L'Amico del Popolo

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N. 32 del 19 Settembre 2010 Esce il Venerdì - Euro 1,00 - www.lamicodelpopolo.net Anno 55 C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento Quartiere san Michele: la denuncia della parrocchia 2 di Elio Di Bella 3 Canicattì: le iniziative in ricordo di Saetta e Livatino di Giuseppe Livatino CULTURA CITTÁ Alzare il livello Sono reduce, insieme ad Aldo Meli - vice presidente adulti dell’AC della nostra Ar- cidiocesi - dal convegno (“Eu- carestia e vita quotidiana”) dei presidenti e degli assistenti diocesani che si è tenuto ad Ancona (10-12 settembre) ad un anno esatto dal Congresso eucaristico che si terrà nella stessa città nel settembre 2011. Nell’ambito di quel conve- gno è stato diffuso un appello- riflessione al Paese, che vorrei riprendere nei punti salienti (il testo integrale è a disposizione sul nostro sito www.lamicodel- popolo.net). Indubbiamente ci lasciamo alle spalle una brutta estate per la politica del nostro Paese: «veleni e sospetti, dossier e in- sinuazioni, spesso incompren- sibili ai più, hanno alimentato le pagine dei giornali e hanno portato a ipotizzare le elezioni anticipate». Tante polemi- che rispetto alle quali «non si esclude che il risultato possa essere un ennesimo ritorno alle urne, che come unico significa- to certo ha la cronica difficol- tà dell’attuale classe dirigente – presa nella sua interezza, guardando non solo alla po- litica – di governare un Paese dalle infinite risorse umane, culturali e ambientali, ma an- che dalle molte contraddizioni interne al corpo sociale». Di fronte ad un simile sce- nario, prosegue l’appello, «la classe dirigente rischia ancora una volta di dimenticare l’es- senziale: la ripresa del mer- cato del lavoro, al momento immobile e penalizzante per i giovani, il sostegno alle fami- glie, specie quelle più nume- rose, le riforme istituzionali, la tutela dei più deboli nel Paese e nel mondo, la promozione dell’integrazione tra italiani e stranieri l’attenzione alle po- vertà globali e all’ambiente». In questo senso, l’auspicio dell’associazione è che la Set- timana Sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14- 17 ottobre) sia «una boccata d’ossigeno, un momento di re- spiro per rilanciare l’impegno a favore del bene comune, con- tro ogni disfattismo e in nome della speranza che muove i credenti». Le “battaglie partitiche”, in- fatti, hanno «inesorabilmente oscurato, solo per citare alcu- ni fatti concreti, la manovra finanziaria, la discussione sul federalismo, il primo ‘sì’ del Se- nato alla riforma dell’univer- sità» e «così l’opinione pubbli- ca non ha ancora avuto modo di comprendere sino in fondo gli impatti della manovra sui servizi sociali, le prime ipotesi operative del federalismo, gli elementi fondamentali del te- sto presentato a palazzo Ma- dama dal ministro dell’Istru- zione». Una serie di temi essenzia- li, messi nell’angolo dalle pri- me pagine, dedicate invece a rivalità personali, a conflitti espliciti e striscianti tra perso- nalità che ricoprono incarichi pubblici cruciali. Carmelo Petrone continua a pag. 6 Monte Kronio: dopo 10 anni riapre l’Antiquarium 4 di Francesco Cassar PROVINCIA 6 Il Papa nel Regno Unito per il beato Newman di Alfonso Cacciatore VITA ECCLESIALE AGRIGENTO La vita travagliata della amministrazione Zambuto Dal marzo 2007, quando decise di la- sciare l’UDC per can- didarsi a sindaco della città di Agrigento ad oggi: la storia della tra- vagliata amministra- zione Zambuto e il suo ritorno alla primavera agrigentina tra richieste di aiuto e responsabilità. a pag. 2 La peggiore giornata di sangue da quando è iniziata la rivol- ta anti indiana del Kashmir: vittime ancora una volta i cristiani. Almeno 18 i morti in tutta l’India: ad innescare le violenze le immagini trasmesse dalla tv iraniana Press tv (subito oscurata) dei due estremisti che, sabato 11 settembre, hanno strappato delle pagine del Corano davanti alla Casa Bianca, dopo le pro- vocazioni del pastoreTerry Jones. Atti di pura di intolleranza religiosa e di netta ostilità contro i credenti di fede islamica, da condannare senza se e senza ma. Come una miccia in una polveriera. Nel tormentato Stato indiano del Kashmir, dove da tre mesi si è riacceso il movimen- to insurrezionale contro il governo centrale (con il tentativo di islamizzare il Kashmir, eliminando le altre minoranze – sikh, indù e cristiane), migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade a lanciare slogan contro l’Occidente e gli Stati Uniti. Le proteste per la profanazione del Corano hanno subito innesca- to un duro confronto tra militanti islamisti e forze dell’ordine. L’episodio più grave si è registrato nel distretto di Tangmarg: la folla inferocita ha preso di assalto e incendiato una scuola del- la Christian Society Mission. La polizia e i paramilitari hanno usato armi da fuoco per disperdere la folla che ha poi impedito ai vigili del fuoco di raggiungere l’edificio in legno, che è andato completamente distrutto. I dimostranti hanno pure preso d’as- salto un edificio del governo. Timori per un diffondersi delle violenze che potrebbero avere come obiettivo la minuscola comunità cattolica, è sta- ta espressa dal vescovo di Jammu-Kashmir, monsignor Peter Celestine. «Sono profondamente rattristato per questa folla in- citata alla violenza. La nostra comunità cristiana è una micro- minoranza [lo 0,0014% della popolazione] e siamo pacifici e tolleranti. In più, diamo una buona testimonianza attraverso le nostre scuole. E proprio queste scuo- le sono divenute l’obbiettivo: la Good Shepherd a Pulwama e la scuola della Christian Mission So- ciety a Tangmarg, totalmente distrutta. La violenza ha causato molte morti. Occorre riportare la pace e noi leader religiosi abbiamo la responsabilità di condurre alla pace, alla tolleranza e alla coesisten- za». Sul prossimo numero vi proporremo uno spe- ciale sulla situazione dei cristiani in Asia, coraggio- si testimoni della fede fino al martirio. Assalto ai cristiani Contrari alla costru- zione, nel territotio riberese, di una centra- le biomasse i rappre- sentanti politici locali i quali ravvisono nella centrale energetica un probabile danno al ter- ritorio. a pag. 4 foto Tornatore ASIA Violenza a danno delle comunità cristiane I forum del settimanale Continuano i forum del nostro settimanale, ospite presso la nostra redazione, questa settimana l’Ammi- nistratore delegato di Girgenti Acque, geom. Giusep- pe Giuffrida. L’Amministratore è stato intervistato dai giornalisti della nostra redazione Marilisa Della Moni- ca, Eugenio Cairone, Salvatore Pezzino e Paolo Cilona coordinati dal direttore, Carmelo Petrone, sui temi inerenti la gestione del servizio idrico in Provincia. a pag. 5 RIBERA Documento congiunto contro la centrale biomasse Appello al dialogo ed alla trattativa MAZARA DEL VALLO Mons. Mogavero sulla vicenda delle raffiche sparate sul pescherecchio italiano Un appello, alle istituzioni italiane ed europee, “al dialogo e alla trattati- va” per risolvere il problema del limite delle acque territoriali libiche. Lo ha rivolto mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, parlando ai microfoni di Radio Vaticana dopo l’episodio delle raffiche sparate dai li- bici contro un peschereccio italiano. Mons. Mogavero ricorda che «con regolarità questi episodi si verificano e il punto di contrarietà è sempre lo stesso: il limite delle acque territoriali libiche. Il governo di Gheddafi, con atto unilaterale ha allargato il limite delle acque territoriali fino a 72 miglia marine, contro le 12 previste dal dirit- to internazionale. Quindi tutte le volte che un peschereccio della nostra flot- ta, secondo la loro impostazione delle cose, sconfina, per loro è una atto di aggressione. Per noi invece è operare in mare aperto secondo le convenzio- ni internazionali. La preoccupazione qui è grande, perché si vede soprat- tutto l’assenza di un’azione politica a livello nazionale ed internazionale che affronti finalmente nelle sedi dovute questa questione ormai spinosa». Mons. Mogavero condivide le di- chiarazioni all’Asca di Andrea Olive- ro, presidente delle Acli, il quale con- testa la giustificazione che la marina di Tripoli pensava si trattasse «di una imbarcazione con immigrati irregola- ri». «Bisognerebbe attendere a com- piere atti di ostilità gravi – afferma inoltre il vescovo - fino a che non si constatino effettivamente delle inten- zioni ostili da parte dell’altra imbarca- zione». Mons. Mogavero conclude riba- dendo il suo invito al dialogo: «Noi sia- m o per la linea co- strut- tiva del dia- logo e della trattativa. Prima di dover raccogliere di nuovo amaramente il cadavere di qualche pescatore o ma- rittimo, siciliano o immigrato, imbar- cato su mezzi mazaresi, ci si affretti a trovare il modo la via giusta del dialo- go per risolvere questa querelle inter- nazionale che sembra un nodo ine- stricabile per tutti. Ma non esistono nodi inestricabili, ci vuole la pazienza di una trattativa diplomatica che per quanto lunga può di certo approdare a risultati soddisfacenti». foto www.agrigentonotizie.it

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edizione del 19 settembre 2010

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N. 32 del 19 Settembre 2010Esce il Venerdì - Euro 1,00 - www.lamicodelpopolo.net

Anno 55

C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento

C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento

Quartiere san Michele: la denuncia

della parrocchia

2di Elio Di Bella 3

Canicattì: le iniziative in ricordo di Saetta e Livatino

di Giuseppe Livatino

CulturaCittÁAlzare il livello

Sono reduce, insieme ad Aldo Meli - vice presidente adulti dell’AC della nostra Ar-cidiocesi - dal convegno (“Eu-carestia e vita quotidiana”) dei presidenti e degli assistenti diocesani che si è tenuto ad Ancona (10-12 settembre) ad un anno esatto dal Congresso eucaristico che si terrà nella stessa città nel settembre 2011.

Nell’ambito di quel conve-gno è stato diffuso un appello-riflessione al Paese, che vorrei riprendere nei punti salienti (il testo integrale è a disposizione sul nostro sito www.lamicodel-popolo.net).

Indubbiamente ci lasciamo alle spalle una brutta estate per la politica del nostro Paese: «veleni e sospetti, dossier e in-sinuazioni, spesso incompren-sibili ai più, hanno alimentato le pagine dei giornali e hanno portato a ipotizzare le elezioni anticipate». Tante polemi-che rispetto alle quali «non si esclude che il risultato possa essere un ennesimo ritorno alle urne, che come unico significa-to certo ha la cronica difficol-tà dell’attuale classe dirigente – presa nella sua interezza, guardando non solo alla po-litica – di governare un Paese dalle infinite risorse umane, culturali e ambientali, ma an-che dalle molte contraddizioni interne al corpo sociale».

Di fronte ad un simile sce-nario, prosegue l’appello, «la classe dirigente rischia ancora una volta di dimenticare l’es-senziale: la ripresa del mer-cato del lavoro, al momento immobile e penalizzante per i giovani, il sostegno alle fami-glie, specie quelle più nume-rose, le riforme istituzionali, la tutela dei più deboli nel Paese e nel mondo, la promozione dell’integrazione tra italiani e stranieri l’attenzione alle po-vertà globali e all’ambiente».

In questo senso, l’auspicio dell’associazione è che la Set-timana Sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre) sia «una boccata d’ossigeno, un momento di re-spiro per rilanciare l’impegno a favore del bene comune, con-tro ogni disfattismo e in nome della speranza che muove i credenti».

Le “battaglie partitiche”, in-fatti, hanno «inesorabilmente oscurato, solo per citare alcu-ni fatti concreti, la manovra finanziaria, la discussione sul federalismo, il primo ‘sì’ del Se-nato alla riforma dell’univer-sità» e «così l’opinione pubbli-ca non ha ancora avuto modo di comprendere sino in fondo gli impatti della manovra sui servizi sociali, le prime ipotesi operative del federalismo, gli elementi fondamentali del te-sto presentato a palazzo Ma-dama dal ministro dell’Istru-zione».

