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Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010 #24 del 13 settembre 2019 L’Editoriale di Rocco Palombella Cari lavoratori, torna la pubblicazione del nostro giornale a pochi giorni dalla ripresa del periodo feriale. Una pausa che in realtà non è avvenuta, perché come sapete agosto ci ha visti quotidianamente impegnati. PRIMO PIANO Ilva: un anno dopo ancora poche certezze sul futuro Whirpool conferma di voler dismettere la fabbrica di Napoli Esecutivo Nazionale Uil: analizzare il presente per programmare il futuro Ccnl Federmeccanica: ora assemblee e voto dei lavoratori Anche se ho già avuto modo di scriverne nelle precedenti pubblicazioni, vorrei tornare sul nostro straordinario impegno per questo rinnovo contrattuale che continuerà fino a quando non avremo realizzato ogni punto della nostra piattaforma unitaria. Auto: Pomigliano riparte nonostante la fase negativa del settore Ferriera di Servola: no alla chiusura dell’area a caldo La Summer School di IndustriAll Europe La scuola è la nuova fabbrica dove si semina la cultura della sicurezza

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Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#24 del 13 settembre 2019

L’Editorialedi Rocco Palombella

Cari lavoratori,

torna la pubblicazione del

nostro giornale a pochi giorni

dalla ripresa del periodo

feriale. Una pausa che in

realtà non è avvenuta, perché

come sapete agosto ci ha visti

quotidianamente impegnati.

PRIMO PIANO

Ilva: un anno dopo ancorapoche certezze sul futuro

Whirpool conferma di volerdismettere la fabbrica di Napoli

Esecutivo Nazionale Uil:analizzare il presente perprogrammare il futuro

Ccnl Federmeccanica: ora assemblee e voto dei lavoratori Anche se ho già avuto modo discriverne nelle precedentipubblicazioni, vorrei tornare sulnostro straordinario impegno perquesto rinnovo contrattuale checontinuerà fino a quando non avremorealizzato ogni punto della nostrapiattaforma unitaria.

Auto: Pomiglianoriparte nonostante lafase negativa delsettore

Ferriera di Servola: noalla chiusura dell’area acaldo

La Summer School diIndustriAll Europe

La scuola è la nuovafabbrica dove sisemina la culturadella sicurezza

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Cari lavoratori,

torna la pubblicazione del nostro giornale apochi giorni dalla ripresa del periodo feriale.Una pausa che in realtà non è avvenuta per-ché mai come durante il mese di agosto c’èstata una continuità lavorativa che ci ha vistiquotidianamente impegnati. Dopo le ul-time audizioni del 6 agosto alle Commis-sioni parlamentari del Lavoro e AttivitàProduttive della camera dei Deputati, suiproblemi dell’Ilva, immaginavamo di aversospeso momentaneamente la nostra atti-vità. Invece, dopo due giorni si è aperta unacrisi di governo che si trascinava ormai da di-versi mesi, subito dopo le elezioni europee.Non vorrei parlarne, ma una cosa è certa:la crisi si è aperta dopo la richiesta speci-fica di elezioni anticipate fatta da uno dei due partiti dellamaggioranza che ha ritenuto non più possibile proseguirenell’attività di governo, per diversità di orientamento sumolti provvedimenti.Tutti conoscete qual è stato l’epilogo e mentre scriviamo lacrisi è stata risolta con la formazione di un nuovo governoche vede sempre la presenza del Presidente del Consiglio,Giuseppe Conte, ma con una diversa composizione dell’ese-cutivo diviso tra Movimento 5 stelle e Partito Democratico.Noi continueremo a mantenere la stessa linea di azione ecioè quella di non giudicare i governi dal loro colore politicoma in base ai punti della piattaforma unitaria Cgil Cisl e Uile soprattutto rispetto alle misure messe in campo per sal-vaguardare i livelli occupazionali e risolvere le numerosecrisi industriali che sono aperte all’interno del nostro settore.C’è stato un ricambio quasi totale dei ministri, ma quellicon le deleghe che ci interessano sono quelli dello Sviluppoeconomico e del Lavoro. Il nuovo esecutivo, rispetto al pre-cedente, avrà i due importanti dicasteri divisi con due Mi-nistri distinti. Stefano Patuanelli allo Sviluppo economico eNunzia Catalfo al Lavoro.Noi ci aspettiamo da subito una ripresa dell’interlocuzione.Ci aspettiamo di essere convocati in tempi brevissimi, per-ché oltre alle decine di vertenze e tavoli aperti presso il Mi-nistero, ci sono crisi industriali importanti che non possonopiù attendere.La situazione della Whirpool dopo diversi mesi ormai è ar-rivata a un punto di non ritorno e anche l’incontro fissatoper il 17 settembre al Mise rischia di diventare l’ennesimaoccasione sprecata per poter trovare una soluzione salva-guardando i posti di lavoro e l’attività produttiva di lavatricinello stabilimento di Napoli.Una delle preoccupazioni maggiori che abbiamo avuto inquesti mesi è stata la situazione dell’ex Ilva di Taranto rela-tivamente alle tutele legali, dopo la modifica da parte delDl Crescita nel giugno scorso che aveva causato la minacciada parte di ArcelorMittal di andare via in caso di mancatamodifica della norma.Il 6 agosto il Consiglio dei ministri ha varato il Dl Imprese

che aveva una forma inedita: approvato“salvo intese”. Il Decreto non è stato maipubblicato in Gazzetta Ufficiale a causadella crisi di governo e abbiamo temutoche questa situazione potesse gravare sulfuturo dell’occupazione dello stabilimentodi Taranto.Solamente il 3 settembre, dopo la risolu-zione della crisi di governo e la costitu-zione della nuova maggioranza, è statoavviato dal Mise l’iter per la pubblicazionedel Decreto in Gazzetta Ufficiale e dal 5settembre è in vigore. Sono previste misureche interessano non solo l’ex Ilva, con le tu-tele legali legate al Piano Ambientale, maanche altre crisi industriali come quelle

