Ladolescenz a Cerchiara 11.07.2009 Simonetta Longo 2009.

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Ladolesce nza Cerchiara 11.07.2009 Simonetta Longo 2009

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Simonetta Longo 2009

L’adolescenza

Cerchiara 11.07.2009

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L’identità dell’uomo !!!

Ogni essere umano per diventare pienamente

se stesso ha bisogno di una base sicura.

Questa base in modi diversi a seconda delle

età è rappresentata dalle figure primarie.

E’ in rapporto ad esse che il soggetto acquista la sua

identità e da esse apprende valori, acquista

mandati e deleghe.

La famiglia è in breve il luogo della fondazione

dell’individuo!

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Una famiglia sarà tanto più sana, quanto più

favorirà la tendenza dei suoi membri verso la

crescita e l’autonomia.

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I permessi !!!•Un bambino nel

venire al mondo ha bisogno di ricevere dai suoi genitori e, in particolare, dalla madre, una serie di permessi legati ai

suoi bisogni primari.

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I permessi e i divieti ( le ingiunzioni !)

Dai genitori gli può essere accordato il permesso di essere se stesso, oppure essergli negato!

Esprimere tutte le emozioni anche quelle negative come la rabbia oppure vietargli alcune espressioni!

I genitori possono accordare il permesso di esistere oppure no, il permesso di sbagliare o di essere perfetti!

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I permessi condizionati e incondizionati

I permessi condizionati• I genitori possono

trasmettere al figlio il messaggio: “ Se ti comporti bene, se non crei problemi, se mi fai sentire un buon genitore, avrai il mio affetto e la mia approvazione, altrimenti sarai per me un peso, un problema etc”.

I permessi incondizionati• Un permesso

incondizionato si ha quando il genitore accorda al figlio la possibilità di essere fino in fondo se stesso e di essere amato senza condizioni e messaggi impliciti vincolanti.

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Ogni bambino struttura la sua

personalità a partire dai permessi o dalle ingiunzioni ricevuti

dalle figure primarie

Imparerà a sviluppare la sua dimensione

libera o iper adattata a seconda dei

messaggi impliciti ricevuti.

L’imprinting realizzato nei

primissimi anni risulterà molto

significativo per il resto della vita!

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“Ognuno è genitore in base al modo in cui è stato figlio”

Nel rapporto con i propri figli si rivive la propria infanzia al punto che si

può dire “ognuno è genitore in base al modo

in cui è stato figlio”.

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La nascita di un figlio provoca spesso un rinnovato coinvolgimento con le altre generazioni: i nonni!

I genitori allevano i loro figli sulla base degli ideali e delle immagini che hanno introiettato a loro volta dai loro genitori.

Quando si alleva un figlio si trasmette una cultura intergenerazionale che avrà conseguenze importanti nella strutturazione dell’individuo.

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Quando un genitore si dimostra poco

attento ai bisogni del figlio o discontinuo

nella sua disponibilità, il

bambino è caratterizzato da insicurezza e dal

timore di perdita di appoggio e quindi dalla difficoltà di

staccarsi da lui per esplorare da solo il

mondo.

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La relazione con i genitori è il modello di tutte le altre relazioni!

I genitori sono figure di riferimento per il bambino sia sul piano reale sia su quello simbolico, inoltre i genitori rappresentano il primo modello sociale strutturato. Questo significa che il bambino entrerà in relazione con la scuola e con il mondo sociale che lo circonda, con le stesse modalità con cui entra in relazione con i suoi genitori.

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E’ a partire da questi presupposti che la nostra attenzione può rivolgersi a quella fase

particolarmente delicata della persona umana che è la preadolescenza e adolescenza!

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La rivoluzione dell’adolescenza

L’adolescenza è un’età nella quale ci si trova di fronte a delle rivoluzioni sia dal punto di vista fisiologico

che psicologico ed emotivo.

Tali cambiamenti, tutti insieme non avverranno

mai più lungo il resto della vita di una persona.

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Le variabili fisiologiche

L’adolescenza è legata alla pubertà cioè a forti cambiamenti dal punto di vista corporeo. E’ il periodo di massima crescita fisica della persona:

Crescita e sviluppo dal punto di vista ormonale

Crescita e sviluppo sessuale

Mutamento dell’immagine personale

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Il corpo diventa per colui e colei che lo possiedono un grande sconosciuto. Tutto

ciò induce l’adolescente a ristrutturare l’immagine del proprio sé corporeo. Il ragazzo/a abbandona l’immagine del

proprio corpo bambino e deve ritrovarsi in un nuovo corpo adulto.

