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L’ACQUA FIUMI E PROGETTI DI AREA VASTA: INTRODUZIONE ED ESEMPI VIRTUOSI

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L’ACQUA

FIUMI E PROGETTI DI AREA VASTA: INTRODUZIONE ED ESEMPI VIRTUOSI

Elementi storicamente ordinatori degli sviluppi insediativi, nell’ambito considerato le fasce fluviali hanno visto venir meno tale ruolo a partire dagli sviluppi edilizi del secondo dopoguerra. Da questo momento è infatti l’infrastruttura viaria a divenire il telaio insediativo attorno a cui si sono condensate le edificazioni e le maggiori “attenzioni” degli strumenti di pianificazione.Giunti oggi al termine di tale periodo storico, si vuole rivolgere lo sguardo verso ipotesi di sviluppo che sappiano essere concrete,

sostenibili e capaci di riverberarsi su ambiti di vasta scala. In tale ottica, i corsi d’acqua e le fasce spondali possono assumere nuovamente un ruolo decisivo e ordinatore rispetto al governo delle trasformazioni territoriali.Questo perché, innanzitutto, queste fasce rappresentano fondamentali serbatoi di naturalità spesso a stretto contatto con gli ambiti urbani, la cui riqualificazione sostenibile potrebbe muovere proprio dal rivalutare i fiumi come elementi “attivi” entro le proprie ipotesi di sviluppo.

In secondo luogo, emerge oggi in modo evidente la necessità di riferire singoli interventi puntuali di sviluppo urbano e territoriale a visioni strategiche di vasta scala, che sappiano connettersi con dinamiche di lungo periodo e suggeriscano la creazione di “sistemi territoriali” a livello sovracomunale in grado di inserirsi attivamente entro il quadro della competitività regionale e oltre.I corsi d’acqua, vista la propria naturale configurazione lineare, rappresentano un ideale supporto per la definizione di simili progettualità di vasta scala, capaci di catalizzare l’attenzione dei molteplici attori legati al governo del territorio, altrimenti spesso ancorati a visioni campanilistiche locali, e sovvertire dinamiche insediative perduranti.Le ipotesi strategiche che ragionano, nelle pagine seguenti, attorno al tema “acqua”, partono da tali presupposti di fondo per suggerire come far divenire gli ambiti fluviali il supporto per la definizione di nuove progettualità in grado di avere ricadute insediative, paesaggistiche, turistiche ed economiche.In particolare, ci si soffermerà sul rapporto tra acqua e insediamenti, per ragionare sul ruolo che la configurazione delle fasce fluviali potrà avere rispetto allo sviluppo del costruito.

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Il PARCO FlUVIAlE GESSO- STURACaso studio di particolare rilievo entro il territorio provinciale è quello del Parco Fluviale Gesso e Stura’, il quale interessa il territorio comunale di Cuneo rappresentando pertanto l’ideale confine dell’ambito territoriale oggetto della presente ricerca.Si tratta di un caso interessante per due ordini di motivi: in relazione al proprio processo di formazione, ancorato fortemente alla cooperazione intercomunale, e in relazione ad alcune progettualità di vasta scala ad esso legate.Negli ultimi anni il Parco ha avviato un processo di allargamento “dal basso” dei propri confini, convogliando l’attenzione di diverse Amministrazioni per passare da essere esclusivamente l’area naturalistica del Comune di Cuneo a coinvolgere numerosi altri territori comunali a monte e a valle.La configurazione finale a seguito del processo di ampliamento, tutt’ora in fase di definizione, porta il Parco a comprendere i Comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Castelletto Stura, Centallo, Cervasca, Montanera, Roccasparvera, Roccavione, San Albano Stura e Vignolo. A questi occorre aggiungere il territorio di Fossano, che recentemente ha avviato il proprio processo di adesione.

Progetto strategico della rete ecologica del Parco Fluviale Gesso e Stura: individuazione schematica delle “aree nucleo” a elevata naturalità

Si tratta di una progettualità che ha avuto ovviamente implicazioni ben diverse dalla sola necessaria nuova perimetrazione amministrativa. Il Parco, allungandosi, vede ampliare la gamma di situazioni territoriali che incontra nel proprio percorso, collegando le pendici alpine, importanti aree urbane e centri minori, ambiti a elevata naturalità o a forte sfruttamento agricolo, restituendo dunque indirettamente un rappresentativo spaccato dei caratteri del territorio cuneese.Una simile varietà di condizioni ha reso evidente la strategicità di questo segno territoriale, cui è seguita la definizione di un quadro interpretativo e progettuale capace, in prima battuta, di metterne a sistema le peculiarità ambientali e paesaggistiche. A partire sostanzialmente dal 2010 il Parco ha promosso la realizzazione di un Masterplan, entro il quale definire l’articolazione degli spazi naturali e una serie di progetti puntuali per riqualificare ambiti critici o migliorarne la fruibilità.In seconda battuta, è stato redatto un “Progetto Strategico della rete ecologica”, ad opera del Politecnico di Torino (Dipartimento di Architettura e Design) che rappresenta una esperienza di ricerca particolarmente utile per approfondire il tema del ruolo che

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singole progettualità di area vasta possono giocare entro il quadro generale di governo del territorio che attraversano.Tale progetto è stato ancorato a una impostazione strategica che ha ragionato sul ruolo del sistema fluviale entro il quadro delle trasformazioni territoriali.È anche per tale motivo che l’ambito oggetto dello studio è stato ulteriormente allargato, arrivando a comprendere sostanzialmente l’intero percorso dello Stura, sino alla confluenza con il Tanaro in corrispondenza di Cherasco (comprendendo una fascia fluviale lunga indicativamente 50 km e interessante un’area di circa 600 kmq, per un totale di sedici aree comunali toccate).Si è scelto di seguire una impostazione ‘polivalente’, in cui tentare di discostarsi da una visione prettamente legata a temi ecologico-ambientali in favore di una maggiore contestualizzazione nelle dinamiche di sviluppo del territorio.L’obiettivo generale del progetto di Rete Ecologica ha riguardato la tutela e il potenziamento del patrimonio di biodiversità esistente, con particolare attenzione al rafforzamento della continuità ecologica e alla risoluzione di situazioni che ne rischiano di causare la compromissione.

Fase fondamentale è quella del riconoscimento degli elementi spaziali che caratterizzano la rete, sinteticamente articolabili in aree-nucleo (gli ambiti a maggiore naturalità e principali ‘serbatoi’ di biodiversità), connessioni ecologiche (sistemi lineari di collegamento tra aree-nucleo) e barriere (elementi di disturbo o interruzione della continuità ecologica).Ai suddetti temi se ne è infine aggiunto un altro, utile per avviare un primo processo di ‘estensione’ delle tematiche trattate entro logiche di sviluppo differenti. L’ottica ‘polivalente’ data all’impostazione del progetto ha portato a considerare gli aspetti fruitivi quali veri e propri elementi della rete stessa, prevedendo già nella fase di interpretazione dei caratteri del territorio una particolare attenzione all’individuazione di percorsi paesaggistico-culturali, di emergenze artistico-architettoniche puntuali, di diversi usi dell’ambito fluviale. Il risultato della successiva analisi comparata dei suddetti ‘elementi’ ha permesso di individuare una serie di nodi critici causati dalle interferenze tra gli stessi. Sono state evidenziate circa cinquanta situazioni puntuali in cui la continuità ecologica del sistema fluviale risultava a rischio, se non addirittura interrotta.Senza volersi addentrare nella descrizione capillare di tale quadro di criticità, ci si

