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Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile Provincia di Varese “Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili” Linee guida per l’acquisto della carta

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Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile

Provincia di Varese

“Laboratorio acquisti verdi e

consumi responsabili”

Linee guida per l’acquisto della carta

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Coordinamento:

Susanna Capogna - Dirigente del Settore Ecologia ed Energia

Redazione:

Paolo Landini - Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile

Marco Clivio - Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile

Gaia Maria Gusso - Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile

Ringraziamenti:

Si ringraziano per la preziosa collaborazione fornita tutti i soggetti che hanno

partecipato agli incontri del progetto “Laboratorio acquisti verdi e consumi

responsabili” della Provincia di Varese.

Prima pubblicazione:

novembre 2007

L’utilizzo o la riproduzione di tutto o parti del presente documento è consentita, a condizione che venga

sempre citata la fonte (Ufficio Agenda 21 e Sviluppo Sostenibile della Provincia di Varese, 2007).

La Provincia di Varese è esonerata da qualsiasi responsabilità verificatasi a seguito o in relazione all’uso

improprio delle informazioni contenute nel presente documento.

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Sommario

Capitolo I - Finalità e lettura metodologica ....................................................5

Capitolo II - Gli acquisti verdi come strumento di governance e di

innovazione tecnologica ................................................................................6

Capitolo III - Contesto normativo degli acquisti verdi....................................8

Capitolo IV - Bandi per acquisti verdi dell’ente pubblico: verso l’integrazione

di criteri ambientali .......................................................................................9

Strumenti conoscitivi per l’individuazione dei criteri ambientali............9

Capitolo V - Buone pratiche .........................................................................10

Capitolo VI - Al di là di un bando: i comportamenti ......................................11

Azioni concrete per comportamenti virtuosi: l’esempio della carta......11

Selezione di produttori secondo filiere corte .......................................11

I vantaggi relativi alla domanda aggregata.........................................12

Capitolo VII - Il caso specifico della carta....................................................13

Caratteristiche generali del settore.....................................................13

Alcuni dati ..........................................................................................13

Il processo di produzione e gli aspetti ambientali ...............................16

Impatti ambientali nella produzione ...................................................17

Capitolo VIII - Un bando verde per l’acquisto di carta..................................20

I criteri di preferibilità ambientale per la carta ...................................20

Ecolabel Europeo .......................................................................21

Blauer Engel (Germania) ...........................................................22

Nordic Swan (Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda) ................22

Green Seal (Stati Uniti)..............................................................22

NF Environnement (Francia) ......................................................22

Milieukeur (Paesi Bassi) ............................................................22

Forest Stewardship Council (FSC) ..............................................23

PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification

schemes)...................................................................................23

Guida al bando ............................................................................................25

Oggetto dell’appalto ...........................................................................25

Specifiche tecniche per la carta ..........................................................25

Grammatura ..............................................................................25

Patinatura .................................................................................25

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Grado di bianco .........................................................................25

Tendenza allo spolvero ..............................................................25

pH .............................................................................................26

Criteri di aggiudicazione di un appalto ................................................27

Ammissibilità al bando dei candidati ...................................................27

Condizioni di esecuzione dell’appalto..................................................28

Monitoraggio e indicatori di performance del bando............................28

Riferimenti e fonti .......................................................................................30

Siti utili .......................................................................................................32

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Capitolo I - Finalità e lettura metodologica

Le presenti linee guida, scritte in collaborazione con la società Macroscopio nell’ambito del

progetto della Provincia di Varese “Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili”, hanno lo

scopo di supportare i soggetti pubblici e privati che hanno intenzione di intraprendere un

percorso di acquisti verdi e consumi responsabili e sono il prodotto della prima fase progettuale

di sperimentazione e creazione di una rete per acquisti verdi sul territorio provinciale.

I Comuni, le Comunità Montane, gli Enti Parco, le scuole, i consorzi, gli ospedali e le aziende

sono i principali destinatari del progetto che la Provincia, attraverso l’Ufficio Agenda 21 e

Sviluppo Sostenibile, ha avviato per permettere una diffusione sul territorio degli acquisti a

basso impatto ambientale.

I contenuti informativi ed l’impostazione metodologica lo rendono un utile e concreto

strumento di supporto per le figure professionali e politiche che, all’interno del settore

pubblico, sono chiamate a collaborare per la riuscita del progetto, perciò si forniscono le

conoscenze e le indicazioni necessarie alla realizzazione autonoma di un “bando verde”.

Le linee guida, nate da un tavolo di confronto composto da soggetti pubblici e privati,

potenziale domanda ed offerta di acquisti verdi e consumi responsabili, analizzano nello

specifico i prodotti cartacei.

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Capitolo II - Gli acquisti verdi come strumento di governance e di innovazione tecnologica

Il green procurement (acquisto verde) è uno strumento di governance in rapida diffusione nel

panorama internazionale e nazionale che, aggregando ed orientando la domanda verso

prodotti e servizi realizzati nel rispetto di criteri ecologici e sociali, ottiene una riduzione

dell’impatto ambientale complessivo della filiera produzione-consumo.

Considerando il ciclo di vita dei beni di consumo, è possibile individuare un impatto ambientale

complessivo ottenuto sommando quelli dovuti alla tipologia delle materie prime utilizzate, ai

processi produttivi (energia utilizzata, scarti, emissioni in aria, acqua e suolo durante la

produzione, ecc.), al trasporto (mezzi, distanza, ecc.), all’uso e manutenzione, ai processi di

smaltimento a fine vita (gestione dei rifiuti, capacità di riciclo e riutilizzo, ecc.).

Acquistare prodotti e servizi “verdi” e “socialmente responsabili” significa scegliere quelli che

hanno una prestazione complessiva (ambientale, sociale ed economica) migliore lungo tutto il

loro ciclo di vita.

Maggiore è la capacità di aggregare la domanda ed indirizzarla verso prodotti a basso impatto

ambientale, più facilmente si riesce ad influenzare il mercato, orientandolo verso la

sostenibilità ambientale. Infatti, le aziende produttrici saranno tanto più incentivate a

riconvertire i propri sistemi di produzione quanto più la domanda cresce ed esiste la garanzia

di ottenere ricavi.

La finalità dei progetti di acquisto verde è di organizzare una domanda aggregata ed una

risposta organizzata da parte di acquirenti e fornitori, creando così una rete di soggetti che,

valutando la riduzione di impatto ambientale come uno dei criteri di qualità del prodotto o del

servizio, stimolino un mercato compatibile con l’ambiente ed il contesto sociale e promuovano

la ricerca e l’innovazione dei processi produttivi ecoefficienti ed integrati.

Si parla di Green Public Procurement (GPP), che tradotto dall’inglese significa acquisti verdi

dell’ente pubblico, quando gli acquirenti sono gli enti pubblici (Regioni, Province, Comuni,

Comunità Montane, ecc.). È un meccanismo che sta rapidamente diffondendosi in quanto la

domanda aggregata è una caratteristica della maggior parte degli Enti Locali (EE.LL.) e non

comporta quindi la rivisitazione o la rivoluzione del sistema degli acquisti.

Si tratta di inserire nelle normali modalità di approvvigionamento di un Ente attraverso bandi

di gara, i criteri di preferibilità ambientale insieme ai fattori tradizionali di selezione e scelta.

Considerando che gli acquisti pubblici in Italia rappresentano il 18% del PIL, appare evidente

come gli EE.LL. siano consumatori quantitativamente importanti, pertanto la Pubblica

Amministrazione (P.A.), responsabile della tutela degli interessi pubblici, dispone di un grande

potere di orientamento.

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Occorre innanzitutto ridurre la spesa dovuta alle esternalità ambientali, vale a dire quella

dovuta ad interventi per recuperare la naturalità degli ambienti o per contrastare il degrado del

territorio e i relativi effetti sulla salute dei cittadini.