Blutec ed Ex Alcoa.L’approvazione del Dl Imprese ci ha permesso di evitareuna crisi drammatica con la messa in discussione di ulte-riori posti di lavoro e mancanza di reddito per migliaia dilavoratori. Ora inizia una partita importantissima per ilpiano ambientale e per la difficile ripresa produttiva del sitodi Taranto che risente del mancato dissequestro dell’Alto-forno 2 e della difficoltà di approvvigionamento di mineralie carbone dopo il sequestro del quarto sporgente a causadell’incidente mortale del luglio scorso.La situazione dell’ex Alcoa continua a rimanere ferma per-ché legata alle misure per diminuire il prezzo dell’energia,ma soprattutto perché l’acquitente, Sider Alloys, fin dal suoinsediamento non ha rispettato gli impegni presi con lasottoscrizione del contratto per l’acquisizione dello stabili-mento di Alcoa, ovvero quello di avviare gli investimenti peril revamping degli impianti di Portovesme.In aggiunta a queste crisi aziendali ormai annose si aggiun-gono altre vertenze come quella di Piombino e, per ultima,la decisione della Regione Friuli-Venezia Giulia di revocarele licenze per la continuità produttiva della Ferriera di Ser-vola e quella del proprietario, il Cavaliere Arvedi, di volersidisimpegnare rispetto a questo storico sito industriale.In questi primi giorni di settembre abbiamo anche avviatoe approvato l’ipotesi di piattaforma di rinnovo del Ccnl Fe-dermeccanica-Assistal 2020-2022. Il 3 settembre l’abbiamodiscussa e votata nel nostro Consiglio nazionale e il giornoseguente l’abbiamo portata in un’assemblea molto parte-cipata insieme a Fim e Fiom.Abbiamo creato le condizioni per poterci dotare di unapiattaforma unitaria e condivisa, un risultato di grande im-portanza. Dopo dodici anni abbiamo un programma co-mune, non una sommatoria di richieste, ma elaborato inbase alle condizioni del settore e della perdita del poteredi acquisto dei lavoratori a causa della crisi economica.Dopo l’approvazione degli organismi nazionali, ci aspet-tiamo il consenso nei territori nei quali sono già in corso, esono programmati fino al 15 ottobre, incontri per valutaree approvare l’ipotesi di piattaforma.

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Ccnl Federmeccanica: ora assemblee e voto dei lavoratoridi Rocco Palombella

PRIMO PIANO

Anche se ho già avuto modo di scriverne nelle precedentipubblicazioni, vorrei tornare sul nostro straordinario impe-gno per questo rinnovo contrattuale che continuerà fino aquando non avremo realizzato ogni punto della nostrapiattaforma unitaria. Questo programma comune con Fime Fiom è il frutto di otto mesi di consultazioni ed elabora-zioni collettive che abbiamo avuto all’interno delle nostrestrutture. L’abbiamo portata avanti con la grande consape-volezza e responsabilità che ci contraddistinguono, prepa-rata in una situazione complicata che sta vivendo il settoremetalmeccanico a causa della crisi senza precedenti cheha causato migliaia di perdite di lavoro e enormi trasforma-zioni tecnologiche e organizzative nel manifatturiero.

MUTAMENTI E NUOVE SFIDEMai come oggi abbiamo voluto studiare e approfondire i mu-tamenti che ci sono stati e ci saranno nel nostro settore.L’obiettivo principale e prioritario è stato quello di non pre-sentare un’ipotesi che fosse la sommatoria delle richieste diFim Fiom e Uilm, ma che recepisse e risolvesse i grandi cam-biamenti professionali e organizzativi nell’industria 4.0 che sivanno man mano formando. Abbiamo la consapevolezza chein questi anni i rinnovi contrattuali, pur avendo contribuito agliincrementi salariali, ci consegnano un livello retributivo infe-riore alla media dei Paesi europei e la nostra piattaforma hal’obiettivo di incidere proprio su questo versante.Dopo la discussione interna, abbiamo portato e messo a di-sposizione di Fim e Fiom le nostre riflessioni ed elabora-zioni. Così alla fine di luglio siamo riusciti a elaborare

un’ipotesi di piattaforma di rinnovo valorizzando le idee eil patrimonio delle conoscenze dei sindacati metalmecca-nici.

LE RICHIESTE DELLA PIATTAFORMA UNITARIAAbbiamo prioritariamente salvaguardato l’impostazione ela struttura del contratto attualmente in vigore, perché ri-teniamo che il rinnovo 2016-2019 abbia colto un’emer-genza, ovvero quella legata soprattutto alle fondamentadel contratto stesso. Infatti, Federmeccanica aveva minac-ciato più volte la messa in discussione del Contratto nazio-nale collettivo di lavoro e soprattutto dei due livelli dicontrattazione.Con il Ccnl attuale abbiamo voluto rafforzare il welfare con-trattuale e gli aumenti salariali legati all’indice IPCA, dimo-stratosi poi molto modesti a causa di inflazione e crescitabasse, e con l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo abbiamovoluto concentrare le mostre richieste puntando moltosull’aumento salariale.Le nostre richieste sono: incremento salariale sui minimicontrattuali dell’8%, l’aumento dell’elemento perequativodai 450 euro attuali ai 700 euro, il rafforzamento del welfareintegrativo aumentando la richiesta dei flexible benefit a250 euro, l’estensione e ampliamento dei fondi mètaSalutee Cometa.Inoltre abbiamo previsto norme migliorative e favorevoliper i lavoratori affetti da patologie gravi, l’esigibilità deglistrumenti formativi, di salute e sicurezza per i lavoratori pre-viste dall’attuale Ccnl, l’aumento della partecipazione e

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coinvolgimento dei lavoratori, la necessità di sperimentareun nuovo inquadramento professionale alla luce delle mu-tate professionalità esistenti all’interno del nostro settore.Poi abbiamo ribadito la necessità di avere norme ancorapiù stringenti sul mercato del lavoro, una definizione mas-sima di utilizzo di contratti a tempo determinato o in som-ministrazione, il rilancio e rafforzamento dell’apprendistato,l’ampliamento del diritto allo studio, l’individuazione dibuone pratiche nell’alternanza scuola lavoro, l’istituzione diosservatori territoriali per la promozione di azioni versoaziende e territorio di pertinenza per un maggior allinea-mento delle competenze e dei lavoratori con quelle richie-ste dal mercato del lavoro.Infine, misure a sostegno della genitorialità, della concilia-zione vita-lavoro, con una ridefinizione dell’orario di lavoroa fronte dei processi di ristrutturazione e di riorganizza-zione determinati dalle innovazioni dell’Industria 4.0. In-somma, abbiamo costruito un contratto innovativo cheguarda con grande interesse i mutamenti in corso.È stato votato all’unanimità dai nostri delegati durante ilConsiglio nazionale Uilm e sono state già avviate le riu-nioni in tutti i territori. È stato predisposto un vasto pro-gramma di assemblee sui luoghi di lavoro con il voto

certificato da parte dei lavoratori. Il tutto si dovrà conclu-dere il 15 ottobre.

L’IMPORTANZA DEL RINNOVO DEL CCNLIl rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici Fe-dermeccanica rappresenta uno dei più importanti eventidella nostra categoria. Vogliamo aprire un confronto francoe possibilmente vogliamo arrivare a una conclusione entroun tempo relativamente breve.Un milione e mezzo di lavoratori si aspettano il rinnovo delpiù importante settore industriale italiano. Siamo consape-voli che non sarà facile e le prime dichiarazioni del presi-dente di Federmeccanica non sono state concilianti, masiamo convinti che la lealtà e responsabilità del gruppo di-rigente di Federmeccanica ci porterà ad avviare un con-fronto entro il mese di ottobre. Ci auguriamo che tutti ilavoratori siano consapevoli della posta in gioco e della re-sponsabilità che ci siamo assunti nel presentare una piat-taforma cosi importante.Ci auguriamo che il neo ministro, Nunzia Catalfo, si rendapartecipe nel sostenere le ragioni delle nostre richieste. Sa-rebbe un inizio positivo nei confronti di una categoria e unsettore fondamentali per il rilancio dell’economia italiana.

