorsi il Congresso Provincia-le dell’associazione che raccoglie i docenti cattolici e che da diversi decenni rappresenta il punto di riferimento per la riflessione sulla scuola e sui percorsi formativi ed educativi impiantati sulla spiritualità cristiana e sui valori evangelicamente ispirati. La città di Canicattì, ha ospitato i delegati delle diverse sezioni presenti ed operanti nei cen-tri della provincia diocesi di Agrigento. I lavori sono stati guidati da Anna Biscazza Madeo, vicepresidente nazionale UCIIM, che ha coordinato il dibattito e le successive ope-razioni elettorali. È stato così eletto il Consiglio Provinciale composto dai docenti: Francesco Provenzano, presidente, Carmela Campo, vicepresidente, Patrizia Fazio Tirrozzo, vicepresidente, Giuseppe Ingaglio, segretario, Giovanna Insalaco Leone, Carmela Intorre, Nora Iacolino, Salvato-re Lombardo, Riccardo Scuderi. Consulente Ecclesiastico Provinciale è confermato il sacerdote Mario Sorce.

Rubrica a cura dell’Avv. Adele Falcetta

Per ulteriori chiarimenti o per informazioni rivolgersi a:Avv. Adele Falcetta, via S. Francesco n. 15 - 92100 Agrigentoe-mail: [email protected] - tel./fax 0922 556222 - Cell. 338 3971821

L’ANGOLO DEL CONSUMATORE

Quali sono le disposizioni vigenti per il rinnovo della patente di guida da parte degli ottantenni? (G.F., Agri-gento).

La questione è regolata dal decreto del Ministro delle in-frastrutture e dei trasporti dell’8 settembre 2010, che rende operative le norme previste dal nuovo codice della strada. Per il rinnovo della patente di guida da parte di conducenti che non abbiano ancora compiuto 80 anni di età ma ab-biano compiuto i 77 anni di età (art. 3) sono previste due possibilità: rinnovo fino al compimento degli 80 anni, se si esibisce un certificato di idoneità dei requisiti fisici e psi-chici rilasciato da un medico monocratico; rinnovo fino alla data indicata nella certificazione rilasciata dalla Com-missione Medica Locale e comunque non oltre gli 82 anni di età. É infatti previsto che “I conducenti in possesso di titolo di abilitazione alla guida del ciclomotore ovvero di patente di guida delle categorie A, B, C ed E che, avendo superato settantasette anni ma non ancora ottanta, se esi-

biscono certificato di idoneità dei requisiti fisici e psichici rilasciato da uno dei medici certificatori monocratici di cui all’art. 119 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni ed integrazioni, conseguono il rinnovo di validità fino alla data del compimento dell’ot-tantesimo anno di età.’ I conducenti in possesso di titolo di abilitazione alla guida del ciclomotore ovvero di patente di guida delle categorie A, B, C ed E che, avendo supera-to settantasette anni ma non ancora ottanta, provvedono a rinnovare la validità del titolo di abilitazione alla guida posseduto previa visita per l’accertamento dei requisiti fisici e psichici presso una commissione medica locale di cui all’art. 119, comma 4, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni ed integrazioni, conseguono il rinnovo di validità della patente posseduta fino alla data indicata nella certificazione rilasciata dalla predetta commissione e comunque non oltre l’ottantadue-simo anno di eta’.’’

Sarà senza dubbio un presepe suggesti-vo quello del 2010. La rappresentazione scenica della nascita di Gesù, con perso-naggi viventi e con opere artigianali sarà, infatti, allestita all’in-terno della grande vil-la comunale, nei giorni 26, 28 e 30 di-cembre e il 2, 4 e 6 gennaio 2011, per l’occasione i giardini pubblici riberesi rimarranno aperti dalle 18 alle 22 nel-le giornate della manifestazione.

Il presepe vivente sarà realizzato dal comitato della festa di San Nicola che, negli anni scorsi, aveva trovato sistemazione nell’area adiacente alla chiesa di via Ciliberto.

14 i mestieri di un tempo (falegna-me, ceramista, fornaio, lavandaia, or-

tolano, pastone, fab-bro e calzolaio) che prenderanno vita tra i viali della villa co-munale in ambienti artigianali. Sarà pre-sente pure un piccolo zoo di animali dome-stici.

I visitatori che, si annunciano numerosi, potranno degustare prodotti locali come olive, formaggio, arance, pane con l’olio, dolci, spremute, frittelle, pasta con la mollica e minestra. All’interno della villa sarà possibile poter visitare l’area della fiera del Natale con l’esposizione dei prodotti agro-alimentari e l’area della mostra dei presepi artigianali realizzati con carta, vetro, plastica, sughero e rame.