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I cambiamenti intellettuali e mentali

L’adolescente è colui che si proietta nel futuro, e ciò è possibile perché può contare su uno sviluppo cognitivo diverso rispetto a quello

dell’infanzia, periodo caratterizzato dal pensiero concretistico.

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Il bambino sa ragionare ma non sa astrarre

Ha bisogno di rapportarsi a realtà

concrete ed esperibili

E’ solo nell’adolescenza che si arriva a

conquistare la capacità di ragionamento

astratto

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E’ nell’adolescenza che ci si confronta con modelli

ideali

Ci si interessa di filosofia, politica e si pongono i

problemi di fede

Si sperimenta un’ansia esistenziale che porta gli

adolescenti a ricercare qualcosa di diverso da ciò che è proposto

dai loro genitori

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Il gruppo dei pari

L’adolescente ha un fortissimo bisogno del gruppo dei pari. Nel gruppo,

spesso si cerca la rassicurazione e la conferma della propria identità che non si sperimenta più in rapporto

alle figure primarie.

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Gli adolescenti sono fortemente oppositivi!!!

L’adolescenza è il periodo nel

quale i

ragazzi

devono

mettersi in

antitesi per

arrivare alla

sintesi !

La necessità di scontrarsi nasce dalla necessità di fare scacco, di fare testa a

testa, per poter conquistare ciò che è stato loro

insegnato.

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Il mutamento psicologico• E’ l’età delle grandi

insicurezze e delle grandi curiosità (la voglia di viaggiare)

• Si interrogano su chi sono e in che cosa si stanno trasformando e che cosa diventeranno.

• Quando gli adulti dicono loro che questa è un’età meravigliosa si sentono incompresi e non riconosciuti.

• Per alcuni l’adolescenza è un momento di grande travaglio e sofferenza.

Il mondo genitoriale

viene avvertito come lontano e

giudicante

Vivono angosce

esistenziali profonde

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Adolescenza come processo di “lutto”

Lutto in psicologia è termine che indica ogni fenomeno di perdita che precede un processo di acquisizione. In sintesi l’adolescenza va incontro a tre lutti fondamentali, tutti e tre riconducibili alla morte dell’infanzia

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La morte dell’infanzia!

•Muoiono le immagini infantili dei genitori, come figure onnipotenti e onniscienti, oggetto di invidia e desiderio nell’infanzia.

•Muore l’immagine del proprio corpo bambino che la pubertà ha trasformato.

•Si perde il ruolo familiare e sociale che è proprio dell’infanzia, con la perdita anche dell’immagine tipica del bambino.

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La perdita del ruolo infantile!!!

• Durante l’infanzia, il bambino ha nella famiglia un ruolo ben definito. Sapeva quali erano i suoi doveri e i suoi diritti, fino a che punto arrivavano le sue piccole libertà e le limitazioni imposte dai genitori.

• Durante la fase pre-adolescenziale e adolescenziale, il ruolo del bambino, man mano viene ad essere meno adeguato, i desideri e i bisogni cambiano. E’ il momento in cui si crea una conflittualità tra autonomia e dipendenza.

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Né grandi né piccoli!

Gli adolescenti non sono né grandi né piccoli.

Se non sono piccoli hanno diritto a libertà maggiori

Se sono grandi perdono il diritto a vantaggi che non vengono più riconosciuti

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La perdita della visione infantile dei genitori!

Con l’adolescenza inizia il distacco dalla famiglia e i figli si disamorano dei genitori.

Per raggiungere l’autonomia e sentirsi adulto, responsabile e libero, l’adolescente deve compiere il distacco dai genitori.

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La svalutazione genitoriale!

E’ molto importante sottolineare che l’autonomia non è possibile

senza una certa svalutazione delle figure genitoriali, svalutazione che

non è fine a se stessa, ma funzionale alla crescita

dell’indipendenza del figlio!

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IMPORTANTISSIMO!!!

Un padre ed una madre che continuino a presentarsi come indispensabili per il figlio;

che ribadiscono il loro diritto ad essere ubbiditi, contribuiscono a mantenere saldo il cordone ombelicale che lega i figli a loro, con il rischio che questi rinuncino al loro mondo e

ad essere fino in fondo se stessi, con gravi danni allo sviluppo della personalità!

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Cosa ancora più difficile quando il

ragazzo ha interiorizzato un

iper-adattamento al mondo genitoriale

per cui teme inconsciamente il

rifiuto da parte dei genitori.