Progetto strategico della rete ecologica del Parco Fluviale Gesso e Stura: individuazione schematica delle azioni strategiche

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limiterà a sottolineare il fatto che da tale fase emerge una immagine di territorio in cui anche le problematiche di natura ambientale si presentano in modo uniformemente distribuito.Lo Schema Direttore, visione progettuale scaturita dalle considerazioni precedenti, è nato dall’esigenza di mettere a sistema tanto le peculiarità quanto le situazioni critiche, con il fine di definire alcune prioritarie strategie di intervento a cui far corrispondere una serie di indicazioni più capillari.Le linee strategiche di indirizzo hanno previsto, in particolare: − la proposta di una possibile futura perimetrazione del Parco che permetta di giungere sino alla confluenza con il Tanaro e evitare così di leggere ed affrontare le questioni ambientali in funzione dei soli confini amministrativi.− definizione di nuove aree-nucleo su cui attivare processi di salvaguardia (ad esempio, proprio in corrispondenza della confluenza Stura-Tanaro), il potenziamento e la risoluzione di criticità puntuali lungo le connessioni ecologiche esistenti e l’attivazione di operazioni di tutela di alcuni limitati varchi di permeabilità entro aree fortemente insediate.

− gestione naturalistica di aree coltivate e boscate lungo il fiume− attivazione di un livello di rete ecologica a scala urbana− opere specifiche di deframmentazione e mitigazione degli impatti legati a barriere puntuali e lineari (infrastrutture viarie, elettrodotti, aree produttive,...).− creazione di percorsi di cicloturismo che permettano la fruizione dell’intera ‘cornice’ del Parco − interventi di riqualificazione urbana volti a sfruttare la posizione panoramica di alcuni centri− azioni di valorizzazione di ambiti di potenziale interesse legati ad esempio a aree caratterizzate da canalizzazioni irrigue storiche o da particolari emergenze architettoniche.In conclusione, pare importante rilevare alcuni rischi legati a simili progettualità.In tale ottica, il rischio dell’eccessiva settorializzazione attorno a temi che si potrebbero, permettendosi una semplificazione, condensare nel sostantivo ‘ambiente’, pare elevato.Un simile lavoro di ricerca mette in evidenza come le logiche legate a simili argomentazioni, pur condivise tanto dai documenti di pianificazione quanto dagli intenti degli attori

coinvolti, riescano con enorme difficoltà ad assumere un ruolo attivo entro i processi di pianificazione e governo degli sviluppi territoriali.Questo non tanto per una loro debolezza di fondo, quanto soprattutto per la maggiore ‘forza’ di altre logiche, spesso anche conflittuali (su tutte, evidentemente, le logiche infrastrutturali).In sostanza, nel territorio cuneese (come certamente in molti altri) emerge chiaramente come il tema ambientale rappresenta difficilmente il punto di partenza per l’attivazione di progettualità che possano incidere strategicamente sullo sviluppo di area vasta, entrando in gioco piuttosto come risposta a situazioni createsi seguendo altri percorsi (si pensi alla non casuale realizzazione, pochi anni or sono, del tratto di connessione autostradale del centro di Cuneo con la Torino-Savona).

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PROGETTO TEVEREEsperienza progettuale di rilevante interesse nel centro Italia è il “Progetto Tevere”. Con particolare riferimento al territorio umbro, quello del “Grande parco del Tevere” è un progetto di tutela ecologica e valorizzazione turistica già inserito tra i Piani Programmi d’Area del Piano Urbanistico Territoriale degli anni ’90 come segnale della necessità di “aprire” la regione a nuovi rapporti transregionali (in questo caso con Toscana e Lazio).In particolare, entro tale regione questa idea si è concretizzata in una proposta per la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, archeologico e turistico del territorio dislocato lungo l’asta del fiume (Regione Umbria, 2004). In questo caso l’aspetto interessante, oltre ovviamente ai contenuti del progetto che si muovono nella direzione della riqualificazione e del recupero ambientale e paesaggistico al fine di innescare la filiera “turismo-ambiente-cultura”, è il processo di coinvolgimento dei diversi attori interessati, prime su tutte le Amministrazioni Comunali (ben 27 in Umbria).La presenza di un segno forte, ordinatore dello spazio, quale il fiume diviene pertanto l’occasione per una proposta allargata a una molteplicità di realtà urbane, a cui legare una

serie di sotto-progetti che, a scala minore, interessano e mettono in relazione alcuni ambiti di particolare criticità insediativa quali, ad esempio, l’alta valle del Tevere.

BIBLIOGRAFIARegione Umbria, 2004, Progettazione generale per la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, archeologico e turistico del territorio umbro contermine all’asta del Tevere (Quadro conclusivo dei contributi alla progettazione e quadro diagnostico), ed. Regione Umbria, Perugia

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GREEN CORE DELLA VALLE DELL’ ARNOLo scenario del “green core della città policentrica toscana” è una visione strategica elaborata dall’Università di Firenze, che ha ragionato sull’individuazione del sistema urbano policentrico che si sviluppa attorno alla valle dell’Arno e comprende i centri di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Pisa.

Il lavoro parte quindi dal riconoscimento di un emergente ellisse metropolitano nel quadrante nord-occidentale toscano, che “propone i temi e le problematiche tipiche di un’area originaria di industrializzazione leggera ed urbanizzazione diffusa, e che si trova a dover ripensare in forma innovativa le relazioni fra dotazione patrimoniale del territorio, riequilibrio

ambientale e nuove forme di sviluppo locale” (Fanfani D., 2007 – p. 83).La possibilità di affidarsi a uno scenario, una possibile prefigurazione dalla accezione fortemente spaziale, è inoltre data dal vigente modello di pianificazione regionale, che prevede un’articolazione in due parti degli strumenti di governo a scala locale: la

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aree esterne, prevedendo un sistema di corridoi che attraversano le vallate convergenti nella Valle dell’Arno.Il progetto di scenario è così messo in relazione a queste tematiche, indicando le funzioni attuali e potenziali di ciascuno dei differenti elementi ambientali-agricoli in gioco rispetto all’organizzazione della città policentrica: ogni elemento riveste così “un ruolo puntuale nel disegnare la figura territoriale complessiva del sistema” (Bernetti I., Magnaghi A., 2007 – p. 101).Tra questi elementi è dato ampio spazio al parco fluviale dell’Arno, “strumento di riqualificazione fruitiva, ambientale, paesistica, infrastrutturale, produttiva, economica e culturale del sistema fluviale” (Bernetti I., Magnaghi A., 2007 – p. 106), al quale viene attribuito un decisivo ruolo nel progetto di riqualificazione dell’intero sistema policentrico. È inoltre sottolineata l’importanza della concomitanza tra progetto di riqualificazione e progetto di valorizzazione agricola: senza il secondo il parco fluviale rischierebbe di tradursi semplicemente in una pista ciclabile lungo l’Arno, “non modificando in modo radicale l’attuale rapporto marginale del fiume con il territorio” (Bernetti I., Magnaghi A., 2007 – p.106).