Una serie di temi essenzia-li, messi nell’angolo dalle pri-me pagine, dedicate invece a rivalità personali, a conflitti espliciti e striscianti tra perso-nalità che ricoprono incarichi pubblici cruciali.

Carmelo Petronecontinua a pag. 6

Monte Kronio: dopo 10 anni riapre

l’Antiquarium

4di Francesco Cassar

provinCia

6

Il Papa nel Regno Unito per il

beato Newman

di Alfonso Cacciatore

vita eCClesiale

◆ agrigento

La vita travagliata dellaamministrazione Zambuto Dal marzo 2007,

quando decise di la-sciare l’UDC per can-didarsi a sindaco della città di Agrigento ad oggi: la storia della tra-vagliata amministra-zione Zambuto e il suo ritorno alla primavera agrigentina tra richieste di aiuto e responsabilità.

a pag. 2

La peggiore giornata di sangue da quando è iniziata la rivol-ta anti indiana del Kashmir: vittime ancora una volta i cristiani. Almeno 18 i morti in tutta l’India: ad innescare le violenze le immagini trasmesse dalla tv iraniana Press tv (subito oscurata) dei due estremisti che, sabato 11 settembre, hanno strappato delle pagine del Corano davanti alla Casa Bianca, dopo le pro-vocazioni del pastoreTerry Jones. Atti di pura di intolleranza religiosa e di netta ostilità contro i credenti di fede islamica, da condannare senza se e senza ma.

Come una miccia in una polveriera. Nel tormentato Stato indiano del Kashmir, dove da tre mesi si è riacceso il movimen-to insurrezionale contro il governo centrale (con il tentativo di islamizzare il Kashmir, eliminando le altre minoranze – sikh, indù e cristiane), migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade a lanciare slogan contro l’Occidente e gli Stati Uniti. Le proteste per la profanazione del Corano hanno subito innesca-to un duro confronto tra militanti islamisti e forze dell’ordine. L’episodio più grave si è registrato nel distretto di Tangmarg: la folla inferocita ha preso di assalto e incendiato una scuola del-la Christian Society Mission. La polizia e i paramilitari hanno usato armi da fuoco per disperdere la folla che ha poi impedito ai vigili del fuoco di raggiungere l’edificio in legno, che è andato completamente distrutto. I dimostranti hanno pure preso d’as-salto un edificio del governo.

Timori per un diffondersi delle violenze che potrebbero avere come obiettivo la minuscola comunità cattolica, è sta-ta espressa dal vescovo di Jammu-Kashmir, monsignor Peter Celestine. «Sono profondamente rattristato per questa folla in-citata alla violenza. La nostra comunità cristiana è una micro-minoranza [lo 0,0014% della popolazione] e siamo pacifici e tolleranti. In più, diamo una buona testimonianza attraverso le nostre scuole. E proprio queste scuo-le sono divenute l’obbiettivo: la Good Shepherd a Pulwama e la scuola della Christian Mission So-ciety a Tangmarg, totalmente distrutta. La violenza ha causato molte morti. Occorre riportare la pace e noi leader religiosi abbiamo la responsabilità di condurre alla pace, alla tolleranza e alla coesisten-za». Sul prossimo numero vi proporremo uno spe-ciale sulla situazione dei cristiani in Asia, coraggio-si testimoni della fede fino al martirio.

assalto ai cristiani

Contrari alla costru-zione, nel territotio riberese, di una centra-le biomasse i rappre-sentanti politici locali i quali ravvisono nella centrale energetica un probabile danno al ter-ritorio. a pag. 4

foto Tornatore

asia Violenza a danno delle comunità cristiane

I forum del settimanaleContinuano i forum del nostro settimanale, ospite

presso la nostra redazione, questa settimana l’Ammi-nistratore delegato di Girgenti Acque, geom. Giusep-pe Giuffrida. L’Amministratore è stato intervistato dai giornalisti della nostra redazione Marilisa Della Moni-ca, Eugenio Cairone, Salvatore Pezzino e Paolo Cilona coordinati dal direttore, Carmelo Petrone, sui temi inerenti la gestione del servizio idrico in Provincia.

a pag. 5

◆ ribera

Documento congiunto contro la centrale biomasse

appello al dialogo ed alla trattativamazara del vallo Mons. Mogavero sulla vicenda delle raffiche sparate sul pescherecchio italiano

Un appello, alle istituzioni italiane ed europee, “al dialogo e alla trattati-va” per risolvere il problema del limite delle acque territoriali libiche. Lo ha rivolto mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, parlando ai microfoni di Radio Vaticana dopo l’episodio delle raffiche sparate dai li-bici contro un peschereccio italiano.

Mons. Mogavero ricorda che «con regolarità questi episodi si verificano e il punto di contrarietà è sempre lo stesso: il limite delle acque territoriali libiche. Il governo di Gheddafi, con atto unilaterale ha allargato il limite delle acque territoriali fino a 72 miglia marine, contro le 12 previste dal dirit-to internazionale. Quindi tutte le volte che un peschereccio della nostra flot-ta, secondo la loro impostazione delle cose, sconfina, per loro è una atto di aggressione. Per noi invece è operare

in mare aperto secondo le convenzio-ni internazionali. La preoccupazione qui è grande, perché si vede soprat-tutto l’assenza di un’azione politica a livello nazionale ed internazionale che affronti finalmente nelle sedi dovute questa questione ormai spinosa».

Mons. Mogavero condivide le di-chiarazioni all’Asca di Andrea Olive-ro, presidente delle Acli, il quale con-testa la giustificazione che la marina di Tripoli pensava si trattasse «di una imbarcazione con immigrati irregola-ri».

«Bisognerebbe attendere a com-piere atti di ostilità gravi – afferma inoltre il vescovo - fino a che non si constatino effettivamente delle inten-zioni ostili da parte dell’altra imbarca-zione».

Mons. Mogavero conclude riba-dendo il suo invito al dialogo: «Noi

s i a -m o per la linea c o -strut-t i v a d e l d i a -logo e della trattativa. Prima di dover raccogliere di nuovo amaramente il cadavere di qualche pescatore o ma-rittimo, siciliano o immigrato, imbar-cato su mezzi mazaresi, ci si affretti a trovare il modo la via giusta del dialo-go per risolvere questa querelle inter-nazionale che sembra un nodo ine-stricabile per tutti. Ma non esistono nodi inestricabili, ci vuole la pazienza di una trattativa diplomatica che per quanto lunga può di certo approdare a risultati soddisfacenti».

foto www.agrigentonotizie.it

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� L’Amico del Popolo19 Settembre 2010Città

Ne sono convinti in tanti a San Michele, la piccola borgata (vedi foto) abbandonata da tutte le amministrazioni agrigentine. “

“Fa bruciare la nostra gola e appesta l’aria”, dice il giovane parroco don Enzo Sazio. “Da tre anni abito tra l’ospedale e la borgata San Michele e anch’io, come i miei parrocchiani, durante molte notti dell’anno, avverto un odore acre e un sapore amaro. L’aria qui è veramente irrespirabile. Siamo vicini alla zona industriale e ho paura che

l’aria sia appestata da scarichi di qualche industria della zona, forse di materie plasti-che che vengono bruciate”, dice don Enzo, il quale ha inviato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento.

La situazione diventa ancora più insop-portabile quando il vento spira da ponente. E c’è anche di più. San Michele sta diven-tando la discarica della zona industriale. Don Enzo ha segnalato che, da diversi mesi, nelle ore serali, “alcuni furgoni scaricano re-golarmente dei grossi sacchi, sigillati in ma-niera piuttosto ermetica, dentro i cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani che si trovano nella borgata e nei dintorni”.

Don Enzo dice che ha aperto uno di que-sti sacchetti ed ha notato che, all’interno, si trovavano “scarti di lavorazione di chissà quali sostanze, ma sicuramente tossiche”, non certo rifiuti domestici. Naturalmente questi rifiuti insieme agli altri vengono rac-colti quotidianamente dal servizio di igiene ambientale del Comune.

Fra qualche giorno, il parroco e i respon-

sabili del comitato di quartiere, organizze-ranno una raccolta di firme per sollecitare le indagini. Vogliono che l’Arpa ed i vigili urbani facciano degli accertamenti.

In tanti temono per la propria salute. “Alcuni residenti mi dicono che questi feno-meni accadono da diversi anni”, sottolinea don Enzo Sazio, che dallo scorso 20 maggio ma non ha ancora ottenuto dalla Procura della Repubblica nessuna risposta.

Un quartiere abbandonato questo alla periferia di Agrigento. Nel 2007 durante il suo giro tra le periferie per incontrare la gente il sindaco Marco Zambuto promise maggiore attenzione e nominò persino un proprio delegato. “Sì, è vero abbiamo un de-legato del Comune, che fa il suo lavoro gra-tuitamente. Ma a che serve ? Non lo ascolta nessuno”.

E intanto San Michele si spegne tra aria inquinata, i pericoli del traffico. “Qui non arriva neppure il netturbino”, denuncia pa-dre Sazio.

Elio Di Bella

In Breve palazzo san domenico Dalla primavera agrigentina al PdL e viceversa

Ritorno alle origini?

la settimana di Eugenio Cairone

Un Patto per i quartieri

Il sindaco Marco Zambuto ha voluto chiarire che, il Patto per il Territorio, non è un partito politico ma un organismo che vuole mettere insieme tutti coloro che vogliono difendere il territorio dalle distrazioni e dalle inadempienze dei governi nazionale e regionale.

Resta da chiedersi se mai ci sarà qualcuno disposto a difenderci anche dalle omissioni di qualche assessore comunale di Agrigento che sembra proprio totalmente sordo.

Che non bisogna andare lontano per trovare un territorio da di-fendere, non ci sono dubbi.

Basterebbe guardare al territorio che comprende i cosiddetti quartieri satellite per rendersene conto. Territorio del quale, pur-troppo, nessuno pare sia interessato salvo poi a ricordarsene in campagna elettorale.

I quartieri, lo sappiamo, costituiscono dei ricchi feudi per molti.Stiamo parlando di un vasto territorio comunale per il quale bi-

sognerebbe creare da subito un Patto di responsabilità e finirla col prendere in giro la gente.

Marco Zambuto, cita Pier Santi Mattarella il presidente della Re-gione assassinato che propose la “politica delle carte in regola”.

Prima di qualsiasi rivendicazione nei confronti dello Stato Matta-rella invitava, infatti, a mettere le proprie carte a posto.

Riferite al nostro capoluogo, le parole di Mattarella potrebbero voler dire “Mettetevi a lavorare per risolvere i problemi della popo-lazione.

Asfaltate le strade, rendete sicuri i quartieri, offrite una immagine di efficienza dei servizi. Rendetevi, insomma, utili.

Poi sarete liberi di contestare chi volete. Solo comportandosi in questa maniera si potrà riprendere, come

d’altronde auspica lo stesso Zambuto, la politica del più grande pre-sidente della Regione.

Il resto, sono soltanto chiacchiere inutili.

contRada s. michele La denuncia della parrocchia

notte bianca Si è presentato alla città arkeopark

Si è presentata alla città la società “Agrigento Arkeopark” che, in occasione della Notte Bianca presso il giardino del Bar Patti ha fatto conoscere ai piccoli visitatori le varie attività di archeologia sperimentale proposte nei loro laboratori didat-tici legati alla vita quotidiana del mondo antico. Si tratta di attività relative alla tessitura mediante telaio a pesi di origine neolitica e ancora in uso in epoca greca, alla realizzazione di un mosaico secondo la tecnica greco-romana, e ancora al re-stauro conservativo di un oggetto in terracotta.

