L’inaugurazione del busto di Garibaldi sommario a Villa “Il … · 2012. 12. 23. · affluire...

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Anno VI - Numero 17-18 15-31 Ottobre 2005 sommario DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it www.goiradio.it E-MAIL: [email protected] L’inaugurazione del busto di Garibaldi a Villa “Il Vascello” in primo piano Bicentenario e XX Settembre Festa bagnata, festa fortunata L’allocuzione del Gran Maestro L’epopea d’oro della Massoneria italiana Massoni depongono una corona Servizio Biblioteca Testimonianze iconografiche sulla Carboneria e la fondazione del GOI Dalla libertà di passaggio al volo della Fenice La massoneria e i suoi uomini Casa massonica romana Sede prestigiosa per il Collegio laziale La nuova casa romana Manifestazioni Attività internazionali Festeggiati i 105 anni della Loggia “Albrecht Dürer Il Grande Oriente d’Italia a Lisbona Massoneria nel mondo Il Senato brasiliano commemora il Giorno del Massone attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione rassegna stampa storia e cultura attualità anniversari 21 23 35 4 7 12 2 14 15 16 16 17 18 19 19 20 23 31

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  • Anno VI - Numero 17-1815-31 Ottobre 2005

    sommario

    DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

    Via di San Pancrazio, 800152 Roma

    Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

    www.grandeoriente.itwww.goiradio.it

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    L’inaugurazione

    del busto di Garibaldi

    a Villa “Il Vascello”

    in primo pianoBicentenario e XX SettembreFesta bagnata, festa fortunataL’allocuzione del Gran MaestroL’epopea d’oro della Massoneria italianaMassoni depongono una corona

    Servizio BibliotecaTestimonianze iconografiche sullaCarboneria e la fondazione del GOIDalla libertà di passaggio al volo della FeniceLa massoneria e i suoi uomini

    Casa massonica romanaSede prestigiosa per il Collegio lazialeLa nuova casa romanaManifestazioniAttività internazionaliFesteggiati i 105 anni della Loggia “Albrecht DürerIl Grande Oriente d’Italia a LisbonaMassoneria nel mondoIl Senato brasiliano commemora il Giorno delMassone

    attività Grande Oriente d’ItaliaNotizie dalla Comunione

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  • Per il secondo anno consecutivo la piog-gia ha disturbato i festeggiamenti a Villa‘Il Vascello’ per l’equinozio di autunno el’anniversario del XX Settembre che inquesta edizione del 17 settembre sonocoincisi con quelli per il bicentenario delGrande Oriente d’Italia che da marzo vie-ne celebrato in tutto il paese con un ciclodi manifestazioni culturali pubbliche. Ro-ma è stata la quinta tappa del lungo pro-gramma che si concluderà a dicembre.

    Ma il maltempo non ha scoraggiato le mi-gliaia di fratelli, accompagnati da familia-ri e amici, che anche questa volta hannoaffollato il parco della Villa: la festa c’èstata ed è proseguita quasi sino all’albain quanto il Grande Oriente d’Italia parte-cipava, con una serie di iniziative, al pro-gramma della Notte Bianca romana.In mattinata il tempo è stato clemente eun tiepido sole ha accompagnato la se-conda sessione dei lavori del convegno“La Massoneria all’ombra del Tricolore.Dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra” cheil pomeriggio precedente aveva avuto ini-zio presso il Museo Garibaldino di PortaSan Pancrazio. A conclusione dei lavoriun evento suggestivo ha caratterizzato lecelebrazioni con lo scoprimento, da par-te del Gran Maestro Raffi, di un busto diGiuseppe Garibaldi nell’ampio loggiatodella Villa. “Garibaldi è tornato nella suadimora”, ha detto il Gran Maestro nelcorso della cerimonia, ricordando come‘Il Vascello’ fu l’avamposto garibaldinoche resistette all’offensiva francese nellastorica battaglia del 1849 per la difesadella Repubblica Romana. “E questo non poteva non avvenire, nel-l’anno in cui – ha continuato – il GrandeOriente festeggia i suoi duecento anni di

    vita, e in occasione dell’anniversario delXX Settembre, data fortemente simbolicaper le gesta e gli ideali, di tutta una vita,di questo nostro grande fratello checombattè non solo per realizzare l’unitànazionale ma, soprattutto, per vedere af-fermata l’idea di uno Stato laico, moder-no, come, noi massoni, intendiamo dasempre”.“Oggi, più che mai, – ha aggiunto il GranMaestro – dobbiamo raccogliere il testi-mone, ed impegnarci perché le conquistedei nostri Padri non diventino cronaca bi-strattata di un’altra storia d’Italia: quellache alcuni vorrebbero eliminare dai libridi scuola e che viene stravolta in certiambienti per minare le radici della nostracultura democratica”. Attenzione, fratelli,tutti i sintomi sono percebili: non rima-niamo inermi e, più di tutto, assenti da-vanti a quella che è una vera e propriaminaccia alla crescita del vivere civile”.“Molto presto – ha concluso – i busti dialtri due miei grandi predecessori, Adria-no Lemmi, il grande finanziatore del Ri-sorgimento, ed Ernesto Nathan, il sinda-co mazziniano della capitale romana, ri-masto fino ad oggi ineguagliato, prende-ranno posto accanto a quello di Garibal-di e saranno qui, all’ingresso di questaepica Villa, sentinelle vigili del nostrooperato”.

    Il busto inaugurato, opera del grandescultore ravennate Gian Antonio Bucci, èstato realizzato su calco a cera persa del-l’originale custodito a Ravenna presso laultracentenaria Società Conservatrice delCapanno Garibaldi. Trattandosi di uno deiprimi cinque multipli dell’opera, la scul-tura deve essere considerata un originalee, pertanto, di grande valore.

    Il pomeriggioPrima che iniziassero i festeggiamenti po-meridiani, il Gran Maestro, accompagna-

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    Celebrazioni al Vascello sotto la pioggia

    Festa bagnata, festa fortunataIl maltempo non ha interrotto i festeggiamenti. Il Grande Oriente d’Italia partecipa alla Notte Bianca romana

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    Gian Antonio BucciNato a Ravenna nel 1925, fu sempre le-gatissimo alla sua terra. Frequenta l’Ac-cademia di Belle Arti e si diploma al Li-ceo Artistico di Bologna, studia con loscultore Arturo Dazzi a Firenze, poi tor-na a Ravenna, come assistente alla cat-tedra di “Figura e ornato modellato”del Liceo Artistico, della quale diven-terà titolare nel ‘59.Il ‘65 è un anno di svolta: Bucci è no-minato direttore del Liceo Artistico, di-rettore dell’Accademia e, cosa che ci ri-guarda più da vicino, si affilia alla Log-gia “Dante Alighieri” di Ravenna, nellaquale prosegue il lavoro massonico fi-no al ‘68, anno in cui viene accolto nel-la Loggia “La Pigneta” della stessa città.Tra le sue opere più importanti: il mo-numento ai Caduti del Mare a Ravenna,l’Altorilievo della Cappella dei Santinella Chiesa Regina Pacis di Forlì, i bu-sti di Garibaldi, di Annita e la corona dibronzo nella tomba di Mazzini nel Ci-mitero di Staglieno.Ancor più celebre la sua opera di “me-daglista”: ricordiamo solo quelle, di su-perba fattura, realizzate per commemo-rare Giuseppe Verdi, Nicolò Paganini eArturo Toscanini, quest’ultima coniatadalla Zecca di Francia.Gian Antonio Bucci è passato all’Orien-te Eterno nel 2001 ma i fratelli ne con-servano un ricordo ancora vivo, comeuomo, artista e massone.

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    to dai Gran Maestri Aggiunti MassimoBianchi e Giuseppe Anania, ha volutoonorare la memoria del fratello GuidoD’Andrea, scomparso lo scorso agostodopo una lunga malattia. Le sue parole,accompagnate da un filmato che lo ritraementre canta in occasione di un’altra ce-lebrazione del XX Settembre, hannoprofondamente commosso i presenti, inparticolare quelli soliti partecipare ai fe-steggiamenti e che lo avevano conosciu-to nelle vesti di organizzatore e presen-tatore della parte musicale. Noto cantau-tore negli anni ‘60 e ‘70 e grande esper-to di jazz, il fratello D’Andrea è stato pa-roliere di tante canzoni di successo, inparticolare di Fred Bongusto.Dopo la lettura del Manifesto del XX Set-tembre, la manifestazione è proseguitacon la consegna, da parte del Gran Se-gretario Giuseppe Abramo, del Premio“Giacomo Treves”, rassegna biennale delGrande Oriente d’Italia al quale concorro-no gli autori di studi inediti sulla masso-neria. La prima classificata è risultata Va-lentina Bevilacqua con una tesi di laureain Giurisprudenza dal titolo “La massone-ria italiana: un profilo storico-giuridicodall’Unità d’Italia alla Costituzione repub-blica”; il secondo premio è stato asse-gnato a Franco Arbia che ha presentato alconcorso la sua tesi di laurea in Storia su“La massoneria in Sardegna dal secondodopoguerra alla fine degli anni ‘70”.

    La pioggia, però, non ha dato tregua el’intervento musicale dell’Ensemble “Ar-monia”, diretto dal musicista di fama in-ternazionale Bruno Battisti D’Amario(presidente del Collegio circoscrizionale

    del Lazio), si è svolto all’interno della sa-la “Paolo Ungari” della biblioteca, inveceche nel parco, dove la musica è stata dif-fusa attraverso potenti altoparlanti.Al Gran Maestro Gustavo Raffi, per l’ini-zio della sua allocuzione, non è spettatamigliore fortuna. Due fratelli muniti d’om-brello lo hanno infatti scortato sul palcoper permettergli di parlare al pubblicoche era rimasto imperterrito al proprioposto per ascoltarlo. Ma la tenacia è sta-ta premiata e la pioggia è improvvisa-mente cessata e il suo discorso si è potu-to tenere normalmente. L’attualità legata alle esigenze di tuteladello Stato laico è stato il principio car-dine della sua allocuzione (pubblicata in-tegralmente in questo numero) che hatratteggiato, per circa venti minuti, il pa-norama sociale italiano e internazionalein un periodo di grave crisi di partecipa-zione civile.

    I festeggiamenti si sono conclusi con iltradizionale buffet, allietato dalle realiz-zazioni scultoree di un maestro intaglia-tore di ghiaccio venuto appositamentedalla Toscana.

