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    LAMBIENTE

    IN EUROPASTATO E PROSPETTIVE NEL 2010

    SINTESI

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    IN EUROPASTATO E PROSPETTIVE NEL 2010SINTESI

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    Design della copertina: EEA/Rosendahls-Schultz GrafiskLayout: AEA

    Agenzia europea dell'ambienteKongens Nytorv 61050 Copenaghen KDanimarcaTel. +45 33 36 71 00Fax: +45 33 36 71 99Web: eea.europa.euDomande: eea.europa.eu/enquiries

    Avviso legaleIl contenuto della presente pubblicazione non riflette necessariamente i pareriufficiali della Commissione europea o di altre istituzioni dellUnione europea. NlAgenzia europea dell'ambiente n alcuna persona o societ operante a nomedellAgenzia sono responsabili delluso che pu essere fatto delle informazionicontenute nella presente relazione.

    Avviso sul copyright AEA, Copenaghen, 2010Riproduzione autorizzata con citazione della fonte, salvo indicazione contraria.

    CitationAEA, 2010. Lambiente in Europa Stato e prospettive nel 2010: Sintesi.Agenzia europea dell'ambiente, Copenaghen.

    Le informazioni sullUnione europea sono disponibili in Internet e sono accessibiliattraverso il server Europa (www.europa.eu).

    Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dellUnione europea, 2010

    ISBN 978-92-9213-117-3doi:10.2800/48213

    Produzione ambientaleQuesta pubblicazione viene stampata in base ad elevati standard ambientali.

    Stampato da Rosendahls-Schultz Grafisk Certificato di gestione ambientale: ISO 14001 IQNet The International Certification Network DS/EN ISO 14001:2004 Certificato di qualit: ISO 9001: 2000 Registrazione EMAS. N. licenza DK 000235 Attribuzione del marchio Ecolabel con il Nordic Swan, licenza n. 541 176

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    LAMBIENTE

    IN EUROPASTATO E PROSPETTIVE NEL 2010SINTESI

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    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Sintesi

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    Autori e ringraziamenti

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Autori principali dellAEA

    Jock Martin, Thomas Henrichs.

    Anita Pirc-Velkavrh, Axel Volkery, Dorota Jarosinska, Paul Csagoly, YbeleHoogeveen.

    Collaboratori dellAEA

    Barbara Clark, David Stanners, Gordon McInnes, Jacqueline McGlade,Jan-Erik Petersen, Jeff Huntington, Hans Vos, Paul McAleavey, RonanUhel, Teresa Ribeiro.

    Adriana Gheorghe, Almut Reichel, Anca-Diana Barbu, Andr Jol, AndreasBarkman, Andrus Meiner, Anke Lkewille, Aphrodite Mourelatou, BeateWerner, Birgit Georgi, Blaz Kurnik, Carlos Romao, igdem Adem, DavidGee, David Owain Clubb, Franois Dejean, Gerald Vollmer, GiuseppeAristei, Hans-Martin Fssel, Ivone Pereira Martins, Jean-Louis Weber,Lars Mortensen, Manuel Winograd, Markus Erhard, Martin Adams,Mikael Skou Andersen, Mike Asquith, Milan Chrenko, Nikolaj Bock,Pawel Kazmierczyk, Peder Jensen, Peter Kristensen, Rania Spyropoulou,Ricardo Fernandez, Robert Collins, Roberta Pignatelli, Stefan Speck,Stphane Isoard, Trine Christiansen, Valentin Foltescu, Valrie Laporte.

    Supporto alla produzione dellAEA

    Anne Louise Skov, Carsten Iversen, Henriette Nilsson, Ieva Bieza, MonaMandrup Poulsen, Pia Schmidt.

    Ringraziamenti

    Contributi dei Centri tematici europei (ETC), ovvero Centro tematicoeuropeo Aria e cambiamenti climatici,

    Centro tematico europeo per la biodiversit, Centro tematico europeoUso del territorio e informazione territoriale,

    Centro tematico europeo Consumo e produzione sostenibili, Centrotematico europeo Acqua

    Discussioni e feedback dai colleghi della DG Ambiente, del Centro

    comune di ricerca e di Eurostat Feedback da Eionet tramite i Punti focali nazionali dei 32 paesi

    membri dellAEA e dei 6 paesi che hanno accordi di cooperazione conlAEA

    Feedback dal Comitato scientifico dellAEA

    Feedback e orientamenti dal Consiglio di amministrazione dellAEA

    Feedback dai colleghi dellAEA

    Supporto editoriale a cura di Bart Ullstein, Peter Saunders

    Autori e ringraziamenti

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    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Sintesi

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    Sommario

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Sommario

    Messaggi chiave 9

    1 Lo stato dellambiente in Europa 13

    L'Europa dipende fortemente dal capitale naturale edagli ecosistemi sia al suo interno che allesterno ......................13

    L'accesso a informazioni aggiornate affidabili

    sull'ambiente offre una base per lazione ......................................13 L'esame dello stato dell'ambiente in Europa rivelanotevoli progressi, ma rimangono ancora alcune sfide .............15

    I collegamenti tra le pressioni ambientaliindicano rischi sistemici ambientali ..............................................17

    Osservazione dello stato dellambiente edelle sfide future da prospett ive diverse ......................................22

    2 Cambiamento climatico 25

    In assenza di controllo, il cambiamento climaticopotrebbe produrre effetti catastrofici ............................................25

    LEuropa aspira a limitare l'aumento medioglobale della temperatura a meno di 2 C ....................................27

    L'UE sta riducendo le proprie emissioni di gas aeffetto serra e adempier allimpegno di Kyoto ..........................28

    Unanalisi pi attenta delle pri ncipali emissioni di gasa effetto serra per settore rivela un andamento vario ................31

    Prospettive per il 2020 e oltre: lUE sta facendoqualche progresso ............................................................................35 Gli effetti e le vulnerabilit legati al cambiamento del clima

    sono diversi nelle varie regioni, settori e comunit ....................38 Si prevede che il cambiamento climatico avr importanti effetti

    sugli ecosistemi, sulle risorse idriche e sulla salute umana ...........40 necessario un adattamento dedicato da parte

    dellEuropa per sviluppare la capacit di ripresarispetto agli effetti del clima ..........................................................42

    La risposta al cambiamento climatico influisceanche su altre sfide ambientali ......................................................44

    3 Natura e biodiversit 47

    La perdita della biodiversit degrada il capitalenaturale e i servizi ecosistemici .....................................................47

    LEuropa aspira ad arrestare la perdita dellabiodiversit e a mantenere i servizi ecosistemici ........................49

    La biodiversit ancora in fase di declino ....................................50 La trasformazione del terreno determina la perdita della

    biodiversit e il degrado delle funzioni del suolo .......................53 Le foreste sono molto sfruttate: la porzione di gr uppi

    di alberi secolari criticamente bassa ...........................................55 Le aree agricole diminuiscono ma la gestione si

    intensifica: le praterie ricche di specie sono in calo ....................58 Gli ecosistemi terrestr i e dacqua dolce sono ancorasotto pressione, nonostante la riduzione deicarichi di inquinamento ..................................................................60

    Lambiente marino fortemente influenzatodallinquinamento e dallo sfruttamentoeccessivo della pesca ........................................................................64

    La conservazione della biodiversit, anche a livelloglobale, fondamentale per gli individui ....................................66

    4 Risorse naturali e rifiuti 69

    Limpatto ambientale globale del consumo dellerisorse in Europa continua ad aumentare ....................................69

    LEuropa aspira a dissociare lo sviluppoeconomico dal degrado ambientale ...............................................70

    La gestione dei rifiuti continua a passare dallosmaltimento, al riciclaggio e alla prevenzione ............................71

    Il concetto del ciclo di vita nella gestione dei rifiuti contribuiscea ridurre gli effett i sullambiente e lutilizzo delle risorse ......... 75 La riduzione delluso delle risorse in Europa riduce

    anche gli effetti ambientali a livello locale ...................................80 La gestione della domanda di acqua indispensabile per

    utilizzare le risorse idriche entro i limiti naturali ......................81 I modelli di consumo sono fattori determinanti

    nelluso delle risorse e nella produzione di rifiuti ......................85 Il commercio favorisce le importazioni di risorse in Europa,

    lasciando allestero gli effetti sullambiente .................................87 La gestione delle risorse naturali collegata ad

    altre questioni ambientali e socioeconomiche .............................89

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Sommario

    7Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    5 Ambiente, salute umana e qualit della vita 91

    Le disparit relative allambiente, alla salute, allaspettativadi vita e alle condizioni sociali sono collegate fra di loro ..........91

    Lambizione dellEuropa garantire un ambiente chenon provochi effetti dannosi per la sa lute ....................................93

    Nel caso di alcune sostanze inquinanti la qualitdellaria ambiente migliorata, ma le principaliminacce sanitarie persistono ...........................................................96

    Il traffico stradale una fonte comune di molti effettisulla sa lute, specialmente in aree urbane ......................................99

    Un migliore trattamento delle acque reflue ha portato

    a una migliore qualit dellacqua, tuttavia in futuropotranno essere necessari approcci complementari ................. 101 Pesticidi nellambiente: un potenziale per effetti involontari

    sulla flora e fauna selvatica e sugli esseri umani ........... .............. 104 Una nuova regolamentazione chimica pu essere

    di aiuto, ma gli effetti combinati delle sostanzechimiche rimangono un problema ..............................................105

    Il cambiamento climatico e la salute costituisconouna nuova sfida per lEuropa ........................................................107

    Gli ambienti naturali forniscono molteplici benefici perla salute e il benessere, specialmente nelle aree urbane ...........108

    necessaria una prospettiva pi ampia peraffrontare la questione dei legami tra lecosistemae la salute e le sfide emergenti ....................................................... 110

    6 Legami tra le sfide ambientali 113

    I legami tra le sfide ambientali indicano una

    complessit crescente .....................................................................113 Le tipologie di destinazione del terreno riflettonoi compromessi delle modalit di utilizzo delcapitale naturale e dei servizi ecosistemici ................................ 117

    Il suolo una risorsa vitale degradata da molte pressioni ..........121 Una gestione idrica sostenibile richiede il raggiungimento

    di un equilibrio t ra usi differenti ................................................. 121 (Non) tenere la nostra impronta ambientale entro i limiti ..........125 importante come e dove usiamo il capitale

    naturale e i servizi ecosistemici ....................................................127

    7 Sfide ambientali in un contesto globale 129

    Le sfide ambientali in Europa e nel restodel mondo sono interconnesse ......................................................129

    I collegamenti tra le sfide ambientali sono particolarmenteevidenti nei paesi vicini diretti dellEuropa ..............................134

    Le sfide ambientali sono strettamente collegateagli elementi del cambiamento globale ......................................136

    Le sfide ambientali possono aumentare i rischiper la sicurezza degli alimenti, dellenergia edellacqua su sca la globale ............................................................142

    Gli sviluppi globali possono aumentare la vulnerabilit

    dellEuropa ai rischi sistemici ...................................................... 1458 Priorit ambientali future: alcune riflessioni 151

    Il cambiamento senza precedenti, i rischi interconnessi elaumento delle vulnerabilit lanciano nuove sfide .................. 151

    Lattuazione e il rafforzamento della tutelaambientale forniscono diversi benefici ........................................154

    La gestione dedicata del capitale naturale e dei serviziecosistemici aumenta la resilienza sociale ed economica ........ 158

    Azioni pi integrate tra i diversi campi politicipossono aiutare leconomia verde ................................................162

    Promuovere la transizione fondamentale versouneconomia pi verde in Europa .................................................165

    Elenco delle abbreviazioni 170

    Note a fine testo 172

    Bibliografia 182

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    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Messaggi chiave

    9Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Messaggi chiave

    La politica ambientale allinterno dellUnione europea e tra i paesi viciniha prodotto notevoli miglioramenti nello stato dellambiente. Tuttavia,rimangono ancora importanti sfide ambientali, che avranno conseguenzesignificative per lEuropa se non verranno affrontate.

