L’alienazione in Marx

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14/08/22 1 L’alienazione in Marx la tematica dei Manoscritti economico- filosofici del 1844 di Massimo PIERMARINI Docente di Filosofia e Storia nel Liceo scientifico G.Galilei di Civitavecchia

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L’alienazione in Marx

la tematica dei Manoscritti economico-filosofici del 1844

di

Massimo PIERMARINI

Docente di Filosofia e Storia

nel Liceo scientifico G.Galilei

di Civitavecchia

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Nei Manoscritti di Parigi Marx esamina le diverse forme dell’alienazione

L’estraniazione in rapporto all’oggetto prodotto dall’operaio, che è di un altro L’estraniazione nell’atto stesso della produzione. Il lavoro salariato è infatti

lavoro forzato, non soddisfacimento di un bisogno ma un mezzo di soddisfazione di bisogni estranei. Il lavoro salariato è per l’operaio “una peste”, è costretto a lavorare per vivere e non realizza nel lavoro la sua umanità. Nell’uomo i bisogni hanno una qualificazione nell’appropriazione umana della natura.

L’estraniazione in rapporto alla specie generica umana. L’antropologia di Marx, che riprende alcune categorie di quella hegeliana, pone la specie umana come tale che produce se stessa con il lavoro. Propria della specie umana è l’attività “libera e cosciente”, un’attività finalistica e libera che non deve decadere a mezzo di conservazione dell’esistenza fisica.

E’ caratteristica della specie umana l’autocoscienza e l’univeraalità, che consistono nella mediazione dell’oggetto naturale e nel superamento di ogni specie determinata.

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Differenza ontologica tra animale e uomo che lavora

C’è una differenza ontologica tra l’essere naturale, l’animale, e l’uomo che lavora. Il lavoro infatti è la prima dignità umana, è la mediazione (elaborazione e trasformazione) dell’immediato (della natura). La natura è abbassata a corpo inorganico dell’uomo che con il lavoro se la incorpora.

“Che l’uomo viva della natura vuol dire che la natura è il suo corpo, con cui deve stare in rapporto per non morire” (p. 77)

Dunque è mediante la trasformazione del mondo oggettivo che l’uomo individuale si mostra come essere appartenente ad una specie, al quale la natura appare come “la sua opera e la sua realtà” (p.79)

L’estraniazione del lavoro alienato (salariato) fa dell’essere dell’uomo (la sua natura propria di capacità spirituale) un essere estraneo e un “mezzo” della sua miserrima esistenza individuale, rendendogli così estraneo il proprio corpo, che è la natura esterna, e il suo essere spirituale umano.

Nel capitalismo il lavoro non soddisfa l’esigenza del pieno sviluppo delle potenzialità umane ma un mezzo per soddisfare esigenze estranee, non umane.

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Conclusione della dialettica precedente:

La conseguenza delle esclusioni precedenti è radicale e rappresenta un passaggio importantissimo della concezione dell’alienazione:Le tre forme di alienazione rispetto al prodotto, all’attività lavorativa e all’essere della specie conducono ad un risultato cruciale:

4) l’estraniazione dell’uomo da parte dell’uomo Come scrive Marx “Se l’uomo si contrappone a se stesso [e il se stesso è l’essere della sua specie, la libertà e la creatività teleologica], l’altro si contrappone a lui”

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Fenomenologia dell’estraniazione dell’uomo dall’uomo

Ogni forma dell’alienazione ha un corrispettivo religioso. L’estraniazione dell’uomo dall’uomo rinvia alla visione di un Dio posto come alterità insopprimibile, un Dio da Antico Testamento. Ogni estraniazione dell’uomo da sé e dalla natura si manifesta nel rapporto che l’uomo stabilisce con la natura e con gli altri uomini.

Nel lavoro alienato l’operaio non solo si annienta come uomo ma fa del proprio prodotto una perdita per sé, cioè un prodotto che non gli appartiene, che è di un altro e così pone in essere la signoria di colui che non produce [del titolare dei mezzi di produzione o capitalista] sulla produzione [l’imprenditore ne organizza ifattori e i tempi] e sul prodotto [giuridicamente appartiene all’imprenditore capitalista, non all’operaio che lo ha prodotto”. Così nasce il rapporto della proprietà privata.