    Significative lepresenze alle ce-lebrazioni di im-portanti esponen-ti della massone-ria mondiale.Hanno partecipa-to: Thomas Jack-son, Segretarioesecutivo dellaConferenza mon-

    diale delle Grandi Logge; Victor Gillen, exGran Maestro della Gran Loggia del Lus-semburgo; Eugen-Ovidiu Chirovici, GranMaestro della Gran Loggia Nazionale diRomania; Fred Andrioli, Gran Segretariodel Grande Oriente dei Paesi Bassi;Howard Graff, Gran Cancelliere dellaGran Loggia dell’Illinois; Ramon Viñals ySoler, assistente del Gran Maestro dellaGran Loggia di Spagna

    La Notte BiancaPioggia o non pioggia, la manifestazione“Cancello aperti al Vascello” del GrandeOriente d’Italia in programma per “LaNotte Bianca” di Roma ha avuto un suc-cesso al di là ogni previsione. Un migliaiodi persone ha visitato la Villa per tutta lanotte cominciando ad arrivare molto pri-ma dell’orario previsto, che era stato fis-sato a mezzanotte, senza mai smettere diaffluire sin quasi all’alba. E questo nono-stante i violenti scrosci di pioggia che cir-ca ogni venti minuti si abbattevano sullacapitale. La scaletta delle attività è rimasta, co-munque, quasi invariata: sono stati proiet-tati i film di carattere storico-risorgimen-tale di Luigi Magni (In nome del Papa-Re,In nome del popolo sovrano, Nell’annodel Signore), i filmati sulle attività delGrande Oriente d’Italia, mentre la Corale“Europa e Libertà” ha intonato inni pa-triottici sotto un ampio gazebo allestito inprevisione della pioggia. Solo per il jazzi-sta Dick Halligan, che avrebbe dovutoesirbirsi sul palco al pianoforte con Gian-carlo Maurino al sax alto e al flauto, nonc’è stato nulla da fare. Dopo vari tentatividi iniziare il concerto, i due musicisti han-no dovuto desistere anche per paura chela pioggia danneggiasse la strumentazio-

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    Il Gran Segretario consegna il premio alla prima classificata

    Da sinistra i fratelli: Victor Gillen, Liborius Ceran (garante d’amicizia),

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    In primo piano il fratello Howard Graff. Nellosfondo Thomas Jackson parla con Fred Andrioli

  • ne e le apparec-chiature. I cittadini romaninon si sono peròrisentiti e hannovisitato il parco el’interno della Vil-la con incredibilecuriosità ed entu-siasmo cercandodi informarsi ilpiù possibile sullamassoneria. Permolte ore il Gran-de Archivista Vit-torio Gnocchini eil fratello Elio Fili-dei hanno intrat-tenuto il pubblicorispondendo allepiù disparate do-mande cercandodi rendere com-prensibile unmondo che, per i

    “profani”, appare “misterioso” e, nellostesso tempo, affascinante.“È stata un’iniziativa importante – hadetto il Gran Maestro Raffi commentandol’evento al quale ha partecipato per tuttala durata – che ci ha permesso di diven-tare parte integrante della città. Ripetere-

    mo l’esperienza il prossimo anno ovvia-mente in modo diverso, ma sempre conuno spettacolo che possa testimoniare ilnostro modo di essere”.La “Notte Bianca” romana (gemellata conla “Nuit Blanche” di Parigi) è un’iniziativapromossa dal Comune e dalla Camera diCommercio di Roma, in collaborazione

    con il Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali: una grande esperienza colletti-va in una città aperta tutta la notte, dalcentro alla periferia, con l’obiettivo di di-mostrare tutta la sua vitalità artistica, or-ganizzativa e culturale, in un contesto diforte impatto sui cittadini e di grande ri-chiamo turistico.

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    Filidei intrattiene i visitatoriall’interno della Villa

    Due momenti della Notte Bianca durante la proiezione dei film all’esterno di Villa ‘Il Vascello’

    Signore e Signori, Fratelli, non ci ha piegato la cattiveria degli uomi-ni, non sarà certo un temporale.Di altri temporali ne abbiamo visti tanti esiamo qua a festeggiare i 200 anni delGrande Oriente d’Italia. Le campagne cicli-che contro la Massoneria sono finite. Ogginon si riferiscono a noi nelle pagine dellecronache giudiziarie, ma si dibatte di noi inrelazione ai grandi problemi anche attri-buendoci una forza che non abbiamo e chenon ci interessa avere.Viviamo in un periodo storico difficile, unperiodo di transizione, di crisi di valori, direligioni che sconfinano nella politica e cheritengono di condizionare la vita e i rap-porti degli uomini nella società.I valori della laicità vengono messi in di-

    scussione e, addirittura, si tenta di ridefi-nirne il concetto, assumendo che oggi nonsi può più relegare le religioni nel privato,ove ognuno vive il suo Dio e testimonia lapropria fede, per affermare invece il ruolodelle Religioni nella sfera pubblica. Proprioin quella sfera ove compete allo Stato im-pedire che la forza dell’uno si imponga sul-la debolezza dell’altro, poiché la cittadi-nanza si basa su valori e principi civili, sen-za privilegi per alcuno. Non è possibile ac-cettare questa invasione di campo perchérompe gli equilibri fra le componenti so-ciali e mina la pace religiosa. Laddove loStato si informa ai principi della laicità, loStato è l’arbitro, è l’ente che garantisce lalibertà religiosa anche alle minoranze. Nonsi possono imporre, neppure a colpi di

    maggioranza, delle soluzioni perché occor-re governare e non imporre: governare si-gnifica ascoltare, comprendere le ragionidegli altri, contemperare gli interessi e lediverse istanze, cercare soluzioni eque econdivise.Eravamo stati facili profeti anni addietro,quando parlando della scuola avevamo in-dividuato cosa sarebbe successo se lascuola pubblica fosse stata offesa e declas-sata, se fosse stato affermato il principiodella separazione, legittimando cioè lascuola dei Cattolici separata dalla scuoladegli Ebrei, separata dalle scuole dei Mu-sulmani, perché questa soluzione avrebbeimpedito il dialogo e la conoscenza dell’al-tro. Avevamo affermato che così si mina iltessuto sociale e non si costruiscono i per-

    DeMolay International

    Il Gran Maestro Raffi membro onorariodel Supremo Consiglio InternazionaleA Villa ‘Il Vascello’ la consegna della Classe/4 la mattina del 18 settembreLa cronaca completa dell’avvenimento sarà pubblicata nel prossimo numero di “Erasmo Notizie”

    L’allocuzione del Gran Maestro

    “La nostra bandiera è il dialogo”Pubblichiamo il testo integrale dell’allocuzione che il Gran Maestro Gustavo Raffi ha tenuto il 17 settembre a Villa ‘Il Vascello” in oc-casione delle tradizionali celebrazioni dell’equinozio di autunno e dell’anniversario del XX Settembre.

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    corsi della coesistenza. Era chiaro chequalcuno nella prima fase si sarebbe av-vantaggiato, perché rappresentava quelloche sulla carta è il credo maggioritario, maavevamo ammonito, che poi anche gli altriavrebbero voluto la stessa cosa. Si è pro-ceduto, cioè, senza avere un disegno chia-ro, navigando a vista. Oggi si scopre che aMilano c’era una scuola coranica dove nes-suno aveva verificato se i docenti avesse-ro titolo di studio per insegnare, quali fos-sero i programmi e soltanto con un espe-diente igienico le Autorità hanno, infine,chiuso la scuola. Bisognava pensarci pri-ma. È indubbio cha anche le minoranze,nel momento in cui si afferma il principiodella scuola libera, abbiano il diritto di co-stituire le loro scuole. Ma è, altresì, veroche lo Stato, noi tutti abbiamo il diritto dipretendere che in quelle scuole insegninodocenti abilitati, che gli standard educativie i programmi rispondano a quelli educa-tivi nazionali, onde ottenere la parificazio-ne; che in quelle scuole si crei il cittadino,che si insegni anche quella religione civileche è quella che fa sì che si possa vivereinsieme e in armonia con l’alterità.Il fenomeno sta montando. Hanno tentatodapprima di ghettizzare gli extra comuni-tari nella scuola pubblica, come se costo-ro fossero appestati, come un tempo lo fu-rono gli Ebrei con la stella di Davide, cuci-ta sul petto. Bisogna riflettere seriamente efar ragionare chi deve ragionare, perchénelle scuole dell’obbligo si deve vigilaresul fatto che i giovani vadano sì a scuola,ma che frequentino scuole vere dove pos-sano imparare la lingua e la cultura del no-stro Paese, anche perché un domani, quan-do cercheranno un lavoro, tale conoscen-za sarà indispensabile. Diversamente, sa-ranno condannati alla disoccupazione e di-venteranno facile preda della delinquenzaorganizzata per sopravvivere. Quando lapancia è vuota non la si riempie con i prin-cipi, perché i principi difficilmente posso-no tacitare la fame e tenere sveglie le co-scienze.L’avevamo, ahimè, detto. Magari ci fossi-mo sbagliati. Ma c’è ancora tempo, so-prattutto se si incomincia a utilizzare sulserio quell’ora che è dedicata oggi soltan-to alla religione che un tempo fu la reli-gione di Stato. È giusto, invece, che si in-segni nella Scuola Pubblica anche la storiadelle religioni, di tutte le religioni. Ma senon vogliamo questa soluzione, ben ven-gano gli studiosi, gente che abbia una lau-rea, che abbia studiato teologia, e storia

    comparata delle religioni, in modo da of-frire strumenti seri di riflessione sulla tra-dizione ebraica ed islamica; che, quindi, gliinsegnanti abbiano la possibilità e la com-petenza per insegnare anche altre tradizio-ni religiose. Occorre vigilare affinché lascuola non sia un luogo dove si alimenta-no odi, impedendo non solo la dittaturadelle maggioranze, ma anche quella delleminoranze che si autoescludono, che nonvogliono essere inserite, che esercitano uncontrollo ferreo sui propri aderenti, perimpedirne la integrazione nella società cheli ospita.La Nazione è un istituto di diritto naturale,è un patto di fratellanza che si stipula tracoloro che vivono sul medesimo territorioe rinvengono le ragioni per vivere insiemecon i medesimi diritti e i medesimi obbli-ghi. Non vogliamo, né possiamo accettareche qualcuno nel nostro Paese si auto-emargini e impedisca, per esempio, alledonne di studiare, od imponga ad essemutilazioni del corpo, ovvero che ci sianogruppi che esercitino un controllo tiranni-co sui membri della propria collettività,vietando addirittura i matrimoni con citta-dini di diverso credo religioso.Ci sono le regole dell’ordine pubblico equelle vanno osservate da chiunque. Ancheperché il modello olandese, ove si pratica-va la più ampia e incontrollata libertà, èfallito. È fallito proprio perché si sono rea-lizzate le comunità chiuse. In Francia le co-se sono andate meglio e vanno meglioperché ci sono università – addirittura –per le diverse fedi religiose, ma con sog-getti abilitati all’insegnamento, che hannocompiuto gli studi che andavano fatti enon sono il macellaio o il calzolaio che siimprovvisano docenti e grandi predicatori.Allora, alziamo la voce e chiediamo chequeste regole vengano rispettate.Altro accenno, che poi si riferisce sempreallo stesso problema è che la cura, la veraterapia è quella del dialogo, che costitui-sce il collante della società. Noi dobbiamopromuovere il dialogo, avendo ben chiaroche il dialogo esclude – se dialogo deveessere – che ci sia un qualcuno che possapretendere di possedere la verità e chedialoga partendo da questo presupposto,per piegare gli altri ai suoi convincimenti. E così è venuto fuori il discorso del relati-vismo. Ma parliamoci chiaro: se assumia-mo questo concetto in termini totalizzanti,l’unica alternativa al relativismo è l’assolu-tismo, non c’è altra strada, non ne esisto-no altre. Quando un gruppo ritiene di pos-

    sedere la verità quella è la verità, e quellaverità deve essere il punto di arrivo pertutti gli altri. Soprattutto nelle comunità re-ligiose, dottrina e pensiero si fondano suuna serie di assiomi, che per loro naturanon sono dimostrabili, per affermare di es-sere detentori della verità. A quel punto ildiscorso sfocia paradossalmente nel relati-vismo, perché costoro troveranno altrigruppi che ragioneranno alla stessa manie-ra, avranno i loro assiomi, non dovrannodimostrare niente e qui cade tutta l’impal-catura. Si arriva così inesorabilmente, an-che da parte dei dogmatici, ad essere difatto relativisti, in quanto si afferma la ve-rità in base ai propri assiomi di partenza.Corollario ne è che l’indisponibilità ad ac-cettare il principio della falsificabilità deiteoremi e delle ipotesi fa sì che ogni grup-po si trovi chiuso all’interno della propriacornice, indisponibile al dialogo. E quandonon c’è dialogo i rapporti sono solo quellidi forza e giammai di verità. Al contrario diciò che accade nella società aperta doveregna il dialogo e si bandisce l’incomuni-cabilità.Per il Libero Muratore, uomo del dubbio,che si interroga e sottopone a verifica leproprie conquiste, la stessa scoperta del-l’errore non rappresenta una sconfitta,bensì un passo avanti, ovvero l’acquisizio-ne di un nuovo spezzone di verità: “ho ca-pito che ho sbagliato, ho fatto un passoavanti verso la conoscenza”.Dialoghiamo, poniamo le regole: nel dialo-

