L’Africa non è in vendita!

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EPAs: la trappola europea L’Africa non è in vendita! 50 anni di relazioni Europa - ACP

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EPAs: la trappola europea

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50 anni di relazioni Europa - ACP

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Le origini

Nel suo celebre discorso del 9 maggio 1950, Robert Schuman dichiarava che “l’Europa avrebbe potuto, con le adeguate risorse, realizzare uno dei suoi compiti essenziali; lo sviluppo del continente africano.”

Il Trattato di Roma del 25 marzo 1957 regolava le relazioni tra i PTOM (paesi e territori d’oltremare) e l’embrione di Comunità europea attraverso degli accordi di associazione.

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Le origini

Da allora, attraverso le due Convenzioni di Yaoundé e le quattro Convenzioni di Lomé siamo giunti al nuovo Accordo di Accordo di PartenariatoPartenariato siglato nel 2000 a Cotonou, capitale del Benin, e che coinvolge più della metà dei paesi del mondo ed oltre un miliardo di individui.L’espansione della Comunità europea e i cambiamenti del contesto internazionale hanno avuto un impatto sull’evoluzione delle politiche di cooperazione ACP-UE.

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Dal post-colonialismo alla globalizzazione

La decolonizzazione: associazione dei PTOM e Convenzioni di Yaoundé I e II

Il nuovo ordine economico mondiale: il modello di Lomé (I, II, III e IV)

La fine della Guerra Fredda: Lomé IV bis

Gli effetti della globalizzazione: Libro Verde e Accordo di Cotonou

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Post-colonialismo

L’associazione dei paesi e territori d’oltremare (PTOM) alla Comunità è regolata dagli articoli 131-136 bis del Trattato CE

I PTOM erano i paesi in via di sviluppo politicamente dipendenti da uno degli allora sei Stati Membri

Veniva contestualmente istituito il Fondo Europeo di Sviluppo

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Yaoundé I e II

Con l’ondata delle indipendenze africane del 1960, la maggioranza dei PTOM ottiene l’indipendenza.Pertanto nel 1963 a Yaoundé, capitale del Camerun, venne firmato il primo accordo fra paesi ACP e la Comunità Europea;Il secondo, firmato nel 1969, come il precedente, costituiva soprattutto un piano di aiuti indirizzati verso i paesi di espressione francofona e dell'Africa Sub-Sahariana, ed una garanzia a tutela degli interessi commerciali ed economici degli allora sei stati membri nei confronti delle ex-colonie.

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Yaoundé I e II

Caratteristiche:

1. creazione di istituzioni comuni e di sistemi contrattuali

2. instaurazione di un rapporto di libero scambio (ma con la possibilità per i paesi ACP di proteggere le loro economie dai prodotti provenienti dalla CEE)

3. preferenze commerciali: la CEE concedeva a taluni prodotti agricoli un regime più favorevole rispetto a quello concesso ad altri paesi terzi

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I tempi cambiano …

Anni ’70

• ottimismo nei confronti del Terzo Mondo

• aumento dei prezzi delle materie prime

• dialogo Nord-Sud: costruzione di un nuovo e più giusto ordine economico internazionale tramite l'acquisizione, da parte dei PVS, di un'adeguata forza contrattuale e la riforma dell'ordine economico internazionale.

• inasprimento del confronto Est-Ovest

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La Comunità Europea si allarga …

Nel ’73 la Comunità si allarga a Danimarca, Irlanda e Regno Unito.

Le relazioni tra l’Europa a nove e l’insieme delle ex-colonie va aggiornato per comprendere i 20 membri del Commonwealth.

Il nuovo aggregato di 46 nazioni prese il nome di ACP: stati dell’Africa, Caraibi e Pacifico.

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Lomé I

Nel nuovo accordo non si parla più di “paesi associati” ma di “partenariato tra uguali”“partenariato tra uguali”.

Il 28 febbraio 1975 viene stipulata la I Convenzione di Lomé tra la Comunitàa nove e gli ACP, dotati di una strutturapermanente: il Segretariato Generale.

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Lomé I

La CEE rinuncia alla piena reciprocità garantendo preferenze a quasi tutti i prodotti provenienti dagli ACP

Viene creato lo STABEX: un meccanismo di stabilizzazione dei proventi delle esportazioni dei prodotti di base ACP

Nascono i protocolli speciali con dazi doganali ridotti per lo zucchero, il manzo e il vitello, le banane.

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Lomé II

Stipulata nel 1979 tra la CEE e il gruppo ACP allargatosi a 58 Paesi, questo accordo è il proseguimento ideale del precedente.

Nasce il SYSMIN, un meccanismo analogo allo STABEX ma con riferimento ai prodotti dell’industria mineraria.

Come il predecessore, l’attenzione è focalizzata sul finanziamento di infrastrutture e programmi agricoli.

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Lomé III

Lomé III viene stipulata nel 1984 tra i 10 Stati Membri comprendenti adesso anche la Grecia e ben 65 ACP.

Il suo rinnovo coincide con una riflessione sull’efficacia degli aiuti e l’emergere della dimensione politica della cooperazione.

Priorità allo sviluppo endogeno, alla sicurezza alimentare e alla lotta contro siccità e desertificazione.

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Lomé IV

La Comunità europea è giunta a quota 12 (Spagna e Portogallo aderiscono alla Comunità nel 1985), gli ACP a 68. Lomé acquista una dimensione politica, con l’introduzione della tutela dei diritti umani tra i pilastri della cooperazione UE-ACP.