prima con valenza “strutturale”, di carattere fondativo e statutario, la seconda con valenza operativa, di carattere normativo e gestionale. Lo strumento dello scenario si può così inserire all’interno del primo ambito di governo territoriale permettendo di mettere in pratica le indicazioni, più astratte, contenute negli strumenti di pianificazione a vasta scala.Lo “scenario del green core della città policentrica della Toscana centrale” nasce parallelamente a progetti relativi allo studio dei parchi agricoli e, soprattutto, dei sistemi fluviali quali occasioni per la pianificazione degli spazi aperti.Il ragionamento si appoggia a tali progetti inserendoli in un più ampio quadro in cui è proprio partendo da tali elementi che si arriva a definire una nuova possibile prefigurazione di questo territorio, in cui il sistema fluviale della Valle dell’Arno è chiamato a riacquistare lo storico ruolo di “infrastruttura” portante, divenendo il vero sistema connettivo della città policentrica circostante e l’asse portante dell’armatura ambientale.Scopo del green core non è solamente quello di ridefinire il ruolo dello spazio vallivo compreso tra i centri urbani circostanti e riqualificare i margini degli stessi, ma anche quello di operare una riconnessione della rete ecologica con le

BIBLIOGRAFIABernetti I., Magnaghi A., 2007, Lo scenario del green core della città policentrica della Toscana centrale, in: Magnaghi A. (a cura di), Scenari strategici, ed. Alinea, Firenze

Fanfani D., 2007, L’uso degli scenari strategici “statutari” nel modello di pianificazione regionale: il caso toscano ed alcune pratiche sperimentali, in: Magnaghi A. (a cura di), Scenari strategici, ed. Alinea, Firenze

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L’ACQUA

LE FASCE FLUVIALI :ANALISI DEGLI UTILIZZI E DELLE VOCAZIONI ATTUALI

UTILIZZO SPORTIVO/TURISTICO DELLE FASCE FLUVIALILungi dal ritenersi esaustiva, questa carta rappresenta l’utilizzo della risorsa idrica dal punto di vista turistico - ricettivo prendendo in considerazione quelle attrattività a servizio di categorie di soggetti permanenti e stagionali rappresentati dagli abitanti della montagna e da turisti. Il turismo sportivo viene qui analizzato nell’ottica di sviluppo che può consentire la valorizzazione della risorsa idrica e ambientale in genere. “Uno sviluppo turistico però non tradizionale, piuttosto rivolto alla sperimentazione di nuove forme di turismo o all’implementazione degli ecoturismi. Dunque, un turismo mai fine a se stesso ma espressione di un contatto e di una conoscenza con il contesto territoriale locale, anche fonte di promozione e di consumo dei prodotti locali” (Corrado F., Dematteis G., 2013 – p. 107).Il territorio attuale fornisce numerose potenzialità di utilizzo della risorsa idrica e delle fasce limitrofe. “L’insieme di queste potenziali risorse costituisce parte del capitale territoriale presente nel territorio. In relazione a esso si possono mettere in evidenza quei punti di forza che consentono

la valorizzazione delle risorse stesse da parte della comunità locale”(Corrado F., Dematteis G., 2013 – p. 136).Buona parte del Varaita è considerato navigabile attraverso l’utilizzo di canoe e kayak. In particolare si sottolinea il tratto di fiume tra Sampeyre e Venasca di cui si hanno documentazioni di discese eseguite privilegiando il periodo primaverile in particolare nel tratto di fiume compreso tra l’imbarco usuale, nei pressi di Melle, e Faule alla confluenza con il Po .L’intero territorio risulta inoltre un’ottima meta dal punto di vista escursionistico. In carta sono rappresentate alcune delle tappe che costituiscono l’intero circuito escursionistico che vanno ad’intersecarsi con la fascia fluviale o i centri abitati ad essa connessi. Allo stesso modo la Valle Varaita offre diverse possibilità di attività legate alla pratica dell’arrampicata sportiva con siti rocciosi prevalentemente a Frassino, Sampeyre, Casteldelfino e Pontechianale che ospita anche durante la stagione invernale l’occasione di scalare su cascate di ghiaccio. Lungo l’intero tratto del torrente Varaita compreso tra Chianale e Costigliole Saluzzo è inoltre possibile la pratica della pesca disciplinata attraverso la Provincia e altri

gestori, suddivisa in tratti turistici e non.La presenza del bacino di Pontechianale è attrattore di attività turistico-sportive sia nella stagione invernale sia nella stagione estiva durante la quale si ha la possibilità di praticare diversi sport acquatici e non, potendo sfruttare la presenza di forte vento per la pratica di sport a vela.La carta quindi va letta attraverso l’ottica di una messa a sistema delle varie discipline turistico-sportive mediante le quali generare attrattività connesse tra località differenti. A partire dalla carta degli utilizzi attuali si può infatti generare una rete di attività interconnesse tra loro dalle quali vengono estrapolate strategie di sviluppo.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIACorrado F., Dematteis G., 2013 , Terre alte in movimento. Progetti di innovazione della montagna cuneese, ed. Fondazione CRC, Cuneo.

Fortis A., 1984, In canoa. 47 itinerari dall’Appennino Ligure alle Alpi Lepontine, ed. CDA - Centro di Documentazione Alpina, Torino.

www.ckfiumi.netwww.vallevaraitatrekking.it

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

CARTA DI BASE

2 5 kmLEGENDALÉGENDE

01

confine comunale

costruito

viabilità principale

viabilità minore

limite municipale

construit

route principale

routes secondaires

PIASCO ComuneMunicipalité

Rore altro abitato rilevanteautre village

Sport

invernali

Percorsi

ciclabili

Arrampicata

sportiva

trekking

USI SPORTIVI

Canoa

Windsurf

Impianti

di risalita

equitazione

Pesca

Campeggio

Tratto navigabile

di fiume

GESTIONE PESCA

Società Pescatori Val Varaita

Pesca turistica

Zona ripopolamento

Zona protezione

Provincia

Pesca a mosca no kill

FIPSAS

Circuito Val

Varaita trekking

ACQUAUtilizzo sportivo/turistico

delle fasce fluviali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

UTILIZZO DELL’ACQUA A FINI ENERGETICIL‘energia idroelettrica è una fonte di energia alternativa e rinnovabile, che sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale, posseduta da una certa massa d’acqua ad una certa quota altimetrica, in energia cinetica al superamento di un certo dislivello; tale energia cinetica viene infine trasformata in energia elettrica in una centrale idroelettrica (www.wikipedia.org). Le acque del torrente Varaita vengono sfruttate per questo scopo attraverso le centrali idroelettriche presenti sul territorio appartenenti al Consorzio B.I.M. (Bacino Imbrifero Montano) cui fanno parte 14 Comuni: Pontechianale, Bellino, Casteldelfino, Sampeyre, Frassino, Melle, Valmala, Brossasco, Venasca, Isasca, Piasco, Rossana, Costigliole S. e Busca.Tale utilizzo della risorsa idrica va inteso attraverso la possibilità di favorire il “raggiungimento di obiettivi di interesse generale finalizzati al miglioramento economico e sociale delle popolazioni del Consorzio”(www.consorziobimvaraita.it) e dei Comuni aderenti.Di particolare interesse storico risulta il Lago di Pontechianale (chiamato anche lago di Castello), bacino artificiale originato dallo sbarramento del Torrente Varaita di Chianale. Si tratta di una diga a gravità la cui gestione è

stata data in concessione ad Enel Produzione s.p.a. per uso idroelettrico. La diga è alta 70 metri e la centrale idroelettrica alimentata dalle acque del lago, facilmente individuabile per la grossa conduttura che scende dalla montagna, è situata in comune di Casteldelfino.La diga fu realizzata nel 1942 e per permetterne la costruzione nel corso degli anni quaranta fu completamente abbattuta la frazione Chiesa, che sorgeva dove ora vi è il lago. Tutte le case di questa frazione, insieme alla chiesa parrocchiale stessa (San Pietro in Vincoli) e al cimitero, sono stati ricostruiti in un’altra località nello stesso comune, che ha riassunto il nome di frazione Chiesa. Alcuni resti delle case, nei periodi di magra, sono tuttora visibili sul fondo del lago (www.wikipedia.org).