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  • go non ci sono primati; nel dialogo c’è ilrispetto dell’altro, nel dialogo non deviconvincere nessuno, nel dialogo devi indi-viduare valori condivisibili o condivisi, in-dividuare il terreno sul quale operare in-sieme. È una ricetta, è la ricetta che i mas-soni sperimentarono nel 1700. Allora sichiamava principio della tolleranza, chenon proponeva la sopportazione di chi lapensava diversamente, ma poneva il pro-blema del rispetto dell’altro, del confron-to, del capire che solo il dialogo civile enon l’uso della forza avrebbe fatto progre-dire l’individuo.Non abbiamo verità da imporre, ma pos-siamo insegnare un metodo. Noi uominidel dubbio non neghiamo la verità, la cer-chiamo; altri ritengono di esserne detento-ri ed è lì che nasce il dramma, perché co-storo vogliono imporla agli altri, convintidi salvare loro l’anima.La nostra bandiera è il dialogo, perché laMassoneria è uno spazio adogmatico, neu-trale che può assicurare a uomini diversi,per fede politica e religiosa, un luogo diincontro e di conoscenza.Dicevo all’inizio meglio un temporale checi disturba che la malvagità e riscontro chequando c’è amore, quando c’è amicizia,quando c’è convinzione nei propri idealinel segno della fratellanza, la pioggia nonconta nulla. C’eravamo sparpagliati e d’in-canto siamo tutti qui.Ci sono ancora ostacoli da superare. Concalma. Anni addietro la Regione Marche,emanò una legge regionale che inibiva aiMassoni l’accesso a pubblici incarichi. An-dammo a Strasburgo, davanti alla Corteeuropea dei diritti dell’uomo e vincemmola causa contro lo Stato. La sentenza è del-l’agosto 2001. Per ben quattro anni nulla èaccaduto.Oggi la nuova Giunta regionale, di sua ini-ziativa, ha proposto una modifica di que-sta Legge per uniformarsi al dettato euro-peo. Si torna in Europa: i Liberi Muratoririconquistano il diritto di cittadinanza cheera stato conculcato da un provvedimentobarbaro. Abbiamo vinto!Quest’anno ricorre il Bicentenario. Aveva-

    mo chiesto di celebrare con un francobol-lo l’evento e ne avevamo titolo: 200 anni distoria nel corso della quale abbiamoespresso statisti, patrioti, poeti, santi e na-vigatori, stavo per dire, ma mi fermo, per-ché l’espressione appartiene al lessico diun altro. L’iter sembrava in discesa: primala Consulta filatelica, bene gli ulteriori pas-saggi, tutto a posto dunque? No! Tutto èfermo perché si ha timore per un innocuofrancobollo, un francobollo che esprima unpersonaggio o un simbolo della Massone-ria, quando in tutto il mondo, dalla Franciaal Cile, tutte le nazioni hanno celebratoqueste ricorrenze massoniche. Evidente-mente siamo un Paese che ha ancora pau-ra, meglio dove si teme di dispiacere aqualcuno, anche se fra qualche giorno fe-steggeremo il XX Settembre.Consentitemi un altro riferimento. L’annopassato, nel mese di agosto, ebbi un in-contro in Senato con il Presidente, il Sena-tore Pera, e gli feci nuovamente presentel’annosa questione di Palazzo Giustiniani,che riepilogo brevemente. Anno 1911, il Grande Oriente d’Italia, attra-verso la sua società immobiliare, acquistaPalazzo Giustiniani. Nel 1925 le squadraccefasciste irrompono, cacciando con la vio-lenza i Massoni. Poi qualcuno più colto in-tende dar veste legale all’azione. Egli si ac-corge, infatti, che quel bene era assogget-tato ad un vincolo in caso di alienazione eche non era stato rispettato il diritto diprelazione spettante al Ministero dellaPubblica Istruzione. Ma si accorge, altresì,che il termine di legge per far valere il vi-zio era ampiamente scaduto. Detto e fatto,viene emanato un provvedimento con effi-cacia retroattiva, che riapre i termini e co-sì ci hanno “scippato” Palazzo Giustiniani.Devo riconoscere che nel frangente i nostriGrandi Dignitari ebbero il coraggio, anchefisico, di ricorrere alla Giustizia. Poi… furono costretti a firmare un accordotransattivo.Finisce la guerra. Il Governatore di Roma,Frank Poletti, è pronto a restituirci la sede.Ma la nostra risposta fu no. Noi esigiamoun atto di giustizia, un atto di riparazione,abbiamo fiducia nel nostro Paese e cosìabbiamo potuto riscontrare come tale fidu-cia sia stata ripagata. Palazzo Giustinianinon l’abbiamo ottenuto. Si promuove lacausa. In primo grado si vince perché èchiaro che quell’atto, quella transazionenon sono stati sottoscritti volontariamente,ma subiti e imposti con la forza. In appel-lo, la causa si perde. Perché? Perché noi

    avremmo dovuto impugnare nei terminil’accordo viziato – e qui la beffa oltre aldanno – proprio davanti a quegli stessitribunali dell’era fascista, che erano diret-ta emanazione di chi aveva calpestato ilnostro diritto.Ancora una volta siamo stati costretti a su-bire. E non era possibile diversamente: co-sì andammo a fare i conduttori, gli inquili-ni di quella che era stata la nostra casa.Scaduto il termine contrattuale, il Senatopretese la restituzione dei locali, di cui, asuo dire, aveva estremo bisogno e si ar-rivò ad un altro accordo. Fummo ancorauna volta ingenui, liberammo l’immobile,perché c’era l’impegno di metterci a di-sposizione, a un prezzo simbolico, il pia-no terra e l’ammezzato di Palazzo Giusti-niani da noi occupato.Ci sono atti, ci sono documenti, che locomprovano. Scritti dell’allora PresidenteSpadolini, che devo riconoscere fu moltoserio nei nostri confronti. In uno di essi sifa menzione del fatto che tali locali nonerano agibili e che occorreva, prima dellaconsegna, eseguire lavori di manutenzioneperché esistevano problemi di statica, ecc.Addirittura si rinviene la proposta che fos-simo noi ad anticiparne i costi, se le ope-re fossero state eccessivamente onerose. Esiamo fermi a quel punto, nonostante nel’91 sia stato stipulato un accordo con ilrappresentante del Senato e dell’Ammini-strazione Finanziaria: purtroppo negli ac-cordi con gli Enti Pubblici perde essenzial-mente il contraente debole, vale a dire ilprivato, cioè noi. Ma uno Stato che si ri-spetti, onora gli impegni. Mi sarei aspetta-to almeno una risposta da questo senatorePera, l’uomo del dialogo con Ratzinger. Èvero che quando ci si immette su certestrade, sovente ci si dimentica di dialoga-re con altri. Noi, però, non siamo più di-sposti ad attendere messianicamente. Pen-so che faremo una grande manifestazionesotto il Senato per denunciare al Paese chesiamo le uniche vittime immobiliari del fa-scismo, perché ai sindacati, ai partiti, allacooperazione è stato restituito tutto.Intendo qui affermare solennemente che iMassoni sono cittadini di serie A, che ri-spettano la Legge, ma pretendono che laLegge venga rispettata, anche dalle Auto-rità. Né più, né meno. Dopodiché è del tut-to evidente che se certi ambienti ben iden-tificati, di fronte alla tempesta che ha col-pito il Governatore della Banca Centrale esegnatamente la sua credibilità (e si badibene, non dico che costui abbia commes-

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    Quinta tappa del programma di celebrazioni delbicentenario del Grande Oriente d’Italia

    L’epopea d’oro dellaMassoneria italianaA Roma un convegno sulla storia dell’istituzione dall’Unità d’Italia al Fascismo

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    so degli illeciti penali), a cagione dellapubblicazione di determinate intercettazio-ni e determinate frequentazioni, se la pren-dono con la Massoneria, vuol dire che lofanno unicamente per stornare l’attenzionedai fatti. A tal fine hanno rimesso in circo-lazione la tesi aberrante ed incredibile del-la congiura e della mobilitazione della fi-nanza ebraica e massonica statunitense(perché quella italiana conta poco), controla finanza confessionale e i suoi massimiesponenti. Altri, in maniera più rozza, han-

    no avuto l’ardire di sostenere: “Fazio va inchiesa, è un uomo pio, è stato colpito daisoliti mangiapreti”.Per fortuna esistono uomini di Chiesa intel-ligenti e intellettualmente onesti come ilCardinale Tonini, che ha liquidato sbrigati-vamente queste fantasiose orchestrazioni.E non è il solo!Purtroppo, in Spagna si muove qualcosa dipeggio. Certi ambienti confessionali hannoindividuato in Zapatero un massone. L’han-no sentenziato arbitrariamente, riesumando

    tutte le nefandezze che venivano attribuitealla Massoneria, utilizzando frasari, luoghicomuni, ciarpami in uso prima e durante ilregime franchista, che aveva perseguitatola Massoneria. Ma viviamo nell’anno 2005, lontani da su-perstizioni e vecchi retaggi. Il nostro impe-gno è di continuare a lottare strenuamentecontro l’ignoranza e i pregiudizi: siamo vi-cini e solidali con i nostri Fratelli spagnoli,perché così siamo noi stessi.Grazie.

    Le celebrazioni per il bicentenario delGrande Oriente d’Italia sono coincise nel-la capitale con i tradizionali festeggia-menti dell’Equinozio di Autunno e del XXSettembre con un convegno di studi daltitolo “La Massoneria all’ombra del Trico-lore. Dall’Unità d’Italia alla Grande Guer-ra”. L’incontro, di carattere internaziona-le, è il quinto del programma previstoper tutto il 2005 che segue quelli di Na-poli, Rimini, Milano e Torino e precedequelli di Palermo, Firenze e, per conclu-dere, Bologna, che chiuderà il ciclo a di-cembre.I lavori si sono svolti il 16 e il 17 settem-bre, in due sedi diverse. Il Museo Gari-baldino di Porta San Pancrazio ha ospita-to il pomeriggio del 16 la prima sessione– anticipata dall’inaugurazione da partedel Gran Maestro Gustavo Raffi, dellaMostra sulla Carboneria ivi allestita –,mentre il seguito dei lavori si è svoltol’indomani mattina a Villa ‘Il Vascello’.Ben undici accademici di prestigiosi ate-nei italiani ed esteri si sono alternati perdiscutere di quella che il Grande OratoreBrunello Palma, in un’intervista a GoiRa-dio, ha definito “l’epopea d’oro dellaMassoneria italiana”.