Questo è possibile ricorrendo al dialogo competitivo del libero mercato come leva per stimolare

la consapevolezza che i costi ambientali ricadono su tutti e che quindi è necessaria la loro

internalizzazione, in altre parole quantificare tali costi ed inserirli nella formulazione della spesa

complessiva per l’acquisto di un servizio o di un prodotto.

Altro aspetto da non dimenticare è che gli EE.LL. devono essere modello comportamentale per

i cittadini, diffondendo una cultura del rispetto e della conservazione dell’ambiente.

Un progetto per l’introduzione di acquisti a basso impatto ambientale e sociale è per un Ente

una grande opportunità per rivedere i propri consumi in termini di risparmio economico a lungo

termine, ridurre l’impatto ambientale complessivo, ma anche per migliorare l’immagine, la

visibilità e dunque il consenso politico.

Fino ad oggi la ridotta sensibilità ambientale da parte del mondo dell’impresa, ma anche della

P.A., la difficoltà di valutare da un punto di vista tecnico il ciclo di vita dei prodotti e di definire

correttamente i prodotti e servizi “verdi” hanno limitato tale mercato, elevandone il costo.

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Capitolo III - Contesto normativo degli acquisti verdi

Sia la normativa italiana che quella europea non fanno un richiamo esplicito e cogente

all’introduzione di richieste ambientali negli acquisti della P.A., e ciò non facilita il lavoro.

La crescente attenzione sul tema, ha portato la Commissione Europea DG Ambiente a

concentrarsi sulla politica integrata dei prodotti, pubblicando dapprima le Linee guida per gli

stati membri, finalizzate all’elaborazione dei Piani Nazionali per il GPP, le quali forniscono le

indicazioni per la P.A. su come rendere ambientalmente sostenibili le procedure di definizione e

assegnazione degli appalti, attraverso l’inserimento di criteri ambientali nel processo di

acquisto (definizione dei requisiti di contratto, selezione dei fornitori, assegnazione dei contratti

ed esecuzione dei lavori). Successivamente la Commissione ha pubblicato la COM 2003/302,

“Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - Politica integrata dei

prodotti - Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale”, finalizzata ad ottenere il

miglioramento delle performance ambientali dei beni e dei servizi.

Infine, le Direttive 17-18/2004/CE regolano le procedure di aggiudicazione degli appalti

pubblici di lavori, forniture e servizi, con la definizione dei modi di applicazione del GPP

all’interno dei capitolati.

In Italia il Decreto Ministeriale 203/2003 stabilisce che la copertura del fabbisogno annuale di

manufatti e beni degli uffici pubblici e delle società a prevalente capitale pubblico, sia con una

quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del

fabbisogno stesso, obbligando ad approvvigionarsi con manufatti e beni provenienti dagli

iscritti al Repertorio del Riciclaggio.

Recentemente il D.Lgs. 163/2006, “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e

forniture”, ha recepito le prescrizioni normative in materia di GPP contenute nelle Direttive 17-

18/2004/CE, introducendo un importante passaggio per sostenere gli acquisti verdi, ovvero la

possibilità di subordinare il principio di economicità a criteri ispirati ad aspetti sociali ed

ambientali.

Sempre nel 2006 il Ministero dell’Ambiente ha istituito un tavolo di lavoro per la definizione del

Piano d’Azione Nazionale (PAN) per il GPP, a cui partecipano l’Associazione Nazionale Comuni

Italiani (ANCI), Unione delle Province d’Ialia (UPI), il sistema agenziale per l’ambiente, Consip,

Confindustria ed EE.LL. impegnati da tempo su questi temi. Il PAN GPP mira a definire una

strategia per la diffusione del GPP e una sua regolamentazione normativa, nonché obiettivi

quantitativi da raggiungere e monitorare.

Infine, nella Legge 296/2006 (Finanziaria 2007) lo stesso Ministero ha previsto l’attuazione ed

il monitoraggio del PAN GPP, ne ha predisposto le principali categorie merceologiche e ha

individuato il Comitato Ministeriale preposto alle azioni descritte.

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Capitolo IV - Bandi per acquisti verdi dell’ente pubblico: verso l’integrazione di criteri ambientali

Secondo i dettami della Direttiva 18/2004/CE, le sezioni che mettono in luce aspetti di tutela

ambientale da privilegiare nei bandi verdi sono:

- specifiche tecniche;

- condizioni di esecuzione dell’appalto;

- obblighi relativi alla tutela ambientale;

- capacità tecniche e professionali dei realizzatori;

- norme di gestione ambientale;

- criteri di aggiudicazione dell’appalto.

I criteri ambientali si specificano e si integrano in ciascuna delle voci di un bando verde e, da

indicazione normativa, ogniqualvolta sia possibile le specifiche tecniche devono essere definite

in modo da tenere conto della tutela ambientale.

Strumenti conoscitivi per l’individuazione dei criteri ambientali

Per molti prodotti sono stati individuati con un approccio Life Cycle Assessment (LCA), vale a

dire analisi del ciclo di vita, gli elementi critici in un’ottica ambientale da indicare nei bandi,

spesso codificati in norme tecniche che possono rappresentare un utile riferimento. Inoltre, ci

si può aiutare con una serie di strumenti conoscitivi che garantiscano informazioni sul ciclo di

vita di beni e servizi: etichette ambientali, autodichiarazioni ambientali e dichiarazioni

ambientali di prodotto, marchi ed etichettature obbligatori e certificazioni di sistemi di gestione

ambientale.

Il PAN GPP individua un set di criteri ambientali minimi per ciascuna tipologia di acquisto che

ricada nell’ambito delle categorie merceologiche ritenute più importanti. Per ciascun criterio

occorre individuare e definire target di sviluppo e performance che permetteranno un calcolo

degli impatti ambientali risparmiati attraverso l’uso di opportuni indicatori.

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Capitolo V - Buone pratiche

Molte organizzazioni internazionali, tra le quali la Organization for Economic Cooperation and

Development (OECD) e la International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI),

hanno attivato specifiche attività per la divulgazione e l’applicazione di procedure di acquisto di

beni e servizi ambientalmente preferibili nei paesi membri.

Le esperienze di diverse città europee all’avanguardia negli acquisti verdi, come Goteborg

(Svezia), Pori (Finlandia), Kolding (Danimarca), Dunkerque (Francia), hanno fornito ottimi

esempi da seguire ed emulare, permettendo di sedimentare pratiche e conoscenze trasferibili

ad altri contesti e mettendo in luce che acquistando prodotti verdi è anche possibile ridurre i

costi di gestione e talvolta anche le spese dirette per l’acquisto.

La stessa Commissione Europea – Ufficio Green Procurement ha pubblicato nel 2004 il manuale

Buying green.

In Italia da qualche anno si assiste alla sperimentazione di bandi verdi nelle pubbliche

amministrazioni, con la costituzione di gruppi di lavoro, network ed iniziative di comunicazione

e formazione congiunte. La diffusione delle pratiche di GPP ha avuto un grande incremento

grazie a manuali on line, siti internet ricchi di riferimenti e di informazioni pratiche su bandi di

gara e criteri ambientali, banche dati di fornitori e prodotti. Si vedano ad esempio le attività

del gruppo di lavoro del Coordinamento Regionale Lombardo delle Agende 21 Locali e la Rete

GPPnet di EE.LL. e soggetti privati che si occupano di GPP.

La Provincia di Cremona, il Comune di Ferrara e la Provincia di Torino sono esempi di

amministrazioni virtuose che hanno per prime sperimentato acquisti sostenibili. Il risultato di

tale sperimentazione è sempre diverso perché si sviluppa in contesti a volte molto differenti tra

loro, con competenze e capacità di accogliere nuove procedure e modificare gli approcci

consueti di gestione dell’Ente. Ecco il motivo per cui in Italia le reti di soggetti pubblici e privati

finalizzate alla diffusione di beni e servizi a basso impatto ambientale e sociale hanno così

fortuna: permettono di orientare le forze, a seconda del caso specifico, nella realizzazione di

progetti ad hoc.