Il tema relativo allo sfruttamento della risorsa idrica per scopi energetici nasce da una riflessione di carattere più ampio che implica la connessione del territorio del Varaita con un sistema di rete sovralocale. Le interazioni a scala maggiore permettono di leggere il territorio in un’ottica che ne supera la visione statica e farne una lettura più dinamica e di sviluppo. In questo caso economico.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIACorrado F., Dematteis G., 2013 , Terre alte in movimento. Progetti di innovazione della montagna cuneese, ed. Fondazione CRC, Cuneo.

www.consorziobimvaraita.itwww.wikipedia.org

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CARTA DI BASE

2 5 kmLEGENDALÉGENDE

01

confine comunale costruito

viabilità principale

viabilità minore

limite municipale construit

route principale

routes secondaires

PIASCO ComuneMunicipalité

Rore altro abitato rilevanteautre village

Impianto sotto gestione ENEL

Impianto sotto altra gestione

MODALITÀ DI GESTIONE

ACQUAUtilizzo a fini energetici

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

IL RAPPORTO TRA CORSI D’ACQUA E INSEDIAMENTILa comprensione del possibile ruolo che l’acqua, e più in generale le fasce fluviali, possono avere entro il quadro di sviluppo insediativo del territorio nel prossimo futuro passa inevitabilmente attraverso una prima operazione di riconoscimento delle modalità con cui, attualmente, gli insediamenti si relazionano con i principali corsi d’acqua (Varaita, Grana, Maira, Stura…). Entro questa analisi non si vuole rivolgere tanto l’attenzione sull’impianto storico dei centri urbani, bensì si ritiene utile soffermarsi sulle modalità con cui gli insediamenti e gli usi del suolo recenti (indicativamente, a partire dagli anni ’70) si confrontano con le aste fluviali. È a partire da questo periodo infatti che il vero telaio insediativo diviene la strada, asse che corre spesso parallelamente ai corsi d’acqua attirando nuove costruzioni che rivolgono inevitabilmente il proprio retro verso le fasce fluviali. È in questo momento storico che viene dunque meno il ruolo “attivo” che i corsi d’acqua hanno storicamente avuto entro lo sviluppo territoriale, con le evidenti e ben note conseguenze in termini paesaggistici e ambientali. Provando a estrapolare i caratteri principali di tale rapporto in corrispondenza

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

dei principali centri urbani dell’area in esame (come sintetizzato entro gli schemi grafici a lato), emerge un ampio ventaglio di situazioni che permettono di restituire un quadro decisamente variegato, soprattutto per quanto concerne i paesi lungo il Varaita.I centri maggiori della valle quali Pontechianale, Casteldelfino, Sampeyre, Frassino e Brossasco, interessati da uno sviluppo insediativo di un certo rilievo dal dopoguerra, vedono le recenti edificazioni rivolgersi prevalentemente verso l’infrastruttura viaria. Il fiume, talvolta piuttosto vicino al centro, si sviluppa sostanzialmente sul retro di tali nuove costruzioni, rappresentando sì un fondale di particolare pregio paesaggistico ma non intrecciando particolari relazioni con gli insediamenti. Le eccezioni principali a tale affermazione riguardano esclusivamente le aree attrezzate e i campeggi, legati in modo evidente alle sponde fluviali.Non è tanto la qualità e la quantità dell’edificato ad interessare, quanto l’evidente difficoltà nel connettere lo spazio pubblico urbano con le fasce disposte ai lati del Varaita, spesso boscate. In taluni casi tale difficoltà è accresciuta dalla grande distanza che intercorre tra i centri e il fiume. Ciò è evidente ad esempio a Casteldelfino, molto distante dalla confluenza tra Varaita

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

di Bellino e Varaita di Chianale, e a Piasco, separato dall’acqua da una ampia area pianeggiante coltivata.I centri minori fanno emergere invece situazioni di maggior legame, in cui il Varaita è a stretto contatto con gli insediamenti (i quali, occorre notarlo, sono stati però scarsamente interessati da edificazioni negli ultimi decenni). Tale situazione emerge chiaramente in corrispondenza di Melle o delle borgate tra Sampeyre e Casteldelfino (Torrette, Villar, Calchesio).Sempre in Val Varaita, chiudono il discorso due casi particolari legati a Chianale e Venasca. Il piccolo centro a monte rappresenta una situazione idealtipica in cui l’edificato di antico impianto si è sviluppato attorno al corso d’acqua, creando uno scenario di indubbio valore paesaggistico molto “lontano” dalle situazioni evidenziate pochi chilometri più a valle. In tal caso, la scarsità di recenti edificazioni ha contribuito al mantenimento di queste condizioni di lungo periodo, sebbene gli ampi spazi a uso parcheggio resisi necessari a monte e a valle del paese non siano riusciti pienamente a mantenere il carattere di forte legame costruito-acqua. Venasca è un caso particolare in quanto il fiume divide l’infrastruttura primaria dal

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

centro urbano, sviluppato invece parzialmente lungo una strada secondaria e parallela alla suddetta. Una simile situazione ha portato alla recente edificazione di ambiti spondali i quali restituiscono un fronte edificato di scarso valore paesaggistico, rispetto al quale la vegetazione delle fasce fluviali potrebbe giocare un ruolo chiave.Passando alla pianura, occorre innanzitutto sottolineare come il principale elemento di novità riguardi il fatto che il corso d’acqua non è più parallelo bensì trasversale rispetto alla direzione preferenziale di insediamenti e infrastrutture.I centri di Costigliole e Busca sono anticamente e strategicamente sorti proprio in corrispondenza dello sbocco in pianura del Varaita e del Maira, situazione che li vede pertanto attraversati direttamente dai corsi d’acqua.Anche in questi casi occorre però notare una diffusa difficoltà nello sfruttare le fasce fluviali quali veri e propri luoghi urbani, relegandole nuovamente a retro di edificazioni a carattere residenziale o artigianale (il caso dell’incrocio tra Maira e i margini edificati di Busca è in tal senso particolarmente critico).Il Grana, poco distante da S. Chiaffredo incrocia la Strada Statale che connette Busca con Cuneo,

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

entro un’area caratterizzata da sfruttamento agricolo dei terreni e insediamenti sparsi.Infine, lo Stura attraversa diagonalmente la frazione cuneese di Madonna dell’Olmo entro un ambito particolarmente delicato da un punto di vista paesaggistico. Se da un lato la vicinanza con la confluenza Stura-Gesso ha un grande rilievo dal punto di vista della naturalità dell’alveo, è altresì evidente che le massicce edificazioni a carattere commerciale-produttivo-artigianale sorte negli ultimi decenni richiedano grande attenzione in quanto soggette a logiche insediative slegate dalla configurazione idrografica del territorio.Come anticipato, il quadro di situazioni è dunque decisamente variegato e si presta difficilmente alla ricomposizione di temi ricorrenti. È però possibile riconoscere alcune condizioni capaci di suggerire una suddivisione interna al territorio considerato.I tratti di alta montagna (indicativamente, a monte di Casteldelfino), vedono sostanzialmente il corso d’acqua mantenere la propria individualità e un elevato grado di naturalità delle sponde (eccezion fatta, in parte, per Pontechianale). Discorso simile per la fascia di territorio compresa tra Casteldelfino e Sampeyre, in cui il Varaita tocca alcuni centri minori simili tra loro e a stretto contatto con le