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Presenza di Hegel nei Manoscritti

Rendendo estranea a sé la sua attività lavorativa e il suo prodotto il lavoratore rende anche all’estraneo (l’altro uomo che gli si contrappone, cui si riferisce nell’attività che è“al servizio e sotto il dominio, la coercizione e il giogo di un altro uomo” (p. 82) la proprietà della cosa.

L’origine della proprietà,non più presupposta come nell’economia politica borghese sta nella forma sociale della produzione capitalistica

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Presenza di Hegel Si sente nelle pagine di Marx la presenza della dialettica hegeliana di

signoria e servitù, ma collocato in un diverso contesto storico, quello della formazione sociale capitalistica, del suo modo di produzione basato sul lavoro salariato e la proprietà privata dei mezzi di produzione.

Marx fa risultare la propruietà privata, la divisione dle lavoro e il sistema globale del lavoro salariato dal lavoro estreneato, cioè dal rapporto di estraniazione tra operaio, natura, specie mentre l’economia politica partiva dalla proprietà privata e dall’esistenza delle classi come fattori primi da non discutere.

Nell’economia politica la proprietà privata “appare” come il fondamento del lavoro alienato, ma essa “ne è piuttosto la conseguenza” (p.83) così’ come gli dèi, non sono la causa ma l’effetto dell’umano vaneggiamento” (ibidem)

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La critica dell’economia politica punto di partenza della filosofia marxista

Partito dai “presupposti immediati” dell’economia politica (proprietà privata, capitale, lavoro, slario, profitto etc) Marx ha roiflettuto sugli aspetti diversi dei fenomeni economici “secondo la connessione del movimento storico” (p. 70), dal punto di vista dell’uomo sociale.

Le forme o lati del lavoroestraneato sono aspetti di un movimento dialettico, di una totalità, colta nei suoinessi reciproci. Il “presupposto” dell’economia è diventato un “risultato”, il principio una fine, un prodotto,proprio come nel sistema di Hegel.

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L’economia politica come pseudo-scienza

L’economia politica viene condannata per la sua astrattezza (antistorica) e la sua pseudo-oggettività, naturalmente svelata come apparenza feticistica (cfr. Il Capitale, I, 1, pp.85-86)

Marx cerca di seguire l’articolazione del movimento storico e dialettico dell’oggetto di indagine, il movimento economico della società capitalistica.

La realtà immediata,visibile, del rapporto di estraniazione tra gli uomini è “apparente”. La sua vera realtà risulta soltanto attraverso il movimento dialettico della soggettività storica dell’uomo, del lavoratore, cuore della storia nella “signoria-servitù” di Hegel

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La Teoria rovescia l’esistente

Ciò che è “primo” per noi, secondo l’immediatezza che astrae gli aspetti dei fenomeni dalla loro interconnessione e difetta dunque di “riflessione”, diventa graziue alla teoria “ultimo”, risultato quando sia studfiato nel suo auto-movimento, nella connessione con la Totalità storica della forma sociale della produzione capitalistica

Il problema più importante è: dare forma ad una prassi di liberazione che sopprima le condizioni generali dell’estraniazione dell’uomo come specie, sul piano dello sviluppo storico dell’umanità.

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La lotta del Lavoratore è la soluzione dell’enigma della storia

“Quando si parla della proprietà privata, si crede di aver a che fare con una cosa fuori dell’uomo: Quanso si parla dellavoro, si ha a che fare immediatamente con l’uomo stesso. Questa nuova impostazione del problema contiene già la sua soluzione” (Manoscritti, p. 85 – cfr. Il Capitale, cit. pp.92-3)

L’emancipazione della società dalla schiavitù dell’alienazione non può che esprimersi “nella forma politica dellì’emancipazione degli operai…. Perché in questa emancipazione è contenuta l’emancipazione universale dell’uomo” (p. 84)

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La tematica della classe universale di derivazione hegeliana

Marx eveva enunciato la sua tesi classista già nell’Introduzione del 1843 a Per la critica della filosofia del diritto di Hegel, dove subordinava l’emancipazione umana all’auto-soppressione del proletariato, classe universale

Paradossalmente proprio nella Filosofia del diritto Hegel si teorizza la funzione della “classe universale” degli intellettuali-funzionari pubblici per risolvere le contraddizioni della “società civile”

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perdersi per trovarsi, negarsi per realizzarsi positivamente Il proletariato è il “totale perdersi

dell’uomo” come premessa della verità delle possibilità umane.