Enzo Minio

I favaresi aiutano i loro concittadinifavara raccolta straordinaria di generi alimentari

Un grande evento di solidarietà che ha mobilitato un’intera città: tutte le parrocchie unite, 200 volontari giovani e adulti, migliaia di favaresi che hanno contribuito con le loro offerte, centi-naia di persone, circa 400 famiglie, che riceveranno un aiuto. La città si è mes-sa in moto per sostenere chi soffre: è stata questo “Favara aiuta Favara”, la maxi raccolta di solidarietà nei super-mercati giunta alla IV edizione.

Ad organizzarla la Consulta pa-storale giovanile presieduta dal giornalista Salvatore Fazio. Quest’anno hanno collaborazione Comune, Confraterni-ta della Santa Croce del Calvario, le associazioni giovanili “Bedda Favara” e Nicodemo e le emittenti locali Sicilia Tv e Radio In.

Come ogni anno i beni sono stati consegnati subito alle parrocchie: saranno così i sacerdoti, che con discrezione conoscono le situazioni di reale bisogno, a farli arrivare alle famiglie povere. 16 punti vendita coinvolti, 12 ore di colletta no-stop, dieci operatori sui quattro furgoni hanno fatto la spola tutto il giorno tra supermercati e il centro di raccolta dove 50 giovani hanno lavorato per sistemare i beni raccolti

dalle sette del mattino a mezzanotte. L’evento concretizza il messaggio

di comunione del Vescovo Montene-gro. Nel dettaglio sonon stati raccolti: 2.782 chili di pasta, 237 di zucche-ro, 271 confezione di cibo in scatola, 1.123 scatole di pomodoro, 48 litri di olio, 788 di latte, 341 di cibo per bim-bi, 152 di bevande, 732 confezioni di dolciumi, 99 panettoni, 130 confezioni di legumi. In totale sono stati offerti 6.816 beni, meno rispetto allo scorso

anno.«Un grande grazie a quanti hanno contribuito - dice il

presidente della Consulta, Fazio – perché, nonostante le difficoltà economiche Favara dimostra comunque di essere generosa. C’è stata una straordinaria mobilitazione di vo-lontari, soprattutto tantissimi giovani, che entusiasti si sono impegnati dimostrando sensibilità».

Per l’arciprete don Mimmo Zambito «l’iniziativa rafforza sensibilità e impegno comunitario delle parrocchie, confer-ma l’entusiasmo della pastorale giovanile e invita a riflettere sui segni dei tempi alla luce del Vangelo».

C.S.

verificatosi un altro cedimento stradale

sCIaCCa Rete fognaria

Non è un regalo natalizio. Piuttosto l’ennesima voragine nelle fogne cittadine questa vol-ta in via Morandi appena fuori Porta Palermo. Il 19 novembre qualche metro più sopra si era aperta un’altra voragine, proprio nel percorso della medesima di-scesa fognaria. Verrebbe da dire, “chi più ne ha più ne metta!”

Non si tratta di fatti acciden-tali, a soffrirne i residenti ed il transito. Si tratta, in ogni caso, di una rete fognaria vetusta e su cui, assai spesso, il manto di asfalto poggia sul nulla.

Girgenti Acque si affanna in provvedimenti-tampone, ma insufficienti a superare simili

gravità. Appena un mese fa si è verificato identico cedimen-to nella via P. Gerardi, in pieno centro storico: ben altra emer-genza.

Si è posto sul tappeto il coin-cidente dilemma di far effettua-re le sfilate dei carri allegorici del celebrato Carnevale dalla detta via Gerardi, oppure trasferire la manifestazione al quartiere “Perriera”, dove in anni appena trascorsi la tradizionale ker-messe ha avuto luogo, di facile accesso per i turisti ai quali si ri-chiederebbe il pagamento di un biglietto per alleviare la spesa organizzativa.

Francesco Cassar

Concorso per presepi burgIo Presepinfesta 2010

Al via, a Burgio, la III edizione dei “Presepinfesta 2010”. L’am-ministrazione comunale, in col-laborazione con la parrocchia, la Proloco “Terra di Burgio”, le as-sociazioni “Sotto la stelle” e “San Vito Martire”, hanno promosso anche quest’anno un concorso per la creazione di presepi artistici realizzati in palazzi antichi, chiese e in suggestivi luoghi aperti. Così sono stati realizzati, 11 enormi prese-pi, di cui 3 viventi.

I presepi rimarranno aperti fino al 6 gennaio 2011, tutti i giorni, fatta eccezione per i presepi viventi che resteranno aperti nei giorni 23, 26, 28, 29, 30 dicembre, 2 e 6 gennaio dalle 19 alle 23. Nel corso delle festività nata-lizie sarà anche possibile degustare i prodotti tipici locali. Non potranno mancare l’insalata di arance ed il pane con l’olio oltre ai dolci locali preparati per le feste natalizie.

L’apertura dell’itinerario avverrà con un’inaugurazione, in un’atmosfe-ra creata dalle note degli zampognari, alla presenza dell’arciprete, che bene-dirà tutti i presepi, e delle autorità civi-

li e militari. Una giuria ad hoc premie-rà, il 6 gennaio, i primi tre classificati fra i presepi non viventi e il primo fra i 3 presepi viventi.