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Capitolo VI - Al di là di un bando: i comportamenti

Azioni concrete per comportamenti virtuosi: l’esempio della carta

L’uso della carta non implica un impatto ambientale, ma ridurne l’utilizzo può aiutare a

limitarne la produzione, la quale comporta un carico sull’ambiente maggiore dello smaltimento.

Diminuire l’uso della carta ed acquistarne tipologie ambientalmente preferibili sono dunque i

suggerimenti migliori per contenere l’impatto ambientale di un Ente, considerando anche che il

suo utilizzo è spesso superiore rispetto alle reali esigenze. Per la buona riuscita dell’iniziativa

occorre il coinvolgimento di tutti i collaboratori, avviando una campagna di sensibilizzazione

mirata ad un uso più consapevole delle risorse, con semplici suggerimenti realizzabili da tutti:

- stampare solo se necessario, preferendo la trasmissione telematica di atti, comunicazioni,

ecc., nonché la lettura a video in particolare per documenti composti da un elevato numero

di pagine;

- stampare solo le versioni definitive delle bozze di lavoro e facilitarsi con le funzioni di

correzione automatica;

- stampare utilizzando le modalità in fronte/retro e di riduzione dei formati;

- scrivere su entrambi i lati dei fogli di carta;

- incentivare la raccolta differenziata;

- sensibilizzare all’uso dei supporti USB storage per il trasporto dei dati.

Comunicare i risultati del monitoraggio dei consumi interni di carta aiuta ad incrementare la

partecipazione dei dipendenti, pertanto occorre diffondere periodicamente i risultati cosicché

tutti possono sentirsi protagonisti di un progetto comune. A tal scopo è utile anche l’uso di

cartelli e locandine che riportano gli stessi suggerimenti, nei punti di raccolta della carta ed

accanto a stampanti e fotocopiatrici.

Selezione di produttori secondo filiere corte

Esistono differenti azioni con cui un Ente può diminuire il proprio impatto sull’ambiente:

- ridurre e razionalizzare i consumi;

- iniziare ad acquistare prodotti e servizi con caratteristiche di preferibilità ambientale;

- considerare la localizzazione di tutte le fasi di lavorazione che costituiscono la filiera

produttiva, infatti spesso più soggetti concorrono alla realizzazione di un bene e nel

passaggio tra ciascuna di queste fasi è impiegato massicciamente il trasporto tra aree

geografiche molto distanti tra loro.

Ad eccezione dei casi di distretti territoriali che si sono organizzati e specializzati sulla

produzione settoriale, per la maggior parte dei prodotti il processo produttivo è frammentato in

fasi successive di prodotti finiti, ciascuna con un proprio mercato e una propria quotazione,

talvolta dislocate in luoghi molto distanti tra loro. In fase di analisi di mercato, ai fini della

riduzione dell’impatto ambientale sarebbe meglio selezionare prodotti che minimizzano,

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durante il ciclo di produzione e distribuzione, i costi economici ed ambientali dovuti al

trasporto, scegliendo prodotti del territorio o produttori che nella filiera prediligono rapporti

commerciali con altri produttori vicini. I vantaggi sono appunto di abbattimento dei costi

finanziari e di quelli ambientali.

I vantaggi relativi alla domanda aggregata

Un caso specifico di vantaggio economico gestionale e ambientale, come già enunciato nella

presentazione delle Linee guida, è rappresentato dalla domanda aggregata vale a dire più Enti

che, in un’area territoriale e amministrativa ben definita, si consorziano per acquistare insieme

alcuni beni e servizi.

In merito al tema della domanda aggregata occorre segnalare che la CONSIP, società per

azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), con il compito di gestire e sviluppare i

sistemi informativi del Ministero, fornendo consulenza tecnologica, organizzativa e processuale

(attività IT), gestisce il Programma di razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi

della Pubblica Amministrazione, attraverso un servizio di mediazione per la realizzazione di

convenzioni con settori privati, finalizzato ad abbattere i costi di acquisto.

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Capitolo VII - Il caso specifico della carta

Caratteristiche generali del settore

Il termine “carta” indica comunemente un prodotto a base di cellulosa, in altre parole fibre

vegetali e materie prime non fibrose (caolino, carbonato di calcio, amidi, lattice, caseina ed

altri collanti).

Sono più di 4.000 i tipi di carta che si producono nel mondo e quasi ogni cartiera ha il suo

particolare tipo di carta, che può essere compreso in una delle seguenti tipologie:

- carta da stampa per uso grafico, giornali, guide telefoniche, offset, rotocalco, rotooffset,

carte speciali, carte geografiche, carta moneta e per assegni;

- carta da ufficio per scrittura, buste, quaderni, disegno, fotocopie, fax, diazotipia, carbone e

autocopiante;

- carta da imballaggio tipo kraft, crespata per sacchetti e alimenti, pergamena vegetale, uso

pergamena, pergamino, catramata, siliconata, accoppiata, con plastica;

- cartoni e cartoncini a un getto, a più strati, ondulati, da onda, pressati, cartonlegno;

- carta per uso igienico e sanitario, fazzoletti, tovaglioli, tovaglie, asciugamani;

- carta per uso industriale, cavi elettrici, condensatori, laminato plastico, sigarette,

fotografia, da filtro, adesiva, decorativa, da parati.

Alcuni dati

Le stime dell’associazione dell’industria cartaria, rappresentante le imprese produttrici di carta,

cartoni e paste per carta in Italia (Assocarta), indicano che l’Italia è quinta in Europa per

volume di produzione, con circa 10 milioni di tonnellate realizzate nel 2005, dopo Germania,

Finlandia, Svezia e Francia.

La produzione italiana di carte e cartoni si articola in quattro aree:

- carta per usi grafici (pari al 33% della produzione totale in peso);

- carta e cartoni per imballaggio (pari al 47% della produzione totale in peso);

- carta per uso igienico e sanitario (14% della produzione totale in peso);

- carta speciali per uso industriale (6% della produzione totale in peso).

In Europa, in alcune produzioni, l’industria cartaria italiana è al primo posto per le carte per usi

igienici, al terzo per le carte patinate senza legno (qualità destinata ad usi grafici) e per le

carte e cartoni per ondulato.

In Italia, i circa 191 stabilimenti cartari con i relativi 23.400 addetti, operano prevalentemente

in due aree del Paese: nel nord Italia è concentrata la produzione di carte per uso grafico e

cartoncino, mentre nel territorio di Lucca sono realizzati circa i 2/3 della produzione nazionale

di carte per uso igienico e sanitario, nonché poco più di metà della produzione di carte per

ondulatori. Stabilimenti cartari sono altresì presenti in alcune regioni del centro-sud tra le quali

Marche, Lazio e Campania.

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Il macero è la materia prima fibrosa più largamente impiegata dall’industria cartaria nazionale:

accanto a tipologie produttive per cui il macero è tradizionalmente l’unica materia prima (carte

destinate alla produzione degli imballaggi in cartone ondulato) o la prevalente (altre carte e

cartoni da imballaggio, alcune carte per usi industriali e carta da giornale), oggi esistono altre

produzioni anche in campo grafico e sanitario nei cui processi questa materia prima è entrata

con successo.

La rilevanza del macero per il settore sta anche nel fatto che è l’unica materia prima fibrosa

ampiamente disponibile sul mercato interno, infatti in assenza di risorse forestali significative

circa il 90% delle fibre vergini impiegate è importato (principalmente da nord-America e nord

Europa), mentre il fabbisogno di macero è prevalentemente soddisfatto dalle disponibilità

nazionali. Questo anche grazie agli sviluppi della raccolta differenziata conseguenti all’intensa

attività svolta in questo campo dal Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a

base Cellulosica (Comieco). Grazie a tale accordo, l’Italia è il terzo utilizzatore europeo di carta

da macero.

