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FrancoAngeli L’ITALIA NELL ’EUROPA: I VALORI TRA PERSISTENZE E TRASFORMAZIONI a cura di Gabriele Pollini, Albertina Pretto, Giancarlo Rovati SOCIOLOGIA PER LA PERSONA

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Il tema dei valori riveste un’indubbia importanza all’interno della teoria sociolo-gica; tuttavia essi sono attualmente poco tematizzati in modo sistematico dalpunto di vista teorico-concettuale e poco indagati dal punto di vista empirico.In questo volume, risultato delle analisi derivanti dalla quarta indagine sui valo-ri dell’European Values Study (EVS), nove autori hanno cercato di spaziare tra ivari ambiti esplorati nella ricerca proponendo al lettore sia visioni specifiche sul‘percorso’ dell’Italia, in senso sincronico e diacronico, sia immagini del nostroPaese in rapporto alle altre nazioni che partecipano all’indagine.Una questione che fa da sottofondo a tutti i diversi contributi riguarda il muta-mento dei valori, se questi ultimi tendano a declinare, oppure se si mantenga-no identici a se stessi oppure, più realisticamente, in quale modo tendano a tra-sformarsi anche secondo inedite configurazioni.

Gabriele Pollini è professore ordinario e insegna Sociologia (corso avanzato) eSociologia dello sviluppo (progredito) presso l’Università degli Studi di Trento;ha pubblicato di recente, per FrancoAngeli, Il senso civico degli italiani. Larealtà oltre il pregiudizio (con Renzo Gubert), 2008; Sociologi: teorie e ricer-che. Sussidio per la storia dell’analisi sociologica (con Albertina Pretto), 2009e L’integrazione nello studio delle migrazioni (con Paolo Boccagni), 2012.

Albertina Pretto è docente a contratto di Metodi qualitativi applicati alle realtàterritoriali e Sociologia dei processi comunicativi e culturali presso l’Universitàdegli Studi di Trento. Ha recentemente pubblicato: Italian Sociologists’ approachto qualitative interviews, in «Bulletin of Sociological Methodology», 2011; Anali-zar las historias de vida: reflexiones metodológicas y epistemológicas, in «TabulaRasa. Revista de Humanidades», 2011 e “Orientations to Work in Italy” (con LorisGaio) in «Bulletin of Italian Politics», 2012.

Giancarlo Rovati è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche del-l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove insegna Sociologia generale eSociologia dello sviluppo; ha pubblicato di recente Uscire dalle crisi. I valoridegli italiani alla prova, Vita e Pensiero, 2011 e La povertà alimentare in Italia.Prima indagine quantitativa e qualitativa (con Luigi Campiglio), Guerini e Asso-ciati, 2009.

L’ITALIA NELL’EUROPA: I VALORI TRA PERSISTENZEE TRASFORMAZIONI

FrancoAngeli

L’ITALIANELL’EUROPA:I VALORITRA PERSISTENZEE TRASFORMAZIONIa cura diGabriele Pollini, Albertina Pretto,Giancarlo Rovati

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FrancoAngeliLa passione per le conoscenze

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Il volume è stato pubblicato grazie al contributo dell’Università degli Studi di Trento e del MIUR progetto PRIN 2008 - prot. 2008FMJZRN_001-CUP E61J10000040001.

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Indice

Presentazione

Prefazione, di Albertina Pretto

Introduzione: per una sociologia dei valori, di Gabriele Pol-lini1. Il simbolo ed il sistema simbolico-culturale2. Il valore come sistema e le sue componenti principali3. L’istituzionalizzazione dei valori4. L’interiorizzazione dei valori5. Alcune conseguenze sul piano dell’indagine empirica6. Il mutamento dei valori7. Il modello di valore della società postmoderna ed il para-

digma dei valori postmaterialisti Riferimentibibliografici

1. Un’analisi comparata della partecipazione sociale in Eu-ropa, di Giuseppe ScidàIntroduzione 1. Cosa intendiamo quando scriviamo Europa?2. Trent’anni di associazionismo in dieci Paesi europei: un

profilodiacronico3. Chi si associa, dove e perché4. Tipi associativi, membership e attività benevolaConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliografici

