L'affermazione dell'Islam, secc. VII-IX

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L’affermazione dell’Islam, secc. VII-IX

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L’affermazione dell’Islam,

secc. VII-IX

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La penisola arabica prima dell’Islam

La penisola era abitata da genti nomadi, che si vivevano e si spostavano nel deserto, chiamate

beduini (= “abitanti del deserto”)

che vivevano allevando dromedari, montoni e capre

e

da genti sedentarie che risidevano lungo le oasi situate nelle zone carovaniere, soprattutto a La Mecca, e nello Yemen

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Tratti comuni delle genti arabe

Tratti comuni delle popolazioni, nomadi e sedentarie, che

abitavano nella penisola arabica erano:

il ceppo linguistico

l’organizzazione sociale,

basata sul lignaggio e sui rapporti clientelari

la struttura tribale

Presentavano affinità anche religiose: religioni politeiste

fondate su divinità astrali e spesso dedite al culto di pietre

La più celebre era una pietra nera, un frammento di meteorite

conservato e venerato nella Ka’Ba,una costruzione di legno, a La

Mecca presso cui giungevano annualmente molti pellegrini.

Questi pellegrinaggi suscitavano un grande giro d’affari per i

commerci de la Mecca.

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La pietra nera venerata nella Ka’ ba

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L’avvio al monoteismo. La nascita di Maometto

I contatti dei mercanti arabi con le

credenze ebraiche e cristiane, avvenute

grazie alle carovane e agli scambi

commerciali,

e l’influsso degli hanif, asceti che si

ritirarono in solitudine alla ricerca di un dio

unico e personale

preparavano la via a forme religiose

diverse da quelle politeiste.

In questo contesto di grande fermento

religioso, tra il 569 e il 571 a La Mecca

nacque Muhammad, membro di una

famiglia decaduta di mercanti della tribù dei

qurayshiti, il clan meccano più potente

La nascita di

Muhammad

(Maometto)

in un manoscritto

ottomano

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La rivelazione a Muhammad

A quarant’anni circa, Muhammad attratto da questioni

religiose verso le quali aveva una naturale inclinazione,

e sostenuto dalla moglie, iniziò una percorso di

meditazione e cominciò a avere visioni notturne di

grande intensità.

Nel 610, mentre era ritirato in una grotta sulle

colline presso La Mecca, ebbe la rivelazione di

essere stato scelto dal cielo: un angelo di Dio gli

apparve e gli indicò la sua missione, diventare

profeta di Allah, l’unico Dio.

Il messaggio rivelato da Dio a Muhammad e

contenuto nel Corano affermava la necessità che gli

arabi abbandonassero i culti politeisti e non

partecipassero alle diatribe interne agli altri culti

monoteisti.

Gli uomini dovevano arrendersi e abbandonarsi

(radice slm che sta alla base del termine Islam e

muslim) all’unico Dio che aveva sempre avuto i suoi

fedeli tra uomini pii: Abramo, Mosè, Gesù

Muhammad visitato

dall’arangelo Gabriele

nella grotta presso La

Mecca

Il Corano (lettura ad alta voce) è

diviso in 114 capitoli, detti sūre, a

loro volta divise in 6236 versetti

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I pilastri della fede islamica

Il rifiuto delle forme di politeismo si espresse nella

professione di fede dell’Islam, l’atto di conversione

secondo il quale “non esiste altro Dio se non Allah e

Muhammad è il suo profeta”.

Questo atto è il primo pilastro della fede islamica, a cui si

affiancano gli altri quattro doveri di ogni membro della

comunità:

preghiere quotidiane

santificazione per mezzo del digiuno nel mese di Ramadan

pellegrinaggio a La Mecca

elemosina ai poveri.

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L’egira e la fondazione di una nuova comunità

I qurayshiti, il potente clan di mercanti

a cui apparteneva anche Muhammad, lo

denunciarono come indovino, perché

temevano che il suo messaggio religioso

mettesse in pericolo i loro affari e il

loro potere.

Muhammad e i suoi seguaci si

rifugiarono allora a Medina, un’oasi

agricola: è l’hijira (egira= migrazione).

Con questa migrazione da La Mecca a

Medina, Muhammad fondò ufficialmente

la Umma, una nuova comunità e

questo fu l’anno primo del calendario

musulmano: 622

Muhammad

conquista l’oasi di

Khaybar nell’anno

7° dell’”egira”

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Il ritorno di Muhammad a la Mecca

A Medina Muhammad diventò il leader politico della zona.