Valle dei templi la passerella si farà

La passerella da realizzare nella Valle dei Templi rimane una priorità per l’Ente Parco Archeologico. Lo afferma il nuovo direttore Giuseppe Castellana, insediatosi da poco più di una settimana. Il progetto é quasi pronto e nel giro di qualche settimana sarà portato all’attenzione del Consiglio di amministra-zione. La passerella si inserisce nel nuovo sistema di percorsi per la visita della zona archeologica, ancora in via di attuazione.

Via eSSeneto l’asilo nido abbandonato

L’asilo nido Esseneto da tempo versa in stato di ab-bandono e nelle ore notturne diventa dormitorio per immigrati senza fissa dimora. La segnalazione arri-va da alcuni residenti della zona, che hanno notato nelle vicinanze della struttura, durante la notte, uno strano movimento di persone, di nazionalità stranie-ra, recarsi nell’asilo per passarci la notte. Per entrare all’interno dei locali, gli immigrati utilizzano alcuni scivoli abbandonati, una volta utilizzati dai bambi-ni per giocare. Non è insomma un’impresa infilarsi dentro. Anche perché le finestre d’accesso sono belle spalancate.

aSSociazioniSmo lo Spinasanta vice la Gazzetta cup

Si è conclusa domenica 12 settembre sul campo centrale del centro tecnico di Coverciano la seconda edizione di Gazzetta Cup, il torneo di calcio a sette giovanile che il noto quotidiano sportivo organizza in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano. La squadra Spinasanta di Agrigento, nella finale della categoria young, ha conquistato la coppa del primo posto, battendo i baresi dell’Aurora Calcio per 2 a 0, con gol di Leone e Gennaro, al termine della giorna-ta premiato anche con il titolo di capocannoniere (5 gol realizzati)

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico così, scriveva Giovanni Pascoli

nella poesia L’aquilone, e così possiamo scrivere anche noi oggi, commentando quelli che sono gli avvenimenti politici che stanno caratteriz-zando, da alcuni mesi, la nostra città.

Tutto comincia nel lontano aprile 2007 quan-do, il giovane ex segretario provinciale del-l’UDC, decide di lasciare il prestigioso incarico per candidarsi alle elezioni amministrative sol-tanto con l’appoggio di alcune liste civiche.

Il suo è un progetto “rivoluzionario” che prende il nome di “primavera agrigentina”: staccare con i partiti politici e gli uomini del potere ad essi collegati per rendere finalmente alla città una guida volta più agli interessi della popolazioni che a quelli di partiti o personali. E così, forte della spinta che gli proviene da quanti vedono nel suo progetto il rilancio della città dei Templi, dai Democratici di sinistra e dall’Udeur, il sindaco-ragazzino si scontra con l’uomo della Casa delle libertà, dove qualcuno gioca anche sporco mettendo in atto il voto disgiunto che permetterà a Marco Zambuto di approdare alla guida di Agrigento.

Ma, nel marzo del 2008, il primo colpo di scena, il sindaco rende palese, dopo un incontro con Silvio Berlusconi accompagnato da Angeli-no Alfano, il suo voto alle elezioni politiche che sarà per il Popolo delle Libertà e così si spacca la sua giunta e decade il consenso, in consiglio comunale, del centro sinistra. La giunta al com-pleto rimette il mandato contemporaneamente all’azzeramento da parte del sindaco e, dopo alcuni giorni nasce il Zambuto bis che cerca di avere al suo interno volti non direttamente coinvolti nella politica ma riconducibili a schie-ramenti e uomini del centro destra.

La sinistra, che aveva appoggiato il sindaco, lo abbandona oltre ad essere messo alla berlina da qualche componente del Partito democrati-co locale.

La nuova giunta dovrebbe risolvere i proble-mi della città, ma non è così!

Le continue lettere di aiuto, rivolte al ministro Alfano, con la richiesta di una legge speciale per la città e per il centro storico, oltre a diversi in-

terventi volti a risollevare le casse disastrate della pre-cedente amministrazione (cui capo era un uomo del ministro Alfano e di cui ha fatto parte anche lo stesso sindaco), cadono nel vuoto; impossibile sostenere anco-ra per molto una situazione del genere ed ecco che si ripensa a responsabilizzare tutte le componenti politi-che presenti in consiglio co-munale attraverso un nuo-vo rimpasto ed una nuova chiamata alla responsabilità cui approdano anche uomi-ni di quel sindaco che aveva svuotato le casse comunali.

Ed arriviamo ai giorni nostri quando, ama-reggiato per la mancata responsabilizzazione il sindaco fa marcia indietro e ritorna al passato a quella “primavera agrigentina” lasciata per chis-sà quali promesse e che adesso cerca, attraverso l’associazione “Patto per il territorio” che, non pur non essendo un movimento politico ha già un gruppo consiliare presso il consiglio provin-ciale (formato da ex uomini di Alfano) ed uno in forma-zione al consiglio comunale.

Ed in questa nuova avventura il sindaco potrà con-tare proprio sull’ap-poggio dei suoi ex alleati, quei Ds oggi confluiti nel Partito Democratico che lo sostennero nelle elezioni ammini-strative.

Ci auguriamo che questa sia la scelta definitiva del primo cittadino, che riesca

a comprendere pienamente quale sia la mi-gliore collocazione politica da abbracciare per potere risolvere le problematiche agrigentine, volgendo anche gli occhi a sud della città e cer-cando di prendere esempio, da un sindaco, suo vicino che, nel silenzio, opera bene rimanendo coerente con il suo partito e che è riuscito a ren-dere vivibile un paese che fino a qualche anno fa era solo territorio di cattedrali nel deserto.

Marilisa Della Monica

«l’aria qui è irrespirabile»

Dott.ssa Cristina Bordenca - Laureata in Podologia

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sale

scende piazzale Rosselli

Sarà la volta buona? Speriamo di si! Dopo una prima parte della settima-na nel caos più totale per la chiusura della piazza al transito dei veicoli forse, l’ipotetico ad Agrigento è d’obbligo, verrà resti-tuita alla fruizione degli autobus e dei passeggeri. Finalemnte dopo 24 mesi di lavori è stato possibile asfaltare il piazzale e per-mettere così agli autobus di potervi sostare. Ma i lavori, ahinoi, non sono ancora finiti, resta “sola-mente” come ha dichia-rato l’assessore ai Lavori pubblici, Buscaglia, da istallare la copertura e, sempre a detto dell’asses-sore “ritengo che entro poco tempo saranno ulti-mati tutti i lavori”. Cosa dire? Speriamo solo non siano necessari 24 mesi.

la park card Alcuni giorni fa mi sono recata a Siracusa per lavo-ro, dovevo parcheggiare la mia auto e mi sono messa alla ricerca una zona atta a questo compito, essen-do in zona Ortigia ho tro-vato il parcheggio con stri-scia blu e mia meraviglia ho trovato il parchimetro come a Roma. Pago per quanto effettivamente sosto e non 1 euro l’ora ma c’è di più, più sosto più risparmio. Ora mi chiedo perchè ad Agrigento dob-biamo avere le park card con annessi ex parcheg-giatori abusivi che le ven-dono? Perchè non dotare il nuovo parcheggio di via Acrone, per iniziare, di parchimetri? Perchè non si tenta in qualche modo di dare un volto un po’ più civile alla gestione dei parcheggi in città?

Rete idrica cittadinaSulla vicenda relativa al finanziamento della nuova rete idrica interna

di Agrigento, il sindaco Zambuto ha sollecitato con un’apposita lettera il presidente della Regione Lombardo, inviandola per conoscenza anche agli assessori Cimino e Gentile. In particolare il sindaco “denuncia” che l’apposita commissione regionale dei Lavori pubblici, “dal maggio scorso, non esprime il parere di propria competenza”. Alle dichiarazioni Zambu-to ha risposto prontamente l’assessore al ramo Gentile “sfugge al sindaco Zambuto che il parere può essere emesso solo in presenza di tutti gli ele-menti previsti dalle vigenti disposizioni, elementi che, ad oggi, risultano mancanti. Al sindaco Zambuto sfugge inoltre, o quanto meno non pare ne abbia contezza, che alla conferenza preliminare del 30 giugno scorso, la Commissione ha richiesto al responsabile unico del procedimento dei lavori in questione, la documentazione integrativa indispensabile e priori-taria per il proseguo dei lavori della stessa Commissione. Tale integrazio-ne, ad oggi - prosegue l’assessore - non risulta pervenuta nè alla Commis-sione nè al relatore ingegnere capo del Genio civile”.

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Cultura �L’Amico del Popolo19 Settembre 2010

La settimana della legalitàsiciLianitÁ / IIIcanicattÍ� In ricordo dei martiri per la giustizia Saetta e Livatino

EsperienzePastorali

“Pi tanti Siciliani, / li cchiù tra li viddani, / nun c’è Madonna e Santi / e mancu Gesù Cristu, / si ‘un stenninu li manti / supra: roba, famiglia e tut-tu u restu.”

Il nuovo Vescovo venne. Fece il suo bell’ingresso, trionfalmente accolto. Ma, quanti, quanti, problemi da affrontare e risolvere, prima che potesse occupar-si di una Parrocchia di campagna e, per di più, pri-va di vera sede parrocchiale. Erano già trascorsi due anni e, finalmente, il “padre” della Diocesi si decise a fare una “visitina”. Pur se di giorno feriale, l’acco-glienza dei numerosi fedeli, la presenza dei “Maggio-renti”, che gli si inchinarono devotamente, l’augurale distribuzione di fiori e piante ornamentali e l’invi-tante, lunga guida rossa, da percorrere fino all’altare, non sembrò commuovere e, tantomeno, convincere il Presule, che valesse la pena impegnare un valido Parroco per la comunità di San Gregorio.

Non che abbia dato risposta definitiva e chiara-mente negativa, ma la precaria realtà di un magazzi-no (in affitto) come sede parrocchiale, e la vastità del territorio, lo persuadevano fosse più opportuno, per i fedeli, servirsi dell’automobile per poter raggiunge-re e frequentare le altre Parrocchie limitrofe (Santa Rosa, Villaggio Mosè, Villaggio Peruzzo, San Leone).

In verità, il vero problema non era certo la possibi-lità della Messa Domenicale (anch’essa problematica, specie per gli anziani, e non facile per i fanciulli). Il vero problema stava nell’urgenza – perché biso-gno fondamentale per un vero annunzio e per una autentica semina della Parola di Dio – di formare in migliaia di battezzati, la coscienza di potersi tra-sformare in una Comunità, compresa e responsabile di crescere alimentata da: una catechesi organica, la preghiera, l’organizzazione delle opere di misericor-dia e della carità.

L’A.a.P., ormai, aveva ben capito che, come sede parrocchiale, il magazzino – anche per la possibilità di usare lo spazio antistante come parcheggio - data la sua centralità nei confronti dell’intero territorio, era ideale. Considerò, pertanto, la possibilità di ac-quistarlo, offrendo al proprietario la cospicua som-ma di 50 milioni di lire, anche se non aveva, né in ta-sca, né in banca, né tanto né poco. Alla Provvidenza, tuttavia, aveva sempre creduto.

L’importante era convincere il signor Natalello, che, sopra i magazzini, aveva già innalzato quattro piani, per una ventina di appartamenti. Lo stabile, bisognando ancora di parecchio denaro per poter-si dire abitabile, di soldi certo ne aveva necessità, e non poca. L’offerta della cifra di 50 milioni, senz’altro apparve una vera manna per il costruttore: avrebbe consentito di completare in gran parte le infrastrut-ture e, cominciando a vendere, avrebbe realizzato ben più del doppio. L’A.a.P., sottolineò inoltre la pos-sibilità di adibire i locali del primo piano dello stabile, come aule per le classi della scuola media. Il Comu-ne avrebbe pagato l’affitto, ma ci sarebbe stato il van-taggio di evitare ai ragazzi di viaggiare, alle famiglie l’ansia dell’attesa, e avrebbe assicurato un controllo maggiore sulla frequenza alla scuola.