    Prima giornata al Museo GaribaldinoCinque i relatori della prima sessione deilavori del convegno “La Massoneria al-

    l’ombra del Tricolore. Dall’Unità d’Italiaalla Grande Guerra”, moderati da CarloRicotti, docente di Storia delle IstituzioniPolitiche alla Luiss-Guido Carli di Roma.Hanno preso la parola l’iranista AntonioPanaino, preside della Facoltà di Conser-vazione dei Beni Culturali della sede ra-vennate dell’ateneo bolognese e direttorescientifico di “Hiram”; gli storici RobertoBalzani, dell’Università di Bologna; AndréCombes della Sorbona di Parigi; AnnaMaria Isastia dell’Università “La Sapien-za” di Roma; il professor Enzio Volli, av-vocato e saggista di Trieste. Le conclusio-ni del convegno sono state rassegnate dalGrande Oratore Brunello Palma che haevidenziato i grandi obiettivi conseguitidalla Libera Muratoria italiana nel perio-

    do che va dall’unità d’Italia all’avventodel Fascismo, per la realizzazione dei di-ritti civili propri di uno stato democrati-co. Processo compromesso nel 1929 conla firma del Concordato con il Vaticano.

    Antonio Panaino / Ad oriente del GrandeOriente. Esotismo, esoterismo orientale e gnosi

    In questo intervento Antonio Panaino ha passato in rasse-gna le influenze orientalistiche presenti nella cultura mas-sonica a partire dal XVIII secolo sino alla seconda metà delXX. La complessità dialettica tra Orientalismo ed esoteri-smo massonico, tra cultura illuministica e nascita delle filo-logie orientali, segna alcuni momenti importanti dell’imma-gine del mondo orientale, nonché della sua rappresentazio-ne massonica. La forte presenza di temi e simboli egizi,ebraici ed iranici nella ritualità latomistica, ma anche nellastessa formulazione di Anderson riguardo al mito delle ori-

    gini della Libera Muratoria, viene analizzata nel quadro della storia delle idee chehanno segnato alcuni aspetti più significativi delle Massonerie europee e non. Panai-

    Da sinistra il Grande Oratore Palma, il Gran Maestro Raffi, il professor Ricotti

  • no ha preso inoltre in considerazione alcuni aspetti dell’espan-sione in Oriente della Massoneria europea e si è soffermato,per il secolo XX, su alcuni protagonisti degli studi orientali estorico-religiosi che al contempo sono stati anche iniziati all’e-soterismo massonico.

    Roberto Balzani / LaMassoneria e il mondo democraticodi origine risorgimentale

    Il rapporto fra Carboneria, Massone-ria e Risorgimento costituisce un ve-ro “classico” della storiografia. Intor-no alla scarsa documentazione dispo-nibile si sono infatti accapigliati, dacirca un secolo, studiosi intenti a di-mostrare la sostanziale estraneità delfenomeno liberamuratorio al proces-so d’indipendenza nazionale, ed altri,volti a ricostruire, grazie alle biogra-

    fie individuali e collettive, la forte sovrapposizione, in moltis-simi casi, fra “militanza” patriottica e adesione agli ideali mas-sonici.Gli aspetti sui quali insistere paiono, da un lato, la difficileemersione di una cultura laica nella penisola italiana – se nonintorno e dopo il 1848–, e, dall’altro, i problemi connessi allaricerca di reti reali di sodalizi e di iniziative, in un contesto se-gnato dall’indiscriminata repressione da parte dei poteri costi-tuiti. Si tratta, andando oltre gli aspetti genealogici, pure inte-ressanti, di cogliere il contributo che, soprattutto a livello in-ternazionale, la Massoneria seppe offrire all’élite nazionale infieri, specialmente a quella in esilio, fornendo un quadro con-solidato di relazioni e di prassi liberali, che avrebbe poi costi-tuito l’ossatura della cultura politica nazionale nella fase post-unitaria. E ancora. Occorre sottolineare con un’enfasi particolare, al dilà dei pochi casi – soprattutto coincidenti con realtà portualidella penisola – nei quali fu effettivamente possibile aggiraregli apparati polizieschi degli Stati regionali e fondare Logge inepoca pre-unitaria, quel fecondo travaso d’idee dalle magma-tiche e instabili associazioni di stampo garibaldino e mazzinia-no a quelle massoniche, che si consumò nel paese a cavallo deifatidici anni Sessanta.Se, infatti, la “geografia” dei sodalizi massonici non può esse-re automaticamente sovrapposta a quella delle società demo-cratiche – a sfondo politico e/o mutualistico –, dato l’afflussodi elementi di provenienza ideologica diversa (liberale, radica-le, mazziniana, garibaldina), è vero però che alla guida dellereti notabilari e associative della sinistra post-risorgimentalefurono, quasi sempre, esponenti delle Logge più attive e dina-miche. Esiste, dunque, un processo di osmosi fra la cultura po-litica che prese forma nel periodo 1830-1860, ed il radicamen-to dei sodalizi massonici, nel cinquantennio successivo: un’o-smosi che non può certamente ridursi alla mera certificazionedell’istituzione formalizzata, ma che deve fare riferimento, peressere compiutamente compresa, all’universo dei valori, allesuggestioni letterarie e culturali, alle dinamiche simboliche disingoli soggetti o di interi milieux.

    Sotto questo aspetto, la presenza di Mazzini nella Massoneriapuò considerarsi davvero paradigmatica. Da un lato, infatti,egli non può essere ritenuto un affiliato nel senso tradizionalee formale del termine, avendo scelto per sé la via di una testi-monianza del tutto originale nel mondo dell’associazione; dal-l’altro, però – tanto nel momento in cui cercò di stabilire unponte più organico con l’organizzazione liberomuratoria post-unitaria, quanto, soprattutto, nella definizione dell’orizzonteculturale e politico della generazione risorgimentale –, egli in-fluì profondamente sull’identità della Massoneria italiana delsecolo XIX. Non solo. Quando, durante la crisi degli anni Ses-santa e della Comune di Parigi (1871), una parte consistente deigiovani democratici si staccarono dall’Apostolo, non ricono-scendolo più come leader rivoluzionario, a salvare il messag-gio spiritualista, che Giuseppe Mazzini aveva posto alla basedella sua particolare idea di democrazia, sarebbe stato proprioil Grande Oriente d’Italia. In questo ambiente, infatti, meno infiltrato dal “materialismo”(come lo chiamava Mazzini) di quanto lo fossero le societàoperaie inclinanti all’Internazionale, o le stesse classi medie (lacui egoistica difesa dei propri interessi costituiva per l’Aposto-lo la causa primaria dell’impossibilità di costruire una nazionerealmente “condivisa”), era possibile recuperare quel sensoquasi religioso di umanità e fratellanza che, solo, avrebbe po-tuto permettere la ricostituzione dei rapporti inter-personali,sociali e politici su basi rinnovate. Non tutta la Massoneria, na-turalmente, condivise fino in fondo questo progetto; non tuttalo interpretò coerentemente. Ma ciò non toglie che, grazie allavoro di molte Logge, così come alla testimonianza di moltiaffiliati, generazione dopo generazione, quel messaggio cosìoriginale e coraggioso, ai limiti dell’utopia, sia sopravvissuto. Ed è questo uno dei motivi – non rituali, ma storici e concre-ti – che consentono ai mazziniani e ai massoni di ricordare, nelbicentenario della nascita, il loro comune, indimenticabile Mae-stro.

    André Combes / L’influenzadella Massoneria francese in Italia(1870-1914)Tra il 1870 e il 1922 il Grande Oriente d’Italia (Goi) ha avutorapporti piuttosto privilegiati con il Grande Oriente di Francia(Godf) combattendo, contemporaneamente, le stesse battaglieper la nascita di una società liberale, laica e democratica. LeLogge di frontiera si scambiano visite reciproche e gli unici fat-tori che turbano seriamente i rapporti tra le due Obbedienzeriguardano questioni di politica estera e problemi sulle divisio-ni esistenti all’interno delle Comunioni massoniche.André Combes ha spiegato che negli archivi del Grande Orien-te di Francia vi è traccia dei dissidi e delle posizioni dei massi-mi esponenti massonici italiani: come la lettera di Frapolli con-tro il Gran Maestro Giuseppe Mazzoni, le apprensioni di que-st’ultimo per le elezioni francesi del 1877, le preoccupazioni –nel 1882 – del Gran Segretario Castella per gli atteggiamenti ra-dicali emersi durante il congresso del Libero Pensiero a Parigi,il diverso orientamento emerso tra Godf e Goi sul mantenimen-to della credenza in Dio e nell’immortalità dell’anima.Il peggioramento delle relazioni è evidente dopo l’occupazio-

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  • Seconda giornata al VascelloLa seconda sessione dei lavori del quintoconvegno del bicentenario si è svolta il 17settembre a Villa ‘Il Vascello’ alla presen-za di un pubblico numeroso in cui abbia-mo notato, in prima fila, M. Dachan Nour,presidente dell’Unione delle ComunitàIslamiche in Italia, assiduo frequentatoredelle manifestazioni del Grande Oriented’Italia, che aveva preso posto accantoall’ex Gran Maestro della Gran Loggia del

    Lussemburgo, Victor Gillen.Con la sua rinomata competenza il Gran

    Maestro Onorario Morris L. Ghezzi, socio-logo del diritto dell’Università di Milano, ha

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    ne francese della Tunisia e il cambiamento della politica del go-verno Crispi, con la Triplice Alleanza tra Roma, Berlino e Vien-na. Il Gran Maestro Adriano Lemmi sarà definito, dallo storicomassone Amiable, “un agente politico di Crispi”.Il congresso antimassonico di Trento, tenuto dal 26 al 30 set-tembre 1896 e la conseguente struttura antimassonica creatasi,porta il Gran Maestro Ernesto Nathan ad inviare un dettagliatorapporto in Francia. Nel 1905-1906, la vita massonica è invece turbata dall’offensivacontro la Massoneria intrapresa da alcuni socialisti, marxisti oantisemiti. Il Grande Oriente d’Italia avvisa il Grande Oriente diFrancia che il Partito Socialista interroga i propri militanti perdecidere se la doppia appartenenza sia causa di “compromes-so nell’ordine sociale, politico e morale” e se si tratti di una“indegnità che doveva essere sanzionata con l’espulsione”. Identica offensiva, che riguarda la Confédération Général duTravail, era in corso in Francia dove due congressi sono chia-mati a pronunciarsi nel 1906 e poi nel 1912. La Massoneria francese mostra poi entusiasmo per l’entrata inguerra dell’Italia nel 1915. Ne consegue, nel 1921, la stupida materribilmente efficace accusa di Erzberger, secondo cui il Gran-de Oriente di Francia avrebbe finanziato il Grande Oriente d’I-talia per favorirne l’entrata in guerra. I convegni massonici internazionali di Parigi del 1917, da cuiemergono diversità di posizioni, non influenzano le discussio-ni che si aprono a Versailles nel 1919. La pubblicità data a que-ste conclusioni provoca virulenti attacchi contro la Massoneriain Italia. Le due Obbedienze francesi del Grande Oriente e del-la Gran Loggia di Francia seguono appassionatamente le vicen-de italiane e l’ascesa del fascismo. Il Grande Oriente di Francia, per non mettere in difficoltà Tor-rigiani e il Grande Oriente d’Italia, già minacciati, non rispon-dono alle istanze delle Logge che chiedono un comunicato dicondanna delle persecuzioni fasciste. Il Godf mantiene questoatteggiamento fino alle violenze antimassoniche del 1924.