Mediò nelle rivalità tra i clan locali, eliminò la comunità ebraica qui presente con uccisioni o

esili, si difese contro gli attacchi militari che provenivano da La Mecca.

Nel 628 egli rese legittimo il pellegrinaggio alla Ka’ Ba come omaggio al luogo nel quale

Abramo aveva sacrificato all’unico Dio.

Nel 630 dopo conflitti e mediazioni diplomatiche con i clan meccani e della penisola araba, la

Mecca cedette e buona parte delle tribù non ancora convertitesi alla religione

musulmana la abbracciarono. Muhammad morì nel 632.

I territori della penisola arabica

conquistati

da Muhammad

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La prima espansione territoriale dell’Islam

Muhammad morì nel 632 e non diede indicazioni sulla

successione alla testa della comunità islamica.

Essa fu guidata negli anni successivi alla sua scomparsa

dai quattro califfi (“successori”) detti “ben guidati”:

Abu Bakr( suocero di Muhammad), Omar, Othman

e Alì (genero di Muhammad). tra il 632 e il 661

Abu Bakr cominciò le prime spedizioni militari

contro le tribù che dopo essersi converite, volevano

rinunciare all’Islam.

Da qui cominciarono movimenti di popolazioni verso

Siria e Iraq.

Centri di Siria, Persia, Asia Minore e Africa

settentrionale furono conquistati dagli altri califfi, che

dimostrarono una notevole forza e organizzazione

militare (635 – 645), soprattutto con Omar

Inoltre sfruttarono la debolezza degli imperi

confinanti , Sasanide e Bizantino e le divisioni

interne ai popoli sottomessi che preferivano

essere guidati da poteri esterni a loro e quindi neutrali.

il califfo Abu Bakr

Il califfo Omar

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Il califfato di Alì. Sunniti e sciiti.

L’ultimo califfo ben guidato fu Alì, genero e cugino di

Muhammad che sosteneva di essere stato designato dal

primo profeta stesso a succedergli.

Questa nomina provocò una forte divisione politica e ideologica tra i capi della

comunità islamica.

Si formarono due gruppi

uno, maggioritario, riteneva che il califfo dovesse essere scelto

sulla base dei suoi meriti, all’interno della

tribù dei qurayshiti. questo gruppo riteneva doveroso il rispetto

della tradizione, sunna, e fu indicato con il nome di sunnita

l’altro gruppo, minoritario, riteneva che il califfo dovesse

essere scelto esclusivamente nella famiglia di Muhammad.

Essendo il gruppo della “parte”, shi’a, di Alì, fu chiamato sciita

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L’avvento degli Omayyadi

Discordie e conflitti civili portarono

all’assassinio di Alì (660-61)

Nuovo califfo fu Mu’awija, un aristocratico

della Mecca, il quale apparteneva alla tribù

omayyade e era sostenuto dai sunniti

Egli guidò gli arabi per vent’anni imponendo

un forte potere centrale, organizzato sul

modello della monarchia bizantina e

persiana.

Cominciò con Mu’awija la dinastia degli

omayyadi, che dominò l’Islam dal 661 al

750 e spostò la capitale del califfato da la

Mecca a Damasco.

il califfo

Mu’awija,

primo della

dinastia

omayyade

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I motivi dell’espansione dell’Islam

L’espansione territoriale dell’Islam sotto la guida dei califfi fu

dovuta a una insieme di cause.

1. la forza militare

2. la volontà di conquista

3. la tolleranza verso i popoli monoteisti sottomessi,

dhimmi, che potevano continuare a professare la propria fede

purchè pagassero lealmente le tasse

4. l’insoddisfazione dei popoli di Siria e Africa

settentrionale per il dominio dell’impero bizantino

5. la conversione dei popoli arabi alla fede di Allah

dovuta anche al fatto di non dover versare la tassa dovuta

dai non musulmani e alla possibilità di entrare nella classe

dominante da parte di chi aspirava a posizioni di comando

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Espansione dell’Islam sotto i califfi e gli omayyadi (fino al

750)

L’espansione sotto i califfi ben guidati seguì due direzioni, Est, verso l’impero persiano e

Nord verso l’impero bizantino (Siria, Egitto, l’odierna Libia).

Sotto gli omayyadi la spinta espansiva si indirizzò verso il bacino dell’Indo (India) a Est,

mentre a Nord portò alla conquista delle odierne Tunisia, Algeria, Marocco e Spagna

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La conquista della Spagna

L’espansione degli islamici nel continente

europeo portò alla conquista della Spagna, a

parte i territori abitati dai Baschi. Tale

conquista prese il via dalla costruzione di un

avamposto fortificato su uno sperone

montuoso che fu chiamato Gebel –Tarik

(monte di Tarik) , da cui il nome di

Gibilterra.