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Dopo gli incontri nel mese luglio al mini-stero dello Sviluppo economico tra le partisociali e l’azienda, c’è stata l’approvazioneil 6 agosto da parte del Consiglio dei mini-stri del cosiddetto Decreto Imprese che, acausa della crisi di governo, è stato pubbli-cato in Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vi-gore solamente il 5 settembre scorso.All’interno della misura dell’Esecutivo èprevisto, tra gli altri interventi, uno stanzia-mento complessivo teorico di 16,9 milionidi euro di agevolazioni fiscali per gli anni2020 e 2021 per mantenere e rilanciare laproduzione industriale dello stabilimentodi Napoli di Whirpool.

L’AZIENDA VUOLE LASCIARENAPOLIGià durante gli incontri al Mise l’aziendaaveva definito insufficienti gli incentivi pre-visti dal Governo per rendere sostenibile la produzione dilavatrici di alta gamma e garantire la profittabilità dello sta-bilimento del capoluogo partenopeo. Ma la decisione de-finitiva, certificata dall’intervista rilasciata dall’Ad Luigi LaMorgia al quotidiano La Repubblica, di voler lasciare il sitodi Napoli è arrivata pochi giorni prima della pubblicazionedel Dl in Gazzetta Ufficiale. La Morgia ha dichiarato che“sono le quote di mercato e il trend congiunturale a obbli-garci: la guerra dei dazi, il default argentino e la frenatadell’economia in Germania, una tempesta perfetta che siaggiunge alla crisi di prodotto, le lavatrici di alta gamma, edi mercato”. Il dirigente della società inoltre ha aggiuntoche “negli ultimi dieci anni a Napoli abbiamo perso il 60%della produzione e gli addetti sono scesi da 600 a 420”.L’azienda di elettrodomestici ha ribadito che “l’unica solu-zione percorribile è dare una nuova missione produttiva delsito” e vuole “garantire la continuità industriale dello stabi-limento e i massimi livelli occupazionali al fine di dare unfuturo sostenibile”.

LA POSIZIONE DELLA UILM“Avevamo detto da subito che il provvedimento del go-verno avesse colto solo in parte le nostre richieste e nonfosse ancora sufficiente a far cambiare idea a Whirlpool” di-chiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsa-bile del settore degli elettrodomestici. “La cifra di 16,9milioni stanziata dal governo – ribadisce – corrisponde inteoria alla cifra che inizialmente era stata ipotizzata per ri-lanciare Napoli nell’accordo di ottobre poi ripudiato daWhirlpool, ma in effetti per come è scritta la norma la cifranon è effettiva né strutturale”. La Uilm chiede al Governo “disostenere investimenti utili a far tornare competitivo lo sta-bilimento sul lungo periodo” anche in collaborazione congli enti locali, in primis la Regione Campania che si era

detta disponibile a dare un contributo a trovare una solu-zione.

PROSSIMO INCONTROIl 17 settembre ci sarà un incontro tra le parti al ministerodello Sviluppo economico, organizzato dopo la richiestadelle organizzazioni sindacali di ripristinare urgentementeil tavolo Whirlpool prima che sia troppo tardi e che la mul-tinazionale assuma scelte unilaterali.L’azienda aveva annunciato che il 16 settembre avrebbe vo-luto comunicare ai sindacati “importanti decisioni relativeallo stabilimento di Napoli” ma, aggiunge una nota con-giunta Fim, Fiom e Uilm, “come sindacato non vogliamo ri-nunciare al tavolo istituzionale né possiamo accettare cheil governo si defili in una vertenza così importante in cui lescelte delle istituzioni nel bene o nel male sono evidente-mente determinanti”.Le organizzazioni sindacali hanno l’impressione che Whir-lpool abbia voluto “approfittare della crisi di governo perforzare la mano e imporre la dismissione della storica fab-brica partenopea di lavatrici” e “per sfuggire a un reale con-fronto e per cercare di imporre la sua idea di dismissionedel sito di Napoli”.Dopo la risoluzione della crisi di maggioranza del mese diagosto, l’insediamento del nuovo governo e la nomina delnuovo ministro dello Sviluppo economico, i sindacati riba-discono: “faremo tutto ciò che è in nostro potere per cer-care di far cambiare idea alla multinazionale e per trovaresoluzioni che possano davvero salvaguardare la storica fab-brica di lavatrici di Napoli”.Per il 19 settembre è prevista la convocazione da parte diFim, Fiom e Uilm del coordinamento nazionale unitario,per fare il punto sulla vertenza e valutare eventuali azioni asostegno.

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Whirpool conferma di voler dismettere la fabbrica di Napoli

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Si è svolto il 5 e 6 settembre nei pressi di Lucca l’Esecutivonazionale della Uil. L’importante appuntamento era statoprogrammato da tempo per analizzare i mutamenti in corsoa partire dalla situazione politica per arrivare a quelli orga-nizzativi, economici, industriali presenti in Italia e in Europa.Da tempo la Segreteria della Uil, in primis il Segretario ge-nerale Carmelo Barbagallo, aveva espresso la necessità dieffettuare un Esecutivo senza un preciso ordine del giorno,ma con una discussione allargata sui temi attinenti le ne-cessità del momento. Per vari vicissitudini questo appun-tamento era stato posticipato ma finalmente c’è stato.Per contribuire alla buona riuscita di questa riunione sonostati invitati tre illustri professionisti e docenti.Dopo il breve saluto del Segretario generale aggiunto, Pier-paolo Bombardieri, che ha presentato il programma delladue giorni, c’è stata la relazione introduttiva di Barbagalloche ha evidenziato l’obiettivo dell’appuntamento e lo sce-nario della crisi di governo che in quei giorni di si stava ri-solvendo, dopo oltre tre settimane dalle dichiarazionidell’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, che hannoaperto il periodo di difficoltà della maggioranza di Lega eMovimento 5 Stelle.

INTERVENTO DEL PROFESSOR TRONTIIl primo relatore, il professor Leonello Tronti, docente diEconomia del lavoro alla Scuola superiore della PubblicaAmministrazione di Roma e all’Università di Roma Tre, haillustrato e interpretato alcuni dati relativi alla situazioneeconomica italiana e alla globalizzazione dei mercati. Par-tendo dalle condizioni di stagnazione e lieve recessionedell’economia italiana, ha parlato dei probabili peggiora-menti che si potranno verificare in Italia nei prossimi mesia causa della guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti, della re-cessione della Germania, l’incertezza sulla Brexit e della finedel quantative easing della Banca Centrale Europea.Per combattere il rischio di una nuova grave crisi econo-

mica, secondo Tronti, bisognerebbe mettere in campodelle riforme strutturali che non vadano però, come acca-duto nel passato, a “impoverire” il lavoro con una estremaprecarizzazione e una stagnazione delle retribuzioni.Per fare tutto questo, Tronti ha spiegato che servirebbe un“Patto per il Lavoro” a tre livelli: il primo riguarderebbe unaccordo tra sindacato e rappresentanze datoriali su lavoro,salari e investimenti; il secondo sarebbe tra sindacato, rap-presentanze datoriali e governo su investimenti pubblici,contratti pubblici, rappresentanza e fisco; il terzo risiede-rebbe in una forte azione di lobbying, congiunta e coordi-nata, di sindacato, rappresentanze datoriali e governo neiconfronti delle istituzioni comunitarie e degli altri Paesi del-l’Eurozona sulla indispensabile riforma delle politiche eco-nomiche europee.