A livello provinciale le cartiere sono più di 130, suddivise in base ai codici-attività (codice DE)

in otto categorie produttive:

- fabbricazione della pasta-carta;

- fabbricazione della carta e del cartone destinati ad un’ulteriore lavorazione;

- fabbricazione di carta e cartoni;

- fabbricazione di carta e cartoni ondulati e imballaggi di carta e cartone;

- fabbricazione di prodotti di carta e cartone per uso domestico e igienico;

- fabbricazione di prodotti cartotecnici;

- fabbricazione di carta da parati e di rivestimenti murali analoghi;

- fabbricazione di altri articoli di carta e cartone.

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Fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone,

dei prodotti di carta (codice DE) nella provincia di Varese

1 139

552

37

1 13

21.11: fabbricazione della pasta-carta

21.12: fabbricazione della carta e delcartone destinati ad un'ulteriorelavorazione

21.2: fabbricazione di carta e cartoni

21.21: fabbricazione di carta e cartoniondulati; imballaggi di carta e cartone

21.22: fabbricazione di prodotti di cartae cartone per uso domestico e igienico-sanitario

21.23: fabbricazione di prodotticartotecnici

21.24:fabbricazione di carta da parati edi rivestimenti murali analoghi

21.25: fabbricazione di altri articoli dicarta e cartone

La produzione di carta a livello provinciale non supera il 1,5% del totale nazionale (Assocarta -

2002). Difficilmente un produttore completa al suo interno tutta la filiera, infatti le cartiere si

distinguono in realizzatrici di pasta di carta e produttrici delle diverse tipologie di prodotti

cartacei. La difficoltà spesso è rintracciare in uno stesso distretto territoriale produttori affiliati

nella stessa filiera per la realizzazione del prodotto finito.

In nessun caso le aziende cartarie della provincia di Varese producono la carta per uso ufficio

venduta in risme, usualmente la tipologia più comprata dagli Enti.

Per le P.A. l’acquisto dei fogli di carta è una delle voci più rilevanti del budget e, di

conseguenza, uno dei fattori più impattanti dal punto di vista ambientale.

Tuttavia da qualche anno sono stati definiti criteri di preferibilità ambientale per la carta copie,

quindi sia le P.A. che si stanno avvicinando per la prima volta agli acquisti verdi sia quelle che

li stanno già applicando, possono con facilità approvvigionarsi di carta prodotta con un basso

impatto ambientale.

L’analisi delle cartiere della provincia di Varese ha evidenziato la distanza esistente tra

produttori finali di carta per uso ufficio ed utilizzatori: la produzione varesina di carta è

finalizzata alla realizzazione di pasta carta, che è successivamente inviata ad altre aziende che

procederanno alla fabbricazione delle varie tipologie di prodotti di carta esistenti.

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L’assenza in provincia di Varese di industrie che forniscono il prodotto finito di carta per uso

ufficio rende più problematica l’analisi della sostenibilità del processo produttivo, dalla

provenienza delle materie prime alla realizzazione del prodotto finito.

Per tale motivo lo studio si è concentrato sulle prime fasi del processo, fino alla realizzazione

della pasta carta, procedimento che è uguale per tutte le aziende e che è rappresenta il più

impattante sull’ambiente. Inoltre, la distanza fisica tra domanda ed offerta di carta per uso

ufficio nel territorio provinciale si ripercuote sugli impatti ambientali causati dal trasporto del

bene in oggetto, che sia per l’approvvigionamento che per la distribuzione deve

necessariamente superare i confini provinciali.

Il processo di produzione e gli aspetti ambientali

Le fibre possono essere di diverso tipo: provenienti da legno, da maceri di recupero o da piante

erbacee come il cotone, il lino, la canapa, che coprono una minima percentuale della

produzione complessiva.

La scarsa disponibilità di prodotti vergini, provenienti da risorse forestali ha portato l’Italia ad

essere tra i primi paesi a sviluppare la capacità di impiego del macero, il quale ormai da diversi

anni rappresenta la prima fonte di fibre per i produttori cartari italiani, che hanno sviluppato le

migliori tecnologie per l’ottimizzazione di fibre di riciclo. Questo grazie anche al miglioramento

dei sistemi di raccolta e selezione.

Ovviamente la quantità e la tipologia di prodotto da macero che può essere utilizzato nella

produzione è differente per le diverse tipologie di carta, ad esempio quando si rende

necessario l’utilizzo di caratteristiche prestazionali elevate che richiedono l’impiego di fibre

vergini, si ricorre a cellulose prodotte senza l’impiego di cloro gassoso elementare.

La maggior parte della pasta di carta è d’importazione e solo il 13% del fabbisogno totale è

coperto dalla produzione nazionale.

L’industria cartaria italiana sostiene l’adozione da parte dei propri fornitori di standard

riconosciuti per la gestione sostenibile delle foreste: il 40% del legno proviene da foreste

certificate e il 30% da cellulosa con certificazione forestale.

Tuttavia le aree certificate al mondo sono solo il 6% della superficie forestale globale,

principalmente nel nord America e nord Europa, aree dove sono tra l’altro in rapida

espansione.

Il ricorso al riciclo della cellulosa limita la dipendenza dalle importazioni, riduce lo smaltimento

e rende il processo più sostenibile, riducendo costi sociali ed impatti ambientali connessi. La

fibra secondaria per la produzione della carta riciclata proviene da due canali principali:

- macero pre-consumer (sfridi di lavorazione a valle della filiera cartaria e di giornalami

bianchi e stampati);

- macero post-consumer (resa idonea al riuso attraverso nuovo trattamento).

In genere le fibre possono essere riciclate dalle cinque alle sette volte. Il grande vantaggio è

che i prodotti cartari dopo il loro impiego sono riciclabili e biodegradabili.

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Impatti ambientali nella produzione

L’Italia è il quarto paese europeo per utilizzo di macero con un impiego complessivo di

5.474.200 tonnellate annue, equivalenti ad un tasso di riciclo del 56% che ha permesso di

ridurre enormemente la dipendenza dall’importazione. Ovviamente in ciò grande importanza

riveste la raccolta di materiale da riciclare sia dalle produzioni industriali sia dai consumatori.

La produzione di carta tuttavia comporta impatti ambientali rilevanti, tanto da collocare le

cartiere tra le maggiori fonti di inquinamento industriale, comprendendole tra gli impianti

soggetti alla direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) su prevenzione e

riduzione integrate dell’inquinamento.

Al fine di ottenere un prodotto bianco, le paste di carta, anche quelle a base di fibre vergini,

devono essere sottoposte a procedure di imbianchimento, le cui problematiche sono dovute

all’uso di cloro e alla conseguente emissione di composti organici alogenati nelle acque di

scarico. In seguito a restrizioni normative, sono attualmente in uso due tipi di processi di

imbianchimento:

- ECF (Elemental Chlorine Free) in cui gli sbiancanti a base di cloro elementare sono stati

sostituiti da biossido di cloro;

- TCF (Totally Chlorine Free) in cui sono sostituiti da altri prodotti non clorati, come ad

esempio l’ossigeno, l’ozono o il perossido di idrogeno.

È difficile definire quale dei due processi sia migliore sotto il profilo ambientale. Le moderne

cartiere, che applicano le migliori tecniche disponibili per l’ECF, raggiungono emissioni di

composti alogenati molto bassi. In Europa e negli Stati Uniti le tecniche di sbianacamento con

processi ECF sono state considerate tra le migliori tecniche disponibili e per tale ragione i

prodotti ECF sono molto diffusi e rappresentano lo standard soprattutto nelle cartiere grafiche.

Inoltre, la valutazione degli impatti ambientali deve essere applicata all’intero ciclo di vita del

prodotto in linea con l’approccio LCA. Nel caso della carta, diversamente da altri prodotti, la

maggior parte dell’impatto ambientale deriva dalla fase di produzione e solo in misura minore

dallo smaltimento. Poiché, come detto, non esiste un’unica tipologia di carta e quindi non

esiste un processo di produzione standardizzato, gli effetti sull’ambiente sono differenti a

seconda della tipologia di prodotto analizzato.

Per quanto riguarda gli impatti, si considerano di seguito solo quelli derivanti da elementi

comuni a tutti i tipi di produzione.