    Ci che cambiato nel 2010, rispetto alle precedenti relazionidellAEALambiente in Europa: Stato e prospettive, una migliore comprensione dei

    legami tra le sfide ambientali associate a megatendenze globali senzaprecedenti. Ci ha consentito di valutare in maniera pi approfondita irischi sistemici prodotti dalluomo e le vulnerabilit che minacciano lasicurezza degli ecosistemi nonch di comprendere pi a fondo le carenzea livello di governance.

    Le prospettive per l'ambiente dell'Europa sono di diverso tipo, maesistono reali opportunit di rendere l'ambiente pi resiliente ai rischi eai cambiamenti futuri. Tra queste si annoverano: ineguagliabili risorse etecnologie al servizio dellinformazione in materia ambientale, metodi dicontabilit delle risorse di immediato utilizzo e un impegno rinnovatonei confronti dei principi consolidati di precauzione e di prevenzione,correzione del danno alla fonte e principio del chi inquina paga. Alla basedi questi risultati generali stanno i seguenti dieci messaggi chiave:

    Il continuo impoverimento delle riserve di capitale naturale e deiflussi di servizi ecosistemici dellEuropa metter a rischio in ultimaistanza leconomia dellEuropa e intaccher la coesione sociale. La

    maggior parte dei cambiamenti negativi determinata dalluso crescentedelle risorse naturali per soddisfare i modelli di produzione e diconsumo. Il risultato una forte impronta ambientale in Europa e inaltre zone del mondo.

    Cambiamento climatico LUnione europea ha ridotto le proprieemissioni di gas a effetto serra ed a buon punto per quanto riguarda ilrispetto dei propri impegni previsti dal protocollo di Kyoto. Tuttavia, leriduzioni globali ed europee delle emissioni di gas a effetto serra sonodel tutto insufficienti a mantenere laumento di temperatura del pianetaal di sotto dei 2 C. Sono necessari maggiori sforzi per attenuare glieffetti del cambiamento climatico nonch per la messa in atto di misuredi adattamento destinate ad aumentare la resilienza dellEuropa.

    Capitalenaturale e

    serviziecosistemici

    tecn

    olo

    giche

    Mega

    tendenze

    ambie

    ntali

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    ndenze

    econom

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    e

    Megatend

    enz

    e

    polit

    iche

    Mega

    tendenze

    socialiMegatendenze

    Aree di priorit delle politiche ambientali

    Ambiente, salute e qualit della vita

    Risorse naturali e rifiuti

    Natura e biodiversit

    Cambiamento climatico

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    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20100

    Messaggi chiave

    11Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Natura e biodiversit LEuropa ha istituito una vasta rete di aree protettee di programmi destinati a invertire la tendenza alla perdita delle specie arischio di estinzione. Tuttavia, a causa dellalterazione diffusa dei paesaggi,del degrado degli ecosistemi e della perdita di capitale naturale, lUnioneeuropea non raggiunger il proprio obiettivo di arrestare la perdita di

    biodiversit entro il 2010. Per migliorare la situazione sar necessarioassegnare priorit alla biodiversit e agli ecosistemi nellelaborazionedelle politiche a tutti i livelli, concentrandosi, in particolare, sui settoridellagricoltura, della pesca, dello sviluppo regionale, della coesione edella pianificazione del territorio.

    Risorse naturali e rifiuti La regolamentazione ambientale e

    lecoinnovazione hanno aumentato lefficienza delle risorse attraversouna relativa dissociazione tra utilizzo delle risorse, emissioni eproduzione di rifiuti e sviluppo economico in alcune zone. Tuttavia,la dissociazione assoluta rimane una sfida, soprattutto per i nucleifamiliari. Ci indica la possibilit non soltanto di migliorareulteriormente i processi di produzione, ma anche di modificare imodelli di consumo, per ridurre le pressioni ambientali.

    Ambiente, salute e qualit della vita Linquinamento idrico eatmosferico sono diminuiti, tuttavia non abbastanza per ottenere una buonaqualit ecologica di tutti i corpi idrici o per garantire una buona qualitdellaria in tutte le aree urbane. Unampia esposizione a diverse sostanzeinquinanti e a prodotti chimici e preoccupazioni riguardo ai danni alungo termine per la salute delle persone insieme richiedono programmidi prevenzione su pi vasta scala e ladozione di approcci preventivi.

    I collegamenti fra lo stato dellambiente europeo e diverse megatendenzeglobali implicano rischi sistemici crescenti.Molti dei principali fattori

    di cambiamento sono fortemente interdipendenti ed probabile che sirivelino nel corso di decenni anzich di anni. Queste interdipendenze etendenze, molte delle quali esulano dallinfluenza diretta dellEuropa,avranno conseguenze significative e presenteranno rischi potenzialiper la resilienza e lo sviluppo sostenibile delleconomia e della societeuropee. Sar essenziale disporre di una migliore conoscenza deicollegamenti e delle incertezze ad esse associate.

    La gestione dedicata del capitale naturale e dei servizi ecosistemicioffre una nozione convincente e integrata per occuparsi delle pressioniambientali derivate da attivit settoriali multiple. La pianificazionedel territorio, la contabilit delle risorse e la coerenza tra le politichesettoriali, attuate a tutti i livelli, possono coadiuvare il raggiungimento

    di un equilibrio tra la necessit di conservazione del capitale naturale eil suo utilizzo per alimentare leconomia. Un approccio di questo tipo,maggiormente integrato, fornirebbe inoltre un quadro per misurare iprogressi in maniera pi ampia e contribuirebbe a fornire unanalisicoerente di diversi obiettivi politici.

    L'aumento dellefficienza e della sicurezza delle risorse pu essereraggiunto, ad esempio, attraverso pi ampi approcci estesi al ciclo di vitaper rispecchiare gli impatti ambientali completi dei prodotti e delle attivit.Ci pu ridurre la dipendenza dellEuropa dalle risorse a livello globalee promuovere l'innovazione.Una determinazione dei prezzi che tengapienamente conto degli effetti dellutilizzo delle risorse sar importante

    per stimolare il comportamento delle aziende e dei consumatori verso unamigliore efficienza delle risorse. Il raggruppamento delle politiche settorialiin base alle loro esigenze in termini di risorse e alle pressioni ambientaliconsentirebbe di migliorare la coerenza, affrontare le sfide comuni in modoefficiente, ottimizzare i benefici economici e sociali e aiuterebbe a evitareeffetti indesiderati.

    L'attuazione delle politiche ambientali e il rafforzamento dellagovernance ambientale continueranno a fornire una serie di benefici.Una migliore attuazione delle politiche settoriali e ambientali aiuterad assicurare il raggiungimento degli obiettivi ambientali e forniruna stabilit normativa per l'industria e il commercio. Un pi vastoimpegno nei confronti del monitoraggio ambientale e del rilevamentoaggiornato delle sostanze inquinanti ambientali e dei rifiuti tramitele migliori fonti dinformazione e tecnologie disponibili sosterr unagovernance ambientale pi efficace. Ci include la riduzione dei costi alungo termine per gli interventi correttivi grazie allazione tempestiva.

    La trasformazione verso un'economia europea pi verde assicurer lasostenibilit ambientale a lungo termine dellEuropa e dei paesi vicini.In questo contesto, assumeranno importanza anche i cambiamenti diatteggiamento. Insieme, enti regolatori, aziende e cittadini potrebberopartecipare in pi ampia misura alla gestione del capitale naturale e deiservizi ecosistemici, creando soluzioni nuove e innovative per utilizzare lerisorse in maniera efficiente e progettare riforme fiscali eque. Attraversolistruzione e diverse forme di mezzi di comunicazione sociali, possibilecoinvolgere i cittadini in maniera attiva nella ricerca di soluzioni riguardantile questioni globali, come il raggiungimento dellobiettivo climatico dei 2 C.

    I semi per le azioni future sono stati gettati: ora il compito che si profila quello di aiutarli a mettere le radici e a germogliare.

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20102

    Lo stato dellambiente in Europa

    13Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    1 Lo stato dellambiente inEuropa

    L'Europa dipende fortemente dal capitale naturale e dagliecosistemi sia al suo interno che allesterno

    L'Europa considerata nella presente relazione il luogo di residenza dicirca 600 milioni di persone e copre quasi 5,85 milioni di km2. Le porzionipi grandi sia di popolazione che di territorio sono nellUnione europea(UE); circa 4 milioni di km2 e quasi 500 milioni di persone. Con una

    densit media di 100 persone per km2

    , lEuropa una delle regioni pidensamente popolate del mondo; il 75 % circa della popolazione totalevive in aree urbane (1) (2).

    Gli europei dipendono fortemente dalle riserve di capitale naturale e daiflussi dei servizi ecosistemici presenti allinterno e oltre i confini europei.Da questa dipendenza emergono due domande fondamentali: le riservee i flussi vengono attualmente utilizzati in maniera sostenibile per fornire

    benefici essenziali, quali cibo, acqua, energia, materie prime, nonch ilcontrollo del clima e delle inondazioni? Le attuali risorse ambientali,ovvero aria, acqua, suolo, foreste, biodiversit, sono abbastanza sicure dapoter mantenere le persone e le economie in buona salute in futuro?

