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L’altrove e le sue mappe Quattro teorie sul consumo di droga 1

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L’altrove e le sue mappe

Quattro teorie sul consumo di droga

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1- Fuga

Robert K. Merton

(1910-2003)

Sociologo di ispirazione

funzionalista, allievo di

Talcott Parsons

Grande studioso della

devianza

Robert K. Merton e la fuga dal reale

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Teoria dell’adattamento deviante

Obiettivi

culturali

Mezzi

legittimi

Adattamento

+ + Conformità

+ - Innovazione

- + Ritualismo

- - Rinuncia

* * Ribellione

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Il rinunciatario singolo

Chi sono i rinunciatari?

«Vagabondi, girovaghi, ubriaconi cronici e drogati» (Merton, Teoria e struttura sociale, 1959)

«Le persone che si sono adattate (o piuttosto, disadattate) in questa maniera, strettamente parlando sono nella società ma non della società. Sociologicamente, esse sono dei veri e propri estranei. Non condividendo il comune quadro dei valori, esse possono essere incluse fra i membri della società (in quanto distinta dalla popolazione) solo in un senso fittizio» ibidem

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L’uso di sostanze come strategia di fuga

dalla realtà

«il loro adattamento è assai più privato e singolo, che non riducibile ad un tipo unico, all’insegna di un nuovo codice culturale» (Merton, Teoria e struttura

sociale, 1959).

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2 - Devianza

Albert K. Cohen e le sottoculture delinquenti

Albert Albert K. Cohen (1918 -

vivente)

Sociologo e criminologo

americano

Inserisce alcune delle

intuizioni di Merton

all’interno di una

cornice teorica

neomarxiana8

I problemi non riguardano solo i mezzi

Per A. Cohen le diseguaglianze tra i ceti sociali non possono essere esclusivamente riferite alle possibilità di utilizzo dei mezzi legittimi, ma debbono riguardare anche lo stesso sistema simbolico-valoriale.

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Una società, due culture

Cultura borghese: ha al suo centro gli ideali individualistici e acquisitivi, che derivano principalmente dalla sua componente calvinista.

Cultura operaia: sembra restare ancorata a

ideali maggiormente comunitari, ispirati alla reciprocità e alla solidarietà di gruppo. Qui la matrice religiosa è invece quella cattolica

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Essere educati in un sistema di classe

Le classi non rappresentano solo

realtà economiche, ma anche gruppi

culturali.

Le giovani generazioni sono in primo

luogo socializzate “dai” e “ai” valori

delle loro classi di appartenenza.

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Antonio Gramsci (1891-1937)

Nella misura in cui la borghesia

riuscirà a rappresentarsi come la

cultura, nella misura in cui cioè essa

riuscirà a definire e contenere tutte

le altre dentro se stessa, la cultura

borghese risulterà una cultura

egemonica.

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La società ideologica

Quando una cultura raggiunge i propri

obiettivi egemonici, si realizza una società

ideologica

Ovvero un ordine socioculturale in cui la

cultura subordinata fa esperienza di se stessa

nei termini simbolici imposti da parte di

quella egemonica

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Società ideologica e mezzi di

comunicazione di massa

Il monopolio borghese (A. Cohen, Ragazzi delinquenti, «di tutti i mezzi di propaganda e predicazione di massa – le scuole, il cinema, la radio, i giornali, le riviste» 1963) realizza un processo di colonizzazione

dell’immaginario sociale: l’ascesa sociale del

singolo tramite la valorizzazione razionale

dei suoi talenti è rappresentata come un

valore naturale e dunque universale.

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La scuola come agente ideologico

Il sistema con cui si valutano le prestazioni degli studenti è dominato dai valori della classe media

I ruoli preposti ad applicarlo (insegnanti, allenatori sportivi, assistenti sociali, ecc.) saranno ricoperti da personalità appartenenti a pieno titolo ai ceti boghesi protestanti

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“È un mondo difficile…”

Gli individui di estrazione operaia

dovranno confrontarsi con un mondo

sociale dove le mete culturali ed i

canali legittimi per il loro

raggiungimento saranno disegnati su

misura della cultura borghese

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La trappola della società ideologica

Un sistema di contraddizioni nascoste,

ma non per questo meno stridenti,

dove obiettivi fatti passare come

naturali (universali) e a portata di

mano di tutte le classi, sono in realtà

raggiungibili in via pressoché esclusiva

soltanto dagli strati sociali più elevati

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Obiettiviculturali

Mezzi legittimi

Adattamento

+ + Conformità+ - Innovazione- + Ritualismo- - Rinuncia* * Ribellione

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Il crimine degli

adulti…

20

…e quello dei

ragazzi21

Inversioni

«La sottocultura delinquente non è solo un complesso di regole e un modello di vita diversi dalle norme della società adulta rispettabile, ovvero indifferenti a queste oppure in conflitto con esse. Sembrerebbe per lo meno plausibile definirla come la sua polarità “negativa” nei confronti di queste norme. […]. La condotta delinquente è giusta […] precisamente perché è ingiusta secondo le norme della cultura circostante» (A. Cohen, Ragazzi

delinquenti, 1963)

22

Come nasce una sottocultura

delinquente?