La perdita come in Hegel è momento della dialettica che media gli opposti, cioè della riappropriazione dell’uomo (in Hegel dello Spirito che ritorna in sé dala suo alienarsi nella Natura)

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Critica e Negazione

In Marx la critica sociale implica un compito di azione storica, per la quale la filosofia viene insieme “negata” e si “compie”.

Il filosofo è umanista in quanto contribuisce come testa pensante a questo movimento di universale redenzione umana il cui motore è la lotta di classe del proletariato

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UN VENTO DI LIBERTA’ “L’uomo è libero solo se tutti gli uomini sono liberi ed

esistono come esseri universali”. Marx sembra riecheggiare la formula kantiana dell’uomo come fine e non soltanto come mezzo e il desiderio di presenzialità[raggiungere se stesso, godere di sé] dello spirito vivente in Hegel

Quando ta le condizione sarà raggiunta la vita sarà formata “dalla potenzialità della specie Uomo, che comprende in sé le potenzialità di tutti gli individui che la compongono” (H. Marcuse, Ragione e rivoluzione, Boloigna, 1966, p. 310)

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Felici adesso, non domaniFelici tutti o nessuno

L’istanza della felicità coincide con l’esistenza propriemente umana degli uomini,l’espansione di tutte le loro possibilità crative.

Marcuse rileva che “anche il piacere e ilgodimento umano mutano da come sono quando gli uomini sviluppano liberamente la loro ‘natura universale” e abbandonano modi di possesso e di acquisto egoistici, per cui la rivoluzione incrementa la libertà e la felicità, che diventa lo scopo della società comunista (Marcuse, cit. pp. 329-30)

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Antropologia filosofica marxiana ed hegeliana

Un confronto rivela che l’universalità dell’uomo e l’autocoscienza [carattere progettuale, finalistico dell’attività di produzione e riproduzione degli uomini] e

la nozione di natura come corpo inorganico del soggetto umano, soggetto di essenza generica trovano riscontro nell’antropologia di Hegel,premessa di quella di Marx

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La “fodera rossa” di Hegel

Il lavoro umanizza l’uomo e consente alla coscienza servile di giungere a se stessa attraverso la formazione (Fenomenologia dello Spirito I, p.162)

L’uomo mangia “il suo pane col sudore della sua fronte”, in modo tale da “produrre ciò che è” (Filosofia della religione, in Werke, XVII,p. 267)

Il lavoronon libera solo il servo perché “attraverso il liberarsi del servo diviene quindi completamente liberoanche il padrone” Enciclopedia, aggiunta ad § 436, in Werke, X, p. 290)

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Marx l’alienazione ‘borghese’ e il compito della classe proletaria

Non diversamente per Marx la classe possidente “rappresenta la stessa autoestraniazione umana” del proletariato, ma “si sente a suo agio in questa autoestraniazione”, in cui ha “la propria potenza” e “la parvenza di un’esistenza umana” (Marx-Engels, La sacra famiglia, 1954, p. 40),come dimostra tanta letteratura, da Kafka a Mann.

La soppressione “positiva” dell’estraniazione è pertanto compito della classe proletaria “a cui essa è necessariamente spinta dalla contraddizione della sua natura umana con la situazione della sua vita” (ib, cfr. sul comunismo pp. 111-118)

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Il concetto di Essenza generica

Appare evidente che la nozione di “essenza generica” sia viziata da uno statuto idealistico e, in ultima istanza, metafisico. Il pensiero materialistico è nominalistico

Nelle opera della maturità Marx applica gli strumenti del materialismo storico e dialettico per criticare ogni essenzialismo e ogni finalismo metafisico, tipico della metafisica

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IL COMUNISMO

“Il comunismo è “la soppressione positiva della proprietà privata intesa come eutoestraniazione dell’uomo, e quindi come reale appropriazione dell’essenza dell’uomo e per l’uomo” (Manoscritti, Bobbio, p.111)

“L’intero movimento della storia è quindi l’atto reale di generazione del comunismo…” (ib.)

“Il comunismo è, in quanto negazione della negazione, affermazione; perciò è il momento reale

E necessario per il prossimorivolgimento storico, dell’emancipazione e della riconquista dell’uomo” (p. 126)