Le principali problematiche ambientali legate alla produzione cartaria sono:

- consumo di materie prime. Legato principalmente all’utilizzo di fibre vegetali derivanti da

legno, gli ingenti quantitativi, richiesti dall’industria cartaria per soddisfare la domanda,

contribuiscono ad aggravare la pressione ambientale esercitata sulle risorse forestali del

pianeta;

- consumo di risorse idriche. Sebbene grazie allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche

i consumi sono stati drasticamente ridotti e le acque sono riutilizzate più volte all’interno

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dell’impianto produttivo prima di essere scaricate, tuttavia i quantitativi d’acqua consumati

nella produzione della carta restano elevati: per 1 tonnellata di carta prodotta sono

necessari dai 30 ai 50 m3, anche se per certi prodotti sono sufficienti dai 4 ai 5

m3/tonnellata;

- consumo di risorse energetiche. Il processo di lavorazione della carta richiede grandi

quantitativi di energia, sia sotto forma di calore che sotto forma di energia elettrica. La

maggiore fonte di consumo di calore è rappresentata dall’asciugatura del foglio di carta,

attraverso l’evaporazione dell’acqua presente, inoltre nel processo produttivo sono

numerose le operazioni che devono avvenire ad un determinata temperatura e richiedono

quindi il riscaldamento dell’acqua, del legno e della pasta, dell’aria e dei prodotti chimici.

L’energia elettrica è principalmente consumata dai motori presenti nei ventilatori, nelle

pompe, nei compressori, nelle presse e nelle numerose altre apparecchiature necessarie nel

ciclo di produzione. I valori di consumo energetico degli impianti di produzione

energeticamente efficienti variano tra 4 e 20 GJ (Giga Joule) alla tonnellata per il calore e

tra 1200 e 2600 kWh alla tonnellata per l’energia elettrica. Come si vede il range di valori è

molto ampio e dipende fortemente dal tipo di paste considerato;

- emissioni in acqua. Le acque utilizzate nel ciclo produttivo della carta si caricano di

particelle cellulosiche sospese, microfibre, sostanze che assorbono ossigeno dall’acqua e

altre sostanze organiche che hanno effetti negativi sull’ecosistema acquatico. Le acque

tecnologiche devono quindi essere trattate prima di essere di nuovo immesse nei corpi idrici

grazie a diverse tipologie di sistemi di depurazione. Oltre a ciò, il processo di sbiancamento

con cloro delle paste può essere causa dell’emissione di composti organici pericolosi per la

salute umana e l’ambiente. Nelle acque sono immessi quantitativi di fosforo ed azoto sia

derivanti dal legno stesso sia dall’impiego di nutrienti utilizzati per la depurazione biologica

delle acque. Possono essere infine presenti piccoli quantitativi di metalli pesanti;

- emissioni in aria. Le emissioni in aria del settore cartario derivano essenzialmente dalla

produzione di energia termoelettrica necessaria al processo. I principali inquinanti immessi

in atmosfera sono ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e

particolato, ma anche le emissioni di anidride carbonica (CO2) hanno importanti

conseguenze ambientali. Mentre nei decenni passati gli impianti di lavorazione della carta

sono stati causa di gravi emissioni di composti dello zolfo e della conseguente acidificazione

delle piogge, oggi invece sono stati fatti notevoli progressi, grazie alla sostituzione dei

combustibili inquinanti con altri che lo sono meno e lo sviluppo di tecnologie più efficienti.

Si è poi esteso l’uso del metano ed il ricorso ad impianti di cogenerazione, nonché il

riutilizzo a fini energetici dei residui di lavorazione, quali i fanghi di cartiera, evitando l’uso

dei tradizionali combustibili fossili ed il problema dello smaltimento di questi rifiuti. Secondo

il combustibile utilizzato per produrre energia, possono essere emessi in atmosfera metalli

pesanti in basse concentrazioni. Sebbene di minore importanza e in genere sotto limiti

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accettabili, occorre ricordare infine le emissioni di composti organici volatili, che derivano

dall’uso di componenti volatili nel processo di produzione della carta;

- uso ed emissioni di sostanze pericolose per la salute o dannose per l’ambiente.

L’industria cartaria usa un grandissimo numero di differenti additivi e prodotti chimici.

Questi possono servire a conferire determinate caratteristiche al prodotto finale e sono

generalmente trattenuti dalla carta stessa oppure servono da ausilio per alcuni processi di

lavorazione e rimangono invece nelle acque di scarico. Tra i prodotti chimici più utilizzati

ricordiamo tensioattivi, biocidi, coloranti, candeggianti ottici, inibitori di schiuma, ecc. che

possono risultare pericolosi per la salute e l’ambiente in ragione della loro tossicità, della

scarsa biodegradabilità e della bioaccumulazione;

- rumore. Il problema delle emissione acustiche si pone sia per l’ambiente di lavoro interno

che per l’ambiente esterno. In un impianto sono numerose le fonti di emissioni sonore, in

particolare quelle di maggiore intensità: centrali termoelettriche, raffinatori, dispositivi di

convogliamento e filtrazione dell’aria. L’inquinamento acustico risulta particolarmente acuto

quando l’impianto industriale si trova in prossimità delle abitazioni, ad esempio in seguito

all’espansione del centro abitato;

- rifiuti. L’ingente produzione di rifiuti di carta pone seri problemi ambientali per il loro

corretto trattamento e smaltimento. In provincia di Varese la quantità di carta riciclata

supera le 40.000 t/anno (48 kg/ab.anno), che rappresentano il 10% di tutte la frazioni

della raccolta differenziata provinciale. La raccolta della carta e del cartone, sia dai cicli

produttivi industriali che dal consumatore finale, rappresenta un elemento chiave nella

sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’industria cartaria.

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Capitolo VIII - Un bando verde per l’acquisto di carta

I criteri di preferibilità ambientale per la carta

È difficile definire cosa si intende con “ecologico” nel caso della carta. Alla luce di quanto prima

esposto sul processo produttivo di base dei prodotti cellulosici, due sono in genere gli aspetti

più discussi per la determinazione della preferibilità ambientale dei prodotti cartari: le materie

prime utilizzate ed il processo di imbianchimento delle paste.

A seconda delle diverse tipologie di carta entrano in gioco percentuali differenti di fibre vergini

e fibre da macero, ad esempio le percentuali standard per carta da copia sono 80% di fibre

vergini e 20% di fibre riciclate. Studi dell’impatto ambientale sull’intero ciclo di vita hanno

evidenziato che il recupero della carta ed il suo riciclaggio risultano essere il sistema meno

impattante sull’ambiente, per la riduzione del volume di rifiuti e per la riduzione della pressione

sulle risorse forestali. Anche le emissioni di inquinanti tossici o pericolosi per l’uomo e per

l’ambiente sono ridotte ed il processo produttivo richiede complessivamente minori quantitativi

di energia. Su queste basi la scelta di carta prodotta da fibre riciclate può essere considerata

un criterio di preferibilità ambientale.

Poiché la carta riciclata, nonostante i miglioramenti fatti negli ultimi anni, raggiunge un grado

di bianco inferiore a quello delle migliori carte prodotte da fibra vergine, nel caso sia richiesto

un grado di bianco elevato sono preferibili fibre provenienti da foreste gestite in maniera

sostenibile. Tra gli standard più stringenti di misure per la gestione sostenibile delle foreste, è

da ricordare il marchio FSC che prevede anche una certificazione di parte terza per garantire la

rispondenza ai criteri di gestione sostenibile delle foreste.

Ovviamente tutto dipende dai tipi di carta e l’utilizzo a cui sono destinate: carte per uso

igienico ed alimentare non possono avere percentuali troppo elevate di fibre riciclate, carte per

grafica e stampa se perfettamente bianche e patinate devono avere grande percentuale di fibre

vergini.