    L'accesso a informazioni aggiornate affidabilisull'ambiente offre una base per lazione

    Per rispondere a tali domande, i cittadini e i responsabili politici

    richiedono informazioni accessibili, pertinenti, credibili e fondate.Secondo diversi sondaggi, le persone interessate allo stato dell'ambienteritengono che fornire pi informazioni sulle tendenze e sulle pressioniambientali sia uno dei modi pi efficaci per affrontare i problemiambientali, oltre alle sanzioni e a una vigile applicazione della legge (3).

    Lobiettivo dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) fornireinformazioni tempestive, mirate, pertinenti e affidabili sull'ambientetali da sostenere lo sviluppo sostenibile e contribuire a realizzaremiglioramenti apprezzabili e misurabili nell'ambiente dell'Europa (4). Unulteriore requisito che lAEA pubblichi valutazioni periodiche sullo statoe sulle prospettive per l'ambiente in Europa: la presente relazione laquarta della serie (5) (6) (7).

    iStockphoto

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20104

    Lo stato dellambiente in Europa

    15Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Nota: Per ulteriori informazioni consultare il sito www.eea.europa.eu/soer.

    Fonte: AEA.

    Figura 1.1 Struttura dellambiente in Europa stato e prospettivenel 2010 (SOER 2010) (A)

    La presente relazione, Lambiente in Europa: stato e prospettive nel 2010(SOER 2010)(A), fornisce una valutazione delle informazioni e deidati pi aggiornati provenienti da 32 paesi membri dellAEA e da seipaesi con programmi di cooperazione nei Balcani occidentali. Inoltre,prende in esame quattro mari regionali: Atlantico nordorientale, Baltico,Mediterraneo e Mar Nero.

    Trattandosi di una relazione a livello europeo, integra lo stato nazionaledelle relazioni sull'ambiente in Europa (B). Il suo scopo fornire analisie approfondimenti sullo stato, le tendenze e le prospettive per lEuropa,oltre a un'indicazione degli ambiti in cui esistono lacune nelle conoscenzee incertezze, per migliorare le discussioni e le decisioni sulle politiche

    critiche e sulle questioni a livello sociale.

    L'esame dello stato dell'ambiente in Europa rivelanotevoli progressi, ma rimangono ancora alcune sfide

    Nellultimo decennio sono state registrate molte tendenze incoraggiantiriguardo all'ambiente: le emissioni di gas a effetto serra europee sonodiminuite; aumentata la parte di fonti di energia rinnovabile; alcuniindicatori di inquinamento atmosferico e idrico mostrano notevolimiglioramenti in Europa, sebbene ci non abbia necessariamente ancoradato come risultato una buona qualit dell'acqua e dell'aria, e infine l'usodelle materie prime e la produzione di rifiuti, sebbene ancora in aumento,crescono a un r itmo pi lento dell'economia.

    In alcune zone non sono stati raggiunti gli obiettivi ambientali. L'obiettivodi bloccare la perdita della biodiversit in Europa entro il 2010, adesempio, non sar raggiunto, anche se vaste zone in Europa sono

    state indicate come aree protette a norma delle direttive Habitat eUccelli (8) (9). Inoltre, improbabile che venga raggiunto l'obiettivo pigenerale di limitare il cambiamento climatico ad aumenti di temperaturadel pianeta al di sotto dei 2 C nel corso di questo secolo, in parte a causadi emissioni di gas a effetto serra provenienti da altre parti del mondo.

    Una tabella riassuntiva che indica le tendenze principali e il progressonegli ultimi dieci anni in cui sono stati istituiti gli obiettivi politici dellUEindica una situazione caratterizzata da aspetti contrastanti. In questa sedesono stati inclusi soltanto alcuni indicatori per evidenziare le tendenzeprincipali; le analisi pi dettagliate riportate di seguito mostrano che inalcuni casi, come quello dei rifiuti e delle emissioni di gas a effetto serra,vi sono notevoli differenze a seconda del settore economico e del paese.

    Valutazionitematiche

    Valutazioni dimegatendenze globali

    SOER 2010 Sintesi

    Valutazioniper paese

    Comprendere ilcambiamento climatico

    Profili per paese

    Storie nazionalie regionali

    Mitigazione del

    cambiamento climatico

    Temi ambientalicomuni

    Uso del terreno

    Protezione della naturae biodiversit

    Acque dolci

    Inquinamentoatmosferico

    Rifiuti

    Mitigare ilcambiamento climatico

    Adeguarsi alcambiamento climatico

    Biodiversit

    Uso del terreno

    Suolo

    Ambiente marino ecostiero

    Consumoe ambiente

    Risorse materialie rifiuti

    Quantit e flussi dellerisorse idriche

    Qualit delle acquedolci

    Inquinamentoatmosferico

    Ambiente urbano

    Megatendenzesociali

    Megatendenzetecnologiche

    Ciascuno dei puntisuindicati valutato daogni paese membrodell'AEA (32) e ognipaese che coopera conl'AEA (6)

    Megatendenzeeconomiche

    Megatendenzeambientali

    Megatendenzepolitiche

    http://www.eea.europa.eu/soerhttp://www.eea.europa.eu/soer
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    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20106

    Lo stato dellambiente in Europa

    17Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Tabella 1.1 A quali paesi e regioni si rivolge la presente relazione?

    Nota: AEA-38 = Paesi membri dellAEA (AEA-32) + Paesi che cooperano conlAEA (Balcani occidentali).

    Per motivi pratici i gruppi utilizzati sono basati su raggruppamentipolitici definiti (nel 2010) anzich solo su una considerazione ambientale.Pertanto esistono variazioni nelle prestazioni ambientali all'interno deigruppi e notevoli sovrapposizioni tra di essi. Laddove possibile, ci statoevidenziato nella relazione.

    In questa tabella riassuntiva non sono indicate diverse problematicheambientali fondamentali, perch non hanno obiettivi espliciti oppureperch troppo presto per misurare il progresso in rapporto a obiettiviconcordati pi di recente. Tali problematiche comprendono, ad esempio,il rumore, i prodotti chimici e le sostanze pericolose, i pericoli naturali etecnologici. Queste vengono considerate, tuttavia, nei capitoli successividella presente relazione e i risultati provenienti dalle loro analisi hannocontribuito alle conclusioni della relazione.

    L'immagine generale emergente di un avanzamento verso ilraggiungimento degli obiettivi ambientali, conferma i r isultati dellerelazioni precedenti sullo stato dellambiente in Europa, ovvero che

    vi sono stati notevoli miglioramenti in molte aree, tuttavia rimangonoalcune sfide importanti. Questa immagine rispecchiata anche nelrecente Annual Environment Policy Reviews (Riesami annuali dellapolitica ambientale) della Commissione europea, in cui fino a due terzidei 30 indicatori ambientali selezionati mostra scarse prestazioni o unatendenza allarmante, mentre gli altri indicano buone prestazioni o almenoun andamento misto verso obiettivi ambientali (10) (11).

    I collegamenti tra le pressioni ambientali indicano rischisistemici ambientali

    La presente relazione descrive lo stato e landamento dell'ambiente inEuropa nonch le prospettive per il futuro seguendo come filo conduttorequattro problematiche ambientali: cambiamento climatico; natura e

    biodiversit; risorse naturali e rifiuti e ambiente, salute e qualit dellavita. Queste quattro problematiche sono state scelte come punti inizialiperch rappresentano le priorit delle attuali politiche strategiche europee

    comprese nel sesto programma comunitario di azione in materia diambiente (J) (12) e nella strategia dellUE per lo sviluppo sostenibile (13), epertanto contribuiscono a creare un collegamento diretto con il quadroeuropeo delle politiche.

    Regione Sottoregioni Sottogruppo Paesi

    Paesi membridellAEA (AEA-32)

    UE-27 UE-15 Austria, Belgio,Danimarca, Finlandia,Francia, Germania,Grecia, Irlanda, Italia,Lussemburgo, PaesiBassi, Portogallo, Spagna,Svezia, Regno Unito

    UE-12 Bulgaria, Cipro, Estonia,Lettonia, Lituania, Malta,Polonia, Repubblica ceca,Romania, Slovacchia,Slovenia, Ungheria

    Paesi candidatiallUE

    Turchia

    PaesidellAssociazioneeuropea di liberoscambio (EFTA)

    Islanda, Liechtenstein,Norvegia, Svizzera

    Paesi che hannoun accordo dicooperazione conlAEA (Balcanioccidentali)

    Paesi candidatiallUE

    Croazia, ex Repubblicaiugoslava di Macedonia

    Potenziali paesicandidati allUE

    Albania,Bosnia-Erzegovina,Montenegro, Serbia

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20108

    Lo stato dellambiente in Europa

    19Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Problematicaambientale

    UE-27 scopo/obiettivo UE-27 inlinea conobiettivi?

    AEA-38 tendenza?

    Cambiamento climatico

    Cambiamento globale dellatemperatura media

    Limitare gli aumenti ameno di 2 C a livelloglobale (a)

    (D) ()

    Emissioni di gas a effettoserra

    Ridurre le emissioni di gasa effetto serra del 20 %

    entro il 2020 (b

    )

    (E)

    Efficienza energetica Ridurre il consumo primariodi energia; del 20 % entroil 2020 rispetto allopzione"business as usual" (b)

    (E)

    Fonti di energie rinnovabili Aumentare il consumo dienergia derivante da fontirinnovabili; del 20 % entroil 2020 (b)

    (E)

    Natura e biodiversit

    Pressione sugli ecosistemi(dallinquinamentoatmosferico, ad es.eutrofizzazione)

    Non superare carichi criticidi sostanze eutrofizzanti (c)

    Stato di conservazione(tutela della maggior partedegli habitat e delle speciedellUE)

    Raggiungere unostato di conservazionefavorevole, istituire la reteNatura 2000 (d)

    (F)

    Biodiversit(specie e habitat terrestri emarini)

    Arrestare la perdita dellabiodiversit (e) (f)

    (terrestri)

    (marine)

    ()

    ()

    Degrado del suolo(erosione del suolo)

    Prevenire lulterioredegrado del suolo e

    mantenerne le funzioni (g)

    (G) ()

    Risorse naturali e rifiuti

    Dissociazione(utilizzo di risorse derivantidallo sviluppo economico)

    Dissociare il consumodi risorse dallo sviluppoeconomico (h)

    Produzione di rifiuti Ridurre in manierasostanziale la produzione dirifiuti (h)

    (H) ()

    Gestione dei rifiuti(riciclaggio)

    Vari obiettivi di riciclaggioper diversi flussi specificidi rifiuti

    Stress idrico(sfruttamento delle acque)

    Raggiungere un buonostato quantitativo dei corpiidrici (i)

    (I)

    Tabella 1.2 Tabella riassuntiva indicativa del progres so verso ilraggiungimento degli scopi o obiettivi ambientali esintesi delle tendenze correlate negli ultimi 10 anni (C)

    Problematicaambientale

    UE-27 scopo/obiettivo UE-27 inlinea conobiettivi?