Man mano che l’A.a.P. andava esponendo la pro-posta al proprietario, si rendeva conto: dal suo at-tento silenzio, dallo sguardo che via via andava illu-minandosi e dall’evidente movimento delle labbra che accennavano a un sorriso non equivoco, che il discorso gli suonava alquanto gradito: “Ne parlerò in famiglia”, disse soddisfatto. Tese la mano forte e cal-losa e si allontanò, quasi avesse fretta di comunicare la buona notizia.

L’A.a.P. sapeva bene che l’offerta di 50 milioni andava al di là del valore reale e commerciale del magazzino, ma capiva ancor meglio che bisognava mettere il Vescovo, e, principalmente, la comunità dei fedeli, dinanzi a un fatto compiuto e convincerli che era necessario agire sul serio. Anche per questo, riteneva che il proprietario si persuadesse a dare una risposta definitiva al più presto. Con sua sorpresa, invece, passarono alcuni giorni senza che il signor Natalello si facesse vedere. Finalmente, la domenica, terminata la Celebrazione della Messa, quando già tutti i fedeli erano andati via, il signor Natalello, pur sempre gentile e affettuoso, questa volta si avvicina con volto scuro e chiedendo scusa, dice: “Sa…, ne ho parlato…, anzi, ho chiesto consiglio ai dirigenti del-l’Associazione, e mi è stato detto che, date le decisio-ni prese e il ‘contratto scritto’…, non solo, ma dopo tutto, non sarebbe giusto togliere la proprietà ai miei figli”.

L’A.a.P. guardò quel buon padre di famiglia e, nel suo imbarazzo, si rese conto di quanto fosse stata enorme la propria ingenuità: non aveva compreso, infatti, che dietro l’entusiasmo e l’impegno dei “Mag-giorenti”, non c’era come vera priorità il rendere glo-ria a Dio e operare per l’avvento del Suo Regno, bensì la possibilità di aggregare la gente e poterne fare una riserva di voti per il partito di maggioranza politica. Tutto il resto, era secondario.

Piresse

Girgenti: le chiese, i conventi, i monasteridistruzioni e trasformazioni a cura di Nino Sciangula

Collegio dei Filippini(o di San Filippo Neri)

L’ordine dei Filippini, o di S. Filippo Neri, si costituì in Girgenti nel 1656, quando il sacer-dote Antonio Antinoro eresse un Oratorio in-titolato al Santo “nella antichissima, ma piccola chiesa di S. Giuseppe, ridotta in forma più am-pia oggi “ (V. Amico, Dizionario Topografico della Sicilia, Catania 1757). Nel 1703 i Filippini costruirono, su progetto dell’architetto Simone Mancuso, il Collegio, una grande ed elegan-te costruzione, della quale una piccola parte fu utilizzata come convento ed il resto come scuola. L’edificio originariamente si sviluppa-va su tre piani, ma, all’indomani della cacciata dei Borboni, dopo la ristrutturazione della via Atenea e la conseguente opera di livellamento,

la zona dell’ingresso venne abbassata e si formò un seminterrato, che oggi viene considerato piano-terra. Nel 1866 il Collegio, a seguito del-le Leggi Siccardi, venne acquisito dal demanio e usato come edificio scolastico pubblico. In esso fu alloggiato il Regio Istituto Tecnico Mi-chele Foderà con una dotazione didattica di prima grandezza: Gabinetti Scientifici, Museo di Storia Naturale, Osservatorio Astronomico, Biblioteca con 6.000 volumi. Oggi i locali del Collegio dei Filippini, dopo lunghi lavori di re-stauro, sono prevalentemente utilizzati come Pinacoteca, ma anche per mostre e convegni. Nel seminterrato/piano-terra sono esposti Pupi Siciliani, Costumi d’Epoca e Presepi di Roberto Vanadia, al primo piano oli su tela del Quat-trocento (di argomento religioso), al secondo piano la celebre Collezione di Arte Moderna

Sinatra (un tempo esposta nei locali del Museo Civico, ex conven-to degli Agosti-n i a n i , c h i u s o da de-cenni per restauri), al terzo p i a n o q u a d r i del Politi, di Giam-becchina e Santel-la.

Saranno le associazioni “Tecno-polis” e “Amici del giudice Ro-

sario Angelo Livatino” di Canicattì ad organizzare, come ogni anno, la commemorazione dei magistrati loro concittadini “martiri per la giustizia”, Antonino Saetta e Rosa-rio Livatino.

A presentare il programma del-la “Settimana della legalità” nella

Sala Convegni del settimanale agrigentino “L’Amico del Popolo” sono stati i presidenti delle due associazioni, Riccardo La Vecchia e Giuseppe Palilla, il responsabile di “Faro di Pace onlus” Giusep-pe Cartella, l’assessore comunale Emanuela Seminatore e il giornali-sta Enzo Gallo.

Tema unificante dei due mo-menti di riflessione è: “Saetta - Livatino. Attualità di un sacri-ficio. Etica, carità e giustizia nel-l’azione giudiziaria”.

Il 21 settembre, nel 20° anni-versario di Livatino, in program-ma la celebrazione eucaristica nella Chiesa San Domenico alle 9:30 (presieduta dal Vicario epi-scopale per la Pastorale, don Bal-do Reina) e la deposizione di un omaggio floreale sulla stele fatta erigere dai genitori del giovane magistrato nel 1994, sulla strada statale 640.

Nel pomeriggio, al Teatro so-ciale, un convegno con il contri-buto di Giancarlo Caselli (Pro-curatore Capo della Repubblica di Torino), Gaetano Paci (So-stituto procuratore a Palermo), della giornalista Gilda Sciortino, che ha dato alle stampe giorni fa un libro sul “giudice ragazzino”, e del regista Salvatore Presti, che

nel 2006 ha rea-lizzato il film-do-cumentario “Luce verticale. Rosario Livatino. Il marti-rio”.

In serata, al Cine Teatro “Odeon”, verrà rappresenta-ta l’Opera musica-le “Il mio piccolo giudice”, a cura di “Faro di Pace onlus”.

Il 25 settembre, nel 22° anniver-sario dell’omicidio del Presidente Antonino Saetta e del figlio Stefa-no, alle 10 sarà deposto un omag-gio floreale sulla loro tomba presso il Cimitero comunale e alle 10:30, al Teatro Sociale, è in programma un convegno dove relazioneranno don Luigi Ciotti (Fondatore e Pre-sidente dell’Associazione “Libera”), Antonino Di Matteo (Sostituto Procuratore della Repubblica a Pa-lermo), Roberto Saetta (familiare di Antonino e Stefano) e del gior-nalista Giuseppe Martorana.

A moderare i due convegni è stato chiamato il giornalista Car-melo Vella.

Altre iniziative sono in pro-gramma per il 17 e 18 settembre, nell’Aula “Livatino” del Palazzo

di Giustizia di Agrigento, con il Seminario formativo promos-so dal Consiglio Superiore della Magistratura, e per il 2 ottobre a Messina, dove saranno consegnati i riconoscimenti “Pro Bono Justi-tiae” e “Pro Bono Veritatis” a cura del Movimento Nuova Presenza “Giorgio La Pira”. L’evento si svol-gerà all’Auditorium “Cannizzaro” dell’Università degli Studi.

Il 5 ottobre, infine, nella Sala Marconi di Radio Vaticana a Roma sarà presentato l’audiolibro “Qual-cosa si è spezzato”, su Rosario Liva-tino. L’iniziativa nasce da una col-laborazione tra Caritas Italiana e il Centro Europeo Risorse Umane, ed è stata curata da Roberto Tietto. L’audiolibro sarà stampato e diffu-so dalla San Paolo.

Giuseppe Livatino

appunti Alle Fabbriche Chia-

ramontane in piazza S. Francesco ad Agrigento sono ancora visitabili le mostre di Luc Gauthier e Gabriele Garbolino Rù. Un doppio appuntamen-to con l’arte figurativa e plastica che consente la convivenza della luce me-diterranea delle 40 opere di Gauthier con le algide sculture in acciaio, allu-minio, bronzo e marmo di Carrara di Garbolino Rù.

Eccoli, sembrano delle Ferrari in pole position, a momenti scatterà il segnale di partenza, il fatidico suono della campanella... Il libro che ho tra le mani (Magia in classe. Manuale di sopravvivenza per gli insegnanti delle scuole dell’infanzia e prima-ria) non tratta del Gran Premio, ma degli insegnanti e degli alunni della nostra scuola dell’infanzia e della primaria. Non descrive tecni-che di gara, ma di sopravvivenza, che talvolta è una gara! Si pensi alla situazione mattiniera poco prima accennata in cui vengono a trovarsi centinaia d’insegnanti italiani, è sen-za dubbio roba da manuale.

Fin da subito è palese l’ambizione del manuale “self help” che vuole: «aggiungere prospettive diverse e informazioni diverse a quanto già conoscono ed applicano [gli inse-gnanti] giorno dopo giorno». Nel medesimo tempo vuole essere un prontuario «sulla comunicazione efficace teso a creare relazioni sane e proficue con i bambini (e non solo) per sviluppare in loro autostima e autonomia». L’autrice rivela con estrema onestà il retroterra teorico delle sue convinzioni, queste vanno rinvenute nel pensiero di Carl Ro-

gers, tra i fondatori del filone umanisti-co della psicoterapia, e nella decodificazione operata da Brandler e Grinder della capacità che ha ogni persona di co-struire e modificare la sua “mappa del mondo”. Nel medesimo tem-po unisce, ai suoi assunti di base, il frutto di un cospicuo numero di incontri tra lei e gli insegnanti delle diverse scuole, i discenti del-la S.S.I.S., i tirocini di formazione personale e «quindici anni di espe-rienza di aula», che non sono cer-tamente pochi. Tre le articolazione tematiche del volume, come arcate che sorreggono un intero impian-to: la comunicazione, la relazione e l’apprendimento. Queste, se ben co-nosciute e usate in maniera appro-priata, contribuiscono a far crescere integralmente i nostri bambini e se è vero che immediatamente non se ne colgono gli esiti, è bene confida-re nel domani in cui saranno donne e uomini capaci di relazioni armo-niose e di una cittadinanza attiva e consapevole.

Alfonso Cacciatore

G. ardi bassi ed. La Meridiana € 15,00

Magia in classeGrottE Premio poesia dialettale Nino Martoglio

conclusa Viii edizioneÈ calato il sipario su una delle

manifestazioni culturali più se-guite nel panorama provinciale agrigentino, il Premio di Poe-sia dialettale “Nino Martoglio”, della cui ottava edizione, è stata decretata vincitrice Gabriella Rossitto, con l’opera “Russania”, e sono stati consegnati, due Premi Speciali: il primo all’atto-re comico Giovanni Cacioppo, quale artista rappresentativo della “sicilianità” nel panorama artistico-cinematografico in-ternazionale ed il Premio Speciale “Francesco Pillitteri”, allo scrittore Enzo Lauretta, figura maggiormente rappresentativa della storiografia siciliana.

Agli altri due finalisti Nunziato Mazza con la silloge “Ummiri e sonnira” e Salvatore Vicari con la silloge “U filu u vespri”, oltre che, alla vincitrice Rossitto, è stata consegnata una scultura raffigurante il volto dello scrittore e cineasta Martoglio realizzata da Salvatore Cipolla.

La commissione era costituita da Salvatore Di Marco presiden-te, Tommaso Romano, Nino Agnello, Salvatore Trovato, Salvatore Mugno, Alfio Patti e Antonio Liotta (editore). «Il Martoglio - spiega Aristotele Cuffaro - nasce otto anni fa per un amore spassionato verso quest’autore teatrale e verso i due aspetti meno noti della sua figura: poeta dialettale e primo cineasta in Sicilia. Col Premio, infatti, valoriz-ziamo la poesia dialettale e la cinematografia siciliana. Diamo la pos-sibilità al poeta di essere lanciato nel mercato editoriale vincendo un contratto con la casa editrice Medinova che si occupa della pubblica-zione, della distribuzione e della promozione della raccolta dialettale».

A.F.