TRE OBIETTIVIQuesto Patto si fonda su tre obiettivi: tolleranza zero neiconfronti delle morti sul lavoro; spostamento differenzialee strutturale del carico contributivo dal lavoro a tempo in-determinato a quello flessibile; crescita dei salari reali al-meno pari a quella della produttività del lavoro.Per dare forma e sostanza a questo, secondo Tronti, sonoindispensabili investimenti pubblici e privati che riguar-dano la messa in sicurezza del territorio e del patrimonioabitativo, la digitalizzazione del lavoro e lo sviluppo dellagreen/blue economy italiana. Tutto con particolare atten-zione allo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree in ritardoe al pieno, corretto e tempestivo utilizzo dei fondi europei.Infine, Tronti ha parlato di un doveroso cambiamento dellepolitiche europee: il lancio di una vera politica industrialecontinentale con titoli pubblici europei per finanziare gliinvestimenti infrastrutturali; riconsiderazione della missioneistituzionale della BCE, in modo da prevedere oltre a quellodella stabilità della moneta anche l’obiettivo della minimiz-zazione della disoccupazione; ristabilimento della regolaaurea del bilancio, ovvero dello scomputo della spesa perinvestimenti dal calcolo del deficit strutturale; vincolo rigo-roso dell’avanzo commerciale corrente entro il 3% del Pil;utilizzo di eventuali sforamenti per finanziare uno stru-mento europeo di lotta alla disoccupazione e l’innalza-mento del rapporto debito/PIL al 90%.

INTERVENTO DI ROBERTO TELATINSuccessivamente al dibattito generato dalla relazione diTronti, ha preso la parola Roberto Telatin, responsabile cen-tro studi Uilca. E’ stato un intervento molto efficace e utileattraverso cui Telatin ha analizzato, in quanto esperto delsettore, anche gli aspetti finanziari del lavoro e dei mercati.La disamina di Telatin si è basata su quattro punti che rivolu-zioneranno il lavoro, l’economia e gli stili di vita attuali: il ridi-

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Esecutivo Nazionale Uil: analizzare il presente per programmare il futurodi Rocco Palombella

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mensionamento della spesa pubblica, la precarietà lavorativa,l’aumento della vita media e i mutamenti climatici. Parlandodelle conseguenze e mutamenti del settore manifatturiero,il professore ha descritto, dati alla mano, i pericoli che ha eavrà in futuro a causa delle innovazioni tecnologiche e allaforte competizione come la perdita di posti di lavoro e delleimprese con caratteristiche tradizionali.Le cosiddette “imprese digitali”, avranno un’organizzazionepiù snella, ma anche una vita breve incentrata sulla “smartcollaboration”, ovvero senza un rapporto duraturo e conti-nuo di lavoro. Si rischia una rilevante flessibilizzazione dellavoro, un rischio di continuo allontanamento tra lavoratorie corpi intermedi, non ritenuti più in grado di rappresen-tare le loro istanze a causa dell’estrema frammentazionedel lavoro.Quindi, secondo Telatin, alle organizzazioni sindacali ser-vono studio, analisi, comprensione e discussioni sul pre-sente e sul futuro, sulla situazione attuale e come staradicalmente cambiando, per arrivare a progettare propo-ste e interventi e influenzare le scelte governative verso unalegislazione del lavoro in cui non siano la tecnologia e il de-naro a fare da padroni.

INTERVENTO DI DOMENICO DE MASIPoi la discussione è proseguita e in serata c’è stato l’impor-tante intervento di Domenico De Masi, stimato sociologo eprofessore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Univer-sità “La Sapienza” di Roma.Partendo dalla descrizione dell’attuale società post indu-striale, incentrata sulla produzione immateriale comequella dei servizi, informazioni, simboli, valori ed estetica,ha rappresentato lo stato della debolezza della politica neiconfronti dell’economia e della finanza, con la contempo-ranea globalizzazione e la destrutturazione del tempo edello spazio che vanno a modificare, tra le altre situazioni,anche e soprattutto il mercato del lavoro e i rapporti tra do-manda e offerta.Questi ultimi, secondo De Masi, si modificano a velocitàesponenziali per effetto congiunto di situazioni che inci-dono sulla demografia, con un contemporaneo aumento einvecchiamento della popolazione e un’alta urbanizza-zione, la “femminilizzazione”, ovvero la centralità delladonna nel sistema sociale e valoriale, gli sviluppi e innova-zioni tecnologici, la nuova società imperniata e trasformatadal digitale e l’economia con una crescita e accentramentodella ricchezza in mano di pochi, con disastrose conse-guenze economiche e sociali.

I MEGATRENDL’avvento postindustriale ha comportato l’affermazione diquattro megatrend relativi al lavoro: la tripartizione delmercato internazionale del lavoro, la crescita percentualedel settore terziario, la crescita percentuale del lavoro crea-tivo e lo sviluppo senza lavoro.Il primo punto riguarda una divisione tra il primo mondonel quale ci sarebbe la creazione delle idee, nei Paesi emer-genti la produzione di beni e servizi basati sulle materie

prime e manodopera a basso costo del terzo mondo.Negli ultimi anni si è visto un incremento esponenziale delsettore terziario a discapito dei settori agricoli e industriali,ormai residuali, che nel futuro continuerà a modificare ra-dicalmente la società e il lavoro.Rispetto alla crescita del lavoro creativo, De Masi ha dimo-strato come sarà sempre più importante e centrale perchéla produttività dipende dalla motivazione, si “femminilizza”,si spalma su tutte le 24 ore, si destruttura con il telelavoro elo smart work, si ibrida con lo studio e il gioco (ozio creativo)ed è sostituibile almeno in parte con l’intelligenza artificiale.Per quanto riguarda lo “sviluppo senza lavoro” De Masi haspiegato come in Italia, a differenza di molti Paesi delmondo, si ha un incremento delle ore di overtime lavorateda parte di dirigenti, quadri pubblici e privati che toglie-rebbero lavoro a oltre 320mila potenziali lavoratori.Una disoccupazione che ha come cause principali il pro-gresso tecnologico, la produttività, la globalizzazione, la de-crescita economica, il costo del lavoro e delocalizzazione,la scarsa flessibilità e scarse politiche attive, l’orario di lavoroeccessivo e l’overtime.