    AEA-38 tendenza?

    Ambiente e salute

    Qualit dellacqua(stato ecologico e chimico)

    Raggiungere un adeguatostato ecologico e chimicodei corpi idrici (i) (j)

    (I)

    Inquinamento idrico(da fonti puntuali e qualit

    dellacqua di balneazione)

    Conformarsi alle normesulla qualit dellacqua

    di balneazione e sultrattamento delle acquereflue urbane (k) (l)

    Inquinamento atmosfericotransfrontaliero (NOX,COVNM, SO2, NH3,particelle primarie)

    Limitare le emissioni diinquinanti acidificanti,eutrofizzanti e precursoridellozono (c)

    Qualit dellaria nelle areeurbane(materiale particolato eozono)

    Raggiungere livelli diqualit dellaria chenon provochino effettinegativi sulla salute (m)

    Legenda

    Sviluppi positivi Sviluppi neutri Sviluppi negativi

    Andamento decrescente Stabile () Andamento decrescente

    Andamento crescente () Andamento crescente

    UE allineata(alcuni paesi potrebberonon raggiungerelobiettivo)

    Sviluppo misto(ma rimane ilproblema generale)

    UE non allineata(alcuni paesi potrebberoraggiungere lobiettivo)

    Tabella 1.2 Tabella riassunt iva indicativa del progres so verso ilraggiungimento degli scopi o obiettivi ambientali e sintesidelle tendenze correlate negli ultimi 10 anni (C) (cont.)

    Fonte: AEA (C).

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20100

    Lo stato dellambiente in Europa

    21Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Le analisi indicano il fatto che la comprensione e la percezione odiernedelle sfide ambientali stanno cambiando: non possono pi essere vistecome questioni indipendenti, semplici e specifiche; piuttosto, le sfide sonosempre pi di grande portata e complesse, parte di una rete di funzionicollegate e interdipendenti fornite da diversi sistemi naturali e sociali. Cinon implica che le problematiche ambientali che sono emerse nel secoloscorso, come il modo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra olarresto della perdita di biodiversit, non siano pi importanti. Piuttosto,indica un maggior grado di complessit nella comprensione delle sfideambientali e nella reazione per affrontarle.

    La relazione cerca di fare luce da vari punti di vista sulle caratteristiche

    principali dei collegamenti complessi tra le questioni ambientali e lofa fornendo un'analisi pi approfondita dei collegamenti tra diversesfide ambientali, nonch tra tendenze ambientali e settoriali e rispettivepolitiche. Ad esempio, ridurre la velocit del cambiamento climaticorichiede non soltanto la riduzione delle emissioni di gas a effetto serraprodotte dalle centrali elettriche, ma anche la riduzione di emissioni pidiffuse prodotte dai trasporti e dall'agricoltura e cambiamenti nei modellidi consumo dei nuclei familiari.

    Considerate nellinsieme, le tendenze in Europa e a livello globaleindicano un certo numero di rischi ambientali sistemici, quali lapotenziale perdita o danneggiamento di un intero sistema anzich diun singolo elemento, che pu essere peggiorato a causa delle molteinterdipendenze tra di essi. I rischi sistemici possono essere innescatida eventi improvvisi o svilupparsi nel tempo, con effetti spesso di vastaportata e talvolta catastrofici (14).

    Una serie di sviluppi di fondo nell'ambiente europeo mostra le

    caratteristiche fondamentali del rischio sistemico: molte delle problematiche ambientali dellEuropa, quali il

    cambiamento climatico o la perdita della biodiversit, sono collegate ehanno un carattere complesso e spesso globale;

    sono strettamente collegate ad altre sfide, quali il consumoinsostenibile delle risorse, che coprono le sfere sociali ed economichee minacciano importanti servizi ecosistemici;

    le sfide ambientali sono diventate pi complesse e pi profondamentecollegate ad altre preoccupazioni sociali e sono aumentati anche leincertezze e i rischi ad esse associate.

    Al centrodellattenzionenel periodo

    Cambiamentoclimatico

    Natura ebiodiversit

    Risorsenaturali erifiuti

    Ambiente esalute

    Anni Settanta/Ottanta(fino ad oggi)

    Proteggeredeterminatihabitat especie.

    Migliorare iltrattamentodei rifiuti percontrollarele sostanzepericolose neirifiuti; ridurreleffetto dellosmaltimentodei rifiuti;

    ridurre glieffetti dellediscariche edegli scarichi.

    Ridurre leemissionidi specificiinquinantinellaria,nellacqua e nelsuolo; migliorareil trattamentodelle acquereflue.

    Anni Novanta(fino ad oggi)

    Ridurre leemissioni digas a effettoserra prodottedallindustria,dai trasporti edallagricoltura;aumentare laquota di energiarinnovabile.

    Istituire retiecologiche;gestire specieinvasive;ridurre lapressioneprovenienteda agricoltura,silvicoltura,pesca etrasporti.

    Riciclare irifiuti;ridurre laproduzionedi rifiutitramite unapproccio diprevenzione.

    Ridurre leemissioni diinquinantiprovenienti dafonti comuni(come il rumorelegato ai trasportie linquinamentoatmosferico)nellaria,acqua, suolo;migliorare laregolamentazioneper le sostanzechimiche.

    Dal 2000ad oggi

    Istituire approccia livello dieconomia,fornire incentivicomportamentali

    ed equilibrare ifattori trainantidel consumo;condividere glioneri globalidellattenuazionee delladatta-mento.

    Integrarei serviziecosistemicilegati alcambiamento

    climatico,al consumodi risorse ealla salute;considerareluso delcapitalenaturale(ovvero acqua,territorio,biodiversit,suolo) nelledecisionisulla gestionesettoriale.

    Migliorarelefficienzadelluso dellerisorse(come

    materiali,alimenti,energia,acqua) e delconsumorispettoall'aumentodelladomanda, allariduzione dellerisorse e allaconcorrenza;produzione pipulita.

    Ridurrelesposizionecombinata dellepersone agliinquinanti nocivi

    e ad altri fattori distress; collegaremeglio la salutedelluomo e degliecosistemi.

    Tabella 1.3 Evoluzione delle problematiche e delle sfide ambientali

    Fonte: AEA.

    Aumentodelgradodicomplessit

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20102

    Lo stato dellambiente in Europa

    23Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    La relazione non presenta alcun allarme circa una crisi ambientaleimminente. Tuttavia, osserva che si stanno oltrepassando alcunesoglie locali e globali e che alcune tendenze ambientali negativepotrebbero produrre danni gravi e irreversibili ad alcuni ecosistemie servizi che diamo per scontati. In altri termini, lattuale velocit diavanzamento insufficiente osservata negli ultimi decenni nellaffrontarele problematiche ambientali pu compromettere gravemente la nostracapacit di gestire possibili effetti negativi in futuro.

    Osservazione dello stato dellambiente e delle sfide futureda prospettive diverse

    Nei capitoli successivi vengono valutate in maniera pi dettagliata, leprincipali tendenze nelle quattro problematiche ambientali prioritariegi menzionate. I capitoli da 2 a 5 forniscono una valutazione dello stato,delle tendenze e delle prospettive per ciascuna di queste tematiche.

    Il capitolo 6 riflette sui molti collegamenti diretti e indiretti tra leproblematiche dalle prospettive del capitale naturale e dei serviziecosistemici, concentrandosi sul terreno, sul suolo e sulle risorse idriche.

    Il capitolo 7 osserva il resto del mondo da unaltra prospettiva, in terminidi megatendenze socioeconomiche e ambientali fondamentali che siprevede possano influire sullambiente dell'Europa.

    Il capitolo finale, il capitolo 8, riflette sui risultati dei capitoli precedentie sulle loro implicazioni per le priorit ambientali future. Ci avvieneattraverso una serie supplementare di obiettivi; l'obiettivo della gestionedel capitale naturale e dei servizi ecosistemici, l'obiettivo di un'economia

    verde, l'obiettivo di politiche integrate rinforzate e l'obiettivo di sistemid'informazione innovativi e conclude che:

    una migliore attuazione e un ulteriore rafforzamento della tuteladell'ambiente forniscono innumerevoli benefici;

    una gestione dedicata del capitale naturale e dei servizi ecosistemiciaumenta la resilienza;

    azioni pi integrate tra gli ambiti delle politiche possono contribuirea fornire risultati ambientali positivi con benefici collaterali perl'economia pi ampia;

    la gestione del capitale naturale sostenibile richiede una transizioneverso uneconomia pi verde e con un impiego pi efficiente dellerisorse.

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20104

    Cambiamento climatico

    25Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    In assenza di controllo, il cambiamento climaticopotrebbe produrre effetti catastrofici

    Il clima globale stato straordinariamente stabile per i 10 000 annitrascorsi, fornendo un contesto per lo sviluppo della civilt umana,tuttavia, attualmente vi sono segni evidenti che il clima sta cambiando (1).Questa situazione viene ampiamente riconosciuta come una delle sfide

    pi importanti cui si trova confrontata l'umanit. Le misurazioni delleconcentrazioni atmosferiche globali dei gas a effetto serra (A) mostranoaumenti marcati a partire dal periodo preindustriale, con livelli di

    biossido di carbonio (CO2) notevolmente superiori allintervallo naturaledei 650 000 anni passati. La concentrazione di CO2 nellatmosfera aumentata da un livello preindustriale di circa 280 ppm a pi di 387 ppmnel 2008 (2).

    Gli aumenti nelle emissioni di gas a effetto serra sono dovuti in granparte all'uso dei combustibili fossili, sebbene anche il disboscamento,il cambiamento nellutilizzo del territorio e l'agricoltura forniscanocontributi significativi ma pi ridotti. Di conseguenza, la temperaturamedia dell'aria globale nel 2009 era aumentata da 0,7 a 0,8 C dal periodopreindustriale (3). In effetti, il gruppo intergovernativo sui cambiamenticlimatici (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) ha conclusoche molto probabile che il riscaldamento globale a partire dalla secondamet del XX secolo sia dovuto allinfluenza delluomo (B) (4).

    Inoltre, le migliori stime delle attuali proiezioni suggeriscono che letemperature medie globali potrebbero aumentare fino a 1,84,0 C o da1,1 a 6,4 C tenuto conto dellintero intervallo di incertezza, nel corso diquesto secolo, se l'azione globale destinata a limitare le emissioni di gasa effetto serra si rivelasse infruttuosa (4). Le recenti osservazioni lascianoritenere che il tasso di crescita delle emissioni di gas a effetto serra e moltieffetti sul clima stiano raggiungendo il limite superiore della gamma diproiezioni dellIPCC anzich quello inferiore (C) (1) (5).