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

fasce fluviali.Tra Sampeyre e Venasca si susseguono invece tutti i principali centri di media valle, rispetto ai quali il Varaita è talvolta distante e talvolta vicino, venendo in ogni caso spesso avvicinato da recenti edificazioni che creano una sorta di barriera tra gli spazi urbani pubblici e le sponde boscate perifluviali.Tra Venasca e Piasco la situazione cambia ulteriormente in quanto l’acqua si allontana progressivamente dai centri per immergersi entro la pianura coltivata, venendo dunque a contatto con uno dei caratteri territoriali più tipici dell’ambito cuneese.Infine, la fascia pedemontana vede il susseguirsi di rami fluviali principali e secondari che tagliano ortogonalmente insediamenti e infrastrutture, definendo “pause” entro cortine edificate altrimenti pressoché continue.

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

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L’ ACQUA| Le fasce fluviali: analisi degli utilizzi e delle vocazioni attuali

L’ACQUA

1 STRATEGIA GENERALE E 5 SOTTO-STRATEGIE

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L’ ACQUA| 1 strategia generale e 5 sotto-strategie

* Elaborazione grafica programma Alcotra progetto n.212

CARTA DI BASE

2 5 kmLEGENDALÉGENDE

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confine comunale costruito

viabilità principale

viabilità minore

limite municipale construit

route principale

routes secondaires

PIASCO ComuneMunicipalité

Rorealtro abitato rilevanteautre village

ACQUARiconoscimento di 5 ambiti

AMBITO 1: L’ALTA VALLEDAL CONFINE A CASTELDELFINOIl Varaita nasce dalla confluenza del vallone di Bellino e del vallone di Pontechianale. L´Alta Val Varaita si chiude a Pontechianale con il suo lago, poi si sale ancora e si arriva al villaggio in pietra di Chianale , la cui struttura è centrata sull´asse dell´antico Chemin Royal, la strada del sale che portava in Francia. Il borgo di Chianale è diviso dal torrente Varaita in due nuclei collegati tra loro da un ponte in pietra. Se ne conservano infatti le caratteristiche a forte valenza ambientale e paesaggistica. L’accesso al torrente è facile nella zona più alta attraverso le sponde leggere. L’elemento acqua si fa protagonista soprattutto a Pontechianale dove nel lago artificiale permette maggiore fruizione.

AMBITO 2: LE BORGATE LUNGO IL FIUME DA CASTELDELFINO A SAMPEYREDa Casteldelfino a Sampeyre si ha un deciso ampliamento della valle, con l’alveo che scorre inciso nei depositi alluvionali di terrazzo, alimentato dai numerosi rii. Il territorio in questo tratto è solcato da borgate ad ampie distanze le une dalle altre che rivelano essenzialmente una vocazione agricolo-pastorale. In particolare lungo il tragitto si incontrano : Torrette, arroccata su uno spuntone roccioso; la borgata Caldane, che deve il suo nome alla presenza di sorgenti a temperatura costante; le borgate di Confine Inferiore e Confine Superiore, Villar, Calchesio in affaccio sull’asse stradale e con in fronte, oltre torrente, Garneri e Cayre.

PARZIALIZZAZIONE DEL TERRITORIO IN 5 AMBITILa suddivisione in 5 sottoambiti si è ritenuta necessaria fin dall’osservazione del territorio al fine di elaborare in modo particolareggiato le linee strategiche di sviluppo per l’intera area esaminata.L’idea di parzializzare il territorio attuale permette quindi di analizzarlo e, circoscrivendo aree a caratteri omogenei, definirne poi spefiche linee di intervento che andranno a comporre una strategia unica che non potrebbe essere applicata a livello assoluto.La divisione dei sottoambiti, che tiene conto del rapporto tra insediamenti e aspetti naturali, non avviene mediante confinamenti netti, ma riconosce in alcuni centri urbani i margini di quelle porzioni di territorio che mantengono costanti le loro caratteristiche lungo l’asse fluviale.

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AMBITO 3: I CENTRI MAGGIORI DI MEDIA VALLEDA SAMPEYRE A VENASCA Da Sampeyre a Brossasco l’alveo è a carattere torrentizio di media vallata, con fondovalle antropizzato e interessato da coltivazioni.Le situazioni più rilevanti sono individuate tra Sampeyre e Brossasco tra cui si incontrano Frassino il cui nucleo originario si trova lungo l’attuale Via Vecchia, a monte dell’attuale strada provinciale, e Melle terra dei marchesi di Saluzzo, in lotta con i vicini centri di Brossasco e di Venasca per la supremazia economica. Nonostante tali centri abbiano sofferto, come tutto il resto della valle, dello spopolamento degli ultimi decenni, mantengono un ruolo decisivo per il settore economico-turistico favoriti dalla loro posizione geografica tra Alta e bassa Valle.

AMBITO 4: L’INBOCCO DI VALLEDA VENASCA A COSTIGLIOLE SALUZZOPer la sua collocazione sul territorio, questo ambito appartiene ad un’ area di interfaccia tra un territorio vallivo ed un territorio maggiormente antropizzato. Qui l’ acqua diviene filo conduttore ed elemento comune tra centri urbani, sebbene per la maggior parte del suo tragitto interno all’ambito il Varaita assume una posizione geografica marginale, lasciando spazio a terreni agricoli tra l’alveo ed i centri urbani. Il torrente infatti si configura come limite fisico confinando con terreni coltivati sul lato di versante verso i centri di Borgo San Giacomo e Piasco, dalla sponda opposta con le propaggini pedemontane del Colletto di Rossana fino ad attraversare il centro urbano di Costigliole Saluzzo prima di proseguire il suo tragitto verso il fiume Po.

AMBITO 5: LA PIANURADA COSTIGLIOLE SALUZZO A CUNEOAbbandonato il torrente Varaita che prosegue fino alla confluenza nel Po si incontra un paesaggio maggiormente antropizzato che racchiude i centri maggiori tra cui Busca, Tarantasca, Madonna dell’Olmo e Cuneo come centro urbano di maggiore impatto e nucleo cittadino maggiore dell’intero ambito di studio.L’elemento acqua diventa elemento trasversale e puntuale rispetto alla forma dell’ambito considerato. A Busca l’aspetto idrografico viene affidato al torrente Maira. A Cuneo appartiene invece alle aste del fiume Stura e del torrente Gesso che assumo utilizzo urbano pur mantenendo il loro carattere naturale.