    Anna Maria Isastia /Massoneria e secolarizzazionedella società italianaRipercorrere, in questo momento storico, l’operato dei tantiche si sono impegnati nella separazione tra sfera politica e det-tami religiosi con l’obiettivo di una maggiore libertà e demo-crazia, di un modello di vita fondato su diritti legalmente rico-

    nosciuti e tutelati – sulla base di un’etica laica – appare, se-condo Anna Maria Isastia, “politicamente molto scorretto”. La secolarizzazione dell’Italia in età liberale non è certo stataopera esclusiva dei massoni, ma indubbiamente i massoni sisono impegnati in quella direzione e spesso si è attaccata laMassoneria intendendo con questo termine tutta un’area cultu-rale che – in senso lato – faceva riferimento all’impegno civi-le dei massoni.Le vicende della storia hanno fatto sì che, nei paesi di culturacattolica, la Massoneria si sia posta nell’800 come un fattore si-gnificativo di modernizzazione, nel suo sforzo di contribuirealla laicizzazione della società – nel momento in cui – al prin-cipio di unificazione e identità sociale rappresentato dalla reli-gione, principio orientato al passato, si è venuto progressiva-mente sostituendo un analogo principio costruito politicamen-te e orientato ideologicamente a realizzare un’utopia collocatanel futuro.Il momento cruciale, necessario per operare un profondo cam-biamento del corpo sociale nel tempo, imprimendogli quell’ac-celerazione storica in avanti che è tipico della modernità, hacomportato la necessaria espulsione della chiesa dallo spaziopubblico delle società occidentali e in particolare dallo spaziodel potere, in specie politico.È da questi presupposti che bisogna partire se si vogliono ca-pire i motivi del lungo contenzioso che ha segnato tutta la sto-ria della Massoneria italiana – nella sua utopia modernizzatri-ce e secolarizzatrice – nell’Italia postunitaria e giolittiana.Nascita, morte, matrimonio, associazionismo, educazione eformazione: intorno a questi nodi si è sviluppata l’azione delGrande Oriente d’Italia e il lungo contenzioso con gli ambienticonservatori. Si è trattato di uno sforzo enorme fatto da unaminoranza illuminata e poi completamente neutralizzato nelVentennio.

    Enzio Volli / Irredentismo eMassoneriaNel quadro del convegno non è stato trascurato il decisivo in-tervento a Trieste, a partire dagli anni ‘80 del XIX secolo, del“Circolo Garibaldi”, vero aeropago della Massoneria italiana.La sua attività fu fondamentale nella determinazione del movi-mento irredentistico cui ha fatto seguito la costituzione dellaprima Loggia triestina, la “Alpi Giulie” che, sotto la guida di Fe-lice Venezian, intimo di Ernesto Nathan e sindaco di Trieste perquasi quindici anni, è stata protagonista della vita cittadina.

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  • introdotto la discussione svolgendo il ruo-lo di moderatore. Si sono succeduti qualirelatori: il sacerdote paolino GiancarloRocca della Pontificia Facoltà di Scienzedell’Educazione-Auxilium di Roma; Giovan-ni Leghissa, docente di Filosofia della Cul-tura presso l’Università di Trieste; gli stori-ci Santi Fedele dell’Università di Messina eFulvio Conti dell’ateneo fiorentino.

    Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha chiusoil convegno affermando che ripercorrerela propria storia non deve essere intesocome una sterile rievocazione del passa-to, ma come stimolo ad un impegno fu-turo che fino ad oggi sembrava supera-to. Così l’attenzione dei massoni delGrande Oriente d’Italia verso le temati-che attuali – che sono oggi alla ribalta,non solo nel nostro paese – relative, adesempio, alla scuola e alla educazione, aldibattito tra etica e scienza, al ruolo del-le organizzazioni sovranazionali, al dia-

    logo, deve tradursi in studi e proposteatte a garantire le libertà democratiche inun momento di grave crisi delle forma-zioni sociali, a livello di partecipazione.“E come non citare il grande Mazzini –ha detto il Gran Maestro – del quale ri-corre quest’anno il bicentenario della na-scita?”. “Tutto il suo pensiero – ha continuato –collima con la visione ‘massonica’ dellafratellanza tra gli uomini e tra i popoli;esprime il primato della morale sulla poli-tica, l’educazione come momento di ele-vazione ed emancipazione dell’individuo,l’idea di Europa dei Popoli, uniti dall’u-guaglianza, dalla libertà e dal rispetto ditutte le culture. Mazzini, in quanto risolu-to avversario di ogni forma di discrimina-zione, assertore dell’unità nazionale sce-vra da forme anguste di nazionalismo, èstato il primo e originale sostenitore delnesso inscindibile fra i valori dell’unità edell’indipendenza, coniugati con quellidella democrazia, propugnando l’idea chele Nazioni, ognuna con la propria peculia-rità, hanno una missione e devono esserelibere e indipendenti per concorrere alprogresso dei popoli”.“Proprio nell’anno del bicentenario maz-ziniano – ha concluso il Gran Maestro –il Grande Oriente d’Italia sta celebrando,con una serie di iniziative culturali che sisvolgono nelle maggiori città italiane, i200 anni della sua fondazione. E riper-

    correre la vera storia ed il vero ruolo del-la massoneria significa capire l’azione ditanti Padri della Patria, per la quasi tota-lità liberi muratori, che hanno fatto, delverbo mazziniano, il fulcro del loro im-pegno e del loro sacrificio”.

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    Da sinistra lo storico Fedele, il Gran Maestro Raffi, il Gran Maestro Onorario Ghezzi

    Giancarlo Rocca / Il ruolo dellaMassoneria nelle istituzioni educativee scolastiche dal 1870 al 1925

    L’unità d’Italia porta la Massoneria italianaa inserirsi direttamente in un campo fin al-lora estraneo alle sue preoccupazioni: ilcampo dell’educazione e istruzione infanti-le. Questa è la sintesi del discorso affronta-to da Padre Giancarlo Rocca. A Roma que-sta presenza si manifesta già agli inizi de-gli anni 1870 e si ampia sempre più, coin-

    volgendo molteplici aspetti della vita scolastica, non tanto quel-la pubblica, soprattutto nelle cosiddette istituzioni di supporto.Numerosi massoni partecipano alla fondazione di educatorii e diricreatorii, coinvolgendo molte delle numerose Logge presenti aRoma in quegli anni, particolarmente la “Rienzi”. In questo con-testo un particolare spazio occupano i cosiddetti istituti laici delTestaccio, legati alla figura di Domenico Orano, della Loggia “Ro-ma”. La presenza massonica è poi documentata nella fondazionee conduzione di biblioteche, scuole serali, associazioni sportive,sino a che nei primi anni del ‘900 si arriva alla fondazione di una

    scuola modello, massonica – privata, la “Galileo Galilei”. Il con-fronto con la realtà educativa, cioè bambini/e e ragazzi/e, portòperò Domenico Orano a una profonda maturazione delle sue re-sponsabilità di educatore, e all’affermazione che la laicità o il lai-cismo non potevano essere una questione di bambini. Quest’o-pera nel campo dell’istruzione fu interrotta attorno al 1925 con ilFascismo.

    Giovanni Leghissa / La storiadelle religioni in Italia come fattoredi laicizzazione

    La storia delle religioni in Italia ha avutouna storia travagliata e si deve aspettare il1924 perché si possa giungere all’istituzionedella prima cattedra romana di storia dellereligioni, tenuta da Raffaele Pettazzoni, unadelle figure più importanti nell’ambito diquesta disciplina a livello internazionale.

    Leghissa ha parlato del significato politico-culturale dei dibattitiche hanno portato all’istituzionalizzazione della storia delle reli-gioni in Italia e ha messo in luce l’attualita‚ delle metodologie che

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    hanno caratterizzato il lavoro scientifico di Pettazzoni. Infine, siè soffermato sul significato dell’insegnamento pubblico della sto-ria delle religioni nel contesto attuale di una società pluralista emulticulturale.

    Santi Fedele / Massoneria, Statoe identità nazionaleAll’indomani del compimento dell’Unità d’Italia uno dei più arduicompiti che la classe politica risorgimentale è chiamata ad as-solvere è quello della costruzione dell’identità nazionale: vale adire di un patrimonio condiviso di memorie, immagini, simboli ecelebrazioni rituali nel quale si possano riconoscere popolazionifino a poco tempo prima appartenute ad entità statali diverse enella stragrande maggioranza rimaste ai margini del movimentorisorgimentale.Un compito immane cui va il contributo della Massoneria italia-na, sia nei suoi singoli esponenti che come Ordine in quanto ta-le.Massoni sono in letteratura, per limitarci ai nomi più noti, Gio-sue Carducci, celebrato esempio di poesia civile, e Carlo Collo-di, autore del più diffuso racconto per l’infanzia. Lo sono gli ar-tefici di alcuni dei maggiori monumenti che vengono edificati nel-la Capitale a celebrazione della Nuova Italia: Ettore Ferrari, au-tore delle statue di Giordano Bruno e di Mazzini, Emilio Galloridi quella di Garibaldi. Al Grande Oriente d’Italia appartengono,altresì, gran parte di quegli amministratori locali che attraversol’intitolazione delle vie, delle piazze, dei giardini pubblici citta-dini a personaggi o eventi del Risorgimento si sforzano di ali-mentare nelle masse il sentimento di appartenenza al nuovo Sta-to.In questo grande sforzo è altresì impegnato anche l’Ordine mas-sonico in quanto tale e in diverse forme:– attraverso la partecipazione delle Logge con i propri labari airiti di inaugurazione di lapidi, statue, monumenti dedicati ad eroio anche semplici combattenti del Risorgimento e a tutte le prin-cipali feste civili, prima fra tutte quella del XX Settembre, cheriassumeva in sé il duplice significato del compimento dell’Unitànazionale e della difesa della laicità dello Stato;– invitando i propri affiliati a manifestare con la partecipazionealle elezioni il proprio consenso alle istituzioni rappresentative inuna fase in cui fortissima era la propaganda astensionista dei cle-ricali;– facendo della “Dante Alighieri” e di tante altre associazioni, dipretta derivazione massonica, strumento di diffusione della lin-gua e della cultura italiana;– individuando nella diffusione dell’istruzione pubblica, imparti-ta da una scuola statale intransigentemente difesa nella sua lai-cità, lo strumento principe della crescita civile della Nazione edella piena legittimazione della compagine statale nella quale erasfociato il processo unitario.In sostanza la Massoneria italiana viene ad assolvere nel proces-so di consolidamento dello Stato unitario e di costruzione dell’i-dentità nazionale una triplice funzione: di difesa, di supplenza,di progresso.Di difesa di uno Stato unitario non riconosciuto dalla Chiesa, chementre viene fatto oggetto dell’attacco concentrico dell’intransi-gentismo cattolico e del legittimismo borbonico, deve affrontaree risolvere problemi immani. In siffatto contesto, lo sforzo com-

    piuto nei primi decenni dopo l’Unità dalla classe politica risorgi-mentale, sia di governo che d’opposizione, è quello di crearequasi dal nulla una coscienza nazionale italiana, divulgando iprincipi fondanti dell’identità nazionale tra ampi strati di popo-lazione che non avevano avuto parte attiva nei moti e nelle guer-re risorgimentali. A tal fine giocò un ruolo primario un’organiz-zazione capillarmente diffusa come quella massonica, in cui ilsentimento forte dello Stato unitario prodotto dal Risorgimentoquale valore primario da difendere dai suoi tanti nemici prevale-va nettamente sulle differenziazioni interne alla Libera Muratoriaitaliana tra monarchici e repubblicani, moderati e progressisti.Di supplenza rispetto all’assenza in Italia nella seconda metà del-l’Ottocento di grandi partiti moderni su scala nazionale, che com-portò per l’organizzazione massonica l’assolvimento di un ruolodi raccordo, di collegamento tra personalità anche di diversaestrazione politica e ideologica e però accomunate dalla condi-visione degli ideali di libertà e di laicità dello Stato.Di progresso, perché quella perseguita dai massoni italiani nonfu una difesa statica dell’eredità risorgimentale ma una ricercacostante per allargare le basi del consenso al nuovo Stato,aprendo la strada a decisi interventi riformatori quali quelli neisettori cruciali dell’istruzione gratuita e obbligatoria (legge lega-ta al nome del massone ministro dell’Istruzione Michele Coppi-no) e del riconoscimento dei diritti di associazione e di sciopero(sanciti nel nuovo codice penale redatto dal massone GiuseppeZanardelli).