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� L’Amico del Popolo19 Settembre 2010Provincia

Raggiunta la sufficienzapalazzo della pRovincia Indagine sull’edilizia scolastica Brevi provincia

provincia regionale Bliz della guardia di Finanza

Gli uomini della Guardia di Finanza di Agrigen-to, su incarico del sostituto procuratore Giacomo Forte, si sono recati presso la sede dell’ente Provic-nia Regionale di Agrigento ed avrebbero acquisito alcuni atti dirigenziali e presidenziali in materia di infrastrutture stradali, il piano esecutivo della ge-stione della provincia, la pianta organica dell’ente e altri documenti vari.

porto empedocle Scalo crocieristico

Lo scalo portuale empedoclino continua ad esse-re al centro dell’attenzione del turismo crocieristico dopo le massicce azioni di marketing presso alcuni dei più importanti armatori da parte dell’ammini-strazione comunale. Dopo l’arrivo, del veliero “Sea Cloud”, con a bordo turisti britannici è approdata a Porto Empedocle la nave crociera “Columbus” bat-tente bandiera delle Bahamas in crociera nel Me-diterraneo. Anche in questo caso un centinaio di turisti hanno affollato le vie della cittadina marinara in attesa del trasferimento ad Agrigento per la visita alla Valle dei Templi. Altre imbarcazioni da crociera sono attese in porto nelle prossime settimane.

racalmuto Fondo gagliano alla fondazione Sciascia

Sarà inaugurata il prossimo 25 settembre alle 17.30 la raccolta di libri appartenuti a Giacomo Ga-gliano, redattore e critico letterario al giornale L’Ora di Palermo. Gagliano lavorò con Radio Palermo, fino al 1964 fu redattore al Giornale di Sicilia e fu capo servizio del giornale Radio Rai. La sua biblio-teca, costituita da oltre duemila opere è stata dona-ta dalla figlia Maria Gabriella alla fondazione “Leo-nardo Sciascia” di Racalmuto.

realmonte la Scala dei turchi a pagamento

Dopo il successo di presenze registrate quest’an-no il sindaco Piero Puccio, ha annunciato che, per la prossima estate, sono in fase di progettazione diver-si servizi da fornire ai turisti che vorranno visitare la spiaggia: dalle ludoteche per i bambini, ai servizi per gli anziani, ai parcheggi. Per fare ciò, però, il primo cittadino di Realmonte vuole introdurre una sorta di ticket turistico del valore di un euro che consenti-rà l’ingresso alla Scala.

La Provincia regionale di Agrigento ha con-dotto un’indagine sull’edilizia scolastica per

monitorare le carenze strutturali degli edifici e l’adeguamento a norma di legge (applicazione della 81/08), allo scopo di attivare iniziative per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi. Oggetto della rivelazione sono state 63 scuole della Provincia.

L’indagine è stata condotta dagli operato-ri delle sedi decentrate delle URP, coordinate dall’ufficio centrale di Agrigento, attraverso la somministrazione di 2.863 questionari ad un campione distinto per gruppi ciascuno dei quali portatore di differenti esigenze e necessità.

Dallo studio emerge che gli edifici sono sta-ti costruiti per il 37% tra il 1966 ed il 1990; nel 68,25% l’ingresso principale è libero da barriere architettoniche e nel 56,06% è presente l’ascen-

sore; nell’80% sono presenti le scale di sicurezza mentre nell’87,56% sono presenti le piante con i percorsi di eva-cuazione.

Nel 70,59% delle scuole sono presenti dei laboratori; nel 63,43% è presente una bi-blioteca e nel 56,86% esiste una palestra. Per quanto concerne la sicurezza al 49,11% degli studenti non è stato distribuito materiale sulla sicurezza, ma nel 52,99% sono state realizza-te delle iniziative di formazio-ne a loro rivolte. Nel 78,20% esiste un piano di evacuazione della scuola. Ma se a questa prima parte del report la situazione delle scuole pro-

vinciali è buona non così per quanto concerne i do-cumenti che tutti gli edi-fici per legge dovrebbero possedere: infatti, il 17,15% ha il certificato di agibilità statica, il 16,56% quello di agibilità igienico-sanitario e il 23,16% quello di pre-venzione incendi.

Dal report, come già dicevamo in precedenza,

vengono fuori degli edifici scolastici, dal cam-pione a cui sono stati somministrati i questiona-ri, sufficientemente idonei a permettere al loro interno lo svolgimento delle attività scolastiche mentre per quanto concerne la documenta-zione attestante la staticità ed agibilità siamo a livelli scarsi. Pensare che proprio questi due ul-timi requisiti dovrebbero avere quanto meno la sufficienza, considerando che, al loro interno, gli studenti trascorrono la metà della loro giornata. Chissà quale sarebbe l’esito di un report sugli edifici scolastici dei comuni della provicnia, una proposta che lanciamo agli amministratori lo-cali.

LdP

Riapre dopo 10 annisciacca Antiquarium

sciacca 2 Vicenda cordone ombelicale

la corte dei conti archivia

Nozze d’Oro

Lo scorso 7 settembre, circondati dall’affetto dei figli, Aurelio, Gilda e Renato hanno festeg-giato, nella Cattedrale di Gussago (BS) 50 anni di vita insieme

Franca e Salvatore Zaffuto.

Ai coniugi Zaffuto, gli auguri della redazione.

Rubrica a cura dell’Avv. Adele Falcetta

L’ANGOLO DEL CONSUMATORE

Ho ricevuto a casa una multa per un eccesso di velocità segnalato da un autovelox. So che la legge prescrive che questi dispositivi devono essere op-portunamente segnalati, ed ho verificato personal-mente che, nel caso che mi interessa, non c’è alcun cartello che indichi la presenza dell’autovelox. Pos-so proporre ricorso? (P.A., Agrigento)

In effetti, l’art. 4 della legge 168/02 stabilisce che dei dispositivi di autovelox “viene data informazione agli automobilisti”. E la Corte di Cassazione, Seconda Se-zione Civile, con sentenza n. 12833/2007, ha precisa-to che si tratta di una norma di carattere imperativo, che non è possibile disapplicare. Le postazioni fisse di controllo possono essere segnalate: a) con segnali stradali di indicazione, temporanei o permanenti; b) con segnali stradali luminosi a messaggio variabile; c)

con dispositivi di segnalazione luminosi installati su veicoli. I segnali stradali di indicazione devono essere realizzati con un pannello rettangolare, di dimensio-ni e colore di fondo propri del tipo di strada sul quale saranno installati. Sul pannello deve essere riportata l’iscrizione “controllo elettronico della velocità” ovvero “rilevamento elettronico della velocità”, eventualmente integrata con il simbolo o la denominazione dell’orga-no di polizia stradale che attua il controllo. I segnali stradali e i dispositivi di segnalazione luminosi devono essere installati con adeguato anticipo rispetto al luo-go ove viene effettuato il rilevamento della velocità, e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento, in relazione alla velocità locale predominante. Quindi, se nel caso specifico mancava un’adeguata segnalazione del dispositivo, è possibile proporre ricorso.

Per ulteriori chiarimenti o per informazioni rivolgersi a:Avv. Adele Falcetta, via S. Francesco n. 15 - 92100 Agrigentoe-mail: [email protected] - tel./fax 0922 556222 - Cell. 338 3971821

Sono stati necessari dieci anni perché l’An-tiquarium regionale, accanto alle grotte va-porose del monte Kro-nio, fosse restituito alla fruizione pubblica, die-ci anni di motivazioni e di impedimenti vari, determinati anche dal-l’esigenza di ammoder-namento degli spazi espositivi.

Così venerdì 9 settembre l’on. Gaetano Armao, assesso-re al ramo e l’arch. Piero Meli, soprintendente ai BB.CC.AA. di Agrigento, con il dott. Vito Bono sindaco di Sciacca, han-no ridonato alla cittadinanza l’Antiquarium.

I discorsi delle autorità han-no evidenziato il momento, che è pure inteso alla ripresa della valorizzazione delle pre-ziosità di Sciacca.

L’Antiquarium sul Kronio, gli spazi e le vetrine d’espo-sizione, sono stati riorganiz-zati negli ambienti dotati di adeguata illuminazione con le pareti che offrono, in appo-siti pannelli, descrizioni anche grafiche di quanto attiene il vicinissimo sito archeologico nelle profondità delle stufe e i ritrovamenti lì venuti alla luce a partire dagli anni ’50 del ‘900 soprattutto per il coraggio e la passione di speleologi e ar-cheologi quali Giulio Perotti, Giorgio Coloni e Santo Tinè del C.A.I. di Trieste, poi citta-

dini onorari di Sciacca. Sono comunque le bache-

che ad offrire la vista concreta di reperti ceramici ed altro, dal neolitico ad epoche successive: rarissime testimonianze, rin-venute nelle cavità, di culture interessanti la contrada del-l’odierna Sciacca.

A coronamento, un video proietta in successione riprese inerenti le esplorazioni, i ritro-vamenti e quanto non è stato ancora possibile riportare alla luce.

Sarebbe bello se, anche il progetto di realizzare un “mu-seo della ceramica” diventas-se realtà. Sciacca è ancora in attesa che il sogno si realizzi, questo anche se, nella via Inci-sa, anni fa si è proceduto ad un primo corposo restauro mirato all’attivazione di tale impresa presso l’antico e monumenta-le ex Ospedale S. Margherita; definitive attivazioni attendo-no solo gli appropriati finan-ziamenti e il discorso sembra si stia riaprendo.

Francesco Cassar

La Corte dei conti ha archi-viato il procedimento che era stato aperto nei confronti di Lillo Ciaccio, ex direttore della banca del cordone ombelicale di Sciacca, e Michela Gesù, bio-loga. Ai due veniva contestata l’accusa di avere speso in ma-niera ingiustificata circa 10 mi-lioni di euro, cifra in gran parte utilizzata per lo stoccaggio delle sacche e per la lavorazione del sangue cordonale.

Il pronunciamento della magi-stratura contabile è la logica conse-guenza della sentenza di assoluzione emessa nei mesi scorsi dal Tribunale penale di Sciacca nei confronti di Ciaccio e Gesù ai quali venivano fat-te le medesime contestazioni.

Su Ciaccio e Gesù pende adesso solo un’accusa di turbativa d’asta unitamente ai rappresentanti di due aziende fornitrici. Il processo, inizia-to lo scorso aprile, è in corso di ce-lebrazione seguendo una tabella di marcia abbastanza spedita.

Tra gli imputati anche gli impren-ditori Giorgio Gianella (66 anni di Ferrara) e Giorgio Mai (62 anni di

M i r a n -d o l a ) rispetti-vamente l e g a l i rappre-sentanti

della “Lagitre” Srl e della “Fresenius Hemocare Italia” Srl.

Per quanto riguarda l’ipotesi di turbativa d’asta, secondo la pubblica accusa, riguarderebbero le forniture “in service” di 2 sistemi per la tipiz-zazione Hla di classe I e II di 900 unità di sangue placentare con tec-nica PCR-rSSO.

Da quello che sta emergendo dalle udienze, parrebbe che i mac-chinari acquistati dall’ex direttore della banca del cordone ombelicale fossero prodotti in Italia solo da due ditte e che i prezzi con cui sono stati acquistati risulterebbero inferiori alla media.

In buona sostanza, Ciaccio e Gesù avrebbero acquistato prodotti eccellenti a prezzi addirittura infe-riori alla media. I fatti contestati agli imputati sarebbero stati commessi a Sciacca l’8 luglio 2005, il 24 febbraio del 2006, il 16 giugno 2006.

Filippo Cardinaleno all’impianto biomasse

Tutti i partiti politici esprimono un secco “no” alla realizzazione di impianti di bio-massa sul territorio di Ribera.

Lo fanno con un documento comune, sottoscritto, alla presenza degli onorevoli Ruvolo, Cascio e Bosco, e al quale hanno apposto la firma i rappresentanti dell’Udc, dell’Mpa, del Pdl, del Pdl Sicilia e dell’Allen-za per l’Autonomia Democratici e Liberi. Non si sono pronunciati le altre forze poli-tiche e i movimenti che non siedono in con-siglio comunale.