RILANCIARE L’ECONOMIA E IL LAVOROPer rilanciare l’economia e il mondo del lavoro, secondo DeMasi serve un nuovo Patto sociale che abbia come finalitàla ridistribuzione della ricchezza, del lavoro, del potere, delsapere, delle opportunità e delle tutele. Una soluzione “key-nesiana” all’attuale situazione del mondo del lavoro che sibasi sul teorema del “lavorare meno, lavorare tutti”. Un’ana-lisi ricca di spunti e suggerimenti, tra cui anche quello difar dotare la Uil di una piattaforma digitale aperta a tuttigli iscritti. Una proposta presa in considerazione da tuttol’Esecutivo e il Segretario generale ha già avviato le proce-dure per la messa in pratica di questo progetto. Infatti il 30settembre presso la sede nazionale della Uil, in via Lucullo,ci sarà un incontro con una società specializzata del settoreche presenterà un prospetto e un piano di lavoro relativialla piattaforma digitale.

UNA DUE GIORNI DI ANALISI ED

ELABORAZIONIInfine il 6 settembre, secondo e ultimo giorno, si è apertocon gli interventi dei segretari territoriali, categoriali e con-federali che hanno illustrato alcune vertenze e messo sultavolo idee sulle tematiche occupazionali, sociali ed eco-nomiche.Questi due giorni sono stati un’occasione utile e preziosaperché hanno consentito a tutti un arricchimento e un ag-giornamento, anche grazie al materiale illustrato e conse-gnato dai docenti e professionisti che sono intervenuti eche sarà distribuito a tutte le strutture della Uil. Un mo-mento importante per analizzare i fenomeni e i continuicambiamenti nel mondo del lavoro, della comunicazione,della formazione e dell’economia per programmare e in-tervenire con coscienza, consapevolezza e responsabilitànel futuro.

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Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

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Gli ultimi dati negativi che provengono dal mercato del-l’automobile confermano che il settore sta attraversandouna fase negativa. Agosto ha registrato un calo delle ven-dite del 3,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno,dopo un luglio stabile, ma comunque in deficit dello 0,1%.In termini numerici stiamo parlando di 88.939 vetture im-matricolate a fronte delle 91.792 dell’agosto 2018 e di1.325.162 unità nei primi otto mesi del 2019, -3% rispetto allostesso periodo dell’anno scorso. Per il gruppo Fca i primiotto mesi del 2019 hanno segnato un -13% rispetto a gen-naio-agosto 2018. Si è registrata una frenata perfino in Cina,primo paese automobilistico del mondo con 28 milioni divetture: dal 2018 -2,8% di vendite auto rispetto ai 20 anniprecedenti di crescita impetuosa. Secondo l’Unione Nazio-nale Rappresentati Autoveicoli Esteri (UNRAE) le causevanno ricercate nell’incerta situazione politica e si auspicache il nuovo governo rilanci il settore automobilistico.

LA POSIZIONE DELLA UILMIl 3 settembre si è tenuto il coordinamento nazionale dellaUilm del settore auto che si occupa di Fca, ChnI, Marelli,Ferrari, e tanti altri contesti lavorativi nel mondo automo-tive.Per quanto riguarda gli investimenti programmati e il fu-turo occupazionale degli stabilimenti “il primo obiettivosarà accelerare il confronto sui piani industriali per dareprospettive e garanzie a tutti i lavoratori italiani” spiega inuna nota il coordinamento nazionale auto della Uilm.Si chiedono, continua la nota, “incontri di settore per chia-rire le prospettive di tutti gli stabilimenti di montaggio, distampaggio e di motori” oltre a “un incontro di approfon-dimento del piano industriale presentato da Cnh Industrial,tanto più che lo spin off con Iveco pone oggettivi interro-

gativi sul futuro delle realtà italiane”.Per quanto riguarda la situazione Marelli “resta da com-prendere nel lungo periodo quali cambiamenti potrannoaversi in seguito alla fusione con i giapponesi di Kansei”. In-fine, rispetto alla negoziazione di un accordo specifico Fer-rari “è partita la negoziazione dell’accordo e anche stavoltadovrà portare un riconoscimento importante per i lavoratoridi Maranello”. “In ogni caso – conclude la nota – si esprimela soddisfazione e l’augurio che il rinnovo del Ccsl (Con-tratto collettivo specifico, ndr) possa costituire un punto diriferimento utile per quello imminente del Ccnl (Contrattocollettivo nazionale del lavoro, ndr)”.

POMIGLIANO: INVESTIMENTO DA UNMILIARDOIl 4 settembre si è tenuto presso il ministero dello Sviluppoeconomico un incontro sulla situazione dello stabilimentodi Fca a Pomigliano per la proroga di 12 mesi della cassa in-tegrazione straordinaria per riorganizzazione. In questa oc-casione Fca ha dichiarato che a inizio 2020 partirà ilcantiere per l’allestimento della linea di monitoraggio dellanuova vettura del segmento CUV, nota come Tonale, e cheproseguiranno gli investimenti necessari alla produzionedella Panda anche nella nuova versione ibrida.Il lancio del Tonale è previsto per metà 2021, mentre già ainizio del prossimo anno sarà messa sul mercato la PandaMild Hybrid. Si tratta di un investimento complessivo dicirca un miliardo di euro ed è “una notizia di grande impor-tanza per lo stabilimento di Pomigliano e da lungo tempoattesa, che garantisce una prospettiva di crescita produttivae di piena occupazione” ha dichiarato Gianluca Ficco, Se-gretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. “È ilcoronamento degli sforzi, della professionalità e dei sacrifici

Auto: Pomigliano riparte nonostante la fase negativa del

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dei lavoratori – continua Ficco – nonché il risultato di accordisindacali a volte difficili ma sempre lungimiranti”. A questopunto, conclude il Segretario nazionale Uilm, “confidiamodi conoscere in tempi ragionevoli i tempi dei lanci dellealtre vetture indicate nel piano industriale e naturalmentechiederemo a Fca di calendarizzare gli incontri di settoreper approfondire le prospettive di tutti stabilimenti”.

SPIN-OFF IVECO-CHNILa decisione di Cnh Industrial di separare dal 2021 le attivitàdei camion Iveco e di Ftp, il marchio del gruppo che pro-duce motori, assali e trasmissioni, fa riflettere le organizza-zioni sindacali sul futuro occupazionale di circa 17milalavoratori dipendenti del gruppo in Italia, di cui circa i dueterzi lavorano nelle società oggetto dello scorporo. Con lanascita di due nuove aziende, una di nuova costituzioneper veicoli commerciali e motori, l’altra dove rimarranno isegmenti agricoltura, costruzioni e veicoli speciali, “si chiedesi chiarire le ricadute sull’Italia” dichiara ancora Ficco. Sitratta di un piano “oggettivamente molto ambizioso dalpunto di vista degli obiettivi finanziari prefissati” dopo unaphone conference avuta con i vertici aziendali.