    Fulvio Conti / Massoneria e sfera pubblica

    La definizione di Giuseppe Giarrizzo dellaMassoneria come “società di segreti” e noncome “società segreta” appare per alcuniversi calzante anche per il periodo a caval-lo fra Otto e Novecento. E ciò almeno perdue ordini di motivi. Anzitutto perché, lungidall’adattarsi a un’esistenza clandestina ealla capacità di sopravvivere sotto regimi

    oppressivi e persecutori – attitudine tipica delle vere società se-grete – ovunque in Europa si crearono situazioni di questo gene-re la Massoneria si dissolse e tornò a esplicare la sua attività so-lo quando furono instaurati governi liberali, che garantirono unquadro stabile di libertà costituzionali. Questo, per esempio, èquanto accadde nell’Italia della Restaurazione, dove la Massoneriafu costretta ad eclissarsi (tranne rarissime eccezioni) per ricompa-rire soltanto nel 1859, quando venne rifondato il Grande Oriented’Italia.Il secondo elemento di distinzione rispetto alle vere società se-grete risiede nel fatto che, laddove essa fu presente, svolseun’intensa attività pubblica, manifestando una ferma volontà diprotagonismo sulla scena politica e sociale. La Massoneria ita-liana postunitaria fu, per propria scelta, un’istituzione molto vi-sibile nella sfera pubblica, la cui membership era ben conosciu-ta, le cui sedi erano note, le cui Logge non erano molto diverseda quei club o quei circoli, dove si raccoglieva la borghesia li-beraldemocratica e progressista delle città o dei piccoli centri diprovincia. Del resto, tutte le obbedienze liberomuratorie del-l’Europa continentale conobbero nell’Ottocento e nel primo No-vecento un intenso processo di politicizzazione, che nei Paesi

  • Roma - 20 settembre 2005Una corona deposta nel punto esatto incui 135 anni fa le truppe del re VittorioEmenuele II sfondarono le mura di PortaPia e oltrepassarono la breccia entrandocosì nei confini vaticani. Così la massone-ria italiana, attraverso il Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia, l’avvocato Gusta-vo Raffi, ha voluto ricordare, nella cele-brazione di questa mattina, quel lontano20 settembre del 1870, quando la città diRoma e i territori dello Stato Vaticanovennero annessi al Regno d’Italia. “Ricor-dare il 20 settembre 1870, – ha dichiara-to il rappresentante del Goi – significainnanzitutto riaffermare la laicità delloStato e, soprattutto, ribadire che la li-bertà religiosa è un diritto individuale chela costituzione garantisce a ogni personadi qualsiasi credo. Ma significa anche ce-

    lebrare altre importanti conquiste che fu-rono raggiunte con la fine del poteretemporale dei Papi: il riconoscimento del-lo stesso trattamento giuridico a confes-sioni religiose diverse; l’introduzione delmatrimonio civile; la nascita delle primescuole laiche con insegnanti laici; il crol-lo dei primi “muri”, con l’apertura delghetto ebraico”. La breccia di Porta Pia segna un momen-to fondamentale per la costituzione delloStato italiano così come lo conosciamooggi. Dopo l’unità, avvenuta nel 1861, ilpopolo di Roma, e non solo, chiedeva agran voce la liberazione di quella che abreve sarebbbe divenuta la futura capita-le: l’Italia, per essere davvero tale, avevabisogno di riconquistare i territori delloStato Pontificio. L’occasione buona arrivòquando le truppe francesi, fino ad allorarimaste a Roma per difendere il poteretemporale del Papa, furono richiamate sulfronte per combattere contro la Prussia. Ilgoverno italiano cercò di evitare lo scon-tro con le truppe pontificie ed di entrarea Roma in modo pacifico, tentando piùvolte di ‘trattare’ con Pio IX. Ma il pon-tefice rifiutò di arrendersi e l’11 settembrearrivò l’ordine del consiglio dei ministri al

    corpo di spedizione concentrato in Um-bria di penetrare nello Stato Romano.Nella notte dall’11 al 12 settembre le trup-pe regie varcarono il confine. Il 12 il ge-nerale Nino Bixio occupò Montefiascone,mentre Cadorna entrava a Civita Castella-na e a Viterbo. In pochi giorni le truppegiunsero a Roma.

    bicentenario e xx settembrebicentenario e xx settembre

    135 anni fa la Breccia di Porta Pia

    Massoni depongono una coronaGran Maestro: ricordare 20 settembre 1870 significa riaffermare laicità stato

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    latini e mediterranei le orientò verso posizioni spiccatamente li-beral-democratiche e progressiste. Il radicalismo, inteso cometendenza legalitaria di sinistra, laica e riformista, rappresentòl’opzione privilegiata dei massoni francesi, italiani e spagnoli.L’anticlericalismo, perlopiù concepito come irriducibile avversio-ne alla Chiesa cattolica, costituì il principale elemento di coe-sione del radicalismo massonico europeo. La vocazione cosmo-polita, ereditata dall’illuminismo settecentesco e riversata nelsecolo seguente nell’impegno umanitario, nel pacifismo e nel mi-to di una fratellanza universale dei popoli, si infranse però con-tro l’esplodere dei nazionalismi e contro le ambizioni espansio-

    nistiche delle varie Potenze europee. I massoni, che detteroovunque il loro contributo alle lotte per l’indipendenza nazio-nale e che svilupparono poi un forte sentimento patriottico –elemento costitutivo dell’identità politica radicale – furonoprofondamente lacerati da queste spinte contraddittorie. Lo sivide bene in occasione della guerra franco-prussiana del 1870,dei vari conflitti coloniali e soprattutto al momento dello scop-pio della prima guerra mondiale, quando le diverse obbedienzemassoniche europee si rivelarono incapaci di trovare una posi-zione comune e finirono con l’assecondare le decisioni bellicistedei rispettivi governi nazionali).

    L’onorevole Chiara Moroni tra il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi

    e il Gran Maestro Gustavo Raffi

    Il nuovo Tg sulle celebrazioni del 16, 17 e 20 settembre a Roma

    È on line, il nuovo tg sulle celebrazioni del 16, 17e 20 settembre a Roma, dedicato ai momenti piùsignificativi del convegno per il Bicentenario “LaMassoneria all’ombra del tricolore: dall’Unitàd’Italia alla Grande Guerra”; dei festeggiamenti

    per l’Equinozio di Autunno; della Notte Bianca e del XX Settembre.

    Al suo interno, tra l’altro, le interviste al Gran Maestro GustavoRaffi che ci introduce alla mostra sulla Carboneria e sullafondazione del Grande Oriente; al Grande Oratore Brunello Palmache tra le conclusione del Convegno, ai Gran Maestri AggiuntiGiuseppe Anania e Massimo Bianchi che commentano le duegiornate di festeggiamenti. Il tg è consultabile su www.goiradio.it.

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    bicentenario e xx settembre bicentenario e xx settembre

  • ROMA – In occasione del convegno in-ternazionale per il bicentenario, il GranMaestro Gustavo Raffi ha inaugurato loscorso 16 settembre una mostra docu-mentaria sulla Carboneria e sulla fonda-zione del Grande Oriente d’Italia.L’esposizione, allestita dal Servizio Bi-blioteca del Grande Oriente d’Italia – nel-le persone di Bernardino Fioravanti, Etto-re Passalalpi Ferrari, Fabrizio Santini eMaria Banaudi – è stata ospitata dal Mu-seo Garibaldino di Porta San Pancrazio,ricavato all’interno di quella che un tem-po fu la Porta Aurelia delle antiche MuraAureliane. L’attuale Porta San Pancrazio,come la nostra attigua Villa “Il Vascello”,si trovò al centro dei sanguinosi combat-timenti tra francesi e garibaldini che, nel1849, posero fine all’epopea della Repub-blica Romana. Nella battaglia il monu-mento venne pressoché distrutto, per es-sere poi ricostruito da Papa Pio IX nel1858.Nel 1949 il Comune di Roma destinò al-cuni locali ubicati all’interno della Porta amuseo, per ospitare la ricca collezione dicimeli e di testimonianze risorgimentaliappartenenti all’Associazione NazionaleVeterani e Reduci Garibaldini.La mostra (aperta dal 16 settembre al 1ºottobre) ha riscosso un grandissimo suc-cesso di pubblico, offrendo documenti espunti di riflessione sul ruolo svolto damilitari e funzionari francesi nel periodonapoleonico per la nascita della liberamuratoria in Italia. Gli stessi francesi che,per ironia della sorte, affossarono la Re-pubblica Romana del 1849.I visitatori hanno apprezzato come sianostati raccolti in un unico contesto esposi-

    tivo documenti e testimonianze di indub-bio valore storico e scientifico, per lo piùprovenienti da collezioni private e, perquesta ragione, solitamente inaccessibili.Fra i documenti in esposizione, particola-re rilievo hanno rivestito i cosiddetti “Do-cumenti di Lanciano”, fatti restaurare direcente dal Grande Oriente d’Italia. Sitratta di diplomi e verbali che si riferi-scono alla vita della Loggia “La Concor-dia”, costituita in seno al 6º Reggimentodei Cacciatori a Cavallo dell’Armata Fran-cese di stanza a Lanciano, cittadinaabruzzese cui all’epoca si attribuiva gran-de interesse strategico. Lo studio di que-sti testi, effettuato per la prima volta daldecano della massoneria italiana France-sco Landolina, Gran Maestro Onorario, hafornito informazioni illuminanti non solosull’impulso dato dall’arrivo delle truppenapoleoniche alla ripresa dell’attivitàmassonica in Italia, ma anche sull’intro-duzione della Carboneria, organizzazionedestinata ad assumere nel nostro paesecarattere marcatamente politico e rivolu-zionario. Particolarmente interessanti anche per inon addetti ai lavori alcuni degli oggettiesposti, quali gli Arredi della Vendita Car-bonara Nicola Ricciotti (1864) provenien-ti dal Museo Nazionale della Campagnadell’Agro Romano per la Liberazione diRoma, di Mentana, vale a dire una cas-setta contenente gli oggetti rituali neces-sari per allestire il Tempio di una venditacarbonara: un rotolo di spago per legarele fascine, il fascio littorio repubblicano,vanghe, asce e zappe in miniatura che in-sieme al collare dai colori rosso, blu enero, simboleggiano la trasformazionedella materia grezza, il legno, in carbonee, quindi, il processo di progressiva ele-vazione spirituale dell’iniziato. E poi i pu-gnali usati nelle iniziazioni e nei giura-menti e una corona di spine, una scala edun gallo, simboli miniaturizzati della Pas-sione di Cristo, che rimandano a pratichedi religiosità popolare poco inclini ad av-valersi della mediazione delle istituzioniecclesiastiche, e anche per questa ragio-

    ne avversate.Per il GranMaestro Gusta-vo Raffi, l’obiettivo della mostra era quel-lo di rievocare momenti fondamentalidella nascita della Libera Muratoria in Ita-lia e di sottolineare il ruolo svolto daquest’ultima nella formazione e nella riaf-fermazione dei valori nazionali: l’obietti-vo è stato centrale, conseguendo giudizialtamente positivi dai numerosi studiosiintervenuti. Tra gli altri il filosofo GianMario Cazzaniga, autore di studi sullamassoneria, che ha dichiarato che: “Lamostra è doppiamente apprezzabile siaper l’opportunità di ricordare la storiadella costruzione dell’identità nazionale,sia per sottolineare il ruolo in essa dellaCarboneria. Assai interessante il materia-le proveniente dal Museo Nazionale del-la Campagna dell’Agro Romano per la Li-berazione di Roma, che mostra la vitalitàdella Carboneria anche dopo il 1860, for-te di una identità repubblicana, mazzinia-na e garibaldina, destinata a vivere poinell’Irredentismo di fine secolo con il Cir-

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    Mostra documentaria al Museo Garibaldino di Porta San Pancrazio

    Testimonianze iconografiche sullaCarboneria e la fondazione delGrande Oriente d’Italia

    Il Gran Maestro Raffiinaugura la mostra

    Arredi della vendita carbonara “Nicola Ricciotti”, 1864

    Taccuino della “Maçonnerie Simbolique” delGrande Oriente di Francia, 1804

    Diploma della Carboneria francese, inizio XIX sec.