Come si sviluppa?

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Genesi e svluppi

La sottocultura nasce come un tentativo di soluzione

delle contraddizioni insite nel sistema di classe

La genesi sottoculturale si contraddistingue per un

processo di mutuo sondaggio

Il risultato sarà un ordine socioculturale dai contenuti

altamente imprevisti dai singoli membri

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Figli dell’ideologia

Ragazzo di college (subcultura rafforzativa)

Soluzione stabile del ragazzo di strada

(subcultura ortogonale)

Subcultura delinquente (controcultura)

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Nella cultura borghese la «ricreazione deve essere sana. Cioè non si deve sciupare tempo, ma impegnare il proprio agio in modo costruttivo. Giocare è necessario e desiderabile, ma il gioco acquista in merito nel grado in cui comporta qualche dose di previsione, studio, pratica e sforzo costantemente inteso a produrre una raccolta, una capacità specifica o un capitale di cognizioni specializzate. Donde l’orgoglio ed il compiacimento del genitore di classe media per l’hobby in cui si impegnano i figli» A. Cohen Ragazzi delinquenti, 1963

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Il divertimento borghese non è una

celebrazione della razionalità fine a se stessa

(scacchi, collezionismo, discipline sportive,

ecc.)

Che possiamo dunque immaginarci per

invertire questo ideale?

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L’obnubilamento volontario della propria razionalità tramite l’uso di sostanze rappresenta un efficace dispositivo d’inversione rispetto i valori borghesi

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3 – Resistenza

Center forContemporaryCultural Studies(CCCS), fondato nel 1964 presso l’Università di Birmingham

Nelle foto alcuni dei più noti ricercatori del centro

Stuart Hall

Dick Hebdige

Raymond Williams

Richard Hoggart

Il CCCS e le pratiche sociali di resistenza

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Il ruolo ideologico

dell’industria culturale:

la rappresentazione

di un’unica

indifferenziata cultura

giovanile31

P e r i l C C C S I c o n s u m i d i m a s s a n o n g a r a n t i s c a n o

a f f a t t o i l d o m i n i o c u l t u r a l e d e l l e c l a s s i

m e d i e , m a r a p p r e s e n t a n o u n n u o v o s p a z i o d i

s c o n t r o e o p p o s i z i o n e

32

Phil Cohen, Subcultural Conflict in working class

Community, in “Working papers in Cultural Studies”,

1972

33

Poco prima della swinging London

Mercato del lavoro: l’introduzione della tecnologia

nel sistema occupazionale crea una frattura

interna alla working class e delocalizza

l’occupazione al di fuori dell’east-end

Individualizzazione del sociale con conseguente

carico di stress familiare

Aumentato anche dall’ideologia della società senza

classi, tutta centrata sul consumo e dunque invisa

alla tradizionale etica operaia

Territorio: la ristrutturazione delle unità di vicinato34

Magic Moments

«Mi sembra che la funzione latente della sottocultura sia questa: esprimere e risolvere, sebbene magicamente, le contraddizioni che restano inespresse ed irrisolte nella cultura adulta. La successione di sottoculture che la cultura adulta ha generato possono così tutte essere considerate variazioni su di un tema centrale: la contraddizione –a livello ideologico – tra il tradizionale puritanesimo della working class ed il nuovo edonismo consumista; e quella – a livello economico – tra un futuro come parte della élite socialmente mobile o come parte del nuovo lumpen» (P. Cohen, Subcultural conflict in working-

class community, 1972)35

I mod esplorano la soluzione “verso l’alto”, rappresentata da un’accettazione dell’edonismo consumistico e da una (immaginaria) mobilità sociale ascendente

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I parka incarnano invece una replica intermedia. Introducendo nel loro stile caratteristiche più ruvide, sembrano maggiormente indirizzati alla

“soluzione lumpen”

37

Gli skinhead, esibendo tratti profondamente operai, portano a compimento i suggerimenti stilistici dei parka. Sbandierando un rifiuto radicale del nascente edonismo, si propongono un “magico” recupero della comunità operaia perduta

38

I crombie, infine, incorporando nel loro stile elementi “più gentili”, sembrano riprendere le originali soluzioni ascendenti dei mod

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Sottocultura e ideologia

Pur non essendo ideologica, la risposta

sottoculturale sembra avere comunque

una sua dimensione ideologica; essa si

realizza cioè sullo stesso terreno del

dispositivo egemonico borghese, vale a

dire sul terreno approntato dall’industria

culturale.