Rispetto al futuro assetto societario, spiega il Segretario na-zionale Uilm, “la nascente società frutto dello scorporo re-sterà nel perimetro Exor” e “al contempo è stata annunciatala alleanza con la americana Nikola, con il fine di rafforzarele competenze e le tecnologie sulle nuove propulsioni”.Per quanto riguarda l’occupazione e la conoscenza degliatti che l’azienda vuole mettere in campo, parlando con ivertici aziendali, “abbiamo convenuto sulla necessità di unincontro da tenersi a breve e più in generale sull’opportu-nità di avviare un percorso di confronto, dato che lo spin-off sarà realizzato non subito ma entro l’inizio del 2021”continua.“Dal punto di vista sindacale – conclude – è essenziale com-prendere gli sviluppi potenziali di lungo periodo e soprat-tutto i possibili risvolti occupazionali del piano industriale,al fine di cercare di garantire la massima tutela possibileper i lavoratori italiani, tanto più che siamo già impegnatiin un delicato confronto su alcune importanti realtà delgruppo, a partire dalla fabbrica di Foggia. È evidente lagrande importanza per l’Italia dello spin-off, giacché circa idue terzi dei lavoratori italiani di CnhI sono occupati pro-prio in Iveco e in FPT Industrial”.

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Ferriera di Servola: no alla chiusura dell’area a caldo

Seicento lavoratori a rischio. La chiusura di uno degli im-pianti siderurgici più importanti d’Italia appresa solamentea mezzo stampa, senza alcuna discussione preliminare nécon le organizzazioni sindacali né con i lavoratori della Fer-riera. Una modalità che ha sconcertato i sindacati metal-meccanici e che non lascia ben sperare per il futuroproduttivo e occupazionale del sito triestino.

COMUNE E REGIONE:

CHIUDERE L’AREA A CALDO

Il 17 luglio scorso il Consiglio regionale del Friuli-VeneziaGiulia ha esaminato e approvato una mozione che impe-gna la Giunta regionale a “dare attuazione all’aggiorna-mento dei valori obiettivo previsti nell’Aia a tutela dellasalute dei cittadini” e “a fissare, insieme alla proprietà, un

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puntuale e stringente crono programma per la chiusuraprogressiva dell’area a caldo dell’impianto siderurgico”,oltre a prevedere delle misure per la tutela degli attuali li-velli occupazionali. Alla decisione del Consiglio regionale sisomma quella del Comune di Trieste che condivide e riba-disce la volontà di voler chiudere il sito perché “l’area acaldo della Ferriera non è compatibile con la mutata sen-sibilità ambientale e non rappresenta lo sviluppo della cittàdi Trieste” ha dichiarato il Sindaco Roberto Dipiazza.

ARVEDI:

COSTRETTI A CHIUDERE L’AREA A CALDO

Il fondatore e presidente del gruppo siderurgico, GiovanniArvedi, che ha rilevato quattro anni fa lo stabilimento trie-stino, dopo le decisioni degli enti locali di voler chiudere laFerriera ha dichiarato in una nota che “la produzione del-l’area a caldo dovrà fermarsi nel più breve tempo possibile”.Nel suo comunicato apparso su un quotidiano locale riven-dica il lavoro svolto perché “grazie ai nostri significativi in-vestimenti per l’adeguamento e l’ammodernamentotecnico e strutturale degli impianti previsti dall’accordo diprogramma, oggi la Ferriera produce rispettando tutti i va-lori e parametri fissati dall’Aia (l’Autorizzazione integrataambientale).

POSIZIONE DEI SINDACATI

In un comunicato unitario, Fim Fiom e Uilm hanno dichia-rato che le decisioni della Regione, del comune di Trieste edell’azienda sono “inaccettabili per i lavoratori” perché “nonsi possono mettere in discussione seicento posti di lavorosenza certezze sul futuro”. Scelte incomprensibili anche esoprattutto dopo gli investimenti di risanamento ambien-tale compiuti da Siderurgica Triestina nei cinque anni digestione dell’ex sito di Lucchini. Le organizzazioni sindacalinon comprendono nemmeno “quale progetto di sviluppoeconomico e produttivo ‘alternativo’ potrebbe essere ingrado di valorizzare le professionalità e le competenze deilavoratori triestini al pari di quello previsto dall’attuale Ac-cordo di programma e del piano industriale del gruppo Ar-vedi”.L’11 settembre a Trieste, in concomitanza a una partecipatamanifestazione in Piazza Unità d’Italia, c’è stato l’incontrorichiesto dalle organizzazioni sindacali, fra le le segreterie

nazionali e territoriali Fim Fiom Uilm, le Rsu della Ferrieradi Servola e i rappresentanti della Regione Friuli VeneziaGiulia con la presenza del Presidente Massimiliano Fedriga.Nel corso della riunione i rappresentanti sindacali hannostigmatizzato le modalità con cui sono state rilasciate que-ste gravi dichiarazioni, “incuranti e insensibili della conse-guente messa in discussione di 600 posti di lavoro e chehanno riconfermato le preoccupazioni dei lavoratori sulleprospettive occupazionali e industriali del sito siderurgico”.

ALCUNA CERTEZZA

Dall’incontro con le istituzioni “non è emersa alcuna cer-tezza su un progetto di riconversione compiuto e concretoche assicuri la continuità occupazionale di tutti i lavoratoridella Ferriera e nessuna certezza sui tempi di realizzazionedello stesso”. Ai rappresentanti della Regione e del Comunedi Trieste “abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla chiu-sura dell’area a caldo in mancanza di una concreta e credi-bile alternativa alle attuali attività della Ferriera: le eventualiscelte politiche di sviluppo sull’area portuale di Trieste nondovranno essere pagate dai lavoratori della Ferriera”.Fedriga ha confermato alle parti sindacali di aver già inol-trato una richiesta di convocazione urgente presso il Miseper proseguire il confronto con i sindacati, Arvedi e i mini-steri firmatari dell’Accordo di programma. Assenti all’incon-tro i rappresentanti dell’azienda che non sono staticonvocati al tavolo dalla Regione dopo le gravi dichiarazionirilasciate in merito al disimpegno sul sito triestino. Le orga-nizzazione sindacali hanno quindi richiesto al Presidentedi intervenire presso Arvedi “affinché assicuri la continuitàproduttiva e il massimo livello di attenzione sulla sicurezzain fabbrica”.

CONVOCAZIONE AL MISE

A questo punto le parti sindacali attendono “con atten-zione la convocazione da parte del Mise prevista per laprossima settimana, con la presenza dei rappresentanti delgruppo Arvedi, per riportare tutte le questioni in sede go-vernativa a tutela dei lavoratori della Ferriera”.Inizia un lungo e difficile percorso “in cui sarà necessariomettere in campo ulteriori iniziative di mobilitazione” con-cludono le organizzazioni sindacali.

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Il 9, il 10 e l’11 settembre si è svolta la Summer School delnostro sindacato europeo, IndustriAll Europe, con la parte-cipazione di quasi 40 rappresentanti dei sindacati europeidei metalmeccanici e degli altri settori manifatturieri comela chimica, l’energia e il tessile, che sono appunto quelli dicompetenza di IndustriAll. Quest’anno la sede del semina-rio è stata la “scuola della Cisl” di Fiesole, storica e bellastruttura di quella Confederazione a mezz’ora a piedi dallastazione di Firenze, ma immersa nel verde delle colline chela circondano.