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2. I modelli di valore del “familismo” e dell’individualizza-zione espressiva fra tradizione e postmodernità, di Ga-briele PolliniIntroduzione1. L’importanza della famiglia2. La solidarietà familiare3. Il matrimonio come istituzione e come relazione4. La concezione della famiglia e gli orientamenti relativi ai

ruoli familiariConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliografici

3. Legami e percorsi di coppia: le trasformazioni della co-niugalità in Europa, di Giovanna RossiIntroduzione1. Analisi dei dati socio-strutturali 2. Analisi dei percorsi a livello europeoConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliografici

4. Gli orientamenti verso il lavoro, di Albertina Pretto Introduzione1. Il campione italiano: condizione occupazionale e orienta-

menti al lavoro2. Condizioni occupazionali nel campione europeo3. Orientamenti al lavoro nel campione europeoConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliografici

5. Lavoro,mobilità,inclusionesociale:lesfideperuna“so-cietà aperta”, di Giancarlo Rovati Introduzione1. Condizione professionale e tipo di lavoro2. Ledinamichedellastratificazionesociale3. Istruzione, posizione professionale e reddito4. La mobilità sociale tra le generazioni5. Dalla famiglia d’origine alla famiglia acquisita: il matri-

monio come fonte di mobilità sociale 6. Osservazioni intermedie7. La dialettica chiusura-apertura attraverso alcuni orienta-

menti politico-culturaliConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliografici

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6. La dimensione religiosa, di Salvatore AbbruzzeseIntroduzione 1. Un’Europa a più voci2. La secolarizzazione esplicita3. Lasecolarizzazionedebolee ledifficoltàacambiarepa-

radigma4. Chi sono i credenti?5. Quanto il credere orienta l’esistenza?6. Le qualità della relazione coniugale7. La dimensione educativa8. Il lavoro che valeConsiderazioni conclusive Riferimentibibliografici

7. Riferimento morale, percezione della distanza sociale, giustificazionedelladevianza, di Bruno BertelliIntroduzione1. Unamoralità“flessibile”noninbalìadellecontingenze2. Gli altri e i diversi: una valutazione della distanza sociale 3. Trasgressione, devianza, illegalità: i livelli di giustifica-

zione Considerazioni conclusiveRiferimentibibliografici

8. I valori socio-politici degli italiani: tendenze di muta-mento nell’ultimo trentennio e comunanze o specificitàrispetto agli altri popoli europei, di Renzo GubertIntroduzione1. I valori socio-politici degli italiani: le tendenze di muta-

mento degli ultimi trent’anni2. Ivalorisocio-politicidegliitaliani:comunanzeespecifi-

cità rispetto agli altri popoli europei3. Il controllo dell’omogeneità o eterogeneità dei popoli del-

le grandi regioni europee nei valori socio-politiciConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliograficiAppendice AAppendice B

9. Migrazioni e multiculturalismo: opinioni a confronto nell’Unione Europea, di Giuseppe ScidàIntroduzione1. Il disagio degli europei

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2. Multiculturalismo: frammenti di un dibattito Nordatlan-tico

3. Tendenze immigratorie nell’Unione Europea del 20084. Orientamentisullesfidecheattendonol’Italiael’Europa5. Opinioni e percezioni di italiani e europei sulla presenza

degli immigrati6. Orientamenti sulle condizioni per la concessione della

cittadinanzaConsiderazioni conclusiveRiferimentibibliografici

10. La sensibilità per l’ambiente degli italiani nel contesto europeo, di Lauro StruffiIntroduzione1. Analisi univariata delle risposte del campione italiano e

confronto con gli altri Paesi2. Coerenza o incoerenza nelle risposte degli intervistati?3. Untentativodisemplificazionedelquadroinformativo4. Analisi bivariata sul campione italianoConsiderazioni conclusive RiferimentibibliograficiAppendice statistica

Conclusioni, di Gabriele Pollini Riferimentibibliografici

Appendice. Ricodifica delle variabili socio-demografiche econfronti fra dati europei e dati nazionali, di Corrado Pa-ternolli