Sino ad ora lo strumento più semplice ed affidabile, a cui fare riferimento per garantirsi la

preferibilità ambientale di un prodotto, è rappresentato dai marchi di qualità ecologica, che

garantiscono il rispetto di stringenti criteri ambientali nell’ottica del ciclo di vita del prodotto. Le

etichette ecologiche sono standard volontari basati su un sistema a più criteri che considera

l’intero ciclo di vita del prodotto, sottoponendolo a certificazione esterna da parte di un ente

indipendente.

I vantaggi sono la selezione dei migliori criteri di qualità e performance ambientale, nonché la

certificazione di un organismo indipendente riconosciuto che attesti la rispondenza del prodotto

a criteri ambientali suffragati da analisi e indagini opportune.

Il limite è che, in base alla legislazione vigente, non è possibile richiedere esplicitamente in un

bando di gara prodotti contraddistinti da marchi ecologici, ma si può solo fare riferimento ai

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criteri necessari per ottenerli, nella definizione delle specifiche tecniche dell’appalto. I prodotti,

che rispettano tutti i criteri necessari all’ottenimento di etichette ambientali, sono da

considerarsi equivalenti e devono essere trattati alla stregua di quelli contrassegnati. In questo

caso il fornitore è tenuto a presentare tutta la documentazione necessaria ad attestare il

rispetto dei criteri ambientali richiesti.

L’introduzione delle certificazioni ambientali ha permesso di diffondere le finalità dei criteri, che

mirano in particolare a promuovere:

- la riduzione del rilascio nelle acque di sostanze tossiche o eutrofizzanti;

- la diminuzione del danno o dei rischi ambientali connessi con l’uso dell’energia

(riscaldamento planetario, acidificazione, riduzione dello strato di ozono, esaurimento di

risorse non rinnovabili) mediante la riduzione del consumo energetico e le relative emissioni

nell’atmosfera;

- la riduzione della produzione e la promozione della gestione efficiente dei rifiuti;

- la riduzione del danno o dei rischi ambientali connessi con l’uso di sostanze chimiche

pericolose;

- l’applicazione di principi di gestione sostenibile per salvaguardare le foreste.

I vari criteri sono fissati ad un livello tale da promuovere l’assegnazione del marchio di qualità

ecologica alla carta per copia e alla carta grafica a ridotto impatto ambientale.

Di seguito sono riportate alcune delle principali certificazioni ambientali internazionali.

Ecolabel Europeo

Il sistema Ecolabel, istituito con Regolamento CEE 880/92, è uno strumento di politica

ambientale ed industriale a carattere volontario finalizzato ad incentivare la presenza sul

mercato di prodotti “puliti”. L’etichetta ecologica europea attesta, infatti, che il prodotto su cui

è apposta ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita, offrendo ai consumatori

un’informazione immediata sulla sua conformità ai rigorosi requisiti stabiliti a livello

comunitario.

Nel caso specifico della carta, sono presenti due diverse decisioni della Commissione Europea

che stabiliscono i criteri ecologici per l’assegnazione del marchio comunitario di qualità

ecologica: la Decisione 2001/405/CE per il “tessuto-carta” e la Decisione 2002/741/CE per

“carta per copia e carta grafica”, che modifica la precedente 1999/554/CE.

Il gruppo di prodotti di “tessuto-carta” designa i fogli o i rotoli di prodotti a base di tessuto-

carta idonei all’uso per l’igiene personale, l’assorbimento di liquidi e/o la pulitura di superfici,

quello di “carta per copia e carta grafica” comprende fogli o rotoli di carta non stampata

utilizzati per la stampa, le fotocopie, la scrittura o il disegno.

www.apat.gov.it/certificazioni/site/it-IT/

www.emas-ecolabel.it/site/it-IT/

ec.europa.eu/environment/ecolabel/index_en.htm

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Blauer Engel (Germania)

L’assegnazione del marchio, attivo in Germania dal 1977, è eseguita da un’apposita

commissione composta da rappresentanti dello Stato, dei gruppi ambientalisti, dei

consumatori, delle istituzioni scientifiche, dei sindacati, delle industrie e dei mezzi di

comunicazione.

www.blauer-engel.de/englisch/navigation/body_blauer_engel.htm

Nordic Swan (Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda)

È il solo marchio ecologico, assieme all’Ecolabel, ad essere transnazionale. Nel 1989 il Consiglio

dei Ministri dei Paesi Scandinavi ha introdotto un’etichetta comune di qualità ecologica, che

può essere rilasciata da ogni singolo organismo nazionale.

www.svanen.nu/eng/

Green Seal (Stati Uniti)

Il marchio Green Seal, istituito nel 1989, è rilasciato dall’omonima organizzazione senza scopo

di lucro ai prodotti che rispondono, nelle fasi di produzione, uso e smaltimento, ai seguenti

requisiti individuati come significativi per la riduzione dell’impatto ambientale: riduzione

dell’inquinamento atmosferico, uso sostenibile delle risorse naturali, corretta gestione dei

rifiuti.

www.greenseal.org/

NF Environnement (Francia)

Creato nel 1991, è rilasciato da AFNOR (Association Française de Normalisation), che ne

assicura la promozione e la diffusione. È destinato a prodotti e servizi che, per loro natura,

possono arrecare impatti negativi all’ambiente.

www.marque-nf.com

Milieukeur (Paesi Bassi)

Il sistema Milieukeur è gestito da un’organizzazione indipendente, chiamata Stichting

Milieukeur, a cui partecipano rappresentanti delle istituzioni, dei consumatori, degli industriali,

dei commercianti e delle associazioni ambientaliste olandesi.

Tale marchio è limitato ai produttori olandesi ed è apposto su varie tipologie di prodotti, il cui

processo produttivo è risultato conforme a specifici requisiti per la tutela dell’ambiente.

La gestione del sistema e l’attribuzione del marchio sono affidate ad un comitato tecnico il

quale definisce anche i principi e gli standard per l’accreditamento dei prodotti, rivisti al

massimo ogni cinque anni in funzione del progresso tecnico del settore produttivo.

www.milieukeur.nl/nl-NL/default.aspx

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Forest Stewardship Council (FSC)

Identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e

responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

www.fsc.org/en/

www.fsc-italia.it/

PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes)

La certificazione della gestione forestale è una procedura di verifica riconosciuta e collaudata,

che conduce all’emissione, da parte di un organismo indipendente, di un certificato che attesta

che le forme di gestione boschiva rispondono a determinati requisiti di sostenibilità.

Lo schema di certificazione forestale PEFC in Europa è fondato su tre principi fondamentali:

- rispetto dei criteri e degli indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per la protezione

delle foreste in Europa (Helsinki 1993, Lisbona 1998) che hanno dato avvio al cosiddetto

“Processo pan-europeo”;

- applicazione a livello regionale o di gruppo, anche se è ugualmente possibile un’adesione

individuale;

- verifiche ispettive e certificazione affidate ad una terza parte indipendente ed accreditata.

www.pefc.org/internet/html/

www.pefc.it/

Analizzando le esperienze di GPP verdi degli EE.LL., l’efficacia dei bandi nella selezione di

fornitori e prodotti, la capacità dei criteri di individuare i prodotti ambientalmente preferibili e

la loro disponibilità di mercato, risulta che è più opportuno concentrare l’attenzione solo su

alcuni criteri ambientali che si ritengono particolarmente appropriati per la definizione della

prestazione ambientale di un prodotto, invece di affidarsi ad uno specifico marchio ambientale.

Per realizzare un bando verde occorre garantire coerenza e compatibilità tra i criteri di

preferibilità ambientale e le specifiche tecniche dei prodotti richiesti.

I criteri da utilizzare riguardano l’individuazione di siti industriali per la produzione della pasta

di cellulosa che rispettano criteri di eticità, legalità e sostenibilità nella provenienza delle

materie prime. Inoltre, in assenza di particolari esigenze di bianco e patinatura, sono da

preferire prodotti contenenti percentuali elevate di carta riciclata, almeno per l’acquisto di carta

destinata ad usi ordinari di stampa e fotocopia. È importante infine che le fibre vergini siano

provenienti da siti forestali certificati.