    I cambiamenti nel clima e negli aumenti di temperatura di tale entitsono associati a una vasta gamma di possibili effetti. Gi negli ultimi tredecenni, il riscaldamento ha avuto un'influenza percepibile nella scalaglobale sui cambiamenti osservati in molti sistemi umani e naturali,

    2 Cambiamento climatico

    iStockphoto

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    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20106

    Cambiamento climatico

    27Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    compresi le variazioni nei modelli di precipitazioni, laumento dellivello medio globale del mare, la ritirata dei ghiacciai e la riduzionedellestensione della copertura di ghiaccio marino dellArtico. Inoltre,in molti casi cambiato il deflusso dei fiumi, in particolare nei fiumialimentati dalla neve o dai ghiacciai (6).

    Altre conseguenze del cambiamento delle condizioni climatichecomprendono gli aumenti nelle temperature medie globali dell'oceano, loscioglimento diffuso degli strati di neve e di ghiaccio, laumento del rischiodi inondazioni per le aree e gli ecosistemi urbani, l'acidificazione deglioceani e gli eventi climatici estremi, comprese le ondate di caldo. Si prevede

    che gli effetti del cambiamento climatico verranno avvertiti in tutte le regionidel pianeta e lEuropa non fa eccezione. A meno che non vengano presiprovvedimenti, il cambiamento climatico produrr notevoli effetti negativi.

    Inoltre, con l'aumento delle temperature globali vi un sempre maggiorrischio di superare dei punti di capovolgimento che possono innescarecambiamenti non lineari su larga scala (cfr. il capitolo 7).

    LEuropa aspira a limitare l'aumento medio globale dellatemperatura a meno di 2 C

    A guidare le discussioni politiche su come limitare l'interferenzapericolosa con il sistema del clima l'obiettivo concordato a livellointernazionale di contenere l'aumento della temperatura mediaglobale a partire dallera preindustriale sotto i 2 C (7). Per raggiungerequesto obiettivo saranno necessarie notevoli riduzioni delle emissioniglobali di gas a effetto serra. Considerando soltanto la concentrazioneatmosferica di CO2 e applicando le stime della sensibilit globale delclima, questo obiettivo globale pu essere tradotto nel contenimento delleconcentrazioni atmosferiche di CO2 a circa 350400 ppm. Includendotutte le emissioni di gas a effetto serra, viene spesso citato un limite di445490 ppm CO2 equivalente (

    4) (8).

    Come indicato sopra, le concentrazioni di CO2 nellatmosfera sono givicine a questo livello e stanno attualmente aumentando di circa 20 ppmper decennio (2). Pertanto, per realizzare l'obiettivo di meno di 2 C, leemissioni globali di CO2 dovrebbero stabilizzarsi nel decennio attuale edessere ridotte significativamente in seguito (5). A lungo termine, probabileche il raggiungimento di questo obiettivo richieda tagli delle emissioni del

    50 % circa rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050 a livello globale (4

    ). PerlUE-27 e altri paesi industrializzati ci si traduce in tagli delle emissionicompresi tra il 25 e il 40 % entro il 2020 e tra l80 e il 95 % entro il 2050, seanche i paesi in via di sviluppo ridurranno fortemente le loro emissionirispetto alle loro previsioni di emissioni con una situazione invariata.

    Tuttavia, anche un limite di sicurezza di 2 C non offre alcuna garanziaper evitare tutti gli effetti negativi dei cambiamenti climatici ed soggettaa incertezze. La Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delleNazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations FrameworkConvention on Climate Change, UNFCCC) tenutasi a Copenaghen nel2009 ha preso atto dellaccordo di Copenaghen, che richiede una valutazionedella sua attuazione entro il 2015: This would include consideration of

    Figura 2.1 Cambiamento della temperatura superficiale globalepassato e previsto (relativo al periodo 19801999), basatosu medie multi-modello per determinati scenari IPCC

    Riscaldamento globale superficiale (C)

    6.0

    5.0

    4.0

    3.0

    2.0

    1.0

    0.0

    1.0

    1900 2000 2100

    A2

    A1BB1

    Concentrazioni costanti anno 2000

    XX secolo

    B1

    A1T

    B2

    A1B

    A2

    A1Fl

    Obiettivo di + 2 C

    Nota: Le barre a destra del diagramma indicano la migliore stima (a lineacontinua all'interno di ogni barra) e lintervallo probabile valutato per tuttie sei gli scenari di riferimento dellIPCC nel periodo 20902099 (rispettoal 19801999). La linea nera orizzontale stata aggiunta dallAEA perindicare le conclusioni del Consiglio dellUE e l'obiettivo dellaccordoUNFCCC di Copenaghen di limitare a 2 C laumento massimo dellatemperatura rispetto al livello preindustriale (1,4 C in pi rispetto al1990 a causa di un aumento della temperatura di circa 0,6 C a partire dalperiodo preindustriale fino al 1990).

    Fonte: Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) (a).

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20108

    Cambiamento climatico

    29Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Gas a effetto serra pro capite (tonnellate di CO2

    eq. per persona)

    0 5 10 15 20 25 30

    TurchiaSvizzeraCroazia

    LiechtensteinNorvegia

    Islanda

    UE-27

    LettoniaRomania

    SveziaMaltaLituania

    UngheriaPortogallo

    FranciaSpagna

    SlovacchiaItalia

    BulgariaRegno Unito

    PoloniaAustria

    SloveniaGrecia

    GermaniaDanimarca

    BelgioPaesi Bassi

    CiproFinlandia

    Repubblica cecaEstoniaIrlanda

    Lussemburgo

    Figura 2.2 Emissioni di gas a effetto serra come tonnellate diCO2 equivalente per persona per paese nel 2008

    Fonte: AEA.

    strengthening the long-term goal (by) referencing various matters presented bythe science, including in relation to temperature rises of 1.5 C. (Ci dovrebbecomprendere considerazioni sul rafforzamento dell'obiettivo a lungotermine facendo riferimento a varie questioni presentate dalla scienza,anche in relazione agli aumenti di temperatura di 1,5 C) (7) .

    L'UE sta riducendo le proprie emissioni di gas a effettoserra e adempier allimpegno di Kyoto

    Per raggiungere l'obiettivo di limitare gli aumenti delle temperature globalia meno di 2 C sar necessario uno sforzo globale concordato, comprendente

    ulteriori sostanziali riduzioni dell'emissione di gas a effetto serra in Europa.Nel 2008, l'UE era responsabile di una quota compresa tra l11 e il 12 %delle emissioni globali di gas a effetto serra (9), avendo una popolazionepari all8 % della popolazione mondiale. Secondo le attuali proiezioni,che tengono conto della crescita demografica e dello sviluppo economicomondiale, il contributo percentuale dell'Europa diminuir, via via checontinueranno ad aumentare le emissioni nelle economie emergenti (10).

    Le emissioni annuali di gas a effetto serra nell'UE nel 2008 corrispondevanoa circa 10 tonnellate di CO2 equivalente a persona (

    11). In termini diemissioni totali, l'UE al terzo posto dietro alla Cina e agli Stati Uniti (12).Nel frattempo, landamento delle emissioni di gas a effetto serra dellUErelative allo sviluppo economico, misurato in termini di prodotto internolordo (PIL), nell'UE indicano una dissociazione generale delle emissionilegate allo sviluppo economico nel tempo. Tra il 1990 e il 2007, leemissioni per unit del PIL sono diminuite nellUE-27 di oltre un terzo (11).

    Tuttavia, occorre osservare che queste cifre relative alle emissioni

    rappresentano soltanto ci che viene emesso all'interno del territoriodellUE, calcolato secondo orientamenti internazionali concordati ai sensidellUNFCCC. Il contributo dell'Europa alle emissioni globali potrebbeessere maggiore se venissero considerate anche le importazioni europeedi beni e servizi, con il loro carbonio incorporato.

    Gli attuali dati sulle emissioni confermano che i paesi dellUE-15 stannoper raggiungere il loro obiettivo comune di tagliare le emissioni dell8 %rispetto ai livelli dellanno di riferimento (il 1990 per la maggior partedei paesi) durante il primo periodo di impegno ai sensi del protocollodi Kyoto: gli anni dal 2008 al 2012. Le riduzioni nella UE-27 sono stateancora superiori rispetto alla UE-15, le emissioni nazionali di gas a effettoserra sono diminuite dell11 % circa tra il 1990 e il 2008 (D) (11).

    Vale la pena notare che lUNFCCC e il relativo protocollo di Kyotonon coprono tutti i gas a effetto serra. Molte delle sostanze controllateai sensi del protocollo di Montreal, quali i clorofluorocarburi (CFC),sono anchesse potenti gas a effetto serra. L'eliminazione progressivadelle sostanze che riducono lo strato di ozono con un conseguentecambiamento del clima ai sensi del protocollo di Montreal ha contribuitoindirettamente a una riduzione molto significativa delle emissioni di gasa effetto serra: ci ha ridotto le emissioni di gas a effetto serra a livelloglobale in misura maggiore di quanto previsto attraverso la conformitcon le disposizioni del protocollo di Kyoto entro la fine del 2012 (13).

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20100

    Cambiamento climatico

    31Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Unanalisi pi attenta delle principali emissioni di gas aeffetto serra per settore rivela un andamento vario

    Le principali fonti di emissioni di gas a effetto serra prodotte dalluomoa livello globale sono la combustione di combustibili fossili per laproduzione di elettricit, i trasporti, l'industria e i consumi domestici, cherappresentano insieme quasi due terzi delle emissioni globali totali. Altrefonti comprendono il disboscamento, che contribuisce per circa un quinto,l'agricoltura, le discariche di rifiuti e l'uso di gas fluorinati industriali.In generale, nell'UE, il consumo di energia (generazione di energia edi calore e consumo nell'industria, nei trasporti e nei nuclei familiari) responsabile dell80 % circa delle emissioni di gas a effetto serra (9).

    Le tendenze storiche delle emissioni di gas a effetto serra nell'UE negliultimi 20 anni sono il risultato di due serie di fattori opposti (11).

    Da un lato, le emissioni sono state spinte al rialzo da una serie difattori quali:

    incrementi della produzione di elettricit e di calore da parte degliimpianti termici, che aumentata sia in termini assoluti che rispettoad altre fonti;

    sviluppo economico nelle industrie manifatturiere;

    maggiore domanda del trasporto per passeggeri e merci;

    aumento della quota del trasporto su strada rispetto ad altre modalitdi trasporto;

    maggior numero di abitazioni private e cambiamenti demografici negli ultimi decenni.

    Figura 2.3 Emissioni nazionali di gas a effetto serra nella UE-15 eUE-27 tra il 1990 e il 2008 (D)

    Fonte: AEA.