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    colo Garibaldino di Trieste”.L’esposizione è stata ampia-mente illustrata nel corso di unaserie di visite guidate organiz-zate dal Servizio Biblioteca delGrande Oriente d’italia, in colla-borazione con il Museo Garibal-dino, che ha inoltre realizzatodue affollatissime conferenze di

    approfondimento: “Dentro laLoggia. Il rituale massonico” diLuigi Sessa, tenutasi il 21 set-tembre e “Ernesto Nathan trarealtà e utopia” di Marco De Ni-colò, con contributi di PieroSchifone e Bruno Battisti D’A-mario, che si è svolta il 24 set-tembre.

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    È stato pubblicata in questi giorni in Fran-cia la nuova opera di Irène Mainguy “Dela Simbolique des Chapitres en Franc-Maçonnerie. Rite Ecossais Ancien et Ac-cepté et Rite Français”. Il Gran MaestroGustavo Raffi ha ricevuto una delle primecopie con una lettera di ringraziamentoda parte dell’autrice per l’attenzione concui il Grande Oriente d’Italia segue gli stu-di culturali, svolti all’estero, sulla simbo-logia massonica. Questo lavoro rappresenta la continua-zione dei suoi precedenti libri “Symboli-que des Grades de Perfection et des Or-dres de Sagesse” e “Simbolica Massonicadel Terzo Millennio”, la cui versione ita-liana curata dal compianto fratello PaoloLucarelli è giunta alla seconda edizione. Queste opere di Irène Mainguy costitui-scono un monumentale trittico, ricco dianalisi, di riflessioni profonde sempre incompleta sintonia con la sua ricerca. L’au-trice fonda la sua ricerca, a vasto raggio,su un ventaglio di fonti rituali, e studia

    c i a s c u ngrado sot-to tutti glia s p e t t i .Attraversoun’analisicompara-tiva deitesti origi-nali fascoprire le relazioni che esistono tra riti,evidenziando per la prima volta un “cor-pus massonico comune”, con particolareriferimento al grado di Cavaliere RosaCroce. Al Bibliotecario del Grande Oriente d’Ita-lia Bernardino Fioravanti è stato richiestodi curare la prefazione del volume, checontiene brevi cenni sulla storia e sullaricchezza della tradizione ritualistica ita-liana e del Grande Oriente. Gli altri duelavori sono stati presentati da Michel L.Brodsky, ex grande assistente direttoredelle cerimonie della Gran Loggia Unita

    d’Inghilterra, nonché ex MaestroVenerabile della “Quatuor Coro-nati Lodge” (2076) di Londra, eda Narcisse Flubacher, membrodella Gran Loggia Svizzera Alpinae fondatore della rivista “LesCahiers du Pélican”. L’uscita in lingua italiana delle ul-time due opere di Irène Mainguy– che costituiscono lo studio piùvasto mai pubblicato nel nostroPaese sul simbolismo scozzesedal IV al XVIII grado – è previstaper il prossimo anno per i tipidelle Edizioni Mediterranee.

    Il Servizio Biblioteca delGrande Oriente d’Italia hacurato l’edizione, in numerolimitato, di un catalogo dellamostra che è a dispozionedegli studiosi che nefaranno richiesta

    Irène Mainguy e il Gran Maestro Gustavo Raffi in occasionedella presentazione del libro “Simbolica Massonica del Terzomillennio” avvenuta lo scorso 18 dicembre a Villa ‘Il Vascello’

    Dalla libertà di passaggio al volo della FeniceIl nuovo lavoro sulla simbolica massonica di Irène Mainguy

    Educazione e massoneriaPresentazione alVascello di un nuovo studiomonograficoROMA – Il nuovo volume degli “Annalidi storia dell’educazione e delleistituzioni scolastiche”, edito da LaScuola, dedica ampio spazio allamassoneria con una monografia su“La presenza massonicanell’educazione italiana dall’Unità alFascismo”. Due degli autori, lo storicoFulvio Conti dell’Università di Firenze eil sacerdote Paolino Giancarlo Roccadella Pontificia Facoltà di Scienzedell’Educazione “Auxilium” di Roma,saranno ospiti del primo incontro distagione del Servizio Biblioteca delGrande Oriente d’Italia – che si terrà ilprossimo 20 ottobre (ore 18,30) aVilla ‘Il Vascello’ – per presentarel’ampia ricerca.Parteciperanno Gian Mario Cazzanigafilosofo dell’Università di Pisa,Giuseppe Tognon, Ordinario di Storiadell’Educazione alla Libera UniversitàMaria Ss. Assunta (Lumsa) di Roma eLucianoPazzaglia,direttore degli“Annali”.Saràpresente ilGranMaestroGustavoRaffi.

  • ROMA – Il Museo Storico Garibaldino diPorta San Pancrazio ha ospitato nel mesedi settembre due conferenze organizzatedal Servizio Biblioteca del Grande Orien-te d’Italia e dal Collegio circoscrizionaledel Lazio in collaborazione con alcune of-ficine romane. Entrambi gli incontri, rea-lizzati nell’ambito di un programma di ap-profondimento della mostra documentariasulla fondazione del Grande Oriente e laCarboneria allestita, sempre al Museo Ga-ribaldino, dal 16 settembre al 1º ottobre,sono entrati a pieno titolo, nel ciclo di ce-lebrazioni per il bicentenario del Goi. Il primo – organizzato il 21 settembre conle Logge “Giustizia e Libertà” (767),“Adriano Lemmi” (789) e “Roma” (1135) –ha avuto, come relatore, il Gran MaestroOnorario Luigi Sessa che ha dibattuto iltema “Dentro la Loggia. Il Rituale Masso-nico” alla presenza del Gran Maestro Gu-stavo Raffi e del vicepresidente del Colle-gio Francesco Lorenti.Sessa ha stabilito subito, attraverso l’usodi audiovisivi, un avvincente rapportocon il folto pubblico che lo ha seguitocon interesse lungo tutto l’excursus stori-co, delineato con grande rigore e straor-dinaria semplicità espressiva. Muovendo

    dalle origini della libera muratoria, illu-strando le sue implicazioni culturali, filo-sofiche, etiche e spirituali, anche attra-verso una ricercata evocazione iconogra-fica, il relatore ha spiegato come l’istitu-zione massonica si sia evoluta fino aigiorni nostri mantenendo inalterati i pro-pri ideali che risultano ancora attuali nel-la società contemporanea.

    “EErrnneessttoo NNaatthhaann ttrraa rreeaallttàà ee uuttooppiiaa” è in-vece il titolo della conferenza organizza-ta il 24 settembre con la Loggia “ErnestoNathan” (548) che ha invitato a parlaredella figura del celebre mazziniano, GranMaestro del Grande Oriente d’Italia e sin-daco di Roma, il professor Marco De Ni-colò, Ordinario della Facoltà di Lettere eFilosofia dell’Università di Cassino.In apertura, il presidente del Collegio lazia-le Bruno Battisti D’Amario ha portato il sa-luto di tutta la circoscrizione lasciando poila parola al Maestro Venerabile della“Nathan”, Pietro Schifone, che ha spiegatoche una delle ragioni della manifestazione èstata quella di completare gli eventi cele-brativi del cinquantenario della sua officinache, tra le varie attività, ha pubblicato uninteressantissimo volume di memorie stori-

    che, civili e massoniche ispirate a Nathan. Prendendo spunti dal libro, il professorDe Nicolò ha illustrato la complessa figu-ra di politico, massone e di pubblico am-ministratore di questo personaggio cheper le sue doti morali e civili viene addi-tato quale campione di civiltà. Il Gran Maestro Gustavo Raffi, nel chiu-dere l’incontro, ha evidenziato l’impor-tanza del ciclo celebrativo del bicentena-rio promosso dal Servizio Biblioteca, uni-tamente al Collegio circoscrizionale delLazio e alle varie Logge della capitale chehanno offerto la loro collaborazione. Asua volta, ha tratteggiato l’attuale validitàdella figura di Nathan, massone, mazzi-niano e politico del quale ha sottolineatoil rigore morale e le capacità, ricordandoin particolare il ruolo che ebbe nel farscoppiare lo scandalo della Banca Roma-na, indifferente al fatto che avrebbe po-tuto coinvolgere, come di fatto avvenne,anche Francesco Crispi, massone, sia pu-re defilato e di fatto “in sonno”. “Uomini come Ernesto Nathan – ha con-cluso – sfatano sinistri pregiudizi e dimo-strano che i massoni non transigono incampo morale, di fronte ad alcuno, poten-te o non potente, fratello o non fratello”.

    Conferenze al Museo Garibaldino

    La massoneria e i suoi uominiPromossi due incontri su natura e scopi della libera muratoria e su Ernesto Nathan

    Un sogno che si realizza? Pare propriodi sì. La sera del 15 settembre, nel par-co di Villa ‘Il Vascello’, numerosissimifratelli, non solo romani, hanno potutoassistere alla presentazione del proget-to che realizzerà quella “grande casamassonica della capitale”, così definitadal Gran Maestro Gustavo Raffi, che fi-no ad oggi, paradossalmente, dopo laperdita di Palazzo Giustiniani, Romanon ha avuto. E questo senza nulla to-gliere alla suggestiva e storica Villa ‘IlVascello’ che è perfetta come sede dirappresentanza, ma non è dotata di lo-cali sufficienti e idonei da adibire aTempli.

    Il nuovo immobile (ex cinema Belsito) èsituato a Monte Mario e ospiterà, dopogli opportuni e radicali rifacimenti, itempli delle Logge della circoscrizionelaziale e il Centro Polifunzionale dellaMassoneria che sarà riservato ad atti-vità culturali anche pubbliche: un centrodotato, tra l’altro, di sala congressi che,all’occorrenza, potrà diventare un gran-de Tempio massonico. L’inizio dei lavo-ri di ristrutturazione è previsto per ilprossimo mese, mentre per l’ultimazio-ne bisognerà attendere circa un biennio.Il Gran Maestro Raffi ha partecipato al-la presentazione. Sedevano con lui, sulpalco, i Gran Maestri Aggiunti Massimo

    Bianchi e Giuseppe Anania e il Gran Se-gretario Giuseppe Abramo, mentre glialtri membri di Giunta occupavano leprime file. Ad illustrare il progetto sono intervenu-ti i fratelli, architetti, Daniele Bergama-schi e Fiorenzo Cavallini, quest’ultimodella Gran Loggia del Lussemburgo, e ilfratello Luciano Biggio, ingegnere, delloStudio Dolmen di Cagliari, vincitore delconcorso, che si è avvalso per il coor-dinamento progettuale e l’architettura,dello Studio Amati di Roma.Pubblichiamo il breve resoconto dellapresentazione preparato dal fratelloBiggio per “Erasmo Notizie”.