Di quanto sia forte la

tendenza a rinunciare a realizzare il bisogno di essere se

stesso e di saper agire da

solo.

Molte volte i genitori non

capiscono quanto costi

al figlio la spinta

all’autonomia

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Il nuovo Sé!

Quando un ragazzo diventa adolescente, per trovare se stesso, ha bisogno di mettere in discussione i

suoi legami e riformularli, creandone di nuovi. Ha bisogno di mettere in discussione ciò che era

prima e che era il riflesso di ciò che pensavano di lui/lei i suoi genitori. Nell’adolescenza è

necessario compiere un passaggio tra questo Sé che gli hanno attribuito gli altri e deve riformulare un Sé nuovo. Non riesce a farlo senza scosse ma

in modo brusco.

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Il “lutto del nido vuoto”

Lo strattone sarà tanto più brusco quanto più il genitore vorrà tenere il figlio attaccato, perché infatti ci sia un distacco poco traumatico, bisogna che ci sia, da un lato un

figlio che voglia la sua autonomia, dall’altra un genitore capace di

elaborare il “lutto del nido vuoto”, cioè che lasci staccare il figlio

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Il disturbo del comportamento in bambini e in

adolescentiSIMONETTA LONGO 2009

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Lo sviluppo dell’aggressività nei bambini e negli adolescenti

Bambini e adolescenti che manifestano aggressività hanno una visione del mondo tale per cui sono generalmente convinti che gli altri agiscano in modo ostile verso di loro.

Come risultato essi cercano nel loro ambiente informazioni che possano confermare questa credenza. Interpretano in modo sbagliato il comportamento dei pari e degli adulti e ritengono che gli altri siano tutti nemici.

Essi reagiscono a problemi interpersonali con soluzioni violente.L’ambiente rappresenta una causa influente in tutto questo.

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“IL CLIMA FAMILIARE COERCITIVO”

Le ricerche hanno dimostrato che in molte famiglie di bambini e adolescenti aggressivi esiste un clima “familiare coercitivo” che si riscontra quando adulti e ragazzi imparano ad usare comportamenti negativi per controllarsi l’un l’altro e i genitori non sono in grado di gestire il figlio.

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In un clima familiare coercitivo non è insolito per i genitori dare ordini violenti, urlare, incolpare e criticare allo scopo di controllare.

Analogamente il figlio si comporta in modo testardo, urla, si arrabbia, incolpa e critica allo scopo di controllare i genitori.

Di solito o il genitore o il figlio si arrende all’altro, cosa che è rinforzante per entrambi

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Quando esiste un clima familiare coercitivo, i

genitori sono spesso inefficienti in varie aree

del loro ruolo: danno maggiore attenzione al

figlio quando questi si comporta

negativamente piuttosto che quando si

comporta positivamente.

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I nove fattori dell’aggressivitàLo spazio vitale

Il modo di comunicare

La stima di sé

La sicurezza

L’autonomia

La forzatura del ritmo

La minaccia del’identità

L’insicurezza del benessere

La mancanza di comprensione

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I tre stili della comunicazione umana

lo stile remissivo

lo stile aggressivo

lo stile assertivo

Simonetta Longo 2009

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Non credi che sia il

momento di fare i compiti?No! Non mi

sembra ancora il momento di fare i compiti!

LA COMUNICAZIONE PASSIVA!

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LA COMUNICAZIONE PASSIVA

Gli insegnanti e i genitori che usano le forme passive di comunicazione hanno di solito bambini e adolescenti che assumono comportamenti manipolativi e controllanti. Questi adulti hanno difficoltà a stabilire delle regole.

Queste comunicazioni passive sono sotto forma di domanda, come se si dovesse lasciare la decisione al bambino o al ragazzo.

Ciò genera un circolo vizioso che trasforma la comunicazione passiva in comunicazione aggressiva.

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LA COMUNICAZIONE AGGRESSIVA

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“NON SEI MAI CAPACE DI ESPRIMERTI CORRETTAMENTE!”

“Non mi stai mai a sentire!”

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La comunicazione aggressiva

Gli adulti che ricorrono a questa modalità di comunicazione privilegiano il ricorso a svalutazioni, minacce, commenti umilianti per esercitare un controllo.

Ciò può produrre un “controllo temporaneo”, ma in realtà il ricorso a tali frecciate abbassa ulteriormente il livello di autostima del ragazzo e può ingenerare rabbia e risentimento senza creare i presupposti di una crescita educativa.