Ad esempio, volendo utilizzare i criteri individuati dall’Ecolabel Europeo, la percentuale di carta

riciclata deve essere almeno del 75%, di cui almeno il 65% proveniente da post-consumo e

sbiancata senza l’utilizzo di gas cloro, ed almeno il 10% delle fibre vergini deve provenire da

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foreste per le quali esiste una certificazione che attesti l’applicazione di misure atte a garantire

una gestione sostenibile delle foreste.

La carta riciclata è spesso considerata da fornitori e consumatori come prodotto di alto valore

ambientale ed etico, ma di scarsa qualità. Nel tempo gli standard qualitativi di produzione della

carta riciclata sono notevolmente migliorati, soprattutto grazie all’incentivo di cui hanno

giovato le forme di riciclo delle materie cartarie seconde nel nostro paese dovuto alla penuria

di materie prime. La qualità tra carte riciclate e carte a fibre vergini è paragonabile, in termini

di prestazioni funzionali. Per quanto riguarda invece il grado di bianco le carte riciclate

garantiscono un grado, per quanto elevato, sempre inferiore alla carta proveniente da fibre

vergini. Lo sbiancamento progressivo delle fibre riciclate è comunque una delle operazioni più

impattanti sull’ambiente.

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Guida al bando

Oggetto dell’appalto

“Oggetto dell’appalto” è la sezione del bando nel quale deve emergere chiaramente l’intenzione

dell’Ente di acquistare un bene/servizio a basso impatto ambientale. È anche possibile

specificare obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale, quali ad esempio la riduzione del

danno o dei rischi ambientali connessi, oppure l’applicazione di principi di gestione sostenibile

delle foreste.

Specifiche tecniche per la carta

Occorre garantire la coerenza e la compatibilità tra i criteri ambientali e le specifiche tecniche

dei prodotti richiesti. In particolare, nel caso dei prodotti di carta per stampa le specifiche

tecniche sono descritte di seguito.

Grammatura

Poiché la quantità di materia prima utilizzata è proporzionale alla grammatura della carta

ottenuta, è opportuno evitare di richiedere un valore di eccessivamente elevato, inutile per la

maggior parte dei normali utilizzi. Nel caso di carte in risme una grammatura di 80 g/m2

rappresenta lo standard di mercato. La disponibilità di prodotti a basso impatto ambientale è

dunque maggiore per quelle tipologie della gamma che sono più comunemente richieste.

Patinatura

È meglio evitare l’uso della carta patinata perché il processo utilizzato per ottenerla incrementa

l’impatto ambientale, in quanto richiede maggiore energia, è più difficile da riciclare ed è meno

biodegradabile.

Grado di bianco

È direttamente proporzionale al numero dei processi di sbiancamento utilizzati. I sistemi di

misurazione dei gradi di bianco più diffusi sono ISO brightness e CIE whiteness. Occorre

scegliere ed indicare le misure in base ad uno dei due ordini. Per carta riciclata non conviene

indicare un grado ISO superiore a 80% e CEI 90%.

Tendenza allo spolvero

È una caratteristica riconducibile alla presenza di particelle presenti nei bordi del foglio di carta

durante la produzione o durante il taglio. È una specifica importante perché spesso è indicata

come fattore di inefficienza nell’uso di fotocopiatrici e stampanti, richiedendo una maggiore

pulizia delle macchine. Dipende dalla qualità di carta e non dal fatto di essere o meno

ecologica. Potrebbe essere sufficiente chiedere carte senza spolvero.

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pH

Carte a pH maggiore di 7 sono meno soggette a fenomeni di ingiallimento ed invecchiamento.

Nell’ottica di miglioramento delle prestazioni ambientali, sono da preferire carte che durano più

a lungo e che non vengono sostituite.

Altre specifiche tecniche, come grado di liscio ed opacità, non sono correlate al

miglioramento dell’impatto ambientale, tuttavia se richieste dall’uso specifico, è necessario

verificare che siano compatibili con le conoscenze sul loro impatto ambientale.

Per integrare criteri di preferibilità ambientale nel bando per l’acquisto di carta occorre riferirsi

a categorie specifiche di prodotto, ad esempio la carta comunemente usata negli uffici nei

formati standard A4 e A3, confezionata in risme oppure la carta usata nelle tipografie per la

stampa di pubblicazioni, manifesti, che può essere fornita in fogli o rotoli.

Utilizzare carta riciclata prodotta da fibre derivanti da post-consumo rappresenta il principale

strumento per ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, non sempre le specifiche tecniche dei

prodotti aventi queste caratteristiche sono compatibili con l’uso che si intende fare, ad esempio

se sono necessarie stampe con un grado di bianco molto elevato.

In generale, un prodotto che abbia ottenuto l’Ecolabel o che dimostri di rispettarne i criteri, è

l’opzione di acquisto che garantisce i più elevati standard di rispetto ambientale.

Nella tabella seguente sono suggeriti i criteri più significativi che possono essereintrodotti in un

bando di gara:

Specifiche minime Specifiche più restrittive

75% fibre riciclate di cui almeno il 65% proveniente da post consumo e sbiancata senza utilizzo di cloro

Per basso grado di bianco Fibre di legno (almeno il 10% proveniente da foreste certificate), fibre riciclate o fibre cellulosiche, non fibre provenienti da scarti di lavorazione Per alto grado di bianco Fibre al 100% da carta da macero – non scarti di lavorazione, prodotta senza utilizzo di additivi chimici contenenti gliossale. Contenuto di formaldeide nel prodotto finale può essere al massimo di 1mg/dm2. Non possono essere utilizzati cloruri che contengano metalli pesanti. Lavorazione di carta da macero senza utilizzo di cloro, agenti sbiancanti alogenati, EDTA. Non devono essere aggiunti sbiancanti ottici.

Buona compatibilità con attrezzature disponibili (fotocopiatrici, stampanti utilizzabili con funzione f/r). Imballaggi riciclabili e costituiti da monomateriale, separabili manualmente.

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Criteri di aggiudicazione di un appalto

I criteri ambientali possono essere inseriti come specifiche tecniche obbligatorie, in questo caso

il fornitore dovrà necessariamente soddisfare le richieste avanzate, oppure li si può utilizzare

come criteri per la valutazione di un’offerta economicamente più vantaggiosa.

Entrambe le suddette opzioni implicano vantaggi e svantaggi.

Specifiche tecniche obbligatorie Criteri per la valutazione di un’offerta

economicamente più vantaggiosa

- Maggiori possibilità che siano presentati ricorsi o che la gara vada deserta;

- più efficace nel definire le caratteristiche del prodotto che si intende ottenere;

- maggiore tutela rispetto ad eventuali problemi di fornitura;

- impossibilità dei concorrenti di fornire le informazioni richieste.

- Maggiore partecipazione dei fornitori alla gara; - capacità dell’Ente nel formulare i punteggi da

attribuire ai criteri ambientali in modo da ottenere comunque il prodotto desiderato;

- capacità dell’Ente di accertare la veridicità delle informazioni fornite, andando incontro a possibili ricorsi.

Nel caso in cui l’aggiudicazione per la fornitura di carta in risme sia effettuata in base al prezzo

più basso, risulta più difficile far valere indicazioni di base o indicazioni restrittive di tipo

ambientale.

Qualora per lavori grafici o di stampa si decida di aggiudicare secondo il criterio dell’offerta

economicamente più vantaggiosa, allora è possibile aggiungere i criteri ambientali a quelli

richiesti obbligatoriamente nelle specifiche tecniche, purché coerenti tra loro.

La scelta più stringente sul piano ambientale è quella di fare riferimento a criteri ecologici

stabiliti per ottenere ad esempio l’Ecolabel Europeo, pertanto è consigliabile assegnare un alto

punteggio a chi dimostra di rispettare criteri equivalenti a quelli dell’Ecolabel.