ARGOMENTI TRATTATI

Il confronto tra i partecipanti si è svolto sostanzialmente sutre aspetti.Il primo stato quello relativo all’esame della situazionecomplessiva europea e alle vicende nazionali. Si è discussodella possibilità che – anche alla luce del rallentamentodell’economia europea – la nuova Commissione europeapossa attenuare la politica di austerità e finalmente ascol-tare le istanze delle organizzazioni sindacali che chiedonoda tempo il ritorno a una politica di espansione a livello eu-ropeo. Certo le incognite sono molte: la “guerra commer-ciale” tra USA e Cina, la Brexit, alcuni appuntamentielettorali in Paesi europei, ma il sindacato europeo ha il do-vere di insistere per il rilancio dello sviluppo e dell’occupa-zione. In proposito, posso testimoniare la coerenza traquanto si propone a livello europeo, quanto le Confedera-zioni italiane stanno chiedendo al nuovo governo e anche

con lo spirito della piattaforma per il rinnovo del CCNL deimetalmeccanici: tematiche differenti per portata e livellodi discussione ma comunque interconnesse.Il secondo argomento è stata una discussione sul lavoroprecario che è un problema comune e diffuso soprattuttotra i giovani in tutti i Paesi europei, ma che – siccome si ar-ticola e si espande negli spazi che le differenti legislazioninazionali prevedono – non trova e non troverà, almeno amio avviso, una soluzione a livello europeo: si tratta di untema che dobbiamo affrontare necessariamente a livellonazionale con interventi legislativi e contrattuali.Il terzo tema di discussione è stata la campagna sindacaleeuropea “together at work” per promuovere la contratta-zione, rafforzando le Organizzazioni sia in termini di iscrittiche in termini di ruolo.Per me, è stato l’aspetto più interessante: l’idea di svolgereuna campagna di comunicazione e sensibilizzazione del-l’opinione pubblica e dei rappresentanti politici e delle isti-tuzione sul fatto che una libera e concreta contrattazionerappresenti il modo migliore per realizzare l’equità e la so-lidarietà che sono le caratteristiche del “modello sociale eu-ropeo”, modello un po’ appannato dopo questi dieci annidi austerità, ma ancora oggi – se guardiamo all’intero pia-neta – la migliore soluzione trovata. Della campagna “Toge-ther at work” ha già scritto su questa rivista nel numero del19 luglio Chiara Romanazzi, a me non resta che confermarecome questa campagna debba essere considerata un mo-mento importante per tutti noi della Uilm.

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La Summer School di IndustriAll Europedi Luca Maria Colonna

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La cultura della sicu-rezza sul lavoro nascenelle scuole, ed è sol-tanto partendo daquesti luoghi che pos-siamo dare agli stu-denti, i lavoratori didomani, gli strumentinecessari per confron-tarsi con i rischi con-nessi alle attivitàlavorative. L’attenzioneche stiamo riscon-trando su questo temaè incoraggiante e io vo-glio soprattutto sottoli-neare come e perchél’educazione può edeve migliorare le con-dizioni di sicurezza esalute nel lavoro. Sicurezza sul lavoro che peraltro è oggettodi norme, verifiche e sanzioni severissime, senza tuttavia chegli incidenti sul lavoro diminuiscano in maniera evidente,segno dunque che qualcosa non va. Ecco quindi l’impor-tanza di una riflessione specifica sulla cultura che deve ac-compagnare queste azioni. Cultura, sicurezza e lavorodevono andare insieme, sono tre fondamenti della nostrasocietà e della nostra civiltà, sono tre pilastri su cui può edeve fondarsi l’esistenza di ogni individuo. Soprattutto in Ita-lia, culla della cultura occidentale e del diritto. Abbiamo unalegislazione all’avanguardia in tema di sicurezza e il lavoroè richiamato nel primo articolo della nostra Costituzione.

INCIDENTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2018Eppure, in Italia ogni anno dobbiamo registrare numeridrammatici a causa degli incidenti sul posto di lavoro. Solonel 2018 ci sono state 1.133 vittime, 59.585 malattie profes-sionali e 641.261 infortuni sul lavoro. Nell’Unione Europea, ilcosto per infortuni sul lavoro e malattie professionali è sti-mato in 476 miliardi di euro l’anno, il 3,3% del PIL Europeo,ma nel caso delle malattie professionali l’impatto finale èdifficilmente quantificabile. Queste patologie insorgono in-fatti a distanza di anni, perché il lavoratore è stato espostoa elementi inquinanti, cancerogeni, dannosi. Alcuni ele-menti – con i relativi effetti nocivi – nemmeno si conoscono(da qui l’importanza della ricerca nel settore), mentre altrimateriali sono tristemente noti e sono entrati nella cronacae nella storia di questo Paese. Il pensiero va in particolare aquella catastrofe epocale rappresentata dall’uso del-l’amianto che ha portato a migliaia di vittime in tutta Italia.Ma oltre all’amianto ci sono il radon, la diossina, i fertiliz-zanti chimici, le vernici.

DATI ITALIANI DA SCENARIOBELLICOStiamo parlando di uncosto enorme, umanoe sociale, eppure que-ste tragedie ormai ot-tengono solo unastanca attenzione daparte dei mass mediae sono ascoltate condistacco da un’opi-nione pubblica ormaiassuefatta. Il nostroPaese sembra rasse-gnato a convivere conil problema degli inci-denti sul lavoro e l’Italiasi è abituata a dover“contabilizzare” ogni

anno i caduti, i feriti, gli invalidi, come fosse un fatto inelut-tabile. Ma io ritengo che non sia così. Non lo posso accet-tare come padre di due figli che diventeranno lavoratori.Non lo può accettare l’Indire che in quanto istituto di ri-cerca è impegnato a cercare soluzioni ai problemi. Non lodebbono accettare gli italiani perché il problema riguardal’intera società e tutti possono finire in quelle statistiche. Loripeto. Non ci si deve arrendere a quei “numeri”. Quella con-tro gli incidenti sul lavoro è una battaglia aperta, che puòessere vinta e l’Italia, per propria fisionomia economica esociale, non può sottrarsi a questa sfida. Il nostro è ungrande Paese industriale, manifatturiero, agricolo, è una na-turale piattaforma logistica per mettere in collegamentotre continenti. Ha una tradizione gloriosa in tema di mec-canica industriale, di cantieristica navale, di grandi infra-strutture, di petrolchimica, di lavorazione tessile. Ha unpatrimonio tecnico e tecnologico preziosissimo. In tutto ilmondo, i nostri prodotti, per il solo fatto di essere “made inItaly”, sono considerati di livello superiore, migliori, più affi-dabili. L’Italia ha nel suo DNA la spinta alla produzione diqualità di beni e servizi.