Gli autori

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Presentazione

L’elaborazione di questo volume costituisce un approfondimento del-le analisi raccolte nel volume Uscire dalle crisi. I valori degli italiani al-la prova (pubblicato nel novembre del 2011 dall’editrice Vita e Pensiero di Milano) dedicato ad un primo commento dei risultati italiani della quarta indagine EVS (European Values Survey) che nel nostro Paese è stata con-dotta negli ultimi mesi del 2009. All’intento eminentemente descrittivo di questo volume iniziale corrisponde la decisione di inserire, in una corpo-sa appendice, le distribuzioni di frequenza delle 380 variabili di base che compongono il questionario somministrato al campione di 1519 italiani in età di voto. Insieme a questa imponente documentazione, che offre ai sin-goli lettori la possibilità di compiere analisi ed approfondimenti personali, merita segnalare anche la nota metodologica che illustra il disegno teorico eilprofilofinaledelcampionediriferimento,sceltoinconformitàaicrite-ri indicati dal gruppo metodologico del progetto EVS, coordinato dai colle-ghi del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Tilburg. Ancorché dotati di una loro autonomia, i due volumi fin qui dedica-

ti all’analisi dei dati italiani della quarta indagine sui valori degli europei si caratterizzano per la loro consequenzialità ed integrazione sotto il pro-filo tematico, descrittivo e interpretativo. Seguendo un disegno concordatofin dall’origine della rilevazione, spetta a questo secondo volume l’applica-zione sistematica di un approccio comparativo di tipo diacronico e sincroni-co, per evidenziare, da un lato, le persistenze e i cambiamenti dei valori degli italiani nel corso degli ultimi quattro decenni e, dall’altro lato, le somiglian-ze e le differenze degli italiani rispetto agli altri cittadini europei, considerati per singole nazionalità o per gruppi di nazioni e aree geopolitiche. La vasta gamma di informazioni contenute nelle indagini EVS rende possibili mol-ti approfondimenti analitici ed interpretativi come ben documenta questo se-condo volume, formato da un numero di capitoli doppio rispetto al primo.

Rispetto alle precedenti tre edizioni, la quarta indagine EVS ha dato maggiore spazio alla raccolta di informazioni sulla condizione professio-

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nale, sullo status socio-economico, sulla mobilità sociale degli intervista-ti; in tal modo ha permesso di cogliere non solo gli orientamenti di valo-re che contraddistinguono i singoli popoli e le singole culture, ma anche di evidenziarel’influssodialcunevariabilistrutturalisuiprocessididifferen-ziazione e di convergenza degli orientamenti di valore degli europei. L’in-serimento di queste nuove variabili permette di identificare nuovi clustersociali che travalicano i confini nazionali e nuove cause di convergenza/divergenza tra i Paesi che sono entrati a far parte dell’Unione Europea in tempi più remoti (EU15) o più recenti (EU27 senza i 15), e i Paesi che inte-ragiscono in vario modo con i partner dell’UE. Inunmomentoincuil’UnioneEuropeasperimentafortidifficoltàatro-

vare ipuntidi accordonecessariper far frontealle sfidediunacrisiglo-bale non è di poco conto constatare che la maggior parte dei cittadini eu-ropei continua a manifestare giudizi di valore favorevoli alla cooperazione europea, all’intesa tra le culture, alla inclusione sociale. In questo senso, la quarta indagineEVSoffre il suo contributo scientifico alla riflessione suivalori e sugli orientamenti che possono contribuire ad uscire dalle crisi.