Un criterio aggiuntivo è assegnare un punteggio alto per carta prodotta con materie prime

provenienti da foreste certificate come quelle gestite in modo sostenibile. La rispondenza ai

requisiti richiesti deve essere attestata con autodichiarazione da parte delle ditte candidate,

mentre alla ditta affidataria si chiederà di produrre certificazioni di conformità da parte di

organismi indipendenti, documenti attestanti l’autorizzazione di un marchio ambientale,

risultati di test, attestazioni.

Ammissibilità al bando dei candidati

In questa sezione del bando è necessario riuscire a vincolare le ditte candidate ad confermare

la propria capacità nel rispondere ad alcuni criteri specifici: obblighi relativi alla tutela

ambientale, capacità tecniche e professionali dei realizzatori e rispetto di norme di gestione

ambientale. I candidati devono dimostrare di essere in possesso dei documenti attestanti

l’autorizzazione ad utilizzare un marchio ambientale o siano in possesso di documentazione

fornita da organismo indipendente che attesti la conformità ai criteri di certificazione.

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Condizioni di esecuzione dell’appalto

Occorre assicurarsi che i candidati siano in grado di garantire le modalità richieste di consegna

e/o di utilizzo. A tale fine nel bando è necessario indicare clausole relative alla modalità di

esecuzione dell’appalto finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente. Ad esempio, la consegna ai

piani e la sbancalatura, l’utilizzo di imballaggi realizzati con materiale riciclato e/o riciclabile, la

consegna in più lotti.

Monitoraggio e indicatori di performance del bando

Per valutare i benefici ottenuti in termini di riduzione dell’impatto ambientale di un Ente con

l’avvio del progetto di GPP, è necessario identificare gli indicatori di performance e di qualità

più significativi per la tipologia della fornitura, il contesto ed il progetto.

Il primo passo è conoscere la situazione dalla quale si parte in termini di quantità consumate

delle varie tipologie di carta al fine di riuscire a misurare il miglioramento ottenuto con le

nuove procedure di acquisto. Sulla base dei consumi rilevati è possibile produrre una stima

quantitativa dei benefici ambientali ed economici derivanti da una scelta di fornitura a basso

impatto ambientale.

Ad esempio, si può stimare che rispetto ad una tonnellata di carta vergine, la stessa quantità

di carta riciclata permette di risparmiare:

- il taglio di 24 alberi;

- 4.100 kWh di energia;

- 26 m3 di acqua;

- 27 kg di emissioni di CO2;

- 3 m3 di spazio in discarica.

Partendo da questi dati un Ente può valutare i benefici per l’ambiente che si ottengono con la

scelta di prodotti verdi. È inoltre utile che l’Ente identifichi quale sia l’attività svolta che causa il

maggior impatto ambientale e sulla quale occorre agire attraverso un suo miglioramento o

riduzione, ciò avviene attraverso la valutazione dell’impatto ambientale che associa ad ogni

azione un valore rispecchiante il peso che ha sull’ambiente.

Gli impatti ambientali da considerare per l’analisi sono:

- emissioni in atmosfera (inquinamento atmosferico);

- emissioni di gas climalteranti (effetto serra);

- scarichi in acqua/suolo (contaminazione di acqua/suolo);

- produzione di rifiuti;

- rumori (inquinamento acustico);

- utilizzo di energia (consumo di risorse energetiche);

- utilizzo di acqua (consumo di risorsa idriche);

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- utilizzo di altre risorse naturali (consumo di risorse naturali);

- emergenza (incidente ambientale).

Per ogni matrice ambientale è possibile associare un punteggio, ad esempio 3 (impatto

elevato), 2 (impatto medio), 1 (impatto lieve o nullo).

Ogni prodotto deve essere suddiviso nelle vareie fasi del ciclo di vita: produzione, uso, fine

vita.

Il valore finale associato al prodotto per ogni aspetto ambientale è il massimo tra quelli rilevati

nelle fasi del ciclo di vita.

Questo approccio, attribuisce maggior rilievo alla fase più impattante, quindi è più immediato

per una valutazione d’insieme.

Per quanto riguarda la fase di fine vita del prodotto è considerato solo l’aspetto ambientale

della produzione di rifiuti, considerando racchiusa in essa la valutazione di tutti gli aspetti

correlati al trattamento del rifiuto prodotto.

Il valore finale associato ad ogni prodotto o servizio è la somma di quelli ottenuti in tutti gli

aspetti ambientali.

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“Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili” - Provincia di Varese

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Riferimenti e fonti

- “Manuale tecnico Ecolabel per carta per copia e carta grafica”.

APAT

- “Linee guida per l’integrazione dei requisiti ambientali negli acquisti – carta per stampa”.

ARPA Piemonte, 2004.

- “Rapporto ambientale dell’industria cartaria italiana 2005”.

Assocarta

- “Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani nella provincia di Varese, anno 2005”.

Provincia di Varese

- “Manuale Campagna Procura+”.

ICLEI

- “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica

Amministrazione”.

Ministero dell’Ambiente Aprile 2007

- “Libro verde sulla politica integrata relativa ai prodotti”.

Commissione europea - D.G. Ambiente, 2001

- “Politica integrata dei prodotti: Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale”.

Commissione Europea - D.G. Ambiente. Direttiva 18/06/2003/CE. Comunicazione della

Commissione al Consiglio ed alla Commissione Europea

- “Buying green! A handbook on environmental public procurement”.

Commissione europea - D.G. Ambiente, 2005

- “Manuale GPP”.

Provincia di Cremona – Settore Ambiente, 2004

- “Acquisti verdi per la Pubblica Amministrazione: stato dell’arte, evoluzione normativa e indicazioni metodologiche”.

Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio Direzione generale Salvaguardia

Ambientale - Divisione VIII – APAT Servizio Interdipartimentale per le Certificazioni

Ambientali. 2005

- “Manuale acquisti verdi”.

Comune di Ferrara

- “Manuale tecnico Ecolabel per carta per copia e carta grafica”.

APAT, 2003

- “Linee guida per l’integrazione dei requisiti ambientali negli acquisti – carta per stampa”.

ARPA Piemonte, 2004

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“Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili” - Provincia di Varese

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- “Rapporto ambientale dell’industria cartaria italiana”.

Assocarta, 2005

- “Manuale Campagna Procura+”.

ICLEI, 2007

- “Green Public Procurement in Europe, conclusion and recommandation”.

AAVV, 2006

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“Laboratorio acquisti verdi e consumi responsabili” - Provincia di Varese

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Siti utili

- www.europa.eu/index_it.htm

- ec.europa.eu/environment/ecolabel/index_en.htm

- ec.europa.eu/environment/emas/index_en.htm

- ec.europa.eu/environment/gpp/index.htm

- ec.europa.eu/environment/ipp/toolbox.htm

- www.un.org/

- www.minambiente.it/

- www.apat.gov.it/site/it-IT/

- www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Sviluppo_sostenibile/

- www.apat.gov.it/certificazioni/site/it-IT/

- www.apat.gov.it/certificazioni/site/it-IT/Ecolabel/Documentazione/Prodotti/

- www.apat.gov.it/certificazioni/site/it-IT/Ecolabel/Documentazione/Servizi/

- www.apat.gov.it/certificazioni/site/it-IT/Ecolabel/Prodotti_certificati/

- www.apat.gov.it/certificazioni/site/it-IT/Ecolabel/Servizi_certificati/

- www.provincia.va.it/agenda21/

- www.provincia.va.it/ambiente.htm

- www.emas-ecolabel.it/site/it-IT/

- www.environdec.com/

- www.osservatorionazionalerifiuti.it/home.asp

- www.osservatorionazionalerifiuti.it/RepertRic.asp

- www.svanen.nu/

- www.eu-energystar.org/

- www.fsc-italia.it/index.php

- www.fsc.org/en/

- www.blauer-engel.de/

- www.ecomark.jp/english/nintei.html

- www.epa.gov/

- www.compraverde.it/

- www.procuraplus.org/

- www.iclei.org