CULTURA DELLA SICUREZZAQuesta attitudine può essere mantenuta e sviluppata solocon una forza lavoro preparata, consapevole, messa nellecondizioni di rendere al meglio. Ogni giorno uomini edonne entrano nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici, neilaboratori per dare il proprio contributo alla crescita delPaese e lo devono poter fare avendo in sé tutti gli elementiculturali e conoscitivi per affrontare le loro mansioni lavo-rative in piena sicurezza. La legislazione, le norme, i con-

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La scuola è la nuova fabbrica dove si semina la culturadella sicurezza di Andrea Farinazzo

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trolli, le sanzioni sono fondamentali. Ma ovviamente nonbastano. Spesso si arriva ai controlli e alle sanzioni dopo cheun incidente è avvenuto e ha prodotto i suoi effetti. Questoè il punto centrale. Dobbiamo spostare l’attenzione dal“dopo” – quando il danno è stato fatto – al “prima”, quandol’incidente può essere evitato. Questo lo facciamo se inve-stiamo sulla cultura della sicurezza, dando al singolo citta-dino-lavoratore la sensibilità, la conoscenza, il giustoatteggiamento per prevenire il rischio. Un euro investito inprevenzione porta un risparmio esponenziale rispetto aquanto lo Stato deve spendere in termini di assistenza,cura, riabilitazione del lavoratore che ha avuto un incidente;senza contare che un lavoratore che rimane vittima o feritoo inabile è una sconfitta per l’intero sistema Paese, benoltre i “costi” economici e umani che si determinano.

IL RUOLO DELLA SCUOLAIn questa prospettiva, la scuola è il luogo naturale dove in-trodurre i primi elementi di cultura della sicurezza. Rappre-senta l’ambiente dove si stanno formando i lavoratori didomani, dove si può apprendere senza essere soffocatidalla quotidianità del lavoro, dove i nostri figli vanno ac-compagnati in un percorso di crescita fino a diventare deiveri cittadini.Per questo, la scuola è il terreno naturale dove seminare iprimi elementi di una cultura della sicurezza e questa èuna delle più importanti novità del Decreto Legislativo n.81 del 2008, il Testo Unico in materia di salute e sicurezzasul lavoro, la legge di riferimento su questo tema che cista tanto a cuore. È una legge molto importante che rior-dina, mette a sistema, razionalizza le norme del settore.Un testo che ha il merito di introdurre un concetto fonda-mentale: bisogna formare gli studenti per poter contarein seguito su lavoratori preparati e attenti sul fronte dellaprevenzione. Una novità importantissima che a suo tempoha destato un plauso e un consenso generali. Una novitàche purtroppo è rimasta “lettera morta”, priva di alcun ri-sultato concreto. Un’enorme occasione persa, perché pun-tare sulla scuola è un’opportunità e una necessità previstadalle norme dello Stato e prescritta dal buon senso. Tantopiù oggi, con la diffusione dell’alternanza scuola-lavoro, unnuovo sistema di formazione che finalmente avvicina ilmondo dell’educazione a quello delle aziende. Il passag-gio dai banchi di scuola o da un laboratorio scolastico aun vero e proprio luogo di lavoro non può essere sottova-lutato nella sua complessità e anche rischiosità, non ci sipuò limitare a pretendere che l’azienda sia in regola,abbia tutte le dotazioni, si sia dotata di tutte le proceduredel caso. È chiaro che tutto questo è assolutamente ne-cessario, ma non basta. Allo studente che si accinge a la-sciare il suo istituto scolastico per affacciarsi nel mondodel lavoro vanno dati gli elementi utili. Un giovane deveessere pronto ad affrontare la complessità di un luogo dilavoro che è ben diverso rispetto a un’aula scolastica. Lacultura della sicurezza è parte essenziale di quell’educa-zione civica che deve accompagnare la crescita di ognigiovane.

COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI EAZIENDERegole, controlli e sanzioni sono fondamentali ma non ba-stano. La sfida rappresentata dagli incidenti sul lavoro puòessere vinta soltanto se tra le varie azioni messe in camposi punta sulla formazione culturale dei giovani. Ci voglionogiovani preparati, formati, coscienti del rischio insito di persé in ogni attività lavorativa. Soltanto con questa azioneeducativa è possibile attenuare – e in prospettiva debellare– il fenomeno degli incidenti sul lavoro che oggi è ende-mico. Mi preme sottolineare la necessità di una collabora-zione inter-istituzionale tra tutti gli attori in campo. Il temadella prevenzione sulla sicurezza del lavoro può essere af-frontato solo mettendo in rete le competenze delle Istitu-zioni dello Stato: il Ministero della salute, il Ministerodell’Istruzione, il Ministero del Lavoro, l’INAIL, gli uffici com-petenti delle ASL, i reparti specializzati delle forze di Polizia,i Vigili del Fuoco. Tutti devono collaborare, soprattutto sul-l’aspetto dell’educazione dei giovani. Il Decreto 81, infatti,tra tanti meriti non riesce a delineare in maniera netta eunivoca chi deve occuparsi di questa formazione culturalenelle scuole. Il Miur ha ovviamente un ruolo fondamentaleperché è il padrone di casa della Scuola italiana, ma nonpuò far da solo. Le competenze tecniche specifiche sullaprevenzione sono proprie di altre istituzioni. Non si potràincidere senza un’azione coordinata tra i tre Ministeri – del-l’Istruzione, del Lavoro e della Salute – oltre alle altre realtàvariamente coinvolte con compiti essenziali. La “genericità”della norma può essere superata solo col senso di respon-sabilità e di collaborazione tra gli uomini e le donne delloStato che guidano e amministrano le Istituzioni che homenzionato. Si può vincere la sfida solo facendo squadra,ci vuole una visione più ampia rispetto al compito asse-gnato a ognuno di noi. Insieme possiamo farcela. Gli inci-denti sul lavoro possono diminuire. Basta individuarequesta come una delle priorità del Paese e muoversi diconseguenza. Su questo tema non mi aspetto le resistenzee le ritrosie che spesso si registrano quando bisogna met-tere diverse istituzioni allo stesso tavolo, poiché la posta ingioco è troppo importante e non c’è spazio per personali-smi e giocate solitarie. Con lo sforzo di tutti possiamo far sìche un giovane coinvolto oggi in un’attività formativa diprevenzione possa evitare di finire domani in una di quelledrammatiche statistiche che ho ricordato in precedenza. Èuna sfida che non ammette alcun disimpegno. Basta guar-dare negli occhi questi meravigliosi ragazzi che divente-ranno lavoratori e classe dirigente del Paese nei prossimianni per capire l’importanza della posta in palio.Importante sarebbe insegnare nelle scuole la sicurezza sullavoro come strumento di educazione civica non come im-posizione legislativa, i bambini di oggi saranno gli impren-ditori o i lavoratori di domani e quando si troverannodavanti ad una scelta o a una decisione avranno all’internodel proprio Dna, sia che siano lavoratori che imprenditori,la Cultura della Sicurezza, e lì non ci sarà bisogno di nes-suna legge imposta dallo Stato italiano. Saranno loro i vericultori della Sicurezza sul lavoro.

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