    11,3 %

    6,9 %

    70

    75

    80

    85

    90

    95

    100

    105

    110

    UE-27 emissioni totali di gas a effetto serra

    UE-15 emissioni totali di gas a effetto serra

    Indice 1990 = 100, UE-27

    Indice anno di riferimento = 100, UE-15

    UE-27: 20 % obiettivounilaterale entro il 2020

    UE-15: 8 % obiettivo diKyoto entro il 20082012

    2008

    2005

    2000

    1995

    1990

    Anno

    diriferim

    ento

    Kyoto

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20102

    Cambiamento climatico

    33Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Dallaltro lato, le emissioni sono state ridotte nello stesso periodo dafattori quali:

    miglioramenti nel rendimento energetico, in particolare da parte degliutenti finali industriali e delle industrie dellenergia;

    miglioramenti nel rendimento del combustibile nei veicoli;

    migliore gestione dei rifiuti e maggiore recupero del gas dallediscariche (il settore dei rifiuti ha raggiunto le pi alte riduzionirelative);

    riduzioni nelle emissioni prodotte dall'agricoltura (di oltre il 20 % apartire dal 1990);

    passaggio dal carbone a carburanti meno inquinanti, in particolare ilgas e la biomassa, per la produzione di elettricit e calore;

    e soprattutto a causa della ristrutturazione economica negli Statimembri dellest nei primi anni Novanta.

    Le tendenze nelle emissioni di gas a effetto serra nellUE tra il 1990 e il2008 sono state dominate dai due pi grandi paesi emittenti, la Germania eil Regno Unito, responsabili insieme di oltre la met della riduzione totalenell'UE. Sono state realizzate inoltre riduzioni significative da una dozzinadi paesi dellUE, quali la Bulgaria, la Repubblica ceca, la Polonia e laRomania. Questa diminuzione generale stata compensata parzialmenteda aumenti delle emissioni in Spagna e, in misura minore, in Italia, Greciae Portogallo (9).

    Le tendenze generali sono influenzate dal fatto che, in molti casi, sonostate ridotte le emissioni provenienti da grandi fonti puntuali, mentresono aumentate notevolmente al contempo le emissioni da alcune fontimobili e/o diffuse, soprattutto quelle relative ai trasporti.

    In particolare, i trasporti rimangono ancora un settore problematico per leemissioni. Le emissioni di gas a effetto serra dei trasporti sono aumentatedel 24 % fra il 1990 e il 2008 nellUE-27, escluse le emissioni prodottedallaviazione internazionale e dal trasporto marittimo (9). Mentre iltrasporto su rotaia e sulle vie navigabili interne ha assistito a un calonella quota di mercato, il numero delle automobili nellUE-27 (livelli dipropriet delle automobili) aumentato del 22 %, pari a 52 milioni diautomobili, tra il 1995 e il 2006 (14).

    Figura 2.4 Emissioni di gas a effetto serra nellUE-27 per settorenel 2008, e cambiamenti tra il 1990 e il 2008

    Cambiamento 19902008

    100 50 0 50 100 150 %

    Produzione di energia

    Industria manifatturiera/costruzione

    Trasporti

    Abitazioni private/servizi

    Emissioni fuggitive

    Processi industriali

    Agricoltura

    Rifiuti

    Aviazione internazionale

    Spedizioni internazionali

    Gas a effetto serra totali

    Nota: Le emissioni prodotte dallaviazione internazionale e dalla navigazionemarittima internazionale, che non sono coperte dal protocollo di Kyoto,non sono incluse nel grafico in alto. Se fosse inclusa nel totale, la quotadel trasporto raggiungerebbe il 24 % circa delle emissioni totali di gas aeffetto serra dellUE-27 nel 2008.

    Fonte: AEA.

    Emissioni totali di gas a effetto serra per settore nell'UE-27, 2008

    Rifiuti2,8 %Agricoltura

    9,6 %

    Processiindustriali

    8,3 %

    Emissionifuggitive

    1,7 %

    Abitazioniprivate/servizi

    14,5 %

    Trasporti *19,6 %

    Industriamanifatturiera/

    costruzioni12,4 %

    Produzioneenergetica

    31,1 %

    * Escluse laviazione e le spedizioni internazionali(6 % del totale delle emissioni di gas a effetto serra)

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20104

    Cambiamento climatico

    35Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Prospettive per il 2020 e oltre: lUE sta facendo qualcheprogresso

    Nel suo Pacchetto sul clima e l'energia (15), lUE si impegnata a ridurreulteriormente le emissioni del 20 % (almeno) rispetto ai livelli del 1990entro il 2020. Inoltre, l'UE si impegner a ridurre le emissioni del 30 %entro il 2020, a condizione che altri paesi sviluppati si impegnino arealizzare riduzioni di emissioni analoghe e i paesi in via di sviluppocontribuiscano adeguatamente secondo le loro responsabilit e le rispettivepossibilit. La Svizzera e il Liechtenstein (entrambe con riduzioni dal 20 al30 %) e la Norvegia (dal 30 al 40 %) hanno assunto impegni simili.

    Le tendenze attuali indicano che lUE-27 sta realizzando progressi versoil proprio obiettivo di riduzione delle emissioni nel 2020. Le stime dellaCommissione europea indicano che le emissioni dellUE sarebberoinferiori del 14 % ai livelli del 1990 entro il 2020, considerando l'attuazionedella legislazione nazionale, in vigore dall'inizio del 2009. Supponendoche il pacchetto sul clima e lenergia sia completamente attuato, siprevede che l'UE raggiunga il proprio obiettivo di riduzione del 20 %dei gas a effetto serra (16). Vale la pena notare che parte della riduzionesupplementare potrebbe essere realizzata tramite l'uso di meccanismiflessibili nei settori sia commerciali che non (E).

    I principali sforzi correlati comprendono lespansione e il rafforzamentodel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione dellUE (17), oltreallistituzione di obiettivi legalmente vincolanti per aumentare la quotadi energia rinnovabile al 20 % del consumo generale di energia, compresala quota del 10 % nel settore del trasporto, rispetto a una quota totaleinferiore al 9 % nel 2005 (18). incoraggiante notare che la quota delle fontirinnovabili nella produzione di energia sta aumentando e che cresciuta

    in particolare la produzione di energia tramite biomassa, turbine eoliche eil fotovoltaico.

    Limitare gli aumenti della temperatura media globale a meno di 2 C alungo termine e ridurre le emissioni globali di gas a effetto serra del 50 %o pi rispetto al 1990 entro il 2050, considerato generalmente pi di ciche pu essere realizzato con le riduzioni incrementali delle emissioni.Inoltre, probabile che saranno necessari cambiamenti sistemici nel modoin cui generiamo e utilizziamo energia e nel modo in cui produciamo econsumiamo beni ad elevato impiego di energia. Pertanto, necessarioportare avanti ulteriori miglioramenti sia nel rendimento energetico chenellefficienza del consumo di risorse, quale componente fondamentaledelle strategie relative alle emissioni di gas a effetto serra.

    Riquadro 2.1 Verso un sistema di trasporto a utilizzo efficientedelle risorse

    Laumento delle emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti,nonch diversi altri effetti ambientali dei trasporti, continuano a esserestrettamente collegati allo sviluppo economico.

    La relazione annuale TERM (Transport and Environment Reporting Mechanism,meccanismo di relazioni sui trasporti e l'ambiente)dellAEA controllalavanzamento e lefficacia degli sforzi destinati a integrare le strategie deitrasporti e dellambiente. Per il 2009, la relazione ha evidenziato i seguentiandamenti e risultati:

    Il trasporto di merci tende a svilupparsi in maniera leggermente pi rapidarispetto all'economia, con il trasporto su strada e aereo che registra gliaumenti maggiori nellUE-27 (rispettivamente il 43 % e il 35 % fra il 1997

    e il 2007). La quota del trasporto su rotaia e su vie navigabili interne neivolumi di trasporto totali scesa durante quel periodo.

    Il trasporto di passeggeri ha continuato a svilupparsi ma a un tasso pilento rispetto all'economia. I viaggi aerei all'interno dell'UE sono rimasti ilsettore con la crescita pi rapida, con un aumento del 48 % tra il 1997 e il2007. I viaggi in automobile sono rimasti la forma di trasporto dominante,pari al 72 % di tutti i passeggero-chilometro nellUE-27.

    Le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti (esclusi laviazioneinternazionale e il trasporto marittimo) sono aumentate del 28 % tra il1990 e il 2007 nei paesi del SEE (del 24 % nellUE-27) e attualmenterappresentano il 19 % circa delle emissioni totali.

    NellUnione europea, soltanto la Germania e la Svezia sono prossime araggiungere i loro obiettivi indicativi per il 2010 per luso dei biocarburanti(tuttavia, vedere anche la discussione relativa alla produzione dibioenergia nel capitolo 6).

    Nonostante le riduzioni recenti delle emissioni di i nquinanti atmosferici,il trasporto su strada stato il principale responsabile delle emissionidi ossidi di azoto e il secondo maggior responsabile degli inquinanti checompongono il materiale particolato nel 2007 (cfr. anche il capitolo 5).

    Il traffico su strada rimane di gran lunga la fonte maggiore di esposizioneallinquinamento acustico prodotto dai trasporti. Si prevede che il numerodi persone esposte a livelli di rumore dannosi, soprattutto di notte,

    aumenter, a meno che non vengano sviluppate e attuate interamentepolitiche efficaci riguardo allinquinamento acustico (cfr. anche il capitolo 5).

    La relazione conclude che per affrontare in maniera efficace gli aspettiambientali della politica dei trasporti necessaria una visione di comedovrebbe essere il sistema del trasporto a met del XXI secolo. Il processo diistituzione di una nuova politica comune dei trasporti riguarda essenzialmentela creazione di questa visione e successivamente la progettazione dellepolitiche destinate a realizzarla.

    Fonte: AEA (b).

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20106

    Cambiamento climatico

    37Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Nell'UE si sono avuti notevoli miglioramenti nel rendimento energeticoin tutti i settori, grazie allo sviluppo tecnologico, ad esempio, nei processiindustriali, nei motori delle automobili, nel riscaldamento degli spazi enegli apparecchi elettrici. Inoltre, i rendimenti energetici degli edifici inEuropa hanno notevoli potenzialit di apportare miglioramenti a lungotermine (19). Su vasta scala, anche gli apparecchi e le reti intelligentipossono contribuire a migliorare l'efficienza generale dei sistemidi elettricit, consentendo un ricorso pi limitato alla generazioneinefficiente tramite la riduzione dei picchi di carico.

    Riquadro 2.2 Riprogettazione dei sistemi di energia: super-retie reti intelligenti

    Per permettere lintegrazione di grandi quantit di generazione intermittenteda energia rinnovabile sar necessario ripensare il modo in cui l'energia vienetrasferita dal generatore all'utente.