Le forze politiche, riferendosi al program-ma elettorale finalizzato alla valorizzazione del binomio agricoltura e turismo, valutano negativamente la presenza dell’impianto di biomassa nella valle del fiume Magazzolo per l’immagine della città e del territorio, si impegnano ad attivarsi politicamente e am-ministrativamente per non far realizzare un tale impianto a Ribera, chiamando in causa l’assessore regionale Di Mauro, invitano gli amministratori a mettere in atto le proce-dure per impedire agli organi comunali di concedere parere favorevole a tali impianti e assicurano che le decisioni saranno vagliate e decise nel civico consesso.

L’assessore regionale all’Energia ha auto-

rizzato una ditta ribe-rese alla co-struzione e all’esercizio, in contrada Castellana, di un im-pianto di produzione di energia e l e t t r i c a alimentato a biomassa liquida di oli vegetali portati in sito con autobotti.

I partiti hanno pure una frecciata per l’ex sindaco di Ribera Antonino Scaturro “reo” di non avere avuto la sensibilità di rendere nota una problematica di rilevante inciden-za sul territorio e di non avere informato o coinvolto il consiglio comunale di allora quando la ditta riberese, che ha richiesto l’autorizzazione per l’impianto, il 25 marzo dell’anno scorso, ha presentato l’istanza e ha ottenuto dall’assessorato regionale dell’Ener-gia l’autorizzazione il 31 marzo scorso.

Enzo Minio

RibeRa Documento comune delle forze politiche

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5 L’Amico del Popolo19 Settembre 2010Società

«Regole certe ed uguali per tutti»

foRum� In redazione Giuseppe Giuffrida, amministratore delegato Girgenti Acque

Questa settimana è stato ospite della redazione del nostro setti-

manale, il geom. Giuseppe Giuffrida, amministratore delegato di Girgenti Acque, società che gestisce il servizio idrico integrato nella nostra Provin-cia. L’amministratore Giuffrida ha risposto alle domande rivolte dai no-stri collaboratori Eugenio Cairone, Paolo Cilona, Marilisa Della Moni-ca e Salvatore Pezzino a moderare la conversazione il direttore Carmelo Petrone.

Notizia di oggi (14 settembre per chi legge) i tagli dell’erogazio-ne del servizio ad utenti morosi di Canicattì, ma non è interruzione di pubblico servizio, di un bene primario?

L’utente ha diritto al servizio ma non è scritto da nessuna parte che

il servizio debba essere dato a titolo gratuito. Dobbiamo sottolineare, per far comprendere i meccanismi che il servizio resta ed è un servizio pub-blico, i bilanci della gestione devono sempre essere in equilibrio per cui il furbo non può e non deve danneg-giare il corretto. Quello che in altri posti è la normalità, come i tagli a chi non paga, ad Agrigento diven-ta oggetto di dibattito, di scandalo. Anche la qualità del servizio diven-ta qualcosa di “particolare”, mi sono sentito dire che siamo bravi perché forniamo l’acqua con turni di tre giorni quando altrove se non avessi dato l’acqua ogni giorno mi avreb-bero fucilato.

Qual è il problema maggiore che ha riscontrato.

La presenza di un’anomalia com-plessiva. La Girgenti Acque sta ten-tando di stabilire delle regole certe ed uguali per tutti e questo è para-dossale ma è diventato uno scanda-lo. Un esempio è stato quando i capi gruppo al consiglio comunale di Agrigento mi chiamarono per un incontro in merito alla farraginosi-tà delle nostre regole e soprattutto per l’eccessiva documentazione ri-chiesta. Al presidente del consiglio risposi molto semplicemente se secondo lui era un mio capriccio applicare le leggi della Repubblica Italiana…

Qual è l’anomalia che l’ha colpi-ta maggiormente?

Quando ho fatto chiudere una fontana pubblica ricadente in zona A da cui dipartivano un numero considerevole di tubi che andava-no a finire in abitazioni private. Allora il solito consigliere comu-nale di turno mi disse che non po-tevo farlo perché quello era l’unico

modo per fare arrivare acqua a delle abitazioni mancanti dei requisiti di legge per ottenere la fornitura idrica. L’esca-motage trovato dal co-mune per far avere l’ac-qua a quelle abitazioni era stata la creazione di quella fontana. Que-sto noi non lo abbiamo più permesso perché è una questione di serietà se devi affrontare il problema degli abusivi della zona A non puoi far-lo con un escamotage ed inoltre gli dai l’acqua anche gratuitamente fa-cendola pagare agli altri ma vai in consiglio comunale e risolvi la que-stione. Noi e voglio ribadirlo, non stiamo facendo altro che applicare delle regole.

Aveva mai trovato in tutti questi anni che lavora nel settore idrico una situazione come quella della nostra provincia?

Mai! Non avevo mai trovato quel-lo che ho visto all’EAS o qui; un disordine, un’applicazione dei re-golamenti ad interpretazione del dirigente, del funzionario o del fon-taniere di turno. Ad Agrigento molti utenti avevano acquistato e istallato i contatori per trasformare le pre-se da forfettarie a misura ebbene, il comune non ha mai perfezionato la pratica aggiornando i dati; ed oggi io mi trovo pratiche in cui gli utenti ri-sultano forfettari ma in realtà hanno le prese a misura.

In una interrogazione al consi-glio comunale si accusava la Gir-

genti Acque di avere dimenticato quelli che erano gli impegni as-sunti nel momento dell’aggiudica-zione del sistema Idrico integra-to della Provincia di Agrigento, come stanno veramente le cose?

Noi non ci siamo scordati nulla ma, la parte pubblica, e mi dispia-ce doverlo dire, continua ad essere

più che latitante. Tutto quello che noi abbiamo fino ad oggi realizzato lo abbiamo fatto con l’assenza di tutti. Doveva-no partire i lavori e si doveva avere un co-finanziamento ma non è mai arrivato; si do-veva avere una tariffa unica ed ancora attendiamo che venga approvata; dovevamo avere un ente programmatore che ancora non ha mai program-mato. Noi, in tutti questi mesi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo realizzare anzi di più avendo anche anticipato le progettazioni esecutive di tut-to. Dunque Girgenti sta facen-do la propria parte senza che la parte pubblica faccia la sua.

Come spiega allora la spin-ta da parte della politica ad un ritorno della gestione del servizio al pubblico?

Questa querelle sulla qualità del servizio erogato (meglio pubblico o privato) potrà essere risolta soltan-to con il tempo, dopo che verranno raccolti i dati; oggi a noi, proviene in merito alla qualità del servizio erogato un riconoscimento unani-me che ne riconoscono un miglio-ramento oggettivo. Secondo me ci sono delle situazioni di appartenen-za, ideologiche e di non conoscenza che stanno alla base di questa que-relle. Noi siamo concessionari di un servizio pubblico ed abbiamo una normativa pubblicistica a tutti gli effetti.

Oltre a coloro i quali pagano state cercando di scovare gli eva-sori?

Questo lo stiamo già facendo però

il mi-gliora-mento dei co-sti avverrebbe molto semplicemen-te se approvassero la nostra tariffa. Noi stiamo applicando le tariffe dei singoli comuni nel momento in cui siamo entrati.

I fontanieri hanno ancora pote-re nella distribuzione dell’acqua?

No, assolutamente no! Qualcuno che lo ha fatto non sta più lavorando con noi.

A che punto è l’approvazione del regolamento, su quale tavolo giace?

Non mi è dato saperlo, sicuramen-te lo hanno all’ATO. Alcuni mesi ad-dietro mi chiesero una cosa capziosa in merito alle tariffe alla quale non abbiamo risposto perché ci chiede-vano di fare noi un’ipotesi di tariffe, insomma come chiedere all’impic-cato di scegliere la corda per l’ese-cuzione. Se i politici sono pagati per fare delle scelte devono assumersi la responsabilità di farle queste scelte.

Si riuscirà mai ad avere un de-puratore ad Agrigento?

Quando sono arriva-to in città i miei amici agrigentini mi dicevano di strare attento, di non parlare del depuratore del villaggio Peruzzo.Io mi sono studiato le carte ed ho detto “per-ché non farlo al villaggio Peruzzo il depuratore?” Certo non si risolve la questione della zona costiera perché lì il pro-blema è più complesso di quello che si è appre-so in questi mesi c’è una gran quantità di persone che scaricano in maniera libera ovunque, quindi puoi fare il depuratore ma devi avere la certezza che tutto finisca lì. Co-

munque ritornando alla domanda abbiamo pensato e formalizzato la richiesta e pare che sia condivisa, di lasciare il villaggio Peruzzo per un bacino di scolo limitato, vista anche la sua dimensione e pompare tutto in una zona diversa, verso Canna-tello dove costruiremo un grande depuratore al quale confluiranno le acque nere provenienti da Favara.

Quanti degli assunti a Girgenti Acque lo sono stati tramite segna-lazione (raccomandazione ndr)?

Fino ad oggi sui quadri tecnici e di riferimento e gli ingegneri non abbiamo subito alcune interferenza, per i quadri sul manovale abbiamo tenuto conto della storia personale di ognuno ma anche le presentazio-ni delle volte hanno pesato. La poli-tica devo dirmi ha inciso in maniera soft, hanno inciso indubbiamente le conoscenze interpersonali, il figlio, le persone presentate dal socio, il parente. Debbo anche dire che, di contro noi, anche gente con il co-gnome eccellente, dopo tre giorni lo abbiamo mandato a casa.

“Quello che in altri posti è la normalità

ad Agrigento diventa qualcosa di “particolare”

É l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, oltre che di fognatura e depurazione delle acque reflue. In Italia il Servizio Idrico integrato è stato introdotto dalla L. 36/94; ora la legge di riferimen-to è D. Lgs. 152/06 convertito nella legge 166/09.

Prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 36/94, denominato “Legge Galli”, in Italia erano presenti migliaia di gestioni locali per questi servizi, con una grande frammenta-zione degli stessi, e dunque una dispersione di risorse economiche. Per ovviare a questi aspetti, il legislatore nazionale ha deciso di delimitare il territorio in aree abbastanza estese, denominate Ambiti Territoriali Otti-mali (ATO), all’interno delle quali la gestio-ne del servizio idrico integrato dev’essere in capo ad un solo soggetto. Sul territorio na-zionale sono stati individuati 91 ATO.

É l’acronimo di Ambito Territoriale Ottima-le. E’ una porzione di territorio che nella Leg-ge 36/94, art. 8, comma 1, si stabilisce debba tenere conto dell’unità del bacino idrografico, della localizzazione delle risorse e dei loro vin-coli di destinazione in favore dei centri abitati interessati; inoltre queste aree devono avere adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri fisici, demografici, tecnici e sulla divisione politico-amministrativa (la pre-senza di Comuni, Comunità Montane o altre associazioni di Comuni). É stato deciso che il territorio della Provincia di Agrigento sia rac-chiuso in unico ATO.

LEGENDACos’è il servizio idrico integrato?

Cosa ha stabilito la “legge Galli”?

Cos’è un ATO?

Page 6: L'Amico del Popolo

� L’Amico del Popolo19 Settembre 2010Vita Ecclesiale

caltabellotta� Festeggiamenti SS. Crocifisso

arrivate�le�reliquiedi�san�bernardo�

papa�nel�regno�unito La figura del beato card. Newman

anglicano�e�poi�cattolicoMentre si accorcia l’attesa dei siciliani,

che impazienti attendono l’arrivo del pontefice, tutto è ormai predisposto per il suo 17° viaggio che, dal 16 al 19 set-tembre lo porterà in Gran Bretagna.

Il climax della visita di Benedetto XVI, a detta di p. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, è presto in-dividualizzabile «nella beatificazione del card. John Henry Newman, una figura a cui il Papa è particolarmente legato e del quale ha deciso di presiedere la cerimo-nia di beatificazione». Infatti, questa avrà luogo a Birminghan, giorno 19. Altro mo-mento clou del viaggio, che certamente non mancherà di suscitare attenzione, sarà il discorso di Benedetto XVI ai rappresen-tanti della società civile, politica e religiosa del paese, che sarà tenuto alla Westminster Hall, un luogo storicamente significativo per l’Inghilterra, qui venne condannato Thomas More.