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DEFINIZIONE DEL QUADRO STRATEGICOLa suddivisione in 5 ambiti tratteggiata in precedenza diviene espediente utile per ragionare in termini strategici sul ruolo che l’acqua può rivestire entro il quadro dello sviluppo territoriale futuro. I caratteri degli ambiti in cui, sebbene mediante contorni sfumati, è idealmente possibile articolare il territorio in base alle diverse “condizioni” riguardanti le fasce fluviali, suggeriscono una serie di spunti utili tanto a risolvere criticità puntuali quanto a fornire visioni di vasta scala e lungo periodo.Per comodità di esposizione, si elencheranno di seguito i diversi sub-ambiti, ai quali verrà riferito un preciso indirizzo strategico. In seconda battuta si ricomporranno tali indicazioni settoriali entro una visione di insieme alla vasta scala, al fine di rintracciare tanto i temi puntuali quanto quelli in grado di interessare ampie porzioni di territorio.

1_l’alta valle“LA FASCIA FLUVIALE COME BENE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO”Entro tale ambito la linea strategica non riguarda tanto un sovvertimento del ruolo che l’acqua ha attualmente, bensì si propone una operazione di ulteriore valorizzazione e tutela del valore ambientale e paesaggistico del Varaita.In tal senso occorrerebbe considerare tale ambito “a crescita zero”, enfatizzandone i caratteri naturali e le peculiarità architettoniche di centri come Chianale, e concentrare sostanzialmente i nuovi interventi verso operazioni di “cucitura” tra spazi urbani agli ingressi di Pontechianale e Casteldelfino e le fasce fluviali, oppure ancora a limitati interventi legati alla fruibilità del lungolago.Linee guida:− evitare sostanzialmente qualsiasi nuova costruzione lungo fascia fluviale− concentrare sul lungolago eventuali interventi legati a usi turistico-sportivi, in particolare in fascia di territorio compresa tra strada e lago− sfruttare la naturalità delle sponde fluviali per riqualificare ambiti critici agli accessi dei paesi (es. parcheggio auto a ingresso Chianale)

− individuare nella zona della confluenza tra Varaita di Bellino e di Chianale uno dei punti strategici portanti dell’intero sistema territoriale, legato tanto ad aspetti ecologici (le zone di confluenza rappresentano importanti serbatoi di biodiversità) quanto al fatto che tale zona può rappresentare il punto terminale di un percorso fruitivo che verrà descritto nell’ambito successivo− enfatizzare connessioni secondarie tra il centro di Casteldelfino e la zona della confluenza− valutare interventi per impatto paesaggistico centrale idroelettrica su confluenza

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2_le borgate lungo il fiume“LA FASCIA FLUVIALE COME SUPPORTO DI PERCORSO TURISTICO DI CONNESSIONE TRA I CENTRI MINORI”Il Varaita permette di fiancheggiare direttamente alcuni paesi minori e tradizionali di media valle, suggerendo la creazione di un percorso escursionistico ciclo-pedonale che abbia come capisaldi i centri maggiori di Sampeyre e Casteldelfino e che sfrutti la valenza paesaggistica di questo tratto di fascia fluviale. Il fiume può rappresentare pertanto il comune denominatore entro un percorso in grado di connettere centri al di fuori delle logiche di sviluppo insediativo principali, e proprio per questo molto interessanti da un punto di vista paesaggistico.Linee guida:- generali operazioni di tutela dei centri minori attraversati (limitare espansioni edilizie, mantenimento dei bordi costruiti e dei caratteri tradizionali)- possibilità di realizzazione di limitati interventi edilizi di supporto al percorso fruitivo, e sviluppo di aree attrezzate entro le fasce di territorio comprese tra centri e fiume- tutela delle fasce boscate in prossimità delle borgate, da connettere alle aree pubbliche delle stesse e da utilizzare come limiti ideali

degli insediamenti- i capisaldi del percorso in questione, che divengono pertanto punti strategici portanti dell’intero sistema territoriale, sono la zona della confluenza tra i due Varaita a Casteldelfino e la zona del lago definito dalla centrale idroelettrica di Sampeyre- valorizzazione di una connessione ciclo-pedonale tra il centro di Casteldelfino e la zona confluenza

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(residenze, nuove attività, centrali elettriche…)- sfruttare gli standard urbanistici di nuovi interventi per creare connessioni trasversali tra fascia fluviale e spazi pubblici urbani- creare percorsi di connessione tra i centri urbani e le sponde fluviali, attraversando insediamenti recenti (es. la zona delle segherie di Brossasco, che divide idealmente il centro dal Varaita)- valorizzare e tutelare le strette fasce boscate a lato fiume, soprattutto come schermatura per impatto paesaggistico dei fronti costruiti visti dalla strada principale (es. il fronte urbano di Venasca)- Sampeyre diviene il punto strategico di snodo di connessione con ambito strategico a monte (in particolare la zona del lago legato alla centrale idroelettrica)- sfruttare e valorizzare la possibilità di navigare in canoa sul Varaita, in particolar modo a partire da Melle (che diviene in tal senso un punto di snodo strategico a vasta scala) e legare a tale operazione possibili limitati interventi edilizi a supporto di tale attività

3_i centri maggiori di media valle“LA FASCIA FLUVIALE COME ASSE INSEDIATIVO A SUPPORTO DEGLI SPAZI PUBBLICI E DEI NUOVI INTERVENTI EDILIZI” Entro una fascia della valle particolarmente soggetta a edificazioni negli ultimi decenni (vi si trovano i centri principali di media valle), emerge chiaramente la scarsa qualità tanto del patrimonio costruito quanto degli spazi aperti pubblici ad esso legati.Il fiume e le sue sponde, con il loro carattere naturale, possono assumere un ruolo portante nella riqualificazione di tali situazioni e nell’indirizzare gli interventi futuri. Si ipotizza infatti che, pur entro un periodo di limitata attività edilizia, sia possibile ragionare alla scala dell’intera valle per riconoscere in questo l’ambito prioritario in cui concentrare le possibili edificazioni.In tale ottica si vuole però sovvertire la logica insediativa che vede la strada quale asse insediativo preferenziale, suggerendo che sia invece proprio il corso dell’acqua a divenire il telaio naturale-paesaggistico cui legare nuovi interventi e, di conseguenza, un sistema di spazi pubblici di elevata qualità e naturalità.Linee guida:- concentrare in questa fascia di territorio i principali interventi edilizi lungo il fiume

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4_l’inbocco di valle“LA FASCIA FLUVIALE COME SUPPORTO DI UN PARCO NATURALE-AGRICOLO”A valle di Venasca il Varaita si allontana improvvisamente dai centri e dalla strada, immettendosi entro un ambito caratterizzato da vaste superfici coltivate (sponda sinistra) o da zone ad elevata naturalità (sponda destra). La possibile navigabilità in canoa, la presenza di percorsi trekking nelle vicinanze e di importanti eccezionalità architettoniche (il castello di Costigliole Saluzzo) suggeriscono la creazione di un vero e proprio “parco”, in cui immergersi entro l’inedita situazione di stretta connessione tra situazioni territoriali così rappresentative del cuneese (i frutteti, il fiume, il pedemonte alpino, i beni architettonici…).Il Varaita rappresenta, in tale ottica, il perfetto filo conduttore capace di collegare tra loro tutti questi elementi.Linee guida:- limitare espansioni edilizie nella fascia di territorio coltivata che divide Piasco dal Varaita- limitare espansioni edilizie nella fascia di territorio che divide Rossana dal Varaita- valorizzare punti panoramici verso Castello Costigliole- valutare impatto paesaggistico opere infrastrutturali e centrale idroelettrica