Giancarlo Rovati

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Prefazione

di Albertina Pretto

Il volume che qui presentiamo è il risultato delle analisi derivanti dal-la quarta indagine sui valori degli europei, una ricerca a carattere inter-nazionale promossa e realizzata dalla European Values Study (EVS) e coordinata attualmente dall’Università di Tilburg in Olanda. L’indagi-ne si replica circa ogni nove anni e, infatti, la prima è stata realizzata nel 1981, la seconda nel 1990, la terza nel 1999 e la quarta (di cui qui si trat-ta) nel 2008/2009. Ogni Paese afferente all’indagine ha partecipato al-la rilevazione attraverso una propria équipe di studiosi: per quanto ri-guarda l’Italia (ove la ricerca è stata realizzata sin dal 1981) l’Università di Trento è stata il punto di riferimento per la Fondazione EVS a parti-redal1990affiancata,per l’ultimarilevazione2008/2009,dall’Universi-tà Cattolica di Milano. LasurveyEVS2008/2009sibasasuuncampionecomplessivodi67.786

intervistati di oltre diciotto anni d’età e la caratteristica strutturale del cam-pione è quella di essere casuale, nominativo e stratificato per età, sesso edimensione del comune di residenza, risultando pertanto adeguatamente rappresentativo dell’uni verso considerato (si veda a tal proposito l’Appendi-ce di Corrado Paternolli).

I Paesi europei partecipanti all’iniziativa, dai dieci iniziali del 1981 (Bel-gio, Danimarca, Francia, l’allora Germania Ovest, Gran Bretagna, Irlan-da e Irlanda del Nord, Italia, Olanda e Spagna), sono continuamente au-mentati ad ogni rilevazione successiva fino a comprendere ben 47 Paesinella presente quarta survey. L’indagine EVS si è dunque indirizzata ver-so l’inclusione della totalità dei Paesi europei implicando dapprima i Paesi dell’Europa occidentale ed estendendosi via via a quelli dell’Europa orien-tale; questa continua inclusione permette oggi di compiere un’analisi pra-ticamente complessiva del continente europeo rilevando e comparando gli orientamenti di valorepiù significativi dellavita sociale edella culturadiognuna delle popolazioni indagate ed offrendo un importante apporto alla conoscenza delle identità culturali delle nazioni coinvolte.

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Le indagini EVS si occupano di una tematica di notevole interesse so-ciologico (e non solo) in quanto rilevano dati di natura ‘soggettiva’ che ri-guardano i valori delle persone in relazione ad una vasta gamma di temi e dimensioni quali, per esempio, la famiglia, il lavoro, la religione, la politi-ca e altri ancora. È indubbio che i valori rivestano una grande importanza all’interno di ogni collettività sociale, tuttavia essi sono ancora scarsamente analizzati in modo sistematico (da un punto di vista teorico) e ancora poco indagati (da un punto di vista empirico). L’aver compreso questa necessità, è dunque il primo merito dell’EVS.

Un ulteriore merito di questa indagine è di tenere in considerazione le trasformazioni in atto all’interno della società: per questa ragione vi so-nodomandeall’internodelquestionariochevengonomodificateoaggiuntementrealtrerimangonoinvariatedal1981alfinedipotercomparareida-ti anche in maniera diacronica. Il lettore comprenderà dunque sicuramente che la comparazione dinamica dei dati si rende possibile solo su quelle do-mande (variabili) semprepresentinelquestionario, cosìcome lecompara-zioni fra tutti i Paesi si rendono a volte possibili solo in quest’ultima rile-vazione: come anticipato poc’anzi sono infatti molte le nazioni che si sono aggiunte nel corso degli ultimi trent’anni e, alcune di esse, hanno aderi-to solo alla quarta (e ultima) survey. È quindi comprensibile che gli autori che hanno collaborato alla stesura di questo volume si siano a volte limitati all’analisicomparativaterritorialedeidatidel2008/2009.

Ciononostante, i contributi presenti in questo volume hanno cercato di spaziare quanto più fosse possibile tra i vari ambiti proposti nel questiona-riooffrendoallettoresiavisionispecifichesul‘percorso’dell’Italia,siaim-magini del nostro Paese in rapporto alle altre nazioni.

Il primo contributo, di Giuseppe Scidà, si occupa del tema della partecipa-zioneassociativaconunospecificoriferimentoallavorovolontarioegratui-to offerto dai cittadini alle diverse associazioni. Il saggio, già interessante di per sé, viene posto all’inizio del volume in quanto propone anche una pano-ramica generale sui Paesi afferenti all’indagine EVS rendendo edotto il let-toresualcune lorospecifichecaratteristichenazionaliepermettendoquindiuna maggior comprensione dei dati presentati nei capitoli successivi.