    Si prevede che una parte del cambiamento verr dalla possibilit di realizzareuna grande produzione a distanze molto lontane dagli utenti e dallatrasmissione dellenergia in maniera efficiente tra i paesi e attraverso i mari.Programmi come liniziativa DESERTEC (c), liniziativa della rete offshore deipaesi del Mare del Nord (North Seas Countries' Offshore Grid Initiative) (d) eil piano solare mediterraneo (e) sono destinati ad affrontare questo problemae a fornire un partenariato tra i governi e il settore privato.

    Tali super-reti dovrebbero integrare i benefici di una rete intelligente. Lereti intelligenti possono permettere ai consumatori di elettricit di esserepi informati sul loro comportamento di consumo e dare loro la possibilitdi impegnarsi attivamente per cambiarlo. Questo tipo di sistema pu aiutareanche a diffondere luso dei veicoli elettrici e contribuire a sua volta allastabilit e all'attuabilit di queste reti (f).

    A lungo termine, limpianto di tali reti pu ridurre i futuri investimenti

    necessari per aggiornare i sistemi di trasmissione dellEuropa.Fonte: AEA.

    0 10 20 30 40 50 60 %

    Svezia

    Lettonia

    Finlandia

    Austria

    Portogallo

    Danimarca

    Romania

    Estonia

    Slovenia

    Lituania

    Francia

    Spagna

    Germania

    Bulgaria

    Slovacchia

    Grecia

    Repubblica ceca

    Polonia

    Ungheria

    Italia

    Cipro

    Irlanda

    Paesi Bassi

    Belgio

    Lussemburgo

    Regno Unito

    Malta

    UE-27

    2007 Obiet tivo de l 2020

    Figura 2.5 Quota di energia rinnovabile nel consumo finale di energianellUE-27 nel 2007 rispetto agli obiettivi del 2020 (F)

    Fonte: AEA, Eurostat.

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20108

    Cambiamento climatico

    39Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Gli effetti e le vulnerabilit legati al cambiamento delclima sono diversi nelle varie regioni, settori e comunit

    Molti indicatori chiave del clima stanno gi superando i modelli dellavariabilit naturale all'interno della quale le societ e le economiecontemporanee si sono sviluppate e hanno prosperato.

    Le principali conseguenze del cambiamento climatico previste inEuropa comprendono un maggior rischio di inondazioni costiere edi straripamento dei fiumi, di siccit, di perdita di biodiversit, diminacce alla salute umana e di danni a settori economici quali lenergia,la silvicoltura, l'agricoltura e il turismo (6). In alcuni settori possono

    presentarsi nuove occasioni a livello regionale, almeno per un po ditempo, come una migliore produzione agricola e attivit di silvicolturanellEuropa del Nord. Le stime riguardo al cambiamento climaticosuggeriscono che l'idoneit di alcune regioni per il turismo, soprattutto nelMediterraneo, potrebbe diminuire durante i mesi estivi, anche se potrebbeesserci un aumento in altre stagioni. Analogamente, potrebbero presentarsiopportunit di incrementare il turismo nellEuropa del Nord. Tuttavia,nellarco di un periodo pi lungo e con l'aumento degli eventi estremi, probabile che in molte parti dellEuropa dominino gli effetti negativi (6).

    Si prevede che le conseguenze del cambiamento climatico varierannonotevolmente in Europa, con effetti pronunciati previsti nel bacinodel Mediterraneo, nell'Europa nordoccidentale, nelle regioni artiche emontuose. Per il bacino del Mediterraneo, in particolare, si prevede chelaumento delle temperature medie e le riduzioni nella disponibilitdell'acqua aggraveranno lattuale vulnerabilit alle siccit, agli incendiforestali e alle ondate di caldo. Nel contempo, nellEuropa nordoccidentale,le zone costiere basse devono fare i conti con il problema dell'innalzamento

    del livello del mare e di un conseguente maggior rischio di mareggiate. Siprevede che gli aumenti della temperatura saranno superiori alla medianell'Artico, sottoponendo a particolare pressione i suoi ecosistemi moltofragili. Ulteriori pressioni ambientali possono derivare da un accesso pifacile alle riserve di petrolio e gas, nonch dalle nuove rotte di trasporto,man mano che si riduce la copertura di ghiaccio (20).

    Le zone di montagna affrontano notevoli sfide, tra cui una ridottacopertura di neve, gli effetti negativi potenziali sul turismo invernalee una vasta perdita di specie. Inoltre, la degradazione dello stratodi ghiaccio permanente nelle aree di montagna pu creare problemiinfrastrutturali perch le strade e i ponti potrebbero non essere adeguatial fenomeno. Gi oggi, la maggior parte dei ghiacciai delle montagne

    Mappa 2.1 Principali influssi ed effetti passati e previsti del

    cambiamento climatico per le principali regionibiogeografiche dellEuropa

    Fonte: AEA, CCR, OMS (g).

    9080706050

    4030

    30

    2010

    10

    0-10

    -10-30-50-60-70

    60

    50

    50

    40

    40

    30

    30

    Europa centrale e dellestMaggiori temperature estremeMeno precipitazioni estivePi inondazioni dai fiumi in invernoTemperatura dell'acqua pi elevataMaggiore variabilit della resadelle coltivazioniMaggior pericolo di incendi delle foresteMinor stabilit delle foreste

    Zone montuoseMaggiore aumento della temperaturaMassa dei ghiacciai pi ridottaPermafrost ridotto in montagnaMaggior rischio di franeSpostamento delle piante e deglianimali verso altitudini pi elevateMeno turismo sciistico in invernoMaggior rischio di erosione del suoloMaggior rischio di estinzione delle specie

    Europa del Nord (regione boreale)Minore copertura di neve e di ghiacciosu laghi e fiumiSpostamento verso nord delle specieMinor consumo di energia peril riscaldamentoMaggior rischio di danni prodotti daitempeste invernali

    Maggiore portata dei fiumiMaggiore crescita delle foresteMaggiori rese delle coltivazioniPi energia idroelettricaPi turismo (estivo)

    Regione mediterraneaRiduzione delle precipitazioni annualiRiduzione della portata annualedei fiumiPi incendi boschiviMinori rese delle coltivazioni

    Maggiore domanda di acquaper lagricolturaMaggior rischio didesertificazioneMeno energia idroelettrica

    Aumento dei decessi dovuti alleondate di caldoPi malattie trasmesse da vettoriMeno turismo estivoMaggior rischio di perdita dellabiodiversit

    Zone costiere emari regionaliAumento del livellodel mareTemperature pi elevatedella superficie

    marinaSpostamento a norddelle specieAumento della biomassadi fitoplanctonMaggior rischio per ibanchi di pesci

    Europanord-occidentaleAumento delleprecipitazioni invernaliAumento della portatadei fiumiSpostamento a nord dellespecie dacqua dolceMaggior rischio diinondazioni costiere

    ArticoRiduzione della copertura dighiaccio del Mare ArticoPerdita della crosta ghiacciatadella GroenlandiaMaggior rischio di perditadella biodiversit

    europee in fase di ritiro e questo influisce anche sulla gestione dellerisorse idriche nelle aree a valle (21). Nelle Alpi, ad esempio, i ghiacciaihanno perso circa due terzi del loro volume a partire dal decennio1850 e fin dagli anni Ottanta si osservata l'accelerazione del ritiro deighiacciai (6). Analogamente, le zone costiere e quelle vicine ai fiumi,soggette a inondazioni, in Europa sono particolarmente sensibili aicambiamenti climatici, come lo sono le citt e le aree urbane.

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20100

    Cambiamento climatico

    41Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    Si prevede che il cambiamento climatico avr importantieffetti sugli ecosistemi, sulle risorse idriche e sulla saluteumana

    Si prevede che il cambiamento climatico avr un ruolo importante nellaperdita della biodiversit e metter a rischio le funzioni dellecosistema. Ilcambiamento delle condizioni climatiche responsabile, ad esempio, deitrasferimenti verso nord e in altitudine osservati in molte specie di pianteeuropee. Si prevede che queste avranno bisogno, per sopravvivere, dispostarsi di diverse centinaia di chilometri a nord durante il XXI secolo,cosa che non sar sempre possibile. probabile che una combinazione divelocit di cambiamento climatico e frammentazione dell'habitat, dovuta

    a ostacoli quali strade e altre infrastrutture, impedir la migrazionedi molte specie animali e vegetali e potrebbe portare a cambiamentinella composizione delle specie e a una continua diminuzione della

    biodiversit europea.

    La ripartizione nel tempo degli eventi stagionali, della fenologia, per lepiante e i cicli di vita dei gruppi animali (sia terrestri che marini) vienealterata dal cambiamento climatico (6). Vengono osservati e stimati icambiamenti negli eventi stagionali, nelle date di fioritura e nelle stagionidella crescita per lagricoltura. I cambiamenti della fenologia hannoaumentato anche la lunghezza della stagione della crescita di parecchiraccolti agricoli alle latitudini nordiche negli ultimi decenni, favorendol'introduzione di nuove specie, in precedenza non idonee. Allo stessotempo, vi stato un accorciamento della stagione della crescita allelatitudini del sud. Si prevede che tali cambiamenti nei cicli dei raccoltiagricoli continueranno, influendo probabilmente in maniera grave sullepratiche agricole (G) (6).

    Analogamente, si prevede che il cambiamento climatico influir sugliecosistemi acquatici. Il riscaldamento dell'acqua di superficie pu averediversi effetti sulla qualit dell'acqua e quindi sul suo uso da partedelluomo. Questi comprendono una maggiore probabilit di fiorituradelle alghe e lo spostamento a nord delle specie d'acqua dolce, oltre acambiamenti nella fenologia. Anche all'interno degli ecosistemi marini, probabile che i cambiamenti climatici influiscano sulla distribuzionegeografica del plancton e dei pesci, ad esempio con un cambiamento delperiodo della fioritura del fitoplancton in primavera, che esercita ulterioripressioni sugli stock ittici e sulle attivit economiche correlate.