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La comunicazione assertiva“Quando finirete i compiti potrete giocare!” “Smetti immediatamente o sarai escluso dalla gara!”“ Vedo che in questo momento sei furioso, vuoi parlare di quello che è successo?”

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la comunicazione assertiva!Gli adulti che usano questa forma di comunicazione sono

sicuri di sé e possono esprimere le loro idee, le loro necessità e i loro desideri in maniera chiara e diretta, rispettosi dei diritti e della sensibilità dei bambini e degli adolescenti. Essi forniscono la struttura necessaria con l’essere espliciti e onesti nei riguardi delle regole e delle aspettative. Tali adulti sono capaci di rinforzare i comportamenti adeguati, lasciando un margine di autonomia e di responsabilità personale. Essi fungono da modello, attraverso il proprio modo di agire, influenzando positivamente il comportamento di bambini e adolescenti. Simonetta Longo 2009

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Simonetta Longo 2009

La congruenza!

Nello stile assertivo le conseguenze sono chiare, soprattutto c’è congruenza tra

contenuti verbali e aspetti non verbali della comunicazione. Se c’è incongruenza tra questi

due aspetti, il messaggio potrebbe essere ignorato anche se il contenuto è appropriato!

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I segreti dello stile assertivoParker, 1992

Dire solo quello che si intende

dire

Fare richieste in modo gentile ma

fermo e conservare assolutamente il contatto visivo

Non rivolgere una richiesta in modo interrogativo e far

seguire una supervisione!

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Come gestire i rimproveri

Evitare i confronti, il sarcasmo e l’ironia

Affrontare in modo pragmatico un problema, evitando le valutazioni della persona

Evitare i “sempre” e i “mai”; essere concreti, suggerire soluzioni accettabili e realistiche.

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Le tre “C” dello stile assertivo

Chiaro

Conciso

Convincente

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La comunicazione efficace

Quando si acquista familiarità con lo stile

assertivo, molti comportamenti problema

letteralmente si dissolvono.

Molti di essi, infatti, erano stati determinati da una comunicazione

inefficace

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Simonetta Longo 2009

I tre principali disturbi comportamentali dei bambini e

degli adolescenti

1. DDAI (DEFICIT DA ATTENZIONE CON IPERATTIVITA’);

2. DOP ( DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO);

3. DC (DISTURBO DELLA CONDOTTA).

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Il metodo comportamentale• Un assunto di base del metodo

comportamentale sostiene che la quasi totalità dei nostri comportamenti è appresa nelle relazioni con le persone e l’ambiente.

• I meccanismi di tale apprendimento sono tre: 1) le conseguenze 2)condizionamento classico e dialogo interno 3)osservazione

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L’apprendimento osservativo

Un comportamento osservato nelle altre persone può essere

imitato spontaneamente

Bambini e adolescenti sottoposti all’osservazione di modelli aggressivi producono

un numero di risposte aggressive simili a quelle

osservate

Film e videogiochi hanno una capacità di

trasmettere modelli analoga a quella del

mondo reale

Il bambino o l’adolescente imiterà più facilmente

comportamenti che hanno conseguenze positive

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Simonetta Longo 2009

Il dialogo interno

• Uno strumento potente di apprendimento del comportamento è dato dal dialogo interno, cioè da quello che diciamo a noi stessi in determinate situazioni. Questo monologo interiore è in grado di attivare delle risposte emotive condizionate quali ansia, collera o tristezza.

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Simonetta Longo 2009

Le ricerche hanno evidenziato che i “cattivi

lettori” a livello emotivo motivazionale, a

causa delle frequenti frustrazioni

scolastiche tendono a sviluppare

convinzioni distorte sulle proprie

possibilità di riuscita, presentando a volte

anche stati depressivi.

Le convinzioni distorte

SIMONETTA LONGO 2008

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Simonetta Longo 2009

Helplessness (l’impotenza appresa) di Carol Dweck 2000

ODDIO!...e mò che faccio?

Non ci riuscirò

mai…! Non ci tento

neanche!