La validità della Convezione viene estesa a 10 anni con una revisione di medio periodo (5 anni) del FES, il protocollo finanziario.

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Lomé IV bis

Il rinnovo della Convenzione (1995) tra 15 Stati Membri e 70 Paesi ACP tiene conto dei principi di Maastricht:

sviluppo sociale ed economico sostenibile con un’attenzione per i più poveri tra gli ACP

integrazione armoniosa dei PVS nell’economia mondiale

la politica di cooperazione allo sviluppo diventa un elemento della PESC

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Riassunto

Anno Evento ACP Stati Membri

FES (milioni di EURO)

1957 Accordi di Associazione 569,40

1963 Convenzione di Yaoundé I 18 6 730,40

1969 Convenzione di Yaoundé II 18 6 887,30

1975 Convenzione di Lomé I 46 9 3.053,30

1980 Convenzione di Lomé II 58 9 4.207,00

1985 Convenzione di Lomé III 65 10 7.882,60

1990 Convenzione di Lomé IV 68 12 11.583,00

1995 Convenzione di Lomé IV bis 70 15 13.151,10

2000 Accordo di Cotonou 77 15 14.300,00

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Lomé I, II, III, IV e IV bis

Le Convenzioni hanno confermato l’ordine economico tradizionale, finalizzato a garantire alla Comunità un flusso di materie prime da pagare con l’esportazione dei manufatti, ostacolando la diversificazione produttiva delle economie ACP. Le preferenze commerciali hanno creato economie dipendenti dalle esportazioni

La Convenzione di Lomé rappresenta l’archetipo di tutti i programmi di cooperazione Nord-Sud, per l’obiettivo dichiarato di promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale degli ACP.

Le preferenze commerciali hanno permesso a molti ACP di migliorare le proprie esportazioni assicurando uno sbocco a molti prodotti

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Morale di Lomé

Gli indicatori statistici rilevano elementi fallimentari:

le esportazioni ACP verso i mercati europei (in % rispetto al resto del mondo) sono crollate, al pari delle importazioni dall’Europa.

Fallito l’obiettivo di attuare una rotazione della monocentralità di singole risorse in ciascun paese ACP, ancora oggi dipendenti da fattori ad essi completamente esterni (le dinamiche dei prezzi mondiali)

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Christopher Kiener, European Commission, 2004 Kiener, European Commission, 2004

Calo dell’export ACP nell’UE

Morale di Lomé

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Morale di Lomé

Nonostante il sistema Lomé, i Paesi africani della fascia sub-sahariana che fanno parte della Convenzione continuano a essere tra i Paesi più

poveri e più altamente indebitati del pianeta. Sui 71 Paesi ACP, infatti, 39 hanno redditi pro-capite inferiori ai 765 dollari annui (e solo Haiti non è africano), mentre 20 presentano redditi medio-bassi (fra 766 e 3.035 dollari annui) e solo 12 redditi medio-alti (da 3.036 a 9.385 dollari annui).

[commento anno 1999]

In sostanza le relazioni commerciali UE-ACP non hanno fatto crescere questi ultimi ma li hanno “legati” al mercato europeo.

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Morale di Lomé

Oltre il 50% di quello che la Ue importa dai paesi ACP è: petrolio, diamanti,, cacao e caffè, canna da zucchero.

Per contro gli ACP importano per il 50 per cento principalmente macchinari, parti di ricambio, mezzi di trasporto, prodotti chimici, rinnovando la dipendenza sostanziale tipica dell’era coloniale.

Le ex-colonie sono rimaste tali

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Morale di Lomé

Aumenta il divario tra ricchi e poveri (tra Ue e Acp il divario è dell’ordine di 280/1), tra chi possiede saperi e conoscenze elaborate e chi non ha accesso alla grammatica del mondo contemporaneo, e questo anche all’interno di ogni singolo Paese.

Solo quattro Paesi sembrano aver beneficiato positivamente del sistema Lomé: Botswana, Mauritius, Swaziland, isole Salomone.

Le ex-colonie sono rimaste tali

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Post Lomé

Anni ‘90: il decennio delle liberalizzazioni:Nasce il WTO

Abbattimento progressivo dei dazi

Diminuisce il valore delle preferenze

incompatibilità LOME’ - WTO

Causa banane

Clausola nazione + favorita (Art. 1 del GATT)tutti i vantaggi, benefici, privilegi o immunità accordati da una parte contraente

ad un prodotto originario da o destinato ad un altro paese “saranno immediatamente e senza condizioni” estesi a tutti i prodotti similari originari o destinati al territorio di tutte le altri parti contraenti.

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23 giugno 2000: Centro Sportivo di Cotonou

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Cotonou

Nel settembre del 1998 l’UE e gli ACP avviano i negoziati per il rinnovo della Convenzione destinata a scadere nel febbraio 1999. Dopo due anni di tormentati negoziati, nel giugno 2000, le parti hanno raggiunto l’accordo che rivoluziona le relazioni tra gli Stati Membri e i 77 Paesi ACP: a Cotonou, capitale del Benin, viene siglato il nuovo “accordo di partenariato”.

Il nuovo accordo prevede entro il 2008 la creazione di una serie di Accordi di Partenariato Economico Regionale (APE) compatibili con le regole WTO. Fino ad allora, vigerà il regime commerciale attuale, stabilito da Lomé IV bis.

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EPAs: la trappola europea

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www.faircoop.itwww.manitese.it

www.beati.org