Quali le coordinate della biografia del futuro beato? Perché tanto rilievo alla sua beatificazione?

John Henry Newman, nato a Londra nel 1801, apparteneva ad una famiglia di fede anglicana. Assetato di verità e conoscenza, entrò nel Trinity College di Oxford. Nel 1824 divenne diacono della chiesa angli-cana e successivamente fu insigni-to del titolo di parroco a St. Mary, con il mandato della cura pastorale dei giovani studenti.

Fu questo il periodo in cui, in-sieme con altri amici, fondò il mo-vimento di Oxford, che assunse come compito quello di contra-stare il dilagare del liberalismo nel contesto delle università inglesi dell’epoca. Il futuro beato si op-poneva alle posizioni della “chiesa larga”, una frangia nascente all’in-terno dell’anglicanesimo, perchè favoriva posizioni illuministiche e razionalistiche.

Tra il 1833 e il 1840 Newman e gli amici appartenenti al movimento, pubblicarono i “Tracts for the Times”, un insieme di novanta saggi che pren-devano in carico la situazione della chiesa anglicana e del cristianesimo in genere. L’ultimo di questi, scritto da Newman, esamina, interpretan-doli, i 39 articoli di fede della confes-sione anglicana e propone un accordo con la dottrina cattolica del Concilio di Trento (1542-1565). Questo tenta-tivo venne condannato sia dall’Uni-versità di Oxford che da 42 vescovi angli-cani. Dopo la condanna del suo “Tract 90” rinunciò al suo ufficio di parroco universi-tario e si ritirò a Littlemore dove rafforzò l’impegno di ricerca e scoprì ulteriormente nei Padri della Chiesa, degli amici, soprat-tutto negli alessandrini; questo fatto ravvi-vò in un continuo crescendo la sua passio-ne per le loro opere.

Durante questo periodo ebbe luce lo “Sviluppo della dottrina cristiana”, poi pubblicata nel 1845, nella quale, l’autore perviene alla conclusione che formalmen-te la Chiesa Cattolica è dalla parte della ragione. Il 9 ottobre 1842 il padre passio-nista Domenico Barbieri, missionario in Inghilterra, raccogliendone la confessione,

lo accolse nella Chiesa Cattolica. Entrato nella Congregazione dell’Orato-

rio di S. Filippo Neri fu ordinato sacerdote a Roma nel 1847. Nel 1851 i vescovi inglesi lo designarono quale rettore della erigenda Università Cattolica di Dublino e qui eser-citò il suo ministero dall’apertura dei corsi, avvenuta nel 1854, fino al 1858. Non sem-pre pienamente compreso, visse il peso del dubbio di eterodossia che vi proiettavano alcuni, ma nel 1879 Papa Leone XIII lo creò cardinale (nell’ordine dei diaconi), as-segnandogli il titolo di San Giorgio al Ve-labro, fugando così ogni ombra di dubbio sulla sua ortodossia e ortoprassi. Si spense serenamente l’11 agosto 1890.

Alfonso Cacciatore

Atteggiamenti che gravano su quella “questione morale” che riemerge in forma ancora più acuta da numerose inchieste in diverse procure italia-ne. Tra le priorità, sottolinea la nota dell’associa-zione laicale, «questo settembre ne propone una più delle altre: il lavoro» perché i dati statistici non smettono di fotografare giovani in ginocchio tra disoccupazione e precarietà selvaggia, quan-do solo pochi giorni fa l’Istat confermava che ol-tre un giovane su quattro in Italia è disoccupato. Appare necessaria, allora, «una verifica oggetti-va delle politiche del lavoro sinora adottate, rese

tra l’altro incomplete dall’assenza di un moderno sistema di welfare” e “allo stesso modo sembrano necessari investimenti per la formazione dei gio-vani non disgiunti da un organico progetto edu-cativo». Dalla riflessione dell’Azione Cattolica emerge il profilo di un’Italia che «destina alle fa-miglie risorse insufficienti, inferiori al resto d’Eu-ropa, e nonostante si accenni da anni a forme di sostegno più forti – quali il quoziente familiare – sinora non si è passati a nulla di concreto».

In questo contesto, «la speranza, le speranze vanno ostinatamente cercate nei segni buoni dei

territori, nelle donne e negli uomini di buona vo-lontà che, nella costanza e nell’ombra, continua-no a servire le persone e le città “nonostante” il terreno poco fertile». Ed è proprio questa realtà che l’AC «vuole continuare a mostrare, in parti-colare la realtà di chi, nella crisi educativa, con-tinua ad accompagnare gratuitamente le perso-ne nella vita e nella fede» come «sacerdoti, laici adulti e giovani, genitori, insegnanti, che vedono nella vita degna delle persone l’investimento più importante per il Paese».

Carmelo Petrone

Continua dalla prima

É stato l’arcivescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro a celebrare la messa in occasione dell’arri-vo, nel centro montano, del-le reliquie di San Bernardo da Corleone, portate in città dall’omonima confraternita corleonese, guidata da fra’ Vincenzo Marchese, mini-stro provinciale dei Frati Mi-nori di Palermo.

La visita dell’urna con la sacre spoglie del santo è sta-ta inserita all’interno dei festeggiamenti del SS. Crocifisso “Dio Vivo” e in occasione della benedizione del nuovo altare ligneo realizzato da Tonino Pumilia nella chiesa dei Cappuccini, gra-zie alle offerte dei fedeli.

Le reliquie del santo sono rimaste esposte per alcuni giorni alla venerazione dei fedeli presso la chiesa di San Francesco d’Assisi e nella serata di domenica, a conclusione della proces-sione del “Dio Vivo”, sono tornate a Corleone, dopo il saluto davanti al Monumento della Pace di Caltabellotta e breve sosta nella frazione di Sant’Anna.

La presenza delle reliquie del santo sono state volute con-giuntamente sia dai frati Cappuccini sia dall’arciprete di Cal-tabellotta, don Giuseppe Costanza, in virtù del fatto che San Bernardo da Corleone, allora frate, nel 1647 visse per qualche tempo presso il convento dei Frati Cappuccini dove è tanto ve-nerato.

Enzo Minio

Page 7: L'Amico del Popolo

Vita Ecclesiale �L’Amico del Popolo19 Settembre 2010

a cura di Gino FaragoneXXV Domenica del Tempo Ordinario

Che farò?

«Benedetto

il Signore

che rialza il

povero»

la Parola

É l’interrogativo in un soliloquio dello scaltro amministratore della parabo-la del vangelo di questa domenica (Lc 16,1-13), che trovatosi in prospettiva di un licenziamento deve trovare una risposta al disagio e alla fame. All’inizio del vangelo è l’interrogativo della folla, dei pubblicani e dei soldati (3,10.12.14), che vanno al Giordano dal Battista per avere un orientamento nella vita. Ma è anche l’interrogativo della folla riunita a Gerusalemme nella festa di Pentecoste, particolarmente colpita dalla predica-zione di Pietro (At 2,37). É ancora l’in-terrogativo di ogni uomo che si sente confuso e stretto da una logica di pote-re, da una economia di scambio che im-pone atteggiamenti di ipocrisia e genera solo competizione, gelosia, diffamazio-ne. Che farò io che vivo all’interno di una istituzione per la quale non conto niente? La parabola sottolinea una strut-tura sociale dove ognuno di noi ha biso-

gno degli altri per vivere, dove ognuno esperimenta la condizione comune della fragilità umana. In fondo siamo tutti poveri. Siamo tutti amministratori stolti. Ma se avremo la possibilità d’in-contrare il Signore capiremo alla fine cosa fare, cioè comportarci come Lui, nella logica del dono. L’insegnamento è offerto all’interno di quella cena, in cui Gesù mangia con i peccatori e parla del-la misericordia di Dio Padre, suscitando pesanti critiche da parte di coloro che ritengono di essere giusti.

«Un uomo ricco aveva un ammini-stratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi». Una sto-ria come tante altre che leggiamo quo-tidianamente sui giornali, storie di furti, di disonestà, di truffe. Si può lecitamen-te pensare ad un fatto di cronaca di quei giorni: un amministratore, accusato per un uso non corretto del denaro, ritiene opportuno instaurare con i suoi dipen-

denti un nuovo rapporto, contando su dei gesti generosi. Ultimo tentativo come atto di furbizia in previsione del suo licenziamento. Abituato a comanda-re, non pensa certo ad andare a zappare né ridursi all’accattonaggio. Escogita un sistema che si configura come interesse privato in atto d’ufficio, facendosi amici gli stessi debitori del padrone e speran-do così di poter conservare la propria posizione sociale. L’inizio sembra al-ludere a un momento di persecuzione nei confronti dell’amministratore. Ma subito l’attenzione si sposta sulle con-seguenze della sua caduta in disgrazia. Da ricchi si pensa e ci si comporta in un certo modo, valgono alcune regole, si applicano alcuni principi che rientrano nella legalità del sistema, chiaramente a beneficio solo di pochi privilegiati; da poveri è un altro mondo, è una corsa disperata per accaparrarsi una fetta di quella torta destinata solo a quei pochi

ingordi e disonesti ricchi. Da ricco gli altri li vedi come tuoi dipendenti; da povero, ti accorgi che gli altri sono tuoi compagni di cordata e che tu hai biso-gno degli altri, di tutti. Certamente non può ritenersi esemplare il comporta-mento dell’amministratore.

Nonostante ciò, «il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza». É l’elemento sorpresa della parabola: ci aspettavamo una conclusione diversa. Non si può lodare un imbroglione. Viene elogiata la capacità di reazione davanti ad una situazione compromessa. La ricchezza che normalmente è frutto di ingiustizie, di furti, di compromessi, qualche volta può diventare uno spazio inaspettato di amore e di amicizia. Il denaro non è sporco, è solo uno strumento ad alto rischio, capace di farti perdere l’orienta-mento, ma capace anche di farti aprire davanti alle miserie altrui.

I ragazzi dell’Oratorio

Caritas diocesanaFONDO CARITAS 8XMILLE 2011Anche quest’anno Caritas Diocesana intende com-partecipare alle molteplici progettualità che le Caritas parrocchiali/cittadine/foraniali intendono realizzare sul territorio al fine di promuovere espe-rienze e servizi segno di carità.Alle singole realtà è chiesto di fare un’analisi dei bisogni e delle risorse del proprio territorio per provare a discernere quali interventi di promozione umana e sociale portare avanti.La richiesta e gli allegati (formulario, preventivi, documenti per il monitoraggio e la rendiconta-zione…) sono scaricabili dal sito www.diocesiag.it al link della Caritas e dovranno essere inviati alla Caritas Diocesana entro il 15 dicembre 2010.Queste ed altre notizie sono acquisibili nel bando.

Curia ArcivescovileDal 1° settembre è entrato in vigore l’orario invernale di apertura degli uffici di Curia. L’apertura al pubblico, per-tanto, dei suddetti uffici è dal lunedì al giovedì ed il saba-to dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Per maggiore sicurezza si prega di telefonare e prendere appuntamento con il responsabile dell’ufficio prima di recarsi in Curia.

Consiglio Pastorale diocesanoIn vista dell’inizio del nuovo anno pastorale il dipar-timento per la pastorale riscontra la necessità di con-vocare il Consiglio pastorale diocesano per discutere le linee-guida che dovranno accompagnare la diocesi per tutto il prossimo anno liturgico. Appuntamento, con i componenti del Consiglio, per il 22 settembre alle ore 16.30 presso il Palazzo Vescovile.