Due i capitoli che si occupano, seppur da prospettive diverse, della cop-pia e della famiglia. Il saggio di Gabriele Pollini si indirizza principalmen-te verso l’analisi del mutamento degli orientamenti valoriali nei confronti del matrimonio e dei ruoli familiari; in particolare, di questi ultimi, si ana-lizzano i ruoli dimarito/padre emoglie/madreoltre chequelli di genitorie/ofigli. Il saggiosuccessivodiGiovannaRossianalizza, invece, le formeassunte dai legami di coppia: in particolare si affronta una lettura dei per-corsicaratterizzanti le specifichesituazioni relativealmatrimonioe/oallaconvivenzaeaallaseparazionee/oaldivorzio.

Due anche i contributi che prendono in considerazione l’ambito lavorati-vo: nel quarto capitolo, di Albertina Pretto, è presentato il tema degli orien-

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tamenti nei confronti del lavoro. I dati che vengono utilizzati, unitamente ad altre informazioni specifichedei vari contesti nazionali, cercanodi of-frire al lettore una panoramica delle trasformazioni dei mercati del lavoro e dellaloropossibileinfluenzasugliorientamenti‘estrinseci’ed‘intriseci’(o‘strumentali’ ed ‘espressivi’) verso il lavoro degli intervistati.

Il quinto capitolo, di Giancarlo Rovati, si ricollega invece al tema della posizione professionale quale componente dello status dell’individuo uni-tamenteal redditoeal livellodi istruzione.La stratificazionee lamobili-tà sociale esperite dagli individui vengono analizzate come determinanti di specificiorientamentidivalorecheindirizzanol’agiresocialeneiconfrontidellesfidecheilcontinenteeuropeostaaffrontando.

Salvatore Abbruzzese, nel sesto capitolo, offre al lettore una panorami-ca sulle appartenenze religiose espresse dagli intervistati dei differenti Pae-siafferentiall’indagine,presentandoaltresìalcunidatirelativiallepratichereligiose e a determinate credenze del campione italiano. Vengono poi ana-lizzate, semprenel contesto italiano, le influenzedella sensibilità religiosasull’ambito familiare e lavorativo.

Il capitolo settimo, di Bruno Bertelli, va ad analizzare quelli che lo stes-soautoredefiniscecome“principimoraliedetici”cheorientanosiagliat-teggiamenti degli intervistati nei confronti delle persone percepite come “diverse” sotto svariati aspetti, sia “il giudizio” verso quei comportamen-ti che possono essere trasgressivi rispetto a norme legali, sociali o morali.

Si riallaccia al tema della distanza sociale Renzo Gubert nel capitolo ot-tavo che analizzaquestadimensione assiemeallafiduciao alla diffidenzaverso l’altro e all’appartenenza territoriale come indicatori della solidarietà sociale. Questa analisi, assieme a quella dei valori e degli orientamenti po-litici e socio-politici, si sviluppa in maniera diacronica in relazione ai da-ti italiani per tutte le rilevazioni EVS. Analoghe dimensioni (unitamente ad altre) vengono inoltre analizzate comparando l’Italia al resto dei Paesi affe-renti all’ultima rilevazione.

Di grande attualità è l’argomento che viene trattato da Giuseppe Scidà nel capitolo nono; attuale oltre che nuovo in quanto mai trattato in prece-denza (almenonon inmaniera specifica)neivolumi italianiderivanti dal-le indagini EVS. L’autore presenta un’analisi degli orientamenti degli inter-vistati nei confronti delle politiche immigratorie dei propri governi e delle opinioni relative all’odierna società sempre più multi-culturale.LauroStruffipresentainfinegliorientamentiversoletematicheambien-

tali nel decimo capitolo. Come il lettore avrà modo di vedere in seguito, ogni autore si avvale di

tecniche di analisi diverse, selezionate anche sulla base dell’approccio teo-rico di partenza e dell’ambito di applicazione. L’intento comune è però rav-visabile nel tentativo di raffrontare i valori della popolazione italiana con quelli del più ampio contesto europeo. Abbiamo volutamente inserito l’e-spressione valori in corsivo perché, scorrendo i vari contributi, non è que-