La conquista della Spagna avvenne tra il

711 e il 715, e l’acquisizione di questo

dominio portò al tentativo di espansione

fino alla odierna Francia meridionale.

In questo tentativo di ulteriore espansione

però gli omayyadi si scontrarono contro i

Franchi, guidati dal re Carlo Martello, in

Occidente, e contro i bizantini di Leone III

in Oriente

Lo stretto di Gibilterra visto

dalla parte spagnola

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Fine dell’espansione musulmana in Europa e

Oriente

Nel 732 un esercito di Franchi guidati dal

maggiordomo Carlo Martello sconfisse

truppe islamiche guidate da Abdulraman a

Poitiers, vicino Bordeaux.

Gli islamici erano probabilmente in spedizione

di ricerca e di razzia, più che essere

un’avanguardia con l’obiettivo di effettuare

conquiste territoriali.

Questo successo permise ai Franchi di

impedire un’ulteriore avanzata dei

musulmani al di là dei Pirenei.

Leone III, imperatore d’Oriente, a sua volta

sconfisse a Amorion, nell’odierna Turchia,

gli islamici, e questa battaglia fu probabilmente

più importante di quella di Poitiers per

impedire l’espansione dell’Islam in Europa

orientale.

La battaglia di Poitiers

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Damasco capitale omayyade e monarchia ereditaria

Gli omayyadi spostarono la capitale

dei domini islamici a Damasco,in

Siria, per controllare meglio la

costa mediterranea, mentre la

Mecca e Medina, in Arabia,

rimanevano i centri religiosi più

importanti.

Il regime diventò una monarchia

ereditaria governata con una

forte struttura burocratica e

fiscale, modellata sugli imperi

sassanide e bizantino

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Integrazione tra conquistatori e conquistati

Conquistatori e conquistati cominciarono a integrarsi a

causa dell’abbandono della vita militare con lo stabilizzarsi dei

domini

Altra causa dell’integrazione fu l’afflusso verso le città di

immigrati provenienti dalle comunità conquistate, ma non

convertite, che si convertirono anche per i vantaggi che ne

ricavavano.

L’accentramento del potere portò all’uso dell’arabo come

lingua ufficiale dell’impero Omayyade

Tutti i sudditi di religione islamica erano posti sullo stesso

piano con l’eliminazione dello status separato degli Arabi

La tassazione fu estesa a tutti i sudditi, sia i convertiti, sia

gli Arabi di origine che erano soprattutto proprietari terrieri

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Vittoria degli Abbasidi. Baghad capitale

La scontentezza provocata dagli ultimi califfi omayyadi portò a una forte opposizione nei

confronti di quella dinastia

La guida dell’opposizione fu assunta dagli Abbasidi, una dinastia discendente da Abbas,

uno zio di Maometto.

Il confllitto tra Omayyadi e Abbasidi concluse con la vittoria di questi ultimi sostenuti

soprattutto dai Persiani islamizzati, (750)

L’impero abbaside cambiò strategia: non più conquista di nuovi territori, ma

rafforzamento dei domini esistenti.

Fu fondata una capitale nuova, Baghdad sul fiume Tigri.

La città di Bagdad fu fondata sulla

riva occidentale del Tigri tra il

762 e il 767 dalla dinastia degli

Abbasidi, per volere del califfo al-

Mansūr. L'insediamento fu

probabilmente realizzato sul sito

di un preesistente villaggio

persiano. La città sorse nei pressi

di Ctesifonte, capitale dell'Impero

Persiano dei Sasanidi e sostituì

Damasco come capitale del

califfato islamico che si estendeva

dal Nord Africa alla Persia..

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La struttura del potere abbaside

I califfi abbasidi nel secolo 750 – 850 ristrutturarono il

sistema di potere secondo le caratteristiche volute e non

del tutto realizzate dagli omayyadi.

Un apparato burocratico distinto in tre

rami(cancelleria, esattoria fiscale, amministrazione

militare)

Avocarono la nomina dei giudici

potenziarono la figura del wazir: in origine era un

collaboratore del califfo, ma con gli abbasidi diventò il

capo dell’intera amministrazione con i compiti di

controllare la burocrazia, nominare i funzionari e sedere

in alcuni tribunali

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Bibliografia

Mario Gallina, «La formazione del Mediterraneo

medievale», in Aa.Vv., Storia medievale, Roma, Donzelli

Marcello Montanari, Storia medievale, Bari-Roma, Laterza