SIMONETTA LONGO 2008

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Simonetta Longo 2009

Attribuzioni inadeguate

Scarse attese di successo

Scarsa motivazione

Evitamento delle prove

Scarsa persistenza nelle prove

Prestazioni negative

Il modello motivazionale dell’impotenza appresa

SIMONETTA LONGO 2008

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Simonetta Longo 2009

“Oggi con la professoressa di italiano abbiamo affrontato un argomento che non era proprio in programma, ma è scaturito da un episodio accaduto questa mattina. Poiché c’era il compito di fisica, quando è entrato il professore qualcuno di noi è stato preso dal panico perché aveva la sensazione di non ricordare niente. Così nell’ora successiva la professoressa ci ha spiegato che possiamo affrontare la paura attraverso un dialogo interno detto modelling che può essere negativo o positivo. Nel primo caso ci poniamo domande del tipo:

A. << E ora che faccio?>>B. << Non ne sono capace!>>C. << Da dove inizio?>> Le conseguenze sono inevitabilmente negative, poiché succede che non ci si concentra sul

compito, le energie negative si spostano sul disagio, aumenta l’ansia, si perde tempo e l’esito non sarà sicuramente buono”. Potremmo definire questo stato d’animo con una parola inglese helplessness che significa, appunto, “impotenza appresa”. Nel modelling positivo le domande che ci poniamo sono diverse:

D. << Ce la posso fare!>>E. << Sono preparato!>>F. <<Calma, vai tranquillo!>>G. <<Da dove mi conviene iniziare?>>H. <<Controlla ciò che hai scritto>>I. <<Concludi>>Il risultato è che possiamo essere fieri di noi stessi”

MICHELE 1 A

Il modelling visto dai ragazzi

Simonetta Longo - 2009

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Simonetta Longo 2009

“Oggi insieme alla professoressa Longo abbiamo imparato il modelling. Esso consiste essenzialmente in un “dialogo” con noi stessi nei momenti di difficoltà. Ci poniamo domande del tipo: << E mò che faccio?>>; << Non ne sono capace>>; <<da dove inizio?>>. Ci concentriamo così sul nostro disagio e non riusciamo a ragionare sul compito. Intanto l’ansia aumenta; il tempo passa e non riusciamo a fare la prova. Il modelling serve per contrastare questo atteggiamento, dobbiamo ripeterci che abbiamo studiato, possiamo tranquillamente affrontare il compito ragionando e concentrandosi con calma. Alla fine ricontrolliamo e il risultato sarà sicuramente positivo. Per quanto mi riguarda il modelling mi ha insegnato a ragionare nel modo giusto e soprattutto a non perdere la concentrazione che è il mio punto debole da sempre”

DANIEL 1 ASimonetta Longo - 2008

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Simonetta Longo 2009

Le conseguenze

Quando un comportamento viene emesso, è seguito da conseguenze positive, negative o neutre per il soggetto dell’azione. La valenza delle conseguenze determinerà la frequenza con cui lo stesso comportamento verrà emesso in futuro.

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La centralità del non - verbale

Quando si fanno richieste il viso e le

spalle devono essere dirette verso

l’interlocutore

Il contatto oculare deve essere

assolutamente conservato

Tono della voce, gesti delle mani, movimenti del capo non devono

assolutamente comunicare

frustrazione, rabbia o confusione

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Le conseguenze come rinforzi

Ciò che determina il successo di una modificazione del comportamento è l’uso consapevole di conseguenze positive e negative. Nel lessico psicologico tali conseguenze sono dette Rinforzi. Esse si dividono in rinforzi positivi e negativi

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Il modello ABC

• La necessità di modificare un comportamento si basa sulla sequenza di tre componenti che insieme, costituiscono gli elementi fondamentali per lo sviluppo di un intervento psicoeducativo comportamentale: queste tre componenti sono: • A) evento antecedente• B) comportamento• C) conseguenze

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Un esempio di sequenza ABC

•“ Per favore, metti a posto i tuoi pennarelli”

A: Stimolo antecedente

•Il ragazzo prende i pennarelli e li mette via

B: Risposta immediata

•L’adulto dice” Bene, sono contento che tu abbia messo via i pennarelli appena te l’ho chiesto”

C: Stimolo conseguente

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L’analisi della sequenza ABC evidenzia come alla richiesta dell’adulto, faccia seguito molto più di

una risposta appresa. Il ragazzo e l’adulto traggono sensazioni positive dall’interazione reciproca. Ciò si pone in netto contrasto con la sequenza in cui il ragazzo prova frustrazione e l’adulto sente rabbia.

Utilizzando la sequenza base ABC si può arrivare a un aumento delle interazioni positive tra adulto e adolescente. Col tempo si stabilirà un legame emotivo più forte tra genitore e bambino e un

incremento di relazioni tra insegnante e alunno.

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Simonetta Longo 2009

Bibliografia

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