«La finalità di “Presepinfesta” è il recupero ed il mantenimento di una tradizione importante come quella della costruzione di presepi – ci dice il sindaco Ferrantelli. - I burgitani hanno da sempre avuto una particolare pro-pensione per la creazione di presepi nelle proprie case e l’amministrazione comunale ha ritenuto possibile favori-re il mantenimento di questa arte va-lorizzando anche il ricco patrimonio monumentale ed artistico presente nel piccolo paese».

E. M.

foto Schicchi

� L’Amico del Popolo26 Dicembre 2010Attualità

diario multimedi@le«Il Natale non ha mai fatto

male a nessuno»Caro diario,da qualche anno, all’arrivo del Natale, il suo gratifi-

cante concerto di evocazioni scritturali e di riflessioni autocritiche sul come dover comportarci, nella vita, non solo per l’occasione ma in tutti i giorni dell’an-no, viene sconciamente disturbato dallo sconcerto di trombette & tromboni a cura di tanti cacofonici taleba-ni laicisti autoconvocati a raccolta per vomitare bavosi sproloqui sull’inopportunità di celebrare questa ricor-renza (che, secondo molti di loro, andrebbe anche “de-mocraticamente” buttata nell’immondizia), in quanto colpevole d’imbarazzare ed insultare chi professa altre religioni e la libertà (!) di chi non crede (ma, pur deli-rando sul Natale ed i suoi “abusi clericali”, mai e poi mai abolirebbe vacanze, regali, cenoni e feste).

Ne ho scritto più volte e non voglio ripetermi: ma leggi qui, caro diario, cosa ne pensa una laicista “sto-rica”, coerente, però senza paraocchi, come Miriam Mafai (da “Repubblica”, 16 scorso). “In molte scuole materne italiane si usa, da tempo, celebrare il Natale, preparando assieme ai bambini un presepe o addob-bando un piccolo abete per invitare poi le famiglie in classe a scambiarsi auguri, dolci e doni. Ho parteci-pato spesso a festicciole di questo tipo. Ma come fe-steggiare il Natale in una scuola materna nella quale giocano e crescono insieme bambini dai 3 ai 6 anni di diversa religione e nazionalità, e dunque non tutti cattolici? Le insegnanti di una scuola materna comu-nale di Milano che hanno deciso di annullare la tra-dizionale festa natalizia con la presenza delle famiglie e il rituale scambio di auguri e di doni lo hanno fatto senza dubbio con le migliori intenzioni del mondo (per non offendere o isolare i bambini non cattolici) ma non credo che abbiano preso la decisione giusta. Il Natale infatti può essere tranquillamente celebra-to insieme come una festa comune, con scambio di auguri e regali, senza che ciò rappresenti una offesa, una discriminazione o una minaccia di cancellazione delle diverse identità dei piccoli, cattolici gli uni mus-sulmani gli altri. Per i primi infatti si celebrerà, con il Natale, la nascita di Gesù, figlio di Dio, per gli altri si celebrerà, con il Natale, la nascita di un profeta («su di lui scenda la pace di Allah» recita il Corano). Il Natale insomma può essere, anche al di là di questi riferimen-ti al Vangelo e al Corano, un’occasione di incontro e di festa per i bambini e le rispettive famiglie di diversa cultura e religione, destinate a vivere, crescere e lavo-rare insieme nel nostro paese nei prossimi anni. È pro-prio nella scuola materna e in quella elementare che può, deve cominciare una serena convivenza tra bam-bini di diversa nazionalità, lingua, religione e cultura (…). Torniamo dunque a parlare della scuola materna di Milano, delle insegnanti che hanno creduto di can-cellare quella differenza di religione e di cultura can-cellando una festicciola a scuola con le famiglie, con qualche recita di poesie e uno scambio di auguri e di regali. L’intenzione delle insegnanti era, probabilmen-te, lodevole. Ma non si impara, fin da bambini, a stare insieme cancellando il Natale o le rispettive identità. Al contrario. Si può imparare a stare insieme solo co-noscendo e rispettando le diversità e affermando la propria. Se, insomma, fin dai primi anni della scuola, i bambini impareranno che ci sono altre religioni, altre feste, altre abitudini, altri cibi, altre lingue. Nelle no-stre scuole è giusto ricordare, celebrare, festeggiare il Natale (e va bene per questo il presepe o l’albero a se-conda delle preferenze e delle abitudini). Ma insieme, è bene spiegare ai nostri bambini che esistono altre re-ligioni ed altre feste. Ed è persino possibile celebrarle insieme. In una società che appare purtroppo sempre più divisa e rissosa, può essere di buon augurio per il nostro futuro che ci siano delle scuole dove i bambini tra i 3 i 6 anni, cattolici e musulmani, festeggino insie-me il Natale con le loro famiglie”.

Buon Natale, allora, e come sempre e per sempre a tutti, caro diario, cari lettori.

Nuccio Mula

Chiuso il 22 dicembre ore 12.00