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sto il comune termine utilizzato e, difatti, gli autori non si avvalgono di un’univoca accezione: se alcuni parlano di valori (anche qui con l’annessa oggettivazionedimoralie/oetici),altriscrivonodiorientamentimoraliodorientamenticheinfluenzanoatteggiamentiecomportamenti.Nessunodegliautori,delresto,haritenutoopportuno‘definire’nelpro-

prio saggio cosa sia un valore, rinviando ad altri testi il necessario ap-profondimento. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno inserire una In-troduzione (di Gabriele Pollini) che offre al lettore una panoramica sulla complessa questione teorica dei valori. Questi ultimi, in quanto elemen-ti simbolico-culturali, assumono una rilevanza diretta nello studio sociolo-gico di una collettività e di una società nazionale, in particolare, in quanto costituiscono un elemento della sua struttura condiviso dagli attori socia-li che li fanno propri e li integrano nei processi di interazione sociale e nell’assunzione di determinati ruoli.

Una questione che fa da sottofondo ai contributi dei diversi autori relati-vamente all’ambito dei valori è se questi ultimi tendano a declinare, oppu-re se si mantengano identici a se stessi oppure, più realisticamente, se essi tendanoatrasformarsisecondoinediteconfigurazioni.Edèproprioinrela-zione a quest’ultima affermazione che in questo volume si tenta di delinea-re in che modo si trasformino, entro quali contesti e a quali condizioni.

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Introduzione: per una sociologia dei valori

di Gabriele Pollini

Sebbene i valori rivestano un’indubbia importanza, riconosciuta ed affer-mata lungo tutto il corso e lo sviluppo della teoria sociologica, dai “classi-ci”aigiorninostri,tuttaviaessisonoattualmentepocotematizzatiinmodosistematico dal punto di vista teorico-concettuale e poco indagati dal punto di vista empirico. A quest’ultimo proposito si cade spesso in una confusio-ne, a volte inconsapevole, che li considera implicitamente e senza distinzio-ne alcuna nell’ambito onnicomprensivo delle opinioni espresse dagli atto-ri sociali ed investigate dai ricercatori sociali. Anche per questo è pertanto necessario chiarire in questa sede cosa si intenda per valore e quali siano le sue caratteristiche peculiari.

1. Il simbolo ed il sistema simbolico-culturale

Il valore può essere considerato innanzitutto un elemento simboli-co-culturale che, alla stessa maniera di altri elementi simbolico-cultura-li, è riconosciuto, accettato e condiviso da una pluralità di agenti o atto-ri sociali, emergendo nel contesto dell’interazione sociale (Mead, 1934; Pollini, 1987) e rendendo possibile quest’ultima in quanto elemento di riconoscimento reciproco, di comunicazione, di regolazione e di inter-scambio (Weber, 1904-05; Durkheim, 1912; Parsons, 1951a; 1951b). Infat-ti, in quanto elemento simbolico (dal greco σύμβολον, da συμ-βαλλειν = mettere, porre insieme, unire; opposto a dia-ballo,diavolo,chesignifi-ca separare e dividere1) anche il valore permette il riconoscimento reci-proco delle persone individuali rendendo possibile l’interazione e la rela-zione fra loro.

1.Ilterminesimbolopuòancheesserefattoderivaredalterminegrecoσύμβολος,chesignificapresagio, auspicio,portento. “Entrambi i sostantivi contengono l’auspicio alla ri-composizionedell’unitàperduta”(Gattamorta,2005:14).

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Il complesso simbolico-culturale, inteso come sistema analitico e non concreto (e non coincidente quindi con ciò che si suole denominare ‘cultura materiale’), è distinto analiticamente dal sistema sociale2, dal sistema psi-chicoodellapersonalità,dalsistemacomportamentaleedalsistemafisico-chimico e dell’organismo individuale3 e a sua volta può essere differenzia-to in quattro componenti analitiche principali: la simbolizzazione cognitiva o simboli cognitivi (A), la simbolizzazione espressiva o simboli espressivi (G), la simbolizzazione valutativa o simboli valutativi (I) e la simbolizza-zione costitutiva o simboli costitutivi (L) (Parsons, 1951a; 1961b; Parsons e Platt, 1973).