    Un ulteriore potenziale effetto rilevante del cambiamento climatico,unitamente ai cambiamenti nellutilizzo del territorio e alle pratiche digestione dell'acqua, l'intensificazione del ciclo idrologico, dovuto acambiamenti della temperatura, delle precipitazioni, dei ghiacciai e dellacopertura di neve. In generale, le portate annuali dei fiumi aumentano anord e diminuiscono a sud, una tendenza che si prevede aumenter conil riscaldamento globale futuro. Sono previsti anche grandi cambiamentinella stagionalit, con portate pi basse in estate e pi elevate in inverno.Di conseguenza, si prevede che aumenteranno la siccit e lo stress idrico,soprattutto nellEuropa meridionale e soprattutto in estate. Si prevede chele inondazioni avranno luogo pi frequentemente in molti bacini fluviali,soprattutto in inverno e in primavera, anche se rimangono incerte le stime

    dei cambiamenti nella frequenza e nella grandezza delle inondazioni.Mentre le informazioni sugli effetti del cambiamento climatico sulsuolo e sulle varie reazioni correlate sono molto limitate, sono probabilicambiamenti nella natura biofisica del suolo a causa di temperaturestimate in aumento, la modifica dell'intensit e della frequenza delleprecipitazioni e periodi di siccit pi gravi. Tali cambiamenti possonoprodurre una riduzione delle riserve di carbonio organico nel suolo, e unsostanziale aumento delle emissioni di CO2. probabile che si verifichinole previste maggiori variazioni nei modelli e nell'intensit della piovosit,che renderanno il suolo pi soggetto allerosione. Le proiezioni mostranonotevoli riduzioni nellumidit del terreno in estate nella regionemediterranea e aumenti nellEuropa nord-orientale (6). Inoltre, periodi disiccit prolungata dovuti ai cambiamenti climatici possono contribuireal deterioramento del suolo e aumentare il rischio di desertificazione inalcune parti del Mediterraneo e nellEuropa orientale.

    Si prevede che il cambiamento di clima aumenter i rischi per la

    salute a causa, ad esempio, di ondate di caldo e dei disturbi dovutialle condizioni atmosferiche (cfr. il capitolo 5 per ulteriori dettagli).Ci evidenzia l'esigenza di una preparazione, della sensibilizzazionee dell'adattamento (22). I rischi correlati dipendono molto dalcomportamento umano e dalla qualit dei servizi sanitari. Inoltre,numerose malattie trasmesse da vettori nonch alcuni focolai diepidemie di malattie possono diventare pi frequenti con laumentodelle temperature e con eventi estremi pi frequenti (6). In alcune partidellEuropa, potrebbero esservi alcuni benefici per la salute, come adesempio meno decessi dovuti al freddo. Tuttavia, si prevede che i beneficisaranno superati dagli effetti negativi dellaumento delle temperature (6).

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20102

    Cambiamento climatico

    43Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    necessario un adattamento dedicato da partedellEuropa per sviluppare la capacit di ripresa rispettoagli effetti del clima

    Anche se le riduzioni delle emissioni europee e globali e gli sforzi rivoltiallattenuazione di questi fenomeni nei prossimi decenni avranno successo,continueranno a essere necessarie misure di adattamento per affrontaregli effetti inevitabili del cambiamento climatico. Ladattamento definito come ladeguamento dei sistemi naturali o umani al cambiamentoclimatico attuale o previsto o ai relativi effetti, per moderare il danno osfruttare le opportunit vantaggiose (23).

    Le misure di adattamento comprendono soluzioni tecnologiche (misuregrigie); opzioni di adattamento basate sullecosistema (misure verdi)e approcci comportamentali, gestionali e politici (misure morbide).Esempi pratici di misure di adattamento comprendono i sistemi diallarme rapido legati a ondate di caldo, gestione del rischio di siccit e dicarenza idrica, gestione della domanda di acqua, diversificazione dellecoltivazioni, difese costiere e delle piene dei fiumi, gestione del rischio didisastri, diversificazione economica, assicurazione, gestione dellutilizzodel terreno e intensificazione dellinfrastruttura verde.

    Tali misure devono riflettere il grado con cui varia la vulnerabilit alcambiamento climatico tra diverse regioni e settori economici, oltre chetra i gruppi sociali, soprattutto gli anziani e le famiglie a basso reddito,entrambi pi fragili di altri. Inoltre, molte iniziative di adattamento nondovrebbero essere intraprese come azioni indipendenti, ma essere incluseall'interno di pi ampie misure settoriali di riduzione del rischio, compresala gestione delle risorse idriche e le strategie di difesa delle coste.

    I costi di adattamento in Europa possono essere potenzialmente onerosie possono ammontare a miliardi di euro lanno, a medio e lungo termine.Le valutazioni economiche del costo e dei benefici sono soggettecomunque a notevoli incertezze. Tuttavia, le valutazioni delle opzioni diadattamento hanno suggerito che le misure di adattamento tempestivesono adeguate dal punto di vista economico, sociale e ambientale, perchpossono ridurre in maniera molto significativa i possibili danni e ripagarelinvestimento molte volte rispetto allinerzia.

    I paesi sono generalmente consapevoli della necessit di adattarsi alcambiamento climatico e 11 paesi dellUE avevano adottato una strategianazionale di adattamento nella primavera del 2010 (H). A livello europeo,il Libro bianco dellUE sull'adattamento ai cambiamenti climatici (24)

    un primo passo verso una strategia di adattamento destinata a ridurre lavulnerabilit agli effetti del cambiamento climatico e integra le azioni a

    livello nazionale, regionale e perfino locale. L'integrazione delladattamentonegli ambiti delle politiche ambientali e settoriali, come quelle relativeall'acqua, alla natura e alla biodiversit e allefficienza delle risorse, unobiettivo importante.

    Tuttavia, il Libro bianco dellUE sull'adattamento ai cambiamenti climaticiriconosce che le conoscenze limitate sono una barriera fondamentale erichiede quindi una base di conoscenza pi solida. Per colmare le lacunecorrelate, prevista la creazione di uno Europeanclearinghouse on climatechange impacts, vulnerability and adaptation (centro di raccolta europeosugli effetti, la vulnerabilit e ladattamento al cambiamento climatico),destinato a consentire e a incoraggiare la condivisione di informazioni e le

    buone pratiche di adattamento tra tutte le parti interessate.

    Tabella 2.1 Persone a rischio di inondazioni, costo dei danni edelladattamento a livello di UE-27, senza adattamentoe con adattamento

    Nota: Vengono analizzati due scenari, basati sugli scenari di emissioni A2e B1 dellIPCC.

    Fonte: AEA, Centro tematico europeo Aria e cambiamenti climatici ( h) (i).

    Persone arischio di

    inondazioni(migliaia/anno)

    Costo diadattamento

    (Mrd EUR/anno)

    Costo dei danni(residuo)

    (Mrd EUR/anno)

    Costo totale(Mrd EUR/anno)

    Senza

    adattamento

    Con

    adattamento

    Senza

    adattamento

    Con

    adattamento

    Senza

    adattamento

    Con

    adattamento

    Senza

    adattamento

    Con

    adattamento

    A2

    2030 21 6 0 1,7 4,8 1,9 4,8 3,6

    2050 35 5 0 2,3 6,5 2,0 6,5 4,2

    2100 776 3 0 3,5 16,9 2,3 16,9 5,8

    B1

    2030 20 4 0 1,6 5,7 1,6 5,7 3,2

    2050 29 3 0 1,9 8,2 1,5 8,2 3,5

    2100 205 2 0 2,6 17,5 1,9 17,5 4,5

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    Sintesi

    Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 20104

    Cambiamento climatico

    45Lambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2010

    La risposta al cambiamento climatico influisce anche sualtre sfide ambientali

    Il cambiamento climatico il risultato di una delle pi grandi inefficienzedel mercato a cui abbia assistito il mondo (25). La questione strettamenteintrecciata con altre questioni ambientali nonch con pi ampi sviluppisociali ed economici. La reazione al cambiamento climatico, tramiteattenuazione o adattamento, non pu e non deve essere quindi fatta inmaniera isolata, perch le risposte influiranno indubbiamente su altreproblematiche ambientali sia direttamente che indirettamente(cfr. il capitolo 6).

    Sono possibili sinergie tra misure di adattamento e di attenuazione(ad esempio nel contesto della gestione del terreno e degli oceani) el'adattamento pu contribuire ad aumentare la resilienza rispetto adaltre sfide ambientali. Nel frattempo deve essere evitato il non correttoadattamento, ovvero le misure eccessive, inefficienti sotto il profilo deicosti o contrastanti con altri obiettivi politici a lungo termine (come laproduzione di neve artificiale o il condizionamento dellaria rispetto agliobiettivi di attenuazione) (21).

    Molte misure di attenuazione del cambiamento climatico offrirannobenefici ambientali accessori, tra cui riduzioni delle emissioni degliinquinanti atmosferici prodotti dalla combustione di combustibile fossile.Per contro, si prevede che le emissioni ridotte di inquinanti atmosfericicorrelate alle politiche di contrasto al cambiamento climatico porterannoanche a una diminuzione delle pressioni sui sistemi di sanit pubblicae sugli ecosistemi, ad esempio, attraverso un ridotto inquinamentoatmosferico urbano o minori livelli di acidificazione (6).

    Le politiche in materia di cambiamento climatico stanno gi riducendoil costo generale della riduzione dellinquinamento necessario perrispondere agli obiettivi della strategia tematica sull'inquinamentoatmosferico dell'UE (26). stato suggerito che l'inclusione degli effettidellinquinamento atmosferico sul cambiamento climatico nelle strategiein materia di qualit dellaria comportano notevoli risparmi di costiriducendo il particolato e i precursori dell'ozono, oltre a ridurre la CO2 ealtri gas a effetto serra di lunga permanenza (27).

    probabile che l'attuazione di misure destinate a contrastare ilcambiamento climatico fornir notevoli benefici accessori nella riduzionedellinquinamento atmosferico entro il 2030. Ci comprende costigenerali pi bassi per il controllo delle emissioni di inquinanti atmosferici

    dell'ordine di 10 Mrd EUR all'anno e una riduzione dei danni alla sanitpubblica e agli ecosistemi (I) (28). Tali riduzioni sono particolarmenteimportanti per gli ossidi di azoto (NOX), l'anidride solforosa (SO2) e leparticelle sospese nell'aria.

    Inoltre, la riduzione delle emissioni di fuliggine nera e di altri aerosol(come carbonio nero, aerosol di carbonio provenienti dalla combustionedi combustibile fossile e di biomassa) pu avere benefici sostanziali sianel miglioramento della qualit dellaria che nella limitazione del relativoeffetto di riscaldamento. Il carbonio nero emesso in Europa contribuisceal deposito del carbonio sul ghiaccio e sulla neve nella regione artica, equesto pu accelerare lo scioglimento delle calotte glaciali e accentuare gli

    effetti del cambiamento climatico.Tuttavia, in altri ambiti, garantire benefici collaterali tra affrontare ilcambiamento climatico e rispondere ad altre sfide ambientali pu esseremeno immediato.

    Potrebbero esservi, ad esempio, scelte di compromesso tra la diffusionesu vasta scala di diversi tipi di energia rinnovabile e il miglioramentodell'ambiente dell'Europa. Tra gli esempi di questo vi sono linterazionetra la produzione di idroelettricit e gli obiettivi della direttiva quadroin mater