- la zona di bivio verso Rossana e il punto in cui il Varaita entra nell’edificato di Costigliole diventano punti di snodo strategici quali possibili capisaldi del parco- creare percorsi di connessione ciclo-pedonale nelle aree coltivate tra centri urbani (Piasco) e fascia fluviale Varaita- possibili piccoli interventi puntuali a supporto del parco e della navigazione sportiva, sia entro le aree coltivata su sponda sinistra che entro fasce boscate su sponda destra

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5_la pianura“LA FASCIA FLUVIALE COME ELEMENTO TRASVERSALE ENTRO AMBITI URBANI E AGRICOLI”Sfruttare la trasversalità dei corsi d’acqua rispetto alla direzione di insediamenti e infrastrutture. Varaita, Grana, Maira, Stura, oltre a alcuni corsi secondari, attraversano i centri urbani connettendoli tanto con le aree coltivate (soprattutto a est) e le pendici pedemontane (a ovest).La fascia fluviale diviene, in questo ambito, un elemento particolarmente attivo nello sviluppo insediativo, su cui è possibile intervenire in modo più concreto leggendola come vero e proprio elemento urbano.Utile spunto di riflessione sono in tal senso le progettualità di natura fruitiva e ambientale legate al Parco Fluviale Gesso e Stura, cui legare possibili interventi capaci di riverberarsi anche entro le aree agricole e gli insediamenti limitrofi alla zona della confluenza Gesso-Stura.Linee guida:- i punti in cui fiume entra in costruito diventano strategici per progettualità che possono suggerire percorsi fruitivi capaci di spingersi entro aree coltivate o pendici pedemontana, definendo percorsi lungo i quali i centri e le frazioni di pianura possono rappresentare utili

snodi- nel caso in cui i corsi d’acqua siano dislocati ai margini dell’edificato, questi possono assumere il ruolo di veri e propri limiti insediativi (situazione evidente, ad esempio, nel caso del corso secondario che definisce il limite di una area artigianale-produttiva all’ingresso sud di Costigliole Saluzzo- riqualificazione delle sponde urbane sui fiumi, sia con rinaturalizzazione che con creazione spazi aperti pubblici. In caso di costruzione di PEC o PIP, disporre standard verdi verso fasce fluviali- incentivare connessioni tra spazi pubblici urbani e fasce fluviali, nei casi in cui fiume attraversa direttamente i centri- valorizzazione dell’ambito agricolo interposto tra due corsi d’acqua a ovest di Busca: limitazione a interventi edilizi e enfatizzazione di percorsi che connettano le due fasce fluviali- definire percorsi ciclo-pedonali di connessione tra centri urbani e fasce fluviali, nel caso in cui questi siano separati da aree coltivate

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LA PIANURA

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IL QUADRO STRATEGICO GENERALEL’operazione di ricomposizione delle 5 “sub-strategie” sopra elencate permette, infine, di riportare l’attenzione alla scala vasta oggetto della ricerca.È una operazione utile perché permette di estrapolare e sintetizzare alcune modalità di azione strategica ricorrenti e perché conferma l’impossibilità di dotare i 5 sub-ambiti individuati di contorni netti.In sintesi, osservando la carta generale emergono innanzitutto alcuni “punti” (i cosiddetti “snodi strategici a vasta scala”, individuati in corrispondenza di Casteldelfino, Sampeyre, Melle, Rossana, Costigliole, Cuneo), i quali per diversi motivi rappresentano i capisaldi di un sistema legato allo sfruttamento delle fasce fluviali e su cui si ritengono prioritari interventi di riqualificazione, tutela, messa in sicurezza.In seconda battuta, emergono una serie di “linee” che rappresentano possibili progettualità che, prendendo spunto dall’utilizzo del corso d’acqua o dal suo possibile ruolo “ordinatore”, si sviluppano linearmente collegando tra loro punti distanti e insinuando nuove gerarchie territoriali. Si tratta ad esempio dei percorsi fruitivi tra Casteldelfino e Sampeyre, del tratto navigabile tra Melle e Costigliole, delle possibili

diramazioni di percorsi entro ambiti agricoli seguendo i corsi d’acqua in direzione est-ovest nella fascia pedemontana.Infine, si individuano alcuni “areali” che si appoggiano ai vicini corsi d’acqua per creare zone di particolare interesse, valore paesaggistico e fruitivo, quali ad esempio le zone limitrofe a Piasco o a ovest di Busca.

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L’ACQUA

FIUMI E PARCHI. ESEMPI DI PROGETTI PUNTUALI

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LAND H2O | EURORURALITYPAESAGGI STRAORDINARI, RINTALA EGGERTSSON ARCHITECTS, PAOLO MESTRInER - STUdIOAzERO, MASSIMILIANO SPADONI ARCHITETTO, LUCA PONCELLINI, DAVIDE GAMBA, LUCA MOLINARI

Il progetto del paesaggio si intreccia con parole quali ecologia, ambiente, sostenibilità, che cercano attraverso gli strumenti operativi di costruire un confronto con lo spazio fisico che forma il territorio. Il workshop LAND H2O, vuole creare un legame concreto, con il paesaggio nel quale si immerge.

Un progetto-azione dove entra in gioco la conoscenza diretta del territorio del comune

di Allai, insieme ad una sperimentazione reale delle pratiche costruttive del legno. Il paesaggio diventa lo strumento per creare un dialogo tra architettura e spazio naturale in modo dialettico, aperto, sensibile, nel confronto di ogni capacità interpretativa, di ogni possibile progetto .

Ecorurality, organizzato dall’associazione Paesaggi Connessi per il terzo anno consecutivo, in collaborazione con il Comune di Allai e realizzato insieme al Master Internazionale Paesaggi Straordinari e al Master Interior Design (NABA – Milano), è un workshop di progettazione internazionale, rivolto a fornire una maggiore consapevolezza del paesaggio inteso come cultura immateriale e materiale del territorio. Nel corso del workshop sono state

progettate e realizzate due architetture minime: -un pontile per attracco delle barche sul fiume; -un punto di osservazione ed informazione sul paesaggio. Il seminario è stato gestito dallo studio norvegese RINTALA-EGGERTSSON (www.rintalaeggertsson.com), riconosciuto internazionalmente, con partecipazioni alla VII e alla XII Biennale di Architettura di Venezia.

“LA FASCIA FLUVIALE COME BENE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO” Questo esempio pone l’attenzione sulla possibilità di poter intervenire in modo non invasivo generando attrattività da e per il territorio senza modificarne l’ambiente naturale in sui si trova e dal quale viene generato il progetto.

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QINHUANGDAO RED RIBBON PARk TURENSCAPE

L’approccio minimo di intervento in un contesto di terreno naturale e della vegetazione, è un “nastro rosso” che attraversa cinquecento metri, che integra le funzioni di illuminazione, sedute, interpretazione ambientale e orientamento. Pur mantenendo gran parte del corridoio fluviale naturale, questo progetto dimostra come una soluzione di design minimale può ottenere un notevole miglioramento del paesaggio. Condizioni del sito e sfideIl progetto è stato situato sul fiume Tanghe, ai margini urbani est di Qinhuangdao City, provincia di Hebei, Cina. Il sito è un corridoio fluviale lineare, con una superficie totale di circa 20 ettari.