Fig. 1 - Le componenti del sistema simbolico-culturale

Fonte: T. Parsons, 1961b: 963-993.

La simbolizzazione cognitiva è quella relativa a ciò che si esprime pre-valentemente nella conoscenza scientifica; la simbolizzazione espressiva èquella relativa a ciò che si esprime prevalentemente nelle varie forme arti-stiche e la simbolizzazione costitutiva è quella che esprime prevalentemen-te nellafilosofia enella teologia e concernequello cheWeber ebbemododidefinireil“problemadelsenso”dell’esistenzaumana.

I simboli valutativi (simbolizzazione valutativa) possono anche essere definitivalori o modelli di valore poiché il valore è quel simbolo che di-viene criterio per la selezione tra le alternative di orientamento, di atteggia-

2. Il sistema simbolico-culturale è qui inteso analiticamente indipendente dal sistema sociale nella scia di Weber-Parsons e non è inteso, pertanto, né come rappresentazione del sistema sociale né coincidente con esso, nella scia di Durkheim-Luhmann.

3. Quando si parla di simbolo non si fa riferimento all’oggetto materiale che ha un si-gnificatosimbolico (unpietraounanimalechediventano totem,adesempio),masoloalsignificatostessodell’oggetto(ciòchel’oggettorappresenta).

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mento e, conseguentemente, di agire e di comportamento dotato di senso che una situazione determinata pone all’attore sociale (Parsons, 1951b: 19). Il valore, quindi, a differenza degli altri elementi simbolico-culturali, assu-me una rilevanza più immediata e diretta nei confronti dell’interazione so-ciale edell’azione sociale, fungendoda “interfaccia” eda “mediatore” frail sistema simbolico-culturale di cui fa parte in quanto simbolo ed il siste-ma dell’interazione sociale del quale costituisce una componente in quan-to elemento istituzionalizzato, ossia condiviso dagli attori sociali mediante l’assunzione di un qualche ruolo. In quanto elemento simbolico istituziona-lizzato, che dà luogo anche a norme e ad istituzioni specifiche relative aidiversi contesti di interazione, esso è anche interiorizzato nel sistema psi-chico o della personalità degli attori sociali individuali.

Il valore è perciò un elemento simbolico-culturale valutativo caratteriz-zato nel seguente modo:a)èuna“concezionedeldesiderabile” (Kluckhohn,1951),ossia è relativoa“ciòchedovrebbeessere”perl’individuooperunapluralitàdiindividui4;

b)èun“fineultimo”o“fineinstesso”,nelsensochenoncostituiscemezzoperunulteriorefine(Parsons,1935;1937);

c)èun“fineimmaginario”(Pareto,1916)(distintodafinereale);d)èun’“ideanormativa”(Parsons,1938)(distintadaideaesistenziale)5;e)èun“interesseideale”(Weber,1915-16a)(distintodainteressepraticoo

materiale).

2. Il valore come sistema e le sue componenti principali

Se si seguono, ora, i diversi contributi provenienti dalla teoria sociologi-ca ed in modo particolare quelli di Max Weber (1904-05; 1915-16a), Émile Durkheim (1912) e Talcott Parsons (1951a; 1951b; 1961b), si può scompor-re il sistema del valore in ulteriori componenti che lo vengono a costituire in quanto tale. Questi elementi, considerati dal punto di vista del soggetto agenteodell’attoresociale individuale,possonocosìesseredenominati: lacredenza, il modello, l’interesse e l’“immagine del mondo”(Weltbild) (Pol-lini, 2000b; 2002).

4. “A value is a conception, explicit or implicit, distinctive of an individual or charac-teristic of a group, of the desirablewhich influences the selection from availablemodes,means,andendsofaction”(Kluckhohn,1951:395).