    Sede prestigiosa per il Collegio lazialePresentato il progetto a Villa “Il Vascello”

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    casa massonica romanacasa massonica romana

  • casa massonica romana casa massonica romana

    Il progettoAllo stato attuale il corpo di fabbrica del-l’ex cinema Belsito si trova all’interno diuna corte interna compresa tra edifici divarie altezze, quindi risulta poco visibiledall’esterno. Le sue linee sono caratteristiche di tuttoil complesso del Belsito realizzato intor-no alla piazza Medaglie d’Oro nei primis-simi anni ‘50. Il volume emergente dalpiano delle sistemazioni esterne è privodi qualsiasi apertura verso l’esterno. Come già evidenziato Il problema proget-tuale era riconducibile essenzialmente alrisolvere due esigenze: riqualificare ilcorpo di fabbrica, dandogli visibilità inmodo da porre in relazione diretta la ca-sa con l’ambiente circostante e far pene-trare la luce all’interno.L’idea progettuale, rivelatasi poi vincen-te, è stata quella di squarciare la coper-tura permettendo la penetrazione dellaluce dall’alto, luce prima catturata e poiattirata verso il basso con un sistema dispecchi che ne rifrango-no i raggi in innumere-voli schegge di luce inuna sorta di rappresen-tazione della moltepli-cità della verità.Affinchè la luce potesseraggiungere tutti i livelli

    e per dare ampio respiro ai connettivi èstato progettato un vuoto centrale atutt’altezza. Quindi sono stati propostidegli interventi per ammorbidire le linee,ritenute troppo essenziali, del volumeemergente e nello stesso tempo renderevisibile l’ingresso dalla via Prisciano.Questi interventi non potranno prescinde-re dalla riqualificazione dell’ambiente im-

    mediatamente circostante: vialetto con-dominiale e galleria di collegamento travia Prisciano e piazza Medaglie d’Oro lequali saranno ristudiate in accordo con ilcondominio eliminando la discrasia che siverrebbe a creare con la contemporaneapresenza di vecchio degradato e nuovo.La ristrutturazione dell’ex cinema Belsitonon porterà solo all’agognata casa mas-sonica romana ma consentirà al Grande

    La nuova casa romanaApproccio progettuale ed esoterico

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    di Luciano BiggioStiamo vivendo una fase estremamente critica, assistiamo allalenta dissociazione del vecchio senza che ancora emerga il nuo-vo con chiarezza. L’umanità impera e in tutti i campi, compreso quello architetto-nico, sta vivendo questa epoca di transizione che chiamiamo“Post Moderno”, dove quel Post, non lascia intravedere alcunaprospettiva, ma indica la mera successione cronologica.Il Tempio Massonico, centro di accrescimento non solo cultura-le e sempre più anche centro di aggregazione sociale, ci è sem-brato un’occasione unica e irripetibile per sperimentare un nuo-vo segno con un linguaggio moderno. Provare a mettere in rapporto dialettico lo spazio esterno conl’interno, le tenebre con la luce, ed in definitiva il profano conl’Iniziato equivale a porre in rapporto l’architettura con la fun-zione, non più secondo i ritmi e le forme ormai stanche del ra-zionalismo sterile, ma con un linguaggio più intimo in grado dicoinvolgere la “dimensione del cuore”, dell’emozione.Abbiamo cercato di riscoprire e ristrutturare un tipo di cono-scenza (esperienza) e uno stato di coscienza, occultati da annidi atmosfere, architetture, filosofie riduzioniste e relativiste, chehanno voluto esorcizzare il mistero con la ragione, con il razio-

    nalismo ormai pronto a dichiarare bancarotta una volta sma-scherato nelle sue mitologie, pronto a ripiegarsi sui suoi falli-menti e a nutrirsi delle innumerevoli varianti della “coscienzatragica” e della “finitezza”, ma incapace di stimolarne emozioni,curiosità per il nuovo, crescita vera.Abbiamo lavorato e il nuovo centro nasce per la formazione diuna mentalità sopramentale, che non ha nulla a che vedere congli irrazionalismi di vario genere, ma vuole spezzare il cerchiodell’eterna critica e del proprio sistematico per far nascere l’at-titudine a fervore creativo e costruttivo, alla meraviglia di cui sideve nutrire uno spirito libero, pensatore.Certo, l’età della critica è necessaria per fare piena pulizia di tra-dizioni, costumi divenuti tombe dello spirito, ma finita l’età dellacritica occorre riscoprire il cuore, che in tutte le sapienze tradi-zionali simboleggia il luogo della percezione diretta dell’assoluto.Ecco perchè nella proposta progettuale il raggio di sole: l’ester-no penetra nell’interno nel più profondo per portare la luce do-ve è ombra, a riscoprire o a scoprire, conoscere sempre il cuo-re interno pulsante della struttura architettonica del Tempio. Lariscoperta del cuore come unica via di salvezza per una filoso-fia spinta da una nuova avventura di riconquista a partire dalniente, della realtà nelle sue infinite sfaccettature.

    Un esempio direalizzazionecon gli specchiproposti per il vuotocentrale

    La sezione sul vuoto centrale: la luce entra dallacopertura e penetra verso tutti i livelli inferiori

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  • Oriente d’Italia di realizzare importantispazi di relazione. Nel dettaglio la ristrutturazione prevedela realizzazione di tre livelli. Nel primo livello, partendo dal più de-presso, il seminterrato, troverà ubicazio-ne la casa massonica romana con 7 tem-pli da 60, 50 e 40 posti, 3 gabinetti di ri-flessione, la sede del Consiglio dei Mae-stri Venerabili di Roma, la sede del Colle-gio circoscrizionale del Lazio, 2 sale riu-nioni informali, 1 locale deposito, 2 grup-pi di servizi igienici. L’ingresso alla casa massonica romanasarà esclusivo dalla via Prisciano dovetroverà ubicazione la scalinata e l’ascen-sore.

    Al piano si è pensato di realizzare, inprossimità dell’ingresso, una zona defini-ta “chiassosa” in differenziazione dall’al-tra zona “silenziosa” della sala dei passiperduti in corrispondenza del grandevuoto centrale ove si trovano gli accessia tutti i templi.

    Al secondo livello, il piano terra, si realiz-zerà il centro polifunzionale. L’ingresso atale livello potrà avvenire dalla galleria, inprossimità della quale sarà realizzato unnegozio di libri massonici o, in alternativa,dal vialetto condominiale. Il centro polifun-zionale sarà completato dalla biblioteca,dotata di spazi espositivi e consultativi, edalla sala convegni, attrezzabile a Tempio.

    Il terzo livello ospiterà l’archivio storicocompleto di sale consultazione e di offi-ce oltre ad un’ampia sala di rappresen-tanza. L’intero intervento consentirà di usufrui-re di ben 2700 mq di superficie calpe-stabile rispetto agli attuali 2000 mq enello stesso tempo avere connettivi am-pi, utilizzabili per particolari allestimen-ti quali esposizioni, presentazioni e mo-stre ma soprattutto di dotare finalmentela capitale di una casa massonica esclu-siva.

    casa massonicacasa massonica

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    La DOLMEN S.r.l. è una società d’ingegneria con sede a Cagliari il cui amministratore delegato èLuciano Biggio, socio insieme ad altre sette persone. Quattro sono fratelli del Grande Oriente d’I-talia. Annovera 18 dipendenti tra personale tecnico laureato e diplomato, oltre ad un impiegatoamministrativo. La società opera con progettazioni, direzioni dei lavori e consulenze sulla sicurez-za, qualità aziendale e acustica. La clientela è prevalentemente pubblica. Il curriculum più consi-stente della società è relativo al settore delle infrastrutture strade, reti idriche, depuratori, struttu-re. La DOLMEN S.r.l., dotata di certificazione di qualità aziendale ai sensi della UNI EN ISO9001:2000 e sistema di qualità ambientale ai sensi della UNI EN 14001:2004, opera anche in cam-po architettonico ma, in questo settore, risulta più scoperta in quanto gran parte del personale èorientato verso il settore infrastruttutturale.Lo Studio Amati S.r.l., società d’architettura romana con 8 soci attivi e circa 30 tecnici laureati ediplomati, con grande prevalenza di architetti, ha sede a Roma ed è un partner con cui la DOLMEN,da anni, partecipa a tutti i bandi pubblici di progettazioni d’architettura in Sardegna. L’idea pro-gettuale vincente (quella della luce che penetra dall’alto raggiungendo tutti i livelli attraverso ungrande vuoto centrale che caratterizza l’architettura interna dando profondità e ampiezza agli spa-zi connettivi) è DOLMEN ma il suo sviluppo, con la scelta dei materiali e la composizione architet-tonica, è AMATI. Questo studio vanta un curriculum di prim’ordine in opere d’architettura, vincito-re di vari concorsi e progettista di organismi edilizi importanti in tutto il territorio nazionale.

    Simulazione fotografica dedicata alla casamassonica romana sulla via Prisciano

    Progetto del piano seminterrato destinato ad accogliere la casa massonica

    Simulazione fotografica del prospetto sulvialetto condominiale con l’uscita del piano

    terra (zona biblioteca)

    PAVIA / Convegno del Collegio circoscrizionale Lombardo

    La Massoneria paveseIl Collegio circoscrizionale della Lom-bardia ha in programma di realizzare ilprossimo 24 ottobre un convegno di stu-di dal titolo ““LLeeSScciieennzzee,, iill PPrrooggrreessssoo,,ll’’UUmmaanniittàà:: llaa MMaassssoo--nneerriiaa aa PPaavviiaa”” chesarà ospitato dall’U-niversità di Pavia,nella prestigiosa AulaFoscolo.Illustri accademicidell’ateneo paveseparteciperanno ai la-vori che sarannocoordinati dal filo-sofo Salvatore Veca.Porteranno contribu-ti: il filosofo FaustoTesta (Nuove scienze

    e simbologia massonica: la decorazionedell’Aula Foscolo), il linguista AngeloStella (Poesia della Verità tra riforme e

    rivoluzione), i sag-gisti Mino Milani(Aspetti del Risorgi-mento pavese) eClemente Ferrario(Per la dignità dellavoro e l’emancipa-zione dell’Uomo), lastorica Marina Teso-ro (Associazionismoe sociabilità a Paviatra Ottocento e No-vecento). Le conclu-sioni del convegnosaranno del GranMaestro GustavoRaffi.

    manifestazionimanifestazioni

    numero 17-18 / 2005

  • attività internazionali attività internazionali

    Sono stati festeggiati lo scorso 10 settem-bre a Norimberga i 105 anni di fondazio-ne della Loggia locale “Albrecht Dürer”delle Grandi Logge Unite di Germania. Al-le celebrazioni hanno preso parte ancherappresentanze di alcune Logge del Gran-de Oriente d’Italia. Erano presenti i fra-telli Igor Cognolato della “438 Union”(937) di Venezia, Giorgio Pipia e MarcoCocchiara della �