Il sito è stato coperto di vegetazione autoctona rigogliosa e diversificata che offre diversi habitat per diverse specie.Il sito è stato ricercato per usi ricreativi come la pesca, il nuoto e jogging dalle persone che venivano a soggiornare nelle località vicinanze.La sfida progettuale principale era come preservare gli habitat naturali lungo il fiume durante la creazione dei nuovi usi urbani di svago e di educazione. La soluzione è il “nastro rosso”. Un “nastro rosso” è stato progettato in un contesto di verde e acqua blu. Questo nastro si estende per 500 metri lungo la riva del fiume, integrando una passerella, illuminazione, sedute, interpretazione ambientale, e l’orientamento ambientale. Diversi esemplari di piante sono coltivate in fori posizionati strategicamente nel nastro. Quattro padiglioni a

forma di nuvole sono distribuite lungo il nastro, essi forniscono una protezione dalle intemperie, occasioni di incontro e punti focali visivi

“LA FASCIA FLUVIALE COME SUPPORTO DI PERCORSO TURISTICO DI CONNESSIONE TRA I CENTRI MINORI”la sfida strategico-progettuale di connessione mediante un elemento di estrema semplicità permette al sito di intervento di riconoscere la connessione tra l’uno e l’altro luogo, offrendo spazi per l’utilizzo del corridoio fluviale.

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FINISH TOwER ROTSEEANDREAS FUHRIMANN, GABRIELLE HäCHLER

La situazione topografica sul Rotsee-Delta è un paesaggio unico, incastonato tra due catene di colline del lago è molto calmo. Attraverso il suo carattere ideale per regate di canottaggio sul lago si chiama “lago degli Dei” tra i vogatori. I requisiti per la nuova torre di finitura sono varie e complesse. Sulla base della sua funzione e il paesaggio circostante lo scopo principale era creare identità. Impilando le unità spaziali, il volume verticale raggiunge un punto di riferimento nel vasto piano orizzontale del Rotsee. L’apertura del centro di canottaggio è prevista per luglio 2016. La torre e il futuro

centro di canottaggio formeranno un insieme architettonico, percepibile dalla materializzazione reciproco, temi costruttivi ed estetici. L’alto, costruzioni in legno prefabbricate di tre piani è effettuata da una piattaforma di cemento pilastri al di sopra del livello dell’acqua. La piattaforma di cemento statico attivo, fornisce l’accesso alla torre dall’acqua e la riva. Questa metamorfosi si svolge ogni anno è stata la sfida ambiziosa nella progettazione della torre finale. Una manifestazione architettonica di questa torre finitura prominente situato nel pittoresco paesaggio è necessaria al fine di trovare l’equilibrio tra il pratico e funzionale alle esigenze scultoree-estetico. Simile ad una scultura classica torre cambia il proprio aspetto a seconda della posizione

dell’osservatore e si fonde con il paesaggio naturale circostante, influenzato dai giorni in continua evoluzione e le stagioni. La forma però astratta intrinseco ha un valore di riconoscimento forte, e quindi trasmette l’identità per lo sport canottaggio; che illustra la funzione dell’edificio, il contesto legato accesso della torre e le unità impilate.

“LA FASCIA FLUVIALE COME ASSE INSEDIATIVO A SUPPORTO DEGLI SPAZI PUBBLICI E DEI NUOVI INTERVENTI EDILIZI” Questo esempio permette l’analisi a livello architettonico dei possibili interventi edilizi sulla fascia fluviale. l’operazione progettuale prevede spazi fruibili a livello dell’acqua e da terra e mette in evidenza la stagionalità dell’utilizzo.

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TIANjIN QIAOYUAN wETLAND PARkTURENSCAPE

Attraverso la progettazione rigenerativa, il naturale processo di adattamento delle piante e l’evoluzione della comunità viene introdotto per trasformare un ex poligono di tiro abbandonato usato come una discarica, in un parco urbano a bassa manutenzione; fornendo servizi di natura diversa per la città. Si tratta di un parco situato nella città settentrionale di Tianjin, in Cina. La rapida urbanizzazione aveva cambiato un poligono di tiro periferico in una discarica. All’inizio del 2006, in risposta alla chiamata dei residenti per il miglioramento ambientale del sito, il governo si occupò del difficile compito di una trasformazione immediata di questo sito degradato. L’obiettivo del

progetto complessivo è quello di creare un parco in grado di fornire una varietà di servizi connessi alla natura per la città circostante e gli abitanti, tra cui: il recupero del paesaggio con bassa manutenzione vegetazione autoctona; offrire opportunità di educazione ambientale sui paesaggi autoctoni e sistemi naturali, la gestione delle acque piovane, il miglioramento del suolo e la sostenibilità del paesaggio. Durante la stagione delle piogge, alcune cavità si trasformano in specchi d’acqua, alcune in zone umide, altre ‘in piscina stagionale, e altre ancora rimangono cavità secche. Habitat diversi sono stati creati e sono stati avviati i naturali processi di adattamento delle piante.. Sementi di specie vegetali miste sono state seminate inizialmente per avviare la vegetazione. Una rete di asfalto di colore rosso è statoa

progettata per tessere attraverso le palette e permettere ai visitatori di passeggiare attraverso il paesaggio irregolare. Si tratta di un parco che modifica il paesaggio per tutto il periodo dell’anno. Questo progetto aiuta a definire la nuova estetica di paesaggio oggi, definita da un processo di evoluzione continua.

“LA FASCIA FLUVIALE COME SUPPORTO DI UN PARCO NATURALE-AGRICOLO”la strategia progettuale sofferma l’attenzione sull’importanza della ciclicità dell’elemento naturale. Il modello di parco agricolo preso ad esempio permette la lettura in questo senso: il paesaggio si trasforma e con esso il progetto il sui presupposto nasce dall’evolversi delle stagioni..

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PARCO FLUVIALE DI BARCELOSJOAO AnTOnIO RIbEIRO FERREIRA nUnES-PROAP

L’area di intervento corrisponde ad uno spazio fulcrale nello sviluppo di una nuova e auspicata connessione della Cittá con il Fiume e con il tessuto urbano, permettendo un collegamento diretto e sciolto con il centro, cosí come collegamenti secondari, ma determinanti, a importanti zone della cittá. La definizione di un percorso fluviale, pedonale e ciclabile, denuncia l’intenzione di riprendere il collegamento con l’altra sponda e con la spiaggia fluviale, a Sud.La proposta é caratterizzata dalla ridefinizione dei principali percorsi di relazione con la cittá, dall’inquadramento degli edifici adiacenti e

dalla definizione di un percorso ciclo-pedonale lungo il Fiume. A causa del grande dislivello esistente, il disegno della proposta si fonda sulla definizione di piattaforme e scale che accompagnano, in modo dolce e naturale, il declivio del terreno, definendo, allo stesso tempo, direzioni visive e percorsi di approssimazione graduale alla quota dell’acqua. La ridotta gamma di materiali utilizzati (cemento a vista che definisce sedute e bordi dei percorsi) mette in risalto l’elemento verde e unifica tutto lo spazio, rendendo possibile sia la continuitá del progetto che una facile manutenzione.

“LA FASCIA FLUVIALE COME ELEMENTO TRASVERSALE ENTRO AMBITI URBANI E AGRICOLI”Questo esempio evidenzia come il fiume possa diventare elemento di connessione tra lo spazio urbano e l’elemento naturale che lo attraversa definendone carattere di rilevanza paesaggistica e valore aggiunto a scapito di una interpretazione del fiume come limite.la fruizione del fiume in centro città è pratica usuale nelle maggiori città europee e italiane.Attraverso una progettazione alle diverse scale permette una ridefinizione degli spazi generandone una loro compenetrazione.