5. Parsons distingue le idee in idee che si riferiscono all’esistenza (existential ideas) dalle idee normative (normative ideas). Le prime, a loro volta, si distinguono in idee esi-stenziali empiriche (scientificamente verificabili) ed idee esistenziali non empiriche (nonscientificamenteverificabili).Le ideenormativesonoquellechesi riferisconoaunostatodi cose che può o meno attualmente esistere. Lo stato di cose al quale ci si può riferire può essere classificato come empirico o non empirico. Parsons aggiunge, poi, in nota, che vipuò essere una terza classe di idee, le idee immaginative (Parsons, 1935: 21).

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Fig. 2 - Le componenti del valore come sisteme

Fonte: G. Pollini, 2000b: 23-74.

La credenza (Durkheim, 1912) è la rappresentazione ideale desiderabi-le che è percepita, conosciuta, riconosciuta ed accettata (¦ simbolizzazione costitutiva) sulla base di ‘buone ragioni’ (Boudon, 1988b).

Il modello (pattern) è la strutturazione del contenuto del valore e dei suoi diversi aspetti, da quelli più generali a quelli più particolari, in un in-sieme coerente che comporta la sua capacità di costituire criterio seletti-vo (¦ simbolizzazione valutativa). Esso inoltre permette che un valore pos-sa essere in relazione coerente con altri valori in modo tale da costituire un ‘sistema’ di valori.

L’interesse è la tensione ideale verso il suo contenuto che il valore suscita, implicando così il conseguente atteggiamento dell’impegno (Parsons, 1968)dell’attoreaffinchéilvaloresiapraticamenterilevantenellavitaquotidiana6. Questa componente designa la corrispondenza fra il contenuto del valore e la personalità dell’attore sociale individuale (¦ simbolizzazione espressiva).

L’“immagine del mondo” (Weltbild), che fornisce “una struttura del mondonellasuatotalità”come“uncosmosfornitodisenso”(Weber,1915-16a), comporta una forma peculiare di spiegazione sistematica della realtà (¦ simbolizzazione cognitiva) sotto forma dell’ideologia (Parsons, 1951b; Mannheim, 1929) e dell’utopia (Mannheim, 1929), ma anche della mito-logia inquantogenere specificodellaclassedelle“teoriepseudo-scientifi-che”(Pareto,1916).ConleparolediKluckhohn,“leideologiedeterminanola scelta tra sentieri alternativi di azione, che sono egualmente compatibili conisottostantivalori”(Kluckhohn,1951:432).Dato,quindi,uncertova-lore come ‘credenza’ sono possibili diverse ideologie compatibili con essa.

6. In un passo meritatamente famoso Weber sostiene, infatti, che “gli interessi (materia-li e ideali), non già le idee, dominano immediatamente l’agire dell’uomo. Ma le ‘immagini del mondo’, create per mezzo delle ‘idee’, hanno molto spesso determinato le vie sulle qua-lipoiladinamicadegliinteressicontinuòaspingereavantil’agire”(Weber,1915-16a:240).

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3. L’istituzionalizzazione dei valori

Il processo di istituzionalizzazione dei valori o i valori istituzionalizza-ti, ossia le ‘concezioni del sistema sociale desiderabile’, implica la relazione di interdipendenza fra il sistema culturale ed il sistema dell’interazione so-ciale o sistema sociale. In particolare, se si segue il paradigma di Parsons, il sistema sociale si differenzia nei seguenti quattro sottosistemi: economia (A), polity (G), comunità (comunità societaria, se il sistema sociale è la so-cietànazionale)(I)ecomplessofiduciario(L).

Fig. 3 - Le componenti del sistema sociale e della società come sistema sociale

Fonte: T. Parsons, 1970: 366.

Ilcomplessofiduciario, inparticolare,costituisce l’interfaccia fra il siste-ma simbolico-culturale ed il suo sottosistema dei valori da un lato ed il siste-ma sociale dall’altro e, assolvendo la funzione di mantenimento-del-modello del sistema sociale medesimo, si riferisce alla funzione assolta da quelle col-lettività sociali che hanno a che fare con il processo di socializzazione.

Fig. 4 - I valori istituzionalizzati nel sistema sociale (complesso fiduciario)

Fonte: G. Pollini, 2008a: 19-80.