Servizio Informatico CEISi terrà ad Agrigento nei giorni 22, 23 e 24 settembre il corso regionale sul SIDI (Sistema Informativo regionale) realizzato con la collaborazione di numerose diocesi che ne hanno definito le specifiche ed effettuato i test. Come dimostra l’esperienza di numerose diocesi, la disponibili-tà di un software sviluppato, secondo le specifiche esigen-ze delle Curie, e con riferimento alle normative in vigore nei diversi settori, è occasione per organizzare al meglio le procedure e le prassi seguite dagli uffici.Al fine di agevolare la conoscenza e l’utilizzo dei pro-grammi SIDI si è ritenuto utile proporre questo corso sull’uso dei programmi SIDI, riservato alle diocesi di Sicilia. Il programma del corso prevede il primo giorno dedicato ai temi della competenza della cancelleria e di chi si occupa dell’annuario diocesano e dell’anagrafica ufficiale; il secondo dedicato agli uffici amministrativi ed il terzo agli uffici IRC.

In D

ioce

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Il coraggio della speranzasettImane socIalI Al via dal 14 al 17 ottobre a Reggio Calabria

«Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e

di carità. Impegnarsi per il bene comune è prendersi cura, da una parte, e avvalersi, dall’altra, di quel complesso di istituzioni che strutturano giuridicamente, civilmente, politicamente, culturalmente il vivere socia-le, che in tal modo prende forma di pólis, di città. Si ama tanto più efficacemente il pros-simo, quanto più ci si adopera per un bene comune rispondente anche ai suoi reali bisogni». Così leggiamo nelle parti intro-duttive (n. 7) dell’ultima enciclica del Santo Padre, Caritas in veritate. Ed è certamente su questo orizzonte che si muoveranno le riflessioni della prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Reggio Calabria, 14-17 Ottobre 2010): consueto appuntamento culturale della Chiesa italiana nato agli inizi del Novecento grazie all’intuizione di Giu-seppe Toniolo, figura di santità centrale nel-l’elaborazione del pensiero sociale cristiana-mente ispirato.

Il tema del bene comune, come sappia-mo, da qualche anno è tornato con forza ad essere al centro della produzione magiste-riale e della riflessione culturale dei laici. In particolare si è cercato di declinarlo sempre più in relazione ai diversi ambiti e alle diver-se problematiche della vita sociale e civile del Paese. Il titolo stesso di questa prossi-ma Settimana Sociale rappresenta questo modo dinamico e realistico di intendere

l’orientamento al bene condiviso e al-l’interesse generale: Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese.

Lo scenario in cui si collocherà que-sta iniziativa è sicuramente particola-re: l’Italia, come viene spesso detto nel Documento preparatorio, sta attra-versando un periodo complesso e con molti segni di crisi sul piano economi-co-sociale, politico, culturale, valoria-le. Fenomeni corrosivi, infatti, stanno seriamente erodendo le basi della convivenza civile: l’indebolimento dei legami sociali e l’emergere di nuovi egoismi corporativi; l’emergere con durezza di una nuova questione socia-le, sotto la spinta della crisi globale e di inediti scenari produttivi; “lo smantel-lamento dell’agorà quale naturale spa-zio della cittadinanza” (Z. Bauman); lo squilibrio nord-sud; la faticosa gestio-ne del tema sicurezza e dell’accoglien-za/integrazione del diverso; lo scontro tra i poteri dello Stato, esito della mal gestita transizione istituzionale e politica; la sofferenza crescente nell’ambito della parte-cipazione e della cittadinanza attiva.

In tal senso “un’agenda di speranza per il Paese” non è solo un’utile azione di discer-nimento comunitario applicato alle realtà temporali, ma è una necessità concreta per dar voce all’originale modo, che i cristiani

esercitano, di leg-gere la storia so-ciale, la condizione civile e i segni dei tempi alla luce del patrimonio di ri-flessione rappre-sentato dalla Dot-trina Sociale della Chiesa.

“Orientarsi al bene comune” (Doc. prep. cap. II), dunque, nella fase attuale potrebbe essere un’autenti-ca opera di con-versione della vita pubblica; sarebbe il segno di una inver-sione di tendenza; aprirebbe lo scena-rio, auspicabile per ogni democrazia matura, del dialogo reale e della coope-razione tra società civile e politica, e ancor più tra i livel-li e gli organi istitu-zionali. Altrimenti dire che il bene co-mune è “l’insieme delle condizioni che permettono ai singoli e ai gruppi di raggiungere più

velocemente e in pienezza la propria per-fezione” rischia seriamente di rimanere un appello di principio senza traduzione nella Costituzione materiale dello Stato e nella vita di tutti.

Oggi servono speranza e progetto, serve capacità di traguardarsi sul medio-lungo periodo senza dimenticare le urgenze, ma al tempo stesso senza lasciarsi schiacciare dal-la logica perversa del “qui ed ora”. In fondo, questa è la capacità che viene chiesta ad una società realmente partecipativa e coinvolta nelle vicende pubbliche in modo reale.

I cristiani, come spesso ci ricordano i nostri vescovi, possono assolvere al ruolo decisivo di stimolare e promuovere queste condizioni per vie di futuro possibile e di sviluppo. Anche per questo va colto e rilan-ciato l’auspicio di Benedetto XVI (Cagliari, 7 Settembre 2008), ripreso variamente anche dal Consiglio Permanente della CEI, circa una nuova generazione di laici cristiani im-pegnati, capaci di ricercare con competenza e responsabilità vie di sviluppo sostenibile. Si invita a ricreare le condizioni per una nuova stagione di impegno politico e civile dei laici credenti, e nello stesso tempo ad operare una loro più matura e responsabile presenza nella vita pubblica, partendo pro-prio dall’amore per il territorio in cui speri-mentano il cammino di santità. Tale buona fatica li metterà in grado di operare quelle sintesi alte e quelle mediazioni, tra principi professati e contesto odierno, indispensa-bili per una fede adulta e consapevole.

Questo nuovo “alfabeto della parteci-pazione” viene oggi raccomandato come urgenza per la testimonianza cristiana. «L’azione dell’uomo sulla terra – ci ammo-nisce la Caritas in veritate (n. 7) –, quando è ispirata e sostenuta dalla carità, contri-buisce all’edificazione di quella universale città di Dio verso cui avanza la storia della famiglia umana».

Fabio Mazzocchio

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laIcI combonIanI Campo di lavoro

In terra di mafiaSi è svolto dal 30 luglio al

10 agosto scorso il campo di lavoro organizzato dalla Fa-miglia Comboniana, deno-minato “1, 2, 3,..10..100 passi: Camminiamo insieme verso la giustizia e la pace, dalla terra stremata al giardino del-l’Eden”.

Il campo ha visto la presen-za di 18 persone (età compresa fra 18 e 30 anni) provenienti da tutta Italia che, al mattino hanno lavorato nelle terre con-fiscate alla mafia, assegnate alle cooperative di Libera, nei pres-si di S. Giuseppe Jato, mentre nel pomeriggio si riunivano per la parte spirituale, presso il Monastero dei Padri Basiliani, “Skliza”, struttura ospitante, a Piana degli Albanesi.

Particolarmente significative sono state la “Messa della terra senza mali” celebrata a Portel-la delle Ginestre, nonchè gli incontri con Placido Rizzotto, omonimo e nipote del sinda-calista ucciso dalla mafia il 10 marzo 1948 per il suo impegno

a favore del movimento con-tadino per l’occupazione delle terre, con Francesco, respon-sabile delle comunicazioni di Libera, con Silvana Saguto, magistrato, con l’anziano testi-mone della strage di Portella delle Ginestre dell’1 maggio 1947.

Ci lasciamo sicuri che quanti abbiamo vissuto l’esperienza del campo, facendo rete con i costruttori di una società più fraterna, per mezzo della Paro-la di Dio ci sentiamo comunità in cammino che resiste e si im-pegna concretamente in favore degli ultimi e nella prospettiva della giustizia e della pace

Angelo Piraneo

Page 8: L'Amico del Popolo

� L’Amico del Popolo19 Settembre 2010Attualità

diario multimedi@le«Tra buffonate e cavolate,

finisce qui una brutta estate»

Caro diario,per fortuna questa brutta estate se ne sta andando

a quel paese, con tutto il suo carico d’afa e di ma-laffare, di duelli rusticani e di fattacci; dalle nostre parti il tormentone estivo, pur con tutti i guai ed i problemi che abbiamo, è stato un estenuante e fe-rocissimo contenzioso “di cacca” sulle ex chiare, fresche e dolci acque del litorale sanleonino in “at-trazione fecale” non soltanto con “shakeraggi” di liquami liquidi più o meno mimetizzati ma anche con megatrupponi di polievidenze oblunghe dal-l’immediata riconoscibilità e dall’ormai altrettanto solidissimo riutilizzo figurato (fuor di metafora, per difendere a spada tratta e querela facile la purezza dell’acqua di mare – mentre nessuno dei disammi-nistratori s’incavola sul serio per le infinite porcate in tema di latitanza di quella potabile – vi sono state persino accuse di mendacio & complotto contro chi aveva osato guardarle ed aveva usato i propri sup-porti visivi ad eternarle per coevi e posteri mentre, ogni giorno e ogni ora, facevano a tutti, buoni e cattivi, “ciao ciao” tra le onde); e, in campo nazio-nale, quell’inesorabile, inimitabile “bacterium coli” del neoregime italiota ha perseverato a spadroneg-giare da ogni parte e in ogni casta del politicume (tanto, al di là dei colori e dei giochi delle parti “a usu facciata” sono sempre più tutte uguali, corrot-te, ributtanti e vendute, caro diario) offrendoci tutta un’altra maxiserie di sipariacci stagionali proprio da fare schifo. Su molti di questi (Gheddafi docet) ap-profondirò dopo; ma per ora leggi qui e, se ci riesci, cerca di restare calmo. Caso Fini. Un alloggio di par-tito va in vendita privata come neanche ai saldi dei cinesi (e su “Appartamentopoli”, da Scajola ad oggi, i casacci consimili sono già a sacchi) e lui si ritro-va in un mare di cacche per le pirotecnie di tripu-di da parte degli ex amici e sodali di neoregime che iniziano a linciarlo,“allineati e compatti”, non tanto e certo per l’ambiguo affare in sé (poiché tutti, ma proprio tutti, sono adusi a “trafugar tacendo” ed a coprire), quanto per fargli pagare caro l’aver tradito quel sant’uomo del Cav.; ed in tale “maschiata” de-flagra pure che, in quella casa, e da anni, indovinate chi ci abita? Proprio il suo cognatino, ergo il fratello della nuova consorte, tale Tulliani, già convivente di quell’antiadone di Gaucci non tanto per amore (fi-guriamoci) quanto per soldi: case, terreni, beni mo-bili e pure una schedina miliardaria. E qui, ovvia-mente, anche per la signora, mazziate varie (perché proprio il suo “allegro” fratellone proprio in “quel-la” casa? E come potevano non saperne nulla sia lei sia l’onorevole marito che, ora, si straccia le vesti e annuncia processi in famiglia fra i soliti “discursi di trenu”?). Ebbene, molte parlamentari, in solidarietà “bipartisan”, svicolando su questo “mal-affaire”, se la sono presa, come sempre (vedi le cacche di cui so-pra) con noi giornalisti, rei, stavolta, d’aver messo la croce addosso a una povera donna indifesa: ma roba da matti, ma statevene zitte… Ed ora leggi qui. Mee-ting di Comunione e Liberazione, più collaterale che mai al neoregime. Soliti temi che dicono tutto e non dicono niente, relatori di grido “a te’pigliatilli”, pas-serellonate d’ogni casta, uomini di fede assieme ad uomini di fedina, “brodo primordiale” con “bacte-rium coli”. Come dici, sono cattivo? Eccoti il “top”, giudica tu. “La Repubblica”, intervista al Prof. Gior-gio Cittadini, altissimo dirigente di CL. “La posizio-ne di Famiglia Cristiana è vecchia, parziale. Parte da una visione moralistica invece che dalla proposta di valorizzare il desiderio più vero delle persone. Se si riduce il desiderio ai propri schemi moralistici, non si pone nessuna radice per il cambiamento”. E que-sto sarebbe un discorso cattolico pronunciato da un cattolico? Tornerò su FC, caro diario; per adesso mi limito al miglior commento, quello (lapidario ed icastico) d’un amico sacerdote: “Arrivàmu”.

Nuccio Mula

Chiuso il 15 settembre ore 12.00