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Sottocultura e pratiche di resistenza

Le sottoculture non sono appunto che

forme di “resistenza attraverso i rituali

dello stile”. Tramite essi, le sottoculture

additano come ideologica quella

rappresentazione della cultura giovanile

come omogenea e disancorata dal

sistema di classe ma, così facendo, non

possono andare al di là di questa pura e

semplice denuncia. 41

Le sostanze dello stile

Paul Wills, Profane Culture, 1980

Indexical fields (campi indicali): “indici” quantitativi

della struttura tematica dell’industria culturale

I campi indicali rappresentano in ogni caso delle

possibilità di selezione. Possono essere cioè tagliati

ed attraversati tramite i rituali di consumo.

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Campi indicali

Le profondità dello stile

Per lo stile, però, ciò che occorre non è

solo una coerenza interna tra vestiti,

oggetti, musica, locali da ballo, ecc. ma

anche una coerenza con altri tratti

specifici della sottocultura, ovvero con le

sue pratiche sociali, i suoi linguaggi, i suoi

valori, le sue psicologie ecc.

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«gli anfibi ed i jeans degli skinhead e le loro teste rasate sono tutti elementi significativi nei termini sottoculturali soloperché rappresentano ed articolano la concezione skinhead della mascolinità, la loro durezza, il loro essere così radicalmente working class» (S. Hall et al.,

Resistance Through Rituals, 1976)

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Le sostanze al pari di tutti gli altri

tasselli che compongono il

complesso mosaico dello stile, esse

testimonierebbero l’esistenza di

forme simboliche di resistenza al

dominio borghese

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I mod

soluzione che simula una mobilità sociale ascendente

vestiti alla moda

acconciature curate

vita notturna ai limiti del frenetico

Quale sostanza? Anfetamina, eccitanti in genere 47

«A conferma della centralità dello speednello stile di vita mod èsufficiente richiamare il significato culturale che in esso ha lo scooter» D. Hebdige,

Sottocultura, 1979

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Gli skinSoluzione che simula un’appartenenza proletaria Vestiti “operai” e Teste rasateVita notturna stanziale (pub e stadio)Quale sostanza? alcool

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Ma come può la creazione di uno

stile rappresentare una forma di

resistenza?

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Desintonie

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Le famose BLU…

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Veterinari al rave…

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Gran parte della prestazione dello

stile sottoculturale riguardo le

sostanze ha riguardato una loro

dislocazione dal contesto

farmacologico a quello ludico

ricreativo

54

Due parole sugli Hippy

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4- Stili di vita

Dopo Il CCCS: riflessività,

individualismo, stili di vita

Gary Clarke, Defending the Ski Jumpers. A

critique ofTheories ofYouth Subcultures, in

“Working Papers in Cultural Studies” ,

1982

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Dopo Il CCCS: riflessività,

individualismo, stili di vita

Nei ritratti del CCCS, le sottoculture

sembrano veri e propri compartimenti

stagni, caratterizzati da armamentari

simbolici precisi e definiti, dotati tutti di

un’elevatissima coerenza interna.

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Dopo Il CCCS: riflessività,

individualismo, stili di vita

Le sottoculture sono realtà dai confini

molto sfumati e porosi, che gli individui

attraversano e riattraversano con molta

più disinvoltura di quanto appaia non

ritengano gli studiosi del CCCS

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La purezza, l’autenticità,

l’eroismo e la militanza

sottoculturale sembrano

essere prodotte più dalle

analisi dei sociologi di

Birmingham che non

presenti nelle realtà

giovanili!

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Steve Redhead

Secondo voi, noi due siamo consapevoli della nostra resistenza al dominio borghese?!

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Dopo Il CCCS: riflessività,

individualismo, stili di vita

Oggi, le sottoculture non sono più manifestazioni di una resistenza eroica al colonialismo culturale del mercato. Anche semplicemente perché, parrebbe non esserci più nemmeno un'unica cultura coerente e dominante contro cui esprimere la propria autentica resistenza.

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Nessuna particolare resistenza stilistica, ma un unico enorme supermercato dello stile

Se è ancora possibile parlare di subculture

se ne può parlare come di mondi che

l’individuo attraversa riflessivamente, con

l’intento di acquisire e comunicare

un’identità.

Il concetto chiave, allora, non è più quello

di resistenza ma quello di “stile di vita”.

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Nel mondo techno

ritroviamo

riproposte tutte le

cosiddette

sottoculture

spettacolari degli

anni 60 e 70

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L’assunzione di stupefacenti ha scavalcato i

rigidi steccati delle subculture, per divenire

una pratica molto più trasversale, come del

resto testimonia la pratica del policonsumo.

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Nato con il CCCS per cercare di descrivere

inconsapevoli forme di resistenza alla

progressiva individualizzazione del sociale ed ai

dispositivi egemonici dell’industria di massa, il

concetto di subcultura nella sua versione post-

moderna sembra sancire altrettanto

inconsapevolmente la vittoria di tali dispositivi.

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Riflessività dell’individuo

Evanescenza delle appartenenze di classe

Centralità delle pratiche di consumo

Niente di più (ma anche niente di meno) di una versione benigna ed edulcorata del sogno ideologico denunciato dalla scuola di Birmingham: la libertà di scelta individuale nel mondo zuccheroso dei consumi di massa.

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